PROGETTO MigrArti I COLORI DELLA MUSICA
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PROGETTO MigrArti I COLORI DELLA MUSICA
PROGETTO MigrArti I COLORI DELLA MUSICA Organizzazione richiedente Descrizione sintetica del soggetto proponente Il Teatro Massimo Il Teatro Massimo è simbolo di Palermo e istituzione culturale di prestigio internazionale; la sua inaugurazione con Falstaff di Giuseppe Verdi, il 16 maggio del 1897, fu un evento di portata europea. Nella stessa stagione, impresario Di Giorgi, furono messi in scena La Gioconda diretta da Leopoldo Mugnone -interpretata da un tenore allora ventiquattrenne, Enrico Caruso, che dal Teatro Massimo fu lanciato in campo internazionale-, e La bohème che concluse la stagione e che l’anno precedente, con gli stessi interpreti, era stata messa in scena al Politeama di Palermo. Da allora in poi sulla ribalta del Massimo si sono susseguiti spettacoli con la presenza di registi e cantanti di grandissima fama. Nei primi decenni di attività il Teatro fu affidato ad imprese private, spesso diverse di anno in anno, fino al 1935, quando con un decreto del Ministro della Cultura Popolare venne proclamato Ente Teatrale Autonomo, e dall’anno successivo assunse la denominazione ufficiale di Ente Autonomo Teatro Massimo di Palermo. Nel 1974 il Teatro viene chiuso per lavori di ristrutturazione, che si protraggono fino al 12 maggio 1997, quando viene riaperto con un concerto diretto nella prima parte da Franco Mannino e nella seconda parte da Claudio Abbado con i Berliner Philharmoniker. Dal 1999 l’Ente Autonomo Teatro Massimo è una Fondazione. Oggi il Teatro Massimo è tornato a essere centro di produzione grazie all’attività della sua celebre sartoria e dei suoi laboratori scenografici, ospita stagioni di opere, balletti, concerti sinfonici, mostre, conferenze e convegni. Rappresenta una naturale porta aperta sull’intero bacino del Mediterraneo, il luogo privilegiato dove tradizione e innovazione s’incontrano; il luogo dove occidente e oriente trovano nuovi punti di contatto, uno spazio progettuale che si esprime pienamente nella capacità di dare forma alle idee, di creare orizzonti futuri, soprattutto per le generazioni più giovani. È uno dei più importanti teatri d’Europa non solo per attività culturale ma anche per i servizi offerti alle imprese e agli operatori turistici. Organizzazione partner di progetto Descrizione sintetica del soggetto partner di progetto Centro Astalli Sul fronte dell'attività di mediazione interculturale nel territorio per il progetto I colori della musica la Fondazione Teatro Massimo si avvarrà della collaborazione di un partner molto accreditato a livello territoriale che opera in rete con importanti contatti a livello nazionale e internazionale: il Centro Astalli. Si tratta di un'associazione di volontariato che fa parte della rete territoriale Jesuit Refugee Service attiva da 30 anni in oltre 60 paesi. L'Associazione rivolge il proprio servizio ai migranti e alle loro famiglie con il supporto di operatori che si avvicendano, per attitudine e competenze, nell'offerta dei servizi e opera costantemente insieme ad altre associazioni del volontariato presenti nel territorio nazionale (Roma, Vicenza, Trento, Catania). Il Centro Astalli affiancherà la Fondazione Teatro Massimo con i suoi mediatori per facilitare il percorso di inclusione dei giovani del Coro offrendo un supporto per l'apprendimento e la comprensione della lingua italiana e svolgendo una vera e propria mediazione con le famiglie dei partecipanti in modo da rendere loro comprensibile la valenza del progetto. I ragazzi, infatti, saranno protagonisti attivi all'interno del teatro in un progetto in cui l'esecuzione in pubblico non è fine a se stessa ma vuole essere un momento significativo e non l'ultimo di un percorso di crescita nell'ottica di uno scambio reciproco e sopratutto del rispetto delle diverse culture. Progetto artistico Scenario, idea progettuale, obiettivi e strategie d'intervento La Fondazione Teatro Massimo da tempo ha già avviato una progettazione nell’ambito dell’educazione interculturale e della