Gli appuntamenti dal 17 al 22 gennaio

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Gli appuntamenti dal 17 al 22 gennaio
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a cura dello Spi Cgil Marche – e-mail: [email protected] http://www.marche.cgil.it/spi
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n 110117
i due lampi di oggi
1 - Gli appuntamenti dal 17 al 22 gennaio
2 - Il futuro altrove: tre italiani nella Silicon Valley. Il caso Mashape.
Agenda www.rassegna.it
Gli appuntamenti dal 17 al 22 gennaio
Effetti del collegato lavoro: i precari hanno tempo fino a domenica fare ricorso al datore. Contratti: gas-acqua e commercio,
ripartono le trattative per il rinnovo. Venerdì in Sardegna la Marcia di Zuri. Giudici di pace in sciopero per due settimane
PRECARI. Domenica prossima, 23 gennaio, è l'ultimo giorno per i lavoratori con contratto a termine
scaduto per presentare un ricorso al proprio datore di lavoro, poi perderanno il diritto di farlo per effetto
delle legge 183, il famoso collegato lavoro. Secondo le stime sono tra le 100mila e le 150mila le persone
coinvolte.
RAPPRESENTANZA Arriva oggi sulle scrivanie di Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti la proposta
elaborata dalla Cgil su rappresentanza e democrazia sindacale. La tappa successiva, nelle intenzioni
del sindacato di Corso Italia, è l'apertura di un tavolo con gli altri sindacati confederali e con le
associazioni delle imprese per arrivare a regole condivise.
CONTRATTI. Alla schiera dei 5 milioni di lavoratori in attesa di rinnovo se ne aggiungeranno, a breve,
oltre 2 milioni. Il contratto scaduto di maggiore peso è quello del commercio, con un milione e 880mila
persone coinvolte. Riaperte anche le trattative per il contratto gas-acqua scaduto da un anno: dopo lo
sciopero nazionale di venerdì scorso (14 gennaio) dei 50mila lavoratori del settore, le associazioni
imprenditoriali hanno chiesto ai sindacati di tornare al tavolo.
SCIOPERI E VERTENZE. Giudici di Pace in sciopero per due settimane a partire da oggi per protestare
contro la riforma della magistratura proposta dal ministro Alfano che, afferma la loro associazione, Ugp,
"mina l’autonomia dei Giudici di Pace sottoposti alla direzione del giudice d’appello, non garantisce i
contributi previdenziali e assistenziali e non assicura la continuità del rapporto". Nessun accordo
sull'Europoligrafico, prosegue la mobilitazione dei lavoratori di Perugia: i sindacati contestano la
decisione dell'azienda che "ha deciso unilateralmente di licenziare 39 dipendenti, un terzo della forza
lavoro attualmente presente". Oggi nuovo sciopero di otto ore dopo quello della settimana scorsa. Venerdì
in Sardegna la tradizionale marcia della “Carta di Zuri”, organizzata da un cartello di associazioni e
sindacati tra cui Cgil, Coldiretti, Anci, Ups e Acli.
GIORNI DECISIVI PER IL FEDERALISMO. Settimana cruciale per il federalismo fiscale. Martedì
arriva in commissione bicamerale una proposta di modifica del decreto attuativo sul fisco comunale.
CONVEGNI E PRESENTAZIONI. Ospiti eccellenti, a Milano, per la presentazione del libro di Valeria
Fedeli, vicesegretaria della Filctem, "Il futuro è di tutti, ma è uno solo", pubblicato da Ediesse.
Interviene il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, il presidente della Confindustria, Emma
Marcegaglia e il leader del Pd, Pierluigi Bersani. Mercoledì a Roma il convegno di studi del Pdl su
"Partecipazione, crescita e sviluppo, una nuova via per l'Italia", con Sacconi, Bonanni, Angeletti e
Bombassei. Giovedì nella sede nazionale della Cgil l'iniziativa della Fisac su "Crisi economica, banche e
assicurazioni: crescita, buona occupazione, salari", con Susanna Camusso e il presidente dell'Abi,
Giuseppe Mussari.
