Testo Inglese - Università degli Studi della Basilicata

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Testo Inglese - Università degli Studi della Basilicata
ALLEGATO 2
Università degli Studi della Basilicata
DOTTORATO INTERNAZIONALE
INTERNATIONAL PhD PROGRAM
in
ARCHITECTURE and Urban Phenomenology
Proposta del Programma di ricerca - Research proposal
PARTE I
1.1.
Titolo - Title
Testo Italiano o spagnolo o tedesco :
TETTONICA DEGLI ORGANISMI ANTROPICI
Testo Inglese :
TECTONICS OF THE ANTHROPIC ORGANISMS
1.2 Proponente – Principal Investigator
CLAUDIO RUBINI
1.3 Pubblicazioni scientifiche del proponente attinenti al tema del progetto di ricerca
(Publications related to the project topic)
“Samarkand: the Planned City. An Hypotesis of structure throught the reading of the historical tissue. The
Karakhanid design and the Timurid restoration”. Con G. Andriani, D. Catania, F. Gigotti, L. Guastamacchia, L.
Pisano e P. Traversa.
in Attilio Petruccioli, Michele Stella, Giuseppe Strappa (a cura di ), The Planned City, vol III, Bari 2003, pp.
595-599.
“Samarkand: how the Trade Routes Became the Stage of Power”. Con D. Catania.
in Michael Gervers, Uradyn E. Bulag, Gillian Long (edited by), Traders and Trade Routes of Central and Inner
Asia: The ‘Silk Road’, Then and Now”, Toronto 2007, pp.45-55
“Samarkand. The City of the Timurid Power”.
in Abdulvahap Kara, Ömer Ib ilir (Editörler), Ölümünün 600. Yilinda. Emir Timur ve Mirasi. Uluslararasi
Sempozyumu, Istanbul 2007, pp. 331-344
“Il giardino timuride di Samarcanda ed i suoi esiti indo-iranici”.
in Architettura del Paesaggio. Overview, allegato al n° 16, Maggio-Ottobre 2007
“Parques y Jardines Publicos y Privados de la Peninsula Arabica y Oriente Medio. Learning form Tradition.
Continuity in the Contemporary Arab Garden”.
in Encuentro ispano àrabe de jardineria, Sevilla, España, ottobre 2006
Parte: II
2.1 Parole chiave (n. 5) - Keywords
Testo Italiano o spagnolo o tedesco :
TETTONICA, ORGANISMO, PROCESSO TIPOLOGICO, SOSTENIBILITA’, RILIEVO
Testo inglese:
TECTONICS, ORGANISM, TYPOLOGICAL PROCESS, SUSTAINABILITY, SURVEY
2.2 Descrizione del progetto di ricerca ( non più di cinque pagine)
Research Programme (no more than five pages)
2.2.a) State of the Art (non più di una pagina - no more than one page)
Testo Italiano o spagnolo o tedesco :
Il riferimento a sistemi di relazione tra elementi dell’architettura, contenuto nel tema g del Dottorato in Architecture
and Urban Phenomenology - giunti, nodi, incastri - rimanda immediatamente al concetto di tettonica secondo Borbein
come arte della connessione, citato da Kenneth Frampton nel suo Studies in Tectonic Culture: the Poetics of
Construction in Nineteenth and Twentieth Century Architecture.
Benché il concetto di tettonica sia sovente associato alla costruzione seriale dell’architettura, ad un mondo elasticoligneo che, a prescindere dalle latitudini, esercita per mezzo di modularità, ripetizione e assemblaggio il suo farsi da
pensiero ad oggetto, è pur vero che un senso più ampio può essere attribuito al termine nel momento in cui culture
sincretiche tendono a mescolare tecniche costruttive diverse o, ancor più maliziosamente, ad impiegarne alcune con
materiali propri di altre.
Basta per questo far riferimento non soltanto al tempio greco nel bacino del mediterraneo, ma anche a quello che
avviene nell’India rajput e moghul dove è posta in essere una didascalica trasposizione di stilemi lignei in architettura di
pietra.
