decollazione battista - Compagnia di San Paolo

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decollazione battista - Compagnia di San Paolo
DECOLLAZIONE
ATTISTA
B
MARCO ANTONIO POGGIO
LA
LA DECOLLAZIONE DEL BATTISTA DI MARCO ANTONIO POGGIO
DEL
euro 14,00 (i.i.)
DI
DECOLLAZIONE
ATTISTA
B
MARCO ANTONIO POGGIO
LA
DEL
DI
Storia e restauro
a cura di
Daniele Sanguineti e Gianluca Zanelli
testi di
Daniele Sanguineti
Antonio Silvestri
Gianluca Zanelli
Sommario
Ministero per i Beni
e le Attività Culturali
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici
ed Etnoantropologici della Liguria
Arcidiocesi di Genova
Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici
Oratorio Arciconfraternita
Mortis et Orationis
Presentazioni
La Decollazione del Battista
di Marco Antonio Poggio
Storia e restauro
04
Andrea Muzzi
Grazia Di Natale
Ernesto Roncallo
a cura di Daniele Sanguineti e Gianluca Zanelli
Redazione
Daniele Sanguineti con la collaborazione
di Matteo Moretti
Impaginazione e grafica del volume
Sagep Editori, Genova
Direzione editoriale: Alessandro Avanzino
Grafica: Barbara Ottonello
Stampa
Grafiche G7 Sas, Savignone (Genova)
Restauri
Laboratorio di Restauro Antonio Silvestri, Genova
Direttore dei lavori: Gianluca Zanelli
Con il sostegno di
Compagnia di San Paolo
Referenze fotografiche
Albenga, Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici della Curia
vescovile di Albenga
Genova, Archivio Silvestri Restauri
Genova, Archivio fotografico Soprintendenza per i Beni
Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Liguria
Genova, Archivio fotografico laboratorio di restauro
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed
Etnoantropologici della Liguria (Daria Vinco)
Genova, Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici
dell’Arcidiocesi di Genova
Archivio Valentina Fiore
Archivio Daniele Sanguineti
Ringraziamenti
Il primo ringraziamento va alla Compagnia San Paolo
che, con immediatezza, ha inteso l’importanza del
recupero del gruppo processionale del Poggio e della
settecentesca cassa mariana sostenendone generosamente
il restauro.
Un sentito ringraziamento all’Ufficio Diocesano
Beni Culturali Ecclesiastici della Curia Arcivescovile
di Genova e in particolare a Grazia Di Natale.
Un grazie particolare a Ernesto Roncallo, Priore
dell’Arciconfraternita Mortis et Orationis di Sestri
Ponente, per la costante attenzione dimostrata nei
confronti dell’iniziativa. Si ringrazia inoltre a vario titolo:
Paolo Arduino, Giacomo Baldaro, Massimo Bartoletti,
Rosaria Cigliano, Francesca Contini, Laura Fornara,
Fausta Franchini Guelfi, Matteo Moretti, Alma Oleari,
Mons. Andrea Parodi, Mariolina Rella, Antonio Silvestri,
Daria Vinco, Giovanni Ziglioli.
L’Editore è a disposizione degli eventuali detentori
di diritti che non sia stato possibile rintracciare.
© 2013 Sagep Editori
www.sagep.it
ISBN 978-88-6373-233-7
In copertina
Marco Antonio Poggio, Decollazione del Battista, Genova Sestri Ponente, oratorio Mortis et Orationis, particolare.
