Principio dell`isonomia e giurisprudenza in Brasile, un Paese di civil
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Principio dell`isonomia e giurisprudenza in Brasile, un Paese di civil
Principio dell’isonomia e giurisprudenza in Brasile, un Paese di civil law (1) Teresa Arruda Alvim Wambier Libero docente, dottore e master in Giurisprudenza alla PUC-SP. Professoressa nei corsi di laurea, specializzazione, master e dottorato presso la stessa Istituzione. Professoressa nel corso di master all’UNIPAR. Presidente dell’ IBDP. Membro dell’International Association of Procedural Law, dell’Instituto Ibero-americano de Direito Processual, dell’Instituto Panamericano de Derecho Procesal, dell’International Bar Association, dell’Academia de Letras Juridicas do Paraná e São Paulo, dell’IARP, IASP, AASP e IBDFAM. Relatrice Generale della Commissione di Giuristi nominata dal Senato per l’elaborazione di un nuovo Codice di Processo Civile. Avvocato. Questa mia presentazione dovrà dividersi in tre parti. Nella prima parte, dirò qualcosa sulla necessità che esiste, anche nei paesi detti di civil law (quindi nei paesi in cui il guidice decide secondo la legge) che la giurisprudenza consolidata e uniforme sia rispettata. Sottolineo questo punto perché molti processualisti di prestigio a livello nazionale continuano a sostenere che il rispetto ai precedenti é un qualcosa di non armonico nel nostro sistema. Essi dicono che nel civil law, i giudici devono obbedienza alla legge e nient’altro. Questa é un’affermazione che a prima vista sembra suggerire un diritto piú rigido, una situazione che porta a maggior sicurezza e prevedibilitá. 1 ) Si tratta del testo della relazione presentat alla conferenza tenuta a Torino, il 2 dicembre 2013. 1 Ma ció, é chiaro, non é che frutto d’ingenuitá, o, peggio, d’un qualche artificio demagogico. Politicamente, suona bene dire che il giudice deve obbedire alla legge, e non ai Tribunali. Intanto, in realtá ció non esiste. Nessuno obbedisce alla legge, ma alla legge interpretata. Tale fenomeno diventa piú visibile se si asservano le tecniche abitualmente (oggigiorno) utilizzate dal legislatore per redigere i testi delle leggi. Egli, per dribblare la complessitá del mondo reale, introduce nel testo della legge una quantitá immensa di concetti vaghi, clausole generali, ogni volta di più, e attualmente si ammette apertamente che principii disimpegnino un ruolo rilevante nel fondamento delle decisioni giudiziali. Quindi, oggigiorno la possibilità di risultati diversi del processo interpretativo è ogni giorno più visibile. La seconda parte sarà dedicata a descrivere la caotica situazione che esiste oggigiorno in Brasile, gli strumenti processuali che sono stati creati per affrontare questo problema e quelli che saranno creati dal nuovo codice di procedura civile brasiliano. Sembra che il legislatore brasiliano si sia effettivamente reso conto che questa necessità esiste. Quindi, da più di dieci anni, include nella legge istituti che valorizzano la giurisprudenza consolidata e stimulano i giudici a rispettarla. 2 Nel 2004, ha avuto luogo persino una modificazione della Costituzione Federale, essendo stata creata la “Súmula Vinculante”2, di cui si parlerà ancora, più avanti. Pare che gli unici a non convincersi di questa necessitá siano gli stessi magistrati. Purtoppo, anche quelli dei nostri Tribunali Superiori. Poi, per concludere, tenterò di fare delle distinzioni importanti tra i casi in cui, secondo me, la giurisprudenza non deve cambiare (perchè i cambiamenti del diritto devono esser opera del legislatore e non del giudice) ed i casi in cui il cambiamento della giurisprudenza è salutare per il sistema, perchè lo sviluppo del diritto, proprio in questi casi, è più opera dei Tribunali che del legislatore. 