In questo caso l’indagine tettonica sfugge ad una rigida schematizzazione che ne individui a priori tecniche e materiali
da costruzione secondo la loro naturale vocazione d’uso, ma si apre a comprendere gli aspetti organizzativi degli
elementi degli organismi architettonici. In questo senso un altro caso di interesse è la casa a corte in mattoni crudi della
tradizione centro-asiatica, dove un materiale vocazionalmente a-tettonico, l’argilla, è usato per la produzione di mattoni
che contribuiscono alla composizione di una muratura che potremmo definire armata in virtù dell’uso di telai lignei che
ne migliorano il comportamento statico sotto sollecitazioni orizzontali da sisma.
Ecco che l’analisi tettonica diventa indagine di connessioni, vincoli e discontinuità. Il concetto di organismo richiamato
è figlio della messe di studi che già Gustavo Giovannoni, e poi con maggiore sistematicità Saverio Muratori e poi
Gianfranco Caniggia e Gian Luigi Maffei e la scuola romana che è seguita, hanno proposto all’attenzione della
comunità scientifica.
L’idea di organismo come sistema di strutture legate tra loro da un ineludibile rapporto di necessità richiama il bisogno
di individuare un modello teorico che consenta di guidare la lettura degli oggetti di indagine. In questo senso la
sequenza elementi, strutture, sistemi di strutture, organismo permette di visualizzare immediatamente i passaggi
necessari alla comprensione del comportamento di un edificio, come di una città o del territorio che la ospita, definendo
una gerarchia che lascia leggere in filigrana le leggi di composizione dello spazio. La possibilità di variare la scala di
lettura di tale modello di interpretazione costituisce buona parte del suo valore intrinseco.
Forzando, forse, un po’la mano si potrebbe essere tentati di parlare di teoria scientifica secondo la definizione che Lucio
Russo dà. Egli ritiene che una teoria possa considerarsi scientifica se e soltanto se soddisfa tre caratteristiche essenziali:
1. il fatto che essa non riguardi oggetti concreti, ma enti teorici;
2. il fatto che essa abbia una struttura rigorosamente deduttiva;
3. il fatto che le applicazioni al mondo reale siano basate su regole di corrispondenza tra enti della teoria e
oggetti concreti.
Tuttavia l’idea di teoria rimanda inevitabilmente alla possibilità di risolvere problemi in un numero indeterminato. Nel
caso della lettura di organismi antropici la risoluzione di problemi, o l’individuazione di modelli di comportamento
universalmente applicabili, cade di fronte alla infinita quantità di variabili che derivano dalla specificità dei contesti
culturali di riferimento. Pertanto ci si potrebbe limitare a considerare la sequenza elementi, strutture, sistemi di
strutture, organismo, come mera manifestazione di quelle regole di corrispondenza tra un modello teorico e gli oggetti
della realtà. In questo modo potremmo forse parlare di un sistema empirico di conoscenza della realtà antropica.
Un ulteriore elemento qualificante nella ricerca intorno agli elementi delle strutture antropiche è il riconoscimento del
valore del principio di processualità nel procedere delle trasformazioni.
In questo senso un utile riferimento può essere l’architettura di Hassan Fathy ed in particolare il progetto dei piccoli
nuovi insediamenti pensati e costruiti per l’Egitto come per il New Mexico.
Se guardiamo la scala dell’architettura, non possiamo che essere incuriositi ed interessai al risultato di quel
ripensamento degli elementi della casa tradizionale; tuttavia, un punto rimane irrisolto e critico come già Petruccioli
rilevava dieci anni fa: la mancanza di un’indagine sul processo tipologico. L’assenza di questo fattore rendeva debole il
risultato e fallimentare l’operazione. Il fatto che New Bariz e New Gourna siano diventati dei fallimenti e quindi
abbandonati risulta proprio dalla mancanza di una visione per il futuro. Questa pre-visione può venire soltanto piuttosto che da un atto demiurgico dettato dalla ispirazione artistica - dal riconoscimento di una catena di
trasformazioni del tipo edilizio nella quale si riconoscano tutti gli elementi componenti, divenendo così capaci di
aggiungerne uno, l’ultimo, che sia in continuità con la serie. La continuità non può essere solo morfologica, ma derivare
dalla coerenza con l’intero processo delle trasformazioni.
Riferirsi alla tradizione non può, pertanto, esaurirsi nella accumulazione di un repertorio morfologico cui attingere per
generare proposte mimetiche, ma richiede di accettare la vitalità insita nelle trasformazioni, facendosene carico e
usandola per ribadirne la ricchezza.
