Cinquemila edifici illegali

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Cinquemila edifici illegali
15/01/2011
Corriere della Sera - Cinquemila edific…
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DIZIONA RI
CRONA CHE
A pochi chilometri dal sito archeologico di Selinunte (Trapani)
Cinquemila edifici illegali sul lido degli abusi
A Triscina oltre 800 abitazioni sono talm ente irregolari da non
poter rientrare nei condoni degli anni scorsi
SELINUNTE (Trapani) - Se vi
piacciono i tondini di ferro
ruggine ficcati su nel cielo, se
adorate il calcestruzzo
sgretolato dalla salsedine, se
andate pazzi per i selciati
sconnessi, se vi commuovono
le scalinate di cemento armato
che digradano sulla spiaggia
demaniale fino al mare e le
necropoli riciclate in discariche,
c'è il posto che fa per voi. Si
chiama Triscina, sta a due
passi da Selinunte (l’ideale per Case abisive sulla spiaggia di Triscina
farci fare un figurone), è
completamente abusiva e detiene probabilmente il record mondiale di
impunità: su circa 5 mila case nate fuorilegge (tutte), oltre 800 sono
così al di là di ogni limite di illegalità da non aver potuto approfittare
neppure del condono del 1985. Non hanno potuto approfittare
neppure del condono del 1994, né delle ammiccanti leggine via via
tentate dalla Regione Sicilia.
Colpite dalla ordinanza di demolizione (obbligatoria) non hanno mai
visto però una ruspa, un piccone, uno scalpello. Sapete quante ne
hanno abbattute, in questi anni? Zero: zero carbonella.
Eppure qui, di quegli «abusivi per necessità» che vengono difesi a
spada tratta dai legalisti di bocca buona, non ce n’è uno in giro.
Basta vagabondare tra le stradine che scendono a pettine verso il
mare: cancelli sbarrati, finestre sbarrate, porte sbarrate. Non un’auto
parcheggiata, un bambino che giochi, un ciclista che pedali, un panno
steso al sole. «La Florida d’Italia! La Florida d’Italia!», strilla ogni tanto
qualcuno vagheggiando di una regione aperta tutto l’anno grazie al
sole, al mare, alle ginestre, alle ricchezze archeologiche.
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E sarebbe questa? Una Florida sgangherata che poco dopo la metà
di settembre ha già chiuso tutto, ritirato le sdraio, smontato il
campeggio, serrato le baracche-bar sulla spiaggia? Li conti sulle dita
gli abitanti di questa scheletrica e bruttissima città fantasma che
restano a vivere quaggiù anche dopo la fine dell’estate. E se da altre
parti della penisola, in certe periferie delle grandi città, potresti avere
lo scrupolo di buttar giù una schifezza perché c’è dentro qualcuno, qui
no: nessun alibi. Tranne, s’intende, quello politico che tutti, dai sindaci
agli assessori, ti ripetono qui in Sicilia: un abusivo è un abusivo, 5 mila
abusivi sono un partito.
A bitazioni
abusivecostruite
nelle regioni
italiane (2002 Fonte CresmeAnci)
Gli abusi nelle
aree verdi (1998
- Fonte ministero
dell'Ambiente)
DA L CORRIERE
DELLA SERA
Costruzioni ne i
parchi, ne ssun
censimento dal
’98 di Giovanna
Cavalli (23
se tte m bre 2003)
Demolita la villa.
«C i ho provato,
è a nda ta male»,
di Gian Antonio
Stella (20
se tte m bre 2003)
Q ue lla villa nel
parco spuntata
in poche ore
di Gian Antonio
Ste lla(19
se tte m bre )
E a Fondi sotto la
serra sboccia la
villa abusivadi
Gian Antonio
Stella (18
se tte m bre 2003)
Quando il
condono edilizio
non paga di Gian
Antonio
Stella(13
se tte m bre )
Spiega un rapporto di Legambiente che la Sicilia, con 63.089 case
abusive costruite dal 1994 ad oggi, rappresenta un sesto dell’intero
panorama (362.676) dell’edilizia illegale italiana. Spiega anche che
305 case su mille, nell’isola, «non sono occupate e quindi rientrano tra
le cosiddette "seconde case"». Conclusione: visto che nella
stragrande maggioranza questi edifici fuorilegge costruiti negli ultimi
anni in attesa di un nuovo condono sono proprio case per le vacanze,
si potrebbero buttare giù.
