Perù-2016-Cusco-APURIMAC

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Perù-2016-Cusco-APURIMAC
CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Perù 2016
SCHEDA PERU’-APURIMAC
Volontari richiesti : N 2
SEDE DI REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: CUSCO
INTRODUZIONE
FOCSIV è la più grande Federazione italiana di ONG che da oltre 40 anni lavora nei sud del mondo
realizzando progetti di cooperazione internazionale. Punto fermo di tutti gli interventi è stato ed è quello di
contribuire, attraverso il lavoro di partenariato e la promozione dell’autosviluppo al superamento di quelle
condizioni di ingiustizia che potenzialmente sarebbero potute essere, sono o sono state fonte di conflitti e di
maggiori ingiustizie, costruendo percorsi di pace. Per dare continuità al lavoro di prevenzione dei conflitti
(intesi nel senso sopra descritto), volendo offrire la possibilità ai giovani italiani di sperimentarsi come
operatori privilegiati della solidarietà internazionale, FOCSIV in collaborazione con l’Associazione Papa
Giovanni XXIII, la Caritas Italiana e il GAVCI ha ripresentato nel febbraio del 2007, all’UNSC il progetto
madre “Caschi Bianchi” che intende collocare la progettualità relativa al servizio civile all’estero come
intervento di costruzione di processi pace nelle aree di crisi e di conflitto (armato, sociale, economico,
religioso, culturale, etnico..) con mezzi e metodi non armati e nonviolenti attraverso l’implementazione di
progetti di sviluppo tenendo presente che i conflitti trovano terreno fertile dove la povertà è di casa, i diritti
umani non sono tutelati, i processi decisionali non sono democratici e partecipati ed alcune comunità sono
emarginate. Il presente progetto di servizio civile vuole essere un ulteriore testimonianza dell’impegno della
Federazione nella costruzione della pace nel mondo e vuol far sperimentare concretamente ai giovani in
servizio civile che la migliore terapia per la costruzione di una società pacificata è lottare contro la povertà, la
fame, l’esclusione sociale, il degrado ambientale; che le conflittualità possono essere dipanate attraverso
percorsi di negoziazione, mediazione, di riconoscimento della positività dell’altro.
DESCRIZIONE DEL CONTESTO SOCIO POLITICO ED ECONOMICO DEL PAESE DOVE SI REALIZZA
IL PROGETTO:
PERU’
La storia politica peruviana è stata attraversata da alterne vicende di domini dittatoriali che hanno provocato
ingenti danni economici e sociali, inibendo lo sviluppo del Paese. Dopo una lunga dittatura militare, negli
anni ’80 il Perù ristabilì un regime democratico che fu costantemente minacciato dalla campagna terroristica
del gruppo maoista Sendero Luminoso. A fronte di questa situazione, venne eletto nei primi anni ’90 Alberto
Fujimori, che con un auto-golpe nel 1992 sospese la Costituzione e sciolse Congresso e Corte Suprema,
determinando così l’inizio di una nuova era dittatoriale. Fujimori fu alla guida del Paese fino al 2001, violando
la Costituzione da egli stesso promulgata nel 1993 e commettendo numerose violazioni dei diritti umani e
civili. Fu costretto alle dimissioni e alla fuga a seguito di un grave scandalo di traffici illeciti e di connivenza
con i paramilitari che aveva coinvolto il suo braccio destro e che comportò l’emissione di un mandato di
cattura nei confronti dello stesso Fujimori. Alla guida del Paese fu eletto nel 2002 Alejandro Toledo,
oppositore di Fujimoiri nonché primo indio a governare il Perù. Nonostante gli sforzi del nuovo Presidente, la
sua determinazione a combattere la corruzione politica e la buone performance economiche, il suo Governo
non ha portato i benefici sperati e la sua amministrazione ha quindi suscitato scontento tra la popolazione.
Nelle elezioni presidenziali di giugno 2006 il Perù ha eletto il socialdemocratico Alan Garcia Perez, che già
aveva ricoperto la carica di Presidente tra il 1985 e il 1990, determinando così al ballottaggio la sconfitta del
nazionalista Ollanta Humala Tasso. Nel 2011 l’ultima tornata elettorale, però, ha visto trionfare proprio
Ollanta Humala, il quale nel discorso di insediamento ha dichiarato le linee programmatiche del suo
Governo: riduzione della povertà e dell’esclusione sociale.
Secondo l’ultimo rapporto UNDP (2014), il Perù ha un indice di sviluppo umano pari a 0,737 che lo colloca al
82° posto su scala mondiale. Dal punto di vista economico il Paese è in crescita, ma rimane fortemente
dipendente dalle esportazioni di prodotti dell’industria estrattiva, le cui attività suscitano spesso le proteste
delle comunità indigene e sono fonte di scontro politico. Oltre a ciò, la dipendenza dalla fluttuazione dei
prezzi di mercato delle materie prime comporta per il Perù una costante minaccia di instabilità economica e
la corruzione, che da sempre affligge i governi peruviani, ha impedito la creazione di una classe politica
dirigente in grado di saper lanciare la nazione e contrastare le profonde differenze socioeconomiche che la
caratterizzano (l’indice di Gini è di 45,3 – anno 2012).
Il tasso di alfabetizzazione nel paese è del 93,8%, grazie soprattutto ad un sistema scolastico obbligatorio
suddiviso in tre livelli. Il tasso di frequenza scolastica è abbastanza alto, anche se sono presenti importanti
differenze tra le zone urbane e quelle rurali. I minori inoltre risultano poco tutelati anche all’interno
dell’ambito familiare, in cui sono diffuse violenze e maltrattamenti soprattutto nei contesti sociali più poveri e
il 34% dei bambini tra i 5 e i 14 anni è impegnato in attività lavorative (2,545,855 casi registrati). Infine, solo il
2,8% del PIL è investito per l’istruzione.
Come si evince dall’ultimo rapporto annuale di Amnesty International, diffusa è anche la violenza di genere e
la mancanza di tutela dei diritti riproduttivi e sessuali delle donne peruviane. Nel 2011 il pubblico ministero
ha riaperto il caso sulla sterilizzazione forzata di oltre 200.000 donne durante la presidenza di Alberto
Fujimori, portando alla luce la pratica così diffusa. Anche le popolazioni indigene sono soggette a continue
violazioni dei loro diritti, in particolar modo per quanto riguarda il diritto alla proprietà della terra, che
possiede per le popolazioni autoctone non solo un valore economico, ma soprattutto simbolico e rituale.