È in questo senso che mi pare ci si possa riferire al concetto di sostenibilità, ricercando cioè un nuovo atto progettuale
che inventi, cioè che ri-trovi e ri-scopra la realtà riconoscendone i tratti specifici.
Alvaro Siza scrive che un architetto non inventa nulla, ma trasforma la realtà. Tuttavia, vale la pena soffermarsi sul
senso del termine invenzione. Riandando alla sua origine latina, nel termine invno è contenuta una pluralità di
significati. Uno importante è proprio quello legato al principio della scoperta, esito ultimo di un processo di ricerca.
Pertanto l’architetto, in realtà, in-venta nel senso che scopre o ri-trova nell’architettura progettata o ri-progettata,
mediante lo studio, le sue leggi di composizione e genesi; e questo vale anche per la scala dell’organismo urbano.
I processi di lettura e indagine morfologica della città possono, quindi, essere concepiti come atti di ri-pensamento e riscoperta delle sue leggi aggregative.
Testo inglese :
Dealing with junctions between elements of architecture - that is one of the topics of the International PhD Program in
Architecture and Urban Phenomenology, “joints, nodes, grooves” - it refers immediately to the concept of tectonics by
Borbein as art of connection, quoted by Kenneth Frampton into his Studies in Tectonic Culture: the Poetics of
Construction in Nineteenth and Twentieth Century Architecture.
Despite the fact that the concept of tectonics is related both to the construction of the architecture in a serial way and to
an elastic-wooden world which is transforming thoughts to things by modularity, repetition and assemblage, it seems
that his meaning can be wider; in fact, we can face syncretic cultures which are either blending different techniques of
construction or using some of them having recourse to materials usually used by others.
It is possible to refer to the Greek temple as well as to the rajput and mughal architecture, being them a literally
transposition of wooden stylistic features to a stone architecture.
That is why the study of tectonics is widening to the comprehension of the organisation of the elements of architectural
organism.
We can look at the cob courtyard houses of central Asia, where an a-tectonic material - the brick-earth - has been used
to the production of bricks which are filling in wooden frames useful against seismic stress; so the reading of tectonics
is becoming an analysis of connections, links and discontinuities.
The idea of organism has been developed by G. Giovannoni, and more systematically by S. Muratori, G. Caniggia, G.L.
Maffei and the scuola romana.
The organism as system of structures linked by an unavoidable necessity is requesting the identification of a theoretical
model allowing us the reading of our subject. So the series elements, structures, systems of structures, organism, is
useful to clearly identify the steps to the comprehension either of a building or a city and the anthropic landscape.
The possibility to change the reading scale of the model is the main part of his value.
I would like to define a theory such as this as a scientific by the meaning that L. Russo is assigning to it. He is only
accepting a theory as a scientific one if it is respecting three conditions:
1. it is referring to theoretical elements;
2. it is referring to a strictly deductive structure;
3. it is referring to the necessity that mapping has to be based on correspondence rules between entia of the theory
and real objects.
Nevertheless the idea of a theory is related to the possibility of solving an uncountable number of problems. Reading
anthropic organisms, either the resolution of problems or the identification of model of behavior universally applicable,
are failing facing the enormous number of variables coming from such a specific cultural context.
That is why we may only accept that the series elements, structures, systems of structures, organism can be the
transposition of those rules of correspondence between a theoretical model and the real objects. On that way we may
talk about an empiric system of knowledge of the anthropic realm.
A further important element of the research is the principle of process of transformations.
We may useful refer to the architecture of Hassan Fathy and his settlements in Egypt and New Mexico. Looking at the
scale of the architecture, we can only get curious and interested in the reinterpretation of the elements of traditional
housing; nevertheless we will face the lacking of any investigation on the typological process as Petruccioli noted ten
years ago. That lacking might be the main cause of the failure of those projects as well as the absence of any pre-vision
for the future. A pre-vision such as that can only come from the identification of a chain of transformation of the
building type. In that chain all the elements have to be understandable; in that way we will be able to add one element to
the others, being the last one contiguous into the chain.
