IPSOA – Scuola di Formazione

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IPSOA – Scuola di Formazione
IPSOA – Scuola di Formazione
MASTER IN TRANSFER PRICING – CORSO BASE
II Unità didattica
Valente Associati GEB Partners –
Centro Studi Internazionali GEB Partners
Milano, 29 aprile 2016
1
Indice
 Transfer Pricing
 Metodi Principali di determinazioni del Valore Normale
 Metodi Alternativi di determinazioni del Valore Normale
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Metodi principali di determinazione del valore normale
Metodi Principali
CUP
Cost Plus
Resale Minus
Profit Split
Comparable Profit
Method
Transactional Net Margin
Metodi Alternativi
CUP – Metodo del Confronto del
prezzo
 metodo da considerarsi preferenziale,
rispetto agli altri;
 si basa nella comparazione del
prezzo “in verifica” con quello
praticato per transazioni
comparabili;
 confronto può essere sia “esterno” - se
riguarda il prezzo di una transazione
comparabile posta in essere tra imprese
indipendenti – sia “interno”, se relativo ad
un’operazione tra l’impresa sottoposta a
verifica ed un’impresa “terza”, cioè esterna
al gruppo di riferimento.
Resale Minus – Metodo del Prezzo di Rivendita
 si basa sul prezzo al quale il bene o il servizio acquistato da
un’impresa appartenente ad un gruppo viene rivenduto ad
un’impresa indipendente;
 l’elemento di partenza è quello noto del prezzo di rivendita del
prodotto all’impresa esterna al gruppo, cioè il corrispettivo della
seconda operazione. Diminuito delle spese di distribuzione e di un
ammontare pari al “profitto normale”.
 “Il metodo del prezzo di rivendita sarà ritenuto preferibile nel caso in
cui l’impresa sottoposta a verifica sia inserita nel ciclo distributivo dei
prodotti fabbricati dalle imprese del gruppo (…) In estrema sintesi, il metodo
del prezzo di rivendita è proficuamente utilizzabile nelle ipotesi in cui il
rivenditore non aggiunge valore sostanziale al prodotto, limitandosi alla
mera commercializzazione ed il tempo che intercorre tra l’acquisto e la
rivendita è particolarmente ridotto, tale da poter trascurare fattori dinamici,
quali, ad esempio, il tasso di cambio e le variazioni di mercato”.
Cost Plus – Metodo del Costo Maggiorato
 il valore normale della transazione in verifica
si ottiene aggiungendo al costo di produzione
del bene un margine di utile lordo;
 nella quantificazione del costo di produzione (…)
devono essere ricompresi sia oneri diretti (materie
prime, manodopera, ecc.), che quelli indiretti (spese
industriali, spese generali, ricerca e sviluppo, oneri
finanziari, spese commerciali, spese direzionali, ecc.)
 “(…) il criterio del costo maggiorato sarà
ritenuto più corretto allorquando l’impresa non
si limiti alla rivendita del bene, ma lo sottoponga a
lavorazioni o trattamento tali da apportare
apprezzabili modifiche strutturali e/o qualitative”.
“(…) nel caso in cui non sia possibile
determinare il valore normale della
transazione in verifica attraverso i criteri
tradizionali (perché non sia possibile
individuare, in assoluto, una transazione
comparabile o perché sia impossibile un
confronto (…)” (Circolare GdF 1/2008, Cap. 3, VI,
“Transfer Pricing”, par.2 c), pag. 100 ss.).
Applicazione sussidiaria
dei Metodi Alternativi
3
Metodi alternativi di determinazione del valore normale
Metodi Principali
CUP
Cost Plus
Resale Minus
Profit Split – Metodo della
ripartizione dei profitti globali
Transactional Net Margin Method –
Metodo dei margini netti delle
transazioni
 il profitto dell’impresa si calcola
percentualmente in relazione al capitale
investito, a prescindere dai costi di
produzione o di vendita.
 individua il prezzo di trasferimento da
applicare in base alla ripartizione degli
utili complessivi del Gruppo del quale
fanno parte le imprese considerate.