Brevi cenni (e qualche spunto)
per il patrimonio artistico dell’Arciconfraternita
Mortis et Orationis di Sestri Ponente
08
Gianluca Zanelli
La Decollazione del Battista di Marco Antonio Poggio:
il teatro barocco a Genova
18
Daniele Sanguineti
Il restauro: metodologia e intervento
54
Antonio Silvestri
La Madonna del Rosario di Francesco Ravaschio
68
Daniele Sanguineti
Bibliografia
74
Presentazioni
L
a pubblicazione del restauro della Decollazione del Battista di Marco Antonio Poggio
avviene in un periodo in cui sono stati
presentati altri recuperi seguiti dalla Soprintendenza per i Beni Storici e Artistici ed Etnoantropologici della Liguria: alludo al restauro delle
opere di Santa Maria della Castagna e a quella
del Santuario del Belvedere. La soddisfazione di
poter rivedere di nuovo, e in condizioni di rinnovata leggibilità, nelle sedi in cui erano conservate queste opere significative dell’arte nella nostra regione, si aggiunge al fatto positivo che il
risultato è stato raggiunto grazie ad un impegno
condiviso. Rivolgo il mio pensiero in particolare a coloro che sono preposti alla cura di questo
imponente complesso scultoreo, segnatamente
Ernesto Roncallo, Priore dell’Arciconfraternita
Mortis et Orationis di Sestri Ponente, Grazia
Di Natale dell’Ufficio Diocesano Beni Culturali
Ecclesiastici della Curia Arcivescovile di Geno-
4
va, Gianluca Zanelli, lo storico dell’arte della
Soprintendenza che, studiando con passione,
ha seguito il restauro affidato alla cura del Laboratorio di Antonio Silvestri. Ancora una volta
la Compagnia di San Paolo è stata di indispensabile sostegno alla iniziativa dimostrando una
lungimirante sensibilità per la vita delle opere
d’arte, sensibilità che deve essere rimarcata con
forza in questa fase storica in cui, pur vivendo in
un contesto reso unico proprio dalla diffusione
delle testimonianze storiche e artistiche, siamo
invece costretti a registrare preoccupanti segnali di segno opposto. Avviciniamoci dunque alla
complessa e spettacolare Decollazione del Battista
di Sestri Ponente, un’opera che ritorna alla godibilità e all’arricchimento spirituale di tutti noi.
Andrea Muzzi
Soprintendente per i Beni Storici, Artistici
ed Etnoantropologici della Liguria
L
e due casse processionali appartenenti
all’Arciconfraternita Mortis et Orationis
di Sestri Ponente sono state protagoniste, in questi ultimi anni, di un laborioso restauro condotto sotto l’Alta Sorveglianza della
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed
Etnoantropologici della Liguria, diretto dal
dottor Gianluca Zanelli, ed eseguito dal laboratorio di Nino Silvestri. Come ogni bene custodito all’interno degli oratori, le casse processionali sono il segno della profonda devozione
dei Confratelli verso i Santi e la Vergine, documenti di convergenza spirituale per gli abitanti
del luogo, e occasione per gli artisti di esemplificare abili ed erudite capacità tecniche.
In particolare, San Giovanni Battista, patrono
della città di Genova, rappresenta, per i fedeli
dell’Arcidiocesi, il Santo che non scese a compromessi e che perseguì la verità e la rettitudine
fino a giungere al martirio. La presenza di innumerevoli opere d’arte, presenti nel territorio
dell’Arcidiocesi, dedicate al Precursore pone in
rilievo quanto la devozione fosse sentita e come
i fedeli ricercassero la protezione del Santo
con l’aiuto di immagini suggestive, particolarmente evocative della sua vicenda terrena. La
cassa lignea di Marco Antonio Poggio, portata
in processione dai Confratelli, toccava profondamente la sensibilità dei fedeli e mostrava con
orgoglio l’importanza delle attività svolte dalla
Confraternita, sodalizio di uomini che si occupavano delle pratiche pietose collegate alla
dipartita dei meno fortunati. Anche la statua
della Madonna del Rosario, attribuita a Francesco
Ravaschio, testimonia la necessità di manifestare, durante le processioni, il legame secolare
che i fedeli sestresi avevano verso la Vergine, invocata protettrice dall’alto del monte Gazzo su
tutto il territorio sottostante. I saggi di Daniele
Sanguineti e di Gianluca Zanelli, che seguono
in questo contributo, permettono di ripercorre
con chiarezza, attraverso le indagini storiche e
artistiche, questa sentita devozione dei sestresi,
manifestata con opere d’arte di altissimo pregio.
Un restauro, dunque, che sottolinea quanto sia
fruttuoso oggi lavorare in comunione di intenti
tra gli Enti preposti alla tutela e alla valorizzazione: fondamentale è stato, ancora una volta,
l’apporto della Compagnia di San Paolo al fine
di salvaguardare la memoria di chi ci ha preceduto, nel desiderio preciso di lasciare a chi
seguirà, la testimonianza non solo delle opere
d’arte, ma anche e soprattutto i segni di fede
che con queste sono intrecciate.