1) Io comincerei con il dire che parto da due affermazioni, che considero vere, da cui decorrono tutte le considerazioni successive. Tali veritá sono che il diritto ha due funzioni: a) generare sicurezza e b) offrire adattabilitá. Queste due funzioni sono anche le funzioni del Potere Giudiziario. Infatti il ruolo del Potere Giudiziario non puó essere che quello di fare in modo che il Diritto compia la sua funzione. Ma i cambiamenti della giurispreudenza che sono da me duramente criticati da un bel tempo non hanno niente a che vedere con la necessità di adattabilitá del diritto alla realtá sociale. Assolutamente, no. 2 Art. 103-A, CF. 3 L’impressione che si ha, giaché il Brasile é un Paese in evidente sviluppo, é che esiste una specie d’ebollizione nel Potere Giudiziario, e che ogni giudice vuol fare la sua parte, lasciare il suo segno. Molti lo fanno per idealismo, altri per vanitá. Pare che la fase in cui siamo stimoli questo “attivismo”, anche in campi in cui, effetivamente, non é benvenuto. Oltretutto viviamo in un Paese immenso in cui ci sono profonde differenze culturali. Il Sud é un Paese diverso dal Nord. Ció interferisce persino nel deplorevole livello della corruzione della magistratura purtroppo in buona parte del Paese, più al Nord che al Sud. La “dispersione” giurisprudenziale, di fatto, esiste in tutta l’America latina, in Paesi che hanno queste stesse caratteristiche. Le eccezioni sono il Cile e la Costa Rica. Oggigiorno, noi viviano una fase che potrebbe qualificarsi come caotica. Certamente non è questo che si é voluto quando si sono concepiti i nostri sistemi di civil law! Di sicuro, non era questo che dovrebbe avvenire in decorrenza dell’applicazione della regola secondo cui il giudice puó interpretare le leggi in conformitá con la propria convinzione. Infatti, il senso vero di questa regola, é che il Potere Giudiziario deve interpretare la legge. Se questo accade, si considera rispettata la tripartizione delle funzioni del Potere. Ma è evidente che tale regola non può significare che ogni giudice possa interpretare la legge secondo la propria convinzione! 4 Se i magistrati agiscono così, si capisce che abbiano perduto la nozione che il principio di legalitá, base di qualsiasi Stato di Diritto, dev’essere applicato insieme con il principio d’isonomia, pena mettere a repentaglio la sua ragione d’essere. Sí, perché la ragione di essere del principio di legalitá é offrire prevedibilitá. Tale prevedibilitá é debilitata quando la stessa norma puó essere interpretata, indefinitamente nel tempo, in modi diversi dai tribunali. Quindi, uno “standard” di comportamento, che dá sicurezza al cittadino si trasforma in 2, in 3, in 4 regole differenti e, quindi, egli non sa piú quale di esse deve orientare la sua condotta. Questo é un problema che esiste in Brasile: abuso evidente della regola nel senso che ogni giudice puó interpretare il diritto secondo la propria convinzione personale. É comune la riluttanza dei tribunali a seguire l’orientamento dei Tribunali Superiori. Intanto ció che preoccupa maggiormente é che anche questi tribunali che giudicano ricorsi di stretto diritto di cui la funzione costituzionalmente atribuita, è quella di orientare gli altri organi del Poter Giudiziario, non abbiano un orientamento giurisprudenziale stabile. Essi alterano la stessa giurisprudenza dominante in questione di mesi o di settimane! E ci sono anche orientamenti diversi, contemporaneamente (cioé nello stesso 5 momento storico) anche nell’ambito interno di questi tribunali, provenienti da organi frazionari differenti. È rilevantissimo che si dica che questi fenomeni hanno luogo, puramente e semplicemente, per divergenza di opinione. Cioè non esiste un’ atteggiamento culturale di rispetto alla giurisprudenza consolidata della Corte, del Tribunale. Alle volte, si ha l’impressione che