Looking at the tradition we can not waste into the accumulation of a morphological repertoire useful for a mimetic
proposal; it needs to come to terms with the vitality being incident to the transformations. That is the meaning of
sustainability: a way to find a new designing action able to re-invent the reality starting from his main features.
Alvaro Siza wrote that an architect is not inventing anything, but transforming the reality. Nevertheless, we have to look
deeper into the sense of the term invent. Referring to his Latin origin, we are facing a plurality of significances. One of
them is related to the principle of discovering, which is the main aim of any research. Therefore the architect is actually
in-venting, re-discovering the rules of composition and genesis into the architecture. The reading process of either an
architectural or an urban organism is an act of re-discovering those rules of aggregation.
2.2.b) Obiettivi- Purposes
Testo Italiano o spagnolo o tedesco :
La ricerca di leggi di relazione o composizione degli elementi costituenti l’architettura è naturalmente intrinseca all’atto
della costruzione e della progettazione, ed espressione di specifiche koiné. Va da sé, pertanto, che l’individuazione di un
comportamento tipico nel governo dell’architettura, non può prescindere dalla conoscenza della cultura materiale che lo
ha prodotto. In questo senso il riconoscimento della tradizione come portato di un processo di trasformazioni che invera
le specificità culturali di una regione o di un’ecumene, costituisce il primo necessario passo per l’interpretazione dei
fenomeni antropici.
Riferendomi all’agire dell’uomo come atto antropico, cioè di governo dello spazio, intendo allargare il campo di
applicazione del termine tettonica, associandolo non soltanto alla costruzione dell’architettura, ma anche alla genesi
degli organismi territoriali e urbani che descrivono e riflettono la vita degli uomini che li hanno prodotti. Mi sembra
questo un punto importante in un progetto di ricerca, ovvero la possibilità di indagare le architetture e le loro leggi di
generazione ed i tessuti urbani così come questi sono generati da quelle e da tutti quegli altri elementi che
contribuiscono a definire la forma urbis - la struttura del territorio, i fattori di condizionamento climatico, la
disponibilità di taluni materiali piuttosto che di altri e la loro intrinseca vocazione a divenire materia della costruzione,
etc.
Come per l’architettura, anche per la forma urbana un contributo prezioso alla indagine delle relazioni gerarchiche tra le
parti e dei processi di trasformazione viene dalla scuola muratoriana. Il contributo degli studi sulle città italiane, dove
sovente si ritrovano tracce di impianti di epoca romana, di Gianfranco Caniggia è utile a dare un indirizzo in termini
metodologici.
Tuttavia va riconosciuto che proprio la ricchezza e precisione di indagine rende quella risorsa talvolta inapplicabile in
contesti dai caratteri profondamente diversi. Spesso nell’analisi morfologica di città del Medio-oriente, come dell’Asia
centrale o del sub-continente indiano ci si imbatte nella impossibilità di usare categorie specifiche della descrizione
morfologica urbana come i percorsi di impianto o i percorsi di collegamento, così come codificati in Italia.
La ragione sta evidentemente nella diversità dei porcessi aggregativi del tipo edilizio, oltre che nella diversità del tipo
stesso.
Il sistema delle mahalla - che possiamo considerare come le unità aggregative di vicinato dei clan familiari nelle città
che diremo, per semplicità, islamiche - vive strutturandosi attorno a cul de sac gemmati da percorsi principali, ma ai
quali, per il loro carattere di introversione - non si possono applicare attributi come quelli propri dei nostri percorsi di
impianto o collegamento. Senza volere qui entrare nel merito di una questione che evidentemente è ancora aperta e
priva di un indirizzo metodologico coerente, quello che più preme sottolineare è proprio il fatto che un’indagine in
questo senso potrebbe aiutare a definire un impianto descrittivo più solido.
Cosa accade, ad esempio, in quei centri urbani fortemente caratterizzati da un significativo condizionamento
topografico, come a Matera nei Sassi o nella valle di Göreme in Cappadocia? E ancora, le analogie ambientali trovano
riscontro nello sviluppo dei tipi edilizi residenziali?
È difficile pensare che pur in presenza di contesti analoghi, le risposte in termini di costruzione dello spazio abitativo
siano simili. Esse sono generalmente condizionate da fattori culturali ben radicati nei territori di appartenenza. È il caso,
infatti, di quella architettura residenziale che, pur facendo riferimento a stili di vita o essendo fortemente connotata
dall’appartenenza religiosa, si esprime in un medesimo contesto ambientale con una sostanziale invarianza tipologica.
