Paesaggio cittadino
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45 L’ECO DI BERGAMO GIOVEDÌ 17 SETTEMBRE 2015 Cultura C’era una volta Twitter [email protected] Il rispetto e timore con cui il selvaggio considera la propria suocera sono tra i fatti più noti in antropologia www.ecodibergamo.it JAMES GEORGE FRAZER «Renderò selvaggia Piazza Vecchia» Anticipazione. L’architetto Tischer illustra il progetto 2016 de «I maestri del paesaggio»: basta prati finti «Porteremo in città il paesaggio alpino, rocce, boschi, fiumi, liane e anche gli spazi abbandonati dall’uomo» to, tanto che ci siamo spesso senDal paesaggio agrario, titi dire “bravi perché fate pulitema di quest’anno, alla «wilder- zia” da chi ci vedeva all’opera», ness», la natura selvaggia. Men- racconta Tischer. tre Piazza Vecchia è ancora allePer un risultato finale più stita con il prato nero del garden completo, questi elementi verdesigner britannico Andy Stur- ranno poi combinati con le piangeon, già si pensa alla prossima te dei vivai. Ad aiutare nella reaedizione del meeting interna- lizzazione del progetto sono zionale «I Maestri del Paesag- proprio gli studenti, in parte itagio». Il focus per il 2016 sarà liani e in parte stranieri (da Usa, «Wild Landscape, dalla natura Germania, Inghilterra) e con diforestale alla città». Guida del versa formazione: agronomi, nuovo progetto sarà il tedesco botanici, designer, esperti di arStefan Tischer, architetto pae- te pubblica. saggista con ricca esperienza di Il progetto verrà presentato progettazione, insegnamento e nel dettaglio sabato al Teatro Soricerca in architettura del pae- ciale, nel corso dell’Internantiosaggio e disegno urbano. nal Meeting of the Landscape Lo abbiamo inand Garden, alle contrato ieri matti14,30 con l’interna a Casa Suardi duvento dei visiting rante la presentaprofessor Stefan Tizione della Summer scher e AnnacateriSchool 2015, che vena Piras (colleghi alde 16 studenti di l’università di Arprovenienza interchitettura ad Alghenazionale affiancaro) e il direttore re i maestri del paescientifico Centro saggio nella realiz- L’architetto tedescco Studi Internazionazazione dei concept Stefan Tischer le sul Paesaggio e il per gli allestimenti Giardino Elisabetta futuri di Piazza Vecchia e piazza Bianchessi. La presentazione Mascheroni. sarà molto articolata, con slide «Il prossimo anno porteremo che racconteranno i progetti di nelle piazze verdi di Città Alta piazza Vecchia e piazza Maschecinque ambienti del territorio roni, i due plastici posizionati alche circonda Bergamo – antici- l’ingresso del teatro ed elementi pa Tischer –. Ci saranno le Alpi di paesaggio calati dall’alto come con le loro rocce; la fascia subal- quinte sceniche. pina con i pini, le azalee, i rodoTra le novità dell’edizione dendri e altra vegetazione bassa; 2016: niente finti tappeti erbosi, i boschi con le cortecce, le foglie come quello grigio di quest’anno vive e morte, le liane; le valli con i a simulare la terra bruciata o fiumi e la loro vegetazione. Rap- quello rosa e verde ideato da Pepresenteremo anche la periferia ter Fink nella scorsa edizione. trascurata, dove la natura si «È stata una richiesta dell’orgariappropria degli spazi abban- nizzazione per contenere le spedonati dall’uomo». se, ma per me non è stato un saTra i materiali usati, molti so- crificio, preferisco mantenere la no di recupero: «Con gli studen- pavimentazione originale della ti abbiamo raccolto, nel Parco piazza», commenta Tischer. dei Colli, foglie cadute, legnetti e Architetto paesaggista, 50 altri oggetti considerati di scar- anni, Tischer ha lavorato come MARINA MARZULLI Piazza Vecchia già quest’anno è stata ornata con una natura un po’ «wild»: l’aspetto selvaggio sarà il look distintivo del 2016 FOTO FABIO TOSCHI progettista urbano a Monaco di Baviera e a Berlino dopo la riunificazione, ha diretto l’École d’Architecture de Paysage a Montréal, ha insegnato all’École des Beaux Arts di BerlinoWeissensee, all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia, alla Yale University, all’Ecole Nationale Superieure de Paysage a Versailles ed è tra i fondatori della rivista internazionale «Topos European Landscape Magazine». Attualmente dirige il Master in Mediterranean Landscape Urbanism in Sardegna, dove ha fondato anche «LandWorks Sardinia» per sperimentare strategie paesaggistiche su siti di patrimonio abbandonati. Ha progettato il recupero del Memorial dell’ex campo di concentramento femminile a Ra- Mercoledì 23 È in arrivo a Bergamo quello che è considerato il maggior