il piu` bel mestiere del mondo

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il piu` bel mestiere del mondo
IL PIU’ BEL MESTIERE DEL MONDO
di Giuliano Olivati, presidente FIAIP Bergamo
Riflettori puntati sul XIII Congresso della FIAIP (Federazione Italiana Agenti Immobiliari
Professionali,) a Genova da giovedì 17 a sabato 19 ottobre. Eloquente il titolo dell'evento:
"L’Agente immobiliare al centro del mercato, al centro della crescita del Paese" Senza entrare
nella dialettica interna alla federazione (tipica dei congressi di tutti - o quasi - i partiti, sindacati e
associazioni), vediamo quali sono i temi di sfida che la categoria degli agenti immobiliari si trova
davanti in questo momento, e che saranno oggetto di dibattitto congressuale. Meditate popolo del
real estate meditate, anche se non siete iscritti alla Fiaip: qui si parla di voi. Sappiamo che vi
piacerebbe un pezzo scritto in burosindacalese, invece useremo il linguaggio da bar universale per
dire pane al pane e vino al vino. 1) Il nodo della collaborazione e della condivisione tra agenti immobiliari
E' un vecchio ma sempre attuale tormentone: mentre i soloni dell'economia predicano che "piccolo
è brutto", gli agenti immobiliari oggi stan tornando sempre più alla ditta individuale, al piccolo ufficio
o negozio quando non al mediatore singolo che lavora da casa. Fa brutto? Volevate le grandi
strutture "all'americana"? I grandi "studi associati di professionisti dell'immobiliare" dei quali sento
favoleggiare sin dal 1990, anno del mio battesimo nel mattone? Bella o brutta la realtà è più forte
delle velleità di industrializzazione del settore, che si è atomizzato sempre più, con la crisi che ha
aggravato una tendenza al "luposolitarismo" scritta nel dna della categoria. Soluzioni? Diverse
ipotizzabili ma una sola strada maestra: la messa in rete sinergica degli agenti immobiliari
indipendenti (e che tali vogliono rimanere), attraverso microreti territoriali di collaborazione e
interscambio secondo il modello MLS. Il passo successivo è l'interconnessione delle microreti per
creare una "rete di reti" che copra il territorio nazionale. Ora, ecco che veniamo alla Fiaip e alle
associazioni in genere: questo modello di networking presuppone un ambiente basato sulla fiducia
reciproca e una cultura della condivisione, un codice deontologico, una commissione vertenze: ma
son tutte cose che un'associazione di categoria ha già al suo interno! L'associazione di categoria
nasce proprio per fare rete, l'unione fa la forza, solo uniti si vince ecc ecc...la "rete di reti" è la sua
declinazione business naturale. Riusciranno i nostri eroi delle associazioni dove le MLS
commerciali hanno fallito? Ai posteri l'ardua sentenza: qualcuno dice che volere è potere.
2) L'informazione immobiliare è mia, e me la gestisco io
Altro colossale tema tra cultura e business è la gestione dell'informazione sul mercato immobiliare.
Tutti sanno che se vuoi sapere quali immobili sono in vendita devi conoscere le offerte delle
agenzie immobiliari, e se vuoi conoscere i veri valori di mercato li devi chiedere agli agenti
immobiliari. Eppure oggi i portaloni si pongono come mediatori dei mediatori, interponendosi tra le
agenzie immobiliari e il consumatore finale. Nell'immaginario televisivo sono i portali che ti trovano
casa, non le agenzie immobiliari che li pagano profumatamente per pubblicizzare gli immobili in
portafoglio. Per estensione chi è che la stampa va ad interpellare per conoscere l'andamento di
mercato? Proprio i portaloni, che prima si fanno pagare dagli agenti immobiliari per gestire la loro
informazione, poi la "rivendono" alla stampa con tanto di pistolotti sul mercato (mentre i portali al
massimo potrebbero monitorare la loro quota delle offerte immobiliari, quindi "asking price" che fa
libro dei sogni e non "final price" che fa mercato). Riusciranno i nostri eroi delle associazioni a
riappropriarsi dell'informazione immobiliare, lato business e lato cultura, per riaffermare la
centralità dell'agente immobiliare nel mercato del real estate? Ora o mai più: i social network e il
"tubo" dei video (gestiti e fruiti attraverso le app mobili di cellulari e smartphone) consentono di far
cultura popolare, spingendo anche portali alternativi gestiti direttamente dalle associazioni, a costo
zero per gli associati. Questo è il momento di "mettere i carri in cerchio" (metafora western) per
fare fronte comune contro chi ci sfrutta dall'esterno. Chi ci crede veramente vincerà, perché i
portaloni hanno i soldi ma noi abbiamo tutto il resto.