Le case a corte di Samarcanda possono quasi del tutto indifferentemente appartenere a famiglie di religione musulmana
piuttosto che di religione ebraica.
Cade quindi - e torniamo ad un concetto già espresso - l’idea che possa esistere un Dar-al Islm o una koiné cristiana o
buddista o via dicendo che sia pan-geografica. Cade così l’utopia di Hassan Fathy che costruisce un villaggio di matrice
araba e revivalista nell’impianto nel sud degli Stati Uniti. Cade l’utopia di una globalizzazione come colonialismo
culturale che imponga modelli esportabili per tutte le occasioni, un prét-à porter dell’architettura.
Testo inglese :
Looking at the composition rules of elements of the architecture is integral to building and designing; those rules are
also strictly related to every specific koiné. That is why we can not avoid studying the culture producing his
architecture. That is why the study of traditional features of a culture - as result of a continuous process of
transformation - is the first step to the reading and to the comprehension of every anthropic phenomenon.
We may wide the range of application of the term tectonics. Ti is possible to join it as to the study of architecture as to
the genesis of urban and territorial organisms. That is a very important point of the research: how to investigate into the
architectures and their rules of generation, the urban fabrics and the way they are influenced by them and by all those
elements participating into the building of every forma urbis - topography, climatic features, availability of some
materials, their vocation in being matter and so on.
An important contribution to the investigation into the hierarchies between elements of the urban process of
transformations comes by the scuola romana. The remarks by G. Caniggia on the Italian cities, where often we can find
roman hidden traces, are useful in terms of methodology. Nevertheless the precision of that investigation may be cause
of inapplicability on culturally different contexts. Often analyzing the morphology of middle-eastern, central asian and
Indian cities, we can not refer to specific description categories of the urban morphology; that is the case of concept like
planning routes, linking routes, etc. the different behavior of the type and of the rules of aggregation is the main cause
of that inapplicability. The mahalla system - which can be defined as the familiar clan core of generically Islamic cities
- is growing from cul de sac structures gemming from principal routes. The introvert character of those structures is the
main reason of the impossibility to use categories such as planning routes or linking routes.
We can not here look into a problem which is still without any solution, but we can easily affirm that an uncertainty
such as this could be a great opportunity for the research.
What is happening into urban fabric highly influenced by rocky topographic structures (the Sassi in Matera, the Göreme
Valley in Cappadocia? Have the landscape similarities highly influenced the residential type? It is hard to think that the
building of such a living space could be similar. The residential units are generally influenced by cultural elements
deeply implanted into their own territories. We might refer to those residential types produced by a specific cultural
context despite the fact that they belong to different communities usually also distinguished from dissimilar religions.
The courtyard house of Samarkand can easily belong as to Muslim as to Jewish families.
The idea of a pan-geographic Dar-al Islm or Christian or Buddhist or whatever else koiné is so dropping. The Fathy
utopia is dropping too, facing the failure of the arab village built into the midst of USA. The globalization utopia is
dropping too because of the triviality of a prêt-à porter architecture.
2.2.c) Metodologie - Methods
Testo Italiano o spagnolo o tedesco :
Questa sezione pone la questione degli strumenti necessari alla conoscenza.
In questo senso non si può che ritenere il rilievo lo strumento di indagine critica principe per precisare quelle regole di
corrispondenza tra enti teorici e reali e per individuare l’organismo nella sua interezza e complessità, preventivamente
fissando la scala di lettura, per poi scomporre gli elementi componenti individuando la gerarchia delle relazioni che
questi stabiliscono.
Questo processo di ri-lettura dell’organismo necessita, mi pare, di un ulteriore passaggio critico. Il rilievo, infatti,
consente di raccogliere una mole di dati - e questo vale tanto più per strumenti come il laser-scanner - che necessitano di
un’interpretazione. Questa considerazione, apparentemente banale, nasce dalla constatazione di quanto, nel lavoro di
studio dell’architettura, sia fondamentale il momento della ri-progettazione dell’oggetto rilevato mediante - ad esempio
- processi di modellazione solida. L’inevitabile grado di approssimazione che deriva dal passaggio dall’oggetto reale al
suo modello, è tuttavia compensato dalla profonda comprensione dei meccanismi di governo della composizione degli
elementi dell’architettura. Una forma di ri-scoperta del processo di progettazione e dell’idea che il costruttore cercava di
inverare nel manufatto.