Dal punto di vista sanitario si registrano fortissime disparità tra le strutture ospedaliere pubbliche (compreso
il pronto soccorso), che sono generalmente carenti sia per personale specializzato che per mancanza di
attrezzature moderne efficienti, e le cliniche ed i centri sanitari privati, che presentano, al contrario, un buon
livello sia di apparecchiature mediche che di personale specializzato. I costi sono tuttavia alquanto elevati e
ciò rende impossibile per buona parte della popolazione ricevere cure mediche adeguate. Il 27% non ha
accesso a servizi sanitari adeguati e il 13% non ha accesso all’acqua potabile. Le gradi malattie continuano
a colpire in paese: all’anno si registrano oltre 31 000 casi di malaria; 121 di tubercolosi e 71,900 di aids (con
2,500 morti). I medici rappresentano solo 1,1% della popolazione totale e la spesa per la sanità resta molto
bassa: 3%,
Per quanto riguardala sicurezza alimentare, la situazione è in miglioramento, anche se sta aumentando
sensibilmente la percentuale persone in sovrappeso e obese (il 20,4% della popolazione adulta) e
permangono forti disparità tra zone urbane (78,6%) e rurali. Il 23,9% della popolazione vive sotto la soglia di
povertà ed il 11,8% risulta sottonutrita. Inoltre, il 3,4% dei bambini è sottopeso (19,59 morti ogni 1000
nascite).
Un dato che spaventa è quello della ricerca, che sembra non interessare il paese: difatti, solo il 0,15 % del
PIL è investito nella ricerca,
Infine il Perù è tra i primi 10 paesi del mondo per biodiversità. Questa caratteristica gli conferisce un ruolo
fondamentale per l’equilibrio ecologico del pianeta, ma è purtroppo minacciata da diversi fattori, tra i quali
spiccano l’industria estrattiva e in particolare le miniere illegali, che producono danni ambientali irreparabili.
Infatti, il modello di crescita del Perù è storicamente basato sull’estrazione mineraria, prevalentemente
gestita da imprese multinazionali che operano in modo legale, ma anche illegale. L’estrazione mineraria ha
avvelenato il patrimonio naturale del paese, le acque e la salute del popolo peruviano. Il governo ha
recentemente ridotto i controlli per la verifica degli impatti ambientali e sulla salute dell’inquinamento. Le
legittime proteste ambientaliste della popolazione vengono criminalizzate, e si riducono i diritti civili per
consentire alle multinazionali di agire indisturbate Il petrolio estratto in Perù ha una presenza di zolfo
altissima (quasi 50 volte superiore alla media) ed è pertanto altamente contaminante. Inoltre, in Perù non c’è
nessuna regolamentazione sulle emissioni delle auto e l’aria per le strade è irrespirabile.
Una categoria da salvaguardare sono le donne. In particolare, il CRP, Center for Reproductive Rights,
denuncia che il paese latinoamericano ha il tasso più alto di violenze sessuali del Sudamerica. Uno studio
condotto dimostra che lo stupro non è un problema esclusivamente privato, difatti, gli effetti della violenza di
genere si ripercuotono fuori dal focolare domestico e impoveriscono lo Stato .Inoltre, in Perù, le donne
guadagnano il 30% in meno rispetto agli uomini che svolgono lo stesso lavoro, costituiscono la percentuale
più alta fra i casi di analfabetismo (9,3% contro un 2,7% maschile) e, laddove collaborino all'interno di
imprese familiari, quasi sempre non percepiscono alcuna retribuzione. Dal 2009 ad oggi sono 282 i casi di
femminicidio e tentato femminicidio, registrati dai Centri d'Emergenza per le Donne nel 2014 in Perù. Il CRP,
Center for Reproductive Rights, denuncia che il 78% dei casi di violenze sessuali in Sudamerica riguarda le
bambine e le adolescenti peruviane. Solo a partire dal 2009 sono state introdotte politiche pubbliche per
evidenziare e prevenire i casi di violenza. Risale al 2011 l'entrata in vigore del reato di femminicidio.
DESCRIZIONE DELLE ONG E DEI PARTNER TERRITORIALI CHE COLLABORANO CON LE ONG:
APURIMAC onlus è nata nel 1992 per affiancare la missione agostiniana italiana che opera dal 1968 nella
regione peruviana dell’Apurimac, dalla quale prende il nome, con l’obiettivo di sostenere progetti in Perù in
collaborazione con varie strutture dei missionari agostiniani (Vicariato San Agustín de Apurimac, Caritas di
Chuquibambilla e Centro Santa Rita). Il suo lavoro è iniziato sulle Ande, a 4.000 metri di altezza,
estendendosi poi alle città di Cuzco e Lima. Ottenuta la qualifica di ONLUS il 23 giugno 1998, lavora per
prendersi cura del benessere di chi non ha una casa, una scuola, un lavoro e a volte, neanche una famiglia.
Dal 2003, anno del riconoscimento di ONG (Organizzazione Non Governativa) da parte del Ministero degli
Affari Esteri, opera anche in Africa per sostenere i progetti di sviluppo delle missioni agostiniane che
lavorano per il Sud del mondo.
In Perù è presente attraverso diverse progettualità, in particolare il “Progetto Ippocrate in Apurimac”, iniziato
nel 2004 e tuttora in essere, in collaborazione con il Vicariato Sant Augustin de Apurimac ed il Centro Santa
Rita di Cuzco, inizialmente dove si è costruito il Poliambulatorio “Lucia Vannucci Maiani”. La struttura,
inaugurata il 22 maggio 2006, offre un servizio poliambulatoriale gratuito ai poveri provenienti dalle periferie
di Cusco e dalla regione Apurimac. Si è anche avviato un servizio di “Campagne Sanitarie Itineranti”,
attraverso un fuoristrada attrezzato, rivolto direttamente ai soggetti emarginati delle periferie di Cusco e dei
villaggi della Regione Apurimac dove non è presente un servizio sanitario adeguato.
