Cristo nuovo Mosè - S. Maria della Neve

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Cristo nuovo Mosè - S. Maria della Neve
Mese di Dicembre
Cristo nuovo Mosè
SEGNO DI CROCE E
INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO
Vieni in mezzo a noi, Spirito di Dio,
illumina le nostre menti e apri i nostri cuori
per fare spazio nella nostra vita
alla venuta del tuo regno.
Donaci intelligenza e cuore
perché si riempia della tua speranza,
e trasformaci in creature nuove a servizio del regno.
Vieni in mezzo a noi, Spirito del Cristo Risorto,
illumina le nostre menti e apri i nostri cuori
per fare spazio nella nostra vita
alla responsabilità di membra vive della tua Chiesa.
Donaci intelligenza e cuore
perché viviamo nella tua Chiesa,
nell’amore e nella preghiera,
per essere tutti un segno di speranza che
silenziosamente produce nel mondo
il tuo regno di giustizia, di amore e di pace.
INTRODUZIONE
Proseguendo sulla scia dei profeti, rifletteremo
attraverso la figura di Mosè sull’alleanza che il
Signore ha stretto con l’umanità. Il Natale che si
avvicina deve indurci a riflettere sul grande dono
che il Padre ci ha fatto attraverso il Figlio venuto a
suggellare definitivamente il Patto antico
trasformandolo in vita vera e cuore che palpita.
Infatti, mentre con Mosè, Dio sancisce l’antica
Alleanza scrivendola su pietra, in Cristo Mediatore,
tale Legge è completata e superata, si fa carne
unendo per sempre il cielo alla terra. In Cristo Dio si
manifesta nella sua pienezza rendendo tutte le
promesse realtà compiuta. Come l’antico popolo
Ebreo nel deserto del Sinai, desiderava raggiungere
la Terra Promessa, anche noi siamo pellegrini nel
mondo. Loro guida era Mosè, scelto da Dio per
liberarli dalle catene di un’ingiusta schiavitù. Nostra
guida è Cristo Incarnato, Promessa compiuta di
liberazione dalla schiavitù del peccato e prototipo di
un’umanità chiamata a testimoniare una Legge fatta
carne perché tutti la potessero comprendere,
renderla propria e realizzarla. La missione
sacerdotale ci richiama al rispetto di questa perfetta
Alleanza nella quale siamo inseriti col Battesimo che
ci esorta a esserne protagonisti consapevoli e attivi.
BREVE MOMENTO DI SILENZIO
Il libro dell’Esodo è chiamato il “vangelo del Primo
Testamento”; in esso sono narrati fatti storici
avvenuti nella vicenda dell’antico Israele, ma letti
dalla Scrittura come prefigurazione di ciò che
avverrà in pienezza col nuovo Israele e il nuovo
Mosè, cioè il Messia, Gesù di Nazaret. Leggiamo
l’Esodo e Mosè pensando al Cristo. E infatti, nel N.T.
il rapporto tra Dio e l’uomo è presentato come
nuova alleanza. Come l’antica essa ha per
fondamento un’iniziativa divina: nell’antica è
l’azione di Dio che libera Israele dalla schiavitù
d’Egitto, nella nuova è l’azione di Dio che salva
l’umanità nella morte e resurrezione di Cristo.
L’iniziativa di Dio diviene proposta di precetti
morali contenuti in gran parte nel Discorso della
Montagna. Gesù Cristo nell’atto di pronunciare
questo discorso su un luogo elevato suggerisce un
parallelo con la legge di Mosé promulgata sul Sinai.
Inoltre Matteo accosta una serie di sentenze tratte
dalla legge antica a quelle della nuova legge come
invito a confrontarle e a rilevare la diversità e novità
di quest’ultime.
BRANO BIBLICO (Matteo 5,1-12)
«Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e,
messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi
discepoli.
Prendendo allora la parola,
li ammaestrava dicendo: "Beati i poveri in
spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati gli
afflitti, perché saranno consolati. Beati i miti,
perché erediteranno la terra. Beati quelli che
hanno fame e sete della giustizia, perché
saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché
troveranno misericordia. Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i
perseguitati per causa della giustizia, perché di
essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi
insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo,
diranno ogni sorta di male contro di voi per
causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché
grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così
infatti hanno perseguitato i profeti prima di
voi.»
