Rapporto in PDF - infoMercatiEsteri

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Rapporto in PDF - infoMercatiEsteri
MYANMAR
A cura di:
Ambasciata d'Italia - MYANMAR
Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese
[email protected]
Con la collaborazione di:
Agenzia per la promozione all'estero e
l'internazionalizzazione delle imprese italiane - ICE
Camere di Commercio italiane all'estero
www.infomercatiesteri.it
INDICE
PERCHE'
Perchè MYANMAR
Dati generali
Dove investire
Cosa vendere
OUTLOOK POLITICO
Politica interna
Relazioni internazionali
OUTLOOK ECONOMICO
Quadro macroeconomico
Politica economica
Indicatori macroeconomici
Tasso di cambio
Bilancia commerciale
Saldi e riserve internazionali
Investimenti - Stock
Investimenti - Flussi
Materie prime
Barriere tariffarie e non tariffarie
COMPETITIVITA' E BUSINESS ENVIRONMENT
Indici di Global Competitiveness e Libertà Economica
Indici di Apertura al commercio internazionale
Fattori maggiormente problematici per fare business
Business Cost
Indice Doing Business
ACCESSO AL CREDITO
Accesso al credito
RISCHI
Rischi politici
Rischi economici
Rischi operativi
RAPPORTI CON L'ITALIA
Overview
Scambi commerciali
Investimenti con l'Italia - Stock
Investimenti con l'Italia - Flussi
Flussi turistici
MYANMAR
PERCHE'
PERCHÈ MYANMAR
Ricchezza di idrocarburi
Ricchezza di legname
Ricchezza di prodotti ittici
Ricchezza di riso e di legumi
Dimensione del mercato birmano
Nel 2014 il Myanmar ha aderito all?EITI. Il potenziale di estrazione di petrolio e gas è
rispettivamente di 4.6 mld di barili e di 15.48 trilioni di piedi cubi. La maggior parte degli
idrocarburi viene esportata verso Thailandia e Cina, mentre solo il 33% del petrolio ed il 41% per il gas viene utilizzata per coprire la
domanda interna. Le riserve di carbone sono pari a 489 mln di tonnellate. Le famiglie consumano il 42% di energia, seguiti dagli
stabilimenti produttivi 36%, dagli esercizi commerciali e dai servizi (21%). La diffusione di energia elettrica copre il 34% del Paese.
Ricchezza di idrocarburi
Il Myanmar è notoriamente ricco di legname, sebbene gran parte sia esportato in maniera
illegale. Si stima che il Myanmar produca annualmente 283.000 metri cubi di teak e 1.98 mln
di metri cubi di legno duro, posizionandosi quale principale Paese esportatore di teak al mondo, con una quota di mercato del 75%.
L'incremento delle esportazioni di legno pregiato dal Myanmar nel corso degli anni (da 383.000 m3 nel 2000 a 489.000 m3 nel 2014)
non è stato sufficiente, tuttavia, per rimanere al passo con la domanda mondiale, tanto che la quota nell'export globale di teak è
scesa dal 69% al 40%.
Ricchezza di legname
Voce di rilievo di esportazione del Myanmar, ma nonostante la rimozione delle sanzioni nel
2013, questo settore rimane tuttora largamente inesplorato dalle imprese estere. Nel 2014, il
Ministero dello sviluppo rurale ha assegnato 1.5 mln di $ agli operatori del settore per rilanciare capacità di produzione. Nel 2013,
l'UE ha assegnato al Myanmar un permesso speciale di esportazione nell'ambito del SGP, tuttavia il Paese non ha saputo sfruttare
appieno tale opportunità, e la produzione ittica è prevalentemente vincolata al mercato interno. Grande potenziale per allevamento
dei gamberi
Ricchezza di prodotti ittici
L'attività agricola costituisce il 24% del PIL e impiega più del 60% della forza lavoro, ma
occupa soltanto il 18% del terreno coltivabile disponibile. Il riso rappresenta il principale
prodotto agricolo con 20 mln di acri coltivati e una produzione annuale di circa 35 mln di ton, di cui 1.7 mln sono stati esportati nel
2015,con una stima progressiva di 2 mln di ton esportate entro il 2016. Il governo birmano si è posto l'obiettivo di esportare 4 mln di
ton di riso entro il 2020. Il settore del riso rappresenta il 15% del PIL. Anche i legumi sono una voce di rilievo nelle esportazioni.
Ricchezza di riso e di legumi
Il Myanmar è il secondo Paese ASEAN per estensione territoriale (676.578 kmq), conta una
popolazione di 53,4 mln di persone (2015) , pari approssimativamente a quella della
Thailandia. Il Paese fa registrare un PIL costantemente in crescita: negli ultimi anni ha avuto
tassi di crescita superiori al 8% (nell'anno fiscale 2016/2017 l'ADB stima che il PIL crescerà dell'8.5%, più che in qualsiasi altra
economia del Sud-Est asiatico) e gode di una collocazione geografica strategica tra India, Cina e Paesi ASEAN.
Dimensione del mercato
birmano
Ultimo aggiornamento: 03/08/2016
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DATI GENERALI
Forma di stato
Unione del Myanmar
Superficie
676.578 kmq
Lingua
Birmana e altre lingue etniche (Shan, Karen, Rakhine, Mon, cinese, indiana)
Religione
Buddista 89%, cristiani 4%, musulmani 4%, animisti 1%, altro 2%
Moneta
Myanmar Kyat
Ultimo aggiornamento: 26/08/2015
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MYANMAR
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DOVE INVESTIRE
Energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata (anche da fonti rinnovabili)
Costruzioni
Servizi di informazione e comunicazione
Flussi turistici
Legno e prodotti in legno e sugheri (esclusi i mobili); articoli in paglia e materiali da intreccio
Energia elettrica, gas, vapore e
aria condizionata (anche da fonti
rinnovabili)
Nel 2014 il Myanmar ha aderito all’EITI (Extractive Industries Transparency Initiative),
creando un comitato ad hoc presieduto dall’allora Ministro delle Finanze. Stando ai dati del
governo, il potenziale di estrazione di petrolio e gas è pari rispettivamente a 4.6 miliardi di
barili e a 15.48 trilioni di piedi cubi. La maggior parte degli idrocarburi viene esportata verso
Thailandia e Cina, mentre solo una porzione relativamente contenuta (33% per il petrolio, 41% per il gas) viene utilizzata per coprire
la domanda interna. Si stima che le riserve di carbone siano pari a 489 milioni di tonnellate. Le famiglie sono i principali consumatori
di energia (42%), seguiti dagli stabilimenti produttivi (36%), dagli esercizi commerciali e dai servizi (21%).
Il Myanmar ha 104 blocchi, 53 onshore e 51 offshore, ma solo 16 e 19 rispettivamente sono operativi. Nonostante il successo del
secondo bidding round svoltosi nel 2013 (che ha visto tra i vincitori anche l’italiana ENI), ulteriori bidding rounds non si terranno
prima del 2017.
La diffusione di energia elettrica nel Paese è tuttora assai limitata (34% del territorio nazionale), con Yangon, Mandalay e Nay Pyi
Taw tra le città meglio coperte La fornitura elettrica nelle zone rurali resta molto bassa: nelle zone di campagna, i quartieri più
abbienti ricevono in media 6 ore di elettricità al giorno, i più poveri un’ora[2].
Il settore delle rinnovabili sta crescendo in maniera sorprendente. La produzione idroelettrica è salita dal 23% nel 1998 al 72% nel
2012 secondo i dati della Banca Mondiale. Nel 2015 l’energia rinnovabile costituiva il 2% della produzione energetica complessiva,
rispetto allo 0% dell’anno precedente, mentre il governo ha stabilito un obiettivo del 15-20% entro il 2020. Si stima inoltre che, di tutti
i Paesi della regione Mekong, il Myanmar abbia il più alto potenziale di produzione di energia solare con 26,962 MWp, anche in virtù
del fatto che il 60% del suo territorio è adatto all’insediamento di impianti fotovoltaici. Nonostante l’enorme potenziale e l’elevata
attenzione, ad oggi non sono stati formulati specifici incentivi per le imprese estere nel settore delle rinnovabili all’interno della
Foreign Investment Law del 2012, con il risultato che pochi progetti sono stati avviati in questo campo che rimane in larga parte
inesplorato dalle aziende straniere.
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Costruzioni
Il Myanmar sconta 50 anni di isolamento verso il mondo esterno e uno stato obsoleto delle
infrastrutture, a partire da quelle di base. La capacità di generare energia elettrica è ancora
assai limitata e il Myanmar è il Paese del Sud-Est asiatico con il minor consumo di energia elettrica pro capite.
