La Madonna di Fatima torna in Alessandria
Transcript
La Madonna di Fatima torna in Alessandria
PAGINA 15 LA MADONNA PELLEGRINA I n. 19 - 19 maggio 2006 Sosterà al Cuore Immacolato di Maria e sarà portata al Carmelo di Betania e all’Istituto Michel La Madonna di Fatima torna in Alessandria A ventisei anni dall’ultimo pellegrinaggio La parrocchia del Cuore Immacolato di Maria e la Diocesi di Alessandria si apprestano a vivere giorni davvero speciali. Infatti, dopo più di 25 anni dall’ultima volta, torna nella terra di San Baudolino la Madonna Pellegrina di Fatima. Era il 20 marzo del 1980 quando una folla commossa accolse la statua della “mamma” di tutti noi in una piazza della Libertà stracolma all’inverosimile. Giungeva da Tortona e il suo viaggio verso Alessandria fu accolto e accompagnato da una folla festante lungo tutta la strada. Il Vescovo Almici, tutti noi sacerdoti e la gente alessandrina, fummo pervasi da momenti di gioia e di felicità per il dono così grande di avere a noi la Madonnina di Fatima. Era quello un momento che comunque, si ripeteva, visto “I cristiani celebrano con gioia le feste della Santa Madre del Signore, partecipano volentieri alle processioni, si recano in pellegrinaggio ai santuari, cantaro in suo onore, le offrono doni votivi. Non tollerano che qualcuno la offenda e istintivamente diffidano di chi non la onora”. Così ci insegna e ricorda il Direttorio della Pietà Popolare. Le feste di Maria si rivestono sempre di un’atmosfera particolarissima perché: “...La Vergine rappresenta la fede come gioventù, come l’inizio di Dio in un mondo invecchiato; incarna l’essere dei cristiani come giovinezza del cuore, come bellezza e disponibile attesa di ciò che verrà. Naturalmente si potrà dire che questo è puro sentimentalismo, ma è forse vero, al contrario, che il mondo soffre di una massiccia repressione del sentimento e non solo dell’incapacità di avere fiducia, ma anche dell’incapacità di gioire. Una tale repressione del sentimento porta alla freddezza dello spirito e all’imbarbarimento del cuore” (J. Ratzinger - “Cercate le cose di lassù” p. 71). L’annuncio del ritorno tra noi della statua della Madonna di Fatima, pellegrina per l’Italia in questo maggio, non può che essere motivo di gioia, di calore e di serena fiducia. “Maria si mise in viaggio verso la montagna...”, si legge in S. Luca. E’ interessante che il Vangelo presenti sistematicamente Maria in veste di pellegrina. Anche per la nascita di Gesù compirà con Giuseppe il lungo viaggio dalla città di Nazareth in Galilea alla città di Davide chiamata Betlemme. Quaranta giorni dopo, con il bambino tra le braccia, di nuovo in pellegrinaggio verso Gerusalemme e il tempio all’incontro con Simeone. Infine quando ormai Gesù sarà dodicenne il travagliato pellegrinaggio pasquale a Gerusalemme. Come Gesù perennemente “in viaggio” alla ricerca dell’uomo e verso il suo sacrificio. Maria pellegrina della fede viene a noi perché prenda slancio anche il nostro pellegrinaggio nella fede in una costante maturazione, viene a noi per farci partecipi della sua esperienza di gioia perché cantiamo con lei il suo impareggiabile “Magnificat”. Maria viene a ripeterci che Dio è più grande dei mali del mondo, non è indifferente di fronte agli ingiusti oppressori e prima o poi li fa rotolare dai loro troni. E nello stesso tempo si pone vicino a quanti sono umili, poveri, oppressi, per promuovere la loro liberazione integrale: “Dio è Salvatore... rovescia i potenti dai troni e innalza gli umili”. “Voglio lodare il Signore per le sue grandi opere. Dio è il mio Salvatore: io sono piena di gioia” (Lc 1,46-47). Il sostare in preghiera accanto a Maria pellegrina in Alessandria sia esperienza di gioia, vibrazione di speranza, messaggio di ottimismo. Maria viene a noi nei giorni dell’attesa in preghiera del dono dello Spirito Santo a Pentecoste. E’ stato