Cinque Giorni 3 febbraio 2012 - Fondazione Giorgio e Isa de Chirico
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Cinque Giorni 3 febbraio 2012 - Fondazione Giorgio e Isa de Chirico
venerdì 3 febbraio 2012 16 WEB: cinquegiorni.it @: [email protected] TEMPOLIBERO CO2 GALLERY La “mostra nella mostra” Giovanni De Angelis I CAN KILL YOU Nessuna licenza di uccidere, ma tutto il potere per farlo. “I can kill you”, il nuovo progetto del fotografo Giovanni De Angelis (da oggi fino al 3 marzo alla Co2 Gallery), svela già nel nome l’essenza di una verità umana sì scomoda da ammettere, eppure a tutti gli effetti naturale. Anzi, a pensarci bene, la più naturale possibile. Reduce dal successo della mostra “Water drops” al MACRO, che affrontava il tema della gemellarità nella terra brasiliana di Rio Grande Do Sul, l’artista napoletano sposta – è proprio il caso di dirlo – il mirino della propria indagine antropologica sugli individui protagonisti della società urbana, alla ricerca delle infinte sfaccettature di una quotidianità rotta dall’improvvisa e destabilizzante introduzione di un’arma da fuoco. Il cosiddetto raptus, con la sua incomprensibile violenza del momento, diviene il “medium” ideale per analizzare vie e vicoli ciechi della mente umana, pronta a perdersi nel buio dell’assenza di controllo e a commettere azioni drammaticamente irreversibili. Ambientati a Riga, in Lettonia, terra di lunghi, freddissimi inverni caratterizzati da pochi sprazzi di luce giornalieri, gli scatti di De Angelis scavano nella normalità solo apparente di un nutrito gruppo di persone: in ognuno di loro, infatti, il reporter classe 1969 trova la possibilità recondita di cedere all’atto violento, dettato dal confluire di diversi fattori personali, sociali, geografici e anagrafici. Contesto metropolitano e attitudine comportamentale finiscono così per intrecciarsi inevitabilmente, anelli irrinunciabili di un processo circolare che sfoga all’esterno niente meno che sul pubblico, attore involontario e destinatario di un proiettile virtuale colmo di rabbia e impulsività. Colmo di umanità. Francesco Gabriele L’ARTE CONTEMPORANEA IN CASA DE CHIRICO La dimora capitolina dell’artista diventa la stravagante location per le opere di pittori, scultori e fotografi di tutto il mondo. Un dialogo affascinante con gli oggetti del vissuto quotidiano di una delle personalità più innovative del ’900 di Chiara Cecchini INFO L a casa museo di Giorgio De Chirico, nella quale il pittore visse e lavorò negli ultimi trent’anni della propria vita, è stata scelta dal curatore Luca Lo Pinto per ospitare gli interventi di diversi artisti italiani e stranieri che vi hanno esposto le loro opere, creando un dialogo innovativo e affascinante con gli oggetti del vissuto quotidiano di uno dei più grandi pittori del Novecento. La scelta è caduta su artisti eterogenei per generazione, poetica e ricerca stilistica, che hanno portato i propri lavori (installazioni, dipinti, disegni, sculture e fotografie realizzati appositamente) negli spazi dell’abitazione /atelier di De Chirico: tre piani del seicentesco palazzetto dei Borgognoni affacciati sui tetti di Roma e su piazza di Spagna, il centro culturale e artistico della Capitale. Lo stesso Di Chirico riconosceva il ruolo centrale della piazza: «Dicono che Roma sia il centro del mondo e che piazza di Spagna sia il centro di Roma. Io e mia moglie, quindi, si abiterebbe nel centro del mondo, quello che sarebbe il colmo in fatto di centrabilità e il colmo in fatto di eccentricità» (in “Memorie della mia vita”). L’esposizione dà in questo modo l’opportunità di conoscere un lato diverso, intimo e personale del pittore metafisico (espresso dall’arredamento, dagli oggetti quotidiani) che convive con l’attività artistica di Giorgio De Chirico, del Da martedì a sabato E la prima domenica di ogni mese Orario: 9-13 Prenotazione obbligatoria APPUNTAMENTI DI OGGI Stazione Birra Fnac Porta di Roma Ritorno agli ’80 con la PFM Teatro degli Orrori incontra il pubblico A Stazione Birra passa il tour “Suonare suonare: rock & immaginazione” della Premiata Forneria Marconi, uno spettacolo nuovo dedicato interamente ai fan più affezionati della band. Un concerto energico concepito a misura di esibizioni live in grandi club dove la potenza di Franz Di Cioccio & co coinvolge gli spettatori che sono quasi a contatto con l'artista. Tutto il rock degli anni ’80 viene riproposto con l'espressività odierna per una viaggio oltre le mode. Non mancheranno inoltre alcuni dei più grandi successi immaginifici della rock band italiana più famosa nel mondo. Teatro degli Orrori alla Fnac di Porta di Roma per presentare il nuovo concept album “Il mondo nuovo”. Nel corso dell'incontro verrà proiettato un documentario sul making of del disco, realizzato durante le registrazioni da Annapaola Martin in collaborazione con Sae Institute e con la supervisione di Giulio Ragno Favero. Le immagini, 30 minuti, comprendono anche le interviste ai 4 membri della band; Pierpaolo Capovilla (cantante), Giulio Ragno Favero (bassista e produttore della band), Gionata Mirai (chitarrista) e Franz Valente (batterista). “Suonare suonare: rock & immaginazione” è il tour Il nuovo disco della band si chiama “Il mondo nuovo” venerdì 3 febbraio 2012 TEL: 17 06.89763157 Stasera a San Lorenzo il “live” della band PERTURBAZIONE alla Locanda Atlantide Amarcord alla Locanda Atlantide con i Perturbazione. Il gruppo nato nel lontano 1988 riproporrà i brani tratti dall’album “In circolo”, a dieci anni dalla sua pubblicazione. Per l'occasione, la band ha dato alle stampe un’edizione speciale del disco contenente, oltre a quello originale, un nuovo cd con gli inediti, i b-sides e gli altri progetti dell'epoca. “In circolo”, 10mila copie vendute e punto di svolta per la carriera dei Perturbazione, è una sorta di concept sul tema del passaggio dall’adolescenza alla maturità. 