Grazia Di Natale
prodirettore Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici
Arcidiocesi di Genova
5
I
l programma per il restauro delle due casse
processionali dell’Arciconfraternita Mortis
et Orationis, la Madonna del Rosario e, in
particolare, la Decollazione del Battista, opera insigne di Marco Antonio Poggio, risale all’inizio
del 2000 grazie alla volontà del defunto priore
Mario Parodi. Tale programma è stato in seguito condotto dal nuovo consiglio con l’appoggio
e l’incoraggiamento dell’Ufficio Beni Culturali
Ecclesiastici e della Soprintendenza per i Beni
Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Liguria. Si è provveduto a richiedere vari progetti
a ditte altamente specializzate e, infine, il restauro è stato affidato dalla Confraternita al laboratorio di Antonio Silvestri di Genova.
Queste casse processionali, e in particolare quella della Decollazione – per i sestresi “Miodin-a” –,
sono molto care alla popolazione e motivo di orgoglio per il loro valore storico e artistico.
6
Quando, nel 1620, venne aperta al culto la parrocchia di Santa Maria Assunta, la stessa contava già tremila anime, mentre la chiesa matrice di San Giovanni Battista ne annoverava
solo mille. Con la nuova parrocchia si ritenne
di costituire un’associazione confraternale, e
nel 1634, a seguito del decreto dell’arcivescovo
di Genova, monsignor Domenico De Marini,
prese avvio l’edificazione del nostro oratorio,
accanto alla parrocchia, ultimato nel 1639.
L’Arciconfraternita Mortis et Orationis aveva
lo scopo di seppellire i morti dopo aver suffragato le anime mediante il funerale e infine prendersi cura dei superstiti in difficoltà. Varcando
la soglia dell’oratorio si osserva, sulla volta, lo
stemma dell’Arciconfraternita; degni di nota
sono gli affreschi del presbiterio, realizzati da
Giovanni Battista Revello, mentre la tela del
coro, tradizionalmente attribuita al sestrese
Antonio Travi, detto il “Sordo di Sestri”, mette
in scena l’Imposizione del nome del Battista. Nel
1749 si aggiunsero i due altari laterali dedicati alle Anime del Purgatorio e a Santa Maria
Maddalena. Le due arche processionali raffiguranti la Decollazione e la Madonna del Rosario si
ascrivono al periodo d’oro delle scultura sacra
del genovesato. Sono inoltre preziosi i due Crocifissi: il Nero, realizzato per emulare il Cristo
dell’oratorio delle Fucine, il Bianco, opera riferita ad Anton Maria Maragliano e che secondo
la tradizione giunse a Sestri dalla casaccia genovese di Santa Brigida e per ciò chiamato “Il
Brigidone di Sestri”. Ma negli studi contenuti
in questo volume, a firma di Gianluca Zanelli e
Daniele Sanguineti, vengono per la prima volta proposte più pertinenti attribuzioni.
Il nostro oratorio, restaurato nel 1967 insieme
all’attiguo edificio, è testimonianza dell’attacca-
mento che i sestresi hanno per questa importante
realtà, mantenuta aperta tutti i giorni, e dove si
espone il Santissimo Sacramento e si celebrano
alcune funzioni in forza di bolle papali come quella di Paolo V del 1600 e di Clemente X del 1671.
Sembra doveroso, dunque, rivolgere un sentito
ringraziamento alla Compagnia di San Paolo che ha sostenuto il restauro delle due casse
processionali, alla Soprintendenza per i Beni
Storici, Artistici ed Etnoantropologici della
Liguria e all’Ufficio Beni Culturali della Curia
Arcivescovile di Genova, che hanno seguito i
lavori, e a monsignor Andrea Parodi, parroco
della Basilica Santa Maria Assunta e nostro assistente, nonché a tutti i confratelli e le consorelle che ci hanno sostenuto in questa impresa.
