le acque superficiali - Autorità di Bacino della Basilicata

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le acque superficiali - Autorità di Bacino della Basilicata
Capitolo IV
Disponibilità: le acque superficiali
137
4.1
Cenni di probabilità e statistica applicate allo studio dei deflussi superficiali, in assenza
di regolazioni
Lo studio delle disponibilità di acque superficiali è stato condotto tramite la valutazione, in termini
probabilistici, del rischio di deficit, rispetto ad un prefissato valore di deflusso superficiale mensile o
annuo, in una generica sezione di un corso d’acqua della Basilicata.
Sono state utilizzate pertanto metodologie di indagine idrologica, tese a massimizzare l’informazione
puntuale e regionale fornita dalle serie storiche di dati pluviometrici ed idrometrici. Tali metodologie
consentono di prediligere di volta in volta, per la stima delle diverse grandezze fisiche di interesse,
l’informazione diretta fornita dalla disponibilità di osservazioni storiche della stessa grandezza, o
l’informazione indiretta fornita da dati di altre quantità fisiche, ad essa legate da leggi correlative
verificate su base regionale.
I fenomeni fisici che determinano la formazione dei deflussi superficiali di un corso d’acqua vanno
considerati come fenomeni aleatori, nel senso che non è possibile, alla luce delle conoscenze che si
hanno sulla loro dinamica, prevedere deterministicamente in che maniera essi evolveranno in futuro.
Ciò comporta che, per studiarli ai fini della predisposizione del bilancio idrico, occorre esaminarli
seguendo le leggi della probabilità e della statistica.
I deflussi annui, misurati con riferimento all’anno idrologico, possono essere considerati delle variabili
casuali indipendenti. Questo si verifica, ad esempio, nella maggior parte dei fiumi dell’Italia meridionale,
aventi caratteristiche piuttosto torrentizie, con caratteristiche idrologiche a spiccata ciclicità annuale. Nei
bacini idrografici di questi fiumi, le precipitazioni di un determinato anno idrologico vengono di norma
convogliate, mediante deflusso superficiale o sub-superficiale, all’interno dello stesso anno, non
creando così alcuna dipendenza tra i valori di deflusso di un determinato anno e quelli dell’anno
precedente.
Per lo stesso motivo, ed a maggior ragione, possono essere considerati indipendenti i deflussi delle
diverse stagioni secche (stagioni per le quali le portate medie mensili si mantengono al di sotto della
portata media annua).
La distribuzione di probabilità di una variabile casuale indipendente è uno strumento che stabilisce con
criteri obiettivi qual é quel suo valore corrispondente ad un certo rischio di deficienza (o di noneccedenza) in uno o più periodi di tempo con riferimento ai quali la variabile viene osservata o misurata.
Esistono diverse forme analitiche utilizzabili per F(X), funzione che definisce la probabilità cumulata
F(X) con la quale un determinato valore X della variabile in esame non viene superato. La più nota di
queste è la legge normale del caso, o legge di Gauss, che contiene solo due parametri, coincidenti con
m(X) e σ2(X) rispettivamente momenti del primo e del secondo ordine della funzione di densità di
probabilità.
Poiché la variabilità dei deflussi fluviali si traduce in entità e frequenza delle eccedenze e dei deficit
rispetto alla media, risulta immediato visualizzare tale concetto attraverso la curva di distribuzione di
probabilità dei deflussi annui. Infatti, nota che sia la media, se si fissa un certo livello di deficit rispetto
alla media, la variabilità del fenomeno sarà tanto più elevata quanto più frequentemente ritroveremo
questo deficit. In altri termini, tra due corsi d’acqua con la stessa media, quello con la maggiore
varianza sarà quello per cui è più alta la probabilità di un certo deficit. Analogamente, il corso d’acqua
con il deflusso più variabile sarà quello in cui a pari probabilità corrisponderà il deficit maggiore.
Le curve di distribuzione di probabilità dei deflussi, che sono la traduzione in forma grafica della
distribuzione di probabilità, vengono usate per rappresentare la probabilità cumulata che compete ad
ogni possibile valore del deflusso.
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Le serie storiche osservate dei deflussi annui D mostrano che questi, di solito, non sono distribuiti
secondo la citata legge normale. Ma a tale legge ci si può ricondurre trasformando i dati secondo
l’espressione, detta di Box-Cox:
Y=
Dλ −1
λ
(4.1)
per la quale, Y tende a D per λ=1 ed a ln(D) per λ=0. In quest’ultimo caso, si dice che D è distribuito
secondo la legge log-normale. Il valore più opportuno da adottare per λ deve essere scelto di volta in
volta, come si vedrà più avanti, in base all’informazione idrologica contenuta nei dati di deflusso
disponibili nel sito di interesse od a quella fornita dall’insieme delle serie di dati disponibili nella regione.
Studi già eseguiti su corsi d’acqua dell’Italia centro-meridionale, mostrano che λ tende ad assumere
valori poco variabili intorno a 0.3.
Una volta che sia nota la distribuzione di probabilità, la variabilità dei deflussi fluviali si può esprimere
attraverso l’introduzione di appositi indici statistici, quali ad esempio, il tempo di ritorno e il rischio,
concetti tra loro opportunamente legati.
Un discorso del tutto analogo può farsi per i deflussi della stagione secca. Per questi, la distribuzione di
probabilità è di fondamentale importanza per stimare le capacità di compenso da assegnare agli invasi,
al fine di eseguire, con assegnato rischio di deficit, un’efficiente regolazione dei deflussi.
Anche per i deflussi della stagione secca è possibile utilizzare la trasformata di Box-Cox, definita dalla
(4.1), con opportuno valore di λ, per ricondurre i dati osservati alla distribuzione normale.
Infine, quando c’è carenza o assenza di informazione sui deflussi annui in una determinata sezione di
un corso d’acqua, per poterne determinare la distribuzione di probabilità, è necessario ricorrere a
metodi di stima indiretti, basati sull’analisi dei fenomeni di trasformazione afflussi-deflussi. In tal caso
occorre determinare la distribuzione di probabilità delle piogge annue.
Utilizzando anche in tal caso la trasformata di Box-Cox, si ritrova di norma che, nei nostri climi, le
piogge annue sono ben distribuite secondo la legge log-normale.
L’ultima fase per una completa determinazione della distribuzione di probabilità di ciascuna variabile
idrologica considerata è la stima dei suoi parametri. Questi possono essere stimati, in base
all’informazione fornita dai dati disponibili, utilizzando stimatori puntuali o stimatori regionali.
