Anche libero va bene di Kim Rossi Stuart - Sala

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Anche libero va bene di Kim Rossi Stuart - Sala
La chiave di Sara
di Gilles Paquet-Brenner
Francia, 2011 -- drammatico -- 1h e 51’
cast Kristin Scott Thomas
Un evento storico dimenticato, la determinazione di una donna.
Julia Jarmond (Kristin Scott Thomas) è una giornalista americana che vive e lavora in Francia. Indagando su
uno degli atti più inumani della Seconda Guerra Mondiale, il rastrellamento di migliaia di ebrei condotto
al Velodromo d’Hiver dalla polizia francese nel luglio del 1942, viene a conoscenza della storia di Sara,
una bambina ostinata e coraggiosa che riuscì a fuggire dagli orrori della guerra per cercare di salvare il suo
fratellino. Julia, seguendo le tracce di un’inchiesta che racchiude molti segreti non svelati, ricostruirà i passi
della bambina e colmerà molte lacune della sua storia.
La Shoah è un argomento pericoloso dal punto di vista artistico. Si tratta di una tragedia così traumatica e
indicibile da renderla di fatto irrappresentabile. Eppure il cinema si è misurato infinite volte con questo
soggetto storico tentando approcci 'esemplari' con Il pianista di Polanski o Schindler's List di Spielberg,
sperimentando sguardi morbosi con Il Portiere di notte, osando quello favolistico e 'addolcente' con La vita è
bella e Train de vie. Ci ha provato con la stessa urgenza e serietà il cinema documentario fallendo ugualmente
l'intento di avvicinare la realtà della Shoah. A mancare troppe volte e nonostante le migliori intenzioni sembra
essere una maggiore coscienza storica e morale. La chiave di Sara sta nel mezzo tra il bisogno di
“documentare” e quello di “intrattenere”.
Storia dall’impianto classico, che viaggia tra passato e presente e vive di piccoli, fortuiti eventi che fanno
muovere il racconto e danno ritmo alla storia (facendo però talvolta storcere il naso: penso ad esempio alla
scena in cui Sarah e un’altra bambina fuggono da sotto la rete del campo di concentramento aiutate da una
guardia e non viste da un’altra a pochi passi: tutto molto favolistico ma ben poco realistico). Coincidenze e
accadimenti a cui crediamo più per la forza e la convinzione con cui sono narrati che per la loro
verosimiglianza.
Un ottimo montaggio crea una sempre più angosciante tensione che sfocia nel commovente, doloroso e
persino inquietante finale. La chiave di Sara non è un trattato di storia, non vuole esserlo: è solo il racconto
dell’ostinazione di una donna e di come un’idea, una convinzione possano essere talmente forti da far passare
in secondo piano anche cose decisamente più importanti (come la famiglia, nel caso di Julia).
Paolo Bassani
Scialla! (Stai sereno)
di Francesco Bruni, con Fabrizio Bentivoglio
Italia 2011; commedia - durata 1h e 35’
Bruno Beltrame ha tirato i remi in barca, e da un bel po’. Del suo antico talento di scrittore è rimasto quel poco che gli
basta per scrivere su commissione “i libri degli altri”, le biografie di calciatori e personaggi della televisione (attualmente
sta scrivendo quella di Tina, famosa pornostar slovacca divenuta produttrice di film hard); la sua passione per
l’insegnamento ha lasciato il posto a uno svogliato tran-tran di ripetizioni a domicilio a studenti altrettanto svogliati, fra i
quali spicca il quindicenne Luca, ignorante come gli altri, ma vitale ed irriverente. Un bel giorno la madre del ragazzo si fa
viva, come un fantasma dal passato, con una rivelazione che butta all’aria la vita di Bruno: Luca è suo figlio, un figlio di cui
ignorava l’esistenza. Non solo: la donna è in procinto di partire per un lavoro di sei mesi da cooperante in Africa, e il
ragazzo non può e non vuole certo seguirla laggiù. La donna chiede a Bruno di ospitare a casa sua il ragazzo, e di
prendersi cura di lui, ma senza rivelargli la sua vera identità.
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