IL COMPORTAMENTO DEL CANE Il comportamento di un individuo
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IL COMPORTAMENTO DEL CANE Il comportamento di un individuo
IL COMPORTAMENTO DEL CANE Il comportamento di un individuo, la sua natura e altre caratteristiche sono la conseguenza dell’interazione fra genotipo dell’individuo ed ambiente. Il genotipo è fissato al momento del concepimento, ma le variazioni ambientali naturali o dovute a manifestazioni artificiali, possono interagire con il genotipo e con le esperienze passate, apportando delle modifiche al fenotipo comportamentale. (Mills, 1997). Prendiamo in considerazione: 1 Periodi di sviluppo 2 La comunicazione nel cane 3 I segnali calmanti 1 Periodi di sviluppo Studi approfonditi, effettuati nel 1945 a Bar Harbour, nel Maine, sulla correlazione tra ereditarietà e comportamento sociale, hanno portato Scott e Fuller ad affermare, già nel 1965, l’importanza e la necessità di esporre precocemente i cani a stimoli di qualsiasi tipo. ( Scott e Fuller, 1965 ) I risultati ottenuti , hanno condotto Scott e i suoi collaboratori alla suddivisione delle prime fasi della vita del cane in quattro periodi di sviluppo in cui è facilitato l’apprendimento di associazioni relativamente stabili e durature nel tempo. Inizialmente queste fasi furono denominate “ periodi critici” perché si pensava che fossero stadi brevi e fissi di apprendimento irreversibile. Successivamente furono rinomati come “ periodi sensibili” in quanto si capì che non era possibile stabilire rigidamente i limiti che collocassero con precisione fasi fisse di apprendimento. Periodo prenatale ( da -63 giorni alla nascita ) Secondo alcuni studi effettuati da Pageat (1999) durante lo stato embrionale, i cuccioli potrebbero reagire a stimolazioni sensoriali e quindi sviluppare caratteristiche reattive, in particolare quelle emozionali. Le osservazioni raccolte in questi lavori scientifici forniscono informazioni sulle risposte dei cuccioli a tre diverse stimolazioni durante la gravidanza: stimolazione tattile, reazione emozionale della madre, induzione di preferenze alimentari. - Risposta dei feti di 45 giorni a una stimolazione tattile: questo esperimento è stato condotto su tre cagne, due di razza Bearle di 26 e 32 mesi e un meticcio di Pastore Tedesco di 35 mesi , a cui sono state compiute ogni giorno per cinque giorni, delle palpazioni abbastanza sostenute delle corna uterine. Durante queste manipolazioni, i feti sono monitorati mediante ecografia e i risultati ottenuti mostrano un’agitazione dei cuccioli durante i trenta secondi che seguono le manipolazioni. Tale agitazione motoria si attenua a partire dal terzo giorno e scompare a partire dal quarto giorno nella totalità dei casi, fatta eccezione per due. Secondo Pageat esiste una sensibilità tattile precoce in questi feti, associata a meccanismi di abitudine, in quanto c’è un’attenuazione della risposta sotto l’influenza delle ripetizioni. - Risposta dei feti di 45 giorni a una reazione emozionale della madre: le cagne prese in considerazione sono state le stesse dell’esperimento precedente a cui è stata aggiunta una cagna di razza barboncino nano. La reazione emozionale delle madri veniva scatenata dalla detonazione ravvicinata di una pistola scacciacani e l’effetto causato da essa sui cuccioli è stato osservato sempre attraverso l’ecografo. Tutti i cuccioli hanno presentato delle alterazioni del loro stato, accompagnate da movimenti diversi tra cui, in particolare la suzione del cordone ombelicale o di un arto anteriore. La durata di tali modificazioni è variabile in quanto sono stati registrati dei valori compresi tra 6 e 55 secondi. Anche se il numero dei campioni è basso, sembra esserci una correlazione fra l’intensità della reazione della madre, infatti quanto più questa è violenta, tanto più la reazione dei cuccioli è prolungata. Secondo Pageat, i risultati di questa osservazione mettono in risalto l’importanza delle situazioni stressanti in una femmina