Ernesto Roncallo
Priore dell’Arciconfraternita Mortis et Orationis
7
Scheda di restauro
Il restauro:
metodologia e intervento
Antonio Silvestri
La diagnostica
La complessità del gruppo processionale1, per
la quantità di figure e per le dinamiche costruttive, e lo stato di degrado già riscontrabile da
una prima e superficiale analisi hanno imposto una diagnostica utile per tracciare le singole fasi dell’intervento. In particolare è stata
condotta un’indagine radiografica al fine di
raccogliere informazioni sulla tecnica esecutiva, sui materiali costitutivi di alcune figure e
sull’assemblaggio delle parti: si sono analizzati,
a questo proposito, il Battista, il soldato baffuto
e l’anziana ancella. A parte l’individuazione di
improprie chiodature sulla schiena del protagonista (applicate successivamente per reggere
l’aureola), le sculture risultano scolpite, dal basamento alla testa, in un unico tronco di legno
stagionato, comprendente anche parte degli
arti, eccetto le porzioni più sporgenti (fig. 53).
L’esame di alcuni campioni tramite stereomicroscopio e microscopio ottico, al fine di individuare le essenze lignee, ha rivelato l’utilizzo
di pioppo per alcune figure (il Battista, Salomè,
i tre soldati, il carcerato) e per la struttura (l’architettura e il basamento a finto marmo), mentre altre figure (il boia, il paggio moro, il paggio
bianco, l’anziana ancella, il cane, l’angelo con
la veste rosa) sono state scolpite utilizzando
legno di tiglio. Un solo campione, relativo al
basamento di supporto, ha rivelato l’impiego di
conifera (abete bianco)2.
L’analisi dendrocronologica, al fine di ottenere informazioni sulla datazione del legno, ha
54
fornito come risultato più attendibile (95,4%
su 68,2 probability) il seguente scarto temporale: 1460AD-1650AD (cfr. il saggio di Daniele
Sanguineti)3.
Infine le analisi stratigrafiche effettuate su sei
campioni della policromia, prelevati dalle figure di Salomè e, soprattutto, dell’anziana ancella, hanno fornito le seguenti indicazioni: la
preparazione pittorica è a base di gesso, previa
stesura di un materiale di finitura e protezione
tra legno e gessatura, composto da una mescola
di bolo e biacca con legante a tempera grassa
(probabilmente uovo). Tra i pigmenti utilizzati
sono emersi l’azzurrite, la terra verde e il cinabro mescolati a biacca per le vesti, oltre all’impego di lacca non per velature superficiali, ma
in forma di granuli con l’aggiunta sempre di
biacca, per il conferimento di una brillantezza
maggiore alla materia. In superficie la patina di
finitura ha rivelato la presenza di olio di lino
con tracce di carbonato di calcio e gesso4.
Le decorazioni dorate a rilievo delle vesti sono
state realizzate con spessi strati di gesso, impiegando la tecnica a pastiglia e la successiva incisione (anche a bulino) della superficie
gessosa.
Nella pagina a fronte:
53. Radiografia del busto anteriore del Battista che mostra l’utilizzo di un tronco pieno intagliato lungo la fibra.
I chiodi, non pertinenti, furono applicati sulla schiena per
sostenere l’aureola in lamina d’argento.
Il degrado
La pellicola pittorica di tutte le figure presentava ampi sollevamenti “a scodella”, con relative
cadute, e, nel contempo, un diffuso ed evidente
annerimento dovuto a una tenace stratificazione di nerofumo, particellato atmosferico, alterazione di patinature non pertinenti e colature
di consolidamenti eseguiti in diversi momenti
con adesivi anche impropri, come colle viniliche (fig. 54). La superficie pittorica di alcune sculture, in particolare i protagonisti della
gloria angelica, presentava lacune più gravi,
riguardanti soprattutto le stesure di colore (e
non tanto la preparazione gessosa), causate
dalla pioggia e da una prolungata permanenza
in ambiente umido con effetti di dilavamento.
La struttura lignea sia dei personaggi che
dell’architettura era fortemente indebolita da
reiterati attacchi di insetti xilofagi. Inoltre si
potevano chiaramente osservare rotture e lacune sparse nel modellato, come, per esempio, le
porzioni mancanti di alcuni lembi delle vesti,
la rottura scomposta delle zampe posteriori del
cane e dello zoccolo della zampa posteriore sinistra dell’agnello, il maldestro incollaggio, in
seguito a un distacco, dell’arto destro del boia,
all’altezza della spalla, alcune dita rotte o mancanti e ali sbeccate.