Durante queste campagne, a seguito dell’identificazione di cardiopatie pediatriche, si è avviata anche una
collaborazione con l’Associazione Bambini Cardiopatici nel Mondo e con I.R.C.C.S. Policlinico di San
Donato Milanese per affrontare tali emergenze. Nel corso del 2013 il totale di pazienti che hanno potuto
beneficiare dei servizi del poliambulatorio sono stati 13.242 mentre grazie alle campagne sanitarie
beneficiano circa 4000 persone all’anno. Un’ulteriore sviluppo delle Campagne sanitarie in Apurimac - “Un
ospedale mobile per la sanità in Apurimac” ha previsto l’acquisto e l’allestimento di un’Unità Mobile
Attrezzata ad ambulatorio che, nel corso degli anni, ha portato assistenza medica ai villaggi dimenticati per il
loro isolamento geografico. Attraverso il contributo volontario di personale sanitario italiano e peruviano,
l’ambulatorio mobile ha garantito servizi sanitari alle popolazioni andine della regione dell’Apurimac ed, in
particolare alle 3 province alte. Il biennio di campagne sanitarie compreso tra maggio 2012 ed aprile 2014 é
stato caratterizzato da un intervento articolato a più livelli e condotto sia nelle scuole, con un programma
didattico di prevenzione/sensibilizzazione sui temi di igiene basica diretto a docenti e alunni, sia alle
comunità contadine attraverso la formazione di agenti comunitari di salute (ACS) che promuovono buone
pratiche e identificano patologie note per poi indirizzare il paziente al più vicino Centro di Salute (minimo un
giorno di spostamento per i più geograficamente fortunati). Infine sono state realizzate diverse campagne
sanitarie itineranti, focalizzate sui gruppi prioritari quali donne incinte per il controllo di anemie, stato del feto
e gruppo sanguineo; a bambini da 0 a 5 anni per le anemie, stati di malnutrizione, parassitosi, infezioni
respiratorie e intestinali; agli anziani per le patologie croniche (diabete, colesterolo, dolori articolari, ecc). In
appoggio al diagnostico i medici hanno a disposizione un ecografo V-scan, un laboratorio analisi e una
farmacia che permette, attraverso prescrizioni farmacologiche (alcune volte minime), l’introduzione del
paziente a un adeguato trattamento. Infine, è attivo un servizio di odontoiatria che si occupa della
prevenzione, diagnosi, terapia e chirurgia delle patologie della bocca (denti e gengive), che offre più di 8000
prestazioni mediche. I buoni risultati ottenuti sono confermati dai costanti rinnovi dei permessi per operare
rilasciati dal Ministero di Salute (MINSA).
Partner
Partner di Apurimac del presente progetto è il Centro Santa Rita - CSR, (www.centrosantarita.net), ONG
peruviana nata proprio per volontà dei missionari agostiniani. Il Centro Santa Rita è un organo non
governativo senza fini di lucro, opera della chiesa cattolica per quanto riguarda i suoi compiti di aiuto nei
confronti delle persone più in difficoltà, che appoggia i processi di sviluppo sociale, economico, sanitario ed
educativo, che hanno luogo a Cusco e nelle provincie alte dell’Apurimac, della prelatura di Chuquibambilla.
L’ambito geografico nel cui lavora, infatti sono le tre provincie alte dell’Apurimac (Grau,Antabamba e
Cotabamba), la città di Cusco e i suoi dintorni.
Principale obiettivo del CSR è il benestare fisico, mentale e familiare delle popolazioni andine.
Nell’ambito della tutela sanitaria, si occupa della promozione di buone pratiche di vita per rispondere alle
necessità di gruppi di popolazione vulnerabili, con particolare attenzione ai bambini ed agli anziani, oltre che
ai disabili. Per far questo si avvale del Policlinico Lucia Vannucci Maiani (costruito ed equipaggiato da
Apurimac onlus) di cui è proprietario e oggi gestore.
Per quanto riguarda la tutela dei diritti umani opera per garantire l’uguaglianza di genere, la democrazia e la
giustizia sociale, oltre che la tutela dell’identità culturale.
Il CSR è fin dal primo intervento di Apurimac in Perù uno dei partner per eccellenza.
A gennaio 2015, Apurimac Onlus e il Centro Santa Rita hanno stipulato un accordo nel quale viene sancito il
passaggio di consegne della gestione del Policlinico Lucia Vannucci Maiani da Apurimac Onlus allo Stesso
Centro.
Questo a dimostrazione della salda cooperazione tra i due enti e della preparazione del partner locale in
materia di sanità.
Per queste ragioni CSR e Apurimac Onlus rinnovano la propria partnership per le attività del prossimo
quinquennio ed in particolare il CSR si rende disponibile ad accogliere i volontari in servizio civile.
NUMERO ORE DI SERVIZIO SETTIMANALI DEI VOLONTARI: 35
GIORNI DI SERVIZIO A SETTIMANA DEI VOLONTARI: 5
MESI DI PERMANENZA ALL’ESTERO:
I volontari in servizio civile permarranno all’estero mediamente dieci (10) mesi.
EVENTUALI PARTICOLARI OBBLIGHI DEI VOLONTARI DURANTE IL PERIODO DI SERVIZIO:
Ai volontari in servizio, su tutte le sedi, si richiede:
¾ elevato spirito di adattabilità;
¾ flessibilità oraria;
¾ eventuale svolgimento del servizio anche durante alcuni fine settimana;
¾ attenersi alle disposizioni impartite dai responsabili dei propri organismi e dei partner locali di
riferimento, osservando attentamente le indicazioni soprattutto in materia di prevenzione dei rischi
sociali, ambientali e di tutela della salute;
¾ comunicare al proprio responsabile in loco qualsiasi tipo di spostamento al di la quelli già programmati
e previsti dal progetto;
¾ partecipazione a situazioni di vita comunitaria;
¾ rispettare i termini degli accordi con le controparti locali;
¾ partecipare a incontri/eventi di sensibilizzazione e di testimonianza ai temi della solidarietà
internazionale al termine della permanenza all’estero;
¾ scrivere almeno tre (3) articoli sull’esperienza di servizio e/o sull’analisi delle problematiche settoriali
locali, da pubblicare sul sito “Antenne di Pace”, portale della Rete Caschi Bianchi;
¾ partecipare ad un modulo di formazione comunitaria e residenziale prima della partenza per l’estero.
¾ partecipare alla valutazione finale progettuale
Inoltre, per le sedi di attuazione di seguito riportate, si elencano i seguenti obblighi aggiuntivi:
¾
disponibilità a effettuare visite sul campo alle comunità di Juan Espinoza Medrano, Coyllurqui e
Progreso interessate dal progetto
PARTICOLARI CONDIZIONI DI RISCHIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL
PROGETTO:
Rischi politici e di ordine pubblico:
SEQUESTRI: a Cusco, come nel resto del Paese, è presente il fenomeno dei sequestri, anche a danno di
stranieri, soprattutto nelle zone rurali.
MICROCRIMINALITÀ: sussiste, inoltre, un elevato tasso di criminalità comune che, fa registrare molteplici
aggressioni. In particolare, essendo Cusco una importante meta turistica, sono frequenti, casi di borseggi e
rapine ai turisti.
