Il reporter del mare I favolosi viaggi di Rino Sgorbani
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Il reporter del mare I favolosi viaggi di Rino Sgorbani
56 Reportage LIBERTÀ Venerdì 28 agosto 2009 Un pescatore ci incuriosì con il racconto dei frequenti avvistamenti Il reporter del mare I favolosi viaggi di Rino Sgorbani Cinzia, la moglie di Rino Sgorbani, nuota al fianco di uno Squalo Balena, scovato nelle acque limpide dell’isola Mujeres Nel Golfo del Messico con gli Squali Balena “ Rino Sgorbani, nativo di Castelnuovo Fogliani di Alseno, ma da anni residente a Fiorenzuola, inizia ad andare sott’acqua negli anni settanta. Nel 1977 frequenta il corso sommozzatori Fips, nel 1981 frequenta il corso istruttori Fips a Nervi. Nel 1982 diventa Istruttore CMAS. Per dieci anni svolge l’attività di istruttore nella Scuola d’Immersione Piacenza; agli inizi degli anni novanta diventa istruttore PADI, arrivando al conseguimento di ben 11 Specialità.Verso la fine degli anni ottanta abbandona la pesca subacquea per dedicarsi completamente alla fotografia subacquea e poi alla videografia. Ha documentato i mari di Corsica, Mar rosso, Maldive, Malesia, Filippine, Indonesia, Thailandia, Papua nuova Guinea, Australia,Tasmania, Coco Island, Malpelo, Sud Africa, Bassa California, Carabi, Polinesia e nei Cenotes dello Yucatan in Messico. ◗◗ Siamo andati alla ricerca degli Squali Balena in acqua limpida e li abbiamo trovati. E così per un paio di giorni abbiamo nuotato con decine di questi splendidi animali, in un mare cristallino ◗◗ Lo Squalo Balena è un animale filtratore, e come tale è dotato di una bocca di straordinaria dimensione capace di aspirare grosse quantità di acqua ricca di plancton. Questo plancton viene convogliato dentro i fanoni ◗◗ A volte avevamo due, tre squali intorno, da non sapere da che parte guardare. Ricordo che il capitano fece molta fatica a farci uscire dall’acqua. E’stata un’emozione indescrivibile di RINO SGORBANI na decina di anni fa, nel periodo fra luglio e agosto, mi trovavo in Messico e precisamente ad Akumal, nella penisola dello Yucatan. Ero in compagnia del mio amico Gianmario, titolare del Diving Blue Caribe, e ci immergevamo ogni giorno negli stupendi e affascinanti Cenotes, eccezionali sistemi di caverne subacquee, principalmente di acqua dolce, situate in mezzo alla giungla. Una sera mentre eravamo in compagnia di alcuni pescatori messicani e ci gustavamo una birra seduti davanti al mare, nella splendida baia di Akumal. Uno di loro ci incuriosì con i suoi racconti di pesca, ma soprattutto quando ci parlò dei frequenti avvistamenti, in quel periodo, di Squali Balena su al nord nel Golfo del Messico, vicino all’isola di Holbox. Le informazioni ricevute erano poche e frammentarie e con spirito di avventura decidemmo di partire alla ricerca degli Squali Balena. Due giorni dopo, al mattino presto, caricato il pickup partimmo per Holbox. La strada da percorrere attraverso la giungla era lunga, da Tulum per Cobà U poi NuevoXcàn, e dopo circa tre ore arrivammo a Chiquilà, punto di partenza per l’isola di Holbox. Parcheggiato il pickup trovammo un pescatore che, con pochi pesos, ci portò sull’isola che dista circa un paio di miglia dalla costa. Durante il tragitto cominciammo a fare domande riguardo l’avvistamento di Squali Balena, ma dalla risposte che il pescatore ci dava si capiva che non era la persona giusta. Riportava solo frasi che aveva sentito da alcuni pescatori dell’isola. Arrivati ad Holbox ricordo che rimasi particolarmente colpito dalla sua bellezza, dalle sue spiagge bianche, dallo stupendo mare e dalla gentilezza degli abitanti. L’isola di Holbox si trova sulla punta nord dello Yucatan e a nord-ovest di cabo Catoche: ha una lunghezza di 47 chilometri e una larghezza di 3. Sull’isola ora vivono circa duemila abitanti, la loro occupazione principale è la