mediazione, favorendo percorsi di reciproco scambio e promuovendo, sia tra gli italiani che tra gli immigrati, interventi di sensibilizzazione ed educazione. Nel corso della stagione 2015 ha quindi presentato il Coro Arcobaleno, una formazione corale composta da bambini di diverse etnie con l'intento di coinvolgere le comunità migranti nella vita del Teatro. Il Coro arcobaleno non nasce solo per facilitare l’inserimento delle persone provenienti da altri luoghi e da altre esperienze in un contesto già dato, definito, ma è segno di quanto il Teatro vuole impegnarsi per cambiare insieme la realtà esistente. Così, per promuovere l’inserimento e un arricchimento reciproco degli immigrati di diversa religione nella vita della comunità, il Coro Arcobaleno parteciperà dalla stagione 2016 anche a proposte aggregative delle diverse comunità di migranti (feste religiose delle comunità straniere). I momenti di festa, con la condivisione di tradizioni e abitudini, possono rappresentare preziose occasioni per coinvolgere stranieri e residenti presenti sul territorio, offrendo loro un momento di conoscenza reciproca. Questa può iniziare anche dal racconto delle realtà di provenienza dal punto di vista culturale e artistico: le realtà lontane delle persone che arrivano in Italia dai vari angoli di mondo, ma anche quelle vicine dei quartieri in cui viviamo insieme.L’attivazione del percorso progettuale dedicato al Coro arcobaleno nasce da un’attenta lettura del territorio, dei suoi bisogni, delle domande di vita che esso esprime nelle comunità locali che chiedono di essere riconosciute. Quindi nel 2016 il Coro Arcobaleno- ora costituito da 40 bambini di tutte le etnie dalla cinese alla senegalese, dall'albanese alla peruviana- sarà anche protagonista di un evento/spettacolo, Il Viaggio, dedicato al tema dell'immigrazione nel quale due ragazzi, Malik e Adam, raccontano il proprio recente vissuto: per non morire hanno deciso di intraprendere un viaggio partendo dai loro paesi, uno dall'Africa centrale e l'altro dalla Siria. Accomunati dalla giovane età e con la disperata voglia di allontanarsi dalla violenza e dalla disperazione hanno viaggiato verso la salvezza. Malik e Adam parlano della loro Odissea insieme al giornalista tedesco Karl Hoffman, corrispondente della radio e televisione tedesca mentre il Coro Arcobaleno, con due artisti di fama internazionale, il senegalese Badara Seck e il palestinese Nabil Salamed, fanno da cassa di risonanza al loro racconto abbracciando con il canto il mondo in una profonda e reciproca contaminazione tra sonorità etniche e tradizione occidentale. L'interesse mostrato dalle comunità degli extracomunitari alla vita del teatro, sino ad oggi mediato dalla Consulta – organismo rappresentativo di quanti hanno una nazionalità diversa da quella italiana, organo consultivo e propositivo per le scelte di governo dell'amministrazione, importante supporto per l'inserimento degli stranieri nella città di Palermo-, è la molla per continuare con interventi di inclusione che possano assicurare agli immigrati opportunità di accesso uguali a quelle dei residenti. La Sicilia è una regione di frontiera e di primo approdo di gruppi provenienti dalla riva sud del Mediterraneo e Palermo ospita più di trentamila stranieri residenti di varia appartenenza religiosa con una fortissima presenza di musulmani (di almeno tre punti superiore alla percentuale nazionale) seconda comunità dopo la cristiana. In particolare a Palermo vivono due consistenti comunità straniere di immigrati extracomunitari che da sole assorbono oltre un terzo del totale degli stranieri: i bengalesi e i tamil. Seguono quindi rumeni, ghanesi, tunisini, filippini, marocchini, mauriziani, cinesi e americani. La Fondazione Teatro Massimo, per promuovere l'integrazione sociale di persone di diversa etnia, in un'ottica di rispetto delle differenze, nel 2016 con il progetto I colori della musica impegna il Coro arcobaleno dedicandogli dei laboratori musicali da svolgersi tra febbraio e maggio e uno spettacolo che si terrà con due repliche il 28 maggio al Teatro Massimo e il 29 maggio presso il