PDF: lavocelibera n 48

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PDF: lavocelibera n 48
NEWSLETTER DI APPROFONDIMENTO DI LIBERA,
ASSOCIAZIONI, NOMI E NUMERI CONTRO LE MAFIE
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Via Quattro novembre, 98
00187 Roma
N ° 4 8 - 6 NOVEMBRE 2 0 0 9
Lavocelibera
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Sport
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Un premio? Una responsabilità
Il premio che ogni anno il Comitato Economico Sociale Europeo assegna alle
espressioni migliori della società civile europea, è stato consegnato il 4
novembre in una cerimonia semplice e partecipata, ex aequo alla Confindustria
siciliana e a Libera. Nel discorso che ho tenuto di fronte ai 344 consiglieri dei
27 Paesi europei ho detto che idealmente a ritirare quel riconoscimento ci sono
le vittime della violenza mafiosa. I loro familiari ci hanno indicato la via del
dolore trasformato in impegno. L’unico merito di Libera è aver contribuito a
strapparli al silenzio sofferto e alla solitudine. Un premio è sempre assunzione
di responsabilità, è un compito a casa per proseguire e migliorare l’azione di
educazione alla legalità democratica, di informazione mai superficiale e
sensazionale, di estensione di reti internazionali che rafforzino la lotta dal
basso alla criminalità organizzata. Da questo punto di vista, FLARE – Freedom
Legality And Rights in Europe è un modello e uno strumento importante
perché dice all’Europa che, oggi più che mai, il tema del contrasto alle mafie è
compito anche delle organizzazioni sociali, non di un solo Paese ma di tutto il
continente. Continuare a tessere reti nelle altre aree calde del mondo è
impegno ormai urgente nel tempo della globalizzazione. Ma questo premio è
un richiamo alla responsabilità, non solo per Libera e Confindustria Sicilia ma
anche per chi ha deliberato di assegnarglielo. Non credano di mettersi a posto
la coscienza decidendo per un anno di premiare chi costruisce percorsi di
giustizia. Non servirebbe a molto se nel contempo ciascuno di loro non vivesse
lo svolgimento del proprio lavoro come contributo di onestà e di responsabilità
contro le mafie e la mentalità che le promuove.
5 novembre 2009 - Tonio Dell’Olio, Mosaico dei giorni
http://www.peacelink.it/mosaico/a/30523.html
MANIFESTO
CONTROMAFIE 2009
PER UN MONDO LIBERATO DALLE MAFIE
NOI SOTTOSCRITTI CITTADINI E CITTADINE, UOMINI E DONNE DI OGNI ETÀ, CI
A S S U M IA M O L A R E S P O N S A B IL IT À D I:
AFFERMARE NELLA NOSTRA VITA QUOTIDIANA I VALORI DELLA PACE, DELLA
SOLIDARIETÀ, DEI DIRITTI UMANI, DELLA LEGALITÀ DEMOCRATICA E DELLA
CONVIVENZA CIVILE, CONTRO OGNI FORMA DI VIOLENZA, D’ILLEGALITÀ, DI
NEGAZIONE DELLA DIGNITÀ DELLA PERSONA;
PROMUOVERE E PARTECIPARE A TUTTE LE INIZIATIVE, I PROGETTI, LE ATTIVITÀ
NECESSARIE PER LIBERARE IL MONDO DALLE MAFIE;
FARE VIVERE LA MEMORIA DELLE VITTIME DI MAFIA COME TESTIMONIANZA DI UN
MONDO GIUSTO, CONSAPEVOLE, CORAGGIOSO E RESPONSABILE;
C I IM P E G N IA M O A :
COSTRUIRE UNA LARGA ALLEANZA GLOBALE E DI SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALE
CONTRO LE MAFIE;
COSTITUIRE UNA COMMISSIONE INDIPENDENTE, FORMATA DA ORGANIZZAZIONI DELLA
SOCIETÀ CIVILE, CHE VALUTI LE LEGGI ITALIANE ALLA LUCE DELLA DICHIARAZIONE
UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI;
DIFENDERE, IN OGNI SEDE, IL DIRITTO ALL’INFORMAZIONE GARANTITO DALL’ARTICOLO