Il riconoscimento della idea di processualità nello studio delle trasformazioni antropiche e della cultura di ogni
tradizione costruttiva mi sembra costituisca un ulteriore elemento qualificante nella ricerca.
L’unico modo per sfuggire ad una lettura meramente morfologica dei tessuti urbani come della architettura o dei tipi
edilizi è quello di ricostruirne i processi di generazione e trasformazione. È uno sforzo di progettazione a posteriori che,
però, consente di gettare luce sulla moltitudine di varianti che i singoli organismi mettono in mostra attribuendo loro un
significato che non si risolva nella sola constatazione di diversità, ma che ne indaghi le ragioni.
Così facendo è possibile riconoscere i momenti di rottura e di abbandono del naturale percorso di evoluzione dei tipi
edilizi, di qualunque natura essi siano - residenziali o specialistici.
L’introduzione di nuove tecniche e nuovi materiali nella costruzione, l’importazione di modelli aggregativi prelevati da
aree culturali lontane e differenti per vocazione può - in senso assoluto - non essere considerata una minaccia alla
identità culturale di un’ecumene. Lo diventa quando la logica di appropriazione risulta da superficiali pratiche
speculative che badando alla sola massimizzazione dei profitti non consentono di porre in essere quei fisiologici
processi di integrazione che, modificando modelli importati e modelli autoctoni, generano nuove ma coerenti identità.
Testo inglese:
What are the tools useful for reading the anthropic organism?
The first one is the survey as system to specify those rules of correspondence between theoretical entia and real ones;
the survey is allowing also to precise the shape of an organism - preventively defining the reading scale - and to resolve
it into its components reading the hierarchy of their connections.
The re-reading process of the organism needs a further critic step.
Surveying is allowing us to gather data - look at the example of the laser-scanner - requiring an interpretation. That is
because a process of re-designing of the surveyed object is a fundamental step in this kind of study. A good example of
a problem such as this is the three-dimensional modeling process. The unavoidable approximation deriving from the
passage from the reality to the model, is widely balanced by the comprehension of the mechanism of construction of the
elements of the architecture. That is a kind of re-discovery both of the designing process and of the idea the builder was
trying to realize into the building.
Another key point of the research is the admitting of the idea of a process as fundamental point of the anthropic
transformations. The only way to avoid a merely morphological interpretation of the urban fabric, as well as the
architecture and the building types, is the re-creation of the process of genesis and transformation. That is a kind of
designing a-posteriori, allowing us to highlight the many variations of the organisms and to understand the causes.
In that way it is possible to identify the breaking point into the natural process of evolution of the building types.
Introducing new techniques and new materials, importing new models of aggregation for a far cultural area could not be
- in general - a threat for the cultural identity of an oecumene. That is happening when the appropriation is the result of
a merely speculative affaire whose the only objective is to maximize the profit. In that case there is no way to take time
to modify the imported models and the autochthonous ones creating a new coherent identity.
2.2.d) Risultati attesi - Attended results
Testo Italiano o spagnolo o tedesco :
L’indagine dei processi tipologici e dei principi tettonici della costruzione a partire dalla conoscenza scientifica
dell’architettura e della città, permette di impostare una riflessione sulle trasformazioni passate e su quelle sostenibili
future. Quello che ci si aspetta dalla ricerca è la definizione di un coerente quadro conoscitivo di una specifica realtà
culturale, che permetta di fondare solidamente una proposta di intervento sul territorio che si faccia carico delle
specificità locali e che indichi una linea di sviluppo progettuale che sia sostenibile con il contesto di applicazione.
Testo inglese:
The analysis of the typological processes and of tectonic principles of building allows us to think both on past
transformations and on sustainable future ones.
What we are attending is the definition of a coherent cognitive frame of a culturally specific context; that is making
possible to firmly base a useful proposal dealing with local features and showing a sustainable design approach.
2.3 Riferimenti bibliografici - References
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