Il mercato delle costruzioni è uno dei più attraenti per gli investitori esteri, anche grazie al ruolo giocato dalla fiorente industria del
turismo (5 milioni di turisti nel 2015 contro i 3 milioni dell’anno precedente). Da sottolineare l’esistenza di tre Zone Economiche
Speciali già individuate dal governo, dove le imprese estere godono di alcuni incentivi, ossia il porto di Thilawa (a 20 km a sud-est di
Yangon), il porto di Dawei, della regione del Thanintharyi e il porto di Kyaukphyu, nello Stato occidentale del Rakhine, dove aziende
straniere operano in joint-venture con quelle birmane. Cina e Giappone hanno già avviato ingenti progetti di costruzione in queste tre
zone, ad esempio l’Industrial Park Development, nella zona economica speciale di Thilawa, detenuto in joint venture dalla MyanmarJapan Thilawa Development Limited (MJTD), e il porto ad alta profondità nella zona economica speciale di Kyaukpyu, nella quale
operano società cinesi.
Servizi di informazione e
comunicazione
Si segnala la fine del monopolio nel settore delle telecomunicazioni con l’assegnazione il 27
giugno 2013 delle due nuove licenze alla norvegese Telenor e alla qatarina Ooredoo. La
durata delle licenze è di 15 anni con la possibilità di un unico rinnovo per ulteriori 10 anni.
Entrambi i vincitori si sono impegnati a una copertura di almeno il 75% per ogni regione/Stato del Myanmar dopo 5 anni dall’inizio
operatività e a offrire servizi a prezzi competitivi sia nelle zone urbane che rurali.
Il settore delle comunicazioni cresce a vista d’occhio anche grazie alla domanda proveniente dalla giovane popolazione birmana che
costituisce un importante bacino di consumatori assetato di novità. L’azienda vietnamita Viettel diventerà, a partire dal 2017, la
quarta compagnia telefonica a operare in Myanmar. Intanto, Telenor ha raggiunto i 15.5 milioni di utenti nel Paese, prossima ai 19
milioni di consumatori della Myanmar Posts and Telecommunications (MPT) che domina il mercato.
Flussi turistici
Nel 2015 la spesa dei quasi 5 milioni di turisti in visita al Myanmar è aumentata del 19%
rispetto all’anno precedente. Il nuovo terminal dell’aeroporto di Yangon, concluso in circa
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due anni di lavori e inaugurato a inizio 2016, ospiterà una cinquantina di esercizi commerciali e accoglierà agevolmente i 6 milioni di
passeggeri annui attesi dal 2017 in avanti. Le ulteriori estensioni previste per i prossimi anni dovrebbero portare alla creazione di
altri tre terminal e a un traffico di 20 milioni di passeggeri annui, non lontano da quello che si registra a Milano Malpensa. Intanto,
due compagnie di rinomata fama internazionale quali Emirates Airways e Hong Kong Express hanno annunciato l’apertura di nuove
rotte verso la metropoli birmana.
Legno e prodotti in legno e
sugheri (esclusi i mobili);
articoli in paglia e materiali da
intreccio
Il Myanmar è notoriamente ricco di legname – è infatti il principale fornitore al mondo di teak,
sebbene il 75% sia esportato in maniera illegale – nonché di minerali come rame e nickel e
pietre preziose (fonte del 90% dei rubini mondiali). Il 35% delle foreste birmane sono di
teak[1]. Si tratta di prodotti messi a serio repentaglio dai governi militari che hanno puntato
sullo sfruttamento intensivo delle fonti naturali di lucro (foreste, petrolio e gas, gemme). Si
stima che il Myanmar produca annualmente 283.000 metri cubi di teak e 1.98 milioni di metri cubi di legno duro, posizionandosi
quale principale paese esportatore di teak al mondo, con una quota di mercato del 75%. A detta degli esperti, il legno di teak
birmano è, per qualità, robustezza e durata, il migliore del mondo. Il legname è destinato principalmente a Cina, India e altri mercati
regionali e, da qui, spesso riesportato verso l'Occidente.
Storicamente, il Myanmar vantava un sistema avanzato di sfruttamento sostenibile delle foreste, ereditato dal periodo coloniale
inglese. Tuttavia, il disboscamento sta diventando una delle maggiori preoccupazioni del Paese, che occupa il terzo posto dietro
Brasile e Indonesia tra i Paesi più a rischio, tanto che una delle sfide maggiori è quella di garantire una produzione sostenibile di
teak. Nell’ultimo decennio, il Myanmar ha perso in media l’1,2% delle sue foreste all’anno, pari annualmente al territorio del Brunei.
Dal 1990 al 2010, è venuto a mancare il 20% delle foreste birmane. Stando all’attuale normativa, specialmente l’Environment
Conservation Law del 2012, il governo si impegna ad aumentare le riserve forestali esistenti del 30% e quelle protette del 10%.
Ultimo aggiornamento: 03/08/2016
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MYANMAR
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COSA VENDERE
Macchinari e apparecchiature
Prodotti dell'agricoltura, pesca e silvicoltura
Prodotti alimentari
Prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici
Prodotti chimici
Macchinari e apparecchiature
Il Myanmar sta cercando di diversificare i settori produttivi e necessita di creare e/o
ammodernare tutte le filiere produttive dopo decenni di isolamento. Nell’anno 2014-2015 le
principali voci di importazione dall’Italia sono stati macchinari e apparecchiature meccaniche per un totale di 67,95 milioni di dollari e
macchinari e apparecchiature elettriche per un totale di 7,90 milioni di dollari.
Prodotti dell'agricoltura, pesca e
silvicoltura
Il settore agricolo gioca un ruolo di primaria importanza nell’economia del Myanmar (esso
costituisce circa il 24% del Pil birmano e impiega il 61.2% della forza lavoro) e rappresenta
un motore della trasformazione economica in corso. Il Myanmar ha una capacità di
produzione agricola molto ampia con una percentuale di terra arabile pro capite doppia rispetto alla media asiatica e 10 volte
superiore a quella indiana e cinese, con 0,2 ettari di terra arabile per persona. Le principali coltivazioni sono il riso (che rappresenta
il 15% del Pil), legumi ma anche mais, gomma naturale e semi di sesamo. Data l’eccellenza italiana nella filiera agroalimentare, vi
sono ampi spazi di sviluppo del commercio bilaterale e degli investimenti in questo settore chiave dell'economia. Altro settore
prioritario di sviluppo per il governo birmano è quello della pesca, che rappresenta circa l'8% del PIL del Paese.
Prodotti alimentari
Il settore retail dei prodotti alimentari in Myanmar costituisce un’importante opportunità per
gli investimenti stranieri e in particolare per l’Italia. Nonostante il livello del reddito medio pro
capite sia ancora basso (nel 2014 era di 1.270 dollari) si registra un significativo trend in aumento che ha anche portato la World
Bank a spostare il Myanmar dalla categoria “low-income economy” a quella “lower-middle income”. Si prevede, quindi, una crescita
nella domanda di prodotti alimentari che, grazie alla liberalizzazione prevista degli investimenti stranieri, potrà essere soddisfatta in
maniera crescente da attori internazionali tenendo conto anche del crescente flusso turistico e dell’aumento della presenza di
stranieri residenti in Myanmar.
Si segnala che per le società straniere è possibile fare attività di importazione e di distribuzione solo in joint-venture con una
controparte birmana. È quindi determinante prendere contatti con i principali importatori e operatori della distribuzione, al dettaglio e
all'ingrosso, qui operanti al fine di poter penetrare il mercato birmano.
Prodotti farmaceutici di base e
preparati farmaceutici
Nell’anno 2014-2015 il Myanmar ha importato dall’Italia prodotti farmaceutici per 1,28 milioni
di dollari. Tale settore, infatti, registra un trend in aumento dovuto alla crescente spesa
pubblica nel settore sanitario e alla crescita graduale dei salari. Il mercato di prodotti
farmaceutici è caratterizzato dalla presenza di molti paesi importatori (Cina e Bangladesh fra i maggiori) e dalla restrizione alle sole
aziende pubbliche della produzione di essi. Tuttavia, si prevede un processo di liberalizzazione nel contesto delle riforme
economiche attuate dal nuovo Governo.
Prodotti chimici
Considerando i prodotti fertilizzanti chimici, è importante notare che il loro uso in Myanmar è
un settimo rispetto a quello in Thailandia o Vietnam, essendo diffusa un’agricoltura
tradizionale e primitiva. Quest’ultima necessita di un ammodernamento alla luce dell’aumento della popolazione birmana e del
crescente sfruttamento del sottosuolo. Per questi motivi, il Myanmar punta a un maggiore utilizzo di fertilizzanti chimici.