21 DELLA NOSTRA COSTITUZIONE, RAFFORZANDO LE RETI E LE ESPERIENZE LOCALI,
DIFFONDENDO IL LIBERO ACCESO ALLE FONTI E SOSTENENDO, ANCHE LEGALMENTE, IL
LAVORO DEI GIORNALISTI PIÙ IMPEGNATI ED ESPOSTI;
DIFENDERE, IN OGNI SEDE, IL VALORE ASSOLUTO DELL’INDIPENDENZA DELLA
MAGISTRATURA, AUTENTICO PATRIMONIO DELLA NOSTRA DEMOCRAZIA E PREMESSA
INDISPENSABILE PER OGNI PROSPETTIVA DI UGUAGLIANZA DEI CITTADINI DAVANTI
ALLA LEGGE E DI GIUSTIZIA PER TUTTI;
PROMUOVERE DI FRONTE ALL’INERZIA DELLE ISTITUZIONI UNA PROPOSTA DI LEGGE
D’INIZIATIVA POPOLARE PER L’INTRODUZIONE NEL CODICE PENALE DEI DELITTI
CONTRO L’AMBIENTE;
SOSTENERE LE COOPERATIVE E LE ASSOCIAZIONI IMPEGNATE NEL RIUTILIZZO
SOCIALE DEI BENI CONFISCATI AFFINCHE’ LE LORO ESPERIENZE, A PARTIRE DAL
MEZZOGIORNO D’ITALIA, DIVENTINO IL MOTORE DI UNA NUOVA ECONOMIA
DELLA SOLIDARIETA’;
PROMUOVERE, IN TUTTI GLI ENTI E LE AMMINISTRAZIONI LOCALI, STRUMENTI
LEGISLATIVI E AMMINISTRATIVI CHE GARANTISCANO LA MASSIMA TRASPARENZA
NEGLI APPALTI E NELLA GESTIONE DEI SERVIZI PUBBLICI;
AFFERMARE LA CENTRALITÀ DELLA SCUOLA, DELL’UNIVERSITÀ E DELLE ALTRE
AGENZIE FORMATIVE, NELLA DEFINIZIONE DI NUOVE POLITICHE SOCIALI E DI
INTERVENTI LEGISLATIVI RISPETTO A TEMI FONDAMENTALI COME LA LOTTA ALLA
CRIMINALITÀ ORGANIZZATA, L’IMMIGRAZIONE, I DIRITTI UMANI, IL LAVORO;
DIFFONDERE UN SAPERE DI CITTADINANZA CHE VALORIZZI I GIOVANI COME
PROTAGONISTI DI UN PROCESSO DI EDUCAZIONE PERMANENTE ALLA LEGALITA’,
ALLA PARTECIPAZIONE E ALLA RESPONSABILITA’;
GARANTIRE UNO SPAZIO DI CONFRONTO TRA PERSONALITÀ DELLA LETTERATURA,
DELLO SPETTACOLO E DELL’ARTE CHE ATTRAVERSO LA MUSICA, IL CINEMA, IL TEATRO,
LA SCRITTURA, LA FICTION TELEVISIVA, LAVORINO PER UNA PRODUZIONE DI QUALITÀ,
UNA CORRETTA CONOSCENZA DEI FENOMENI MAFIOSI E LA DIFFUSIONE DI
UN’AUTENTICA CULTURA DELLA LEGALITÀ DEMOCRATICA;
PROPONIAMO AL GOVERNO ITALIANO, AL PARLAMENTO, ALLE FORZE POLITICHE, ALLE
IS T IT U Z IO N I E U R O P E E E S O V R A N A Z IO N A L I D I:
COSTRUIRE EFFETTIVE ED EFFICACI STRATEGIE DI CONTRASTO, POLITICHE E
NORMATIVE, ALLA CRIMINALITÀ TRANSNAZIONALE;
COSTITUIRE IN ITALIA, SECONDO QUANTO PREVISTO DALLE NAZIONI UNITE, LA
COMMISSIONE NAZIONALE DEI DIRITTI UMANI, PER GARANTIRNE IL PIENO ED
EFFETTIVO RISPETTO, A PARTIRE DA QUELLI DEI MIGRANTI;
ESTENDERE A LIVELLO EUROPEO LA NORMATIVA CHE PREVEDE L’UTILIZZO SOCIALE
DEI BENI CONFISCATI ALLE MAFIE;
RECEPIRE LA DIRETTIVA EUROPEA CHE PREVEDE L’ESTENSIONE DEL REATO DI
CORRUZIONE ANCHE A RAPPORTI TRA PRIVATI;
ISTITUIRE UN’AUTHORITY INDIPENDENTE CONTRO LA CORRUZIONE, DOTATA DI POTERI
ISPETTIVI E DI CONTROLLO;
GARANTIRE L’EFFETTIVA APPLICAZIONE DELLA LEGGE CHE PREVEDE L’OBBLIGO DI
DENUNCIA DA PARTE DI CHI È VITTIMA DEL RACKET;
ABOLIRE TUTTE LE DISCRIMINAZIONI A DANNO DEI FAMILIARI DI VITTIME INNOCENTI;
ARMONIZZARE LE NORME ESISTENTI E GARANTIRE UN EFFETTIVO RICONOSCIMENTO,
IN SEDE CIVILE, DEL DANNO BIOLOGICO, DI RELAZIONE E MORALE;
RENDERE EFFETTIVI E TEMPESTIVI I BENEFICI PREVISTI PER I TESTIMONI DI GIUSTIZIA,
CHE DEVONO ESSERE CONSIDERATI UN MODELLO CIVILE E UNA RISORSA PER IL PAESE;
ISTITUIRE LA FIGURA, SPECIFICA E PROFESSIONALIZZATA, DEL TUTOR QUALE UNICO
PUNTO DI RIFERIMENTO DEL TESTIMONE;
ASSICURARE NEI PALINSESTI DELLA RAI ADEGUATI SPAZI D’INFORMAZIONE E
APPROFONDIMENTO SUI GRANDI PROBLEMI SOCIALI DEL PAESE, NEL RISPETTO DI
QUANTO PREVISTO DAL CONTRATTO DI SERVIZIO PUBBLICO;
RIBADIAMO L’URGENZA DI:
DEFINIRE E APPROVARE IN TEMPI RAPIDI UN TESTO UNICO DELLA LEGISLAZIONE