gestante e bisogna dunque porre attenzione ad un eventuale effetto d’orientamento emozionale dei cuccioli, il cui esito si rivelerebbe durante il resto della loro vita. - Induzione di preferenze alimentari nei cuccioli durante la gestazione: per questo esperimento sono state prese in esame cinque cagne gestanti suddivise in due gruppi. Al primo gruppo, costituito da tre cagne, sono state somministrate, attraverso l’alimentazione, 20 gocce al giorno di essenza di timo, mentre il secondo gruppo, costituito dalle restanti cagne, veniva alimentato senza l’essenza di timo. Alla nascita i cuccioli sono stati posti sul ventre della madre che presentava una mammella su due imbibita di tale essenza. E’ stata poi osservata la mammella che ogni cucciolo sceglieva spontaneamente. I risultati osservati sono che tutti i cuccioli, ad eccezione di uno, appartenenti al gruppo sperimentale, cercavano l’essenza del timo, mentre per gli altri è apparso che la presenza di questa sostanza non ha influenzato la scelta ma al massimo ha creato repulsione. Pageat afferma quindi che sembra essere possibile orientare il gusto dei cuccioli in funzione del regime alimentare della madre. Ulteriori esperimenti svolti da Dehasse nel 1994, lo hanno portato ad affermare che le femmine accarezzate durante la gravidanza danno alla luce cuccioli più docili e che tollerano maggiormente il contatto fisico in confronto ai cuccioli di femmine che non hanno ricevuto questo tipo di attenzione. Nel 1995, Serpell e Jagoe hanno invece dimostrato che esperienze stressanti durante la gravidanza possono rendere la prole più reattiva nella vita seguente. Periodo neonatale ( dalla nascita a 14 giorni ) Durante questo periodo i cuccioli sono completamente dipendenti dalla madre per tutti i loro bisogni. Appena nati sono sordi e ciechi e riescono a trovare i capezzoli solo grazie alle capacità tattili, olfattive e termiche. Non essendo ancora in grado di sollevarsi da terra, i cuccioli si muovono trascinandosi e girando la testa da una parte all’altra. Il comportamento locomotorio sembra essere causale ma se un cucciolo viene in contatto con la madre o con un altro cucciolo, il movimento è orientato verso di loro. Questo spostamento verso la madre o il resto della cucciolata è anche dovuto al fatto che i cuccioli in questo periodo non sono ancora in grado di regolare da soli la propria temperatura corporea e quindi si dirigono verso le fonti di calore. Durante questo periodo sono presenti diversi riflessi che scompariranno gradualmente con lo sviluppo del sistema nervoso centrale. Riflesso flessorio, che si manifesta nei primi 3 giorni di vita ed è caratterizzato dalla flessione degli arti quando il cucciolo è sollevato per la collottola. Riflesso estensorio, il quale si manifesta dai 3 giorni alle 4 settimane di vita ed è caratterizzato dall’estensione degli arti quando il cucciolo è sollevato per la collotta. Riflesso estensorio incrociato, si manifesta nei primi 14-15 giorni di vita ed è caratterizzato dalla contemporanea retrazione di un arto, su cui viene esercitata una pressione, ed estensione del suo controlaterale. Riflesso di intrusione, si manifesta da pochi giorni di vita fino alle 4 settimane e che determina un movimento di spinta in avanti del muso in direzione del capezzolo materno. Questo riflesso può essere riprodotto ponendo una mano socchiusa a coppa intorno al muso del cucciolo. Riflesso di Magnus, si manifesta durante i primi 15-16 giorni di vita e determina l’estensione contemporanea degli arti del alto verso cui si ruota la testa e la flessione degli arti del lato opposto. Riflesso di Galant, il quale dura 3-4 giorni e si manifesta accarezzando la zona paravertebrale a metà della schiena determinando nel cucciolo una curvatura della stessa dal lato in cui si sta accarezzando. Riflesso di stimolazione della respirazione, che si ottiene per sfregamento della zona ombelico-genitale. Riflesso labiale, presente fin dalla nascita e che determina il comportamento di suzione non appena le labbra del cucciolo incontrano il capezzolo. Inoltre è stato rilevato che, somministrando una sostanza sgradevole come il chinino, attraverso la tettarella di gomma i cuccioli imparano a rifiutarla se gli viene ripresentata una seconda volta.