Profit Split
Comparable Profit
Method
Transactional Net Margin
Metodi Alternativi
Comparable Profit Method Comparazione dei profitti globali
 presuppone la determinazione del
profitto lordo di ciascuna impresa in
relazione alla percentuale del fatturato
delle vendite o ai costi di esercizio
rispettivamente sostenuti rispetto al
totale.
La scelta del metodo da utilizzare
“Indicazioni circa il metodo da adottare nel caso concreto sono
contenute nella circolare n. 42 del 12 dicembre 1981, nella quale si
legge che “atteso che l’applicazione del prezzo di libera concorrenza
comporta l’adozione in via preferenziale del metodo di confronto del
prezzo (...), nell’eventualità di una scelta alternativa tra gli altri due
metodi–base (del prezzo di rivendita e del costo maggiorato) né
l’Amministrazione né il contribuente devono ritenersi vincolati alla
osservanza di un rigido iter cronologico obbligatorio in quanto l’idoneità
e l’adeguatezza di un metodo piuttosto che di un altro non possono
essere valutati che in relazione al singolo caso”.
(Circolare GdF 1/2008, Cap. 3, VI, “Transfer Pricing”, par.2 e), pag. 100).
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Componenti del transfer pricing
Lato Produttore
Lato Distributore
costo industriale
prezzo di vendita
+
TP
costi recuperabili
+
minus
mark-up
limite inferiore
limite superiore
Prezzo di trasferimento:
•
spostandosi verso il limite superiore aumenta il mark-up
del produttore;
•
spostandosi verso il limite inferiore aumenta la marginalità
del distributore.
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Il Comparable Uncontrolled Price Method (CUP)
Metodi
tradizionali
Confronto del
Prezzo (CUP)
“The CUP method
compares the price
charged for property or
services transferred in a
controlled transaction to
the price charged for
property or services
transferred in a
comparable uncontrolled
transaction in
comparable
circumstances”.
Definizione
Punti di forza
Punti di debolezza
Rispetto arm’s length
principle (Art. 9 Modello di
Convenzione OCSE)
Prezzo di Rivendita (Resale Minus)
Costo Maggiorato (Cost Plus)
“The resale price begins with the price
at which a product that has been
purchased from an associated enterprise
is resold to an independent enterprise.
The price (the resale price) is then
reduced by an appropriate gross margin
on this price (the “resale price margin”)
representing the amount out of which the
reseller would seek to cover its selling
and other operating expenses and, in the
light of the function performed (taking
into account assets used and risks
assumed), make an appropriate profit”.
“The cost plus method begins
with cost incurred by the
supplier of property (or services)
in a controlled transaction for
property transferred of services
provided to an associated
purchaser. An appropriate cost
plus mark up is then addedd to
this cost, to make an appropriate
profit in light of functions
performed and the market
conditions”.
Metodi
reddituali
Transactional Net
Margin Method (TNMM)
“The transactional net
margin method examines
the net profit relative to
an appropriate base
(e.g.costs, sales, assets)
that a taxpayer realises
from a controlled
transaction (or a
transactions that are
appropriate to aggregate
(…)”.
Transactional
Profit Split
Method
“The transactional
profit split method
seeks to eliminate
the effect on profits
of special
conditions made or
imposed in a
controlled
transaction (…) by
determining the
division of profits
that independent
enterprises would
have expected to
realise from
engaging in the
transaction or
transactions”.
“The CUP method compares the price charged for property or services transferred in a controlled
transaction to the price charged for property or services transferred in a comparable uncontrolled
transaction in comparable circumstances (…)”.
Qualora sia possibile individuare transazioni comparabili indipendenti, il CUP è considerato
dall’OCSE come “the most direct and reliable way to apply the arm’s length principle.
Consequently, in such cases the CUP method is preferrable over all other methods”.
L’esistenza di differenze tra le transazioni controllate e le transazioni indipendenti rende difficile
effettuare aggiustamenti al fine di eliminare gli effetti sul prezzo. Tuttavia, tali difficoltà non
devono precludere a priori il ricorso al CUP.