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www.molecoleonline.it
Il futuro altrove: tre italiani nella Silicon Valley. Il caso
Mashape.
di Daniele Di Nunzio
Per capire dove va il mondo, mentre il nostro Paese resta fermo, abbiamo intervistato Marco Palladino
(22 anni) e Michele Zonca (28 anni), con il contributo di Augusto Marietti (22 anni): tre italiani che
hanno dovuto cercare i finanziamenti nella Silicon Valley per realizzare il loro progetto e costruire
Mashape.
Per la precisione, Mashape è un aggregatore di applicazioni che si propone come una specie di
“Wikipedia” per la creazione dei software, in altre parole è un servizio utile per gli sviluppatori
informatici che possono creare delle nuove applicazioni web come fossero dei puzzle da comporre.
Questa azienda è nata grazie alle capacità di tre italiani e all’intuito di tre investitori americani e ci
interessa perché getta luce sulle carenze del nostro Paese per i giovani e per le aziende, sull’arretratezza
del nostro modello di sviluppo e sulla necessità di costruire un nuovo rapporto tra le persone, i progetti e i
capitali.
Com’è nata la vostra azienda?
Il progetto di Mashape nasce un anno e mezzo fa. Dopo avere tribolato su e giù per l’Italia, per parlare
con i pochi che avrebbero potuto finanziarlo, abbiamo deciso di non volere più perdere tempo qui e di
provare negli Stati Uniti dove, difatti, abbiamo trovato tre investitori che prima lavoravano per YouTube.
Solo successivamente, tornati in Italia, siamo riusciti a trovare un investitore italiano, un caso davvero
raro, perché è una persona di estrema apertura mentale che è difficile trovare nel nostro Paese. Ora stiamo
andando avanti e ci prepariamo a un “round” di investimento successivo per la fine del prossimo anno.
Come avete trovato i vostri investitori? Siete stati accompagnati e supportati nella ricerca degli
investimenti o avete agito individualmente?
Già prima di questo progetto eravamo andati a vedere come era l’ambiente della Silicon Valley: abbiamo
fatto diversi viaggi negli Stati Uniti, per costruire un network di relazioni da sfruttare. Eravamo curiosi di
capire come lavoravano le persone che, per il nostro mestiere e non solo, stavano davvero cambiando il
mondo. Ci ha spinto anche la curiosità.
Chi sono i vostri investitori?
I nostri investitori sono tre lavoratori che hanno deciso di lasciare YouTube per mettersi insieme e
iniziare a fare una serie di investimenti in diverse società. Il loro obiettivo è quello di lavorare insieme e
di operare come un team, come fossero un “incubatore”, dove ognuno ha delle competenze specifiche: ci
sono un economista, che si occupa degli aspetti di marketing, un ingegnere, che si occupa degli aspetti
tecnici, un avvocato, che si occupa degli aspetti legali.
Come sappiamo, la “vision” dell’investitore è tanto importante quanto i soldi che ha. Spesso in Italia
non ci sono le competenze per comprendere il prodotto e lo scenario in cui è collocato, dunque non si
riesce a valutare il margine reale di successo di un progetto e non si è risposti a rischiare, soprattutto
in settori come questo nel quale bisogna essere veloci nelle operazioni. Nel concreto, come sono stati i
rapporti con queste persone? Quali sono stati i criteri e le modalità di valutazione?
Noi avevamo un’idea e abbiamo lavorato per fare vedere che eravamo in grado di realizzarla, visto che il
prodotto lo abbiamo presentato già in parte realizzato. Gli investitori provenivano da YouTube, erano
tutte persone esperte. È vero che ci hanno dato il finanziamento in soli 14 giorni ma è anche vero che in
quelle due settimane abbiamo fatto cinque incontri con gli investitori, per fargli vedere come stavamo
lavorando e dove volevamo andare. Non ci hanno chiesto “quanto pensate di guadagnare con questo
progetto”, hanno valutato di più il progetto stesso e il modo con il quale noi ragionavamo per poterlo
sviluppare.
Negli Stati Uniti nessuno ti chiederà mai un “business plan” mentre in Italia è la prima cosa.. anche se
tutti sanno che sono numeri inventati perché è impossibile davvero prevedere con esattezza il potenziale
economico di un prodotto in questo settore. Così, in Italia ti fanno perdere tempo nella fase di start-up
[l’operazione di avvio di un’impresa, ndr]. Le valutazioni, poi, sono sempre basse.
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