amicizia - inimicizia

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amicizia - inimicizia
AMICIZIA - INIMICIZIA
457.
Val’ cchiù n’amich’ ca ciend’ ruquat’
Vale più un amico che cento ducati
“Nil ego contulerim iucundo sanus amico” – non c’è cosa che io, finchè sono sano di
mente, metterei a pari di un amico122.
458.
Amich’ cu tutt’, n’mich’ cu n’sciun’
Amico con tutti, nemico con nessuno
“Amicitia semper prodest” l’amicizia giova sempre, dicevano i nostri padri latini.
459.
Tann’ l’amicizia s’ manden’ (ten’) quann’ na man’ vaj e n’auta ven’
Allora l’amicizia si mantiene, quando una mano va e l’altra viene
“Amicitia olim petebatur, nunc preda” – un tempo si cercava l’amicizia, oggi si mira
all’interesse123.
460.
Li ver’ amic’ so’ cum’ mosch’ janch’
I veri amici sono come le mosche bianche
“Vulgare amici nomen, sed rara est fides” – amico è una parola d’ogni giorno, ma
l’amico fedele è cosa rara”...124
461.
P’ canosc’ n’amich’ rjal’ t’eia mangià nu tumm’l’ r’ sal’
Per conoscere un amico vero, ti devi mangiare un tomolo di sale125
Per significare che non basta una vita per conoscere a fondo un amico, che viene
provato soprattutto nei momenti di dolore e di sventura.
462.
122
Patt’ chiar’ (cunt’ spiss’) amicizzia a lluongh’
Satire di Orazio V/44
DDO pag. 71
123
Lettere a Lucilio di Seneca II/19
124
Favole di Fedro III/52
DFSI pag. 344
DLI pag. 476
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76
Patti chiari (conti frequenti) amicizia a lungo
La necessità di chiarire a priori i termini dei futuri rapporti, non ci sembra la strada
più adatta per allacciare una vera, sentita e sincera amicizia126.
463.
Attira cchiù na stizza r’ mel’ ca na vott’ r’ fel’
Attira più una goccia di miele, che una botte di fiele
“Amor gignit amorem” – amore fa amore. E’ così semplice essere gentile, cortese,
educato.
464.
Trist’ eia stat’ e bbona eia v’nuta
E’ stata una brutta faccenda, che si è risolta per il meglio
Un improvviso e dispiacevole evento, che alla fine si conclude meglio di quanto si
potesse prevedere.
465.
La troppa conf’renzia r’venda mala crianza
La troppa confidenza si muta in maleducazione
Bisogna essere vigili, con amore, affinchè le cose iniziate bene, non vadano a finire
male, per colpa di persone che cercano piuttosto il loro tornaconto.
466.
Piglia r’ bbuon’ quann’ ng’eia ca r’ malamend’ n’ manca maj
Accetta le cose buone, quando ci sono, perché quelle poco buone non
mancano mai
Godi del poco bene che ti si presenta, perché avrai tutta la vita per sopportare il male.
467.
Ogn’ pr’mmesa eia nu rebb’t’
Ogni promessa è debito
“Promissio boni viri est obligatio –la promessa dell’uomo onesto è un obbligo”, ci
tramandano gli antichi; esaudire ciò che si è promesso è un impegno d’onore, per una
persona onesta e leale.
126
DFSI pag. 292
DDO pag. 492
77
468.
Facim’ toscia moscia
Facciamo io do a te e tu dai a me
Termini di origine sconosciuta, ma onomatopeici per indicare un reciproco scambio
di doni o favori in base al latino “do ut des”.
469.
Om’ avv’sat’ miezz nguaiat’
Uomo avvisato mezzo rovinato
Un uomo messo sull’avviso di un qualche rischio o pericolo, non è più libero nel suo
agire, a causa delle conseguenze che ne potrebbero derivare a suo carico e danno.
470.
L’amicizzia r’nn’vata eia na m’nestra scagl’ndata
Amicizia rinnovata è come una pietanza riscaldata
La vera amicizia non ha bisogno di orpelli e ripensamennti che la declasserebbero a
puro e semplice tornaconto.
471.
Cu la bbona cumpagnìa, n’ ng’eia maj malincunia
Chi è in buona compagnia, non soffre di malinconia
472.
La mala cumpagnìa porta l’om’ a la ruina
La mala compagnia porta l’uomo alla rovina
“Il nemico usa dolcezza colle labbra, ma in cuor suo medita come buttarti nella
fossa”127.
473.
Chi t’ vol’ bben’ t’ fac’ chiang’, chi t’ vol’ mal’ t’ fac’ rir’
Chi ti ama ti fa piangere, chi ti vuole male ti fa ridere
“ Sincere son le busse di un amico, minacciosi i baci di chi odia128”; “Quelli che
amo, li rimprovero e li castigo”129.
474.
127
128
129
Na man’ lava l’auta e tutt’ e ddoj lavan’ la faccia
Una mano lava l’altra e tutte e due lavano la faccia
Sacra Scrittura – Siracide XII/16
Sacra Scrittura – Proverbi XXVII/6
Sacra Scrittura – Apocalisse III/19
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“Manus manum lavat” – una mano lava l’altra130.
Più che una esortazione alla solidarietà, ci sembra una tacita, e perciò pericolosa
assuefazione ad una vita di pericolose compromissioni illecite e poco pulite.
475.
Chi parla nnanz’ n’ nn’eia chiamat’ trar’tor’
Chi parla in faccia non è chiamato traditore
Chi parla “apertis verbis”, con parole franche, senza mezzi termini, ma chiaro e
deciso, non può essere considerato un codardo o traditore.
476.
Fattilla cu quigghj megl’ r’ te, e paga loro le spese
Pratica quelli meglio di te e paga loro le spese
“cum his versare qui te meliorem facturi sunt” – vivi con quelli che possono renderti
migliore131.
130
131
Satyricon di Petronio – Eunaudi Editore 1993 pag. 57
DLI pag.331
DDO pagg. 356/378
Letterie a Lucilio di Seneca pag. 83
DFSI pagg. 320/421
DLI pag.350
DDO pagg. 265/626
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