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Il «Cost Plus»
Metodo del costo maggiorato (Cost plus method)
Metodo che utilizza i costi sostenuti dal fornitore di beni (o servizi) in una transazione tra imprese associate.
Un’appropriata percentuale di ricarico relativa al costo di produzione (cost plus mark-up) viene aggiunta a detti costi, così
da ottenere un utile adeguato alla luce delle funzioni svolte (considerati i beni utilizzati e i rischi assunti) e delle condizioni
di mercato. Ciò che si ottiene dopo aver aggiunto la percentuale di ricarico ai suddetti costi può essere considerato come
prezzo di libera concorrenza della transazione originaria tra imprese associate (Rapporto OCSE del 1995).
L’applicazione di tale metodo è preferibile in relazione alle transazioni che coinvolgono prodotti semilavorati, nel momento
in cui le parti correlate abbiano concluso accordi di acquisto-fornitura a lungo termine. Allo stesso tempo, tale metodo è
preferibile qualora la transazione consista in una fornitura di servizi.
Definizione
Determinazione del prezzo di trasferimento aggiungendo ai costi
sostenuti (base del costo) un margine di profitto lordo (determinato dal
confronto con il margine realizzato/garantito dall’impresa in
vendite/acquisti a/da parti terze ovvero con il margine connesso a
transazioni tra imprese terze indipendenti effettuate in condizioni
similari).
Punti di forza
non risente delle differenze qualitative dei beni oggetto di transazione.
Punti di
debolezza
 inaffidabile nel caso di sensibili inefficienze nelle funzioni svolte dalle
imprese confrontate;
 sensibile alle inefficienze strutturali del produttore (in quanto prende in
esame il solo costo reale di produzione);
 sconsigliabile nel caso di vendite da controllante estera a controllata
italiana (per eventuale mancanza di conoscenza dei sistemi di costo e
delle funzioni svolte dall’impresa estera);
 sensibile alle variazioni degli elementi del costo di produzione;
 sconsigliabile quando sul prodotto viene caricato un elevato valore
aggiunto che tiene conto di disparate funzioni svolte dalle imprese.
CUP
Cost Plus
Resale Minus
Profit Split
Transactional
Net Margin
7
Applicazione del «Cost Plus» method
Il metodo del “cost plus” si basa sul costo dei beni oggetto della
transazione. Il modello di determinazione del TP viene adottato per
tutti gli scambi intercompany di materie prime e semilavorati.
Mentre per le materie prime la base del costo è costituita dal prezzo
d’acquisto sostenuto dal venditore, per i semilavorati la base del
costo è determinata in funzione del costo standard.
Costo standard
Plus
Listino intercompany
Fasi di lavorazione utilizzate per
la definizione dei centri
di
costo:
A
B
C
D
Operativamente, in funzione del costo
standard,
annualmente
definito/aggiornato
il
listino
viene
prezzi
intercompany per i prodotti oggetto delle
transazioni in questione.
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Calcolo del costo standard
Costo standard
Costi del personale dipendente diretto e indiretto
Utenze: energia elettrica, gas metano, acqua e fognature, spese smaltimento rifiuti,
spese depurazione acque reflue
Ammortamenti
Affitti e Canoni leasing (i canoni leasing sono stati convertiti in ammortamento)
Manutenzioni e pezzi di ricambio
Acquisti materiale accessorio
Assicurazioni
Note spese e viaggi
Altri
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Il «Resale Minus»
Metodo del prezzo di rivendita (Resale price method)
Metodo basato sul prezzo al quale un prodotto acquistato presso un’impresa associata viene rivenduto ad
un’impresa indipendente. Il prezzo di rivendita viene ridotto di un appropriato margine lordo (resale gross
margin) che consente al rivenditore di coprire i propri costi di vendita e di realizzare un appropriato profitto.
