Un marchio costoso, come Castello, assicura
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Un marchio costoso, come Castello, assicura
Un marchio costoso, come Castello, assicura esperienze di fumata di un livello superiore, impossibile da raggiungere per le più plebee Chacom o Stanwell? Molti fumatori e collezionisti credono fermamente che la risposta sia si. […] Il succo di questo articolo è comeche l’effettiva qualità di un marchio sia perlopiù basata su illusioni. Ora dunque chiedo [riferito al trattamento oil curing] è questo il “gusto Duhill”? Dopo molte fumate, la crosta di carbone ed il legno stesso hanno probabilmente più influenza sul gusto che non il metodo usato per il curing. Le Dunhill che non fumano bene, hanno comunque un loro “gusto o carattere Dunhill”? Gli estimatori sarebbero in grado di riconoscere tra pipe di vari marchi le Dunhill – buone e non – in una degustazione bendata? Ho condotto degustazioni bendate nel settore vinicolo e la mia esperienza mi porta a dubitare molto fortemente di tutto ciò. Come accade per le persone, ogni pipa è – per quanto riguarda la resa in fumata – diversa ed unica a modo suo, ma presenta al tempo stesso una generica somiglianza con tutte le altre. Alcune Castello danno il meglio con le EM, altre sembrano fatte più per i Virginia. È una questione di radica, non di marchio. Le pipe Castello, nel loro insieme, non possono essere definite uniche per quanto riguarda le loro caratteristiche di gusto. Ho posseduto Don Carlos, Caminetto e Charatan indistinguibili dalle Castello per gusto e qualità di fumata. É probabilmente vero che, come l’oil curing di Ashton, anche l’air curing di Castello perda le proprie peculiarità dopo circa 30 cariche. A questo punto, la crosta subentra come fattore principale che influenza il gusto, così come la radica stessa. Capita di non dimenticare il gusto di alcune pipe, ma ancora una volta è questione di radica e non di marchi. Quindi domandai se quei marchi, o alcuni di essi [si parla delle high grades danesi] fossero superiori in termini di qualità di fumata. Ognuno [dei possessori di tali pipe] sorrise, dicendo che nonostante la fattura fosse decisamente migliore, non si poteva determinare una differenza di qualità in fumata tra queste serie top di gamma e pipe più economiche ma comunque ben costruite di altri marchi. Ogni pipa di ogni marchio è differente a modo suo, ed una volta rodata, la caratteristica peculiare del marchio non sembra così evidente. I fumatori di pipa non si fumano la punzonatura. Fumano la radica. A prescindere dal costruttore, la radica deve essere trattata nel modo giusto e ben costruita. Se si considera abbastanza profondamente il mito creato attorno ad un marchio si può iniziare a vedere al di là della punzonatura, della provenienza, e dell’artigiano. Collezioniamo pipe di diversi gradi, forme, dimensioni, prezzi e marchi, ma è la radica ciò che fumiamo! E c’è qualcosa della radica stessa che rende magico il fumare. Questo è l’aspetto che merita la nostra attenzione, non il marchio. Una pipa non deve rappresentare – e non rappresenta – un intero marchio. Ogni pipa fuma diversamente comparata alle altre sia dello stesso che di altri produttori. Ogni valido esperimento di degustazione di questo tipo deve essere fatto bendati, cosi che chi degusta non abbia idea né del marchio né della forma della pipa. O quantomeno tali riferimenti dovrebbero essere nascosti, così da evitare influenze di sorta, pur conoscendo il tipo di tabacco. I bocchini dovrebbero essere ricoperti di gomma morbida all’imboccatura, di modo che il marchio non possa essere identificato dalla sensazione in bocca del bocchino. Degustazioni alla cieca non sono state fatte quasi mai in ambito pipico, e non ci sono parametri stabiliti di cui io sia a conoscenza. Negli anni, la linea d’indagine di carattere geografico non ha dato risposte soddisfacenti al perchè certe pipe fumino così bene. L’ironia vuole che le caratteristiche delle migliori radiche siano dovute al suolo e al sole piuttosto che al fatto che le stesse siano punzonate Castello Collection Greatline Fiammata, Dunhill DRH o Charatan Crown Achievement. D’altro canto, se un fumatore vede tutte le pipe in base a come fumano, il marchio perde di significato, così come le forme divengono secondarie, ed il fumatore si troverà con una collezione di pipe di vari gradi, ma tutte probabilmente buone in fumata. In altre parole, l’importanza data al marchio corre il rischio di farci credere che soltanto i ricchi collezionisti di pipe high- e ultra-grade possano gustare una vera, sublime, superlativa esperienza di fumata. Queste sono sciocchezze assolute, ed io sono sicuro che nessuno di noi desideri uno scenario simile. Ognuno che abbia abbastanza esperienza da comprare consapevolmente una pipa ben fatta, con radica ben trattata, ha grandi probabilità di trovare una pipa le cui qualità in fumata raggiungono gli standard da leggenda, nonostante il nome sia considerato banale e mediocre da un punto di vista collezionistico. È la radica, non il marchio. Non c’è posto per gli elitarismi tra fumatori di pipa.