ANTIMAFIA, CAPACE DI SUPERARE LE ATTUALI DISFUNZIONI E GARANTIRE UNA PIÙ
EFFICACE AZIONE DI CONTRASTO DA
PARTE DELLE FORZE DELL’ORDINE E DELLA MAGISTRATURA;
ISTITUIRE UN’AGENZIA NAZIONALE PER LA GESTIONE DEI BENI SOTTRATTI ALLE
MAFIE,IN MODO DA ASSICURARE RAPIDITA’ E TRASPARENZA NELL’ASSEGNAZIONE
DELLE RICCHEZZE RESTITUITE ALLA COLLETTIVITA’;
COLPIRE I LEGAMI TRA MAFIA E POLITICA ATTRAVERSO LA REVISIONE DEL
REATO DI VOTO DI SCAMBIO E DELLA NORMATIVA SUI COMUNI SCIOLTI PER
MAFIA;
ADOTTARE UN CODICE ETICO CHE IMPEDISCA LA PRESENZA NELLE ISTITUZIONI
DI PERSONE CONDANNATE O RINVIATE A GIUDIZIO PER GRAVI REATI;
RAFFORZARE L’AZIONE DI CONTRASTO ALLE ECOMAFIE ED AI TRAFFICI ILLEGALI DI
RIFIUTI RENDERE CONCRETO E QUOTIDIANO IL CONTRASTO ALL’ABUSIVISMO EDILIZIO,
ELIMINANDO IL RICORSO AI CONDONI E SOSTENENDO LE ATTIVITA’ DI
DEMOLIZIONE DEL CEMENTO ILLEGALE;
RICONOSCERE ALLE PERSONE OGGETTO DELLA TRATTA DI ESSERI UMANI LA
CONDIZIONE DI VITTIME, RAFFORZARE LA RETE DI SOSTEGNO SOCIALE E
ISTITUZIONALE AGLI UOMINI E ALLE DONNE CHE DENUNCIANO I LORO
SFRUTTATORI;
COMBATTERE IL LAVORO NERO E IL CAPORALATO, CHE VEDONO SPESSO LA
RIDUZIONE IN SCHIAVITU’ DI UN NUMERO CRESCENTE DI MIGRANTI,
ATTRAVERSO L’AFFERMAZIONE DEI LORO DIRITTI DI CITTADINANZA;
PROMUOVERE UNA NUOVA LEGGE ANTIDROGA CHE ABBIA COME CENTRALITA’
LA TUTELA DELLA SALUTE DELLE PERSONE E LA RIDUZIONE DELLA DOMANDA;
RISCRIVERE LA LEGGE ANTI-DOPING, RAFFORZANDO GLI STRUMENTI DI LOTTA
AL TRAFFICO DI SOSTANZE DOPANTI, ESTENDENDO LA TUTELA A TUTTI I CITTADINI
E PROMUOVENDO, A PARTIRE DAI GIOVANI, I VALORI DI UNO SPORT ISPIRATO AI
PRINCIPI DI LEALTA’ E RISPETTO DELLE REGOLE;
ISTITUIRE UN’AUTHORITY INDIPENDENTE PER CONTRASTARE IL FENOMENO DEL
RICICLAGGIO DI CAPITALI DI PROVENIENZA ILLECITA;
COLPIRE I TRAFFICI INTERNAZIONALI DI ARMI, LE “ZONE GRIGIE” E I PARADISI
FISCALI IN CUI AVVENGONO LE TRIANGOLAZIONI, INTRODUCENDO IN
PARTICOLARE IL REATO DI INTERMEDIAZIONE;
DEDICARE, CON UN PROVVEDIMENTO LEGISLATIVO, LA GIORNATA DEL 21
MARZO DI OGNI ANNO ALLA MEMORIA DI TUTTE LE VITTIME DI MAFIA.
ROMA, 25 OTTOBRE 2009
TRE GIORNI DI SPERANZA
Tutti insieme contro i boss
Spezzare l'omertà e il clima di illegalità che ancora penalizza le forze sane del Paese. «Dobbiamo passare
dalle manette alla cultura», unendo gli sforzi della politica, della società civile e della magistratura.
Don Luigi Ciotti guarda il popolo di Libera che affolla l'auditorium di via della Conciliazione a Roma e
dice due volte: «Siete meravigliosi». Sì, scalda il cuore e alimenta la speranza vedere la gente di Libera. I
giovani, i volontari, i magistrati, i giornalisti, gli insegnanti, i preti che credono in un'Italia liberata dalle
mafie, dalle illegalità, dalle ingiustizie.
Hanno partecipato in 2.500 alla seconda edizione di Contromafie, gli Stati generali dell'antimafia. Hanno
discusso, confrontato esperienze, ascoltato testimonianze. Hanno fatto la fila fino alle ore piccole per
assistere alle proiezioni programmate nella "notte bianca".
Don Ciotti li loda, ma non è tipo da adagiarsi sugli allori. Invita tutti, anche la Chiesa, a sentire il «morso
del più», a non chiudersi nei recinti. «Apriamo varchi», dice, «parliamo a tutti, anche alle paure». Citando
Norberto Bobbio, avverte che «dobbiamo essere democratici sempre in allarme». Sprona chi lo ascolta
leggendo due righe da una poesia di padre Turoldo: «Lo Spirito è il vento che non lascia dormire la
polvere».
