LA MEMORIA E L` ESPERIENZA SENSO MOTORIA DELL
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LA MEMORIA E L` ESPERIENZA SENSO MOTORIA DELL
LA MEMORIA E L’ ESPERIENZA SENSO MOTORIA DELL’APPRENDERE Claudia Durso * ( marzo 2013) I bambini sono capaci di apprendimenti straordinari, inaspettati, se accompagnati nel loro processo di scoperta e creatività favorendo la possibilità di manipolazione e trasformazione dell‘oggetto del proprio apprendimento. L’apprendimento attraverso l’esperienza rimane il più importante strumento educativo . Così è importante l'educazione motoria, il ritmo degli eventi, la manipolazione. E sono gli infiniti “perché” che fanno nascere l’apprendimento intuitivo, capace di leggere le realtà nascoste. Dalla osservazione e manipolazione il bambino scopre il mondo delle forme e delle funzioni dell’oggetto. Passa dalla esperienza senso-motoria a quella concettuale; dalle funzioni palesi dell’oggetto alle funzioni ‘scoperte’ con un atto creativo: Il cd ‘pensiero divergente’ , che ‘diverge’ dal normale procedere per tentativi ed errori e trova la soluzione esaltante e creativa ad un problema. Se l’apprendimento scolastico non è visto solo come un semplice succedersi di nozioni benché ben correlate, ma come un continuum finalizzato alla realizzazione di percorsi futuri, allora ogni gesto può assumere importanza di prerequisito e preparazione ad apprendimenti complessi. Così una torre di cubi si trasforma in gioco di inclusione del più piccolo nel più grande e diventa prerequisito all’apprendimento della divisione. I verbi , non più un carico sulla memoria ma un’esperienza spazio-temporale. Il minimo comune multiplo una esperienza da ‘supermercato’, della vita quotidiana, che ci aiuta a prevedere gli eventi futuri e a giocare con essi. Sta però all’adulto comprendere e organizzare gli strumenti, le metodologie e l’ambiente adatto per gli apprendimenti significativi. E deve farne esperienza per primo, avere le idee chiare sul da farsi e sul percorso da seguire; sull’insegnamento come continuità senza interruzione, dove ogni apprendimento ne prepara un altro. E se riflettiamo su quali siano gli apprendimenti necessari e utili a ‘quel‘ bambino per progredire verso la complessità, possiamo ben lavorare su una didattica inclusiva di tutti quei bambini che altrimenti rimarrebbero un po’ più indietro sin dall’inizio. La storia ha dato le sue prove. Maria Montessori, precorrendo i tempi oltremodo, ha mostrato come un bambino possa persino affrontare l’esperienza del cubo del binomio con gli strumenti di apprendimento giusti. Un bambino con deficit cognitivo lieve può affrontare la difficoltà della divisione con strumenti adeguati. Possiamo imparare tutti che la scrittura è possibile pensarla come un’arte del tratto grafico, che è sensoriale motoria prima che asta e cerchio o lettera dell’alfabeto, un po’ sgangherata, tracciata sul quaderno. Diventa così significativo affidarsi ad una memoria sensoriale prima che ad una memoria concettuale monotematica o prevalentemente visiva e [Digitare il testo] Claudia Durso , Pedagogista. Si occupa di difficoltà dell’apprendimento e del comportamento presso il C.R.ED. del Comune di Firenze uditiva. Canali questi, quasi esclusivi dell’apprendimento scolastico successivo e per molti anni ancora. E’ l’utilizzo di tutti i cinque sensi che crea le basi di una memoria più solida e duratura nel tempo, perché ‘quello’ stimolo richiama esperienze diverse di: colori, forme , sensazioni tattili e movimento, se non di emozioni . Allora perché non apprendere così, come un gioco , quella struttura del pensiero che diventerà formale se non speculativo. Il pensare per il pensare . Il creare ipotesi per soluzioni di problemi improbabili. Togliamo al ‘Futuro’ parte del lavoro mnemonico letterale, e insegniamo i verbi come esperienza sensoriale dove il passato e il futuro sono concetti spazio temporali, in cui fisicamente ‘mi sposterò in avanti ‘ per tracciare il segno del tempo e dello spazio . ‘Io leggerò’ si trasformerà allora in un gioco in cui chi ‘guida’ aspetta 5 secondi, poi si sposta verso un libro posto davanti a sé e compie il gesto di leggere. E così ‘tu leggerai’ , obbligherà l’altro , il ‘tu’, ad aspettare 5 secondi prima di spostarsi in avanti e raccogliere il libro e fare il gesto del leggere , e così via. Il passato diventerà anch’esso esperienza spazio temporale dove il libro è lasciato alle spalle . Il bambino ‘io’ lascerà il suo libro appena letto su un piano e voltandogli le spalle , in silenzio lo lascerà dietro di sé. Il passato , sta alle spalle , in un luogo che non possiamo più percorrere. Inutile dire che il presente è il gesto del ‘qui e ora’. I tempi delle azioni non sono concetti formali astratti da imparare a memoria, ma esperienze del vivere quotidiano e nessun bambino piccolo avrà difficoltà, in questo gioco, a ricordarsi il tempo delle proprie azioni. Così come non avrà difficoltà più tardi a ricordare e verbalizzare i tempi della sua esperienza senso-motoria e associarla a nuovi concetti linguistici significativi. Nel tempo dell’ Ipad e dei così detti ‘nativi digitali’ riflettiamo sul rischio di perdere, se non sufficientemente curato, quel patrimonio di esperienza e sensibilità che ci rende esseri umani emozionali. [Digitare il testo] Claudia Durso , Pedagogista. Si occupa di difficoltà dell’apprendimento e del comportamento presso il C.R.ED. del Comune di Firenze