Quando non si può utilizzare uno stimatore puntuale, perché non si dispone di un numero sufficiente di
osservazioni della grandezza idrologica nel sito di interesse, è necessario ricorrere a tecniche di analisi
regionale dell’informazione idrologica. Esse consistono nella ricerca dei legami esistenti tra le
caratteristiche climatiche e fisiografiche misurabili nella regione in cui il sito ricade e la grandezza
idrologica della quale si richiede una corretta stima.
Uno stimatore regionale comporta la scelta di un modello di regionalizzazione, che stabilisce sia le
modalità con cui si effettua il trasferimento dell’informazione idrologica da un sito all’altro sia la tecnica
di stima dei relativi parametri.
139
4.2
La disponibilità di acque superficiali nei bacini di competenza dell’Autorità di Bacino
della Basilicata
4.2.1
I deflussi annui
Ai fini della predisposizione del bilancio idrico, è necessario disporre della distribuzione di probabilità dei
deflussi annui, strumento che stabilisce con criteri obiettivi qual é il deflusso corrispondente ad un certo
rischio di deficienza in uno o più anni.
La determinazione della distribuzione di probabilità di una variabile idrologica in un sito in cui mancano
dati avviene con un modello di regionalizzazione dei deflussi superficiali e secondo le seguenti fasi:
• scelta della legge di probabilità più idonea a rappresentare il fenomeno (su base regionale);
• applicazione di criteri di similitudine idrologica per la valutazione dei parametri della legge di
probabilità;
• controllo dell’eventuale costanza di uno o più parametri nella regione indagata;
• ricerca di legami tra i valori dei parametri e i valori assunti da grandezze fisiografiche o climatiche di
riferimento.
4.2.1.1 I modelli per la stima del deflusso medio annuo
Al fine di determinare i deflussi a partire dagli afflussi, c’è innanzitutto da tener presente che il legame
tra le due variabili è certamente non lineare, nel senso che non c’è proporzionalità tra afflussi e deflussi.
Infatti, alla scala annua ed in assenza di forti componenti di deflusso da falde profonde, il deflusso è pari
all’afflusso al netto dell’evapotraspirazione, la quale dipende a sua volta dall’umidità del suolo, cioè
dalla disponibilità di acqua pronta ad evaporare ed essere assorbita dalle piante.
L’umidità del suolo è fortemente correlata all’afflusso, nel senso che maggiore è la quantità di
precipitazione annua in una zona, maggiore è la probabilità che il suolo sia umido durante gran parte
dell’anno. Ciò implica che l’evapotraspirazione cresce al crescere dell’afflusso (ma non
proporzionalmente ad esso) e ciò avviene fino a che non si raggiungano livelli di afflusso tali da
mantenere il suolo costantemente umido. A quel punto l’evapotraspirazione non cresce più con
l’afflusso e si raggiunge il valore di evapotraspirazione potenziale.
Solo in tale ultima condizione, che di fatto non si verifica mai nelle nostre regioni, si ha una certa
proporzionalità tra l’afflusso ed il deflusso. Nella generalità dei casi, in Italia Meridionale, se l’afflusso
diminuisce di una quantità X il deflusso diminuirà di una quantità ben maggiore di X. Trascurare tale
mancanza di proporzionalità tra afflussi e deflussi può condurre ad errori di entità molto elevata.
Per quanto fin qui detto, la relazione tra medie degli afflussi e medie dei deflussi viene interpretata
come un legame che ha un fondamento teorico, ma comunque soggetto ad incertezze di varia natura
(affidabilità dei dati, variabilità delle condizioni all’interno dell’anno, variabilità nella quota e nella
copertura vegetale nell’ambito di grandi bacini, influenza di fattori geologici, etc.). In casi come questo,
in cui molte variabili influenzano il legame tra due grandezze, tale legame sarà di tipo statistico, cioè
sarà costituito da una legge di regressione. Di fatto, la legge di regressione fornisce una curva di miglior
adattamento ai dati osservati, curva per la quale è minima la somma dei quadrati delle deviazioni dei
punti osservati dalla curva stessa (curva dei minimi quadrati).
Nel nostro caso, però, la legge di regressione deve essere ricercata tenendo presenti i caratteri del
fenomeno fisico di trasformazione afflusso-deflusso. Sono pertanto da escludersi procedure
automatiche che ricercano la legge di migliore adattamento unicamente in base al coefficiente di
correlazione, in quanto non vi è garanzia che tale relazione sia valida in un’altra regione.
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Quanto appena detto, in aggiunta a considerazioni teoriche sulle modalità ottimali di applicazione delle
leggi di regressione ed a verifiche sul campo, suggerisce che la relazione tra deflusso ed afflusso debba
essere del tipo
Dm1/3 = c1 + c2 log Am (4.2)
con Dm = media dei deflussi annui, e Am = media degli afflussi annui.
Quando al deflusso annuo di un determinato corso d’acqua contribuiscono apporti di sorgenti il cui
bacino di ricarica è, parzialmente o quasi totalmente, posto al di fuori del bacino idrografico della
sezione fluviale in questione, il deflusso medio annuo mostra un comportamento anomalo rispetto al
valore dell’afflusso rapportato all’area del bacino idrografico stesso.
4.2.1.2
Stima del valore medio annuo delle piogge areali (afflussi)
Per valutare l’afflusso medio annuo ad un bacino si opera estendendo spazialmente l’informazione
puntuale rappresentata dai dati raccolti alle stazioni di misura pluviometriche. I topoieti consentono di
pesare su di un’area l’influenza della precipitazione misurata in corrispondenza di una data stazione. Se
un topoieto copre una superficie X di un bacino di area S, la media delle precipitazione misurata sulla
corrispondente stazione concorrerà a determinare il valore dell’afflusso medio al bacino con un peso
X/S. Se ci sono k stazioni aventi influenza su un bacino, l’afflusso medio risultante sarà quindi la media
pesata dei valori hi relativi ai k pluviometri:
k
Am = ∑ hi X i / S
i =1
dove con hi e Xi si sono indicate le precipitazioni medie annue e le aree “di influenza” dei topoieti riferiti
alla generica stazione i.
4.2.1.3
Stima del deflusso medio annuo per i bacini della Basilicata
L’applicazione delle metodologie di analisi regionale ha condotto alla determinazione delle leggi
correlative che legano la variabilità, da sito a sito, del deflusso medio annuo Dm rispetto all’afflusso
medio annuo Am.