pesca ed ora anche il turismo: infatti in quel periodo la gente cominciava a recarsi sull’isola per rilassarsi, per godere delle splendide spiagge e anche per ammirare le numerose specie di uccelli che la popolano. Il giorno seguente cominciò la nostra indagine. La cosa che ci stupì più di tutto è che molti dei vecchi pescatori, quando si parlava di Squalo Balena, invece di chiamarlo el Tiburòn Ballena, come tanti altri, lo chiamavano Domino. Il motivo? Molti anni fa i pescatori dell’isola, quando si spingevano molto al largo con le loro piccole barche, cominciarono a vedere questi grossi pesci. Non sapendo se fossero squali o balene decisero di chiamarli Domino per il particolare disegno che hanno sulla pelle, disegno che richiama le tessere del gioco del domino. Oltre a molte interessanti storie e racconti del passato, trovammo un paio di pescatori che si offrirono di portaci alla ricerca di Domino. Il mattino dopo di buon’ora partimmo con la loro piccola barca col motore fuoribordo, comando a barra, tutto molto spartano. Dopo ore di navigazione sotto un sole infernale, di Squali Balena nemmeno l’ombra. Qualcuno diceva che c’era troppo caldo per cui non stavano in superficie, ma rimanevano sotto per ripararsi dall’eccessivo calore, qualcun altro sosteneva che c’era poco planc- ton e si erano spostati altrove, qualcun altro ancora diceva che non era il periodo giusto, e così dopo un paio di tentativi decidemmo di rinunciare alle ricerche, pensando che erano le solite storie di pescatori un po’ gonfiate. Sì, senz’altro qualcuno li avrà visti, ma forse si trattava di qualche incontro isolato. Quanto ci sbagliavamo! Invece gli Squali Balena c’erano ed erano tanti. Infatti qualche anno dopo qualcuno cominciò seriamente le ricerche, con barche veloci e strumentazioni GPS e vide una costante presenza di questi animali nel periodo estivo. Sono ormai circa sei anni che il turismo sull’isola di Holbox è cambiato. Non solo i turisti vanno per godere del mare e delle splendide spiagge, ma anche per una emozione sensazionale: nuotare con gli Squali Balena. Molti abitanti del luogo si sono dedicati a questa attività, ed ora Domino è l’animale più amato dagli isolani. Lo dimostrano i numerosi murales che lo raffigurano. Gli Squali Balena arrivano al largo dell’isola di Holbox e l’isola di Contoy ai primi di giugno e si trattengono fino alla fine di a- gosto-metà di settembre. Sono tantissimi: si parla di oltre trecento esemplari. Infatti è proprio in questo periodo che c’è la massima concentrazione di plancton. Secondo i biologi gli Squali Balena provengono dal Sudafrica, ma questa tesi è ancora in fase di verifica. Per questo che stanno mettendo delle marche numerate sulla loro pinna dorsale: questo permetterà ai biologi di tutto il mondo di comprendere i loro spostamenti. Lo Squalo Balena è un animale filtratore, e come tale è dotato di una bocca di straordinaria dimensione capace di aspirare grosse quantità di acqua ricca di plancton. Questo plancton viene a sua volta convogliato dentro i fanoni, speciali branchie atte a separare il plancton dall’acqua. Il plancton raggiungerà così lo stomaco, mentre l’acqua defluirà all’esterno. Oltre al plancton, lo Squalo Balena si nutre di gamberetti, calamari e piccoli pesci. Questo grande animale può raggiungere una lunghezza massima di 18 metri, una media tra i 12 e 15 metri. Il peso medio è intorno alle 20 tonnellate, ma si pensa che possa rag- giungere le 35 tonnellate, La vita media va dai cento ai centotrenta anni. Attualmente è stato istituito un Parco Marino sull’isola di Holbox: a tutti i visitatori viene dato un braccialetto, in questo modo non solo si riesce a bloccare gli abusivi, ma diventa facile il conteggio dei visitatori, dato utile per limitare l’afflusso eccessivo. Inoltre il costo del braccialetto serve per aiutare a sostenere il programma di