Il risultato ottenuto dopo aver sottratto il margine del prezzo di rivendita può essere considerato, a seguito della
rettifica per altri costi associati alla compravendita del prodotto (ad esempio, dazi doganali), come prezzo di
libera concorrenza del trasferimento originario del bene tra imprese associate.
Si tratta del tipico metodo adottato nell’ambito delle funzioni Commerciali e di Distribuzione alle imprese.
 la validità dipende dal grado di
comparabilità
delle
transazioni
esaminate,
prendendo
in
considerazione i beni utilizzati e i
rischi assunti
è utilizzabile con i migliori risultati
se:
 il rivenditore non aggiunge valore
sostanziale al prodotto
 il tempo tra l’acquisto e la
rivendita è molto breve
 esiste la possibilità di effettuare
confronti di natura contabile
CUP
Cost Plus
Resale Minus
Profit Split
Transactional
Net Margin
Punti critici:
Il metodo diventa poco affidabile:
 se i beni sono lavorati o
incorporati in altri
 se il rivenditore contribuisce in
misura sostanziale alla creazione
o conservazione di un marchio o
di un brevetto
se, nello svolgimento della
propria attività, il rivenditore
impiega beni di elevato valore e
possibilmente unici
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Applicazione del «Resale Minus» method
Il metodo del “Resale Minus” si basa infatti sul prezzo di rivendita dei
prodotti e prevede che questo venga ridotto di un adeguato margine
lordo. Il risultato di tale operazione (a meno di altri costi associati alla
compravendita del prodotto) può essere considerato come prezzo di
libera concorrenza e viene utilizzato come prezzo di trasferimento (TP).
In particolare, per i singoli paesi di distribuzione esistono appositi
listini, verificati e/o aggiornati periodicamente (annualmente), che
costituiscono la base per la determinazione dei prezzi di trasferimento.
Per la determinazione dei prezzi di vendita intercompany dei prodotti, ai
prezzi contenuti in tali listini viene applicata una riduzione in
percentuale (minus) a seconda di molteplici fattori dipendenti dalle
funzioni esercitate dai soggetti della transazione e dai segmenti del
mercato di riferimento. Il minus, infatti, dipende dalle attività svolte dai
soggetti coinvolti nella transazione, dai servizi effettuati, dai rischi
assunti e dagli asset utilizzati. Il modello di determinazione del TP viene
adottato per tutti gli scambi intercompany di prodotti salvo eccezioni
che possono verificarsi in casi particolari e comunque limitati nel tempo
(gestione di mercati in via di sviluppo, promozione di nuovi prodotti,
ecc.).
Prezzo di libera concorrenza: prezzo che sarebbe stato
concordato tra imprese indipendenti per operazioni
identiche o similari a condizioni identiche o similari nel
libero mercato.
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Il «Transactional Net Margin»
Il Transactional Net Margin Method (TNMM) consente di valutare le transazioni
intercompany con riferimento ad una “objective measure of profitability” di una
parte indipendente la quale effettua operazioni simili in circostanze analoghe. Il
metodo in commento consente di confrontare la “profitability” di una “controlled
party” con quella di una “uncontrolled party” comparabile.
In altri termini, il TNMM si basa sulla comparazione del margine netto realizzato
in una transazione tra imprese associate e il margine netto realizzato in una
transazione simile dalla stessa impresa associata presa in considerazione con
CUP
Cost Plus
Resale Minus
un’impresa indipendente. Il risultato di tale operazione (a meno di altri costi
associati alla compravendita del prodotto) può essere considerato come prezzo
di libera concorrenza (*) e viene utilizzato come prezzo di trasferimento (TP).
La comparabilità in applicazione del TNMM dipende principalmente dalle risorse
Profit Split
Transactional
Net Margin
impiegate e dai rischi assunti da ciascuna delle società coinvolte nelle
transazioni oggetto di osservazione. Poiché le risorse e i rischi sono spesso
correlati alle funzioni svolte, la comparabilità funzionale costituisce fattore
significativo per l’applicazione del TNMM.
