DAGONEWS Buone notizie per i giornalisti. La Quinta Sezione

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DAGONEWS Buone notizie per i giornalisti. La Quinta Sezione
30 set 2016 21:26
1. BUONE NOTIZIE PER I GIORNALISTI! LA CASSAZIONE RIGETTA IL RICORSO DI
ADRIANO CELENTANO E CLAUDIA MORI CONTRO GIACOMO AMADORI: L'ARTICOLO
NON ERA DIFFAMATORIO
2. SU 'PANORAMA' ERA APPARSO UN RITRATTONE DEL CLAN, TRA SCANDALI, LITI,
ESAURIMENTI NERVOSI, ARCHIVI DI FOTO HARD, E SOPRATTUTTO MOLTI VIZI PRIVATI
PER UNO CHE (ERA IL 2005) ANDAVA IN TV A PONTIFICARE SULLE BASSEZZE DEGLI
ITALIANI. ORA POTETE RILEGGERLO!
3. DOPO 11 ANNI, LA SENTENZA STABILISCE CHE 'I FATTI ERANO VERI, RESI PUBBLICI
DAGLI STESSI FIGLI DELLA COPPIA. IL GIORNALISTA È LIBERO DI SELEZIONARE I FATTI
RILEVANTI PER ILLUSTRARE I SOGGETTI. LA CRITICA NON È MAI OBIETTIVA, MA DEVE
ESSERE CONTINENTE''
DAGONEWS
Buone notizie per i giornalisti. La Quinta Sezione
Penale della Corte di Cassazione ha appena rigettato il
ricorso del clan Celentano-Mori contro Giacomo
Amadori, cronista che per ''Panorama'' scrisse un
ritrattone della famiglia, tra alti, bassi e parecchie
ombre.
ADRIANO CELENTANO
CLAUDIA MORI
Condannato in primo grado per diffamazione per l'articolo
(uscito 11 anni fa), la Corte d'Appello di Milano aveva
ribaltato la sentenza e assolto Amadori, sostenendo che
''l’articolo fosse da qualificare sia di cronaca che di
critica'', rilevando che ''sono riportati fatti veri, attinenti alla
vita privata delle persone offese già resi pubblici per il
tramite di interviste rilasciate in passato dagli stessi figli
della coppia; b) la rilevanza pubblica delle notizie riportate
è conseguenza sia della notorietà delle persone offese che
della diffusività data alle stesse dagli interessati; c) il
linguaggio espressivo è stato caratterizzato da continenza''.
CELENTANO
TONY RENIS
SIMONA VENTURA
Condannato in primo grado per diffamazione per l'articolo (uscito 11 anni fa), la Corte d'Appello di
Milano aveva ribaltato la sentenza e assolto Amadori, sostenendo che ''l’articolo fosse da qualificare sia di
cronaca che di critica'', rilevando che ''sono riportati fatti veri, attinenti alla vita privata delle persone
offese già resi pubblici per il tramite di interviste rilasciate in passato dagli stessi figli della coppia; b) la
rilevanza pubblica delle notizie riportate è conseguenza sia della notorietà delle persone offese che della
diffusività data alle stesse dagli interessati; c) il linguaggio espressivo è stato caratterizzato da
continenza''.
CELENTANO
FO
ALBANESE
GABER
JANNACCI
E’ risaputo, ed è stato costantemente evidenziato dalla
giurisprudenza'', scrivono i giudici, ''che la critica, quale
espressione di opinione meramente soggettiva, non è mai
rigorosamente obiettiva , in quanto ha, per sua natura,
carattere congetturale e riflette gli interessi e la cultura di chi
critica, sicché già da essa deve solo pretendersi che non
utilizzi notizie false o mistificatorie, che sia continente
nell’espressione e si eserciti su fatti e persone aventi
rilevanza pubblica''.