Il popolo di Libera fa già molto, ma non basta. Le mafie sono ancora forti, illegalità, corruzione e usura
restano diffuse. Condoni, sanatorie e il discusso scudo fiscale sono visti come un incoraggiamento a
comportamenti illegali.
Tano Grasso, presidente onorario della Federazione italiana antiracket, non si dà pace: «Oggi nel nostro
Meridione per un imprenditore è impossibile fare libera impresa. Mi chiedo come fa l'Italia, che è nel G8,
nel cuore del capitalismo mondiale, a ignorare questa drammatica realtà».
Per Grasso, «l'attuale crisi economica è segnata da una grande carenza di liquidità e da un forte bisogno
di credito per tante imprese. Così molti imprenditori scelgono la strada più facile, quella di rivolgersi alla
criminalità».
La politica non fa abbastanza
Chi si ribella sente la fatica della solitudine. Antonio De Masi, imprenditore calabrese di Rizziconi
(Reggio Calabria), denuncia «omertosi silenzi», chiede ai suoi colleghi imprenditori di dare «segnali
forti», ricorda che «pagare il pizzo significa privarsi della libertà e avere dei padroni che ogni mese ti
chiedono la vita». Francesco Forgione, già presidente della Commissione parlamentare antimafia,
denuncia: «Il fenomeno della corruzione è diffuso, esteso e aggravato. Ogni anno sottrae alla ricchezza
del Paese il 3 per cento del Pil».
Di fronte a tutto ciò la politica non sembra fare abbastanza. Don Ciotti riconosce che alcune norme contro
la criminalità approvate dal Governo vanno nella giusta direzione (ma definisce «un mostro giuridico»
l'introduzione del reato di immigrazione clandestina), tuttavia il popolo di Libera rimprovera ai partiti
omissioni e colpevoli ritardi.
«Siano i partiti a ripulire sé stessi, prima che lo facciano i magistrati. Non si aspettino le sentenze per fare
pulizia», chiede Forgione. «Per chi ha a cuore i temi della legalità oggi c'è un disagio grande nei confronti
della politica», constata Nando Dalla Chiesa. Ma il sociologo ed ex parlamentare figlio del generale
assassinato a Palermo chiede a Libera di non sostituirsi ai partiti. «Noi», dice, «dobbiamo presidiare i
retroterra della lotta alla mafia: la scuola, la cultura, l'informazione. Il nostro ruolo è presidiare,
accerchiare, contrattaccare».
Un'authority contro la corruzione
Oggi questo presidio deve avere un respiro internazionale. «Le mafie si globalizzano, perciò noi
dobbiamo globalizzare la nostra presenza e il nostro impegno», dice don Ciotti. Quest'anno agli Stati
generali dell'antimafia c'erano esperti e rappresentanti della società civile provenienti anche dall'estero. Li
ha portati Flare (la sigla inglese sta per "Libertà, legalità e diritti in Europa"), il network che in trenta
Paesi raccoglie le organizzazioni della società civile impegnate contro le mafie e il crimine organizzato
transnazionale, quello che gestisce i traffici di persone, droga, armi.
Michele Curto, il giovane torinese presidente di Flare, denuncia: «Soprattutto nei Paesi dell'Europa
dell'Est stiamo assistendo a una pericolosa saldatura fra alcune oligarchie economiche, pezzi di servizi
segreti e gruppi della criminalità organizzata. Lo scorso anno l'Unione europea ha cancellato quasi 300
milioni di fondi strutturali destinati alla Bulgaria a causa del livello di corruzione di quel Paese».
Libera denuncia, ma fa anche tante proposte. Nel suo Manifesto Contromafie 2009 chiede, fra l'altro,
un'authority indipendente contro la corruzione, la creazione di una commissione nazionale per i diritti
umani, l'estensione a livello europeo della normativa che prevede l'utilizzo sociale dei beni confiscati alle
mafie, l'adozione di un codice etico che impedisca la presenza nelle istituzioni di persone condannate per
gravi reati, l'introduzione nel Codice penale dei delitti contro l'ambiente.
C'è anche un appello perché l'informazione e il mondo del cinema e della Tv (comprese le fiction) si
impegnino a diffondere «un'autentica cultura della legalità democratica». Sono richieste a tutto campo, ma
come dice il giudice Gian Carlo Caselli, «l'antimafia delle manette non basta, ci vuole l'antimafia dei
diritti, della società e della cultura».
Quell'urlo da ascoltare
Agli Stati generali c'era un'ampia rappresentanza, dolente, discreta e silenziosa, dei familiari delle vittime
di mafia. «Il loro è un dolore dell'anima che non lascia respiro», dice Caselli.
C'è chi, come Maria Scaglione, dopo 38 anni non sa ancora chi uccise suo padre, il magistrato Pietro
Scaglione. E c'è anche Stefania Laganà, madre del bimbo di neppure quattro anni ferito gravemente l'anno
scorso a Melito Porto Salvo, in Calabria, da una pallottola destinata a un pregiudicato.
«Dopo cinque mesi di ospedale e molte operazioni», ci dice Stefania, «ora Antonio sta meglio ed è a casa.
Ho altri due figli che voglio educare al rispetto delle regole, ma ci vuole l'aiuto di tutti. Noi calabresi
dobbiamo reagire. La mia è soltanto una voce, ma tante voci insieme fanno un urlo che non può e non
deve restare inascoltato».
