Avanguardie Educative: dall`idea al cambiamento

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Avanguardie Educative: dall`idea al cambiamento
Avanguardie Educative:
dall’idea al cambiamento
Avanguardie Educative si propone come “movimento di innovazione che porta a sistema le
esperienze più significative di trasformazione del modello organizzativo e didattico della scuola”.
In pratica, le scuole del territorio italiano che stanno innovando, propongono a tutte le altre la
propria idea di cambiamento.
Si parte da una suggestione proposta da insegnanti e dirigenti, magari nell’ambito di un collegio
docenti; si illustrano i vantaggi del cambiamento, ma anche le criticità; quali siano le risorse
tecnologiche, infrastrutturali, umane e finanziare necessarie; infine si forniscono i riferimenti di chi
ha già realizzato effettivamente l’idea di partenza.
Il movimento intende utilizzare le opportunità offerte dalle ICT e dai linguaggi digitali
per cambiare gli ambienti di apprendimento e offrire e alimentare una «galleria delle
Idee» che nasce dall’esperienza delle scuole, ognuna delle quali rappresenta la tessera
di un mosaico che mira a rivoluzionare l’organizzazione della didattica, del tempo e
dello spazio del «fare scuola».
Gli orizzonti che stanno alla base del manifesto sono:
Sfruttare le opportunità offerte delle tecnologie e dai linguaggi digitali per insegnare,
apprendere e valutare;
Creare nuovi spazi per l’apprendimento;
Riorganizzare il tempo del fare scuola;
Riconnettere i saperi della scuola ed i saperi della società della conoscenza;
Investire sul “capitale umano” ripensando i rapporti tra insegnamento frontale ed
apprendimento, scuola ed azienda, etc.;
Promuovere l’innovazione sostenibile e trasferibile.
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Trasformare il modello trasmissivo della scuola
Competenze digitali per la nuova didattica
Non c'è dubbio che il sistema scolastico stia attraversando una fase di grande trasformazione: la
sfida è quella di trovare un modello che sia plasmato sulla realtà e sulle esigenze della "società
digitale" del nuovo secolo.
Una sfida appassionante a suon di sperimentazioni, ma che non ha ancora individuato un modello di
riferimento a livello globale. Le certezze non sono molte, ma se ce n'è una che si è ormai
consolidata è che la tecnologia giocherà un ruolo decisivo, in primo luogo come strumento
abilitante per una nuova didattica, come opportunità per superare la vecchia lezione frontale con un
modello collaborativo di costruzione del sapere e l'apertura della scuola alla rete.
D'altra parte «la didattica per competenze, così com'è richiesto dall'Europa, è difficile da perseguire
senza la tecnologia che intervenga per agevolare la condivisione e la collaborazione tra docenti e
studenti, la capacità di aggregazione dei saperi e la strutturazione di percorsi formativi
individualizzati».
La scuola è chiamata quindi a cambiare paradigma.
Sappiamo che...
Introdurre nuove tecnologie che favoriscano metodologie d’insegnamento/apprendimento
innovative è un’operazione lunga e complessa.
Occorre procedere per gradi, step by step.
Per evitare che le attività svolte rimangano fini a loro stesse è necessario pensarle e progettarle in
stretta relazione al curricolo.
Perché cambiare
Per sviluppare metodologie innovative di rappresentazione della conoscenza basate sul problem
solving e sul problem posing.
Per collegare creatività e pensiero formale.
Per favorire la pratica laboratoriale nei percorsi di formazione.
Per stimolare la creatività in docenti e studenti attraverso attività che valorizzano idee nuove e
spirito di iniziativa.
Per rendere “capitalizzabile” il percorso formativo dello studente, percorso che introduce
l’educazione all’imprenditorialità.
Per sviluppare nello studente l’apprendimento autonomo.
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Progetto ICT LAB
Istituto Professionale “G. Marconi”
a. s. 2015 – 2016
Fablab a Scuola è un progetto che nasce sul territorio: le scuole, le banche, le imprese, le
associazioni di categoria e le istituzioni pubbliche.