L’intervento conservativo strutturale
Non si poteva dunque rimandare ulteriormente
la sospensione del progressivo deterioramento
del legno e della pellicola pittorica. Si è proceduto con il consolidamento dei sollevamenti
di materia, la disinfestazione, il risanamento
strutturale per garantire un nuovo equilibrio
55
Antonio Silvestri
Scheda di restauro
statico alle figure. Gli strati pittorici si presentavano come un guscio distaccato dal supporto
(fig. 55), il quale si era ridotto di volume a seguito di un’asciugatura repentina preceduta da
una lunga esposizione a forte umidità. Per tale
motivo è stato necessario assicurare prontamente con velinature gran parte delle superfici
pericolanti, prima del trasporto del gruppo in
laboratorio. Al progressivo smontaggio ha fatto
seguito la disinfestazione del legno, sigillando
per un periodo di circa cinque settimane le varie figure e porzioni in apposite camere stagne,
all’interno delle quali sono stati monitorati i
valori dell’azoto e quelli dell’umidità relativa
(60%-70%) per consentire al legno di recuperare il volume originario. Conseguentemente
è stato possibile eseguire il consolidamento
del colore, fissato al supporto con iniezioni di
colla animale e successivamente con l’ausilio
del termocauterio. Ultimata questa fase, che
ha riguardato circa la metà delle superfici, è
stato necessario rimuovere e ripristinare anche
le parti consolidate in precedenti interventi di
manutenzione, fermate in modo improprio con
eccessiva colla vinilica. Inoltre le strutture lignee sono state ulteriormente consolidate con
iniezioni di Permetrina in essenza di petrolio e
ripetute impregnazioni di Regalrez. Le lacune,
in particolare alcuni lembi delle vesti, il dito
indice della mano destra del giovane con cappello, alcune porzioni delle ali dei due arcangeli, sono state risarcite, mentre è stato effettuato
lo smontaggio e l’incollaggio corretto dell’arto
del boia e delle zampe degli animali.
54. Il retro del Battista prima del restauro con la pellicola pittorica annerita, sollevata e lacunosa.
56
La pulitura
La pulitura della superficie pittorica è stata effettuata in modo graduale e selettivo mediante
test di solubilità. Dopo aver eliminato, con tamponature di Citrosolv, gli strati superficiali di
cera presenti su tutte le superfici delle sculture,
si è proceduto con la rimozione dei più tenaci
strati disturbanti. Su molte sculture era inoltre
presente una spessa pellicola di vernice di tipo
sintetico, disomogenea e pigmentata, asportata
55. Particolare della pellicola pittorica distaccata, lacune
con supporto ligneo a vista e fori di sfarfallamento.
con l’uso, ripetuto, di Metiletilchetone, alternato, su alcune zone, all’uso di Citrosolv per
rimuovere ulteriori strati intermedi cerosi. Altri depositi intermedi di sporco organico sono
stati rimossi con solvente acquoso TEA 20%.
Sulle stesure sottostanti (vernici pigmentate e
ritocchi alterati) è stato utilizzato il gel (50%
DMSO) rimosso con 50% White Spirit e 50%
Etile Acetato. Restavano in molte zone ritocchi più antichi e resistenti, sui quali è stato usato il gel con Alcol Benzilico, rimosso con 50%
White Spirit e 50% Alcol Isopropilico: tuttavia
alcune riprese pittoriche dal tono grigio e dello sporco raggrumato, in prossimità delle vesti
decorate di alcuni personaggi, risultavano in57
Antonio Silvestri
Scheda di restauro
57. Fase della pulitura della pellicola pittorica (tassello a risparmio sulla schiena dell’agnello che mostra lo stato precedente
all’intervento).
56. Fase della pulitura della pellicola pittorica (tassello a risparmio sulla porzione di destra della schiena del Battista che
mostra lo stato precedente all’intervento).
58
globate nel colore, quindi non è stato possibile
rimuoverle totalmente, ma solo alleggerirle.