Pur registrando questa situazione, per esperienza dell’ente non si sono concretizzate ad oggi particolari
condizioni di rischio politico e di ordine pubblico a danno di operatori/volontari.
SCONTRI TRA AUTORITÁ E MOVIMENTI ANTIMINERARI: varie zone del Perú, tra cui anche la regione di
Cusco, sono interessate da scontri anche violenti tra autoritá e movimenti antiminerari. Per esperienza
dell’Ente, gli atti si sono però verificati in prossimità delle miniere e quindi lontano dalla città.
Rischi sanitari:
Le strutture ospedaliere pubbliche (compreso il pronto soccorso) sono generalmente carenti sia per
personale specializzato che per mancanza di attrezzature moderne efficienti. Le cliniche ed i centri sanitari
privati presentano, al contrario, un buon livello di prestazioni sanitarie, ma con costi alquanto elevati.
La reperibilità dei farmaci è buona, anche se si registra la diffusione sul mercato di farmaci adulterati e
falsificati.
Le condizioni igienico-sanitarie del Paese determinano possibilità di disturbi intestinali e malattie quali
l’epatite (A e B), la dissenteria, il tifo. Si manifestano con frequenza focolai di colera in estate (gennaiomarzo), soprattutto nelle zone periferiche dove le condizioni igieniche sono più precarie. La febbre gialla,
endemica in alcune zone del Paese, non rappresenta una preoccupazione a Cusco.
Infine si registra una certa diffusione sul mercato di farmaci adulterati e falsificati.
Altri rischi:
FENOMENI SISMICI E FRANE: il territorio, come il resto del Paese, è soggetto a fenomeni sismici, anche se
non si non si registrano ultimamente scosse di particolare entità. Inoltre, nella stagione estiva locale (inverno
in Italia) sono frequenti forti piogge nelle zone andine, che possono determinare interruzioni delle vie di
comunicazione; vi è pertanto il rischio che alcune località, rimangano isolate fino al ripristino del
collegamento stradale o ferroviario.
ACCORGIMENTI ADOTTATI PER GARANTIRE I LIVELLI MINIMI DI SICUREZZA E DI TUTELA DEI
VOLONTARI:
Considerazioni e accorgimenti Generali
Rischi per la sicurezza
¾
¾
Unità di crisi - Ministero Affari Esteri
Per permettere al Ministero degli Affari Esteri, ed in particolare all'Unità di Crisi, nell'eventualità
che si verifichino situazioni di grave emergenza, di rintracciare i volontari con la massima
tempestività consentita e di pianificare con maggiore celerità interventi di evacuazione e soccorso,
gli stessi saranno registrati sul sito "Dove siamo nel mondo", prima della partenza per l’estero.
Ambasciate/consolati
Sarà cura delle controparti locali, in collaborazione con la sede italiana, dare comunicazione scritta
alle Rappresentanze Italiane Locali (Ambasciate e Consolati), dell’inizio servizio e del periodo di
permanenza nel paese dei volontari, ed ogni eventuale spostamento, nonché del referente della
sicurezza dell’associazione. Inoltre, nei paesi dove questo è possibile, i volontari saranno presentati
alle autorità consolari o diplomatiche italiane. Sarà cura delle controparti locali aggiornare
costantemente l’autorità consolare/diplomatica italiana sugli eventuali rientri e/o spostamenti dei
volontari.
Di seguito vengono elencate alcune precauzioni indispensabili per aumentare la tutela degli operatori:
¾
¾
¾
Tenersi costantemente aggiornati sugli sviluppi delle eventuali crisi nel paese e sui suoi possibili
sblocchi
Tenersi in contatto con l’Ambasciata ed informare di eventuali cambi di indirizzo / spostamenti
all0interno e all’esterno del Paese, nonché cambi di recapito
Seguire attentamente le direttive impartite dalle Autorità Locali
¾
¾
¾
¾
¾
¾
¾
Curare di essere costantemente reperibili
Limitare al massimo le uscite di casa, in particolare nelle ore notturne
Mantenere un atteggiamento orientato alla massima prudenza durante tutti gli spostamenti, evitando
dove possibile la partecipazione a manifestazioni e assembramenti
Non portare con sé documenti in originali ma solo fotocopie
consultare sempre il referente locale in caso di incertezza o indecisione sulle norme di sicurezza da
porre in atto (es: visite non previste a istituzioni governative e/o religiose)
Nel caso di spostamenti in automobile l’ente e/o il partner locale verifica la piena efficienza del
mezzo e se necessario effettuare scorte di carburante
Nel caso la situazione lo renda necessario, lente e/o il partner locale, predisporrà eventuali sistemi di
protezione supplementari agli accessi alle abitazioni dei volontari.
Di seguito si elencano gli accorgimenti specifici adottati dall’Ente per garantire i livelli minimi di sicurezza e
tutela dei volontari:
Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari in relazione a rischi Politici e di ordine
pubblico
RISCHIO
ACCORGIMENTO
SEQUESTRI
MICROCRIMINALITÀ
SCONTRI TRA
AUTORITÁ E
MOVIMENTI
ANTIMINERARI
¾ i volontari saranno invitati a non circolare da soli e dovranno operare a
stretto contatto con gli operatori locali e con il personale del partner locale
di progetto, seguendo le direttive specifiche da questi emanate;
¾ L’Ente mantiene costanti contatti con le istituzioni che presidiano il
territorio (partner locali di progetto, istituzioni locali e nazionali del Paese
ospitante, Rappresentanza diplomatica/consolare italiana nel Paese);
¾ Eventuali visite sul campo vengono pianificate con supporto della Polizia
locale;
¾ Spetterà all'Ente contattare le rappresentanze consolari italiane in loco e
l'Unità di Crisi presso la Farnesina per fornire ed ottenere aggiornamenti
adeguati e puntuali rispetto alla situazione dei volontari eventualmente
interessati agli atti;
¾ ogni spostamento locale del volontario/a sarà pianificato con gli operatori
responsabili;
¾ ai volontari saranno sconsigliati spostamenti in orari notturni e in zone
isolate della città.
¾ i volontari saranno invitati a non circolare da soli e a non portare con sé
oggetti di valore (Ipad, macchine fotografiche,...) o grossi quantitativi di
denaro;
i volontari saranno invitati a dotarsi di fotocopie dei propri documenti
personali ed a custodire in luogo sicuro gli originali.
