quel vaso di cristallo in frantumi

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quel vaso di cristallo in frantumi
Cronache
Corriere della Sera Martedì 23 Aprile 2013
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La vita riserva sicuramente brutte sorprese, ora posso
confermarlo. La follia ha vinto ancora una volta nonostante
tutti i tentativi e gli sforzi per ricercare gioia e voglia di vivere
La nonna non si dà pace, vede e
rivede davanti a sé sempre la stessa scena: una bambina di un anno
e mezzo che le si aggrappa al soprabito: «Voglio venire con te!». E si
rimprovera: «Sarei dovuta rimanere, oppure avrei dovuto portare Elisa con me, non sarebbe successo
niente». Il figlio Alberto e il marito
Guido la rincuorano e cercano di
convincerla che non è colpa sua, e
che non sarebbe cambiato niente.
Nessuno avrebbe potuto prevedere che solo pochi minuti dopo quella bimba sarebbe morta accoltellata dalla madre, che poi avrebbe rivolto l'arma contro se stessa.
Dopo i sigilli degli inquirenti all’appartamento al quinto piano di
viale Giulio Cesare 52 dove sabato
Alessia Olimpo, 36 anni, ha ucciso
la figlia Elisa di 18 mesi prima di
suicidarsi, il marito Alberto Calderoli si è trasferito dai
genitori in via Valle,
nella villa di famiglia.
È stato lì che ieri mattina, in presenza degli inquirenti e del
parroco di Monterosso don Remo Luiselli,
sua madre ha ripercorso tra le lacrime
gli ultimi momenti
trascorsi in quell'appartamento con la
nuora e la nipotina,
con le quali aveva
pranzato con il marito mentre il figlio,
dentista, era a un convegno dentistico a Riva del Garda. Alle 16
l'anziana coppia se
n'è andata, tra le proteste della piccola, per tornare solo un paio d'ore
dopo: sapendo che Alessia Olimpo
soffriva di depressione per la morte della madre e di una malattia alla tiroide che la perseguitava, i genitori e i suoceri cercavano di lasciarla sola il meno possibile. Ma
ormai la tragedia si era consumata.
Nelle ultime ore è stato ricostruito nei dettagli il momento della scoperta della tragedia. Guido Calderoli, papà di Alberto, vedendo la porta
chiusa a chiave e non sentendo alcuna risposta al campanello, ha avvisato il figlio, che è ripartito velocemente da Riva. Intanto, però, ha utilizzato il suo mazzo di chiavi, ha
aperto la porta e in pochi secondi
ha raggiunto la stanza da letto: di
fronte a lui il corpicino straziato della nipotina e quello della nuora, sul
pavimento della stanza da letto,
completamente ricoperto di sangue. Immediata la chiamata d’allarme al 118 e alla polizia. Una volta arrivati sul posto gli uomini della
BG
Quanto mi mancheranno tutti i giochi che facevamo e tutte
le tue fantastiche espressioni, spero che tu possa continuare
a giocare e divertirti nel tuo nuovo mondo
Alberto Calderoli, papà di Elisa
La lettera
QUEL VASO
DI CRISTALLO
IN FRANTUMI
Vite spezzate
A sinistra,
Alessia Olimpo
con la piccola
Elisa. Sopra,
peluche e nuovi
biglietti in
ricordo della
bimba, sul
cancello di
casa. A destra,
un vaso di fiori
di fronte alla
porta sigillata
C
La tragedia Il padre di Alessia Olimpo: «Non ho la forza di parlare»
La disperazione della nonna
«Dopo pranzo Elisa
voleva venire con noi»
Con la mamma e la bimba fino a due ore prima
squadra mobile, per inquinare il meno possibile la scena del delitto,
hanno richiesto l’intervento di
un’autoscala dei vigili del fuoco per
lasciare meno tracce possibili all’interno dell’appartamento, entrando
da una finestra. Fin dal primi rilievi
sono rimasti pochi dubbi, sull’omicidio-suicidio: Alessia Olimpo ha
ucciso la figlia a coltellate per poi tagliarsi la gola. E Monterosso si prepara così per l'ennesima volta a
spargere le sue lacrime su una tragedia che travolge il quartiere ma che
coinvolge anche chi vive lontano.