Ma si rivolge anche alle famiglie, agli educatori, alle imprese e ai makers, i nuovi artigiani
digitali.
Con la sigla «ICT LAB» si intendono le attività che ruotano attorno a tre temi tecnologici così
definibili:
• Artigianato digitale
• Coding
• Physical computing
È chiamato «Artigianato digitale» ciò che porta alla creazione di un oggetto attraverso la
tecnologia, quindi dal CAD e il disegno 3D alla stampa 3D.
Sono definite «coding» tutte le attività volte all’acquisizione del pensiero computazionale, fino alla
capacità di “dominare” la macchina istruendola a “fare cose” anziché ricorrere ad altre già create e
disponibili.
Per «Physical computing» si intende la possibilità di creare oggetti programmabili che
interagiscono con la realtà; il campo di applicazione più noto è quello della robotica.
Il mix di questi tre temi può portare a interessanti soluzioni didattiche: è la base per le idee che
animano community come i FabLab (noti anche come «officine della creatività»).
Estranee al mondo della scuola, sono “spazi aperti”, luoghi dove creare, apprendere, educare,
inventare; nate su base volontaria e con spirito hobbistico, in queste community la didattica
laboratoriale occupa un ruolo rilevante e di assoluto interesse per la scuola: alla definizione
«tinkering», che i makers considerano come mindset del maker, possono essere associati concetti di
«didattica laboratoriale», «apprendimento autonomo» e «apprendimento cooperativo».
Gli attori di questo nuovo modo di integrare conoscenze scientifiche, esperienze lavorative, abilità
digitali, entusiasmi e voglia di fare, per dare continuità all'azione formativa e aiutare i giovani a non
disperdere il proprio talento sono:
L'Istituto Professionale “G. Marconi” di San Giovanni Valdarno
Il FabLab - Valdarno Innovazione Tecnologica (V.I.T.) di San Giovanni Valdarno
Associazione di categorie del Valdarno
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Un Fablab è un laboratorio di fabbricazione digitale, uno spazio dove vengono messe a disposizione
attrezzature quali Stampanti 3D, Laser Cutter, Fresa CNC, Software Open Source ecc...
Con queste attrezzature è possibile veder nascere fisicamente le proprie idee.
Esiste una rete mondiale di laboratori che si pone l’obiettivo di sviluppare progetti e mettere in
condivisione le idee migliori e i casi di successo.
La collaborazione del Fablab (V.I.T.) e l'Istituto Professionale “G. Marconi” apre un ventaglio di
nuove opportunità per gli studenti, in particolare quelli finalizzati alla formazione di tipo tecnico.
Grazie al Fablab sono possibili nuove contaminazioni con il mondo del lavoro, proporre progetti a
tema per risolvere problemi posti dalle imprese del territorio.
Attraverso il Fablab i ragazzi possono iniziare a pensare da imprenditori, confrontandosi con i
propri coetanei che frequentano altre scuole e che stanno sviluppando competenze complementari.
La presenza del Fablab nella scuola consente di creare nuove dinamiche a livello sociale dove la
rete di persone e conoscenze fa si che chi insegna non è più necessariamente il professore.
Il Fablab consente una maggiore permeabilità della scuola: pensate alla possibilità per pensionati o
persone che hanno perso il lavoro di rimettersi in gioco, per insegnare ai più giovani quanto hanno
imparato nella loro vita professionale.
Questa varietà di esperienze può contribuire a riportare la scuola al centro della vita delle città,
sottraendole a quella “specializzazione funzionale” che spesso ne ha decretato l’invisibilità.
Molti dei ragazzi che frequentano il nostro Istituto dimostrano una straordinaria confidenza con la
tecnologia ma la vivono per lo più in maniera passiva.
Sono in grado di utilizzare molti dispositivi ma ne ignorano il funzionamento.