studio e protezione degli Squali Balena, obiettivo principale della nascita del Parco Marino. Sono tornato ad Holbox tre anni fa, perché il mio amico Gianmario, negli anni precedenti, si era organizzato con alcuni pescatori locali per veri e propri tour di snorkeling tra gli Squali Balena, con delle regole precise nel pieno rispetto dell’ambiente. Restai cinque giorni sull’isola, che nel frattempo era un po’ cambiata, qualche alberghetto e qualche piccolo risto- Reportage LIBERTÀ Venerdì 28 agosto 2009 Lo Squalo Balena è il pesce più grande del mondo e anche il più innocuo: praticamente è arrivato intatto fino a noi dalla notte dei tempi. Nel percorso evolutivo è in pratica rimasto immutato Playa Norte. Lì si pranza tutti insieme in un tipico ristorante di fronte al mare, dove c’è l’opportunità di assaggiare le specialità dell’isola, ricche di pesce. Dopo si risale in barca per raggiungere nuovamente il porto di Punta Sam dove, ripreso il pulmino, si fa ritorno all’hotel… sicuramente ricchi di un’esperienza unica al mondo. Io e Cinzia ci siamo trasferiti direttamente sull’isola Mujeres per quattro giorni, su consiglio di Gianmario, per essere in contatto diretto con il proprietario delle barche: insieme hanno cercato di esaudire tutte le mie richieste. Siamo andati alla ricerca degli Squali Balena in acqua limpida e li abbiamo trovati. E così per un paio di giorni abbiamo nuotato con decine di questi splendidi animali, in un mare cristallino. Probabilmente una corrente proveniente dal Golfo aveva trascinato il plancton verso il Mar dei Caraibi, lasciando un’acqua perfettamente limpida. A volte avevamo due, tre squali intorno, da non sapere da che parte guardare. Ricordo che il capitano fece molta fatica a farci uscire dall’acqua. E’ stata un’emozione indescrivibile. Lo Squalo Balena è il pesce più grande al mondo e anche il più innocuo. Questo splendido animale è arrivato intatto fino a noi dalla notte dei tempi. Infatti nel suo percorso evolutivo sembra sia rimasto sostanzialmente immutato. Ed ancora adesso sulle isole si trova qualche vecchio pescatore che lo chiama “Domino el gigante del Mar”. CABO CATOCHE Davanti all’enorme bocca dello Squalo Balena: impressionante, ma innocuo (fotoservizio Rino Sgorbani) rante in più, ma sempre bellissima e rilassante. Tutti i giorni si partiva con barche molto veloci, confortevoli e con tutte le strumentazioni necessarie. Avevano veramente fatto dei grandi progressi rispetto alla mia ultima volta sull’isola. A volte si navigava per più di un’ora prima di trovarli, ma anche se si spostavano in continuazione, seguendo le correnti di plancton, qualcuno riusciva a vederli ed avvisava le altre imbarcazioni via radio. Gli Squali Balena erano veramente tanti, qualche volta se ne potevano vedere anche dieci nel raggio di mezzo miglio. Ho nuotato per ore insieme a questi giganti del mare, facendo foto e filmati, un’esperienza davvero straordinaria, però l’unico problema era l’acqua non limpida, anzi a volte molto torbida per la grande quantità di plancton. E così dopo quella splendida avventura mi era rimasto un sogno, comune per tanti foto- grafi: incontrare tanti Squali Balena in acqua limpida. Il mio sogno si stava per avverare. Verso la metà di giugno mi telefonò Gianmario, mi disse che erano già diverse volte che vedevano alcuni Squali Balena in acque limpide, così senza esitare alla metà di luglio io e mia moglie Cinzia partimmo per il Messico. Avevo nostalgia di quei posti e dei vecchi amici. Arrivati ad Akumal, Gianmario mi spiegò che le cose erano cambiate, la sua organizzazione, il Diving Blue Caribe, diventato nel frattempo socio con il grande Luca Maghelli, non si appoggiava più al servizio delle barche dell’isola di Holbox, ma a quelle dell’isola Mujeres che si trova di fronte a Cancun. Il tour di snorkelig sugli Squali Balena ora si svolge in questo