Ultimo aggiornamento: 03/08/2016
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OUTLOOK POLITICO
POLITICA INTERNA
Il processo di transizione democratica, avviato dalla precedente amministrazione del Presidente Thein Sein, a partire dal 2011, ha
dato luogo ad alcuni risultati importanti: avvio di riforme economiche (fra cui una nuova legge sugli investimenti stranieri); fine della
censura preventiva sulla stampa; nuove leggi sulla libertà sindacale e di manifestazione; accordo con l’ILO per il progressivo
sradicamento del lavoro forzato; creazione di una commissione parlamentare per il rispetto dei diritti umani; ripetuti incontri politici di
membri di governo con Aung San Suu Kyi, entrata poi nel 2012 in Parlamento con il suo partito; avvio di negoziati di pace con i
gruppi etnici separatisti; diversi provvedimenti di amnistia che hanno consentito la liberazione di centinaia di prigionieri politici. Il
processo si e’ poi significativamente consolidato con le storiche elezioni del novembre 2015 e con l’avvio nell’aprile 2016 del governo
guidato dal Presidente U Htin Kyaw, in cui la leader dell‘NLD Aung San Suu Kyi svolge i ruoli di Ministro degli Esteri, Ministro
dell’Ufficio del Presidente e State Counsellor, carica istituita appositamente per lei e che le consente un ruolo di coordinamento di
tutta l’attivita’ governativa. Nell’assumere quest’ultimo ruolo, Aung San Suu Kyi ha mandato un forte segnale simbolico con la
liberazione di oltre cento prigionieri politici e di migliaia di detenuti ordinari rilasciati per buona condotta. Tale provvedimento,
immediatamente replicato dal Presidente con la liberazione di ulteriori 83 prigionieri tra cui studenti e attivisti politici, è indicativo del
cambiamento in corso nel Paese. La decisione è stata molto apprezzata dall’UE. Tra le priorita’ del nuovo esecutivo si sottolinea una
condivisa e sostenibile riconciliazione nazionale, in adempimento dell’Accordo Nazionale di Cessate il Fuoco, siglato a Nay Pyi Taw
il 15 ottobre 2015 dopo più di 2 anni di intensa negoziazione, a cui hanno aderito 8 dei principali gruppi armati etnici coinvolti in
conflitti all’interno del Paese. Per quanto concerne i conflitti con le minoranze etniche, anche l’attuale governo mira alla pacificazione
completa del Paese. Inoltre, esso si impegna a rafforzare lo stato di diritto in conformità con i principi di giusto processo e di
separazione dei poteri. A seguito del positivo svolgimento delle elezioni e di nuovi segni tangibili di riforme politiche, l’UE ha deciso
nell’aprile 2013 l’eliminazione delle sanzioni (già sospese nel 2012), con il mantenimento solo dell’embargo sulle armi, nonché del
divieto di visto per i militari responsabili di gravi violazioni dei diritti umani. Anche se in passato si sono già avuti tentativi riformisti,
bruscamente rientrati, l’attuale cambiamento del clima politico viene letto dalla Comunità internazionale come un serio tentativo di
chiusura con il passato, anche al fine di far rientrare il Myanmar nel consesso internazionale. Ciò soprattutto alla luce delle modalità
con cui si sono svolte, l’8 novembre 2015, le prime elezioni considerate pienamente democratiche dal 1990. Le consultazioni hanno
sancito una vittoria schiacciante dell’NLD, che ha ottenuto il 79% dei seggi della Camera Bassa e l’80% della Camera Alta, per un
totale di 390 seggi. Le Forze Armate (Tatmadaw), dopo aver riconosciuto i risultati delle elezioni di novembre, hanno iniziato la
collaborazione con la leadership civile del Paese, anche attraverso la partecipazione al governo, prevista dalla Costituzione del
2008, di tre membri provenienti dalle loro fila (Ministri dell’Interno, delle Frontiere e della Difesa). Inoltre, i militari mantengono un
ruolo politico di rilievo grazie ad ulteriori norme inserite nella citata Costituzione del 2008, tra cui la riserva a loro favore del 25% dei
seggi in parlamento, che rende difficile qualsiasi modifica sostanziale dei contenuti della Carta (che richiede non a caso una
maggioranza del 75%).
Ultimo aggiornamento: 03/08/2016
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RELAZIONI INTERNAZIONALI
PRINCIPALI PAESI INTERLOCUTORI
CINA. Gli interessi cinesi in Myanmar sono molteplici: politico-strategici per la posizione geografica, da cui derivano lo sbocco
sull’Oceano Indiano e gli sporadici scontri tra etnie nel nordest del Paese; economici per la ricchezza di materie prime (soprattutto
fonti di energia) e per il commercio bilaterale. La Cina è particolarmente attiva nel settore delle costruzioni. Tra i progetti in corso,
gestiti in joint-venture tra imprese cinesi e birmane, si annovera la vasta area industriale e il porto ad alta profondità nella zona
economica speciale di Kyaukpyu. Il sito interessa l’industria tessile, manifatturiera e logistica e si stima porterà alla creazione di
centomila posti di lavoro e una produzione annuale lorda dal valore di 3.2 miliardi di dollari. Il porto accoglierà inoltre 7.8 milioni di
tonnellate di cargo e 4.9 milioni di container standard. La Cina è, infine, la prima destinazione dell’export birmano.
INDIA. Nei decenni passati l'India ha mantenuto buoni rapporti con la dittatura birmana per due motivi: la presenza di movimenti
insurrezionali nel nord-est del Paese, che utilizzano il Myanmar come rifugio, e il timore che l'influenza cinese su quest’ultimo
divenisse predominante. Oggi, l’India si colloca al terzo posto in termini di commercio con il Myanmar.
THALANDIA. E’ la seconda destinazione, dopo la Cina, dell’export birmano e il ministro degli affari esteri tailandese è stato tra i primi
a far visita al nuovo esecutivo birmano nel maggio 2016, una visita ricambiata nel successivo mese di giugno. Ciononostante, i
rapporti fra i due Paesi si reggono su equilibri delicati, soprattutto a causa delle problematiche riguardanti le questioni relative alla
pesca illegale, alla deforestazione, al traffico di droga e al trattamento dei lavoratori birmani in Thailandia.
GIAPPONE. L’azione politica giapponese ha intensificato dal 2012 le attività di penetrazione economica e di cooperazione. Dal 2012
a oggi il Giappone ha fornito assistenza economica di vario genere per un totale di 377 miliardi di yen. Attraverso le Nazioni Unite il
Giappone ha fornito 31,7 milioni di dollari da destinarsi alle comunità degli stati Chin e Rakhine, dove gli scontri inter-etnici
continuano a provocare disagi nella popolazione. Il Giappone è dal 2010 anche il maggiore destinatario dell’export di abbigliamento
birmano. Si è appreso infine, durante la visita di fine aprile 2016 del Ministro degli affari esteri Fumio Kishida, che il Giappone ha già
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stanziato più di 900 milioni di dollari sotto forma di prestiti e concessioni da destinarsi allo sviluppo economico del Myanmar nei
prossimi anni.
STATI UNITI. Gli Stati Uniti sono favorevoli a un dialogo critico ma costruttivo con il Myanmar, contro cui a partire dal 1993 hanno
applicato sanzioni in modo incrementale. Nella sua visita nel maggio 2016, il Segretario di Stato John Kerry ha affermato l’intenzione
di appoggiare la transizione democratica in Myanmar in seguito alle elezioni del 2015, ma di prolungare il regime sanzionatorio.
ASEAN. Il Myanmar è entrato a far parte dell’ASEAN nel 1997. Il Myanmar ha tenuto con successo la presidenza di turno
dell'Associazione nel 2014.
RAPPORTI CON L’UNIONE EUROPEA. Nel 2013 state revocate le sanzioni e parte l'embargo sulle armi. Sono in corso i negoziati
sul “EU-Myanmar Investment Protection Agreement”, il cui terzo e finora ultimo round si e’ tenuto a fine settembre 2015 a Yangon.
La finalizzazione dell’accordo dovrebbe concludersi nel 2017 e dovrebbe contribuire all’attrazione degli investimenti UE in Myanmar.
RAPPORTI BILATERALI. L’Italia è stato uno dei Paesi europei promotori della revisione delle sanzioni, rimosse nell'aprile 2013. Più
recentemente, il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Paolo Gentiloni è stato il primo rappresentante di un
governo straniero a essere ricevuto dal nuovo Capo di Stato, e il secondo Ministro degli Affari Esteri a incontrare l’omologa birmana,
Aung San Suu Kyi.
Ultimo aggiornamento: 03/08/2016
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OUTLOOK ECONOMICO
QUADRO MACROECONOMICO
Nel 1996 l'Unione Europea impose le prime sanzioni economiche, a causa della violazione dei diritti umani, seguite da quelle degli
Stati Uniti a maggio 1997. Come diretta conseguenza degli impianti sanzionatori adottati dai Paesi occidentali i governi militari
birmani si avvicinarono alla Cina, a cui venne data praticamente carta bianca nello sfruttamento delle risorse naturali di cui il
Myanmar è ricchissimo (gemme, gas naturale, legname). Altri partner importanti rimasero Thailandia e India.