A poca distanza dalla casa del
dramma sventola lo striscione «Addio presidente» del funerale di Ivan
Ruggeri, al vicino oratorio sono ancora appese le scritte che salutano
Piermario Morosini, e i segni del dolore condiviso si vedono anche sul
cancello del palazzo di via Giulio Cesare: un cagnolino di peluche ormai
fradicio per la pioggia, un orsacchiotto appena portato da qualcuno
che ha aggiunto il biglietto «Per te
Le indagini: domani l’autopsia
Verifiche
su orari
e tracce
di sangue
Nonostante un quadro già abbastanza
chiaro la procura della Repubblica e la
polizia procedono con i dovuti
accertamenti su quel che è accaduto
sabato nell’appartamento al quinto
piano di viale Giulio Cesare 52, a
Monterosso. Nessuno risulta indagato e
la prima ricostruzione risulta ancora la
più verosimile: Alessia Olimpo ha
ucciso con una o più coltellate la
piccola Elisa e poi si è tolta la vita con
un taglio alla carotide. Entrambi i corpi
erano in un lago di sangue, nella stanza
da letto. Tutti i campioni prelevati nella
stanza da letto saranno comunque
analizzati per escludere che in casa
possa essersi ferita un’altra persona. E
sono in corso accertamenti di rito
anche sugli spostamenti dei familiari di
Alessia Olimpo e della piccola Elisa.
Leautopsie della mamma e della
bambina sarà eseguita all’ospedale Papa
Giovanni domani mattina, a partire
dalle 8,45, dall’anatomopatologo Marco
Ballardini dell’Università di Pavia.
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piccolo angelo», e un mazzo di rose
color crema. Una signora di Sorisole
sistema due grossi fiori rossi: «Io
quando sono tornata a casa dopo il
parto sono scoppiata a piangere e
non sono riuscita a smettere per
ore. Altre mie amiche hanno avuto
problemi di depressione dopo la nascita di un figlio. E posso solo immaginare cosa può avere provato quella donna, in un periodo così difficile, a subire anche la morte della madre: io senza la mia non so ce l'avrei
fatta. Per questo non mi permetto di
giudicare. Certo, è stato un atto tremendo e per me incomprensibile,
ma bisogna pensare al dolore di chi
resta».
Ed è un dolore sordo, quello di
Alessandro Olimpo, il padre di Alessia. Risponde con un filo di voce:
«Non ho la forza di parlare, non ho
la forza per fare niente». O il dolore
di Paolo Calderoli, fratello di Alberto e comico della trasmissione «Colorado Cafè» con il nome d'arte di
Casiraghi, che un collega descrive
come «distrutto». Secco il senatore
Roberto, zio di Alberto: «Parlo solo
di politica, il resto sono faccende private». Non è ancora stata fissata la
data dei funerali di Elisa e Alessia:
domani sarà eseguita l’autopsia. La
famiglia ha chiesto di poter cremare
le due salme, ma il pm potrebbe negare l'autorizzazione, tenendo conto della pur remota eventualità di
dovere in futuro disporre la riesumazione per motivi legati all'inchiesta. Il parroco ha proposto di fare allestire la doppia camera ardente in
una cappella della chiesa parrocchiale, per dare la possibilità al quartiere di far capire che il dramma di una
famiglia è anche il dolore di tutti.
Fabio Paravisi
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Le riflessioni L’amica della moglie: era devastata dalla morte della mamma, ma una tragedia così non era immaginabile
Il papà: «Una distruzione incomprensibile»
Su Facebook i pensieri di Calderoli
Gli amici: la piccola sempre con te
È notte. Il giorno dopo essersi trovato di fronte una scena che non
avrebbe mai nemmeno immaginato,
ossessionato dal dolore, Alberto Calderoli decide di dare l’addio a un'intera parte della sua esistenza e ad una
vita che era appena sbocciata, fatta
di sorrisi, abbracci, giochi e smorfie.
Per salutare la sua Elisa e per condividere il suo dolore con chi gli vuole
bene, e con chi ne voleva alla piccola
e alla sua mamma, entra nella sua pagina Facebook e la riempie delle foto
della sua piccola, paffutella, che gioca con lui. Poi scrive: «La vita riserva
sicuramente brutte sorprese, l'ho
sentito dire da tanti, ora posso confermarlo con un dolore incommensurabile, la follia ha vinto ancora una
volta nonostante tutti i tentativi e gli
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sforzi per ricercare gioia e voglia di
vivere, non è comprensibile o accettabile un gesto così assurdo e la distruzione di una vita così meravigliosamente sorprendente e gioiosa come quella di una figlia. Non è giusto,
non è comprensibile. Rimarrai sempre nel mio cuore e intorno a me
scricciolina, dovunque tu sia andata». E poco dopo: «Quanto mancheranno tutti i giochi che facevamo e
tutte le tue fantastiche espressioni.