¾ L’Ente mantiene costanti contatti con le istituzioni che presidiano il
territorio (partner locali di progetto, istituzioni locali e nazionali del Paese
ospitante, Rappresentanza diplomatica/consolare italiana nel Paese) e
avverte i volontari di non intervenire in caso di conflitti per nessun motivo e
di non circolare da soli;
¾ I volontari dovranno operare sempre a stretto contatto con gli operatori
locali e con i personale del partner locale di progetto, seguendo le direttive
specifiche da questi emanate.
¾ Si invita i volontari a mantenere un atteggiamento di equidistanza dalle
diverse posizioni e a non partecipare attivamente a manifestazioni di
protesta
Si consiglia vivamente ai volontari di circolare con una copia del
docuemento di riconoscimento.
Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari in relazione a rischi sanitari:
RISCHI
disturbi intestinali e
epatite (A e B),
dissenteria, tifo,
colera, febbre gialla
FARMACI
CONTRAFFATTI
ACCORGIMENTO
¾ Pur non essendoci vaccinazioni obbligatorie, si consigliano, previo parere
medico, le seguenti vaccinazioni: febbre gialla, epatite di tipo A e B
¾ L'Ente, prima della partenza e all'arrivo nei Paesi di impiego, fornisce
informazioni necessarie sulle norme igienico/sanitarie minime da seguire
(non consumare cibo non cotto e/o cotto in strada, non bere acqua non
depurata
¾ si consiglia di rivolgersi esclusivamente a farmacie qualificate, evitando
negozi non specializzati
CENTRI DI ASSISTENZA MEDICA:
¾
Dal punto di vista sanitario, la prima struttura di riferimento è il Policlinico Lucia Vannucci Maiani,
nella sede di servizio. In caso di necessità, sono strutture di riferimento sanitario anche l’Hospital de
la Solidariedad, raggiungibile in 2 minuti anche a piedi; l’Hospital MAC Salud e Hospital San José
raggiungibile in 15 minuti con taxi.
PARTICOLARI CONDIZIONI DI DISAGIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL
PROGETTO:
Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari impiegati all’estero nelle sedi del presente progetto sono
soggetti alle seguenti condizioni di disagio:
¾
¾
¾
¾
il disagio di ritrovarsi immersi in una realtà diversa da quella conosciuta e non avere le giuste
coordinate per comprenderla, per capire come relazionarsi e comportarsi sia nei confronti delle
controparti locali che delle istituzioni locali;
il disagio di dover utilizzare quotidianamente particolari accorgimenti sanitari resi necessari dal
vivere in territori in cui sono presenti patologie endemiche (malaria, aids e/o tubercolosi, ..)
il disagio di ritrovarsi in territori in cui le condizioni climatiche possono, in certe situazioni, ostacolare
o/e ritardare le attività previste dal progetto
il disagio di vivere in territori dove le comunicazioni telefoniche ed il collegamento internet non è
sempre continuo ed assicurato.
Inoltre, per le sedi di attuazione di seguito riportate, si elencano
aggiuntivi:
¾
¾
¾
¾
i dettagli delle condizioni di disagio
il disagio connesso all’altitudine del territorio;
il disagio collegato all’alimentazione differente rispetto agli standard europei;
il disagio di trovarsi in territori le cui condizioni climatiche potrebbero ostacolare le attività previste
giornalmente;
il disagio connesso alle vie di comunicazione terrestre, non sempre facilmente percorribili
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DESCRIZIONE SEDE
DESCRIZIONE DEL CONTESTO TERRITORIALE:
Cusco (in quechua Qusqu) si trova nella valle del fiume Huatanay, nelle Ande Sudorientali del Perù, a 3,360
metri sul livello del mare. Gode di un clima secco e temperato, caratterizzato dall’alternanza di due stagioni
definite: una secca da aprile ad ottobre, con temperatura media di 13-20°C e una piovosa da novembre a
marzo, con temperatura media di 12°C. Cusco è la città andina più conosciuta a livello mondiale, meta
indiscussa e privilegiata del turismo culturale. Antica capitale del Perù, terra della civiltà incaica, costituisce
attualmente la fonte turistica primaria per la di ricchezza del paese con un aumento del 10% di turisti ogni
anno dal 2003. Nel 2013, infatti, quasi 1 milione e mezzo di turisti hanno invaso pacificamente questa città,
facendo diventare il turismo la prima voce (61%) d’entrata del PIL regionale (seguito dalla mineraria che
rappresenta il 18,9%, commercio 11,7%, agricoltura, caccia e selvicoltura manifattura 8,4%). Rappresenta
però, anche e soprattutto, una tappa necessaria e a volte definitiva per tutti coloro che migrano dalle vicine
zone rurali nella città, alla ricerca di migliori condizioni di vita.
Le varie province della regione di Cusco sono infatti distribuite su un territorio vasto, quasi 72 mila km2,
isolato e dalle condizioni climatiche a volte particolarmente estreme. Molti villaggi infatti sono spesso
raggiungibili solamente a piedi, dopo diversi giorni di cammino e ad altitudini molto elevate. Sono privi di
servizi, e la maggior parte della popolazione sopravvive grazie ad un’agricoltura povera di sussistenza.
Secondo il documento Mapa de la Pobreza 2012 elaborato da FONCODES (Fondo nacional cooperaciòn y
desarrrollo social) la popolazione rurale del territorio soffre di una grave carenza di servizi: il 54% non ha
elettricità, il 43% è senza acqua, il 36% non ha sistema fognario, e il 45% soffre di malnutrizione. Nonostante
questo, le istituzioni non danno priorità al miglioramento delle condizioni di vita della popolazione rurale della
Sierra, ed il gap di disuguaglianza sociale tra regioni sviluppate e la regione di Cusco sta aumentando negli
ultimi anni. Infatti se è vero che negli ultimi anni si è attestata una diminuzione generale della povertà nel
territorio dal 51% al 47%, i 3/4 di questa povertà è concentrata tra i campesinos.