La sospensione per un anno delle sanzioni UE a partire dal 23 aprile 2012 e la loro definitiva rimozione il 22 aprile 2013 (a parte
l'embargo sulle armi) permette di includere oggi il Myanmar tra i nuovi Paesi ad alto potenziale di crescita, in contrapposizione ai
precedenti cinquant’anni di totale chiusura. Altro stimolo alla crescita delle relazioni commerciali con la UE, il re-inserimento del
Myanmar il 19 luglio 2013 nello schema di preferenze generalizzate UE-GSP, nella categoria più favorita “Everything but Arms”, che
prevede l'accesso dei beni birmani al mercato comunitario a zero dazi e zero quote, con applicazione retroattiva a partire dal 13
giugno 2012.
Le opportunità di investire in Myanmar sono attualmente reali e decisamente interessanti. Il Paese è infatti alla ricerca di capitali
esteri e ha lanciato una politica economica di apertura con l'obiettivo di attrarre investimenti.
Il Paese sta vivendo una nuova fase di sviluppo. Esso è ricco di risorse naturali come petrolio, gas naturale, carbone, legname,
zinco, rame, calcare e pietre preziose. I settori che attualmente potrebbero beneficiare di investimenti esteri sono: - Turismo e Hotel
- Industria (pesante, produzione e prodotti farmaceutici) - Telecomunicazioni (ICT) - Banche e Finanza - Agricoltura - Pesca Miniere - Oil & Gas.
Il Myanmar è il secondo Paese ASEAN per estensione territoriale (676.578 kmq); conta una popolazione di 53,4 milioni di persone;
fa registrare un PIL costantemente in crescita negli ultimi anni a tassi superiori all'8%; gode di una collocazione geografica strategica
tra India, Cina e Paesi ASEAN.
Secondo gli ultimi dati del Fondo Monetario Internazionale il tasso di crescita del PIL è passato negli ultimi anni dall’8,3% del
2013 all’8,5% del 2015, con una previsione di stabilizzazione del dato corrente per il 2016 – più che in qualsiasi altra economia del
Sud-Est asiatico – mentre si stima che il tasso di inflazione diminuirà di un punto percentuale rispetto al 2015, attestandosi al
5,48%. La crescita del PIL è stata trainata soprattutto da grandi progetti infrastrutturali (in particolare nel settore dell’oil & gas),
finanziati principalmente da capitali esteri (soprattutto cinesi, giapponesi e thailandesi). Sebbene una parte significativa della
popolazione viva ancora al di sotto della soglia di povertà, la crescita dei consumi privati sta rappresentando un fattore trainante di
espansione dell’economia.
Tra le riforme più significative occorre innanzitutto menzionare la legge sugli investimenti diretti esteri. Nel novembre 2012 è stata
emanata una nuova legge sugli investimenti, completata con due decreti attuativi del 31 gennaio 2013. Ciò ha rappresentato una
nuova, fondamentale tappa nel processo di trasformazione e sviluppo del Paese.
Da ultimo, per quanto riguarda le misure interne già intraprese dal nuovo governo si segnala il rimodernamento e l’ampliamento di
due importanti tratte dell’autostrada Yangon-Mandalay volto a ridurre l’elevato tasso di incidenti stradali che si registra sulle strade a
lunga percorribilità. L’ambizioso piano di 100 giorni varato dal governo prevede inoltre la costruzione di appartamenti a un prezzo
contenuto e l’emissione di mutui favorevoli alle famiglie. Il Ministero delle Costruzioni stima che a Yangon quasi 2 milioni di cittadini
su un totale di più di 5 milioni vivono in condizioni precarie o sono senza fissa dimora.
Ultimo aggiornamento: 03/08/2016
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POLITICA ECONOMICA
La rimozione delle sanzioni UE e il progressivo alleggerimento del sistema sanzionatorio statunitense (da ultimo, a maggio 2016
l’amministrazione Obama ha rivisto, riducendone ulteriormente la portata, il pacchetto di sanzioni) hanno permesso finalmente alle
società europee di potersi affacciare o ri-affacciare legalmente in questo relativamente inesplorato mercato asiatico, considerato
dalle IFI la “nuova frontiera economica dell’Asia”.In questo contesto, l’UE ha avviato il negoziato per l’accordo sulla protezione degli
investimenti in Myanmar, che dovrà essere ora ripreso con il nuovo governo. La finalizzazione dell’accordo, previsto per il 2017,
dovrebbe contribuire all’attrazione degli investimenti UE in Myanmar.
Gli investimenti diretti esteri sono saliti del 18% nell’anno fiscale 2015/2016 e hanno raggiunto, a novembre 2015, i 58,2 miliardi di
dollari. Il solo mese di marzo 2016 ha registrato il 40% del volume totale degli investimenti pervenuti durante l’intero periodo di
riferimento. Dall’avvio delle riforme democratiche nel 2011, i livelli di IDE sono cresciuti notevolmente, raggiungendo il culmine
quest’anno. L’Asian Development Bank prevede siano necessari investimenti pari a 120 miliardi di dollari per superare le precarie
condizioni infrastrutturali e di trasporto entro il 2030. Ciò implicherebbe un passaggio dall’1% del PIL attualmente riservato a
trasporti e infrastrutture al 3-4%. In questo quadro, l’International Finance Corporation (IFC) ha recentemente finanziato un
pacchetto di riforme sul Myanmar Industrial Port (MIP) per un valore di 40 milioni di dollari, il quale costituirà la prima fetta di un più
MYANMAR
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ambizioso progetto di 200 milioni di dollari da destinare più in generale al sottosviluppato settore delle infrastrutture. Il MIP è tra i più
importanti porti del Paese per navi cargo e container (si stima che il transito di container in Myanmar sia cresciuto del 90% negli
ultimi tre anni), oltre ad essere una delle principali vie commerciali. Il finanziamento della IFC mira ad ampliare la struttura del porto
di Yangon, centro nevralgico del commercio birmano, per favorire l’ingresso delle navi e rendere piu’ scorrevole il servizio di carico e
scarico merci.
Un’altra riforma introdotta nel 2014 dal precedente governo di Thein Sein – che rileva sugli investimenti esteri – è la Legge sulle
Zone Economiche Speciali, che abroga la precedente normativa del 2011. Uno dei motivi dell’emanazione di questa nuova legge è
stata la volontà di renderla coerente con quella sugli investimenti diretti esteri del novembre 2012. Le tre Zone Economiche Speciali
già individuate dal Governo sono il porto di Thilawa (a 20 km a sud-est di Yangon), il porto di Dawei, della regione del Thanintharyi e
il porto di Kyaukphyu, nello Stato occidentale del Rakhine.
In termini di pressione fiscale, il parlamento birmano ha approvato nel 2016 la nuova legge fiscale “Union Tax Law”, che prevede tra
le altre cose, a partire dall’anno fiscale 2016/2017, l’abbassamento dell’imposta sul reddito sotto i 4.8 milioni di kyat annui. Dal 1
aprile 2016 è entrato in vigore un regime di tassazione per alcuni “beni speciali” destinati al commercio, quali sigarette, alcol, pietre
preziose e legno teak. L'imposta sulle plusvalenze “capital gains tax” è stata abbassata dal 40% al 10%, ad eccezione per quelle
relative al settore del petrolio e del gas.
L'aliquota dell'imposta sul reddito per i non residenti è abbassata dal 35 al 25 per cento. Ciò interesserà le filiali che operano fuori
del Myanmar, gli stranieri che lavorano nel paese, così come le aziende estere che percepiscono redditi dal Myanmar. Ciò significa
che, in teoria, le imprese straniere saranno tassate come le imprese locali.
Le PMI birmane di nuova costituzione avranno inoltre un periodo di esenzione del pagamento delle tasse di 3 anni o fino al momento
in cui genereranno un fatturato annuo superiore ai 5 milioni di kyats (circa 5.000 Euro).
Ultimo aggiornamento: 03/08/2016
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MYANMAR
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INDICATORI MACROECONOMICI
PIL Nominale (mln €)
Variazione del PIL reale (%)
Popolazione (mln)
PIL pro-capite a parita di potere d'acquisto ( $)
Disoccupazione (%)
Debito pubblico (% PIL)
Inflazione (%)
Variazione del volume delle importazioni di beni e servizi (%)
2010
2011
2012
2013
2014
2015
34.230,5
37.303,5
43.399,3
45.407,58
47.735
51.459
5,35
5,46
7,3
7,5
8,3
8,5
61,19
62,42
63,6
64,95
51,5
51,5
741,67
831,91
875,9
868,72
910,36
959,24
4,02
4,02
4,02
4,02
4,02
4,02
42,87
44,32
47,27
42,66
43,16
39,5
8,88
5,04
5,4
6,63
7,39
7,45
18,6
18,6
12,29
16,33
12,58
Fonte:
Elaborazioni Ambasciata d'Italia su dati EIU e IMF.