Per questo, secondo la Corte, il diritto di critica era stato correttamente esercitato. Gli avvocati del Molleagiato avevano però fatto ricorso per Cassazione, ribadendo che l'autore del pezzo aveva denigrato la
famiglia, ''commentando con taglio denigratorio'' i fatti della vita privata di Celentano e Claudia Mori,
''dandone una rappresentazione distorta'', soprattutto riguardo alla coerenza dei comportamenti privati
rispetto alle esternazioni pubbliche.
In sostanza (come potete leggere nell'articolo, più in
basso), Amadori sottolineava come Celentano,
all'epoca (2005) censore in prima serata tv dei
costumi italici, vivesse privatamente in modo
decisamente meno virtuoso.
La Cassazione ha invece determinato che il
giornalista è ''libero di selezionare i fatti reputati
rilevanti per l’illustrazione della personalità dei
soggetti criticati, nonché della realtà di coppia e di
quella familiare''.
ADRIANO CELENTANO
CLAUDIA MORI
Certo, riconoscono i giudici della Suprema Corte, se si fanno ''indebite generalizzazioni'' si può
volontariamente ledere la reputazione di una persona. Ma perché questo avvenga, bisogna usare fatti
specifici (''pur veri'') oltre le ''potenzialità dimostrative loro proprie''. Ovvero il giudizio espresso sui fatti
non deve essere "in rapporto di consequenzialità con i fatti commentati", ma "frutto di un’elaborazione
mistificatoria, che si avvale della realtà dei fatti per aprire percorsi intellettivi indipendenti, strumentali
all’attuazione del proposito criminoso".
Questo non è avvenuto nell'articolo di Amadori, e
per questo la Corte ha rigettato il ricorso dei
Celentano.
ADRIANO CELENTANO
CLAUDIA MORI
(L'articolo aveva un titolo considerato anche dai
giudici offensivo, ''Ritratto di famiglia di un
inferno'', ma è stato stabilito che non era stato
scelto da Amadori, bensì dalla redazione di
''Panorama'').
NELLA FAMIGLIA DEL MOLLEGGIATO
Articolo di Giacomo Amadori per ''Panorama'' del febbraio 2005
Ai piani alti della Rai è ormai più di un sussurro: quasi certamente Rockpolitik, la strombazzata
trasmissione di Adriano Celentano, traslocherà sui palinsesti autunnali, forse a ottobre 2005. Anche
perché il tira e molla tra l'artista e l'azienda ne rende ormai quasi impraticabile la messa in onda nei tempi
previsti (esordio il 19 aprile). Una notizia che ha reso particolarmente taglienti le lingue dei detrattori del
Molleggiato, che, fra l'altro, sottolineano i risultati meno esaltanti del previsto del suo ultimo disco,
C'è sempre un motivo, e i suoi difficili rapporti
familiari. Insomma, Celentano continua a far discutere
e a dividere. Un personaggio che Panorama prova a
raccontare dopo aver sentito gli amici, i parenti e
anche chi lo conosce, ma non gli vuole troppo bene.
L'OROLOGIAIO A OROLOGERIA
Nei giorni scorsi l'ex ragazzo del Clan, confidandosi
con i parenti in casa della sorella Maria a Milano, ha
rivelato il nome del suo più fiero avversario: Flavio
Cattaneo, direttore generale della Rai. Ai più attenti
non sfugge che negli ultimi anni il signor Yuppi-du ha
suscitato scandali a orologeria (compresa la polemica
sulla presunta pubblicità occulta a una nota marca
d'acqua minerale), giocando (e spesso bluffando, da
buon pokerista) con la dirigenza Rai. L'ultimo
esempio?
CLAUDIA MORI
ROSALINDA CELENTANO
CELENTANO
TONY RENIS
La partecipazione al Festival sanremese dell'anno
scorso: dopo aver annunciato il suo rifiuto a salire
sul palco, la penultima sera si è materializzato in
spolverino nero all'Ariston (a sorpresa?), per
molleggiare verso l'alto l'audience e lanciare il suo
disco. Un lieto fine che i ben informati
conoscevano già dall'autunno 2003. Ora c'è chi è
pronto a scommettere sul bis visto che il direttore
artistico musicale della kermesse canora per il
2005 è ancora Gianmarco Mazzi, ex uomo del Clan
e consulente di Claudia Mori, moglie factotum di
Adriano.
