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LA STAMPA
LUNEDÌ 10 AGOSTO 2015
.
Piemonte e Valle d'Aosta .41
DOSSIER IMMIGRAZIONE
Rischio rivolte nei Centri
“L’accoglienza profughi
così diventa ingestibile”
Vercelli
Un sindaco
minaccia
dimissioni
! Attendeva
una decina di
profughi nel suo
paese, ma Luigi
Bondonno,
sindaco di Alice
Castello, all’arrivo di 20 migranti in una struttura nel centro
cittadino si è
detto pronto a
dimettersi. «La
questione era
gestibile se i
numeri fossero
stati quelli annunciati, ma ora
sono pronto a
lasciare tutta la
gestione in
mano alla prefettura, dopo
l’arrivo di altre
dieci persone in
una struttura a
mio avviso
totalmente
inadeguata». Il
sindaco fa riferimento alla casa
di via Parrocchiale 1. «Tempo
fa ospitava sei
minori e qualche educatorecontinua il sindaco - ora mi
domando che
ne sarà del
quieto vivere
con giovani che
non hanno altro
che qualche
metro quadrato
di cortile a loro
esclusivo utilizzo. Sono una
persona tollerante ma non mi
piace essere
preso in giro: se
la prefettura
pensa di farci
cadere addosso
ogni decisione si
sbaglia di grosso».
L’allarme delle associazioni: “Stiamo creando clandestini”
LAURA SECCI
ASTI
Una polveriera pronta a saltare
in aria. Questo è il «sistema accoglienza» secondo gli addetti
ai lavori. Coloro, cioè, che i profughi li hanno voluti e curati e
che oggi dovrebbero, secondo
la legge, sbatterli fuori dalle
strutture in cui fino a ieri li hanno ospitati. «Il rischio di rivolte
che noi operatori impegnati
nell’accoglienza di profughi e rifugiati avvertiamo in queste
settimane è forte. Ed è più che
un’ipotesi remota».
È l’incipit della lettera che
l’associazione Piam onlus di
Asti (sottoscritta da altre cinque cooperative impegnate
nello stesso settore in provincia di Alessandria, Torino e
Genova) ha inviato alle Prefetture, alla Commissione nazionale per il diritto di asilo e alle
Commissioni territoriali di Genova e Torino.
Gli ospiti
Nella maggior parte dei casi
queste strutture di accoglienza
ospitano giovani maschi singoli
dell’Africa Sub sahariana (Mali,
Gambia, Nigeria, Costa d’Avorio, Ghana, Togo e Senegal) arrivati in Italia dalla Libia nel
2014. Sono stati sentiti dalla
Commissione territoriale per i
richiedenti asilo e hanno ricevuto il diniego. Tutti hanno poi
presentato ricorso, che nella
maggioranza dei casi è risultato
negativo.
L’iter burocratico
«A questo punto sia lo Sprar
che la Prefettura ci comunicano
che questi rifugiati non hanno
più diritto ad essere ospitati
nelle strutture di accoglienza
anche se possono ancora presentare ricorso in Corte d’Appello - spiega Alberto Mossino,
responsabile del Piam onlus di
Asti -. Contestualmente la Questura ha ritirato loro il permesso di soggiorno per richiesta di
asilo e quindi i rifugiati devono
essere allontanati senza soldi
il caso
DANIELA GIACHINO
FONTAINEMORE (AOSTA)
intero paesino di Fontainemore si è mobilitato per organizzare la
40a edizione della «Rencontre
des émigrés», il raduno degli
emigrati valdostani all’estero,
soprattutto Francia e Svizzera. L’incontro, che ogni anno
si svolge in un paese diverso, è
molto sentito da coloro che,
soprattutto dagli anni Trenta
al secondo Dopoguerra migrarono verso paesi con identità linguistico-culturale affini, di madre lingua francese.
Sessanta volontari hanno lavorato per accogliere i 450
partecipanti.
Della forte emigrazione che
ha coinvolto il paese della Val-
L’
Profughi lavorano come volontari nel Parco in valle Pesio
Fondazione Moressa
Integrazione e lavoro
Il Nord Ovest ai vertici
ALBERTO PRIERI
CUNEO
FOTO GIULIO MORRA
Alcuni ragazzi arrivati nell’Astigiano dall’Africa Sub sahariana
Hanno
detto
L’allarme
Dobbiamo allontanare
senza soldi e documenti
quei rifugiati che non
hanno diritto a restare
E loro si rifiutano
Alberto Mossino
Piam onlus di Asti
nè documenti». In questa condizione i rifugiati non possono
più neanche provare ad andare
in altri Paesi europei, come accadeva finora. Senza documenti, inoltre, anche se trovassero
un lavoro non potrebbero essere regolarmente assunti, ancor
meno prendere in affitto una
casa. «In questa condizione i ri-
fugiati si rifiutano di abbandonare i centri di accoglienza e le
loro reazioni sono sempre più
aggressive - denunciano le associazioni - Se la situazione degenera saremo obbligati a chiudere le strutture di accoglienza
perchè diventate ingestibili. La
nostra impressione è che questo rifiuto del diritto di accoglienza possa portare questi
giovani ragazzi a radicalizzarsi
in chiave anti occidentale».