Roberto Zichittella
fonte: Famiglia Cristiana n. 44 del 1 novembre 2009
link: http://www.sanpaolo.org/fc/0944fc/0944fc42.htm
Contromafie libere di gridare
Un successo straordinario. E' il bilancio degli "Stati generali dell'antimafia" organizzati da "Libera" una
settimana fa. Significativa la presenza del Capo dello Stato, che ha voluto in particolare esprimere la sua
vicinanza ai tantissimi familiari delle vittime di mafia presenti.
Bellissime e profonde le parole con cui Luigi Ciotti e Barbara Spinelli hanno concluso la tre giorni. Ma
decisiva la partecipazione di un mare di giovani, circa 2500, affluiti a Roma da ogni parte d'Italia, con
massicci contributi di ragazzi europei e sudamericani.
Una partecipazione attiva, con ben 17 gruppi di lavoro, impegnati su temi articolati in modo da non
tralasciare nessun profilo direttamente o indirettamente legato alla criminalità mafiosa. Ecco dei giovani,
tanti giovani, capaci vivere il presente con radicalità, senza cedere alla rassegnazione e
all'indifferenza.Coraggiosinelsaperrespingeregliidolidella seduzione e del consenso, per lavorare invece ad
una comunità finalmente capace di vincere le ingiustizie, ripartendo dalla Costituzione. Giovani dotati di
un'eccezionale capacità di critica argomentata e intelligente. Percepiscono che la legalità - in Italia
passando sempre più di moda. Registrano pessimi esempi in alto loco. Sintetizzati negli scudi fiscali, che
sono un grande regalo al grandi evasori e un grande insulto agli onesti. Eppure si rendono conto che senza
regole non c'è partita o la partita è truccata: e la vincono sempre i "soliti noti", quelli che di regole - per
conservare i loro privilegi e prevaricare gli altri -non hanno proprio nessun bisogno. Così si spiega perché
questi giovani, pur contro corrente, continuino a battersi per la crescita del tasso di legalità in Italia.
I giovani di "Libera" avvertono con chiarezza che vi è uno scarto crescente fra la verità e certa politica,
sempre più incline alla propaganda e al disprezzo per la realtà dei fatti. Arrivano a questa constatazione
per molte vie. Ad esempio ragionando sul progetto di riforma delle intercettazioni. Ragionando, capiscono
che è una falsità dire che in Italia vi sono troppe intercettazioni. Semmai troppe (per un paese normale)
sono le manifestazioni del crimine organizzato, della corruzione, della mala-amministrazione, della
malasanità, della malapolitica. Troppe sono le attività dei trafficanti di droga, armi, rifiuti tossici, esseri
umani... Troppe sono le attività delinquenziali, non le intercettazioni che cercano di contrastarle. Inogni
caso, che le intercettazioni siano troppe non è neppur vero in assoluto: alla Procura di Torino, nel 2008
sono stati trattati 154.232 procedimenti, e solo nello 0,2 per cento di essi vi sono state intercettazioni.
Altra falsità è che le intercettazioni costano troppo. In verità, assai spesso esse si ripagano da sole,
consentendo di confiscare beni per milioni di euro che rimpinguano le casse dello Stato. Per tacere del
fatto che le intercettazioni in moltissimi casi salvano vite umane: e basterebbe una sola vita salvata per
ripagare qualunque costo delle intercettazioni. Infine, dire che la riforma delle intercettazioni eviterà abusi
(divulgazione di conversazioni estranee all'oggetto del processo o relative a soggetti estranei al processo)
è vero, perché nella riforma sono previsti paletti rigorosi al riguardo. Ma fissati questi paletti, é una falsità
presentare la riforma come necessaria anche là dove essa azzoppa le intercettazioni nonostante che il
rischio di abusi sia azzerato. Questo azzoppamento serve solo a coprire i vizi (pubblici e privati) di chi
impunità va cercando, anche a costo di picconare la sicurezza dei cittadini "comuni". Ai quali la
propaganda nasconde che le intercettazioni (secondo stime per difetto) saranno ridotte almeno della metà,
con la conseguenza che almeno la metà degli assassini, rapinatori, stupratori, pedofili, usurai, estortori,
corruttori, bancarottieri e via elencando oggi assicurati alla giustizia la faranno franca: alla faccia appunto - della sicurezza degli ignari cittadini.
Centrale,nel serrato dibattito di "Contromafie", è stata la questione dell'indipendenza della magistratura.
Chiaramente percepita dai giovani di "Libera" non come privilegio di casta dei magistrati, ma come
patrimonio dei cittadini tutti. Essendo evidente - a chi sappia dissipare i fumi della black propaganda - che
l'indipendenza è premessa indispensabile perché la giustizia possa aspirare a diventare eguale per tutti.
