Papa Francesco il ritorno a casa
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Papa Francesco il ritorno a casa
Papa Francesco il ritorno a casa Il Pontefice tra barzellette e ricordi di famiglia «Finalmente posso rilassarmi un po’» di Marco Imarisio – Corriere della Sera, martedì 23 giugno 2015 TORINO «Giorgio, mangia!» La signora Carla ha le carte in regola per il rimbrotto e non solo per i suoi 83 anni che ne fanno la decana del gruppo. Quando arrivava in città, il cuginetto argentino dormiva sempre nella stanzetta degli ospiti del suo appartamento nel quartiere di Santa Rita. Ogni volta, dal 1960 fino a quella sera in piazza San Pietro del 13 marzo 2013 che in effetti ha reso più complicati gli spostamenti del parente, nel frattempo assurto al soglio pontificio e di conseguenza a una certa notorietà. Giorgio, ovvero Jorge, ovvero papa Francesco, ha dovuto giustificare la sua inappetenza davanti ai commensali, che alla fine non erano pochi, 32 tra cugini di secondo grado e i loro familiari. «Va bene così» ha risposto. «Mi devo tenere, faccio molta attenzione». Non doma, Carla ha replicato andando all’attacco. «Ma di cosa vivi? Non mangi niente». Il Pontefice ha sorriso. Ma non ha comunque terminato la pietanza che aveva nel piatto, per lo sconforto della cugina torinese. «E dire che ci hanno preparato un pranzo da mille e una notte. Noi pensavamo che fosse un pane e salame veloce, tanti saluti che poi lui ha impegni, invece no. Quasi non ci voleva lasciar andar via». D’accordo, sono dettagli da Casa Vianello, scene domestiche di poca importanza estrapolate da una rimpatriata così annunciata e desiderata da chiunque avesse un lontano legame parentale che la Santa Sede ha sentito il bisogno di circoscrivere l’invito ai soli «cugini carnali», onde evitare quella proliferazione dei cugini di ogni ordine e grado che il giorno dopo il Conclave sembrò il primo miracolo compiuto dal successore di Benedetto XVI. Ma siccome è del Papa che si parla, di un Papa in età avanzata che mai come in questo ritorno a casa è sembrato molto affaticato, diventa quasi un obbligo soppesare ogni segno. L’affetto non fa velo alla signora Rita, che parla con una certa riluttanza dell’impressione che le ha fatto un incontro ravvicinato durato quasi sei ore, alle 10 l’ingresso della comitiva all’Arcivescovado, poi messa privata, poi pranzo, infine una lunga chiacchierata fuori programma decisa dal Pontefice, che ha rinunciato al riposo pomeridiano. «Erano quattro anni che non lo vedevo e purtroppo mi è sembrato davvero stanco. Lui mi ha risposto che la scorsa mattina si è svegliato alle 4 per partire alle 6 da Roma, poi ha dovuto fare tutti quei giri... Io gli ho consigliato di prenderla un po’ più bassa, non è più un bambino, ma lui ha scosso la testa. Mi ha detto che non è possibile, con tutto quello che ha da fare». Al mattino papa Francesco ha trovato il tempo di entrare nella chiesa di Santa Teresa, dove nel 1907 si erano sposati i suoi nonni, Rosa Vassallo e Giovanni Bergoglio, baciando il fonte battesimale dove l’anno seguente venne battezzato suo padre Mario. I sei cugini carnali sono i nipoti del fratello di Giovanni, tre residenti a Torino, gli altri giunti da Vaglierano, una frazione di Asti. Al di là della sua importanza storica, anche l’incontro con i valdesi ha avuto il sapore della vacanza in un luogo conosciuto, per un uomo che ancora oggi tiene molto alla qualità del suo dialetto piemontese. «Finalmente posso rilassarmi un po’...». Il Papa lo ha ripetuto spesso durante l’incontro con i parenti. Carla e anche il cugino Elio negano che ci sia stato un velo di malinconia. «Stanco, ma non triste. Abbiamo finito a raccontarci vecchie barzellette e ricordi di famiglia. Quando veniva a stare da noi si alzava sempre presto, e aveva imparato a uscire senza fare alcun rumore. Lo chiamavamo il silenzioso. Oggi gli abbiamo rivelato il soprannome e si è fatto una risata. Ci ha detto che non gli capita spesso di ridere, e abbiamo avuto la sensazione che fatichi ad accettare tutte le regole che gli vengono imposte». Fuori, le voci sull’unico appuntamento privato del Papa durante la sua visita torinese correvano all’impazzata. Sembrava addirittura che il pranzo in corso fosse a base di bagna cauda su apposita richiesta dei cugini, che ricordavano come «Giorgio» amasse questo piatto tipico piemontese, consigliato soprattutto d’inverno e non certo in una giornata estiva e afosa come quella di ieri. All’uscita i diretti interessati, felici ed emozionati, hanno sentito il bisogno di smentire, anche per evitare una probabile accusa di tentato omicidio .