Dal punto di vista amministrativo le comunità campesine sono strutturate in villaggi con una propria
organizzazione politica che comporta un notevole spazio di autogestione, elezioni biennali e
programmazione mensile. Ogni comunità (comunidades campesinas) ha un proprio numero di registrazione
pubblica ed è definita dal governo a livello territoriale. Nel territorio della Regione di Cusco si contano
diverse comunità campesine. In particolare nella Provincia di Acomayo sono presenti 42 comunità
contadine; nella provincia di Anta sono presenti 81 comunitá contadine; nella provincia di Calca sono
presenti 88 cc; nella provincia di Canas sono presenti 65 c; nella provincia di Canchis sono presenti 101 cc;
nella provincia di Chumbivilcas sono presenti 76 cc; nella provincia di Cusco sono presenti 45 cc; nella
provincia di Espinar sono presenti 65 cc; nella provincia di La Convención sono presenti 19 cc; nella
provincia di Paruro sono presenti 73 cc; nella provincia di Paucartambo sono presenti 113 cc, nella provincia
di Quispicanchis sono presenti 107; nella provincia di Urubamba sono presenti 43 cc, per un totale di 918
comunità contadine (PETT Cusco 2012), che distano da Cusco un raggio di 100 km. La terra è di proprietà
della comunità, che la coltiva e l’amministra per il sostentamento di tutti, anche se in molte zone rurali c’é
una tendenza che vede l’affermarsi della proprietà privata e l’abusivismo per un 23%. Inoltre il Decreto
Legislativo 1015 propone la vendita delle terre comunali – la cui proprietà è attribuita alle comunità
campesinas secondo una convenzione secolare - a terzi, a favore delle imprese minerarie, che hanno
cominciato uno sfruttamento spregiudicato e non eco-compatibile delle terre andine. La svendita delle terre
dei campesinos rischia di peggiorare ulteriormente la situazione socio economica del territorio, come sta
accadendo in molte province della regione (Humbivilcas, Espinar, Anta). Infatti delle 13 provincie facenti
parte della regione di Cusco, solamente 10 si sono contraddistinte per la capacità di soddisfare le necessità
basilari della popolazione e garantire i diritti fondamentali dal punto di vista sociale. I maggiori livelli di
emarginazione sociale sono stati riscontrati nelle provincie alte di Chumbivilcas e Canas, dove sono
predominanti le comunità campesine.
Tutto questo si traduce in un indice di sviluppo umano pari a 0,5377, dato questo, tra i più bassi, se
confrontato con la maggior parte delle regioni che compongono il Paese.
Per sfuggire a questa situazione di disagio e di povertà, buona parte della popolazione migra in città, dove, a
causa della completa mancanza di pianificazione urbana, vengono a costituirsi quartieri marginali con
condizioni sociali pessime (elevata densità abitativa, disgregazione sociale e violenza familiare), in cui si
concentrano le fasce più povere degli abitanti. Le zone marginali, poco fuori il centro storico, sono
caratterizzate da estrema povertà economica, dall’insufficienza dei servizi e da condizioni di lavoro non
regolarizzate. La popolazione che migra dalle zone rurali cerca nella vicina città condizioni di vita migliori,
condizioni che Cusco non è spesso in grado di garantire neppure ai suoi già numerosi abitanti.
Testimonianza di questo aumento demografico sono le cifre. Secondo il censimento del 1993 (unico
disponibile sui dati del territorio), vivevano nella zona urbana di Cusco 50,728 uomini e 53,108 donne, per un
totale di abitanti intorno ai 103,836. Secondo le ultime stime dell’INEI (Instituto Nacional de Estadística e
Informática), Cusco é diventata la settima cittá piú popolata del Perú, contando nel 2013 una popolazione di
412.000 abitati (201.585 uomini e 211 421 donne, per un totale di abitanti intorno ai 413.006). Questo
notevolissimo aumento demografico scatena due grossi problemi: da una parte l’incapacità del territorio di
accogliere e fornire servizi per le nuovi abitanti che s’insediano nel territorio urbano sbilanciando
pericolosamente l’asse città-campagna; dall’altra l’abbandono delle campagne toglie peso e voce in capitolo
a queste zone che vengono definitivamente dimenticate dallo Stato, esponendole così alla speculazione di
investitori privati senza scrupoli.
Nel territorio di Cusco APURIMAC interviene nel settore Sanità e Grandi Malattie;
Settore di intervento del progetto: Sanità e Grandi Malattie
Rispetto ai servizi di base (acqua e fognature) la provincia con maggior carenza di acqua potabile é Grau
(76,9%) e quella con maggior carenza di fognature é Cotabambas (95,6%).
Nella scala dello sviluppo le tre “Province Alte” sono all’ultimo posto di tutto il Perù. La popolazione è al
99% indigena e parla la lingua quechua. Lungo i secoli la popolazione ha scelto di rifugiarsi in questi luoghi
impervi ed inospitali per fuggire le invasioni e le vessazioni pre-incaiche, incaiche e coloniali. Ciò spiega la
diffidenza connaturale verso chiunque non appartenga alla loro comunità e l’attaccamento alle tradizioni
ancestrali, che hanno loro permesso la sopravvivenza.
Questo scenario già particolarmente problematico è aggravato dall’inefficienza e inadeguatezza - rispetto
alle esigenze della popolazione più vulnerabile - del sistema sanitario nazionale. Nel caso delle Province
Alte di Apurimac la presenza di strutture del Ministero della Salute è altamente insufficiente/fortemente
scarsa dal punto di vista numerico oltre che della qualità professionale di base.
Un’analisi condotta negli ultimi anni ha evidenziato i preoccupanti ritardi operativi del settore medico in tutta
la regione apurimeña e soprattutto nella suddetta area.
Le maggiori patologie che possono causare gravi malattie o morte sono:
¾
infezioni o traumi non gravi ma degenerati per la mancanza di cure risolutive: 200 bambini su mille
muoiono prima di raggiungere il secondo anno di età (UNICEF 2001), il 75% di loro soffrono di
denutrizione cronica
¾
patologie quali la TBC, la polmonite cronica e le infezioni intestinali gravi.
La valutazione dell’incidenza di polmonite dal 1997 al 2000 ha fatto registrare un andamento
discendente; i più colpiti sono i minori di 5 anni con maggior incidenze nei bambini di età compresa tra
gli 1 e i 4 anni mentre diminuisce tra i più piccoli. I distretti maggiormente colpiti sono quelli ubicati nelle
Province Alte, Abancay, Tambobamba e Curahuasi, con maggior incidenza nella prima e nella terza,
zone caratterizzate da un clima freddo ma umido più che nel secondo distretto che è caratterizzato da
un clima freddo ma secco. Il dato è un’ulteriore prova della difficoltà del settore sanitario in detta
zona.Anche la tubercolosi colpisce l’Apurimac, anche se in modo minore, ed in particolare Abancay
(Abancay) Antabamba (Antabamba), Tambobamba (Cotabambas) e Cotaruse (Aymaraes) che hanno
fatto registrare il maggior numero di casi nella zona (60%).
¾
Ricorso alla medicina officinale tradizionale.