Perché se c'è qualcuno che può ordinare ai giudici di dare addosso a questo e risparmiare quello, la
giustizia sarà amministrata per favorire o danneggiare qualcuno, non per assicurare pari tutela ai diritti di
tutti. Chi è capace di critica argomentata, avverte con facilità che gli interventi programmati dall'attuale
maggioranza (CSM, separazione delle carriere, rapporti PM/PG, nuovo processo penale) non sono riforme
della giustizia - condannata da alcuni di questi progetti a funzionare ancor peggio - ma dei giudici,
pericolosi soggetti cui chi non ama i controlli vorrebbe quanto meno tagliare le unghie. In attesa di questo,
ci si porta avanti col lavoro cercando di spingere i magistrati verso scelte di basso profilo, verso forme di
burocratizzazione della giurisdizione. Così il "palazzo" tenta di resuscitare la formula (cancellata da
qualche secolo di evoluzione) del giudice "bocca della legge", traducendola nell'ordine di applicare la
legge senza interpretarla, perchè prevalga sempre e comunque la volontà del potere. Così, l'ignoranza del
dato di fatto che l'interpretazione è la quint'essenza dell'attività di qualunque giudice onesto e
indipendente, si intreccia con lo sprezzo del ridicolo. Perché basta confrontare l'art. 575 del codice penale
(chiunque cagiona volontariamente la morte di un uomo...) conl'art.589 (chiunque cagiona per colpa la
morte di una persona...) per capire come - senza interpretazione - l'omicidio volontario della donna
resterebbe.... impunito. Prova evidente che i problemi della giustizia sono un po' più complessi di quel che
certi disinvolti pseudo-riformatori vorrebbero farci credere.
Tratto da: Il Fatto Quotidiano di Gian Carlo Caselli - 1° novembre 2009
Disponibile il nuovo bando
di Regoliamoci 2009/2010
Nell'ambito delle attività di formazione di Libera è indetto per il quarto anno consecutivo il concorso
"Regoliamoci!", in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca. Il
concorso, a carattere nazionale, è rivolto agli studenti delle scuole primarie, delle scuole secondarie di
primo e secondo grado (statali e non statali) e delle agenzie formative.
Per l'anno 2009-10 Libera ha scelto di porre al centro del percorso i principi fondamentali sanciti dalla
Carta Costituzionale, per poterli collegarli con la Dichiarazione ONU sui Diritti all'Infanzia (di cui
ricorre quest'anno il ventennale) e e con la Dichiarazione Universale dei diritti umani.
Sul sito di Libera (www.libera.it) è possibile scaricare:
- Il Bando Regoliamoci 2009-2010
- Aldo Capitini e le ragioni della nonviolenza
- Materiali guida Regoliamoci 2009-2010
- Circolare del Ministero dell' Istruzione, dell'Università e della
Ricerca
Borse di Studio Fondazione
Angelo Frammartino Onlus
La Fondazione Angelo Frammartino Onlus ha pubblicato il bando per l'assegnazione di n° 4 Borse di
studio finalizzate alla promozione trai giovani della cultura di pace, dei diritti, della legalità e della
convivenza trai popoli diversi.
Borse di Studio Fondazione Angelo Frammartino Onlus
Scadenza: 27 novembre 2009.
Aree tematiche:
1) Pratiche di nonviolenza per la soluzione dei conflitti
Di fronte ai conflitti ed alle guerre ogni società, comunità, trova forme di resistenza civile, nonviolenta,
che mettono in crisi l'occupante o i signori della guerra di turno, raccontiamole, descriviamole, cerchiamo
di capirne la forza, diamo voce e spazio a queste esperienze.
2) Le ragioni dell'altro: storie di migranti, di rifugiati, di minoranze, di popoli senza patria
Riconoscere l'altro significa riconoscerne l'esistenza ed i suoi diritti, è il primo passo per la costruzione di
condizioni e relazioni di convivenza, di pace, di applicazione del diritto e dei diritti umani, delle regole e
degli accordi internazionali, del patto tra i Popoli e le Nazioni da cui sono nate le Nazioni Unite.
3) Le radici dei conflitti e delle guerre nel mondo
L'informazione è spesso al servizio di questo o quell'interesse, la storia la scrivono i vincitori, le guerre si
fanno senza occhi e sguardi indiscreti, nelle scuole poco si parla e poco ancora si conosce dei popoli
senza patria, delle ragioni e delle cause di questi conflitti e di chi ne trae profitto.
4) Diritti umani: storie, esperienze, racconti
Diritti civili e politici, diritti economici, sociali e culturali, un percorso di definizione che ci accompagna
nella costruzione delle nostre forme e pratiche di società. Rispetto, applicazione e violazioni. Filosofia
occidentale e necessità di una revisione per una società globale.
5) L'impegno per la legalità: la lotta contro le mafie e la criminalità
La lotta contro l'illegalità, nelle sue forme più diverse e sofisticate, spesso vede in prima fila persone
singole, lasciate sole proprio nei momenti più difficili, ma senza queste persone e questi movimenti la
nostra vita sarebbe ancora meno sicura.
Scarica il bando
Con il finanziamento di: Provincia di Milano, Provincia di Roma e Cgil
In collaborazione con: Sapienza Università di Roma, Fondazione Lelio Basso, Tavola della Pace, Progetto
Sviluppo, ARCI, Banca Popolare Etica.