Il metodo di apprendimento (learning by doing, imparare facendo) richiede un nuovo metodo di
insegnamento.
L'insegnante nel Fablab non deve focalizzarsi sul trasferimento di sapere (le fonti su internet sono
innumerevoli) ma diventare piuttosto un allenatore che dà consigli mirati su come arrivare al
risultato.
La tecnologia è infatti in aggiornamento così rapido che non è raro che in un anno uno studente
superi il proprio insegnante.
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Autori / Ruoli
Dirigente: Favorisce e agevola la sperimentazione individuando spazi ad hoc, riconfigurando
l’orario delle lezioni, stimolando gli insegnanti a lavorare in gruppo.
Docente: Fornisce input per configurazione/allestimento dello spazio individuato.
Organizza la metodologia da utilizzare, pianifica e finalizza il percorso curricolare.
Opera come mentor nel tempo in classe.
Personale ATA : Evidenzia problematiche e requisiti correlati alla gestione dei processi didattici,
alla scelta e manutenzione degli strumenti e degli arredi necessari alla sperimentazione in
collaborazione con i tecnici di laboratorio.
Studenti: Chiamati alla massima responsabilità nella gestione del tempo e degli strumenti,
diventano protagonisti e artefici dei propri percorsi di apprendimento ed hanno un potente stimolo
per mettere in luce la loro creatività.
Attori esterni alla scuola: Makers con funzione di supporto al docente per aspetti di natura tecnica.
RISORSE
Tecnologiche: Kit completi per la robotica o la per la dotazione base di un FabLab.
Infrastrutturali: Aula laboratorio (se previsti strumenti e dotazioni particolari).
Umane: Docenti esperti e/o tecnici di laboratorio.
Makers esterni.
Finanziarie:
Fondi in misura variabile a seconda del tipo di strumenti di cui sarà dotato il laboratorio e la
complessità del lavoro da realizzare.
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Futuri progetti integrativi
Il crowdfunding
Perché il crowdfunding? Il crowdfunding - dall’inglese crowd folla e funding finanziamento permette di finanziare un’idea innovativa coinvolgendo il territorio in cui si sviluppa.
Tutti possono contribuire alla creazione di nuovi progetti proposti dai Fablab e dalle scuole
Valdarnesi: ognuno, infatti, potrà scegliere un progetto pilota e finanziare le attrezzature o
partecipare mettendo a disposizione le proprie competenze per la loro realizzazione.
Attraverso un sito verrà attiverà una campagna di crowdfunding gestita direttamente dagli studenti:
definiranno loro la cifra da raccogliere in base alle tecnologie che riterranno utili al loro progetto, e
scogiteranno la migliore strategia per promuovere la raccolta e coinvolgeranno del territorio.
La formazione al fare impresa avrà inizio da qui: l’innovazione non caratterizza infatti solo l’idea,
ma anche la sua promozione.
In questo modo, l’esperienza collaborativa del progetto “Fablab a Scuola” partirà dalla sua
costruzione: un luogo aperto a tutti e finanziato da tutti.
Open Source a scuola
Purtroppo tra i banchi di scuola alla domanda “Quanti di voi conoscono il software libero?” le mani
che si alzano sono sempre troppo poche, non sempre per colpa degli studenti.
Partiamo quindi dallo specificare che il software libero non è il software gratis.
Libero si riferisce alla libertà di usare il programma (da cui ne discende spesso la gratuità), di
studiare come è stato scritto visto che le righe di codice che lo compongono sono pubblicate e
possibili da consultare, di migliorare il software contribuendo a correggere eventuali difetti o a
integrare con nuove funzioni e a ridistribuire, ovvero “passare” il programma a qualcuno affinché
questi lo possa installare sul suo computer.
Tutte libertà che non si hanno con il software proprietario.
Ma perché preferire software libero a scuola? 10 ragioni possono bastare?