Ultimo aggiornamento: 01/09/2015
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TASSO DI CAMBIO
Controlla il cambio giornaliero sul sito di Banca d'Italia
MYANMAR
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BILANCIA COMMERCIALE
MYANMAR
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OSSERVAZIONI
MYANMAR
11
SALDI E RISERVE INTERNAZIONALI
Saldo commerciale (Exp. - Imp.) (mln. €)
Saldo dei Servizi (mln. €)
Saldo delle partite correnti (mln. €)
Riserve internazionali (mln. €)
2012
2013
2015
-140,1
-886,4
-2.406
-337
-266,6
1.641
-1.395,6
-2.038,6
-1.100
5.430,5
6.234,2
7.466
Fonte:
Elaborazioni Ambasciata d'Italia su dati EIU.
Ultimo aggiornamento: 19/08/2016
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MYANMAR
12
INVESTIMENTI - STOCK
MYANMAR
13
OSSERVAZIONI
MYANMAR
14
INVESTIMENTI - FLUSSI
MYANMAR
15
OSSERVAZIONI
MYANMAR
16
MATERIE PRIME
MATERIE PRIME
Materia
Unità
2010
2011
2012
2013
Gas naturale
Milioni di dollari (valore es
portazioni)
2522,5
3502,5
3666,1
nd
Prodotti ittici
Milioni di dollari (valore es
portazioni)
283,1
442,8
567,3
nd
Prodotti tessili
Milioni di dollari (valore es
portazioni)
379,1
497,5
695,4
nd
Riso
Milioni di dollari (valore es
portazioni)
198,1
267,2
544,1
nd
Teak ed altre essenze
Milioni di dollari (valore es
portazioni)
615,3
625,4
587,6
nd
MYANMAR
17
BARRIERE TARIFFARIE E NON TARIFFARIE
Market Access Database della Commissione Europea
Incoraggiante l'esito della prima revisione della politica commerciale di Myanmar, condotta a marzo a Ginevra dal Trade Policy
Review Body (TPRB) dell'Organizzazione Mondiale del Commercio.
I relativi documenti sono disponibili sul sito: http://www.wto.org/english/tratop_e/tpr_e/tp393_e.htm.
Dopo il recente cambio di governo e l'apertura di Myanmar al sistema internazionale, l'esame del TPR ha confermato, infatti, il
notevole sforzo avviato da Yangon anche per reintegrare il Paese nell'economia globale e trasformarlo in un'economia di mercato.
La rinnovata appartenenza a una associazione regionale dinamica come l'Asean è in questo senso fondamentale, anche per
controbilanciare la predominante influenza cinese.
Secondo quanto rilevato dal Rapporto del Segretariato OMC, Myanmar offre inoltre enormi potenzialità di crescita e sviluppo:
l'abbondanza di risorse naturali (materie prime, minerali, gas naturale), la posizione geografica strategica (tra la Cina e il Sud-est
asiatico), una popolazione giovane e il basso costo del lavoro, sono tutti fattori di interesse per gli investitori stranieri.
Secondo quanto emerso in sede di revisione OMC, per sviluppare pienamente il suo potenziale e attirare ulteriori investimenti,
Myanmar dovrebbe, inoltre, aumentare la trasparenza, semplificare regole e procedure e migliorare il clima d'affari. Si tratta,
evidentemente, di trasformazioni significative che richiedono tempo e impegno, soprattutto dopo decenni di isolamento, anche se il
cambio di passo operato dal Governo è chiaramente rilevabile.
E infatti l'OMC ha apprezzato le numerose riforme già intraprese da Myanmar: in poco tempo sono stati adottati un
sistema di tassi di cambio flessibili e diverse politiche finalizzate ad integrare l'economia del Paese nel sistema economico e
commerciale globale, come l'approvazione della legge del 2012 in materia di investimenti esteri, la rimozione dei requisiti nonautomatici per le licenze di importazione e l'eliminazione di dazi all'esportazione di varie materie prime (legname e minerali).
Nonostante i progressi già prodotti dalle importanti riforme adottate, l'OMC ha incoraggiato Myanmar a continuare sulla strada della
liberalizzazione commerciale e degli investimenti, semplificando le procedure di importazione ed esportazione e introducendo nuove
leggi sulla concorrenza e sulla protezione del consumatore, su brevetti, diritti d'autore e marchi commerciali.
Con riferimento ai servizi, nonostante le importanti riforme recentemente realizzate da Yangon (in particolare nelle
telecomunicazioni, nei trasporti e nel settore alberghiero), diverse azioni sono ancora necessarie per lo sviluppo del settore
finanziario e del resto del terziario.
Particolare attenzione e' stata, infine, posta sulla trasparenza, considerata elemento chiave di ogni futura riforma e di cui Myanmar
dovrebbe tener conto in modo orizzontale nella formulazione delle nuove politiche per superare alcuni problemi strutturali, tra cui la
bassa 'accountability' pubblica, lo scarso rispetto delle norme e la corruzione.
Ultimo aggiornamento: 22/04/2014
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MYANMAR
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COMPETITIVITA' E BUSINESS ENVIRONMENT
INDICI DI GLOBAL COMPETITIVENESS E LIBERTÀ ECONOMICA
2013
Val
(0 - 100)
GCI
Pos.
148 paesi
2014
Val
(0 - 100)
Pos.
144 paesi
2015
Val
(0 - 100)
Pos.
140 paesi
3,2
139
3,2
134
3,3
131
Requisiti di base (60 %)
3,4
135
3,4
132
3,5
128
Istituzioni (25%)
2,8
141
2,8
136
2,9
133
2
141
2
137
2,1
134
Ambiente macroeconomico (25%)
3,7
125
4
116
4,2
106
Salute e Istruzione Primaria (25%)
5,1
111
4,6
117
4,6
113
3
140
3,1
134
3,2
131
Alta Istruzione e Formazione professionale (17%)
2,5
139
2,4
135
2,5
134
Efficienza del mercato dei beni (17%)
3,6
135
3,7
130
3,6
130
Efficienza del mercato del lavoro (17%)
4,1
98
4,2
72
4,2
73
Sviluppo del mercato finanziario (17%)
2,4
144
2,6
139
2,4
138
138
Sub indici
Infrastrutture (25%)
Fattori stimolatori dell'efficienza (35 %)
Diffusione delle tecnologie (17%)
2
148
2,1
144
2,2
Dimensione del mercato (17%)
3,6
79
3,7
70
4,2
60
Fattori di innovazione e sofisticazione (5 %)
2,6
146
2,6
139
2,7
134
Sviluppo del tessuto produttivo (50%)
2,9
146
2,9
140
2,9
135
Innovazione (50%)
2,2
143
2,3
138
2,5
132
Note:
La percentuale tra parentesi indica il peso della voce nella composizione dell’indice / sub indice.
Ultimo aggiornamento: 18/01/2016
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MYANMAR
19
INDICI DI APERTURA AL COMMERCIO INTERNAZIONALE
2010
Valore (%)
Peso % del commercio sul PIL
2012
Valore (%)
35,2
31,1
Fonte:
Elaborazione Ambasciata d'Italia su dati EIU.
Ultimo aggiornamento: 21/01/2013
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MYANMAR
20
FATTORI MAGGIORMENTE PROBLEMATICI PER FARE BUSINESS
2013 / 2014
2014 / 2015
2015 / 2016
13,7
18
22,2
Aliquote fiscali
4,9
3,3
5,6
Burocrazia statale inefficiente
7,9
9,7
7
Scarsa salute pubblica
1,5
0,6
0,6
Accesso al finanziamento
Corruzione
13,5
13,9
8,5
Crimine e Furti
0,1
1,6
0,7
Scarsa etica del lavoro della forza lavoro locale
6,2
3,8
4,4
12,9
8,7
10,8
Inadeguatezza dell'offerta di infrastrutture
4,7
7,1
6,1
Inflazione
3,4
4
4
13,7
8,6
10,8
Instabilita del governo/colpi di stato
2,4
3,8
5,3
Normative del lavoro restrittive
1,1
3,8
1,5
Normative fiscali
4,7
4,8
7,4
Regolamenti sulla valuta estera
3,2
6,2
3,1
Insufficiente capacita di innovare
6,2
2,1
2,2
Forza lavoro non adeguatamente istruita
Instabilita delle politiche
Ultimo aggiornamento: 18/01/2016
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MYANMAR
21
BUSINESS COST
OSSERVAZIONI
Il Myanmar non è incluso nel World Investment Service EIU.
Ultimo aggiornamento: 21/01/2013
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MYANMAR
22
INDICE DOING BUSINESS
2015
Val
(0 - 7)
Pos.