i ministri, anche se devono decidere una quaestio iuris sulla quale ci sono parecchie decisioni anteriori, lo fanno come se ció avvenisse per la prima volta. Tanto é vero che il caso piú comune é che l’alterazione di un’orientamento di tribunale coincida con il cambiamento della sua composizione umana: ossia, un giudice muore, un altro va in pensione e le decisioni dell’organo giurisdizionale cominciano ad essere diverse. E le divergenze avvengono su questioni di puro diritto. Non su quelle in cui si devono prendere in considerazione le peculiaritá del caso concreto. Non su ció che riguarda temi che sono disciplinati per legge, e che questa puó e deve essere intesa in modi diversi con il passare del tempo! Con questo voglio dire che è naturale che la giurisprudenza cambi, quando si tratta di sapere che cosa significhi per esempio moglie onesta, castigare moderatamente (i figli) o il contenuto del principio d'isonomia. Le decisioni giudiziali possono variare con il passare del tempo, in base a un medesimo testo di legge, quando si affrontano temi come questi. O, ancora, 6 quando per esempio si tratta di sapere se lo stesso principio viene rispettato in un certo caso concreto. In determinati momenti storici, si puó considerare di sí; in altri, di no. E la situazione puó essere la stessa. I casi in cui i nostri Tribunali cambiano d’improvviso le proprie decisioni sono purtroppo numerosi. Questioni tributarie, di diritto previdenziario e anche processuali. Merita citazione: il termine a quo per la ação rescisória3 (qualcosa di molto simile alla revocazione del diritto italiano) quando ci sono due cose giudicate nello stesso processo, formate in momenti diversi. I membri del nostro STJ (Superiore Tribunale di Giustizia) discutono ancora l’ambito della cosa giudicata nelle azioni collettive. La cosa giudicata riguarderebbe solo la Stato Federato? Oppure l’intero Paese? 2) Vediamo adesso le tecniche che ci sono attualmente per risolvere questo problema. Affinché si possa comprendere quanto è drammatico il panorama brasiliano, occorre riferire che il numero dei processi è spaventosamente elevato. Abbiamo, infatti, circa 100.000 processi in corso e, allo stato, i nostri Tribunali superiori decidono circa di 200.000/300.000 ricorsi all’anno. Adesso questo numero non è piu cosi spaventoso per il “ Supremo Tribunla Federal”, perchè noi abbiamo, dal 2004, un filtro simile al Grundsätzlichebedeutung del dirritto tedesco. 3 Art. 485, CPC. 7 Il Supremo Tribunal Federal è composto però soltanto da 11 giudici (Ministri); nel Superiore Tribunale di Giustizia c’è ne sono 334. È quindi materialmente impossibile che un numero così esiguo di giudici possa svolgere una tale mole di lavoro. Pertanto, ciascuno di essi è adiuvato da assistenti (assessori), per la verità da moltissimi assistenti. Questo quadro non può pertanto che determinare una situazione di incoerenza interna, una mancanza di armonia delle decisioni e, conseguentemente, un discredito del Potere Giudiziario. È pertanto alla luce di questo scenario che si deve capire la dimensione del nostro problema. Quello che esiste già è un tipo di ricorso che ha come scopo quello di uniformare la giurisprudenza interna dei Tribunali superiori, che si chiama “embargos de divergência”5. Quando un “recurso especial”( questioni legali) oppure un “recurso extraordinario”( questioni constituzionali) sono decisi ed esiste un’altra sentenza, anteriore, dello stesso Tribunale, in senso diverso, questo ricorso può essere utilizzato. Si capisce dunque che il Tribunale dovrebbe essere il grande interessato ad accogliere questo ricorso, giacchè, quando un Tribunale ha la giurisprudenza uniformata su una questione di diritto, significa necessariamente che ci saranno meno (o non ci saranno) dei ricorsi su questo punto. Invece, quando