Si sono individuate le seguenti due leggi
Dm1/3 = -28.2 + 11.98 log Am
Dm1/3 = -36.07 + 14.45 log Am
(4.3)
(4.4)
la prima valida per tutti i bacini della regione, la seconda per il bacino del Bradano.
Dall’analisi dei risultati emergono le seguenti, importanti, considerazioni.
I sottobacini del Noce mostrano un comportamento che li discosta dai restanti bacini della regione. Essi,
infatti, presentano, nelle due sezioni per le quali si dispone di dati, che sono tra l’altro significativamente
distanti tra loro, valori coincidenti di Dm. Ricordando che questi due valori sono espressi in mm, e quindi
rapportati all’area del bacino, ne discende che i deflussi medi annui del Noce tendono sostanzialmente
a variare linearmente con la superficie. Questo può spiegarsi con l’effetto combinato delle precipitazioni
nevose, molto intense nella parte alta del bacino, e delle portate sorgentizie, ben distribuite tra la parte
alta e la parte bassa.
141
Occorre precisare che quanto detto discende anche dall’osservazione che il dato di afflusso, riportato
sulla Pubbl. 17 del S.I.I., del bacino del Noce a La Calda è stato ricalcolato in quanto decisamente
sottostimato. Esso, infatti, risulterebbe addirittura inferiore all’afflusso del Noce a Le Fornaci, avente
sezione di chiusura posta decisamente più a valle.
E’ possibile, infine, porre in evidenza come i risultati ottenuti sono congruenti con le precedenti
considerazioni teoriche. Essi infatti dimostrano, come era da attendersi, che il deflusso medio annuo,
essendo appunto un valore medio, non risente della presenza di apporti sorgentizi, a meno che questi
non siano il risultato di significativi afflussi extra-bacino, ma dipende, nel suo legame con l’afflusso
medio annuo, unicamente dai fenomeni di evapotraspirazione.
4.2.1.4
Stima della varianza e della trasformata di Box - Cox per i deflussi annui
L’applicazione delle metodologie esposte ha portato all’individuazione di un valore della trasformata
Box-Cox che stabilizza la varianza sia nell’ambito dei bacini principali che nell’intera regione. Risulta
abbastanza evidente che per λ = 1/3 si raggiunge il requisito di minima dispersione dei dati di varianza
intorno alla media. Ciò consente di poter ritenere la regione come un’unica zona omogenea in cui si
assume costante il valor medio pesato di σ(D1/3) = 1.007 e la var(D1/3) = 1.014. ottenuto usando i dati
di tutte le stazioni.
4.2.2
4.2.2.1
I Deflussi nella Stagione Secca
I modelli per la stima del valore medio dei deflussi nella stagione secca
I deflussi della stagione secca, nel seguito indicati con d, risultano anch’essi molto variabili da un anno
all’altro ed il loro valore medio dm tende, in generale, ad essere fortemente correlato con il valore medio
Dm dei deflussi annui, con un legame del tipo:
dm = αDm
β
(4.5)
che va precisato di volta in volta utilizzando i dati disponibili in una zona omogenea, rispetto ai
coefficienti α e β.
4.2.2.2
I modelli per la stima della varianza e dell’esponente della trasformata di Box – Cox
Per la stima regionalizzata della varianza e dell’esponente della trasformata di Box-Cox, che meglio
riconduce i deflussi della stagione secca alla distribuzione normale, valgono le stesse considerazioni
fatte con riferimento ai deflussi annui. Ne consegue che lo schema di regionalizzazione è esattamente
uguale.
4.2.2.3
Stima del valore medio dei deflussi nella stagione secca
L’applicazione delle metodologie di analisi regionale descritte ha condotto alla determinazione delle
leggi correlative che legano la variabilità, da sito a sito, del valore medio annuo del deflusso nella
stagione secca, dm, rispetto al deflusso medio annuo Dm.
142
Si sono individuate le seguenti due leggi
dm = 0.014 Dm1.419
(4.6)
1.419
dm = 0.031 Dm
(4.7)
la prima valida per i bacini in sinistra Bradano, la seconda per tutti i bacini della regione. La diversità tra
le due leggi è nettamente giustificata da considerazioni di carattere climatico.
4.2.2.4
Stima della varianza e della trasformata di Box - Cox per i deflussi della stagione secca
La metodologia esposta ha portato all’individuazione di un valore della trasformata Box-Cox che
stabilizza la varianza sia nell’ambito dei bacini principali che nell’intera regione. Infatti, raggruppando
tutti i dati di varianza dei dati trasformati con indice generico λ, e valutandone la dispersione rispetto alla
media pesata si ottiene il risultato ricercato.
Tenendo, infine, conto delle specificità già descritte con riferimento ai deflussi annui, si è pervenuti alla
medesima zonazione nell’ambito della quale è possibile individuare una zona ‘regionale’ nel senso che
in essa si assume costante il valor medio pesato di σ(d1/3)= 0.711 e di var(d1/3)= 0.505 ottenuti usando i
dati di tutte le stazioni.
4.3
Deflusso medio mensile e deflusso minimo mensile
4.3.1
Fiume Noce
Per le due stazioni del Noce a La Calda e a Le Fornaci si sono dedotte le seguenti informazioni:
- la portata media annuale;
- le portate medie mensili per ciascuno dei mesi dell’anno.
Stazione Noce a La Calda
Mese
Portata (m3/s)
Gennaio
3,23
Febbraio
3,12
Marzo
2,74
Aprile
2,36
Maggio
1,82
Giugno
1,10
Luglio
0,75
Agosto
0,58
Settembre
0,67
Ottobre
1,06
Novembre
2,26
Dicembre
2,76
Media annuale
1,87
Tabella 4.1 - Informazioni idrologiche di sintesi nella stazione SII del Noce a La Calda
143
Stazione Noce a Le Fornaci
Mese
Portata (m3/s)
Gennaio
9,5
Febbraio
9,72
Marzo
9,35
Aprile
8,19
Maggio
6,12
Giugno
3,66
Luglio
2,53
Agosto
1,90
Settembre
2,54
Ottobre
3,09
Novembre
7,82
Dicembre
11,52
Media annuale
6,33
Tabella 4.2 - Informazioni idrologiche di sintesi nella stazione SII del Noce a Le Fornaci
4.3.2
Fiume Sinni
Anche per il fiume Sinni si sono dedotte le portate medie e le minime mensili per ciascuno dei mesi
dell’anno, in particolare per le stazioni SII di Valsinni e Pizzutello e in corrispondenza della diga di
Monte Cotugno.
