Lettera di Karl Jaberg Pensione Quisisana, Lungarno della Borsa 10
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Lettera di Karl Jaberg Pensione Quisisana, Lungarno della Borsa 10
Lettera di Karl Jaberg Pensione Quisisana, Lungarno della Borsa 10, Firenze, 16 ottobre1920 Caro Signor Dottore! È andata a me proprio come a Lei: ho tratto un grosso sospiro di sollievo quando – tramite mia cognata – sono di nuovo venuto a sapere dove La posso raggiungere con una lettera. L’arrivo della Sua lettera a Firenze è stato per noi due un caro saluto. Difatti è giunta in nostra mano otto giorni dopo che Lei l’aveva scritta; perché abbiamo lasciato solo il 15 ottobre Montegonzi, un piccolo paesello toscano su una collina del Chianti a ovest di Montevarchi. Qui siamo stati accolti con patriarcale ospitalità dal parroco. Le opportunità di fare ricerche linguistiche ed etnografiche erano favorevoli e mi sarei volentieri fermato più a lungo, ma questi lavori avrebbero abbreviato troppo il nostro soggiorno a Firenze, città che mia moglie non conosceva per niente. A Montegonzi, con un informatore peraltro non molto buono, ho fatto il tentativo di vedere come si adatti in Toscana il questionario ridotto. Ma di questo parleremo a voce. Delle Sue proposte di viaggio preferisco la seconda, in base alla quale Lei farebbe nel Bresciano ancora Gardone e, con Bergamo come base di partenza, Martinengo, e poi mi aspetterebbe a Bergamo. Di certo saremmo molto più contenti, io e mia moglie, se Lei potesse trascorrere alcuni giorni di vacanza con noi, ma in tal caso non ci sarebbe praticamente altra località da prendere in considerazione se non Firenze. Adesso abbiamo girovagato così tanto che particolarmente mia moglie ha bisogno di un po’ di riposo. Pensiamo, oltre a Firenze, di fare una piccola escursione a Pisa e a Pistoia, ed eventualmente un breve soggiorno a Genova – mia moglie vorrebbe vedere il mare, io preferirei andare direttamente a Milano – e poi non fare più niente. Se non La intimorisce il lungo viaggio Bergamo - Firenze, potrebbe forse mettere da parte Gardone, fare la rilevazione solo a Martinengo e poi venire qui. Così avremmo il vantaggio che Lei potrebbe fare l’esperienza della pianura e ne potremmo parlare a voce. Se il tempo non dovesse bastare per Martinengo e Lei volesse osare il gran passo, allora potrebbe rimandare anche Martinengo. Tuttavia voglio che sia Lei a decidere. VederLa qui sarebbe per noi una gioia immensa. Non mi mandi le rilevazioni a Firenze, ma solo una o due buone rilevazioni (copie) per fare pubblicità con Parodi e Merlo, forse Monasterolo per il questionario normale, Borno per quello esteso, poi una scelta di fotografie. Se Lei viene di persona, le porti con sé, e porti anche il Questionnaire Qe, che non ho portato da casa. Per sicurezza mando anche una cartolina a Edolo, in cui riassumo brevemente il contenuto di questa lettera. Se vuole venire a Firenze, mi telegrafi, per favore, non appena si è deciso a venire qui, con l’indicazione più o meno precisa dell’ora di arrivo. In quest’ultimo caso vengo a prenderLa alla stazione, dove La attendo presso la biglietteria. Riceva i più cordiali saluti da noi due. Suo Karl Jaberg