Spero che tu possa continuare a giocare e divertirti nel tuo nuovo mondo, non smetterò mai di pensarti,
buona notte dolce sbirulina». Nelle
ore successive, a decine, gli amici sono entrati in quella pagina per mandare messaggi d'addio a Elisa e di vicinanza al padre. Qualcuno manda
In casa I giochi della piccola Elisa: era nata il 24 novembre 2011
abbracci, frasi che cercano di rincuorare l'amico disperato. Grazia scrive:
«Vicino vicino… Un angelo...»; Monica aggiunge: «Piccolo cuore meraviglioso, amico mio adorato non potevi fare di più». Per Marco «un dolore
così va al di là di ogni umana sopportazione. Ma non devi mollare. La tua
piccola sarà sempre con te. La vita ti
mette alla prova ma è pur sempre
meravigliosa», mentre Teresa aggiunge: «Elisa è un angelo tra gli an-
geli... un dolore immenso... un amore eterno», e anche Laura gli scrive:
«La tua bimba è e sarà sempre con
te. Ora è un angioletto che ti proteggerà». Eleonora lo rassicura: «Non ci
sono parole che possano rincuorarti,
ma sono sicura, conoscendoti da
bambino, che la forza e la voglia di
vivere che sempre ti hanno contraddistinto, emergeranno!». Tra coloro
che hanno seguito la tragedia a distanza c'è anche Paola Amadeo, figlia
del direttore generale dell'Azienda
ospedaliera Bolognini, compagna di
classe di Alessia Olimpo dalla scuola
materna alla maturità classica. Era in
vacanza quando ha saputo della tragedia: «Sono sconvolta. È sempre stata un tipo così solare, l'ultima che potesse compiere un gesto come quello. So che era rimasta distrutta dalla
morte della madre, ma era impossibile pensare a qualcosa del genere».
F.P.
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aro Direttore,
il dramma di Alessia e
di Elisa ha scosso
profondamente tutti. Ti
lascia un senso di vuoto, a
volte di rabbia. Sicuramente
di dolore, pensando allo
strazio interiore provato
dalla mamma. Diciamo la
verità. Di suicidi si è
sempre preferito parlare
poco. Per pudore o più
semplicemente per non
disturbare troppo la nostra
coscienza. E forse è stato un
bene. Senza volerlo si è
evitato di espandere quello
che gli psichiatri chiamano
l’effetto Werther (fenomeno
negativo che si manifesta
quando la notizia di un
suicidio viene amplificata
dai mezzi di
comunicazione). In questi
ultimi mesi si è data grande
enfasi a questo fenomeno
legato a motivi economici.
Detto che è estremamente
difficile individuare i veri
motivi che inducono il
singolo individuo a togliersi
la vita (a causa proprio
della natura
multidimensionale del
fenomeno), fortunatamente
non esiste un’emergenza di
questo tipo. Non lo dico io,
lo dicono le statistiche
(motivi
economici 5%
sul totale in
diminuizione). Ma non
voglio aprire
uno sterile
dibattito.
Quello che è
certo, è che esiste il
problema delle tante, troppe
persone che arrivano a
pensare che togliersi la vita
sia l’unico rimedio alla
tanta, troppa sofferenza. E
a queste persone io voglio
parlare. A chi sa che non
sono sigle come Irap, Iva,
Imu a spaventare, ma Dap
(Disturbi da attacchi di
panico), Doc (Disturbo
ossessivo compulsivo), Gad
(Disturbo ansia
generalizzata). Dire loro che
da questi disturbi si può
guarire. Che dalla
depressione si può guarire,
accidenti. Attraverso un
percorso lento, certamente
faticoso, ma si può e si deve
fare, soprattutto per noi
stessi. Senza tornare a
essere la persona di prima.
Si sarà persone diverse, ma
indubbiamente migliori.
Non necessariamente in
quel vaso di cristallo andato
in frantumi, ma di
terracotta, più funzionale,
più utile a se stessi e agli
altri. Per altri usi insomma.
E finalmente capire le vere
priorità della vita. Che va
vissuta, sempre, perché non
solo l’unico luogo in cui
vivere è «qui», ma l’unico
momento è «ora». Non ne
avremo altri.
Un caro saluto
Johannes Bückler
[email protected]