1. Software libero è consapevolezza. Ci si lamenta spesso di quanto i ragazzi oggi usino app, Rete,
tablet senza avere la minima cognizione degli strumenti che sono diventati parte integrante delle
loro giornate. L'open source aiuta a comprendere come nascono i software, come si evolvono e
quanto siano necessarie conoscenze, competenze, impegno per usarli al meglio.
2. Software libero è libertà digitale. Non possiamo permetterci di crescere i ragazzi nutrendoli con
programmi e app che danno assuefazione e che non consentono loro una vera scelta dello strumento
migliore da usare. Tanto per fare un esempio: se i ragazzi in classe useranno solo Microsoft Office
cresceranno pensando che Excel sia sinonimo di foglio di calcolo e non sapranno utilizzare altro che
quello.
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3. Software libero è collaborazione. Spiegare come nasce un progetto open source significa far
comprendere l'importanza del lavorare insieme, unire le forze, collaborare per veder crescere un
progetto comune. Software libero non è individualismo ma lavoro collettivo.
4. Software libero è condivisione. Lo scambio di conoscenze e competenze è uno dei valori più
forti alla base del software libero. Il mettere in comune una cosa che si conosce al fine di trovare
nella comunità qualcuno che possa arricchirci con qualcosa che non sappiamo è una delle
opportunità più grandi che i ragazzi dovranno saper cogliere in futuro.
5. Software libero è inclusione. L'adozione di open source a scuola non può riuscire senza
un'adeguata formazione di insegnanti e studenti, in un processo di inclusione che non lascia indietro
gli insegnanti “meno digitali”, gli studenti che hanno un pc vecchio e non hanno un tablet di ultima
generazione, i genitori che hanno così l'opportunità di “digitalizzare” i ragazzi senza spendere un
patrimonio.
6. Software libero è creatività. Per questa ragione è sufficiente riportare le parole di Renzo Davoli
dell'Università di Bologna: “Occorre ripensare all'intero processo educativo: non possiamo
permetterci di perdere la creatività delle giovani generazioni; è un tesoro troppo prezioso. In tutto
questo il software libero c'entra”. C'entra proprio perché programmazione è creatività e vedere il
codice scritto da altri e sforzarsi di trovare soluzioni che possano migliorarlo sviluppa la creatività.
7. Software libero è educazione. Educare alla legalità è un bisogno primario, soprattutto a scuola.
Avere in aula multimediale software pirata come purtroppo spesso accade nelle scuole non è certo il
miglior modo di dare il buon esempio.
8. Software libero è risparmio. Questa che alcuni potrebbero immaginare come la ragione primaria
non è invece la più importante. Lo diventa nel momento in cui i fondi risparmiati in acquisto di
licenze di software proprietari si reinvestono in formazione per studenti, genitori e insegnanti.
9. Software libero è rispetto delle norme. Essendo la scuola una pubblica amministrazione, anche
questa dovrebbe rispettare le norme contenute nel Codice dell'Amministrazione Digitale e in
particolare quella che impone di scegliere, a parità di qualità, software in riuso o libero rispetto al
proprietario. Norma spesso disattesa, purtroppo, si sa.
10. Software libero è coraggio. Insegnare ai ragazzi il coraggio della libertà di essere liberi, di poter
scegliere una strada diversa da quella che magari segue, in modo insensato, la massa è
fondamentale.
Come tendenza vediamo che a livello nazionale è in aumento, specialmente negli Istituti Tecnici e
Professionali l'uso di programmi Open Source.
Una criticità è rappresentata dalla carenza di figure professionali di sistema dotate di competenze
specifiche, nella scuola dove da sempre vi é il problema della mancanza di skill di amministratore
di sistema informatico e di rete: i possibili risparmi andrebbero reinvestiti in formazione.
Un altro punto critico è quello dell'integrazione fra diverse piattaforme.
Le scuole interessate al paradigma Open Source dovranno scegliere se effettuare un cambiamento
radicale o prediligere soluzioni "blended"(integrate).
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