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Il Transactional Net Margin Method
Metodi
tradizionali
Confronto del
Prezzo (CUP)
“The CUP method
compares the price
charged for property or
services transferred in a
controlled transaction to
the price charged for
property or services
transferred in a
comparable uncontrolled
transaction in
comparable
circumstances”.
Rispetto arm’s length
principle (Art. 9 Modello di
Convenzione OCSE)
Prezzo di Rivendita (Resale Minus)
Costo Maggiorato (Cost Plus)
“The resale price begins with the price
at which a product that has been
purchased from an associated enterprise
is resold to an independent enterprise.
The price (the resale price) is then
reduced by an appropriate gross margin
on this price (the “resale price margin”)
representing the amount out of which the
reseller would seek to cover its selling
and other operating expenses and, in the
light of the function performed (taking
into account assets used and risks
assumed), make an appropriate profit”.
“The cost plus method begins
with cost incurred by the
supplier of property (or services)
in a controlled transaction for
property transferred of services
provided to an associated
purchaser. An appropriate cost
plus mark up is then addedd to
this cost, to make an appropriate
profit in light of functions
performed and the market
conditions”.
Metodi
reddituali
Transactional Net
Margin Method (TNMM)
“The transactional net
margin method examines
the net profit relative to
an appropriate base
(e.g.costs, sales, assets)
that a taxpayer realises
from a controlled
transaction (or a
transactions that are
appropriate to aggregate
(…)”.
Transactional
Profit Split
Method
“The transactional
profit split method
seeks to eliminate
the effect on profits
of special
conditions made or
imposed in a
controlled
transaction (…) by
determining the
division of profits
that independent
enterprises would
have expected to
realise from
engaging in the
transaction or
transactions”.
Definizione
“The transactional net margin method examines the net profit relative to an appropriate base (e.g.
costs, sales, assets) that a taxpayer realises from a controlled transaction (or transactions that are
appropriate to aggregate under the principles of paragraphs 3.9-3.12). Thus, a transactional net
margin method operates in a manner similar to the cost plus and resale price methods. (…)”.
Punti di forza
• I margini netti possono tollerare maggiormente alcune differenze funzionali tra le transazioni
controllate e quelle indipendenti sul libero mercato rispetto ai margini di utile lordo;
• non è necessario determinare le attività/funzioni svolte da più di un’impresa associata.
Punti di debolezza
• I margini netti possono essere influenzati da alcuni fattori che potrebbero avere anche scarsa o
nessuna rilevanza ai fini della determinazione del prezzo, ovvero del margine lordo;
• come altri metodi, richiede dati o informazioni circa le transazioni indipendenti che possono,
talvolta, non essere disponibili.
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Il Transactional Profit Split Method
Metodi
tradizionali
Confronto del
Prezzo (CUP)
“The CUP method
compares the price
charged for property or
services transferred in a
controlled transaction to
the price charged for
property or services
transferred in a
comparable uncontrolled
transaction in
comparable
circumstances”.
Rispetto arm’s length
principle (Art. 9 Modello di
Convenzione OCSE)
Prezzo di Rivendita (Resale Minus)
Costo Maggiorato (Cost Plus)
“The resale price begins with the price
at which a product that has been
purchased from an associated enterprise
is resold to an independent enterprise.
The price (the resale price) is then
reduced by an appropriate gross margin
on this price (the “resale price margin”)
representing the amount out of which the
reseller would seek to cover its selling
and other operating expenses and, in the
light of the function performed (taking
into account assets used and risks
assumed), make an appropriate profit”.
“The cost plus method begins
with cost incurred by the
supplier of property (or services)
in a controlled transaction for
property transferred of services
provided to an associated
purchaser. An appropriate cost
plus mark up is then addedd to
this cost, to make an appropriate
profit in light of functions
performed and the market
conditions”.
Metodi
reddituali
Transactional Net
Margin Method (TNMM)
“The transactional net
margin method examines
the net profit relative to
an appropriate base
(e.g.costs, sales, assets)
that a taxpayer realises
from a controlled
transaction (or a
transactions that are
appropriate to aggregate
(…)”.