Mese
Gennaio
Febbraio
Marzo
Aprile
Maggio
Giugno
Luglio
Agosto
Settembre
Ottobre
Novembre
Dicembre
Stazione Sinni a Valsinni
Portata media (m3/sec)
Portata minima (m3/sec)
41,58
5,65
42,49
16,5
34,35
10,1
23,93
5,98
16,27
4,21
7,07
2,51
3,87
1,69
3,30
1,41
5,13
1,38
7,85
1,88
23,70
3,56
37,60
6,82
Tabella 4.3 - Informazioni idrologiche di sintesi nella stazione SII del Sinni a Valsinni
144
Mese
Gennaio
Febbraio
Marzo
Aprile
Maggio
Giugno
Luglio
Agosto
Settembre
Ottobre
Novembre
Dicembre
Stazione Sinni a Pizzutello
Portata media (m3/sec)
Portata minima (m3/sec)
14,43
0,38
15,49
2,59
10,96
2,17
8,00
1,64
5,22
1,2
2,48
0,4
1,44
0,61
1,05
0,47
1,96
0,55
3,61
0,85
9,38
0,58
13,60
1,14
Tabella 4.4 - Informazioni idrologiche di sintesi nella stazione SII del Sinni a Pizzutello
Mese
Gennaio
Febbraio
Marzo
Aprile
Maggio
Giugno
Luglio
Agosto
Settembre
Ottobre
Novembre
Dicembre
Stazione diga di Monte Cotugno
Portata media (m3/sec)
Portata minima (m3/sec)
12,60
0
14,74
2,91
13,12
2,56
10,77
3,49
4,90
0,36
1,61
0,01
1,42
0,21
1,35
0,12
1,66
0
2,02
0,89
5,47
1,89
10,24
1,33
Tabella 4.5 - Informazioni idrologiche di sintesi in corrispondenza della diga di Monte Cotugno
145
4.3.3
Fiume Agri
Per le due stazioni dell’Agri ad Acinello e a Le Fornaci si dispone delle portate medie e delle minime
mensili per ciascuno dei mesi dell’anno.
Mese
Gennaio
Febbraio
Marzo
Aprile
Maggio
Giugno
Luglio
Agosto
Settembre
Ottobre
Novembre
Dicembre
Stazione Sauro ad Acinello
Portata media (m3/sec)
Portata minima (m3/sec)
3,02
0,45
3,08
1,61
3,38
1,88
1,49
0,94
0,92
0,36
0,42
0,12
0,24
0,06
0,05
0,03
0,14
0,04
0,41
0,12
0,99
0,39
4,10
1,15
Tabella 4.6 - Portate medie mensili nella stazione SII del Sauro ad Asinello (traversa sul Sauro)
Mese
Gennaio
Febbraio
Marzo
Aprile
Maggio
Giugno
Luglio
Agosto
Settembre
Ottobre
Novembre
Dicembre
Stazione diga del Pertusillo
Portata media (m3/sec)
Portata minima (m3/sec)
15,36
3,49
17,00
3,60
14,85
3,59
12,11
4,02
8,24
2,36
4,55
1,10
2,91
0,50
2,44
0,53
3,17
1,08
4,81
0,76
9,30
1,83
14,93
3,13
Tabella 4.7 - Portate medie mensili in corrispondenza della diga del Pertusillo
4.3.4
Fiume Basento
Per le stazioni del Basento a Menzena, Gallipoli, P.te San Vito e Pignola e in corrispondenza della diga
del Camastra si sono dedotte le portate medie e le minime mensili per ciascuno dei mesi dell’anno
riportate nelle tabelle seguenti:
146
Stazione Basento a Menzena
mese
Portata media (m3/sec)
Portata minima (m3/sec)
Gennaio
28,01
4,66
Febbraio
24,94
1,77
Marzo
23,55
3,05
Aprile
14,99
1,71
Maggio
10,02
0,65
Giugno
4,05
0,28
Luglio
1,47
0,29
Agosto
0,94
0,04
Settembre
1,46
0,06
Ottobre
4,35
0,29
Novembre
11,72
1,09
Dicembre
21,30
1,26
Tabella 4.8 - Portate medie mensili in corrispondenza del Basento a Menzena
Stazione Basento a Gallipoli
Mese
Portata media (m3/sec)
Portata minima (m3/sec)
Gennaio
18,83
3,74
Febbraio
21,56
1,71
Marzo
19,76
3,12
Aprile
11,91
1,57
Maggio
6,66
0,96
Giugno
2,71
0,36
Luglio
0,92
0,08
Agosto
0,66
0,09
Settembre
1,71
0,10
Ottobre
2,53
0,26
Novembre
8,50
0,96
Dicembre
14,89
1,69
Tabella 4.9 - Portate medie mensili in corrispondenza del Basento a Gallipoli
147
Stazione Basento a Ponte San Vito
Mese
Portata media (m3/sec)
Portata minima (m3/sec)
Gennaio
1,89
0,88
Febbraio
3,46
1,89
Marzo
3,40
1,16
Aprile
2,51
0,93
Maggio
1,52
0,64
Giugno
0,72
0,47
Luglio
0,35
0,15
Agosto
0,47
0,11
Settembre
0,61
0,12
Ottobre
0,81
0,26
Novembre
2,04
0,37
Dicembre
2,11
0,43
Tabella 4.10 - Portate medie mensili in corrispondenza del Basento a P.te San Vito
Stazione Basento a Pignola
Mese
Portata media (m3/sec)
Portata minima (m3/sec)
Gennaio
1,24
0,38
Febbraio
1,43
0,19
Marzo
1,39
0,22
Aprile
1,01
0,31
Maggio
0,76
0,15
Giugno
0,45
0,05
Luglio
0,20
0,02
Agosto
0,13
0,02
Settembre
0,18
0,03
Ottobre
0,30
0,02
Novembre
0,83
0,15
Dicembre
1,26
0,1
Tabella 4.11 - Portate medie mensili in corrispondenza del Basento a Pignola
148
Stazione diga del Camastra
Mese
Portata media (m3/sec)
Portata minima (m3/sec)
Gennaio
7,29
0,58
Febbraio
6,78
0,59
Marzo
8,33
0,54
Aprile
7,47
2,17
Maggio
3,84
0,41
Giugno
1,27
0,09
Luglio
0,26
0
Agosto
0,16
0
Settembre
0,16
0
Ottobre
0,27
0
Novembre
2,08
0
Dicembre
5,41
0,62
Tabella 4.12 - Portate medie mensili in corrispondenza della diga del Camastra
149
4.3.5
Fiume Bradano
Per le tre stazioni del Bradano a Tavole Palatine, a San Giuliano e a Ponte Colonna e in
corrispondenza della diga del Basentello si sono dedotte le portate medie e le minime mensili per
ciascuno dei mesi dell’anno.