La superficie pittorica originaria, in tal modo
recuperata, risulta caratterizzata da pennellate
di colore a tempera piuttosto corpose, sebbene giunte a noi ampiamente compromesse da
incauti e precedenti interventi di pulitura, che
hanno provocato l’impoverimento tonale della
materia pittorica e il tentativo di risarcirla con
ridipinture dalla tonalità grigiastra. A conclusione della pulitura è stato steso a pennello uno
strato protettivo di vernice (figg. 56-57).
parazione (cfr. La diagnostica), interrompevano
l’integrità di lettura – più di quanto fosse visibile, ovviamente, nella fase iniziale alla rimozione dell’annerimento –, si è deciso, con il direttore dei lavori, Gianluca Zanelli, di risarcire
tutte le lacune, anche quelle più estese, con la
stuccatura e, successivamente, la reintegrazione pittorica. La prima operazione è stata eseguita con gesso di Bologna e colla di coniglio,
con livellamento alla superficie piana, anche in
prossimità di lacune coincidenti con decori a
pastiglia o in rilievo (fig. 58).
La stuccatura
In seguito al sorprendente risultato ottenuto
con la pulitura e dopo aver constatato che gran
parte delle lacune, caratterizzate da un tono
scuro a causa dell’impregnante steso sul legno
prima della stesura degli strati originali di pre-
L’integrazione
Le cattive condizioni delle superfici, pittoriche o dorate, hanno reso la reintegrazione particolarmente difficoltosa. Il cospicuo danno
generato dalle cadute di colore è stato risarcito ad acquerello sulle zone dorate e sulle vesti
59
Antonio Silvestri
Scheda di restauro
Nella pagina a fronte:
58. Stuccatura estesa delle lacune di pellicola pittorica per fornire un supporto alla fase dell’integrazione pittorica (Soldato
alabardiere).
59. Integrazione, chiaramente individuabile, di un decoro a rilievo dorato sul gallone della manica (Fantesca).
policrome, mentre le zone degli incarnati e
quelle delle vesti – dove insistevano, sebbene
alleggerite, le vecchie ridipinture –, sono state
rifinite con velature di colore a vernice, per
conferire trasparenza. L’integrazione eseguita
risulta facilmente riconoscibile, soprattutto
sulle parti con i decori in oro, dove l’effetto
della foglia d’oro e del rilievo è stato restituito per mezzo dell’acquerello, riproducendo in
piano il decoro e ottenendo un buon risultato
di continuità con le parti originali (fig. 59).
La verniciatura finale protettiva Mastice stesa
in più mani per nebulizzazione ha concluso il
restauro.
60
Le basi: degrado e intervento
Le basi del gruppo processionale erano ricoperte da grossolane ridipinture ed erano strutturalmente degradate: la pedana a scalini su cui
è fissata la scultura del Battista, in particolare,
presentava la sconnessione e il parziale distacco del tavolato, con chiodi allentati o divelti
nel punto del suo ancoraggio lungo i bordi,
anch’essi molto degradati dai tarli con profonde spaccature e dissesti e con mancanze di porzioni di legno. La piattaforma di supporto, sebbene ben costruita e con legni più pregiati, mostrava un degrado causato da una tenace rosura
degli insetti xilofagi: la fascia laterale mostrava
61
Antonio Silvestri
60. San Giovanni Battista: esploso simulato con l’individuazione di blocchi addizionati (gamba piegata in esterno, avambracci, dita).
62
Scheda di restauro
61. Carnefice: esploso simulato con l’individuazione del blocco addizionato per l’avambraccio steso.
62. Carcerato: esploso simulato con l’individuazione del blocco addizionato per il fianco sinistro, dalla spalla alla gamba.
numerosi fori di sfarfallamento e fitte gallerie di
scavo. Il tavolato di superficie era più in ordine e ben solido, fatta eccezione per un innesto
di raccordo delle tavole centrali che aveva un
dissesto. Gli angoli modanati, più esterni e soggetti a incidenti durante le movimentazioni,
risultavano i più danneggiati, con sconnessioni, lacune dei profili di rifinitura, e scollamenti
nell’impiallacciatura in noce ebanizzato.