( Shepherd, 2004 ) Riflesso perineale, si manifesta fino alle 2-3 settimane di vita e determina minzione e defecazione dopo stimolazione da parte della madre della zona perineale. Per la madre, questo è il periodo in cui si sviluppa pienamente l’attaccamento ai cuccioli. Ciò significa che, a partire da questo momento, tutto ciò che limita i contatti fra madre e cuccioli, causa uno stato di profondo disagio. Questo attaccamento si sviluppa solo nei confronti dei propri cuccioli e solo loro possono tranquillizzarla. In questo lasso di tempo l’attaccamento non è ancora reciproco poiché i cuccioli cercano semplicemente una fonte di calore e nutrimento. Le relazioni tra i cuccioli e la madre si sviluppano solo quando i piccoli avranno sviluppato i propri strumenti sensoriali,vale a dire durante il periodo di transizione. ( Pageat, 1999). Periodo di transizione ( da 2 3 settimane ) E’ caratterizzato da un rapido sviluppo sia neurologico ,in particolare degli organi di senso, che fisico, in cui i cuccioli iniziano ad affinare le loro capacità motorie e di coordinazione del movimento ( Shepherd, 2004) Quando il periodo di transizione si conclude la corteccia temporale termina il suo sviluppo e l’udito diviene funzionante. Per individuare questo momento si può ricorrere al test del “ riflesso di trasalimento” che consiste nel posizionare il cucciolo su una superficie calda e morbida (per evitargli una situazione stressante) e battere le mani a circa dieci centimetri di distanza dalla sua testa. In risposta a questo test il cucciolo prima si solleva sugli arti anteriori e poi si lascia ricadere. Questo periodo è molto importante anche per quanto riguarda il processo di imprinting dei cuccioli nei confronti della madre, che inizia il 15° giorno di età e si conclude intorno ai 4 mesi circa. (Pageat, 1999) Lo sviluppo degli organi di senso permette ai cuccioli di acquisire nuove informazioni circa la madre. Essi infatti memorizzano il suo odore, la forma del corpo e le caratteristiche sonore che permettono la costruzione di un’immagine specifica della madre. Da questo momento solo quella cagna sarà capace di tranquillizzare i suoi cuccioli e diventerà il punto di riferimento attorno al quale si potrà sviluppare il comportamento esplorativo.( Pageat,1999) Questo attaccamento nei confronti della madre si può definire come una particolare forma di apprendimento che serve al cucciolo per identificarla e per considerarla anche come stimolo primario di mantenimento dell’omeostasi sensoriale. ( Gazzano, 2007). Il contatto tranquillizzante che i cuccioli hanno con la madre è alla base dello sviluppo del legame affettivo ed è molto più importante del fatto che essa sia la fonte di nutrimento. (Pageat,1999). In questo periodo comincia anche l’eruzione dei denti e i cuccioli iniziano a giocare maldestramente tra loro, a mordicchiare e a ringhiare. ( Houpt, 2000). Socializzazione (da 3 a 12 settimane ) E’ il periodo ritenuto più importante in quanto i cuccioli prendono coscienza dell’ambiente circostante e familiarizzano con il resto della cucciolata , con la madre e con l’uomo, esperienze che influenzeranno il loro comportamento e la loro capacità di adattamento attraverso un rapido sviluppo dei pattern del comportamento sociale. In questa fase si verifica un aumento delle sessioni di gioco con i fratelli ( Dunbar,1979) e compaiono i primi segnali sociali, quali scodinzolare e sollevare l’arto, che comunicano la voglia di giocare. Contemporaneamente emergono anche i primi comportamenti di lotta verso i fratelli, come ringhiare, mordere la nuca e mordere il muso. ( Shepherd, 2004 ) Questo processo è molto importante in quanto imparano a regolare l’intensità del morso e ad