Stazione diga del Basentello
Mese
Portata media (m3/sec)
Portata minima (m3/sec)
Gennaio
0,64
0
Febbraio
0,81
0
Marzo
0,54
0,08
Aprile
0,28
0
Maggio
0,22
0
Giugno
0,07
0
Luglio
0,08
0
Agosto
0,23
0
Settembre
0,09
0
Ottobre
0,08
0
Novembre
0,39
0
Dicembre
0,36
0
Tabella 4.13 - Portate medie mensili in corrispondenza della diga del Basentello
150
Stazione Tavole Palatine
Mese
Portata media (m3/sec)
Portata minima (m3/sec)
Gennaio
17,81
0,61
Febbraio
17,44
0,66
Marzo
14,38
0,63
Aprile
8,83
0,29
Maggio
5,80
0,21
Giugno
2,57
0,08
Luglio
0,88
0,11
Agosto
0,58
0,08
Settembre
1,07
0,1
Ottobre
2,73
0,12
Novembre
9,02
0,13
Dicembre
7,46
0,64
Tabella 4.14 - Portate medie mensili del Bradano a Tavole Palatine
Stazione San Giuliano
Mese
Portata media (m3/sec)
Portata minima (m3/sec)
Gennaio
15,01
0,27
Febbraio
17,86
0,54
Marzo
13,48
0,78
Aprile
7,79
0,32
Maggio
2,66
0,34
Giugno
2,08
0,04
Luglio
0,84
0
Agosto
0,50
0
Settembre
2,86
0
Ottobre
0,81
0
Novembre
6,54
0
Dicembre
9,39
0,24
Tabella 4.15 - Portate medie mensili del Bradano a San Giuliano
151
Stazione Ponte Colonna
Mese
Portata media (m3/sec)
Portata minima (m3/sec)
Gennaio
5,41
0,27
Febbraio
5,31
0,39
Marzo
4,28
0,3
Aprile
2,53
0,05
Maggio
1,29
0,01
Giugno
0,59
0
Luglio
0,13
0
Agosto
0,08
0
Settembre
0,28
0
Ottobre
0,40
0
Novembre
1,46
0
Dicembre
2,52
0,14
Tabella 4.16 - Portate medie mensili del Bradano a P.te Colonna
4.4
Curve di durata
Le curve di durata dei deflussi si possono definire come una funzione della portata che indica la
percentuale di tempo in cui essa è superata. Tale definizione può essere applicata con riferimento a
diverse aggregazioni temporali; di consueto si utilizzano serie di portata giornaliere. Nella pratica
tecnica, le curve di durata sono sovente trattate come funzioni deterministiche che riproducono le
caratteristiche del regime dei deflussi di un corso d’acqua in una certa sezione e trovano largo impiego
nell’analisi dei deflussi di magra, nella valutazione della produzione di energia idroelettrica a valle delle
traverse, negli studi sulla qualità delle acque dei corsi d’acqua.
Particolarmente significativo è il loro impiego nella determinazione del Deflusso Minimo Vitale (DMV), il
livello di deflusso necessario alla vita negli alvei fluviali, tale da non danneggiare gli equilibri degli
ecosistemi interessati.
Esistono, infatti, metodi di stima del DMV che propongono indici idrologici legati al concetto di magra,
come si vedrà nel capitolo 7.
Tra questi, alcuni presuppongono la conoscenza del valore di Qd,T, una portata di magra
convenzionale di assegnata durata d e periodo di ritorno T.
Pertanto, in questo lavoro, ci si riferisce ad un approccio probabilistico per il quale la durata è definita
come una frazione dell’anno e la curva di durata viene derivata associando ogni portata al valore atteso
della frazione di anno in cui tale portata viene superata. Quest’ultima viene, cioè, considerata come una
stima della probabilità di superamento della portata e quindi della funzione di ripartizione. La
152
valutazione probabilistica delle curve di durata trova in letteratura frequenti applicazioni che individuano
come funzione di ripartizione una distribuzione di tipo lognormale a due (talvolta a tre) parametri.
In particolare, qui ci si riferisce allo studio relativo alla determinazione delle curve di durata
probabilistiche dei corsi d’acqua della regione Basilicata.
Inoltre, avendo qui necessità di stimare le curve di durata di sezioni fluviali per le quali non si dispone di
osservazioni dirette di portata, si è utilizzata la procedura che consente di stimare i parametri delle
curve in base alla conoscenza del cosiddetto BFI (base flow index), che costituisce un indice di
perennità legato al rapporto tra deflussi profondi e deflussi superficiali e sub-superficiali.
Inoltre, per salvaguardare la coerenza spaziale dei risultati e rendere coerente l’informazione di base si
è preferito utilizzare detta tecnica regionale anche per la determinazione dei parametri delle curve di
durata delle sezioni strumentate.
Per la determinazione del BFI si è ipotizzata, e in seguito verificata attraverso correlazione, una sua
dipendenza da un indice climatico. Per i bacini del Basento, del Bradano e del Cavone, le cui stazioni di
misura presentavano una maggiore variabilità del BFI calcolato dalla serie storica delle portate
giornaliere, la relazione esprimente la correlazione tra BFI e indice climatico è la seguente:
BFI = 0.19 I c + 0.33
(4.8)
nella quale Ic rappresenta il rapporto tra la differenza tra precipitazione media annuale e
evapotraspirazione potenziale e l’evapotraspirazione potenziale stessa.
Per l’Agri e il Sinni si è preferito invece utilizzare un valore del BFI costante e pari alla media dei valori
osservati che mostravano tra loro una scarsa variabilità, probabilmente imputabile per il Sinni allo
scioglimento delle nevi e per l’Agri all’effetto degli apporti sorgentizi. Per il Sauro è stato utilizzato il
valore misurato.