La soluzione
La proroga dei tempi di accoglienza anche per i diniegati e
la concessione di un permesso
di soggiorno umanitario (come già fatto nel 2011 a seguito
dell’Emergenza Nord Africa)
per le associazioni sarebbe la
soluzione più sensata. «Se non
si trovano soluzioni a breve, il
sistema di accoglienza rischia
di saltare. La conseguenza sarà avere migliaia di giovani ragazzi che vivranno allo sbando nei nostri territori, covando un senso di frustrazione,
odio, rivalsa rispetto al nostro
modello di vita e facilmente
adescabili da estremisti e circuiti criminali».
Gli immigrati che arrivano in
Piemonte e Valle d’Aosta spesso trovano lavoro, ottengono
buoni risultati a scuola, mettono su famiglia e, infine, prendono la cittadinanza italiana.
In altre parole, si integrano nel
tessuto economico e sociale in
cui si inseriscono. Ecco perché
il Piemonte è quarto tra le regioni italiane per capacità di
garantire l’inserimento dei cittadini stranieri e la Vallée nona, secondo l’indagine della
Fondazione Moressa.
Quaranta indicatori
Specializzata nello studio dell’economia dell’immigrazione,
la Fondazione ha analizzato
quaranta indicatori divisi in
sei aree tematiche (lavoro,
istruzione, sanità, criminalità,
contributo economico, radicamento sul territorio) per calcolare un «indice di integrazione regionale».
Lazio al 1° posto
Il Lazio è risultato primo a
quota 117,6 punti, quindi Lombardia (106,6), Veneto (101,8) e
Piemonte (100,9). Qui, i residenti non italiani sono l’8,5%
della popolazione, vale a dire
425.448. Il 56,3% di loro ha un
lavoro che, nell’ 83,1% dei casi,
è a tempo indeterminato. Nell’istruzione, la Valle d’Aosta
(9.075 residenti non italiani,
La Valle d’Aosta celebra i suoi emigrati
Un monumento in onore dei muratori
Alla festa di Fontainemore 450 persone da Francia e Svizzera
“Essere attaccati al territorio non significa respingere gli altri”
le di Gressoney ha parlato il sindaco Speranza Girod: «Molte
persone di Fontainemore, villaggio dove le strade carrozzabili erano un’eccezione, sono
andate in cerca di fortuna in
Francia, diventando taxisti a
Parigi. Altre, abituate a lavorare la pietra per costruire le case, sono diventati muratori. E
nel 1678, Pierre Aguettaz, muratore emigrato, ha fatto una
donazione per costruire la
scuola, la prima scuola elementare pubblica valdostana». E
proprio in omaggio ai muratori
è stato inaugurato un monu-
Simbolo
Gli emigrati
e le autorità
a Fontainemore
mentre
inaugurano
il monumento
dedicato
ai muratori
che partirono
in cerca
di fortuna
0,2% del totale) ha il primato nazionale con l’indicatore a 165,6
punti (quello generale è 89,6, 9°
posto in Italia): è l’unica regione
in cui gli studenti stranieri abbiano superato le prove Invalsi
con la sufficienza (voto medio
6,2, 5,4 in Piemonte, 4,7 in Trentino) e una delle poche in cui tutti gli stranieri iscritti alle Superiori abbiano passato l’esame di
maturità (dati riferiti all’anno
scolastico 2012/2013).
Criminalità e detenuti
La stessa Valle d’Aosta presenta
una situazione negativa (ed è penultima a livello nazionale) per
la criminalità: il 60,9% di tutti i
detenuti è composto da stranieri, stranieri che hanno commesso il 39,9% dei delitti (in Piemonte i valori sono rispettivamente
del 42,2% e 35%).
L’ 8,7% del Pil
Quanto ai dati più strettamente
economici, in Piemonte gli immigrati generano l’8,7% del Pil
regionale (il 6,5% in Valle d’Aosta) e guadagnano 13.920 euro in
media l’anno, versando 3.075 euro di Irpef (13.520 e 2.1618 nella
Vallée). Per il radicamento sul
territorio, entrambe le regioni
sono sul podio: al primo posto il
Piemonte, soprattutto perché
oltre il 55% degli alunni stranieri
sono nati in Italia e risulta molto
bassa la percentuale di bocciati
al test di italiano per il rinnovo
del permesso di soggiorno.
mento, benedetto dal vescovo
monsignor Franco Lovignana.
«In ricordo di questi uomini - ha
aggiunto il sindaco - abbiamo
scelto di dare al monumento la
forma di un muro». Anche i
bambini delle scuole hanno voluto ricordare il primato di Fontainemore, allestendo una mostra e un video.
Il presidente della Regione
Augusto Rollandin ha detto:
«Un tempo si emigrava alla ricerca di lavoro, ora per fuggire
dalle guerre. La Valle d’Aosta
ha sempre accolto, chiede solo
il rispetto della cultura e delle
tradizioni. Essere attaccati al
territorio non vuol dire respingere il resto del mondo». E Aldo
Daudry, Presidente del
Co.Fe.Se.V. (Comité Fédéral des
Sociétés d’Émigrés Valdôtains)
ha aggiunto: «Noi andavamo all’estero, in terre francofone, sicuri di trovare un lavoro. I nuovi migranti sono di passaggio e
non scelgono dove fermarsi, ma
subiscono la frustrazione di lingue e culture sconosciute».