Transactional
Profit Split
Method
“The transactional
profit split method
seeks to eliminate
the effect on profits
of special
conditions made or
imposed in a
controlled
transaction (…) by
determining the
division of profits
that independent
enterprises would
have expected to
realise from
engaging in the
transaction or
transactions”.
Definizione
“The transactional profit split method seeks to eliminate the effect on profits of special conditions made or imposed in a
controlled transaction (or in controlled transactions that are appropriate to aggregate under the principles of paragraphs
3.9-3.12) by determining the division of profits that independent enterprises would have expected to realise from
engaging in the transaction or transactions. The transactional profit split method first identifies the profits to be split for
the associated enterprises from the controlled transactions in which the associated enterprises are engaged (the
“combined profits”).
References to “profits” should be taken as applying equally to losses.(…)”.
Punti di forza
•Il metodo può essere applicato anche in assenza di transazioni comparabili. La ripartizione dei profitti
avviene con riferimento all’analisi funzionale, ovvero al valore relativo all’apporto di ciascuna impresa
associata rispetto all’utile complessivamente realizzato;
•il metodo consente di ridurre al minimo le possibilità che ad un’impresa del gruppo possa essere
attribuito un eccezionale ed improbabile realizzo di utili. Ciò è dovuto alla non trascurabile circostanza che
il metodo in esame prende in considerazione entrambe le parti della transazione controllata.
•consente di evidenziare l’esatta misura dei profitti attribuibili a ciascuna impresa in relazione alle effettive
economie di scala realizzate.
Punti di debolezza
• I dati esterni di mercato, considerati ai fini della valutazione del contributo di ciascuna impresa alla
determinazione del profitto, sono poco correlati con le transazioni controllate, cosicché quanto più sarà
tenue tale correlazione con i dati di mercato, tanto più l’allocazione dei profitti avrà carattere discrezionale
e soggettivo;
• difficoltà di reperimento delle informazioni necessarie per l’elaborazione di un’analisi funzionale presso
imprese affiliate straniere;
• nella realtà operativa le imprese indipendenti non usano ordinariamente il metodo della ripartizione
dell’utile se non nelle ipotesi di joint venture.
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Confronto con gli altri metodi
Confronto con il metodo CUP
La difficile applicazione del metodo del CUP (Comparable Uncontrolled Price) per la definizione dei prezzi di
trasferimento nelle transazioni intercompany discende dalla sensibile differenza tra le transazioni intercorrenti
tra le consociate e le transazioni con parti non correlate.
Inoltre, non sempre risulta possibile identificare con sufficiente grado di certezza parti indipendenti tra le quali
intercorrono transazioni similari a quelle oggetto di esame.
Confronto con il metodo Resale minus
Il metodo del Resale minus è normalmente utilizzato in transazioni riguardanti l'acquisto e la rivendita di beni
nelle quali il distributore non attribuisce particolare valore aggiunto, determinando una modifica sostanziale dei
prodotti (ad es., mediante lavorazione e/o trasformazione) ovvero mediante utilizzo di beni immateriali.
In alcuni casi, l’elevata customizzazione dei sistemi forniti ai clienti finali dall’impresa esaminata, i quali sono
dalla stessa società adattati e personalizzati a seconda delle esigenze specifiche di ogni singolo cliente, la
variabilità dei canali di distribuzione utilizzati, nonché l’assenza di confronti interni ed esterni, determina
l’impossibilità di applicazione alle transazioni intercompany del metodo in esame.
Confronto con il metodo Cost Plus
Il metodo del Cost Plus, applicabile in linea teorica alle imprese produttive o di lavorazione/trasformazione, si
basa sul costo dei prodotti oggetto della transazione.
Il metodo in parola appare di difficile applicazione in taluni casi, per ragioni similari a quelle che escludono
l’applicazione del CUP, nonché nelle ipotesi in cui l’impresa italiana non svolge attività produttiva né di
trasformazione (manufatturiera).
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