BREVE MOMENTO DI SILENZIO
PER INTERIORIZZARE LA PAROLA
PER APPROFONDIRE…
«Questo bisogno, questa fatica di guardare in alto, io
la leggevo dentro al cuore dell'uomo: è dall'alto che
viene la salvezza, è dall'alto che viene la vita, è
dall'alto che viene la legge. E noi sappiamo anche
che Gesù è la nuova legge, il nuovo Mosè. Allora
facevo questa riflessione. qualcosa che viene
dall'alto porta con sè due caratteristiche. La prima è
che ciò che viene dall'alto richiede un alzare lo
sguardo, un guardare in alto. Bisogna decisamente
guardare in alto. Ma questo guardare in alto non è
così scontato, così facile, così continuo come
dovrebbe essere. Si deve infatti guardare in alto non
con uno sguardo perso nel cielo, ma si deve
guardare in alto come si cerca una persona, come si
cerca di individuare un volto, qualcuno che arriva,
qualcuno che ci viene donato e che è, nello stesso
tempo,
una
risposta
e
una
domanda.
L'altra caratteristica di ciò che viene dall'alto è
quella di travolgere, di prendere e di portare via con
il suo peso, con la sua forza. Il discorso delle
beatitudini, come discorso della nuova legge, deve
travolgere con il suo peso. Non si può analizzare,
studiare, decidere, valutare, pesare. Dal discorso
delle beatitudini si è necessariamente travolti. La
vita stessa viene presa completamente da questo
discorso, da questa nuova legge. Ma perché? Forse
perché questa nuova legge è bella, è commovente, è
emozionante, è diversa dalle altre? Tutte storie!
Storie che cadono poi sistematicamente con il
confronto della vita! Perché allora devo lasciarmi
travolgere da questa nuova legge? Semplicemente
perché viene dall'alto. E' l'unica legge che mi cade
addosso, che mi travolge; e quante volte abbiamo
detto che dobbiamo essere vigilanti con noi stessi
perché tutto sommato il peccato non è tanto il male
che compiamo, ma è la resistenza che facciamo a
questa forza che ci vuole veramente travolgere e che
vuole travolgere ogni creatura, ogni persona. E di
qui verrebbe poi tutto il discorso della missione,
della Chiesa intesa come santa montagna. Le
indicazioni sono quindi due. Da una parte lo sguardo
deve essere rivolto verso l'alto, altrimenti non si può
capire ciò che viene dall'alto. In secondo luogo
dall'alto viene qualcosa che sappiamo travolgere
tutta la nostra vita. Quindi noi dobbiamo alzare lo
sguardo. Ed è bellissimo che i salmi ce lo ripetano
continuamente. Come gli occhi della serva noi
dobbiamo alzare lo sguardo: alzare lo sguardo per
vedere Colui che hanno trafitto, perché anche lui sta
in alto, anche lui è stato innalzato.» (don Achille
Tronconi, Meditazione sul Monte delle Beatitudini)
SPUNTI PER LA RIFLESSIONE
 Tu, hai incontrato davvero il Signore?
Quando, come?
 Oggi il grido di sofferenza dell’umanità è
assordante, il suo bisogno di liberazione è
urgente. Tu, come ti poni di fronte a ciò?
 Dio, come ha chiamato Mosè un tempo,
chiama anche oggi. Tu, hai ascoltato questa
chiamata? Come vi stai rispondendo? Quali
sono le tue resistenze?
 Quali sono le categorie sociali delle persone
che sono dichiarate felici? Qual ‘è la
promessa che ognuna di loro riceve da Gesù?
Come capire queste promesse?
 Quali sono le categorie sociali delle persone
che sono minacciate da infelicità??
 Quali sono le minacce che vediamo nella
nostra vita?
 So guardare la vita e le persone con lo stesso
sguardo di Gesù?
PREGHIAMO
Padre Santo,stasera vogliamo pregarti per i
sacerdoti. Come Mosè ha obbedito a Dio, anche loro,
nella sequela di Cristo Incarnato e attraverso il loro
Ministero, rendono perennemente presente il Patto
di alleanza tra Dio e l’umanità consentendole di
riscoprirsi parte attiva del Divino Disegno. Sostienili
con la forza del Tuo Amore, rendili saldi nella fede,
mai dimentichi della tua chiamata. Fa che le
comunità affidate alla loro cura siano consapevoli
che solo sotto la guida dei Pastori possono divenire
popolo di speranza che cammina verso la Terra
Promessa dell’Amore che non inganna, ma tutto
eleva e nobilita. Amen!
Buon Natale 2010