ci sono delle divergenze interne, gli avvocati sempre tentano, e non hanno torto! Ma, chi lo sa perchè, i Tribunali Superiori dimostrano un'incredibile e sorprendente malavoglia nei confronti di questo ricorso e fanno 4 5 Art. 101 e art. 104, CF. Art. 546, CPC. 8 di tutto per trovare una ragione, anche se non giuridica, per considerarlo inammissibile. L’altra via che ci porta ad un risultato più isonomico e contribuisce anche a diminuire il sovraccarico di lavoro dei Tribunali Superiori è un regime giuridico speciale, creato recentemente dalla legge, per decidere insieme ricorsi che girano intorno alla stessa “quaestio iuris”6. Questo è frequente quando si tratta di azioni contro le istituzioni bancarie, contro industrie (azioni dei consumatori), e contro il governo – poichè noi non abbiamo i Tribunali amministrativi. In questi casi, quando ci sono 200, 300, 400 ricorsi presso i tribunali di secondo grado, che probabilmente arriveranno ai Tribunali Superiori, questi tribunali possono scegliere un ricorso che sia rappresentativo della controversia e deciderlo. Quello che deciderà il Tribunale sulla “quaestio iuris” del ricorso scelto (che è la stessa degli altri 300 pendenti), dovrà, in un certo modo, essere rispettato dai Tribunali di secondo grado. La legge non lo dice chiaramente, ma è così. E poi, il terzo metodo che mi pare abbastanza efficiente è la “Súmula Vinculante”, introdotta nel diritto brasiliano nel 2004, per un cambiamento nella nostra Costituzione Federale7. 6 7 Arts. 543-B e art. 543-C, CPC. Art. 103-A, CF (Aggiunto da emendamento costituzionale nº 45, 2004). 9 Ci sono degli autori che insistono nell’idea che si tratti di un istituto ispirato al common law. Ma io vi dico il contrario e vi spiego il perchè. Non si tratta affatto di un precedente vincolante (binding precedent). Consiste in un tipico fenomeno di civil law: non si tratta, come ho detto, di un precedente vincolante, ma della vincolazione di una linea di giurisprudenza reiterata, anteriore, in un senso determinato, del “Supremo Tribunal Fereral” e su questioni costituzionali, che è, per cosi dire, riassunta nella “súmula”. Rispettare una linea di giurisprudenza reiterata, di un Tribunale Superiore è un fenomeno tipico del Civil Law. Quindi, la “súmula vinculante” non sarebbe neanche necessaria, se ci fosse questa cultura. E non ha ninete a che vedere con il Common Law. Questi tre metodi rispettano direttamente la giurisprudenza, ma ci sono altre figure, altri istituti il cui scopo è generare rispetto al principio dell’uguaglianza, come, per esempio, le azioni collettive8, abbastanza svillupate nel diritto brasiliano, e l’azione declaratoria d’incostituzionalità9, che non ha questo scopo, ma lo raggiunge senz’altro. In Brasile, le azioni collettive possono avere come scopo, oltre che proteggere un diritto veramente coletivo, come, per esempio, il diritto di respirare l’aria pura (che appartiene a tutti), quello di far valere anche i diritti 8 9 Lei n. 7.347/1985 – “Lei da Ação Civil Pública” e art. 81, CDC. Art. 102, a, CF. 10 detti “individuali omogenei”10. Un esempio di questi diritti sarebbe quello di un gruppo di consumatori, i cui membri hanno tutti comprato una Fiat, anno 2012, con un difetto al cambio. Invece che ognuno dei consumatori prenda l’iniziativa di fare causa alla Fiat, ci può essere una sola azione, mossa da un’associazione di consumatori e la sentenza, se favorevole, toccherá/abbraccerá tutti i compratori lesi dall'acquisto di una Fiat difettosa. Questa tecnica, certamente, contribuisce alla diminuzione del sovraccarico dei Tribunali e porta alla realizzazione concreta del principio d'isonomia, giacché tutti coloro che hanno lo stesso problema saranno contemplati dalla medesima soluzione, fornita dalla sentenza. Finalmente, l’azione declaratoria d’incostituzionalità è il controllo concentrato, secondo il modello austriaco, in cui il merito è la compatibilità della legge con la Costituzione Federale. La sentenza ovviamente ha effetti “erga omnes”e “ex tunc”11, ma è possibile la “modulazione", in certi casi, secondo il criterio del giudice12. 