Centro di accoglienza Missione, Speranza e Carità di Biagio Conte. Per alimentare e sostenere l'integrazione culturale e la condivisione tra i popoli il teatro vuol puntare da quest'anno molto sul Coro Arcobaleno, formazione nata grazie alla partecipazione di giovani di seconda generazione appartenenti alle comunità presenti sul territorio e implementata di nuove unità proprio nel corso della stagione 2016. La formazione corale sarà la protagonista del progetto I colori della musica per il quale, dopo i laboratori musicali condotti dal maestro Salvatore Punturo con il supporto di mediatori del Centro Astalli, la partecipazione agli eventi di maggio segnerà una importante tappa di un percorso volto a sviluppare tra i giovani il senso di un linguaggio unico, universale in cui reciprocità e relazione, uguaglianza e diversità, possono dar casa e accoglienza a ciascuno in modo che nessuno si sia o si senta straniero. Gli interventi in programma avranno quindi carattere di continuità. Con I colori della musica il Teatro diventa punto di riferimento per i cittadini immigrati residenti, un laboratorio di musica attiva, un luogo di incontro e aggregazione per una comunità che, grazie all'esperienza del cantare insieme -in cui il coro rappresenta un luogo di sperimentazione, ricerca e cultura privilegiato-, contribuisce alla realizzazione di un prodotto artistico e di un progetto che è sempre in divenire. E ciò per l'alto valore formativo della musica corale dal punto di vista creativo, affettivo, relazionale e di educazione alla cittadinanza e la grande opportunità che un' esperienza del genere comporta facendo acquisire competenze trasversali di attenzione, autocontrollo, espressione e comunicazione. Il progetto intende promuovere la crescita psicofisica dei ragazzi e in particolare: 1. aiutare il pieno sviluppo della persona 2. educare a un sano uso della voce, all'ascolto di sé e degli altri 3. stimolare la fantasia, la cooperazione e le relazioni sociali basate sulla fiducia e sull'accoglienza dell'altro 4. approfondire la cultura musicale di altri paesi 5. creare interesse e attenzione reciproca tra gli insediamenti di immigrati e i residenti 6. confermare l'idea di un teatro come spazio aperto, democratico e sociale Programma febbraio -maggio laboratori pluridisciplinari – incontri bisettimanali al Teatro Massimo maggio concerto vocale in cui saranno presentate due messe, una africana e una latino americana: la Missa Luba ricca di canti popolari e improvvisazioni, guidata da un griot senegalese solista che con la sua linea di canto ne esalta lo stile etnico insieme al coro di voci bianche; la Missa Criolla per coro e coro di voci bianche caratterizzata dall'uso di ritmi tradizionali della musica argentina. I colori della musica, concerto vocale Sabato 28 maggio ore 18,30 Teatro Massimo Domenica 29 maggio ore 18,30 Centro di Accoglienza Missione Speranza e carità di Biagio Conte Missa Luba – messa africana per solo, coro di voci bianche e strumenti etnici Voce solista Badara Seck Missa Crolla – messa latino americana per coro, coro di voci bianche e strumenti etnici Direttore del coro della Fondazione Teatro Massimo Piero Monti Direttore del Coro Arcobaleno Salvatore Punturo Il percorso de I colori della musica punta fortemente nel rapporto con i giovani immigrati, è teso a garantire un’offerta trasversale e ricca, capace di attivare sinergie con il mondo della scuola, della formazione e con le famiglie e gli operatori del settore. Il progetto sviluppa quindi un programma finalizzato al contributo che il teatro può dare al territorio con una strategia di intervento che prevede anche di: ñ assicurare a tutti una concreta fruizione degli eventi performativi con facilitazioni all'ingresso; ñ interessare e coinvolgere nel progetto i quartieri in cui insistono gli insediamenti degli immigrati; ñ aprire, nel periodo degli eventi performativi, il teatro a visite guidate in lingua dedicate alle diverse comunità extracomunitarie; ñ prevedere un calendario di impegni artistici in occasione delle festività religiose delle diverse etnie delle comunità di migranti.