modo: i pulmini del Blue Caribe partono da Akumal verso le sette del mattino, si fermano a caricare i turisti che hanno prenotato il tour, negli alberghi lungo la riviera Maya. Dopo circa un’ora si arriva a Cancun e precisamente a Punta Sam, dove c’è un piccolo molo, ed è da lì che partono le barche per il tour, ognuna con un capitano, due guide e massimo 10 passeggeri. Un caffé, un breve briefing e via a tutta velocità verso nord: a bordo si può trovare acqua, bibite, panini. Si passa vicino all’isola di Contoy, un’ isola bellissima, disabitata, con spiagge bianche, un mare turchese, come erano i Caraibi tanti anni fa, dal 1998 diventata Parco Nazionale, e dopo circa un’ora di navigazione si cominciano a vedere gli Squali Balena. Si indossano pinne, maschera, snorkel e mutino o giubbetto e, a coppie, ci si tuffa per nuotare insieme a questi fantastici pesci, unico posto al mondo dove la loro presenza e il loro incontro sono garantiti. Esaurite le forze, si risale in barca e si raggiunge l’isola Mujeres, nella bellissima E’ ubicato a 53 km a nord di Cancun nello stato del Quintana Roo, penisola dello Yucatan. E proprio qui sbarcarono nel marzo del 1517 i primi conquistatori europei comandati da Francisco Herandez de Cordoba. Quest’ultimo lasciando l’isola di Cuba fu sorpreso da una tempesta che lo portò lungo le coste dello Yucatan. Il primo luogo che visitarono fu l’isola di Mujeres, al tempo disabitata e piena di statue raffiguranti volti femminili, offerte per Ixchel, la dea maya della fertilità. Lasciando l’isola, proprio di fronte Cabo Catoche, incontrarono la popolazione locale degli Ekab che li accolsero dirigendosi verso le navi con semplici canoe. Bernal Diaz del Castillo narrò la vera storia della Nuova Spagna e descrisse gli abitanti della zona che con faccia allegra si avvicinavano dicendo “cones cotoch”, cioè “vieni qui a casa mia” e per questo venne chiamata dagli spagnoli terra di Catoche, divenuto ora Cabo Catoche. La spedizione spagnola fu però assalita dalla popolazione Maya della zona: subì poche perdite grazie alla superiorità tecnologica, il risultato dell’as- salto fu che gli spagnoli sequestrarono 2 nativi, poi battezzati Julian e Melchor, che furono utilizzati come interpreti per la seconda e terza spedizione comandata da Hernan Cortez che terminò nel 1519 con la conquista del Messico. Nelle vicinanze di Cabo Catoche si può visitare tuttora una chiesa cattolica dell’era coloniale conosciuta con il nome di Boca Iglesia. Il Cabo si può solo raggiungere via mare, non c’è nessuna stada che lo collega al resto della penisola, e si possono ancora visitare le rovine degli Ekab. ISLA CONTOY Il Parco Nazionale Isla Contoy è localizzato a 30 chilometri a nord di Isla Mujeres, dove le acque del Mar dei Caraibi si uniscono a quelle del Golfo del Messico. La Barriera Corallina Ixlachè segna l’inizio della seconda barriera corallina più lunga del mondo, “El Gran Arrecife Mesoamericano”. Isla Contoy è un’area naturale protetta dal 1961 e fu decretata Parco Nazionale dal 1998. È un’ isola disabitata e amministrata dalla Commissione Nazionale delle aree naturali protette (CONAN) dipendente dal Ministero dell’Ambiente e Risorse Naturali (SEMARNAP). Contoy è lunga 8,75 chilometri, la sua superficie terrestre abbraccia 230 ettari e un territorio marino di 4.900 ettari. È il più importante rifugio di uccelli marini dei Caraibi Messicani. Le sue lagune, mangrovie e foresta bassa sono l’ambiente di 152 specie di uccelli registrati. A cominciare dall’inverno, vi si concentrano più di 10.000 uccelli, includendo fregate, cormorani, CON CHI IMMERGERSI Ogni giorno da giugno a settembre ◗◗ Diving Blue Caribe (www. Bluecaribe. net, info@bluecaribe. net, tel. +52 1 984 116 3170). Gestito da Gianmario Rocca e Luca Maghelli è situato negli Hotel Akumal Beach Resort e Grand Oasis Akumal, organizza immersioni giornaliere nei Cenotes, alla barriera corallina e una volta alla settimana a Cozumel. Possibilità di immersioni in grotta e tecniche. Tutto l’anno uscite giornaliere di snorkeling con tartarughe marine, e visita dell’isola di Contoy, l’unica isola ancora disabitata in Messico. Da giugno a metà settembre uscite giornaliere di snorkeling con gli Squali Balena. 