2 A) Cosa c’è di nuovo nel disegno di legge per un nuovo codice di procedura civile? Prima di tutto, l’incidente di resolução di azioni ripetitive13. Trattasi della possibilità che il giudice di prima instanza, rendendosi conto che sta davanti ad un caso concreto che può suscitare questo incidente, chieda al 10 Art. 81, III e art. 91 e seggs., CDC. Art. 102, § 2.º, CF. 12 Art. 27, Lei n.º 9.868/99 e art. 11, Lei n.º 9.882/99. 13 Art. 988 e segg. del disegno di legge. 11 11 tribunale (2.º grado) di decidere la quaestio juris. I casi che possono generare l’apparizione di questo incidente sono quelli che potenzialmente rappresentano un rischio di moltiplicazione di molti altri processi identici. La decisione sulla quaestio juris avrà effetto vincolante su tutti i giudici di primo grado che dovranno rispettar la decisione del Tribunale e decidere le loro cause individuali, laddove possano sorgere altre questioni. È un istituto molto simile al Musterverfahren del diritto tedesco. Poi, il nuovo codice prevede una serie di principi, che saranno allora diritto positivo, di cui i destinatari sono i Tribunali. Si dice nel codice disegnato che i Tribunali debbono creare una giurisprudenza uniforme e stabile, che la giurisprudenza dei Tribunali Superiori deve orientare gli organi inferiori (Tribunali di secondo grado e giudici di primo grado) e che, prima di cambiare la loro giurisprudenza consolidata, debbono prendere in considerazione la necessità di sicurezza giuridica, di previdibilità. Ma se un Tribunale Superiore decide di cambiare l’orientamento, deve dire il perchè, motivare densamente la nuova decisione e confutare le ragioni su cui la posizione superata si basava. In quest’opportunitá, il Tribunale puó modulare gli effetti del nuovo intendimento14. Questa è forse una delle più interessanti novità del nuovo codice. Classicamente, si dice que una decisione giudiziale non genera degli effetti diretti che nei confronti delle parti. La cosa giudicata, ordinariamente, opera tra le parti, attore e convenuto. Quindi, gli autori classici non sarebbero in grado di capire questo fenomeno. Ora, se un Tribunale cambia il suo orientamento su un tema 14 Art. 520 e segg. del disegno di legge. 12 giuridico, in un processo fra Giovanni e Maria, l’effetto della sua decisione atinge Giovanni e Maria. Cosa significa, dunque, questa “modulazione”? che effetti riguarderebbe? Soltanto una postura impregnata di pragmatismo é capace di comprendere e spiegare il fenomeno della “modulazione”, poiché esso é la risposta alla constatazione di un fenomeno che avviene nella vita reale, ma anche la concezione classica dei sistemi di civil law non ammette e molto meno chiarisce. La modulazione del efetto del cambiamento di giurisprudenza é frutto dela coscienza della funzione creativa del giudice. Con ció voglio dire che si ammette che le decisioni giudiziali producono effetti nella comunitá giuridica in generale, creano regole di comportamento per la società, completano il senso della norma, il disegno finale del diritto. Dunque, in una certa misura, se viste come precedenti, esse si destinano a un pubblico piú ampio di quello formato dalle parti, Giovanni e Maria. E che fare con le decisioni passate in giudicato, tra Giuseppe e Rita, alla luce dell’orientamento anteriore? In Brasile, si pensa su “ação rescisória”15, qualcosa di simile alla revocazione, del diritto italiano. É per questo che abbiamo deciso di prevedere nella legge la possibilitá che il Tribunale determini l’efficacia del proprio cambiamento di 15 Art. 485, CPC e art. 978 del disegno di legge. 