189 paesi
Posizione nel ranking complessivo
177
Avvio Attivita (Posizione nel ranking)
189
Procedure - numero (25%)
Tempo - giorni (25%)
Costo - % reddito procapite (25%)
Capitale minimo da versare per richiedere la registrazione di
una attivita - % reddito procapite (25%)
12
Pos.
189 paesi
167
160
11
74
13
131,1
97,1
6.190,1
Permessi di costruzione (Posizione nel ranking)
Procedure - numero (33,3%)
2016
Val
(0 - 7)
84
74
14
14
Tempo - giorni (33,3%)
95
95
Costo - % reddito procapite (33,3%)
5,7
Accesso all'elettricita (Posizione nel ranking)
Procedure - numero (33,3%)
Tempo - giorni (33,3%)
Costo - % reddito procapite (33,3%)
4
154
6
148
6
98
77
2.526,6
1.673,4
Registrazione della proprieta (Posizione nel ranking)
145
Procedure - numero (33,3%)
6
145
6
Tempo - giorni (33,3%)
85
85
Costo - % valore della proprieta (33,3%)
5,2
5,1
Accesso al credito (Posizione nel ranking)
171
Indice di completezza delle informazioni sul credito (0 min - 8
max) (37,5%)
2
Protezione degli investitori (Posizione nel ranking)
174
2
184
184
Indice di disclosure (0 min - 10 max) (33,3%)
3
3
Indice dei poteri dello shareholder in caso di azione giudiziaria
(0 min - 10 max) (33,3%)
3
3
Tasse (Posizione nel ranking)
Pagamenti annuali - numero (33,3%)
Tempo - ore annuali per gestire le attivita connesse ai
pagamenti (33,3%)
Tassazione dei profitti (33,3%)
73
84
31
31
154,5
188
25,4
Procedure di commercio (Posizione nel ranking)
25,3
140
140
Adempimenti doganali per esportare - tempo (ore)
144
144
Adempimenti doganali per esportare - costo (USD)
432
432
Preparazione dei documenti neccessari per esportare - tempo
(ore)
144
144
Preparazione dei documenti neccessari per esportare - costo
(USD)
140
140
Adempimenti doganali per importare - tempo (ore)
120
120
Adempimenti doganali per importare - costo (USD)
367
367
48
48
115
115
Preparazione dei documenti neccessari per imporatare - tempo
(ore)
Preparazione dei documenti neccessari per importare - costo
(USD)
Rispetto dei contratti (Posizione nel ranking)
Risolvere una controversia - giorni (33,3%)
Costi - % del risarcimento (33,3%)
187
187
1.160
1.160
51,5
51,5
Indice di qualità dei processi giudiziari (0-18) (33,3%)
3
Soluzione delle insolvenze (Posizione nel ranking)
3
162
162
Fonte:
Elaborazioni Ambasciata d'Italia su dati Banca Mondiale, indice Doing Business.
Note:
I dati riportati sono quelli pubblicati nell’anno di riferimento. Per ogni aspetto metodologico, consultare www.doingbusiness.org/methodology.
Ultimo aggiornamento: 24/01/2016
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23
MYANMAR
24
ACCESSO AL CREDITO
ACCESSO AL CREDITO
Il settore bancario, assicurativo e finanziario in generale rappresenta tutt’ora uno dei principali ostacoli allo sviluppo del Paese;
tuttoggi piuttosto arretrato in termini di capitale umano e tecnologico, il settore dovrebbe iniziare a recuperare, almeno nel medio
periodo, anni di mancati investimenti e di chiusura internazionale.
Le banche locali sono sottocapitalizzate, mancano di trasparenza finanziaria, di adeguati sistemi IT e di personale qualificato; sono
inoltre spesso parte di conglomerati economici. L’economia del Myanmar e’ inoltre ancora basata sostanzialmente sul contante, e vi
e’ una limitata circolazione di carte di debito e di credito, quasi esclusivamente a Yangon. Il 25 gennaio 2016 il parlamento birmano
ha approvato la “Banks and Financial Institutions Law” che sostituisce la vecchia legge quadro del 1990. Oltre all’emanazione della
nuova legge quadro, le autorità birmane sono impegnate nel processo di graduale liberalizzazione del mercato, anche alla luce
dell’integrazione economica ASEAN – culminata nel dicembre 2015 con l’istituzione dell’ASEAN Economic Community – e della
costituzione di una borsa valori, la Yangon Stock Exchange (YSX), che a fine marzo 2016 ha aperto i battenti alla compravendita di
azioni.
Le banche birmane operano in un regime di tassi di interesse regolati dalla Banca Centrale, che prevede una remunerazione minima
dell’8% sui depositi e un tasso massimo del 13% applicabile sui prestiti, tenuto conto dell’attuale livello di inflazione nel Paese, pari
attualmente al 5,48%, secondo i dati ufficiali governativi.
I prestiti alle imprese devono essere sostenuti da garanzie reali (“collaterals”), pari al 100% del valore del prestito.
L’emissione di una lettera di credito è possibile con il deposito del 100% del suo controvalore presso la banca birmana (anche se
recentemente si è registrata una certa flessibilità da parte di alcune banche che, a certe condizioni, accettano un deposito minore).
Nuove licenze bancarie sono state inoltre recentemente assegnate nel quadro della Legge sulle Istituzioni Finanziarie del 2016 ad
alcune banche asiatiche (la Bank for Investment and Development of Vietnam, la State Bank of India, la taiwanese E.SUN
Commercial Bank e la coreana Shinhan Bank) scelte sulla base di criteri rigidi. L’assegnazione di queste quattro licenze è indicativa
dell’intenzione del Myanmar di diversificare la sua attività economica e sviluppare legami forti con i partner asiatici. Queste banche
sono tuttavia costrette a diventare operative entro 12 mesi dall’assegnazione delle licenze; inoltre sono tenute ad avere un capitale
minimo di 75 milioni di dollari per le operazioni bancarie, di cui 40 milioni da destinare come riserva alla Banca Centrale del
Myanmar. Questi 40 milioni di dollari in possesso della BCM non maturano alcun interesse a favore delle singole banche.
Il sistema bancario in Myanmar è attualmente composto da quattro banche statali: Myanmar Economic Bank (la maggior banca
commerciale pubblica attiva nel settore retail), Myanmar Foreign Trade Bank (per le transazioni internazionali), Myanmar Investment
and Commercial Bank (Banca corporate e di investimenti), Myanmar Agricultural Development Bank (specializzata nel credito
agricolo).
Delle banche private 9 sono semi-governative e le restanti 14 sono private enterprises. Al mercato bancario si devono aggiungere le
recenti aperture di quattro istituti di credito, insediatisi nel Paese grazie alla Legge sulle Istituzioni Finanziarie del 2016.
Stando ai dati forniti dalla Banca Centrale del Myanmar, operano nel Paese 24 uffici di rappresentanza di banche straniere
(http://www.cbm.gov.mm/content/representative-offices-foreign-banks).
Ultimo aggiornamento: 30/08/2016
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MYANMAR
25
RISCHI
RISCHI POLITICI
Elezioni 2015
Conflitti etnici
Opacità delle istituzioni e delle competenze
Conflitti sociali
Rafforzamento dello stato di diritto ("rule of law")
Nel novembre 2010, il partito di ASSK (NLD), decise di boicottare le elezioni che furono
giudicate dalla Comunità internazionale né libere né eque, con la schiacciante vittoria del
partito di governo, l’Union Solidarity and Development Party (USDP). Dal 2010, comunque, il nuovo governo ha dato avvio ad un
processo di transizione democratica, nell’ambito del quale hanno rivestito notevole importanza le elezioni suppletive dell’1 aprile
2012, dove il partito di ASSK ha ottenuto 43 dei 45 seggi parlamentari. Le elezioni politiche generali del 2015 saranno quindi il
prossimo vero banco di prova.
Elezioni 2015
Per quanto concerne i conflitti con le minoranze etniche, il governo mira alla pacificazione
completa del paese, avendo avviato significativi negoziati di pace, sfociati nella firma di
tregue con 11 gruppi su 12. Tuttavia, continuano gli scontri con l'etnia tradizionalmente più conflittuale, la Kachin. Da mesi il governo
lavora ad un cessate-il-fuoco a copertura nazionale che, quindi, sancisca la generale fine degli scontri armati e la deposizione delle
armi di tutti i gruppi etnici attraverso la definizione di principi condivisi contenuti in un'unica cornice legislativa.
Conflitti etnici
Dopo decenni di isolamento, questo Governo ha dato avvio ad un processo di transizione
democratica e di riforme economiche, che ha dato luogo ad una serie di risultati importanti,
tra cui: nuova legge sugli investimenti stranieri; fine della censura preventiva sulla stampa;
nuove leggi sulla libertà sindacale e di manifestazione; accordo con l’ILO per lo sradicamento del lavoro forzato entro il 2015; avvio
di negoziati . Tuttavia, il lungo periodo di chiusura totale ha impedito al Paese un normale sviluppo delle principali istituzioni che
rimangono tutt’ora inadeguate e assai poco trasparenti.