Fonte: www.angeloframmartino.org
Da vedere: "L'uomo che incastrò la mafia"
La storia di Pio La Torre viene raccontata in una puntata speciale che andra' in onda domenica 8
novembre sulla rete Rai Storia, alle 22. Si tratta di una puntata di 'La storia siamo noi', il programma
diretto da Giovanni Minoli e che tenta di far luce sui retroscena dell'omicidio di Pio La Torre, primo
parlamentare ad essere ucciso dalla mafia. La Torre, deputato del Partito Comunista Italiano, e' morto in
un agguato avvenuto a Palermo il 30 aprile del 1982, insieme a lui perse la vita anche l'autista Rosario Di
Salvo.La Torre era da poco rientrato in Sicilia per dedicarsi ad impedire l'installazione di missili nella
base militare di Comiso. Ma il nome di Pio La Torre e' legato in particolare alla legge poi chiamata
'Rognoni-La Torre' che ha introdotto il reato di associazione mafiosa, il 416 bis, stabilendo anche il
sequestro dei beni ai mafiosi. Ma Pio La Torre, oltre ad essere firmatario di questa legge, fu anche
artefice di una serie di proposte per la lotta alla mafia. Aveva anticipato quella strategia antimafia che si
riuscira' ad avere solo dopo dieci anni, ovvero dopo le stragi di Capaci e di Via D'Amelio". Nel corso
della puntata sono stati intervistati amici e familiari di Pio La Torre, ma anche Luciano Violante, Virginio
Rognoni, Alfredo Reichlin, Giulio Andreotti ed Emanuele Macaluso. Armando Sorrentino, l'avvocato di
parte civile, sull'omicidio di Pio La Torre ha aggiunto che Giovanni Falcone avrebbe voluto indagare piu'
a fondo sul delitto. L'inchiesta di 'La storia siamo noi' cerca di far luce sul possibile ruolo dei servizi
segretri italiani. Dalle carte emerse infatti che Pio La Torre era stato seguito quotidianamente in ogni suo
spostamento da agenti segreti, forse perche' ritenuto una possibile spia sovietica, ma i pedinamenti si
interrompono "casualmente" proprio qualche giorno prima del suo omicidio.
Da leggere: "Perchè no"
Cristina Zagaria
Perché no
Perdisa
Collana Babele Suite
Pagine 128
Cristina Zagaria è una giornalista di Repubblica che ha lavorato nelle redazioni di
Bologna, Bari, Roma, Milano e attualmente lavora a Napoli. Perché no è un
racconto napoletano sulla delinquenza minorile, ispirato a una storia vera, ma
narrato in forma letteraria, seguendo le vicende dei protagonisti. Quattro
adolescenti decidono di compiere la loro prima rapina. A muoverli è la stessa fretta
di diventare grandi, di accedere a un mondo dove tutto sembra più facile. Daniele,
Francesco, Mario detto la Iena, e Capa grossa inquadrano il loro obiettivo. È
Adriana, loro ex maestra alle elementari, una donna di cinquant’anni che vive con
il marito, operaio della Fiat di Pomigliano in cassa integrazione. Si può diventare
grandi con una rapina così? Perché non farlo? Perché no, perché non ci sono
motivi veri, perché nessuno ha insegnato a rispettare i confini delle vite degli altri,
le paure, il diritto a stare bene. Così la vera ricostruzione di una rapina realizzata
da due ragazzini a Napoli, in Perché no si trasforma in una istantanea che ci
trascina nel prima e nel dopo, in ciò che sta intorno. Soprattutto ci mostra quello
che inesorabilmente manca. Dopo l’Osso di Dio e l’ esperienza in Calabria, la
Zagaria ha cercato, voluto una storia napoletana. Una storia forte ma non gridata,
meglio se poco conosciuta. Un fatto di cronaca del 29 gennaio, le ha dato la
possibilità di “raccontare” una storia che gli permetteva esplorare l’anima di
Napoli. Ed ecco che vengono descritti molto bene i bassifondi di Napoli, dove
pare di sentire l’odore povero dei vicoli dove si aggirano persone a caccia di espedienti per campare.
Daniele, Francesco, Mario detto la Iena e Capa Grossa sono quattro adolescenti che decidono di
compiere la loro prima rapina, per ironia della sorte sono quattro ex studenti di Adriana e sarà proprio la
vecchia maestra a far da vittima per il crudele agguato. Loro dicono che è un bene cominciare quando si
ha la nostra età. Sono due i vantaggi. Per la legge non siamo adulti, quindi abbiamo molte più libertà e ai
grandi serviamo. E poi perché, quando arrivi a diciotto anni, hai già una carriera, un curriculum, non sei l’
ultimo arrivato. Mai parole piu' adatte per descrivere la filosofia dei delinquenti in erba, figli di un
degrado sociale e morale, piccoli delinquenti che lasciati al loro destino non sono altro che potenziali
“guaglio'” che andranno ad aumentare l'esercito della camorra.
LIBERA IL G(I)USTO DI VIAGGIARE
Degustare un vino a due passi dalla vigna di provenienza; ammirare un panorama e conoscere chi ha
lottato per renderlo più bello; scoprire le specialità della buona tavola poco prima dell'incontro con un
imprenditore che ha denunciato il racket; dormire in un casolare confiscato ai boss, pensando che dove si
tenevano i summit di mafia, si tengono oggi incontri di cittadinanza: sono tutti momenti possibili con
Libera il g(i)usto di viaggiare. Libera, Associazioni, Nomi e Numeri contro le Mafie si apre anche alla
progettazione e gestione di viaggi responsabili nelle terre su cui insistono i beni confiscati alle mafie:
Libera il g(i)usto di viaggiare propone itinerari alla scoperta della qualità unita all'etica e alla socialità,
senza far mai mancare, nella vacanza, il piacere.