Inizialmente si è praticato lo smontaggio del tavolato alla base, cui ha fatto seguito il consolidamento del legno con ripetute impregnazioni
di Regalez sulle porzioni più degradate. Le parti
mancanti sulla fascia del perimetro sono state
risarcite con innesti lignei sagomati e con lastronatura di noce, poi ebanizzata. Il tavolato di
base ha richiesto l’inserimento di listelli lineari per colmare gli spazi tra una tavola e l’altra,
quindi il loro ancoraggio al bordo utilizzando
colla forte. La base è stata ulteriormente rinforzata agli angoli, al centro e lungo il perimetro
con traverse di legno, incollate e inchiodate
sotto la pedana, per garantire la buona tenuta delle sculture sopra fissate e la loro stabilità
durante la movimentazione del gruppo. La pulitura della spessa stratificazione disomogenea
di materiale scuro, molto resistente, presente su
tutta la superficie della pedana, è risultata molto difficoltosa, ed è stata effettuata ammorbidendola con ripetute applicazioni di gel (100%
DMSO), a seconda delle zone, e asportandola
strato dopo strato con l’ausilio del bisturi. Il risultato finale è stato soddisfacente, perché in
tal modo è stato possibile recuperare la cromia
originale a finto marmo, pur se in molte zone
abrasa e lacunosa. La reintegrazione pittorica,
eseguita con basi a tempera e rifiniture con colori a vernice, ha ricucito tutte le lacune.
63
Antonio Silvestri
Scheda di restauro
64. San Giovanni Battista: particolare del volto con le palpebre modellate in stucco per trattenere gli occhi vitrei.
63. Soldato reggifiaccola: esploso simulato con l’individuazione dei blocchi addizionati per gli avambracci.
64
La verniciatura Mastice stesa in più mani per
nebulizzazione ha protetto la pellicola pittorica.
La superficie lignea della grande piattaforma
era ricoperta da strati di vernici nere, dall’aspetto catramoso, così spesse da essere refrattarie ai normali saggi di pulitura: è stato pertanto
necessario ammorbidire la superficie con una
fonte di calore e asportare in modo meccanico
con lame gli strati sovrapposti. Ultimata questa
fase, la superficie aveva recuperato il livello necessario per constatare la sua sua essenza (noce
ebanizzato) e l’entità del degrado del legno
(reiterata rosura da xilofagi). Il consolidamento è stato effettuato con ripetute infiltrazioni di
Regalrez. Il risanamento della struttura lignea
ha previsto l’inserimento di listelli di legno sagomati per compensare le parti mancanti delle
cornici lungo i bordi. Le lacune di piccola e
media entità sono state risarcite con stuccatu-
re intonate; le mancanze più estese sono state
ricostruite con Araldite e rifinite sempre con
gessature intonate; le gallerie e tutti i fori di
sfarfallamento procurate dagli insetti sono stati
prima chiusi con una pasta a base di legno in
polvere e colla, quindi con gessature intonate.
La reintegrazione pittorica delle lacune è stata eseguita con aniline ad alcol. La superficie
è stata infine lucidata e protetta con strati di
cere miste.
Il montaggio
La fase del montaggio delle varie parti scolpite ha richiesto un ulteriore lavoro di revisione
degli ancoraggi in metallo, ripristinando le modalità, volute dallo scultore, con cui le figure
sono assicurate all’architettura, per garantire
loro maggiore elasticità e resistenza durante
le movimentazioni. Ogni figura, infatti, è im65
Antonio Silvestri
Scheda di restauro
perniata in modo tale da creare uno spazio di
ondeggiamento atto a non danneggiarla, suggerito e consentito dai piedi lievemente distanziati dalla pedana. Il rimontaggio di tutte le
parti scolpite sulla piattaforma di base ha preso
avvio dalla pedana a doppio gradino su cui è
innestata, nella parte posteriore, l’alzata architettonica (fig. 65). Questa parte, come tutte le
figure, sono state riposizionate calandole con
un argano, procedendo dalla gloria angelica per
proseguire con tutti i restanti personaggi fino al
lato breve anteriore, ossia terminando con la
collocazione del Battista. Sono stati riposizionati gli accessori: l’aureola, in lamina d’argento
(priva di punzone), e la spada in ferro del carnefice, la cui impugnatura si apre per consentire l’inserimento nella mano, chiusa a pugno,
del personaggio.