14 canzoni praticamente perfette per il quale sono conservati opere pittoriche, grafiche e scultore. Gli artisti invitati da Lo Pinto hanno proposto opere non invasive: il loro intervento è quasi mimetizzato nello spazio circostante. Alek O, Darren Bader, Nina Beier, Carola Bonfili, Benny Chirco, Giulio Frigo, Martino Gamper, Paul Armand Gette, Mino Maccari, Tobias Madison e Kaspar Müller, Marcello Maloberti, Carlo Mollino, Momus, Olaf Nicolai, Henrik Olesen, Luigi Ontani, Nicola Pecoraro, Emilio Prini, Dan Rees, Izet Sheshivari, Alexandre Singh, John Stezaker, Luca Trevisani, Luca Vitone e Raphäel Zarka e altri presenteranno i propri lavori in più fasi, a partire dall’inaugurazione della mostra avvenuta il 27 gennaio. Il pubblico sarà accompagnato da un responsabile della Fondazione, che illustrerà la casa-museo e il progetto. Lo staff del museo indosserà delle divise realizzate appositamente per la mostra dalla designer Julia Frommel. Di mese in mese, per tutto l’anno, gli artisti aggiungeranno nuove opere, dando vita a un “museo nel museo” in continuo divenire, imprevedibile e diverso ogni volta. A dimostrazione della varietà e della complessità di livelli interpretativi di questa esposizione, critici d’arte, giornalisti, curatori e artisti interverranno per guidare i visitatori lungo il percorso espositivo. Nomi importanti come Laura Cherubini, Stefano Chiodi, Ester compito che il collettivo si era proposto: trovare una terza via fra lo sperimentalismo indie – allora, in Italia, pressochè inesistente - e la canzone italiana più convenzionale, quella per così dire “alla Sanremo”. Non inganni dunque la semplicità dei testi, che pur nella trattazione di argomenti quotidiani bandisce la banalità e rivela vere e proprie “chicche”. Sin nei titoli, primi tra tutti “Agosto”, basato su un originale ossimoro, e “Il senso della vite”, su di un cambio di vocale solo appaFra. Ga. rentemente no sense. Ascoltare per credere. Coen, Andrea Cortellessa, Cristiana Perrella, Bartolomeo Pietromarchi, Francesco Stocchi, che daranno una propria interpretazione personale dell’esposizione: un’opportunità per riflettere sui processi interpretativi e sulle modalità con le quali persone diverse guardano a uno stesso oggetto o una mostra. Il calendario degli incontri sarà disponibile di volta in volta sul sito della Fondazione Giorgio e Isa De Chirico. Il titolo dell’esposizione, “D’après Giorgio”, fa riferimento ai famosi “d’après” dello stesso De Chirico: rielaborazioni di un’opera di un artista da parte di un altro che se ne appropria, riproducendola o imitandola, in base al proprio stile e sensibilità, dando vita così a un’opera completamente nuova. «Un modo per rendere omaggio a una figura cardine dell’avanguardia del Novecento, la cui influenza sulle nuove generazioni di artisti persiste ancora oggi», spiega Luca Lo Pinto. L’esposizione è infine accompagnata da un lavoro audio di Momus, che fungerà da colonna sonora per questo insolito work in progress. Il pubblico avrà inoltre la possibilità di vedere per la prima volta una serie di fotografie tratte dall’archivio della Fondazione. Izet Sheshivari ha concepito il catalogo della mostra come se fosse un’opera d’arte: 365 pagine corrispondenti ognuna a un giorno dell’anno in cui si svolge la mostra. Brancaleone Cotton Club Foreign Beggars vs Artificial Kid Gli O.U.T. e la storia del rock ’n roll Tornano a Roma, al Brancaleone, due formazioni che hanno fatto della sperimentazione e della destrutturazione dei canoni rap il proprio marchio di fabbrica. Alla consolle di via Levanna 11 i Foreign Beggars, campioni mondiali del British hip hop, grime & dubstep, in uno “scontro” titanico che li vedrà gareggiare a colpi di bpm con Artificial Kid, il pluridecorato cyberpunk-rapteam guidato da Danno (Colle der Fomento) e Dj Craim & Stabbyoboy. Alla line-up si aggiungono Sine e Lucci, il primo uno dei più apprezzati producer italiani, il secondo frontman dei Brokenspeakers. 53 anni fa volgeva al termine la breve ma brillante carriera dei giovanissimi Buddy Holly, Ritchie Valens e J.P. "The Big Bopper" Richardson. Le migliaia di fan di rock ’n roll venivano così privati di tre talenti che, in ogni caso, hanno scritto la storia del rock. "Peggy Sue", "La Bamba", "Chantilly Lace" sono solo tre dei brani più rappresentativi di questi artisti che gli O.U.T. eseguiranno al Cotton Club per omaggiare la loro memoria ed esorcizzare la malinconia della prematura scomparsa con l´allegria e il fanciullesco disincanto che caratterizzò l´intero repertorio delle tre giovani stelle Usa. In consolle uno “scontro” a colpi di rap e dubstep Omaggi a Buddy Holly (foto) Ritchie Valens e Richardson