Per il fiume Noce, in mancanza di informazioni affidabili per la stima della curva di durata
corrispondente ad un periodo di ritorno di 5 anni, si è utilizzata la sola curva media.
Ciò fatto sono state costruite le curve di durata medie e quelle relative a un tempo di ritorno di 5 anni
(rischio 0,20).
Di seguito sono riportate le curve di durata nei diversi corsi d’acqua, relative alle stazioni del Servizio
Idrografico.
153
Fig.4.1 - Curva di durata media del Noce a La Calda
Fig. 4.2 - Curva di durata media del Noce a La Calda: particolare
154
Fig.4.3 - Curva di durata media del Noce a Le Fornaci
Fig. 4.4 - Curva di durata media del Noce a Le Fornaci: particolare
155
Fig.4.5 - Curva di durata media e con rischio 0,2 del Bradano a Tavole Palatine
Fig.4.6 - Curva di durata media e con rischio 0,2 del Bradano a San Giuliano
156
Fig.4.7 - Curva di durata media e con rischio 0,2 del Bradano a Ponte Colonna
Fig.4.8 - Curva di durata media e con rischio 0,2 del Bradano ad Aderenza
157
Fig.4.9 - Curva di durata media e con rischio 0,2 del Bradano ad Genzano
Fig.4.10 - Curva di durata media e con rischio 0,2 del Bradano ad Basentello
158
Fig.4.11 - Curva di durata media e con rischio 0,2 del Basento a Menzena
Fig.4.12 - Curva di durata media e con rischio 0,2 del Basento a Gallipoli
159
Fig.4.13 - Curva di durata media e con rischio 0,2 del Basento a Ponte San Vito
Fig.4.14 - Curva di durata media e con rischio 0,2 del Basento a Pignola
160
Fig.4.15 - Curva di durata media e con rischio 0,2 del Basento a Camastra
Fig.4.16 - Curva di durata media e con rischio 0,2 del Basento a Trivigno
161
Fig.4.17 - Curva di durata media e con rischio 0,2 dell’Agri ad Acinello
Fig.4.18 - Curva di durata media e con rischio 0,2 dell’Agri alla Traversa Agri
162
Fig.4.19 - Curva di durata media e con rischio 0,2 dell’Agri a Tarangelo
Fig.4.20 - Curva di durata media e con rischio 0,2 dell’Agri a Grumento
163
Fig.4.21 - Curva di durata media e con rischio 0,2 dell’Agri a Le Tempe
Fig.4.22 - Curva di durata media e con rischio 0,2 dell’Agri a Pertusillo
164
Fig.4.23 - Curva di durata media e con rischio 0,2 dell’Agri a Gannano
Fig.4.24 - Curva di durata media e con rischio 0,2 del Sinni a Monte Cotugno
165
Fig.4.25 - Curva di durata media e con rischio 0,2 del Sinni a Cogliandrino
Fig.4.26 - Curva di durata media e con rischio 0,2 del Sinni a Sarmento
166
Fig.4.27 - Curva di durata media e con rischio 0,2 del Sinni a Santa Laura
Fig.4.28 - Curva di durata media e con rischio 0,2 del Sinni a Valsinni
167
Fig.4.29 - Curva di durata media e con rischio 0,2 del Sinni a Pizzutello
Fig.4.30 - Curva di durata media e con rischio 0,2 del Cavone a Disegna
168
Fig.4.31 - Curva di durata media e con rischio 0,2 del Cavone a Madonna del Pantano
169
4.5
Il monitoraggio idrometeorologico*
4.5.1
La rete idrometeorologica della Regione Basilicata
La rete idrometrica della regione Basilicata è costituita, attualmente, da sedici stazioni in telemisura
facenti parte del sistema di monitoraggio idrometeorologico dell’ex Servizio Idrografico e Mareografico
di Catanzaro, le cui competenze a partire dal 1° aprile 2003 sono transitate all’ARPAB.
Sono presenti sul territorio regionale, specificatamente nei bacini del Sele e dell’Ofanto, altre stazioni di
misura idrometrica afferenti alle reti di monitoraggio dell’ex Ufficio Idrografico di Napoli e di Bari,
transitati anche essi alle rispettive Regioni, a seguito del provvedimento denominato “Bassanini”.
La tecnologia delle stazioni gestite dall’ARPAB è omogenea ed avanzata, si tratta di strumentazione
elettronica con acquisizione automatica ad intervalli temporali dell’ordine del minuto e la trasmissione
dei dati alla centrale di elaborazione in “tempo reale”.
I dati vengono inviati via radio, per mezzo di ripetitori opportunamente dislocati e con frequenze
esclusive in concessione gratuita.
Il dato acquisito è un dato di livello idrometrico istantaneo alla sezione di misura e può essere elaborato
per la determinazione del deflusso idrico.
Le sedici stazioni idrometriche sono per lo più ubicate in alcuni dei “siti storici” del Servizio Idrografico
Italiano o nelle immediate vicinanze degli stessi e precisamente:
NOME
Bacino
Comune
EST_ed50
NORD_ed50
Grumento a Ponte La Marmora
Agri
Grumento (PZ)
571887,152
4462520,305
Sauro ad Acinello
Agri
Aliano (PZ)
603934,267
4465561,824
Basento a S.S. 106
Basento
Bernalda (MT)
651308,986
4470207,200
Campomaggiore
Basento
Campomaggiore (PZ)
591151,569
4488947,376
Ferrandina Scalo
Basento
Ferrandina (MT)
626191,167
4485865,027
Grassano Scalo
Basento
Grassano (MT)
605353,584
4495054,330
Potenza Q.A.
Basento
Potenza (PZ)
567461,501
4497767,926
Torre Accio
Basento
Bernalda (MT)
640691,064
4472598,903
S.Giuliano
Bradano
Grottole (MT)
621244,668
4499905,647
Tavole Palatine
Bradano
Bernalda (MT)
654610,731
4475837,440
Cavone a Ponte SS 106
Cavone
Pisticci (MT)
646875,784
4462211,270
Craco Peschiera
Cavone
Pisticci (MT)
629133,053
4469696,877
C.le Castrocucco
Noce
Maratea (PZ)
568528,474
4427382,699
Noce alla foce (Tortora)
Noce
Tortora (CS)
565599,351
4421194,749
Pizzutello
Sinni
Episcopia (PZ)
594414,950
4436244,728
Sinni a S.S. 106
Sinni
Policoro (MT)
640452,940
4447603,692
a cura di:
ing. Giovanni Pacifico – Ufficio Protezione Civile, Regione Basilicata
ing. Patrizia Brindisi – A.R.P.A. Basilicata
*
170
Rete idrometrica esistente
T S.Giuliano
$
T Grassano Scalo
$
T Potenza Q.A.