Dopo il rimontaggio è stato effettuato il rilevamento del peso dalla cassa: 288 chilogrammi.
65. Ricostruzione virtuale della struttura portante in ferro inglobata nella quinta architettonica.
66
La tecnica esecutiva
Il restauro ha consentito, grazie alla diagnostica
e all’osservazione diretta nel corso dello smontaggio, la costatazione di una prassi scultorea
di altissimo livello. Intanto l’utilizzo di essenze
lignee caratterizzate da una lunga stagionatura
ha conferito, già negli intenti dell’artefice, stabilità e garanzia nei confronti di fessurazioni e
drastici movimenti della materia. Si constata
poi una modalità di ricavare la singola figura da
un unico tronco pieno, intagliandolo per levare la materia e far emergere il personaggio, con
modalità simili alla scultura in marmo. Tutto
ciò in relazione a una prassi esecutiva piuttosto
coerente (come si suppone, giacché lo studio
dei sistemi costruttivi non è molto avanzato
per la produzione in legno genovese) con le
botteghe di primo Seicento attive a Genova,
contrariamente a quanto accadrà più tardi, per
esempio, con Anton Maria Maragliano, per il
quale le addizioni di più blocchi, per gli aggetti o per gli incastri tra le figure, divenne una
modalità esecutiva assai più praticata5. Poggio
limitò al massimo l’addizione di blocchi che si
riscontrano nelle seguenti figure:
1) Battista (gamba piegata in esterno, avambracci, dita; fig. 60)
2) carnefice (avambraccio steso, intero braccio
che impugna la spada; fig. 61)
3) carcerato (fianco sinistro dalla spalla alla
gamba alzata e piegata; fig. 62).
4) aiutante del carnefice con cappello rosso
(avambraccio destro)
5) Salomè (avambraccio destro)
6) soldato reggifiaccola (avambracci; fig. 63)
Per gli occhi in vetro si è osservata una tecnica consueta, ossia la collocazione, nell’orbita
scavata, di calotte sferiche in vetro soffiato, dipinte nel verso e assicurate dalle palpebre modellate in stucco (fig. 64)6.
La quinta architettonica, che suggerisce l’ambientazione delle carceri e nel contempo regge la gloria angelica, contiene al suo interno
una struttura di ferro, sostenuta, all’altezza del
primo gradino della pedana, da due mensole,
per poi attraversare entrambe le basi ed uscire
dal tavolato di fondo, dove è bloccata con un
cuneo metallico. Verso l’alto si biforca e, ripiegandosi leggermente, confluisce nelle nuvole,
per sostenerle ed offrire un’“anima” interna agli
angeli (fig. 65).
1. Legno scolpito e dipinto. Basamento: cm 290 x 200 (piattaforma), cm 213 x 110 (base gradinata). Altezze: cm 273 (quinta
architettonica e gloria), cm 90 (Battista), cm 135 (carnefice),
cm 79 (carcerato), cm 92 (paggio moro), cm 102 (secondo carnefice seduto), cm 135 (soldato alabardiere), cm 102 (soldato
seduto reggifiaccola), cm 138 (Salomè), cm 130 (fantesca), cm
64 (fanciullo con croce astile).
2. Le analisi sono state effettuate da Raffaella Bruzzone presso
il Laboratorio di Palinologia e Archeobotanica del Polo Botanico del Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e
della Vita dell’Università degli Studi di Genova.
3. Le analisi sono state eseguite dal Dipartimento di Ingegneria
dell’Innovazione (Centro di Datazione e Diagnostica) dell’Università del Salento.
4. Le analisi sono state condotte da Angelita Mairani di Artemateria. Indagini diagnostiche e servizi per l’arte.
5. Silvestri 2012, pp. 458-461. In generale per le tecniche di
assemblaggio dei blocchi: Fidanza 2011, pp. 199-210 (con bibliografia precedente).
6. Mazzoni 2011a, pp. 211-220; Mazzoni 2011b, pp. 77-88.
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