Sì, ciao. «Il problema è che i sindaci le ordinanze le firmano perché
lo vuole la legge - racconta il dirigente generale dell’urbanistica
regionale, Nino Scimemi -. Ma poi difficilmente fanno partire gli appalti
per affidare i lavori di abbattimento». Basti ricordare la testimonianza
di Enzo Bianco: «Ero sindaco di Catania da poche settimane quando,
una mattina, un impiegato mi porta alla firma un faldone con due o
trecento ordini di demolizione... Comincio a firmare e gli chiedo: "Qual
è il calendario delle demolizioni?" Quello sbianca, chiude il faldone,
gira i tacchi e se ne va. Dopo un po’ entra il capo di gabinetto: "Ma
signor sindaco, le firme servono solo a non farla incriminare per
omissione di atti d’ufficio... Non penserà mica..."».
Molti anni dopo, non è cambiato niente. Incapace di raccogliere
informazioni precise in un panorama così sgangherato, la Regione ha
distribuito un questionario per un sondaggio a campione. Risultato:
nonostante lo sbracamento dello Stato con la raffica di condoni, gli
abusi edilizi accertati come in-sa-na-bi-li in Sicilia e quindi colpiti da
una obbligatoria ordinanza di abbattimento sono oggi 21 mila. E
quelle eseguite negli ultimi anni? Boh... Nessuno ne ha la più pallida
idea. Forse 200, dicono in Regione. Delle quali 130 (in larga misura
baracche) a Siracusa grazie a un protocollo d’intesa del sindaco Titti
Bufardeci con la Procura e il resto nelle altre province, che ospitano il
93% degli abusi isolani.
Il che fa ipotizzare agli ambientalisti una percentuale di demolizioni
effettive intorno allo 0,3 di quelle firmate. Umiliante. Chi ha governato
l’isola in questi anni, destra e sinistra, non è riuscito a fare il suo
mestiere tra gli «abusivi del superfluo» (chi aveva una casa
corriere.it/…/case_abusive.shtml
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sequestrata e acquisita per abusivismo se l’è tenuta ed è «ospite» del
Comune) come a Triscina, che con Marinella stringe Selinunte in una
morsa di calcestruzzo e scarica dove può, compresa la necropoli di
Timpone Nero dove i sepolcri vuotati dai tombaroli vengono usati
come depositi d’immondizia.
Non ci è riuscito con i grandi palazzinari e le aziendine edili che
hanno tirato su alla periferia della sola Palermo un agglomerato di
condomini e casette abusive dove vivono almeno 80 mila persone.
Non ci è riuscito a Pizzo Sella, la «collina del disonore» palermitana
dove tre grosse imprese (una delle quali controllata dalla sorella di
Michele Greco, detto «Il Papa») edificarono 170 ville: 64 subito
abitate, 55 finite ma mai occupate, 51 mai finite. Hanno perso tutti i
processi, i costruttori. Tutti. Fino in Cassazione. Eppure, di quelle 170
ville, ne hanno tirata giù (nel lontano 1998: poi basta) solo una.
Meglio: uno scheletro.
Il tribunale ha stabilito, al di là di ogni ragionevole dubbio, che si
trattò di un tipo di abusivismo assai consueto, in una regione in cui
solo il 18,4 per cento dei comuni si è dotato di un piano regolatore: le
licenze c’erano, ma erano state comperate. Come siano stati puniti
quei funzionari infedeli, quei costruttori e quei progettisti che
devastarono la collina ce lo dice la sentenza. Totale imputati: dieci.
Totale condanne: 36 mesi di carcere.
Una settimana per ogni villa. Con la condizionale, si capisce...
Gian Antonio Stella
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