interrompere le sequenze di lotta, infatti, se le morsicature sono troppo vigorose i cuccioli guaiscono per il dolore e spesso la madre interviene ringhiando. Tra le tre e otto settimane un ruolo rilevante è occupato dall’identificazione di specie che viene acquisita durante una fase molto sensibile dello sviluppo comportamentale e dipende al contatto giocoso che i cuccioli hanno con i loro fratelli e con la madre. E’ in questo modo che imparano a riconoscere la loro specie di appartenenza. (Gazzano, 2007) Tra le cinque e sette settimane i cuccioli manifestano dei comportamenti di branco, correndo tutti insieme o attaccando in gruppo un singolo fratello. (Shepherd, 2004) Il legame della madre nei confronti dei figli inizia a calare in concomitanza con l’eruzione dei denti da latte e verso le cinque settimane di età la madre non permette facilmente ai cuccioli di avvicinarsi alle mammelle. Sempre intorno alle cinque settimane ha inizio lo svezzamento, infatti i cuccioli, leccando le commessure labiali della madre, le provocano il rigurgito ed in questo modo cominciano ad assumere dei cibi più solidi. Iniziano inoltre ad allontanarsi dalla cuccia per urinare e defecare e all’età di otto settimane circa mostrano una preferenza per determinate posizioni e substrati, generalmente distanti dalle aree in cui mangiano e dormono. (Shepherd, 2004) Un altro elemento importante acquisito in questo periodo è la gerarchizzazione, i cuccioli devono apprendere tutte quelle regole utili per interagire correttamente con i loro conspefici. (Pageat,1999) 2 La comunicazione nel cane La comunicazione è un processo per cui un emittente, sotto l’influenza di stimoli esterni ed interni, invia un segnale chimico o fisico che è raccolto dagli organi di senso di un ricevente, il quale , il risposta al segnale percepito , modifica il proprio comportamento. Consiste quindi nell’emissione di segnali che hanno come obiettivo il passaggio d’informazioni ad altri individui e che sono realizzati attraverso l’utilizzo di segnali decodificabili grazie ad un patto comunicativo, ovvero una convenzione stipulata tra i partecipanti alla comunicazione, che permette all’informazione di giungere al ricevente. ( Mariti, 2007) I segnali che si sono evoluti per uno scopo preciso sono quelli che meglio si diffondono attraverso l’ambiente dall’emittente al ricevente, che meglio stimolano gli organi di senso e l’encefalo del ricevente e la cui natura dipende da quanto coincidono gli interessi di chi invia e riceve il messaggio. (Manning e Dawkins,1998) Comunicazione olfattiva L’olfatto è il senso più sviluppato nei cani, e la riduzione dell’area olfattiva cerebrale verificatasi durante l’addomesticamento sembra indicare che c’è una diminuita sensibilità olfattiva rispetto al lupo. ( Gallicchio, 2001) I cani possono percepire alcuni odori in concentrazioni da cento a centomila volte inferiori rispetto agli esseri umani, infatti non riescono, ad esempio, attraverso l’odore delle urine a risalire non solo alla specie e al sesso ma anche al singolo individuo, pur essendo a notevoli distanze. (Houpt, 2000). Tutti i cani , fin da piccoli mostrano grande interesse nell’esaminare urine e feci (Bradshaw e Nott,1995), proprie o di altri con specifici, e talvolta possono urinare o defecare su di esse o in vari punti del territorio per fornire informazioni comunicative sociali, rivelando che è stato lì e quando. L’emissione dell’urina è accompagnata, sia nei maschi che nelle femmine, da segnali visivi. Tutti i cani maschi, fatte alcune eccezioni, e anche molte femmine sollevano la zampa. Questo comportamento in genere si manifesta verso i 10-15 mesi, con l’inizio dell’attività delle gonadi, ma a volte può comparire anche in età precoce, verso i 4 mesi . (Gallicchio, 2001). Un altro segnale visivo è rappresentato dal raspare il terreno con gli arti posteriori subito dopo la minzione o defecazione. Si ritiene che questo segnale amplifichi l’impatto sociale implicito nell’evacuazione(Gallicchio, 