13 posizione, determinando se, per la comunitá, quella nuova orientazione avrá effetti ex tunc ou ex nunc. Questa regola esiste giá per l’azione declaratoria d’incostituzionalitá, prevista espressamente nella legge, ma in tal caso, anche la dottrina piú conservatrice puó spiegare questa possibilitá, giacché questa azione produce, ex legge, effeti erga omnes. E lo stesso se deve dire della “súmula vinculante”. 3) La necessità di rispetto ai precedenti, di uniformare la giurisprudenza, nasce dalla costatazione inevitabile che il giudice crea il diritto. In misure diverse, ma lo fa. E questo può aver luogo in casi molto semplici. Per esempio: la legge dice che la madre ha una licenza di tre mesi dopo la nascita del figlio. Ma, e se il figlio non è naturale, ma è stato adottato? Il giudice deve decidere se la parola madre comprende madre naturale e madre adottiva o solo la prima. D'altra parte, le tecniche redazionali delle leggi del secolo XXI sono molto cambiate. Le leggi contengono spesso elementi che danno al giudice una dose visibile di libertà d’interpretazione, il che significa in molti casi mettere sulla bocca del legislatore quello che non ha detto. In molti casi, perchè non l´ha voluto, quando si tratta, per esempio, delle clausole generali. 14 Queste tecniche sono dei “pori” per mezzo il diritto dei quali si comunica con la realtá, permettendo che essa “entri” e diventi anch’essa giuridica: sono i principii giuridici, le clausole generali, i concetti indeterminati. Essi danno vita al diritto e concistono in modelli piú flessibili perché il gudice decida. Adattano il Diritto ai cambiamenti sociali, fanno in modo che la decisione sia concepita specificamente per quel peculiare caso concreto. E anche in questi casi la giurisprudenza deve essere uniformata, perchè se si tratta di una nuova regola, deve valere per tutti. Ci sono degli esempi interessanti di applicazione di questi parametri più flessibili. Esempi estratti dalla nostra giurisprudenza: Nonni aspirano al diritto di vedere i nipoti, i cui genitori sono divorziati. La legge non lo prevede, ma il giudice concede, basandosi sull’idea di abuso di patrio potere. Il nostro nuovo Codice Civile (2002) dice que la proprietà ha una funzione sociale16. Si capisce come sia difficile applicare questa clausola generale ad um caso concreto. C´è stata una decisione molto creativa ed a mio avviso assolutamente armonica con la Constituzione Federale, in cui un Ministro ha deciso che nei confronti di una parte della terra che era stata espropriata dal governo, per ragioni di pubblico interesse, l'indennizzo non era dovuta perchè il proprietario ci piantava degli sostanze stupefacenti17. 16 17 Art. 1.228, § 1.º, CC. STF, RE 543.975/MG, Tribunal Pleno, j. 26.03.2009, v.u., rel. Min. Eros Grau, DJe 29.05.2009. 15 Anche in questi casi, come si vede, é necessaria l’uniformizzazione. Perchè le regole valgono per tutti. E vediamo un esempio, molto conosciuto, bello ed interessante del cambiamento della giurisprudenza. Per lungo tempo si é considerato, negli Stati Uniti, che l’esistenza di scuole separate per neri e per bianchi, purchè avessero lo stesso livello di qualitá, non contrastasse con il principio d’isonomia. Oggi, evidentemente, questo intendimento é superato. Non possono esserci scuole per bianchi e scuole per neri, pena la presenza di una flagrante violazione del principio d’isonomia. È cambiata la realtá ed é cambiato correlatamente il senso che dev’essere estratto dal testo in cui si dichiara che tutti devono essere trattati in modo isonomico. Questo sí è un cambiamento legittimo della giurisprudenza, che ha avuto luogo non in un mese, o in un anno, ma in decenni. Ed io aggiungerei, proprio perchè questa osservazione mi sembra assai