$
T Campomaggiore
$
T Ferrandina Scalo
$
Bradano a Tavole Palatine
Torre Accio $
T
T
Craco Peschiera $
T Basento SS 106
$
T
$
T Sauro ad Acinello
$
T Grumento Ponte La Marmora
$
T Cavone SS106
$
T
$
Sinni SS 106
Episcopia - Pizzutello
T
$
Noce a Castrocucco
$
T
T
$
Noce a Tortora
Bacini idrografici
Limiti amministrativi
AdB Basilicata
AdB Basilicata
Agri
Basento
Bradano
Cavone
Noce
Sinni
Regione Basilicata
T
$
Altre AdB
Ofanto
Sele
171
Stazioni idrometriche
Il dato misurato viene trasmesso dalla stazione alla centrale di misura dell’ARPAB, a Potenza, ogni
venti minuti, qui una serie di software dedicati permettono la visualizzazione grafica e numerica dei dati
e una loro prima archiviazione, in attesa delle procedure di validazione.
Insieme ai dati delle stazioni idrometriche, la centrale acquisisce il pacchetto completo delle misurazioni
di tutti i sensori idrometeorologici presenti sul territorio regionale e facenti parte della rete in telemisura
dell’ARPAB.
La rete idrometeorologica nasce nei primi anni del 1900, il monitoraggio e le relative acquisizioni sono
stati messi a sistema a partire dal 1920 con la codificazione delle procedure di misura, validazione ed
archiviazione dei dati.
Per circa mezzo secolo, con una sospensione di parte delle attività durante la seconda guerra
mondiale, è stata acquisita e trattata un’enorme quantità di dati idrometeorologici che hanno permesso
la pubblicazione della serie degli annali idrologici, oltre ad importanti pubblicazioni di carattere
scientifico sull’andamento del clima e sulle risorse idriche.
Sono disponibili, attualmente, gli Annali Idrologici parte prima e parte seconda, in formato cartaceo, dal
1916 al 1987 (per gli ultimi anni è assente la parte seconda), inoltre dal 1988 al 1999 sono stati
elaborati, in formato digitale, gli Annali parte prima, disponibili anche sul sito web dell’ARPAB.
In particolare per un cinquantennio hanno funzionato correttamente, sul territorio della Basilicata,
mediamente circa 20 stazioni di misura idrometriche, in corrispondenza delle quali, con le acquisizioni
strumentali e le misure dirette si è elaborato, anno per anno, il bilancio idrico alla chiusura del bacino
imbrifero sotteso.
A partire dagli anni settanta la rete di monitoraggio idrometrica, ma più in generale l’intera rete di
monitoraggio, è andata via via riducendosi fino ad arrivare, negli anni ottanta, ad azzerarsi
completamente per la parte di monitoraggio dei deflussi idrici superficiali.
Solo a partire dal 1987, l’avvento della strumentazione elettronica, ha fatto ripartire il monitoraggio
idrometrico per quanto concerne i livelli dei fiumi e sono state installate nuove stazioni.
In ogni caso la ripresa delle misure di livello non è corrisposta alla determinazione dei bilanci idrici di
sezione per la concomitante riduzione del personale addetto a queste funzioni ed il mancato
completamento funzionale delle stazioni di misura.
172
Rete meteorologica esistente
#
S Lavello
#
S Venosa
#
S Palazzo S.Gervasio
#
S Gravina
Oppido Lucano
S
S.Nicola #
#
S Irsina
#
S
#
S
Bella - S. Antonio Casalini
Balvano #
S
#
S Potenza
S Picerno #
#
S
Vietri di Potenza#
S
#
S
Albano di Lucania
Tito
#
S Matera
Grassano SP
#
S
#
S Tricarico
#
S Brienza
#
S Laurenzana
#
S Marsico Nuovo
#
S Salandra
#
S Ferrandina
#
S S.Mauro Forte
#
S Stigliano
Basento freatimetro
Tramutola
#
S
#
S Grumento Nova
#
S Terra Montonata
#
S Roccanova
#
S Lagonegro
Trecchina
Maratea
#
S Castelsaraceno
#
S Agromonte
#
S
#
S#
S
Bradano freatimetro
#
S
#
S Bernalda - Mass. Cardilllo
#
S
#
S Tursi
#
S Valsinni
#
S Noepoli
#
S Terranova di Pollino
Maratea - Massa
Bacini idrografici
Limiti amministrativi
AdB Basilicata
AdB Basilicata
Agri
Basento
Bradano
Cavone
Noce
Sinni
Regione Basilicata
#
S
Altre AdB
Ofanto
Sele
173
Stazioni meteorologiche
4.5.2
Ampliamento della rete di monitoraggio
A seguito del trasferimento di competenze dallo Stato alle Regioni sono andate incrementandosi le
esigenze di monitoraggio quali-quantitativo dei corpi idrici.
La necessità, oggi quanto mai impellente, di conoscere in tempo reale la disponibilità di acqua, impone
di definire un sistema esteso di monitoraggio dei deflussi superficiali.
Atteso che una valutazione esatta del bilancio idrico non può prescindere da considerazioni e studi
anche approfonditi di carattere scientifico, una significativa stima della disponibilità d’acqua si fonda,
comunque, su misure di portata indirette sulle aste fluviali, mediante la opportuna collocazione di
stazioni idrometriche.
Ai fini della determinazione dei deflussi fluviali ordinari, del bilancio idrico, del deflusso minimo fluviale,
l’assenza quasi assoluta di misure quantitative aggiornate ed opportunamente localizzate costringe a
notevoli sforzi interpretativi.
La rete idrometrica, oggi utilizzata esclusivamente per sorvegliare i fenomeni di piena fluviale durante le
situazioni critiche dal punto di vista meteorologico, ha necessità di essere implementata numericamente
ed ottimizzata funzionalmente.
Per avere una base dati sufficiente agli scopi dell’Autorità di Bacino della Basilicata e degli altri Enti
coinvolti nella gestione delle risorse idriche superficiali, alle sedici stazioni idrometriche attive dovranno
essere aggiunti almeno altrettanti punti di misura, opportunamente dislocati ed attrezzati per
l’elaborazione del deflusso idrico di sezione.