Ma se a Sanremo il tira e molla ha funzionato, in altri casi è stato un fallimento. Nel 2002 il direttore
generale della Rai Agostino Saccà propose al Telepredicatore una striscia per sostituire Il fatto di Enzo
Biagi: 10 minuti in diretta dalla villa di Galbiate a strologare sull'episodio del giorno.
Non se ne fece nulla. Come nel 1996, quando un altro direttore generale, Franco Iseppi, rimandò sine die
la nuova trasmissione di Celentano, Il conduttore. Lui giurò (come nel dicembre 2004) che in Rai non
avrebbe più messo piede, chiedendo un risarcimento miliardario. Non basta. Nel 1992 un altro
programma, Svalutation, fu dimezzato (da quattro a due puntate), dopo che l'Adriano nazionale aveva
rivendicato «totale autonomia».
Vicissitudini di un censurato? Nei corridoi di viale
Mazzini preferiscono dare i numeri e fanno notare che
l'ultima impresa tv di Celentano, 125 milioni di
cazz...ate, è costata oltre 11 milioni di euro, quasi tre a
puntata, raccogliendo nell'ultima serata «solo» 8
milioni di telespettatori (29 per cento di share). E
sarebbe andata peggio senza Fiorello, ospite di lusso.
Pensare, sospirano in Rai, che proprio lo showman
siciliano garantisce ascolti record a un prezzo
inferiore (circa un terzo in meno) di nonno Celentano.
E senza polemiche annunciate.
ADRIANO CELENTANO IN ROCK
ECONOMY
LE FOTO HARD DEL MOLLEGGIATO
IL DUETTO DI GIANNI MORANDI E
ADRIANO CELENTANO A SANREMO
Negli ultimi anni l'ex «coppia più bella del
mondo», Celentano-Mori, si è segnalata per il
numero di cause avviate o minacciate. Persino
contro un contadino, vicino di tenuta. Senza
risparmiare amici o ex amici come Don Backy e
Teo Teocoli. Però la battaglia più lunga la coppia
la sta conducendo per portare a casa l'archivio del
fotografo Vincenzo Falsaperla, per trent'anni
ombra del «Bisbetico domato». Nel 1997 oltre
mille ritratti sono stati acquistati dall'agenzia
milanese di Paolo Begotti: in quegli scatti, vita
pubblica e privata del «Cretino di talento», come lo
chiamava Giorgio Bocca.
Non mancano urticanti testimonianze degli anni in cui
dichiarava (1981) alla sua biografa, la giornalista
Ludovica Ripa di Meana: «L'atto sessuale è per
esempio sapere che se voglio, adesso, chiamo mia
moglie in cucina e gli tiro giù le mutande, e la
violento sul tavolo o davanti ai fornelli». Panorama ha
sbirciato nell'archivio e ha capito il motivo di tanta
agitazione: un'immagine ritrae Celentano mentre
bacia (fuori dal set) Ornella Muti, sotto un poster di
Mori.
E poi ci sono immagini del Molleggiato che si ammira
nudo davanti allo specchio, mentre gioca a poker, in
compagnia di amici che oggi vorrebbe dimenticare.
Per quegli scatti una decina di anni fa Mori offrì a
Falsaperla, gravemente malato, 600 mila lire. Nel
2001 il fotografo morì indigente in un ricovero senza
aver venduto neppure una foto. Oggi, dopo aver vinto
una causa (le foto personali non possono più essere
pubblicate), il Clan ha rilanciato: 80 mila euro per
chiudere la partita.
OTTOBRE SANTORO SI DIMETTE DA
PARLAMENTARE EUROPEO PER PARTECIPARE
ALLA PRIMA PUNTATA DI ROCKPOLITIK DI
ADRIANO CELENTANO
ANSA
SONO LA COPPIA PIÙ RICCA DEL MONDO
Per la sua rinascita professionale Celentano deve dire grazie a molte persone: il produttore televisivo Bibi
Ballandi, il paroliere Mogol, il musicista Gianni Bella. E il Papa, davanti a cui cantò il 27 settembre 1997.
