Corso di Organizzazione Aziendale Prof. Massimo

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Corso di Organizzazione Aziendale Prof. Massimo
Corso di Organizzazione Aziendale
Prof. Massimo FRANCO
Università degli Studi del Molise
Il modello di organizzazione del lavoro di Ford
Ford si è consolidato proprio qui, dove ora ogni giorno settecento nuove piccole Ford corrono fuori dai cancelli della sua fabbrica che
lavora giorno e notte ininterrottamente.
Ad una estremità di Detroit c’è Hilang Park che ospita altre sue officine dove lavorano quarantacinquemila operai;all’altro capo c’è
Riverrouge, con altri sessantamila. E ancora a Dearborne, diciassette miglia da Detroit,si trova una fabbrica per il montaggio dei pezzi
aeronautici.
Al momento di visitare la fabbrica di Ford ero molto emozionato.
Il suo libro, che nel 1923 è stato pubblicato a Leningrado, ha già una postilla: quarantacinquesimo migliaio; fordismo è la parola più in
voga tra gli organizzatori del lavoro; dell’azienda di Ford si parla quasi come di un qualcosa che, senza subire cambiamenti, si può
estendere al socialismo.
Scrive il professor Lavrov nell’introduzione alla quinta edizione del libro di Ford: "E’ uscito il libro di Ford…modello d’auto che non ha
eguali…gli epigoni di Ford fanno pena e la causa sta nella genialità del sistema inventato da Ford, che come ogni sistema perfetto è
l’unico a garantire anche la migliore organizzazione ecc. ecc.”.
Lo stesso Ford afferma che lo scopo della sua teoria è di fare del mondo una fonte di felicità (un vero socialista!); che se non impariamo
a sfruttare al meglio le macchine, non ci resterà più tempo per gratificarci con alberi e uccelli, fiori e prati.”I soldi sono utili solo se
permettono la libertà dell’esistenza (del capitalista?) ”.”Se lavori per il gusto di farlo o per la soddisfazione che dà la coscienza della
giustezza della causa, allora i soldi arrivano in abbondanza e senza sforzo (non l’avevo mai notato!) ”.
“Il capo Ford è un “companion” del suo operaio e l’operaio è compagno del suo capo”.”Non vogliamo un lavoro pesante che sfinisca gli
uomini.Ogni operaio Ford deve e può riflettere su come migliorare il suo lavoro e allora diventa anche lui un Ford potenziale”, e via di
questo passo.
Volutamente non mi soffermo su quelli che sono i pensieri più validi e interessanti di questo libro: se ne è strombazzato a sufficienza e
non è lo scopo di questo libro.
In fabbrica i visitatori vengono fatti entrare a gruppi di cinquanta. Unico senso di marcia, il giro si fa una volta per tutti.Davanti c’è un
uomo Ford.Si procede in fila indiana, senza fermarsi.
Per ottenere il permesso si deve riempire un modulo in una stanza dove, ricoperta di scritte, troneggia una Ford celebrativa del
decimilionesimo esemplare prodotto. Gli addetti ai questionari e gli accompagnatori hanno l’aspetto di imbonitori invecchiati di negozi di
svendite già da tempo in pensione.
Iniziamo il giro. Candore scintillante. Nessuno si ferma neanche per un secondo. Girano uomini con cappelli, si fermano a guardare e
fanno continue annotazioni in certi loro fogli. Si direbbe il calcolo dei movimenti compiuti dagli operai. Né voci, né rumori isolati. Solo un
generale, grave rimbombo. Volti verdastri e labbra nere come durante le riprese cinematografiche. E’ un effetto delle lunghe lampade a
luce diurna. Dopo il settore attrezzi, quello di stampaggio e quello di fusione, inizia la famosa catena di montaggio gordiana. Il lavoro
scorre davanti agli operai. Gli chassis nudi si siedono come se non avessero i pantaloni. Vengono montati i parafanghi, l’auto si muove
assieme a voi verso i motoristi, le gru la infilano nella carrozzeria, le ruote s’avvicinano rotolando, i pneumatici rotolano senza sosta da
sotto il soffitto come ciambelle; gli operai della catena martellano qualcosa. Su carrellini piccoli e stretti gli operai possono lavorare
incollati ai fianchi. L’automobile, passata tra migliaia di mani, in una delle ultime tappe assume il suo aspetto finale; vi sale un autista,
l’auto esce dalla catena e se ne va da sola nel cortile.