I principali criteri di posizionamento delle nuove diciotto stazioni idrometriche previste sono
essenzialmente i seguenti:
- punti storici della rete del Servizio Idrografico Italiano;
- aste principali del reticolo idrografico;
- copertura territoriale.
Lo schema seguente rappresenta la rete delle stazioni idrometriche a seguito dell’ampliamento di
progetto.
174
Ampliamento rete idrometrica
T Ofanto a Lavello
$
T Ofanto a Monticchio
$
T Bradano a Ponte Colonna
$
Basento a Vaglio Scalo
T
$
$
T
T
$
T Basento a Pignola
$
T Melandro a Savoia
$
T
$
T
$
Camastra ad Anzi
T
$
Pergola a Brienza
T
$
T
$
T Salandrella a Ferrandina
$
T
$
T
$
T
$
T
$
$ Agri a Le Tempe
T
T
$
$ Cavone a Madonna del Pantano
T
T
$
$
T
Sciaura a Grumento Agri a Sant'Arcangelo
T
$
T
$
T Maglia a Sarconi
$
T Agri SS 106
$
T Sinni a Valsinni
$
T
$
T Noce a Rivello
$
T Frida a Francavilla
T $
$
T
$
T
$
Bacini idrografici
Limiti amministrativi
AdB Basilicata
AdB Basilicata
Agri
Basento
Bradano
Cavone
Noce
Sinni
Regione Basilicata
Stazioni idrometriche
T esistenti
$
T previste
$
Altre AdB
Ofanto
Sele
175
Un’altra non secondaria esigenza, ai fini della ottimale gestione della risorsa idrica, è la stima dello stato
del clima a breve e medio periodo.
E’ evidente come, ad esempio, le esigenze idriche dell’agricoltura aumentino in funzione degli stati di
siccità e del loro protrarsi.
La stima degli stati di siccità è funzione delle misure di precipitazione e temperatura. Attualmente il
territorio regionale non ha un’adeguata copertura di stazioni meteorologiche (in particolare
pluviometriche e termometriche) tale da rendere accettabile il grado di errore nella determinazione
locale del deficit idrico e della evaporatraspirazione del suolo, pertanto l’installazione di nuove stazioni,
laddove si è evidenziata una marcata indisponibilità delle misure, permetterà una più precisa stima degli
stati critici ed una conseguente migliore gestione della risorsa idrica.
E’ opportuno ai fini suddetti, dare priorità al ripristino delle stazioni meteorologiche in quota, che
facilitano la chiusura, con adeguata precisione, delle isolinee di bacino.
Inoltre è da migliorare la fruibilità effettiva in tempo reale di tutti i dati misurati anche attraverso la
strutturazione di una nuova centrale di acquisizione dati presso la sede dell’Autorità di Bacino della
Basilicata.
Un progetto di potenziamento completo ed efficace, dal punto di vista del supporto alla determinazione
del bilancio idrico, necessita di un cospicuo investimento mirato da un lato a rendere adatte anche alle
rinnovate esigenze le stazioni idrometriche esistenti, dall’altro ad integrare l’intera rete di monitoraggio
con nuovi punti di misura in continuo della portata idrica.
In relazione all’installazione di sensori meteorologici si è seguito il criterio della copertura territoriale,
ovvero dove non è presente nel raggio di circa 7 km il sensore termopluviometrico si è previsto di
posizionarne uno insieme alla stazione idrometrica, inoltre alcune nuove stazioni meteorologiche sono
previste nei siti storici del Servizio Idrografico Italiano, dando priorità a quelli più in quota. L’anamnesi
delle serie storiche di dati disponibili nei siti prescelti facilita la conoscenza e lo studio della condizione
idroclimatica attuale e permette considerevoli riscontri statistici sia sui dati medi che sugli estremi.
Lo schema seguente rappresenta la rete delle stazioni meteorologiche a seguito dell’ampliamento di
progetto.
176
Ampliamento rete meteorologica
#
S
#
S
#
S
#
S
#
S
Acerenza
#
S
#
S
#
S
#
S
Vaglio Basilicata
#
S
#
S
#
S
#
S Grancia
#
S
#
S
#
S
#
S
#
S
#
S
#
S
Marsicovetere
#
S Viggiano
#
S
#
S
#
S
#
S
#
S#
S
#
S
#
S
#
S
#
S
#
S
#
S
Gorgoglione
#
S Teana
Cogliandrino
#
S Lauria
#
S Miglionico
#
S
#
S
#
S
#
S Moliterno
#
S
#
S
Grottole
#
S
#
S
#
S
#
S
S
Accettura#
#
S Anzi
#
S
#
S
#
S
#
S
#
S
# Agromonte nuova
S
#
S San Severino Lucano
#
S Salice
#
S Mezzana
#
S Rotonda
Bacini idrografici
Limiti amministrativi
AdB Basilicata
AdB Basilicata
Agri
Basento
Bradano
Cavone
Noce
Sinni
Regione Basilicata
Stazioni meteorologiche
Altre AdB
Ofanto
Sele
177
#
S
esistenti
#
S
previste
Il progetto complessivo di potenziamento, che prevede l’installazione di nuovi ripetitori, lavori di
sistemazione alle sezioni di misura, circa 36 nuove stazioni, è realizzabile anche a lotti a differente
priorità ma funzionali (ad esempio: stazioni idrometriche, bacini o aree di maggiore interesse, ecc.).
Tabella delle nuove installazioni:
Numero
Tipo
Sito
Località
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
32
33
34
35
36
A
B
A
A
A
A
A
B
A
A
A
A
A
A
A
B
A
A
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
C
Basento a Pignola
Basento a Vaglio scalo
Melandro a Savoia di Lucania
Frida a Francavilla
Noce a Rivello
Sinni a Valsinni
Bradano a Ponte Colonna
Agri a Le Tempe
Agri a SS 106
Agri a Santarcangelo
Ofanto
Ofanto
Pergola a Brienza
Salandrella a Ferrandina
Cavone a Madonna del Pantano
Camastra ad Anzi
Sciaura a Grumento
Maglie a Sarconi
Acerenza
Miglionico
Grancia
Anzi
Vaglio
Grottole
Accettura
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178
Sensore
Idrometrico
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Sensore
pluviometrico
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termometrico
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