2001) ed è caratteristico dei soggetti di rango superiore, soprattutto maschi ma anche alcune femmine. Questo comportamento fornisce un segnale olfattivo rappresentato dall’odore del secreto delle ghiandole interdigitali. L’urina non è il solo mezzo olfattivo usato dai cani per comunicare. Le secrezioni delle ghiandole dei sacchi anali, situati ai lati dell’ano e i cui dotti sfociano tra intestino retto e ano, sono normalmente eliminate con le feci. Questo secreto che le riveste è altamente individuo-specifico. I cani si concentrano molto nell’ispezionare la zona anale poiché questo secreto rappresenta una specie di “ firma biochimica”.( Gallicchio, 2001) Comunicazione acustica La comunicazione acustica trasmette principalmente uno stato emotivo (Mariti,2007) e nel cane avviene tramite : abbaio, uggiolo (mugolare), ringhio e ululato. L’abbaio può essere principalmente di tre tipi: abbaio di allerta, abbaio territoriale, e abbaio aggressivo. ( Simpson, 1997 ). L’abbaio di allerta è solitamente usato per avvertire il branco, sia esso composto da altri cani o dall’uomo, della presenza di intrusi nel proprio territorio. Nel corso della domesticazione, proprio per promuovere la funzione di guardiano, l’abbaio è stato favorito e quindi nel cane risulta essere un comportamento ipertrofizzato rispetto al lupo. L’abbaio territoriale è comune alla maggior parte dei cani. Questo tipo di abbaio varia di intensità ed ampiezza in base alla distanza dell’intruso e al livello di arousal dell’emittente. Con la diminuzione della distanza l’abbaio potrebbe diventare più rapido e può essere accompagnato da segnali visivi aggressivi. Inoltre l’abbaio può essere emesso anche in stati di ansia, per indicare la propria presenza ed identificarsi, per attirare l’attenzione su di sè ed in questo caso è generalmente indirizzato al proprietario(Simpson,1997), come invito al gioco o durante altre attività sociali che implicano notevole eccitazione. In questi casi l’abbaio è ripetitivo e presenta un suono più acuto.(Abrantes,2008) Il ringhio può essere suddiviso in due tipi: snarl, il cane tira indietro le labbra e mostra i denti emettendo o meno un suono profondo ; groul, ringhio a bocca chiusa che indica minaccia (Abrantes,2008) L’uggiolo che il lupo emette per difendere il proprio territorio dagli altri lupi o per richiamare il proprio branco prima della caccia, è utilizzato dai cani per ragioni diverse; infatti si riscontra soprattutto se si sentono soli, e di rado lo emettono per rafforzare i legami di branco e mai per ragioni di territorialità.(Abrantes,2008) I cani di alcune razze ululano durante stati di attivazione, altri ululano in risposta al suono di uno strumento musicale, ma ancora non si conosce l’esatto significato del messaggio che vogliono trasmettere. (Simpson,1997) Comunicazione tattile Nel periodo neonatale la comunicazione tattile rappresenta la prima e la più importante forma di comunicazione fra madre e cucciolo. Appena nati i cuccioli vengono subito leccati dalla madre per pulirli e per lasciare su di loro il proprio odore. I cani necessitano del contatto fisico e questo ha un effetto calmante quando si realizza con un soggetto o un oggetto di attaccamento: la contact bradicardia si realizza tramite un attivazione parasimpatica, che comporta bradicardia, bradipnea, ipotensione ed aumento dell’attività digestiva. Infatti la toelettatura sociale (allogrooming) ha un ruolo fondamentale nello scaricare le tensioni, nel mantenere l’equilibrio del gruppo e nel rinforzare i legami sociali. (Mariti, 2007) Comunicazione visiva Gran parte della comunicazione tra cani si basa proprio sui segnali visivi e osservando le orecchie, la coda, l’espressione facciale, la bocca, il pelo e la postura si può riconoscere il loro stato emotivo. Secondo Marchesini (2007),considerando le variabili prodotte dal cane attraverso il corpo, la comunicazione visiva si può classificare come segue: Prossemica, la specifica disposizione del corpo