memoria per il consiglio di amministrazione

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memoria per il consiglio di amministrazione
FONDO PENSIONI DEL GRUPPO SANPAOLO IMI
PIAZZA SAN CARLO 156 - 10121 TORINO
ISCRITTO AL N. 1380 DELL’ALBO DEI FONDI PENSIONI
Prot. n. 0608/2016 MC
OGGETTO:
Torino, 12 febbraio 2016
Rendimenti 2015 dei comparti del Fondo SPIMI
Gentile Iscritta / Iscritto,
La informiamo che la valorizzazione delle quote dei comparti del Fondo al 31 dicembre 2015 è stata
pubblicata sul sito alla voce “Comparti e quote”.
Nella tabella sottostante sono evidenziate le performance conseguite nel corso dell'anno appena concluso ,
che confermano il raggiungimento di positivi obiettivi di rendimento.
I rendimenti indicati per ciascun comparto sono espressi al netto dei costi di gestione , dei costi amministrativi e dell'imposizione fiscale.
rendimento rendimento
delta
netto 2015 benchmark
+ 0.52%
Difensivo
2.09%
1.57%
+ 0.87%
Prudenziale
4.09%
3.22%
+ 0.59%
Equilibrato
4.72%
4.13%
+ 0.07%
Aggressivo
5.01%
4.94%
+ 0.28%
Etico
3.22%
2.94%
(*)
Garantito
3.09%
Comparto
rivalutazione
(**)
netta TFR
1.25%
(*) I comparti assicurativi non hanno benchmark di riferimento.
(**) TFR mantenuto in Azienda
Per tutti i comparti la gestione finanziaria del Fondo ha realizzato rendimenti superiori ai rispettivi benchmark di riferimento ed ha decisamente sovra-perfomato la rivalutazione del TFR mantenuto in Azienda.
Nella tabella successiva diamo evidenza delle perfomance dei comparti nel periodo 2009 -2015.
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FONDO PENSIONI DEL GRUPPO SANPAOLO IMI
PIAZZA SAN CARLO 156 - 10121 TORINO
ISCRITTO AL N. 1380 DELL’ALBO DEI FONDI PENSIONI
PERFORMANCE NETTE E BENCHMARK PER ESERCIZIO
COMPARTI
BENCHMARK
2010
1.32%
2011
1.85%
2012
5.32%
2013
1.01%
2014
7.81%
2015
2.09%
Benchmark
4.08%
Prudenziale
14.56%
1.01%
6.81%
2.23%
-0.35%
6.76%
6.16%
1.76%
6.06%
7.68%
9.69%
1.57%
4.09%
Benchmark 12.08%
Equilibrato
17.65%
6.47%
8.20%
0.01%
-0.87%
7.19%
7.88%
5.65%
8.22%
8.83%
10.03%
3.22%
4.72%
Benchmark
15.18%
19.71%
7.76%
9.05%
-0.87%
-1.21%
8.26%
7.30%
9.54% 11.23%
9.14%
10.12%
4.13%
5.01%
Benchmark
17.10%
11.27%
8.89%
2.09%
-2.12%
-2.66%
8.76%
9.38%
9.65%
8.69%
9.20%
10.44%
4.94%
3.22%
Benchmark
11.81%
3.29%
2.08%
-0.26%
-3.75%
1.79%
8.74%
2.94%
7.97%
3.27%
10.70%
3.22%
2.94%
3.09%
Benchmark
1.24%
0.67%
1.32%
2012
2.94%
2013
1.71%
2014
2015
1.34%
1.25%
Difensivo
Aggressivo
Etico
Garantito
rivalutazione netta
TFR
2009
7.62%
2009
1.98%
2010
2.61%
2011
3.45%
Nel corso del 2015 i principali fattori che hanno inciso sull'andamento dei mercati finanziari e quindi sulle
performance delle classi di investimento che compongono l'Allocazione Strategica dei comparti del Fondo
sono riassunti nell'analisi seguente :
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Cina : dopo un anno di rialzi delle borse cinesi con aumenti sino al 150% , si è concretizzata la situazione di una crescita economica inferiore alle aspettative. I listini hanno reagito con improvvise e
pesanti perdite , innescate anche dal timore di "bolle" sui mercati azionari. Sui mercati internazionali si è diffusa la preoccupazione per un rallentamento globale dello sviluppo economico. Particolarmente pesanti le ricadute sulle prospettive degli altri Paesi emergenti per l'attesa diminuzione
della richiesta di materie prime delle quali questi Stati sono i principali esportatori.
