Il mio piede sinistro
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Il mio piede sinistro
I.T.I.S. FILMS Sabato 28 marzo 2009-aula magna- ore 9-12.30 SCUOLE SECONDARIE Regia: Jim Sheridan Film (1989) tratto dal romanzo del pittore scrittore irlandese Christy Brown, nato con un handicap fisico quasi totale: l’unica parte del corpo che poteva muovere liberamente era il piede sinistro. Il film è interpretato dal pluripremiato Daniel Day Lewis, che per l'occasione ha voluto imparare a scrivere con l'estremità del piede. Nel 1999 il British Film Institute l'ha inserito al 53° posto della lista dei migliori cento film britannici del XX secolo. ♣♣♣ A Dublino, nel 1932, Christy Brown, appena nato, è vittima di una paralisi che gli impedisce di parlare e di muoversi: i medici al riguardo esternano pessimistiche previsioni sulla possibilità di sopravvivenza di Christy che, malgrado questo handicap, viene ben accettato da tutta la numerosa ma povera famiglia, composta dal padre muratore, dalla madre casalinga e dai dodici fratelli. Con il trascorrere degli anni, Christy sorprende i familiari per i suoi tentativi di comunicare con il piede sinistro, tramite il quale riesce a scrivere alcune parole e a dipingere. ♣♣♣ Un’opera estremamente toccante, mai ricattatoria nei confronti dello spettatore, né patetica (pericolo sempre in vista dinanzi a questi argomenti). Il film, infatti, mette in scena con grande sobrietà l’esistenza di Christy, mostrandone sia le grandi sfortune, dovute al suo grave handicap, sia però le sue altrettanto grandi fortune, come l’aver avuto intorno una famiglia invidiabile per amorevolezza, guidata da una figura materna dotata di un’ eccezionale umanità. Di momenti strappalacrime ce n’è più di uno durante la visione (la costruzione della stanza privata di Christy o la scena della sua prima retribuzione), ma nessuno ha il gusto dell’artificioso, colpendo direttamente al cuore lo spettatore. Sheridan è bravo 1 a far sentire questo carico emozionale, accompagnandolo sapientemente sia con un pizzico di humor che con alcuni spunti di riflessione. Nel racconto di Christy c’è spazio anche per parlare delle difficoltà derivanti dall’assenza di autonomia (guardare il piccolo Christy costretto a rimanere dove viene di volta in volta posto), dell’impellente bisogno di ogni uomo di comunicare con chi gli sta attorno, dando così in qualche modo sfogo ai propri sentimenti, ed infine del brutto pregiudizio che mette i soggetti in situazione di handicap, o meglio i soggetti diversamente abili in una condizione di inferiorità rispetto a chi li circonda. Buona parte della riuscita del film va sicuramente attribuita agli interpreti: Daniel Day-Lewis dà una superba prova d’attore, frutto di un’ accurata preparazione (ha imparato a comportarsi come un cerebroleso grazie alla scuola di Gene Lambert, fotografo e pittore a sua volta paralizzato), ma bravissima è anche la Fricker, che dà vita ad una donna difficile da non amare. Una pellicola infine dove emozionarsi è cosa sicura, ed il messaggio edificante di cui si fa portatrice, ovvero come ogni ostacolo possa essere superato, ne è un ulteriore pregio. OSPITI D'ONORE per il dibattito: Adriano Berton (www.adrianoberton.com e www.emotionaljob.it), maratoneta di New York, autore del libro Scusa New York vado di corsa, Baldini editore e ritornano Marta e Sara Gulino, rappresentanti di “Grinta e Coraggio”O.N.L.U.S. (www.grintaecoraggio.eu). Hanno contribuito alla realizzazione del lavoro: Gambino Andrea, Favero Luca, Bernardi Matteo, Garatto Nicola, alunni di IA, con la supervisione delle insegnanti: prof. Cibin C.M. e Peretti A. 2