nei confronti dell’interlocutore (vicino, lontano, di fianco, frontalmente, di dietro, etc.); Postura, l’esposizione complessiva del corpo rispetto all’interlocutore (impettito, raccolto, sdraiato, seduto, pancia all’aria, etc.); Cinetica, il movimento complessivo del corpo rispetto all’interlocutore ( velocità, traiettoria, coreografia); Gestualità, il movimento di parti articolate del corpo ( coda, orecchie, lingua, testa, zampe); Mimica, l’espressione facciale realizzata dai muscoli mimici ( angoli della bocca, naso, fronte, occhi ); Mantello, l’orripilazione di particolari aree del corpo. Sempre secondo Marchesini (2007), attraverso il linguaggio del corpo i cani trasmettono messaggi raggruppabili in schemi comunicativi: 1. segnalazioni di disposizione, utilizzate per informare l’altro della propria posizione sociale; degli esempi sono la posizione della coda e la posizione delle orecchie; 2. segnalazioni di stress, messe in atto per informare l’altro soggetto del proprio stato conflittuale o di tensione rispetto ad una particolare situazione; un esempio sono il grattarsi o leccarsi il corpo; 3. segnalazioni di pacificazione ,servono per abbassare la tensione ed evitare una condizione conflittuale; leccarsi il naso, mettersi a pancia all’aria, comportamenti di invito al gioco, sono tutte segnalazioni di pacificazione; 4. segnalazioni di criptazione, servono per interrompere o chiudere una comunicazione o per nascondersi agli occhi dell’interlocutore;un esempio è rappresentato dal mettersi a fiutare o urinare; 5. segnalazioni di richiesta, servono ad aprire una particolare cornice relazionale e messe in atto attraverso la richiesta di cura oppure invito al gioco, 6. segnalazioni di allerta, servono per avvisare il gruppo o l’interlocutore circa un evento che sta per accadere, per esempio l’arrivo di qualcuno o di un pericolo di gruppo. Lo sbuffo rientra in questo tipo di segnalazioni; 7. segnalazioni di presenza, servono per indicare la propria presenza in un particolare territorio; 8. segnalazioni di ingaggio, utilizzati per richiamare l’attenzione dell’interlocutore o per ingaggiarlo verso una particolare attività; per esempio, l’abbaiare; 9. segnalazioni di calma, servono per stemperare la problematicità di una situazione d’incontro o per inaugurare un incontro formalmente corretto. 3 I segnali calmanti Lupi e cani sono animali sociali portati a risolvere i conflitti evitando lo scontro. I cani utilizzano i segnali calmanti per prevenire ed evitare una situazione di pericolo. ( Rugaas, 2005) Secondo Turid Rugaas i cani utilizzano a scopo preventivo e non risolutivo i segnali calmanti. In particolare vengono usati per prevenire situazioni spiacevoli, evitare minacce da parte di altri cani o dell’uomo, placare il nervosismo e la paura, ma anche per calmare se stessi in situazioni di stress o disagio. Tali segnali sono insiti in tutti i cani e quanto più questi hanno avuto la possibilità di comunicare con i propri simili durante il periodo di socializzazione, maggiore sarà la loro intesa con gli altri e la loro capacità di evitare conflitti. Secondo Rugaas (2005), fra i diversi tipi di segnali, i più importanti sono i così detti segnali di calma che consistono in movimenti molto rapidi del corpo, tanto che alcuni segnali sono quasi impercettibili come per esempio il leccarsi il naso o sbattere le palpebre. Dagli anni ottanta ad oggi i segnali di calma scoperti sono: Girare la testa Guardare altrove Socchiudere gli occhi, abbassare le palpebre e non fissare in modo ostile Voltarsi di lato e di spalle Leccarsi il naso Immobilizzarsi Camminare lentamente, usare movimenti lenti Posizione di gioco Sedersi o sedersi dando le spalle Mettersi a terra Sbadigliare Annusare per terra Curvare, camminare descrivendo una curva, allontanarsi dalla direzione in cui arriva l’altro cane Mettersi in mezzo Agitare la coda Farsi piccoli e cercare di leccare il muso dell’altro soggetto Schioccare le labbra Alzare una zampa Ignorare l’altro