detto che il mondo contemporaneo ha bisogno di un “supplemento d’anima” per sollevarsi sulla materia e non restare schiacciato dai progressi compiuti. Con Maria imploriamo “il frutto dello Spirito che è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé...” (Gal 5,22). Con Maria imploriamo sulla parola di Gesù: “Dio vostro Padre darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono” (Lc 11,13). Don Guido Ottria che già nel 1959 la Madonnina aveva fatto visita ad Alessandria, sostando per alcuni giorni nella nostra diocesi e noi giovani chierichetti del duomo di Valenza, giungemmo in Alessandria in bicicletta per assistere ad un momento indimenticabile. Fu una gioia grandissima e quasi incontenibile e ancora oggi ricordiamo quei giorni di sublime bellezza. Da allora la Madonnina Pellegrina di Fatima non si è mai fermata e continuando il suo peregrinare, torna a far visita ai suoi figli. Infatti, dopo i contatti preliminari intrapresi con l’Apostolato Mondiale di Fatima che sovrintende l’organizzazione degli itinerari dei viaggi della Madonnina, e avendo constatato che esistono i presupposti, sia dal punto di vista logistico che da quello orga- nizzativo, di accoglienza della Madonnina, ecco che la Madonnina giunge in Alessandria. Sarà una settimana in cui tutta la nostra attenzione sarà rivolta alla contemplazione ed all’ascolto di ciò che Ella vorrà dirci. Saranno momenti molto intensi quelli che si vivranno in questi giorni, momenti da dedicare in particolar modo alla preghiera ed al messaggio di pace e di amore che la Madonnina porta con sé e diffonde in tutto il mondo. Il desiderio è quello di vivere questi giorni nella meditazione e nella preghiera, ascoltando e facendo nostro il messaggio che la Madonnina cerca di diffondere in un mondo in cui la pace e la speranza sono spesso dinenticati e messi in secondo piano nei nostri cuori. Don Rino Bianchi Una visita che deve essere di sollecitazione Maria donna dei nostri giorni La Vergine riferimento costante L’annuncio dell’arrivo in città della statua della Madonna di Fatima mi ha riportato indietro negli anni quando, bambino correva l’anno 1959 e gli anni di età erano undici partecipai all’arrivo della statua in piazza Garibaldi. Al centro di una folla immensa si fece letteralmente largo l’elicottero dentro il quale si vedeva nitidamente la candida immagine della Madonna. Il rumore del rotore fu sopraffatto dall’applauso corale di migliaia di persone che, giunte da tutta la diocesi, attendevano un evento carico di emozione. Certamente erano anni diversi da quelli attuali, la guerra era finita, la ricostruzione in atto, la gente guardava al futuro con rinnovata speranza, il boom economico non era ancora scoppiato ma se ne sentivano le avvisaglie. I tempi, comunque, erano ugualmente ancora duri per chi veniva da una guerra lacerante che aveva lasciato ferite ancora oggi non completamente rimarginate. E quell’evento aveva una sollecitazione a non lasciarsi abbattere perchè la fiducia in Maria doveva essere l’ancora di riferimento per tenere alta la testa e desta la speranza. Siamo soliti rappresentare la Madonna con delle corone d’oro in testa quando, povera figliola, non aveva forse neanche un fazzoletto per legarsi le trecce, disse don Primo Mazzolari in una sua memorabile predica per il 1° maggio. Ma nella corona della Madonna di Fatima è incastonata la pallottola che trafisse il costato di Giovanni Paolo II in piazza San Pietro: un reperto di dolore e di violenza che ci richiama all’amore anche per chi ha usato violenza all’uomo. Forse, specialmente in questo nostro tempo dove si rincorre continuamente l’effimero e la voce di chi grida più forte, è venuto il momento di fermarsi di fronte a Maria “donna dei nostri giorni” che gli alessandrini venerano sotto il nome di “Madonna della Salve” e, per qualche giorno, come “Madonna di Fatima”. M.C.