3) E' l'Europa che ce lo chiede
Nel silenzio generale e col solito passo felpato di chi detiene il vero potere, la UE ha modificato la
direttiva del 2005 sul riconoscimento intracomunitario delle qualifiche professionali e ha introdotto
la Tessera professionale europea. L'idea è quella che un agente immobiliare comunitario operi in
qualsiasi Paese dell'Unione sfoderando il suo magico tesserino di "professionista europeo". Entro
due anni la direttiva dovrà diventare legge degli Stati membri. Riusciranno i nostri eroi delle
associazioni a mantenere i requisiti professionali degli agenti immobiliari italiani (che qualcuno dice
già minati alla base dalla Direttiva Bolkestein)? Se ci giochiamo bene le nostre carte, ad una prima
lettura della nuova direttiva, ce la possiamo fare. Ma fino a quando potremo dire: "non passa lo
straniero"? Ricordiamoci la fine che han fatto gli avvocati nostrani con gli "abocados spagnoli" (in
realtà italianissimi) bolkesteinizzati...
4) E' l'Europa che ce lo chiede (bis)
Possiamo continuare a cercar di fermare i barbari alle porte di Roma (tanto prima o poi
storicamente entrano). Oppure, se non vogliamo arroccarci nella solita difesa corporativa fine a se
stessa, possiamo cogliere lo straordinario stimolo all'elevazione professionale derivante dallo
Standard europeo UNI EN 15733 "Servizi degli agenti immobiliari", che dev'essere posto alla base
della nuova Tessera professionale europea se non vogliamo che la stessa si trasformi in un
lasciapassare puramente formale. Lo Standard infatti è così completo nella sua carta servizi e ha
un piano di studi e di formazione permanente così ben fatto che il suo rispetto da parte degli agenti
immobiliari UE renderebbe superfluo qualsiasi altro pezzo di carta. Ad esempio si potrebbe
stabilire che le associazioni certificano le competenze professionali dei professionisti, che se non
iscritti devono farsi certificare in base allo Standard europeo (con conseguente aggravio di costi).
Così anche i clienti saprebbero di entrare in un'agenzia con competenze settoriali certificate dai
sindacati degli agenti immobiliari (specialista residenziale, commerciale ecc), come succede già da
decenni negli USA. Certo per cavalcare la tigre europea bisogna leggersi quelle noiosissime
mattonate di direttive UE, che noia che barba che noia, ed è così che l'Europa ci frega sempre: noi
italiani non amiamo consultare i manuali d'istruzioni della lavatrice, figuriamoci gli atti
dell'Europarlamento, e quelli legiferano a nostra insaputa. Ma come diceva un filosofo moderno,
"non è mai troppo tardi".
5) Conclusione: il più bel mestiere del mondo
Sì avete capito bene, è proprio quello di agente immobiliare. Solo che i primi che devono tornare a
credere in questo mestiere, anzi in quella che è diventata una sempre più difficile professione,
sono proprio gli agenti immobiliari. E anche qui, solo le associazioni come Fiaip possono ri-creare
quello spirito di corpo, l'entusiasmo e la passione che la crisi fatalmente ha smorzato. Un famoso
ex Presidente del Consiglio disse una volta che "la crisi è un fatto psicologico". Chi gli subentrò a
Palazzo Chigi (e sembrava tanto diverso), un giorno dichiarò che "la ripresa è dentro di noi".
Vennero sommersi dalle risate, ma chiediamoci: avevano proprio tutti tutti tutti i torti? O l'aspetto
psicologico-morale, quello che un terzo Premier (anch'egli irriso) definì "fare spogliatoio" riveste
un'importanza fondamentale, dato che volere è potere? L'unione fa la forza, e solo uniti si vince.
Ricordiamocelo sempre, amici della Fiaip. E colleghi agenti immobiliari in genere.
Giuliano Olivati
Presidente Fiaip Bergamo