Un Magazine, perché - Specola delle Idee

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Un Magazine, perché - Specola delle Idee
N. 1 – gennaio/aprile 2016
Un Magazine, perché
di Mario Liccardo
Presidente Associazione
La Specola delle Idee
LA SPECOLA DELLE IDEE con questo “numero zero” - monotematicamente dedicato alla
Fiera di Padova, alle sue problematiche attuali e soprattutto alle sue prospettive future - vuole
intraprendere un nuovo percorso comunicativo con la città, gli stakeholders, i decisori finali.
Cerchiamo cioè di offrire a tutti i soggetti interessati – dai semplici cittadini a coloro che
hanno responsabilità apicali nella pubblica amministrazione come nelle articolazioni sociali,
culturali ed economiche della società civile padovana – momenti di riflessione meno episodici dei
classici convegni, che costringono ad una presenza magari frettolosa (o addirittura ad un’assenza,
ancorché non voluta) in quel luogo ed in quel momento, rischiando poi di disperdere l’efficacia dei
contenuti emersi nelle 2 o 3 ore del seminario nella galassia del tempo, che passa ed illanguidisce i
ricordi.
SPECOLA magazine vuole essere quindi una piattaforma offerta periodicamente per l’inizio
o la continuazione di un dibattito quanto più concreto possibile su temi strategici per il futuro della
città. Ricordiamo infatti che la mission fondamentale della nostra associazione è precisamente
stata dalla sua nascita questa: riflettere e dibattere sulle prospettive a medio termine della nostra
Padova. Un’esigenza che abbiamo sentito impellente, nel momento in cui abbiamo dovuto
constatare il declino dei partiti come luogo di elaborazione programmatica. per il sopravveniente
prevalere di una politica basata troppo spesso più sull’efficacia mediatica della “forma” che sulla
solida consistenza e coerenza dei “contenuti”.
Ed a questo “limite”, certamente comune a tutte le latitudini e longitudini del nostro Paese,
per quanto ci riguarda più specificamente come padovani abbiamo dovuto aggiungere la
constatazione di una perdita di ruolo di Padova nel contesto regionale e nazionale, che forse è
iniziato (non saprei dire se come causa od effetto) con la perdita della governance delle 2 banche
principali, che per decenni avevano invece dato linfa a tutto il tessuto economico del territorio,
raggiungendo un rilievo anche radicato ben oltre la Provincia e la Regione.
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N. 1 – gennaio/aprile 2016
La crisi economica - generale e locale – in questi anni ha ulteriormente aggravato la
sensazione, come Comunità, di “perdere colpi”. E però proprio per questo, la nostra vuole essere
una voce, non di rassegnazione ma di positiva reazione.
Se fino ad oggi ci siamo limitati a fare da più asettico possibile “osservatorio delle idee su
Padova” (come richiama la nostra denominazione), riteniamo sia ora giunto il momento anche di
uscire dalla mera “osservazione”, lì dove ritenessimo invece di poter offrire un contributo anche
più propositivo.
Per la verità abbiamo già tentato di farlo qualche mese fa – in punta di piedi – sul tema
dell’Area Vasta, non registrando però finora un interesse adeguato da parte delle forze politiche; e
tuttavia – siccome siamo convinti che si tratti invece di un tema strategico, per rilanciare Padova,
quale perno dell’area centrale veneta – ritorneremo ad affrontarlo al più presto.
Intanto però si è imposto come di massima urgenza il tema della Fiera, anche per i
“numeri” assolutamente preoccupanti che sono emersi e che pongono seri interrogativi,
impattanti sulla governance, sulla struttura, sulle funzioni che potrà o non potrà avere in
prospettiva la nostra Fiera.
In breve il tema è riassumibile in questi termini, in forma interrogativa:

Tenuto conto del contesto fieristico viciniore (Verona, Bologna, Milano; perfino Vicenza)
Padova può comunque ritagliarsi uno spazio tutto suo e “di successo” ?

Possono ed in che modo interagire positivamente a tal fine il costruendo Centro Congressi,
l’Università, il sistema delle “nuove” imprese ad alta tecnologia innovativa e però anche quello
artigianale e manifatturiero più tradizionale ?

Di quali adeguamenti, sia strutturali che urbanistico-edilizi, avrebbe bisogno una Fiera di
Padova 3.0 per rendere compatibile il suo sviluppo con la sua collocazione “dentro la città” ?
L’Associazione, cercando le risposte a queste domande, ha voluto anche abbozzare la
traccia di un ragionamento volto a configurare una ipotesi di “nuova Fiera”, ma con l’intento
semplicemente di sviluppare un dibattito, senza alcuna rivendicazione o pretesa di primogenitura.
Si tratta solo di un contributo, quindi, all’elaborazione di contenuti immaginabili per un rilancio
della Fiera ed una rigenerazione edilizia ed ambientale del quartiere di via Tommaseo; senza
entrare da parte nostra sul tema pur delicato ed importante della governance, perché di esclusiva
competenza dei decisori finali.
L’augurio è che gli interventi qui raccolti (e di cui ringraziamo sentitamente gli autori)
possano essere forieri di un’accelerazione di quel processo dialettico intorno ad un problema così
rilevante per la città sotto il profilo economico ed urbanistico, da non ammettere ulteriori
tergiversazioni. Sicché l’auspicio finale è che gli attuali soci di Fiera di Padova ed altri soggetti
importanti che potrebbero divenirne partners, condividano al più presto un’idea forte in grado di
ridare lustro, ricchezza e – perché no ? – anche ulteriore bellezza alla nostra Città.
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