Ma se oggi nessuno ricorda più il suo ultimo film del Natale '92, Jackpot (ritirato dalle sale dopo soli tre
giorni di programmazione), lo deve soprattutto alla moglie, la mente, insieme con il commercialista
Giovanni Terruzzi, della holding di famiglia, un cartello di una decina di società che si occupano di tutto,
dalla produzione alla musica, alla gestione del patrimonio immobiliare.
Il fiore all'occhiello del gruppo è la Clan Celentano srl: nel
2003 ha prodotto quasi 3,5 milioni di euro di utili netti e un
volume d'affari di 4,7 milioni. Un risultato eccellente
garantito dalla vendita di alcuni appartamenti milanesi (3,2
milioni). Della Clan, Adriano controlla il 67,77 per cento
delle azioni. Nel 2003 ha dichiarato un reddito imponibile di
800 mila euro, il doppio di quello che denunciava nel 1986.
Una miseria se confrontati con i guadagni di due anni fa: 1,4
miloni di euro. A consolarlo ha pensato la Warner che, nel
2003, gli ha versato 247 mila euro.
GIACOMO CELENTANO
Le sue proprietà? Sul modello Unico risulta solo una casa in via Zuretti, a Milano, e qualche terreno ad
Asiago, il buen retiro montano.
Molto più «povera» Claudia Mori: ha dichiarato 87
mila euro di imponibile. A cui vanno aggiunti i 217
mila percepiti dal Clan Celentano srl di cui è
amministratrice. Nel 2002 ne aveva denunciati 238
mila. A suo carico pure una casa di 12 vani e sei
terreni edificabili, sempre ad Asiago. Quasi
indigente Rosita, l'unica dei figli coinvolta negli
affari di famiglia: possiede tre vani a Milano e
GIACOMO E ADRIANO CELENTANO
grazie alla sua società discografica, la Din don dan, nel 2003 ha dichiarato guadagni non proprio sontuosi:
10 mila euro. La salvano gli introiti che provengono dalle società di famiglia: 30 mila euro.
E le case? Le due ville di Galbiate sono intestate alla General holding, mentre sulle due società
immobiliari di famiglia (Locus amoenus e Neve) sono parcheggiati un appartamento milanese e la casa al
mare di Bordighera. Chissà se Adriano la pensa ancora come ai tempi in cui cantava l'Artigiano: «Chi non
paga le tasse è ingiusto, questo dice la società, ora però che son giusto sono senza una lira».
PARENTI SULL'ORLO DI UNA CRISI DI NERVI
Molte chiacchiere sulla famiglia Celentano sono velenose e forse false. Per questo raccontarle può essere
molto scivoloso. Ma Panorama ha provato attraverso fonti e interviste ufficiali. Come quella alla sorella
del Molleggiato, Maria, 81 anni: «Ha un cuore grande come Milano, ha sempre mantenuto me e le mie
sorelle».
Eppure, quel fratello non doveva neppure nascere: «Mia
madre Giuditta aveva 42 anni e pensava che quella
gravidanza fosse una brutta malattia, non credeva di essere
incinta». La fortuna di Adriano? «Vincere il concorso di
Salsomaggiore come imitatore di Jerry Lewis». La sua
famiglia? «Sono molto uniti».
I maligni non concordano. La moglie, divisa nera oversize,
passa le giornate sperimentando diete e facendo di conto
negli uffici milanesi del Clan, mentre il marito, chiuso nella
villa fortezza di Galbiate, si divide tra pittura, sala di
incisione e tavolo da orologiaio, suo antico mestiere.
D'estate trasloca in riva al laghetto-piscina illuminato da
luci colorate e tinte pastello da Disneyland brianzola. Un
parco giochi in cui il Re degli ignoranti, come lui stesso si è
definito, vive isolato dal mondo. Il sindaco della cittadina,
Livio Bonacina, parla a nome dei concittadini: «Qui in
paese non lo vediamo mai, se non per la messa delle 18
della domenica, anche se non parla con nessuno».