Opacità delle istituzioni e delle
competenze
L'attuale Governo ha fatto della ripresa economica una delle sue priorità. A fronte del
processo di riforme economiche in corso, sarà cruciale che il Myanmar consolidi le proprie
capacità istituzionali per evitare un aumento della sperequazione sociale e per assorbire i grandi flussi di investimenti, che rischiano
sennò di arricchire le lobby già potenti, con conseguenze sociali potenzialmente espolsive. Altresì, per evitare di replicare gli
squilibridiretti esteri, che rischiano altrimenti di arricchire le lobby già potenti, con conseguenze sociali potenzialmente esplosive.
Conflitti sociali
Nell’ambito del processo di transizione e di sviluppo di istituzioni democratiche, e’ di cruciale
importanza il rafforzamento del cosiddetto “rule of law”. A tal proposito e’ stata creata una
Commissione parlamentare, guidata dalla stessa Aung San Suu Kyi. Il rafforzamento della
capacity istituzionale del Paese e’ tanto piu’ urgente e necessario, in vista della sempre maggiore apertura, conseguenza del
processo di riforme avviato dall’attuale governo.
Rafforzamento dello stato di
diritto ("rule of law")
Ultimo aggiornamento: 20/12/2013
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MYANMAR
26
RISCHI ECONOMICI
Nodo infrastrutture da risolvere per garantire la sostenibilità della crescita economica nei prossimi anni
Riforma del sistema bancario e finanziario
Stato arretratissimo delle telecomunicazioni telefoniche e internet
Insufficiente capacità di generazione elettrica per il mercato interno
Sviluppo e modernizzazione del settore agricolo
Le valutazioni delle IFI sono concordi: mentre ad avviso del FMI il Myanmar ha il potenziale
per diventare la prossima frontiera economica dell'Asia, secondo l'ADB esso potrebbe
diventare una “rising star” dell'Asia se riuscirà a fare adeguata leva sulle proprie risorse
naturali e umane e fruire della posizione geostrategica a cerniera tra Asia meridionale e Asia
del Sud-Est asiatico. Il Myanmar deve, a tal fine, costruire e ammodernare le proprie
infrastrutture di base, quali energia e trasporti, per sostenere gli attuali ritmi di crescita anche nel futuro.
Nodo infrastrutture da risolvere
per garantire la sostenibilità
della crescita economica nei
prossimi anni
Un freno alla crescita, agli scambi commerciali e agli investimenti diretti esteri in entrata è
senz'altro costituito dal sistema bancario e finanziario birmano, obsoleto e scollegato dai
circuiti internazionali. Le transazioni bancarie internazionali sono difficoltose, sia come effetto
strascico delle sanzioni occidentali, sia a causa dell'estrema arretratezza dei sistemi IT delle banche birmane. L'economia del
Myanmar è basata completamente sul contante; vi è, e solo da pochi mesi, una limitatissima circolazione di carte di debito e di
credito.
Riforma del sistema bancario e
finanziario
Le telecomunicazioni sono arretrate e mal funzionanti. Nel caso della telefonia mobile, le
carte SIM sono costose (circa 220 Euro a settembre 2012) e, almeno sulla carta, limitate ai
birmani. L'accesso a internet è altrettando costoso, una linea cablata costando circa 1.400
USD. Il Governo ha in corso la gara per la concessione di due licenze di telefonia mobile;
nella fase di pre-qualifica sono state selezionate 12 società e/o consorzi. L'annuncio dell'assegnazione è previsto per il 27 giugno
2013.
Stato arretratissimo delle
telecomunicazioni telefoniche e
internet
La capacità di generazione elettrica è stimata pari a circa 3.641 megawatt, di cui 2.560
provenienti da centrali idroelettriche e 900 da altre fonti. Nonostante l'abbondanza di gas
naturale, la disponibilità di energia è uno dei freni principali e un prerequisito essenziale allo
sviluppo del Paese, in quanto gran parte di quella generata viene attualmente esportata.
Secondo i dati del Ministero birmano dell'Energia Elettrica, sebbene soltanto un quarto della popolazione avesse accesso alla rete
elettrica nel 2011, l'offerta è riuscita a coprire appena la metà della richiesta.
Insufficiente capacità di
generazione elettrica per il
mercato interno
Il settore agricolo è stato strettamente controllato dal Governo durante il periodo "socialista"
dal 1962 al 1987, con un progressivo declino dei raccolti, tradizionalmente fiorenti. I freni alla
crescita sono essenzialmente la mancanza di fondi e di tecnologia a disposizione dei piccoli
coltivatori, privi – dopo la nazionalizzazione della terra nel 1962 – di certificati di proprietà da utilizzare a titolo di garanzia. Alcune
iniziative fondamentali, avviate dall'attuale Governo, sono il miglioramento delle sementi, la costruzione di mulini industriali e un
maggiore accesso ai fertilizzanti.
Sviluppo e modernizzazione del
settore agricolo
Ultimo aggiornamento: 05/06/2013
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RISCHI OPERATIVI
Violazione dei diritti umani e del lavoro
Due diligence delle controparti birmane
Corruzione
Scarsa protezione dei diritti di proprietà intellettuale
Assenza di copertura assicurativa SACE
Il Governo del Presidente Thein Sein ha senz'altro fatto dei progressi enormi sul fronte della
creazione di uno stato di diritto e di libertà accordata alla società civile. Permangono i
conflitti etnici nel Rakhine e nel Kachin, con sporadici ma accesi episodi conflittuali. Uno dei
principali campi di abuso dei diritti umani è lo spossessamento delle terre, a danno dei piccoli proprietari terrieri, soprattutto rurali
Violazione dei diritti umani e del
lavoro
MYANMAR
27
(cosiddetto "land grabbing"). Il Myanmar ha una lunga storia di ricorso al lavoro forzato e minorile; solo nel giugno 2012 l'ILO ha
rivisto la propria posizione, aprendo al Paese.
Due diligence delle controparti
birmane
Non è assolutamente agevole condurre una due diligence finanziaria e non dei potenziali
partner in affari birmani. Le visure camerali richieste per vie ufficiali sono spesso negate.
L'organizzazione non governativa Transparency International-TI ha pubblicato il 5 dicembre
2012 il periodico rapporto annuale sull'indice di corruzione percepita per l'anno 2012. Il
Myanmar è stato posizionato al 172imo posto su 176 Paesi, con una minima differenza rispetto al posizionamento del 2011, quando
era al 180imo posto su 182 Paesi. Nonostante le critiche (fondate), sul mancato aggiornamento dei dati sul Myanmar, la corruzione
è qui un fenomeno endemico.
Corruzione
Sebbene nel 2001 il Myanmar sia diventato membro della World Intellectual Property
Organization-WIPO, non esiste attualmente nella legislazione interna una legge ad hoc a
tutela dei diritti di proprietà intellettuale, protetti genericamente dalla norme di "common law",
che favoriscono il primo utilizzatore. In Myanmar è presente, anche se in maniera alquanto minore rispetto ad altri Paesi asiatici, la
pratica di contraffazione di prodotti, anche quelli italiani. La assai limitata efficienza del sistema giudiziario rende alquanto complicata
una valida tutela della proprietà intellettuale.
Scarsa protezione dei diritti di
proprietà intellettuale
Il Myanmar è nella settima categoria di rischio OCSE (rischio massimo). Attualmente non vi
è apertura SACE per l'assicurabilità di rischio sovrano, privato e bancario ma la situazione
potrebbe evolversi presto verso una maggiore apertura, soprattutto in considerazione della
definitiva eliminazione delle sanzioni UE il 22 aprile 2013 e della prima missione di ricognizione condotta da SACE nel marzo 2014.
Assenza di copertura
assicurativa SACE
Ultimo aggiornamento: 24/04/2014
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MYANMAR
28
RAPPORTI CON L'ITALIA
OVERVIEW
OVERVIEW
Per anni i capitali italiani investiti in Myanmar sono stati limitati, trattandosi di piccole realtà operanti nei settori del turismo e della
ristorazione. La scarsa presenza di attività imprenditoriali italiane negli anni scorsi era del resto comprensibile; solo dal 23 aprile
2012, quando vi è stata la sospensione di un anno delle sanzioni stabilite dall’Unione Europea, le aziende italiane hanno infatti
potuto riaffacciarsi legalmente sul mercato birmano.
La rimozione definitiva delle sanzioni UE verso il Myanmar, decisa nell’aprile 2013, e il progressivo alleggerimento del sistema
sanzionatorio statunitense (da ultimo, l’intervento voluto dall’Amministrazione Obama nel maggio 2016 che ha ridotto ulteriormente il
pacchetto di sanzioni) hanno ovviamente favorito lo sviluppo della cooperazione economico-commerciale del Myanmar, considerato
dalle istituzioni finanziarie internazionali la “nuova frontiera economica dell’Asia”. Attualmente i maggiori investitori stranieri in
Myanmar sono Cina, Hong Kong, Corea del Sud, Thailandia, Regno Unito, Singapore, Francia, India e Giappone.