Un procedimento che il cinema ha fatto conoscere a tutti; eppure uscendo da lì si è totalmente sbalorditi.
Si va avanti in altri reparti complementari (Ford produce da solo tutte le parti della sua macchina, dal filo al vetro) dove si vedono balle
di lana e alberi a gomito pesanti molti pud che volano sulla tua testa, trasportati dalle catene della gru. Si passa poi accanto alla
centrale elettrica della Ford, la più potente del mondo, e si esce infine sulla via Woodrow.
Un mio compagno in questa escursione, un vecchio operaio della Ford che ha dovuto lasciare il lavoro dopo soli due anni a causa della
tubercolosi, vede anche lui tutta la fabbrica per la prima volta. Mi dice con rabbia: ”Ti fanno vedere solo la facciata, ma vorrei tanto
portarla alle fucine sul River, dove una metà degli operai lavora in mezzo al fuoco e l’altra metà tra fango e acqua”.
Quella sera alcuni operai della Ford, corrispondenti del giornale comunista di Chicago “Daily Worker” mi dissero:
“Male, molto male. Niente sputacchiere. Ford non le mette; dice: ”Non mi serve che sputiate; mi serve che tutto sia pulito, e se proprio
volete sputare, compratevele voi queste sputacchiere”.
…Una buona tecnica; per lui, certo, ma non per noi.
…Passa occhiali col vetro spesso per non farti male agli occhi, un vetro che costa. Filantropo. Ma fa così perché con un vetro più sottile
l’occhio si ferisce e poi i tocca ripagarlo; sulla lente spessa, invece, restano solo dei graffi che danneggiano sempre l’occhio, ma non lo
si deve risarcire.
Fonte: Majakovskij V., (1997), La mia scoperta dell’America, Edizione Passigli, Firenze.
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Università degli Studi del Molise
…Per il pranzo solo un quarto d’ora. Si mangia vicino ai macchinari, roba fredda. Gli desse qualcuno il codice delle leggi sul lavoro dove
si dice che è obbligatorio avere la mensa!
…Licenziamento senza liquidazione.
…E poi ai membri del sindacato non danno proprio lavoro. Non esiste una biblioteca. C’è solo un cinema, dove poi proiettano solo film
su come lavorare più in fretta.
…Pensate che da noi non ci siano infortuni?Altro che! Solo che non se ne scrive mai e i feriti, come i morti, vengono portati via con una
normale Ford e non su una macchina della Croce Rossa.
…Il suo sistema finge di essere ad ore (giornata di otto ore lavorative); in effetti è un cottimo in piena regola.
…Ma in che modo lottare contro Ford?
…Detectives, provocatori,membri del Ku-klux-klan, gli stranieri,poi,sono l’ottanta per cento.
…Come fare propaganda in cinquantaquattro lingue diverse?
Alle quattro ho assistito all’uscita per il cambio,davanti ai cancelli della Ford:gli uomini si riversavano nei tram,e s’addormentavano
all’istante,sfiniti.
A Detroit c’è il più alto numero di divorzi. Il sistema Ford rende impotenti gli operai.
Riflessioni:
Il sistema di produzione e di organizzazione secondo il modello di Ford è efficiente se si considera il solo aspetto della resa produttiva
dei singoli operai. Le considerazioni di Majakovskij servono a richiamare all’attenzione il problema degli effetti morali e psicologici
collegati al modello fordista di organizzazione del lavoro.
Fonte: Majakovskij V., (1997), La mia scoperta dell’America, Edizione Passigli, Firenze.