interessante, che in questi settori dove il diritto è, per cosi dire, più “flessibile”, è possibile ci sia una certa influenza dei precedenti stranieri. Ci sono degli esempi curiosi. In Brasile, la prima sentenza in cui si ha considerato che l’unione tra due persone dello stesso sesso può essere classificata come famiglia, è stata basata su dei principi costituzionali, 16 principalmente quello dell’uguaglianza e quello della dignità umana 18, e anche su dei precedenti americani, canadesi, olandesi ecc. Si vede dunque, ancora una volta che anche in questi casi, uniformare dopo il cambiamento è assolutamente imprescindibile. Questi campi del diritto sono proprio quelli in cui lo sviluppo del diritto ha luogo soprattutto come risultato del lavoro dei giudici: diritto di famiglia, diritti dell’uomo, diritti fondamentali ecc. Questo accade perchè i principii che stanno alla base di questi rami del diritto sono più flessibili e di solito antepongono la necessità di adattamento alla previdibilità e alla sicurezza. Ma i cambiamenti della giurisprudenza, anche in questi campi del diritto dove essi sono benvenuti, non possono mai essere bruschi, repentini. Alterazioni nei costumi, nelle “verità” morali di uma società ci mettono anni/impiegano anni (quest'ultimo é meno colloquiale) a realizzarsi. Perció la correlata alterazione del diritto, che in questi casi, é in effetti normalmente opera dei giudici, deve accadere lentamente. Non é ció che succede in Brasile. Avvengono alterazioni dove non dovrebbero avvenire, e a una velociá inaccettabile. 18 STF, RE 477.554/MG, 2.ª T., j. 16.08.2011, v.u., rel. Min. Celso de Mello, DJe 26.08.2011. 17 Quali sono i campi dove, secondo me, lo sviluppo del diritto non può essere opera dei giudici? Quando si tratta di un ramo del diritto dove i principi e le regole generali sono duri, rigidi, come accade per esempio nel diritto penale o nel diritto tributario i cambiamenti del diritto devono essere opera del legislatore, perchè i principii che sono alla base di questi settori del diritto danno importanza soprattutto alla necessità di sicurezza e di prevedibilità, come, per esempio, il “nullum crimen, nulla poena sine lege”19 oppure il principio dell’annualità (le imposte create in un anno determinato valgono soltanto per l’anno seguente)20. Quindi il diritto tributario e penale (ed altri) non devono cambiare (svilupparsi) per opera dei Tribunali e la giurisprudenza, à son tour, non deve, una volta uniformata, cambiare. Infatti, in questi campi del diritto, non si può negare che il rispetto ai precedenti è un metodo che rappresenta una migliore efficienza dell’attività giudiziaria sotto il profilo della superiore velocità del processo decisorio, e quindi della superiore efficienza del Potere Giudiziario. Si rispetta il principio dell’uguaglianza e si crea prevedibilitá. Inoltre, anche la credibilità del Potere Giudiziario viene rafforzata. Se si vuole il cambiamento o la modificazione della regola, si deve cambiare la legge. 19 20 Art. 1.º, CP. Art. 104, CTN. 18 Come ho già detto, purtroppo il campo del diritto tributario è proprio uno di quelli in cui la giurisprudenza dei nostri tribunali superiori è poco (pochissimo) stabile. Per concludere, io direi che in Brasile il sitema positivo ha una serie di strumenti che sono veramente capaci di evitare quello che chiamiamo “dispersione” della giurisprudenza. Inotre, il nuovo CPC (ancora un disegno di legge) prevede, come ho detto, varii principii che raccomandano ai Tribunali, principalmente ai Tribunali Superiori, di creare una giurisprudenza uniforme e di mantenerla stabile. Questa é infatti la loro ragione d’essere. Tuttavia le leggi non fanno dei miracoli, specie se quelli che le utilizzano, principalmente i membri del Potere Giudiziario, non hanno almeno un po' di buona volontá. 19