Gli itinerari e le esperienze di Libera il g(i)usto di viaggiare dal 2008 si rivolgono sia a gruppi di studenti
sia a comitive di adulti, che vivono una esperienza diretta sperimentando la conoscenza di un'Italia
diversa. Sicilia, Puglia, Calabria e Campania sono le regioni in cui è possibile organizzare le visite.
In due anni di attività, soltanto in Sicilia i percorsi di Libera il g(i)usto di viaggiare hanno portato sulle
terre confiscate e nei dintorni più di 6.500 persone, con un incremento da un anno all'altro di circa il 55%.
Molti, durante i tour, gli incontri con associazioni, istituzioni e imprenditori del territorio.
Coerente con i principi del consumo consapevole, Libera il g(i)usto di viaggiare seleziona accuratamente
partner e fornitori di servizi che siano espressione di un'economia giusta. In particolare si presta sempre la
massima attenzione a far sì che, della quota totale dei viaggi, la maggior parte vada alle realtà che
gestiscono beni confiscati e ad altre realtà che operano in loco per il sociale e per la sostenibilità
ambientale.
La conoscenza degli straordinari paesaggi d'Italia dove esistono, sui beni confiscati, delle esperienze di
Libera, permette di dare volti e nomi ad attività già note attraverso le produzioni agroalimentari a marchio
Libera Terra, lasciando impressi nella memoria del visitatore i racconti di vita e di buona pratica
quotidiana. Se la consapevolezza diventa base per un impegno quotidiano, il viaggio continua in chi torna
a casa nella vita di tutti i giorni.
Libera il g(i)usto di viaggiare
[email protected]
L'uomo che incastrò la mafia
La coraggiosa vicenda di un protagonista e delle sue eredità, la cooperativa Pio La Torre - Libera Terra
dedicata a suo nome.
Un uomo politico che fece della legge strumento decisivo nella lotta alla mafia.
In onda sul canale Rai Storia visibile sul digitale terrestre.
Se non hai ancora il digitale terrestre puoi sempre guardarlo online su
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/diretta.html?cid=ContentSet-2c2f7936-43f2-401f-b73944240242d0b8&channel=Diretta+Rai+Storiav
Natale insieme
Anche quest'anno a Natale puoi decidere di sostenere le cooperative di Libera Terra che lavorano sui
terreni confiscati alle mafie.
Il tuo contributo sarà un gesto concreto per rafforzare un'economia giusta e legale.
Il progetto che si potrà sotenere quest'anno è quello per la costituzione di una nuova cooperativa nei
territori di Belpasso, Lentini e Ramacca in provincia di Catania e Siracusa, sui beni confiscati a Cosa
Nostra.
In occasione del Natale vi offiramo una proposta originale che coniuga la qualità dei prodotti alla volontà
di fare la propria parte per costruire un Paese libero da tutte le mafie.
Le tipologie di panieri saranno tre:
PER ACQUISTARE DIRETTAMENTE :
CESTO PICCOLO 22€
SPAGHETTI
PENNE
VINO CATARRATTO CENTOPASSI
PESTO DI PEPERONCINO
TARALLINI PUGLIESI
Le Botteghe dei Sapori e dei Saperi della Legalità
CESTO MEDIO 30€
CASERECCE
SPAGHETTI
VINO CATARRATTO CENTOPASSI
TARALLINI PUGLIESI
PASSATA DI POMODORI
LIMONCELLO DI SICILIA
OLIO DI CALABRIA ML 250
CESTO GRANDE 45€
FUSILLI
SPAGHETTI
VINO CATARRATTO CENTOPASSI
MIELE MILLEFIORI/SULLA
VINO HISO TELARAY ROSATO PUGLIA
OLIO DI CALABRIA ML 750
TARALLINI PUGLIESI
LIMONCELLO DI SICILIA
FRISELLINE PUGLIESI
CESTO VINI -LIBERA TERRA (a partire da un
contributo di 18€)
- CATARRATTO Terre rosse di giabbascio CENTOPASSI
- HISO TELARAY rosato - Libera Terra Puglia
- ROSSO LIBERA TERRA - da definire tra
Libera Terra Puglia o Cento Passi
· La Bottega dei Sapori e dei Saperi della Legalità
"Pio La Torre" - Via dei Prefetti 23 - Roma
[email protected] - tel. 06-69925262
· La Bottega dei Sapori e dei Saperi della Legalità Via Raffaele De Cesare, 22 (Trav. di Palazzo Santa
Lucia) Napoli - [email protected] tel. 0817643575
. La Bottega dei Sapori e dei Saperi della Legalità Vico Dei Cantelmo, 1 - 72023 Mesagne (BR)
[email protected] tel. 349-7417950.
· La Bottega "Molto buono" Via G. Petroni, 9 - 40126 Bologna [email protected] tel. 051-2759196.
· La Bottega dei Sapori e dei Saperi della Legalità a
Palermo piazza Castelnuovo 13, tel. 091322023
[email protected]
· La Bottega dei Sapori e dei Saperi della Legalità Via Fiorentina 91/A Pisa tel. 3462319584 [email protected] www.oralegale.org
· La bottega di Torino - corso Trapani 91b, 10141
Torino [email protected] tel 011-3841081 fax 0113841031.
Per informazioni utilizzare la email [email protected] o
telefonare allo 335-8119809.