ADRIANO CELENTANO
Così il primo cittadino a Natale gli ha inviato un biglietto di auguri con l'invito a incontrarsi: «Non ha
neppure risposto». Del resto Adriano è molto impegnato, con il lavoro e i figlioli, che qualche
preoccupazione gliel'hanno data e da Galbiate sono fuggiti poco più che maggiorenni.
Rosalinda, la più piccola e irrequieta, ha fatto per un anno la clochard: magra e malinconica ha un volto
bellissimo e terrificanti sbalzi d'umore; il lungo corpo androgino in certi periodi diventa trasparente.
«Però quello che mi preoccupa di più è Giacomo» conclude ansiosa zia Maria. «Ha avuto un brutto
esaurimento nervoso». Ex commesso e un po' ex tutto, dopo avere tentato la carriera del cantante pop
ebbe «una vera crisi esistenziale in cui pensai di farmi prete» spiega a Panorama.
Da allora ha scelto la testimonianza di fede: per alcuni anni ha aderito al movimento
cattolico Rinnovamento nello Spirito Santo. Nel '99 ha esordito a Sanremo, ospite del Festival di musica
cristiana. «Oggi sto intraprendendo la carriera di autore tv con la Mediaset e con mia moglie Katia, dopo
anni sotto il tetto dei suoceri, sto per trasferirmi in una casa mia».
Anche la primogenita Rosita non ha
risparmiato delusioni all'ingombrante papà,
soprattutto nella scelta dei fidanzati, tra i
quali Mario Ortiz, ex Californian dream man,
spogliarellista a stelle e strisce. Nelle
interviste lei ricorda la vita in clausura, le
prime uscite serali a 21 anni, il posto a tavola
vuoto «per Gesù». Un'adolescenza diversa da
quella di molte coetanee che ha lasciato segni
anche in lei: «Durante i miei cinque anni di
analisi pensavo di non aver diritto di essere
infelice».
ADRIANO CELENTANO DURANTE LA
SUA ESIBIZIONE A SANREMO
Anche il papà ha avuto l'esaurimento. «Ne è uscito andando a cavallo e leggendo il Vangelo». Un periodo
nero che sembra superato. L'anno scorso casa Celentano ha ritrovato un po' di serenità: «La nascita di mio
figlio Samuele, il primo nipotino per nonno Adriano, ci ha riavvicinato» conclude Giacomo, con un
sorriso.
IL PICCOLO GIALLO DELLA BENEFICENZA
Rosita produce un disco a fin di bene. Ma gli interessati non hanno (ancora) visto un soldo
Per la cattolica famiglia Celentano la beneficenza è molto importante. Anche quando è solo annunciata.
Lo sa bene Rosita, proprietaria della Din don dan, etichetta discografica che ha prodotto una compilation
«a sfondo benefico» per i tifosi dell'Inter. Dentro 12 canzoni con tema calcistico cantate da grandi
cantanti italiani.
All'interno anche un brano del papà e quella dell'ex
fidanzato palestrato, lo spogliarellista Mario Ortiz. Il
ricavato sarebbe dovuto andare alla comunità per il recupero
dei tossicodipendenti e degli alcolisti Tetto fraterno di Erba.
«Noi qui di soldi non ne abbiamo mai visti. Ma speriamo in
Dio» ha detto a Panorama don Bassano Pirovano, fondatore
della comunità.
L’INGRESSO DELLA VILLA IN
BRIANZA DI ADRIANO CELENTANO
I ben informati assicurano che neppure l'Inter
dell'amico (di famiglia) Massimo Moratti
avrebbe ricevuto le royalty per l'utilizzo del
marchio nerazzurro.
ADRIANO CELENTANO
CON BEPPE GRILLO
Fonte : http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/buone-notizie-giornalisti-cassazione-rigettaricorso-133037.htm