Stati Uniti : con una ripresa economica in corso ma non ancora sufficientemente consolidata , di
fronte alla crisi cinese la FED è stata costretta a rimandare fino a dicembre il primo rialzo dei tassi
ufficiali che confermano la ripartenza di un ciclo positivo di crescita e a mantenere un atteggiamento prudente sulle azioni future da intraprendere. Complessivamente positiva la performance annuale dei listini azionari e anche di quello obbligazionario governativo. Negativa invece sui corporate high yield per l'effetto di discesa dei prezzi delle materie prime. Per effetto dei tassi americani in
risalita il dollaro si rivaluta del 11,36% sull'euro.
area Euro : a gennaio la BCE inaugura il "quantitative easing" , una significativa iniezione di liquidità
sui mercati tramite l'acquisto programmato di importanti quantità di titoli governativi euro. L'obiettivo è cercare di stimolare una timida ripresa dell'economia e combattere il pericolo di deflazione.
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PIAZZA SAN CARLO 156 - 10121 TORINO
ISCRITTO AL N. 1380 DELL’ALBO DEI FONDI PENSIONI
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La forte discesa dei prezzi delle materie prime ostacola questa manovra e porta la BCE a diminuire
ulteriormente il tasso di interesse sui depositi , già negativo , portandolo al -0.30%. Le borse azionarie euro performano positivamente ed anche i bond governativi , con performance migliori per i
paesi periferici rispetto a quelli core. Lo spread Bund-BTP passa da 133 a 96 . Marginalmente negative le obbligazioni corporate. Per effetto della lunga prospettiva di tassi bassi l'Euro si deprezza rispetto alle altre divise principali.
United Kingdom : la crisi dei paesi emergenti , dati i significativi rapporti commerciali import export
con il Regno Unito, sfavorisce la borsa britannica che registra una variazione negativa in corso
d’anno. La sterlina si rivaluta comunque del 5.30% sull'euro.
Svizzera : a gennaio la banca centrale abbandona la parità fissa tra franco ed euro ed il franco si rivaluta del 20% sull'euro. A parte un iniziale timore di ripercussioni sulle esportazioni delle aziende
elvetiche , la borsa chiude l'anno con una performance positiva ed il franco a + 10,70% sull'euro.
Giappone : nella medesima situazione dell'area Euro , combatte da 15 anni il rischio deflazione con
una politica di tassi bassi . Risente temporaneamente per contiguità geografica delle cadute dei listini cinesi ma la borsa registra nel 2015 una variazione positiva e lo yen si rivaluta dell'11.03%
sull'euro.
Paesi Emergenti : grandi vittime della crisi cinese e del calo dei prezzi delle materie prime. Significative performance negative delle borse azionarie , in modo particolare in EMEA ed America Latina :
soffre in particolare il Brasile (quota importante degli Emerging Market) , in forte recessione e colpita dal downgrade delle agenzie di rating.
Petrolio : è la materia prima la cui discesa di prezzo ha creato più problemi ai paesi emergenti
esportatori. Il suo prezzo nel corso del 2015 è sceso da 60 dollari a 37 dollari al barile . A causare
questa discesa da un lato il mantenimento di un'offerta elevata da parte dei paesi esportatori mediorientali (per combattere la concorrenza delle società americane che con tecnologie innovative
ma costose estraggono greggio da rocce sedimentarie , il cosiddetto "shale oil") e dall'altro la minor
richiesta , particolarmente quella cinese , dovuta al rallentamento della produzione economica globale. Il Presidente della BCE Draghi , evidenziando che tale calo genera anche ricadute positive per
l'economia dei paesi importatori, ha cercato di dare un segnale di ottimismo circa le prospettive future.
Con i migliori saluti.
IL DIRETTORE
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