¾
Infezioni respiratorie acute
Le infezioni respiratorie acute, con la polmonite, sono la causa maggiore di morte in tutti i gruppi che
vivono in condizioni economiche disagiate, in zone inaccessibili e questo è provato dal fatto che nelle
altre zone del Perù, il problema è in via di risoluzione. La seconda causa di morte è il decesso per traumi
o lesioni, ignorando se sono accidentali o intenzionali, mentre la terza causa è la cirrosi epatica e altre
infezioni del fegato quali epatite B; bisogna inoltre ricordare che stanno aumentando i casi di HIV e che
va promosso un maggiore sforzo di prevenzione. A livello generale gli adulti muoiono maggiormente per
lesioni traumatiche, cirrosi e infezioni all’apparato respiratorio. Questo dato è valido per gli uomini
mentre per le donne si registra una maggiore incidenza di morte per infezioni respiratorie acute e
infezioni dell’apparato urinario e a quello circolatorio. La Regione Apurimac ha il peggiore indice di
mortalità del Perù essendo le vittime più numerose bambini e donne gravide. Il dato è dovuto da cause
gravi quali il limitato accesso a servizi prenatali e ostetrici, la inadeguata preparazione del personale
sanitario e le resistenze culturali locali.
¾
Infezioni dentali
¾
Infezioni gastroenteriche
Anche per quel che riguarda la Diarrea Cronica Grave, vengono colpiti maggiormente i bambini con
meno di 5 anni che non hanno ricevuto un’educazione igienico-sanitaria adeguata né da parte dei
genitori né dalla struttura scolastica. I casi registrati nell’anno 2001 sono stati maggiori rispetto l’anno
precedente e al 1999 poiché c’è stato un lavoro di identificazione maggiore e più attento.
¾
denutrizione
Tra i bambini di età inferiore di 5 anni, senza differenza di sesso, la denutrizione è un problema
diffusissimo e inizia con il sesto mese allorquando il bambino inizia a nutrirsi autonomamente. Molti
bambini della zona non hanno le possibilità economiche per accedere ad una dieta alimentare
equilibrata che invece è rappresentata da patate, mais, cipolle e pochissima carne. Grazie ai dati raccolti
dal Sistema epidemiologico locale e alla registrazione dei programmi di assistenza sanitaria regionale, si
è evidenziato inoltre un grave problema di denutrizione cronica infantile con maggiore ingerenza nelle
aree rurali.
Indicatori scelti sui quali incidere
Nell’anno 2013 infatti il sistema di vigilanza epidemiologica della Direccion Regional de Salud Cusco ha
riportato un totale di:
- 25 morti materne;
- 431 morti perinatali;
- 384 neumonie in maggiori di 5 anni;
- 179 neumonie minori di 5 anni;
- 11,980 Infezione diarreica acuta IDA.
Gli agenti comunitari di salute (ACS) ricoprono un ruolo chiave nello scenario descritto, giacché sono
identificati dalla propria comunitá quindi riconosciuti, generalmente formati in zone di difficile accesso e dove
anche per motivi geografici, la popolazione tende a trascurare la propria salute. L’ACS protegge attivamente
il diritto alla salute, sensibilizzando, informando e orientando il gremio popolazionale assegnato, quindi
ricopre un ruolo attivo di vigilanza sociale sui temi di educazione basica come i segnali di allarme per le
donne incinta, alimentazione sana ed equilibrata per evitare stati di malnutrizione, igiene basica dei cibi per
evitare IDA, buone pratiche per evitare neumonie e infezioni respiratorie acute nel periodo invernale.
A questo si affianca l’Unità Mobile Attrezzata ad ambulatorio che, nel corso degli anni, ha portato assistenza
medica ai villaggi dimenticati per il loro isolamento geografico, realizzando oltre 8000 prestazioni mediche.
SERVIZI ANALOGHI E DELLA RELATIVA OFFERTA PRESENTE NEL CONTESTO DI RIFERIMENTO
Nella città di Cuzco esistono quattro ospedali pubblici (Essalud, il Regional, l’Antonio Lorena e il PRODEIN),
di cui i primi tre a pagamento e solo l’ultimo presta servizi sanitari alla popolazione indigente, ma in ogni
caso è assolutamente insufficiente a soddisfare il gran numero di richieste, soprattutto per i segmenti di
popolazione fragile, come donne incinte e in allattamento, bambini e anziani, esposti a una serie di minacce
come l'insicurezza alimentare, povertà, violenze familiari, malattie, inquinamento ambientale e carenze in
materia di accesso alla salute.
Nei settore Sanità e Grandi Malattie APURIMAC interviene nel territorio di Cusco con i seguenti destinatari
diretti e beneficiari.
I destinatari diretti sono :
¾
¾
¾
¾
¾
90 nuovi agenti comunitari di salute ACS;
60 docenti delle Istituzioni Educative;
10 operatori sanitari dei Centri di Salute;
600 bambini circa delle scuole elementari su educazione sanitaria e diritto alla salute
15.000 persone curate con le campagne itineranti.
I beneficiari sono:
¾
circa 20,000 abitanti del territorio, compresi i distretti rurali di Cotabambas, Progreso e Coyllurqui.
OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO DI IMPIEGO:
Obiettivo 1
¾
¾
Riduzione del 40% dell’incidenza delle patologie mortali
Miglioramento della prevenzione sanitaria nelle Comunità campesine.
Obiettivo 2
¾
Miglioramento della formazione professionale degli operatori locali
DESCRIZIONE DEL PROGETTO:
Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi
CUSCO (APURIMAC)
Azione 1. Rafforzamento della formazione sanitaria
1. Organizzazione (logistica, didattica, tutoraggio) e realizzazione di 5 incontri (3 al Cusco 2 in
Apurimac) di promozione/sensibilizzazione per diffondere l’importanza degli ACS (agenti comunitari
di salute) sul territorio e identificare con la popolazione i possibili candidati.
2. Organizzazione (logistica, didattica, tutoraggio) e realizzazione di un corso di formazione per 90
nuovi agenti comunitari di salute, scelti tra i leader delle comunità e sistematizzazione delle
informazioni raccolte
3. Realizzazione di una campagna radiale intensiva che accrediti la figura dell’ACS e stimoli la
popolazione a usufruire del servizio ausiliare che gli stessi ACS offrono in forma gratuita
indirizzando, secondo necessitá e patologie, i malati ai centri di salute locali o al Policlinico Lucia
Vannucci Maiani al Cusco;
4. Organizzazione (logistica) e realizzazione di 4 incontri per elaborare una guida pedagogica
interculturale con 60 docenti delle scuole elementari e medie sui temi di igiene e salute di base.