poeta tedesco del nostro tempo, Durs Grünbein: invitato dalla professo- ressa Amelia Valtolina, in Università terrà una lectio magistralis in inglese dal titolo «The Doctrine of Photography. On the photographic memory of poetry», mercoledì 23 settembre alle ore 15, nell’Aula 3 di via Salvecchio. Nato a Dresda, nella Germania dell’Est comunista, nel 1962, Grünbein è diventato un po’ il poeta della Germania riunita quando,subito dopo la caduta del Muro di Berlino,gli venne conferito il più importante premio letterario tedesco, il Büchner, mai prima di allora consegnato a un poeta tanto giovane. Fuggito dalla Ddr grazie all’intervento di Heiner Mueller, il famoso drammaturgo, Grünbein oggi vive fra Berlino e Roma. opere del maestro bergamasco. Si fece un altro viaggio, sempre a tal scopo, con l’assessore alla Cultura Tecla Rondi, con l’architetto Vito Sonzogni e il dottor Emilio Moreschi. Si cercò di fare con discrezione. Nel 2002 si era già scritto in tal senso all’allora ministro della Cultura Urbani, e nel 2001 al senatore Andreotti, devoto amico di Manzù. Si era parlato in modo positivo anche con lo storico dell’arte e dirigente generale del ministero dei Beni e delle Attività culturali Claudio Strinati, mi pare durante la Mostra Manzù a Bergamo. Per interferenze poi tutto si arenò. Ora, seguendo un concetto sostenuto da Manzù, secondo il quale se i contrasti sono dettati dall’amore si risolvono, ecco che si volge in speranza il rammarico di Valerio Bettoni e di tutte le persone che dodici anni fa hanno lavorato al progetto, arenatosi non per mancanza del loro impegno e della loro determinazione. C’è però un gran timore: che non si trovino persone coraggiose e d’azione che abbiano autorità per agire e che siano determinate a portare avanti il progetto, anche nei termini espressi bene nell’articolo di Dell’Oro. Come già si era pensato, a suo tempo, il costo per la comunità sarebbe pressoché nullo, essen- Il poeta tedesco Durs Grünbein In Università il maggior poeta tedesco vensbrück, il campus dell’Università di Wismar, i nuovi giardini di Villa Rinaldi ad Asolo e i giardini espositivi a Chaumont sur Loire, Métis, Padula e Montréal. In Piazza Vecchia Tischer promette un approccio profondamente rispettoso dell’architettura: «Con gli studenti della Summer School abbiamo studiato tutte le possibili prospettive della piazza, perché il risultato sia armonico da ogni lato. Tutta l’area fino a Santa Maria Maggiore verrà coinvolta. Ad esempio, accanto alla Cappella Colleoni pensiamo di posizionare delle rocce “al naturale”, mettendo così idealmente a confronto il materiale grezzo e quello lavorato dall’uomo». ©RIPRODUZIONE RISERVATA LA LETTERA Per Manzù ci vogliono persone coraggiose efJfznfTvwH7GP7CaU0LdKEo4CZsk/Am0B2ZgLiS+7Y= C arissimo direttore Giorgio Gandola, ho letto con piacere qualche giorno fa l’articolo di Marco Dell’Oro «Riportiamo a casa il genio di Manzù», pacato con intento costruttivo, che sarebbe piaciuto a Manzù, che ho ben conosciuto negli ultimi anni della sua vita, più volte ospite della sua casa di Ardea, restando poi legato da sincera amicizia con la famiglia. Ho letto anche l’intervista a Inge Manzù «Un Museo in abbandono» di Paolo Aresi. Da anni Inge lamenta un certo abbandono da parte delle istituzioni verso il Museo di Ardea, donato da Manzù allo Stato nelle mani del Presidente Pertini (1981). Leggendo quegli articoli ho avuto un sussulto e mi si è aperta una ferita, perché già dodici anni fa, con l’allora presidente della Provincia Valerio Bettoni, si era quasi giunti alla conclusione – con l’accordo della famiglia Manzù - di un progetto per trasferire a Bergamo le opere della Raccolta, ovviamente insieme al sepolcro di Manzù, diventato parte integrante della Raccolta stessa di Ardea. Con Bettoni si era fatto un viaggio a Ardea in casa Manzù con questo scopo, oltre che per mettere a punto l’acquisizione da parte della Provincia – cosa assai meritoria per Bergamo - di alcune doci già le strutture ricettive adeguate, con ogni sicurezza e vigilanza. Ora sarebbe necessario sostenere questo risorgente progetto, anche da parte dell’opinione pubblica, continuamente sensibilizzata dai mezzi di comunicazione locali, «L’Eco di Bergamo» in primis, legato da lunga e profonda stima con Manzù al tempo del direttore mons. Andrea Spada, attraverso il quale lo scultore per quindici anni – dal 1975 al 1990 - non mancò di mandare ogni anno un disegno per gli auguri natalizi ai bergamaschi, commentati meravigliosamente da don Spada. Gian Mario Colombo