L’apertura degli ultimi anni si è inizialmente tradotta soprattutto in analisi delle opportunità commerciali e di investimento in Myanmar
da parte delle aziende italiane.
I dati dell'interscambio bilaterale con l'Italia non sono, sempre per le ragioni sopra menzionate, particolarmente significativi in termini
assoluti. Si registra tuttavia un particolare dinamismo dei flussi commerciali che, negli ultimi anni, si sono mostrati sempre in
aumento; unica eccezione, un rallentamento nel 2015 probabilmente dovuto all’incertezza del quadro politico nel periodo
antecedente le storiche elezioni di novembre.
Nel 2015 le esportazioni italiane verso il Myanmar sono ammontate a 94 milioni di dollari (-13% rispetto al 2014), mentre le
importazioni dal Myanmar sono ammontate a 19 milioni di dollari (+18.6% rispetto al 2014).
Nel 2015 il commercio totale con l’Italia, che negli ultimi anni è sempre stato in crescita, è diminuito del 8.92% rispetto all’anno
precedente, per un valore di 113.58 milioni di dollari. L’Italia si colloca al quattordicesimo posto tra i partner commerciali del
Myanmar.
Gli investimenti diretti italiani sono per ora limitati, come sopra menzionato, a poche presenze, attive principalmente nel settore del
turismo e dell’energia. Ciononostante, dal 2012 si registra un crescente interesse di aziende italiane, compresi grandi gruppi come
ENEL, Unicredit e Finmeccanica Helicopters, che si sono recate nel Paese in missioni esplorative; un primo, importante
investimento è stato quello di ENI che il 10 ottobre 2013 si è aggiudicata il permesso di esplorazione di due blocchi oil & gas
onshore e il 26 marzo 2014 di due blocchi offshore.
L’ottimo stato delle relazioni con il nostro Paese è stato da ultimo suggellato dalla recente visita del Ministro degli Affari Esteri e della
Cooperazione Internazionale, Paolo Gentiloni, in Myanmar (6-8 aprile 2016), in occasione della quale egli ha incontrato il Presidente
U Htin Kyaw e il Ministro degli Affari Esteri, nonché Consigliere di Stato, Daw Aung San Suu Kyi. Il Ministro Gentiloni è stato il primo
rappresentante di un governo occidentale a fare visita al Paese all’indomani dell’insediamento del nuovo esecutivo. Gentiloni è stato
seguito da una variegata delegazione imprenditoriale, a cui hanno partecipato tra gli altri Danieli, Pirelli, IDS, Tenaris e SACE.
Le imprese italiane sono presenti in alcuni settori chiave: gas e petrolio (ENI), turismo, agricoltura (tra cui produttori di macchinari
quali trattori), manifattura (Danieli per acciaio e Italcementi per cemento), estrazione di marmo e agro-alimentare. L’interesse
continua ad essere elevato per quanto riguarda energia elettrica e fonti rinnovabili, costruzione e infrastrutture, abbigliamento e
servizi finanziari.
A livello europeo, si segnala lo svolgimento a Yangon nel settembre 2015 del terzo round di negoziazioni della "EU-Myanmar
Investment Protection Agreement", sul quale è in corso un Sustainability Impact Assessment promosso dalla Commissione europea
allo scopo di analizzare l’impatto economico, sociale e ambientale, anche attraverso il contributo dei vari stakeholders. La
finalizzazione dell’accordo, prevista per il 2017, dovrebbe contribuire all’attrazione degli investimenti UE in Myanmar.
Si segnala infine che non esistono contenziosi in essere con l’Italia che gode, generalmente, di un’immagine positiva di qualità e di
affidabilità come partner commerciale.
Ultimo aggiornamento: 11/07/2016
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MYANMAR
29
SCAMBI COMMERCIALI
EXPORT ITALIANO VERSO IL PAESE: MYANMAR
Export italiano verso il paese:
MYANMAR
Totale
2013
2014
55,61 mln. €
98,11 mln. €
2015
mln. €
Merci (mln. €)
nd
nd
nd mln. €
2013
Prodotti tessili
Articoli di abbigliamento (anche in pelle e in pelliccia)
nd mln. €
2014
4,44
nd
nd
50,93
Articoli in pelle (escluso abbigliamento) e simili
1,62
nd
Prodotti chimici
0,45
40
Prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici
0,45
4,22
Prodotti della metallurgia
1,63
2,11
Prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature
1,83
nd
Computer e prodotti di elettronica e ottica; apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi
2,42
nd
Apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche
5,21
12,63
Macchinari e apparecchiature
32,03
17,14
Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi
0,33
3,68
Prodotti delle altre industrie manufatturiere
2,66
nd
Elaborazioni Ambasciata d’Italia su dati Ministry of National Planning and Economic Development
Elaborazioni Ambasciata d’Italia su dati Ministry of National Planning and Economic Development
MYANMAR
30
2015
IMPORT ITALIANO DAL PAESE: MYANMAR
Import italiano dal paese:
MYANMAR
2013
Totale
2014
20,3 mln. €
15,26 mln. €
Merci (mln. €)
2015
mln. €
nd
nd
nd mln. €
2013
nd mln. €
2014
Prodotti dell'agricoltura, pesca e silvicoltura
3,87
Prodotti alimentari
2,13
nd
Articoli di abbigliamento (anche in pelle e in pelliccia)
5,64
11,71
Legno e prodotti in legno e sugheri (esclusi i mobili); articoli in paglia e materiali da intreccio
3,73
nd
nd
17,09
4,65
nd
Carta e prodotti in carta
Prodotti delle altre industrie manufatturiere
Elaborazioni Ambasciata d’Italia su dati Ministry of National Planning and Economic Development
Elaborazioni Ambasciata d’Italia su dati Ministry of National Planning and Economic Development
OSSERVAZIONI
MYANMAR
31
1,65
2015
INVESTIMENTI CON L'ITALIA - STOCK
MYANMAR
32
OSSERVAZIONI
MYANMAR
33
INVESTIMENTI CON L'ITALIA - FLUSSI
MYANMAR
34
OSSERVAZIONI
MYANMAR
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FLUSSI TURISTICI
Il settore del turismo, che ha conosciuto una relativamente breve battuta di arresto nelle stagioni 2007-2008 a causa prima delle
repressioni e poi del ciclone Nargis, è in costante ripresa sin dal 2009.
Questo dato è sicuramente positivo, considerando che il settore impiega 50.000 persone e genera introiti in valuta estera pari a 534
milioni di dollari nel 2012, in netta crescita rispetto ai 319 milioni del 2011 (+67,4%).
Gli ingressi nel 2012 sono stati pari a 593.381, di cui 10.830 dall'Italia, anch'essi in crescita a doppia cifra rispetto ai 391.176 nel
2011 (+51,7% dati del Ministero del Turismo birmano) e potrebbero arrivare al milione nel 2013.
Numeri comunque ancora molto limitati, se messi a confronto sia con le enormi potenzialità del Paese che con la realtà dei Paesi
vicini: nel 2011, 18 milioni di turisti in Thailandia e 5 milioni in Vietnam.
Un grosso impulso al turismo si ritiene potrebbe essere dato dalla reintroduzione delle procedure per il rilascio di visti all’arrivo, in
corso di valutazione da parte dell'attuale Governo.
La Norvegia ha messo a disposizione nel 2012 225.000 dollari per la predisposizione di un master plan che pianifichi una crescita
sostenibile nel settore del turismo, con la gestione operativa affidata all'ADB. Tale documento è stato presentato ufficialmente in
occasione della 22ima edizione del WEF sull'Asia orientale, ispiratasi al tema “Courageous Transformation for Inclusion and
Integration", svoltasi nella capitale birmana Nay Pyi Taw dal 5 al 7 giugno 2013.
Si tratta – in estrema sintesi - di un piano di sviluppo di questo settore del valore di 500 milioni di dollari, necessari per migliorare la
competitività del Paese e per salvaguardare l'ambiente e le comunità etniche.
In termini operativi, il piano si sviluppa su 38 progetti concentrati in 6 aree strategiche, al fine di adeguare le strutture del Paese a un
numero di turisti che potrebbe quadruplicarsi entro il 2020, passando da 1.058.995 arrivi nel 2012 a 7,48 milioni appunto nel 2020;
gli introiti sono stimati in una fascia che varia dai 3,8 a 10,1 miliardi di dollari a seconda degli scenari possibili; in caso si verificasse
lo scenario di crescita sostenuta, sarebbero creati 1,49 milioni di nuovi posti di lavoro.
Ultimo aggiornamento: 24/04/2014
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MYANMAR
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