5. Realizzazione di 6 laboratori che coinvolgano almeno 600 alunni, i docenti e gli ACS sui temi della
salubrità e igiene
6. Elaborazione e stampa di materiale didattico diretto agli insegnanti e agli studenti, per orientare i
lavori in aula sul diritto alla salute, abitudini salubri, stile di vita sano, rispetto dell’individuo e
dell'ambiente.
7. Monitoraggio, raccolta dati e valutazione trimestrale delle attività e degli incontri, con catalogazione
del materiale raccolto (testimonianze, dati, foto) e stesura delle valutazioni.
Azione 2. Promozione del diritto alla salute con servizi sanitari itineranti
1. Realizzazione di 2 incontri per la pianificazione di 8 campagne sanitarie itineranti (5 Cusco e 3
Apurimac) con l’Unità Mobile (calendario e personale da coinvolgere, centri di salute e comunità
contadine da informare/sensibilizzare);
2. Realizzazione di una campagna di sensibilizzazione sanitaria a favore delle comunità identificate,
anche attraverso l’ideazione e preparazione di attività ludiche/artstiche ausiliari (teatro, marionette
e disegno).
3. Realizzazione di 3 visite alle comunità rurali interessate per l’organizzazione logistica delle
campagne sanitarie itineranti in Apurimac e incontri conclusivi per la redazione di un verbale di
sintesi;
4. Allestimento dell’unità mobile per le campagne di salute itineranti con acquisizione dei
reattivi/reagenti di laboratorio, farmaci, materiale odontoiatrico etc.
5. Realizzazione di campagne sanitarie itineranti (di 10 giorni per 10 ore lavorative giornaliere) nei
distretti di Cotabambas, Coyllurqui e Progreso.
6. Raccolta di dati socio-sanitari sul campo attraverso la compilazione di una scheda
sociosanitaria individuale per paziente;
7. Analisi dei dati raccolti e scrittura di un report finale
Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la
specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività
¾
¾
¾
¾
¾
¾
¾
¾
1 Coordinatore medico _ Azione 1 e 2
1 Promotore esperto per attività di sensibilizzazione_ Azione 1 e 2
1 Medico del Policlinico Lucia Vannucci Maiani-_ Azione 1 e 2
1 Odontoiatra del Policlinico Lucia Vannucci Maiani_ Azione 2
1 Assistente odontoiatra del Policlinico Lucia Vannucci Maiani_ Azione 2
1 Laboratorista del Policlinico Lucia Vannucci Maiani_ Azione 2
1 Infermiere del Policlinico Lucia Vannucci Maiani_Azione 2
1 Autista a disposizione del progetto_ Azione 1 e 2
Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto:
Il volontario in servizio civile n°1 verrà coinvolto nelle seguenti attività:
¾ Supporto nell’organizzazione (logistica, didattica, tutoraggio) e nella realizzazione di 3 incontri 2 in
Apurimac) di promozione/sensibilizzazione per diffondere l’importanza degli ACS (agenti comunitari
di salute) a Cusco
¾ Affiancamento nella realizzazione della campagna radiale intensiva;
¾ Supporto nell’organizzazione e gestione degli incontri con i docenti;
¾ Collaborazione nella realizzazione dei laboratori con 600 alunni, i docenti e gli ACS sui temi della
salubrità e igiene
¾ Supporto nella realizzazione del materiale didattico agli insegnanti e agli studenti
¾ Supporto nel monitoraggio, raccolta dati e valutazione delle attività e degli incontri con
catalogazione del materiale raccolto (testimonianze, dati, foto) e stesura delle valutazioni.
Il volontario in servizio civile n°2 verrà coinvolto nelle seguenti attività:
¾ Supporto negli incontri di pianificazione delle 8 campagne sanitarie itineranti (5 Cusco e 3
Apurimac) con l’Unità Mobile (calendario, luoghi e comunitá contadine da informare/sensibilizzare)
¾ Supporto nella ideazione delle attivitá ludiche/artistiche ausiliari (teatro, marionette e disegno) per la
campagna di sensibilizzazione sanitaria;
¾ Supporto nel redigere il verbale successivo alle visite alle comunità rurali interessate per la
pianificazione delle campagne sanitarie itineranti;
¾ Affiancamento nell’allestimento dell’unità mobile per le campagne di salute itineranti
¾ Supporto nella realizzazione delle campagne sanitarie itineranti nei distretti rurali
¾ Affiancamento nella raccolta dati socio-sanitari sul campo attraverso la compilazione tramite
intervista di una scheda socio-sanitaria individuale per paziente
¾ Supporto nella analisi dei dati socio-sanitari sul campo raccolti e scrittura di un report finale
REQUISITI:
Si ritiene di dover suddividere tra generici, che tutti i candidati devono possedere, e specifici, inerenti aspetti
tecnici connessi alle singole sedi e alle singole attività che i Volontari andranno ad implementare,
preferibilmente i seguenti requisiti:
Generici:
¾
¾
¾
Esperienza nel mondo del volontariato;
Conoscenza della Federazione o di uno degli Organismi ad essa associati e delle attività da questi
promossi;
Competenze informatiche di base e di Internet;
Specifici:
Volontario/a n°1-2
¾
Preferibile buona conoscenza della lingua spagnola
DOVE INVIARE LA CANDIDATURA
¾
¾
tramite posta “raccomandata A/R”: la candidatura dovrà pervenire direttamente all’indirizzo
sotto riportato.(Nota Bene: non farà fede il timbro postale di invio, ma la data di ricezione in sede
delle domande)
ENTE
CITTA’
INDIRIZZO
TELEFONO
SITO
APURIMAC
ONLUS
ROMA
Viale Gabriele
d’Annunzio, 101 00187
06.4542.6336
http://www.apurimac.it/
tramite Posta Elettronica Certificata (PEC) di cui è titolare l'interessato, allegando la
documentazione richiesta in formato pdf, a [email protected] e avendo cura di
specificare nell'oggetto il paese e il titolo del progetto (es. CASCHI BIANCHI: INTERVENTI
UMANITARI IN AREE DI CRISI – Est Europa 2016 - Albania - CELIM).
Nota Bene: per inviare la candidatura via PEC
• è necessario possedere un indirizzo PEC di invio (non funziona da una mail normale),
• non è possibile utilizzare indirizzi di pec gratuiti con la desinenza "postacertificata.gov.it",
utili al solo dialogo con gli Enti pubblici.