57 sule, garze, pellicani bruni e rondini marine. Durante l’estate, tre specie di tartarughe marine arrivano sulle spiagge di Contoy a deporre le uova: la tartaruga Carey, la Bianca e la Caguama. Delle 98 specie di piante identificate, specialmente le mangrovie che coprono il 70% della superficie dell’isola sono rimaste intatte, e ospitano molte specie di uccelli, rettili, crostacei e pesci. Le acque circostanti di Contoy sono molto abbondanti di sostanze nutritive che servono come alimento al plancton che costituisce la base alimentare di più di 234 specie di pesci identificati nella zona, includendo i maestosi squali balena e razze, che si alimentano nei pressi delle sue coste. Nella Barriera Corallina Ixlachè abbondano splendide specie di corallo, pesci, l’aragosta spinosa e la chiocciola rosa. Il numero di visitatori del parco è limitato a 200 persone al giorno. L’infrastruttura del parco nella zona ecoturistica include un molo, boe d’ancoraggio, un centro per i visitatori con un’esposizione museografica, una torre d’osservazione dall’altezza di 20 metri, due sentieri interpretativi dove si può apprezzare la flora e la fauna dell’isola, un belvedere per l’osservazione degli uccelli, due grandi tetti di palma dove i visitatori possono mangiare, e una stazione di campagna attrezzata con generatori eolici e pannelli solari. Dopo aver assaporato un delizioso pesce alla Tikin Xic (una specialità della gastronomia yucateca) i visitatori possono effettuare un percorso alla laguna Puerto Viejo, luogo di annidazione del pellicano bruno più grande della costa atlantica del Messico. Questa è un’ escursione opzionale e ha un costo addizionale il cui ricavato viene utilizzato in appoggio a programmi di mantenimento del parco. Le attività permesse a Contoy sono l’ecoturismo, il monitoraggio e la ricerca scientifica, così come due tipi di pesca commerciale; attività tutte controllate e regolate dalla direzione del parco. Una visita a Contoy non può mancare nell’agenda di tutti coloro che amano la natura. La missione di “Amigos de Isla Contoy A. C. “ è: “promuovere la conservazione di Isla Contoy e di altre regioni naturali della Penisola dello Yucatan attraverso lo sviluppo sostenibile delle cmunità locali”. ISLA MUJERES È il nome di una piccola isola (nonché della cittadina situata sull’isola stessa) situata nel Mar dei Caraibi a 13 km dalla costa della parte nord-orientale della penisola di Yucatán, nella parte nord est dello stato di Quintana Roo. Si trova proprio di fronte a Cancun. Isla Mujeres è uno degli otto comuni dello stato di Quintana Roo. L’isola è lunga circa 7 km e larga circa 650 m. Al censimento del 2005 aveva una popolazione di 13.315 persone, 11.147 erano gli abitanti della cittadina. Da vedere la bella spiaggia di Playa Norte, con sabbia bianchissima, il Parco Garrafón, paradiso per gli amanti dello snorkeling e del mare, la spiaggia delle tartarughe e il caratteristico centro urbano, ricco di negozietti. L’isola fu scoperta il 17 marzo 1517 dallo spagnolo Francisco Hernández de Córdova e deve il suo nome alle statue femminili ritrovate nei pressi del tempio dedicato alla dea della fecondità Ixchel a cui era dedicata in quanto la punta sud dell’isola è la prima parte del territorio messicano illuminata dai raggi solari al mattino. L’isola offre anche la possibilità di vivere un’esperienza indimenticabile con i delfini. I venti dell’isola consentono di godere di belle giornate anche quando sulla costa ci sono temporali.