Nuove linee strategiche
Transcript
Nuove linee strategiche
MISSIONE: una Chiesa Chiesa in in cammino cammino MISSIONE: una Progetti e iniziative dell’ Identità - l’identità dell’associazione deve essere assunta totalmente dai soci in modo da essere pienamente consapevoli; - l’ispirazione cristiana si esprime nelle scelte e negli atteggiamenti concreti assunti nella realtà quotidiana; - l’ACCRI nei suoi obiettivi e nelle sue attività deve ispirarsi ai valori evangelici. Nuove linee strategiche Doppio impegno assembleare dei soci dell’ACCRI per ridefinire le linee di intervento La prima assemblea, nella quale si sono svolti pure gli adempimenti istituzionali d’obbligo - relazione della Presidente, conto consuntivo e bilancio preventivo 2009 – si è articolata su una serie di tappe, il cui obiettivo era quello della massima partecipazione alle scelte, quale presupposto per una successiva assunzione di responsabilità rispetto alle linee-guida elaborate. La prima tappa di questo percorso è stata la presentazione di una serie di “istanze generatrici”, scelte di fondo postulate come idonee a promuovere il cambiamento. Per ciascuna istanza è stato consegnato un questionario, articolato su una serie di affermazioni o proposte, da compilare individualmente, in forma anonima, con indicazione del grado di consenso o dissenso rispetto alla formulazione. Le istanze generatrici valutate nei questionari, riguardavano: identità dell’ACCRI, volontariato cristiano, partenariato, cooperazione, reti di relazione ed organizzazione. Dopo la pausa legata agli adempimenti istituzionali, sono stati esposti i risultati dei questionari, evidenziando per ciascuna proposizione il grado di consenso. Sono così state individuate quelle ampiamente condivise e quelle più problematiche, “polarizzate”, rispetto alle quali esisteva una significativa contrapposizione e che quindi richiedevano un maggior approfondimento. Tra le prime – quelle, cioè, ampiamente condivise si collocano le seguenti affermazioni: Volontariato - il nostro modo di esprimere il volontariato è quello di lavorare assieme assumendo ruoli e compiti con responsabilità Partenariato - si ritiene importante investire sui partenariati a tutti i livelli (Sud-Sud, Sud-Nord e Nord-Nord) orientando in questa direzione ogni azione, all’interno e all’esterno dell’Associazione; - la nostra presenza al Sud deve potersi esprimere con incisività, in particolare nel rafforzamento dei partner locali e nel far crescere la loro leadership; - i partners dell’ACCRI non devono essere necessariamente enti legati alle strutture ecclesiastiche; - l’ACCRI propone ai partners la metodologia dell’empowerment di comunità che sostiene e connette l’azione progettuale. Cooperazione - è necessario migliorare la fase di formulazione dei progetti, la loro presentazione agli enti finanziatori e mettere a punto strumenti adeguati per il monitoraggio; - si ritiene importante esercitare sinergie con altre ONG, federate e non, per progetti comuni; Progetti e iniziative dell’ - una componente importante nei nostri progetti di cooperazione, anche se non esclusiva, è l’invio di volontari al Sud; - è opportuno ricercare fonti di finanziamento integrative o alternative a quelle esistenti. Reti di relazione - l’ACCRI, come parte integrante della chiesa locale, in collaborazione con i Centri Missionari deve svolgere il ruolo di promozione del volontariato internazionale per far crescere nelle comunità cristiane la cultura della solidarietà e della giustizia, proponendo adesione e partecipazione; - è importante partecipare alla vita federativa e all’assemblea delle ONG italiane promuovendo i valori del volontariato cristiano e le modalità progettuali più appropriate; - occorre investire sulle campagne di sensibilizzazione ed il ruolo di advocacy anche se assorbono molte energie; - è importante sviluppare contatti e collaborazioni con gli enti pubblici locali (comuni, province, regioni) per promuovere attività sul territorio italiano. Organizzazione - ridefinire in modo partecipato sia la relazione organizzazione-partecipazione che l’organigramma della struttura in base agli obiettivi di sviluppo, alla disponibilità di partecipazione e di assunzione di ruoli e responsabilità. Si sono poi formati quattro gruppi, in ciascuno dei quali ci si è confrontati sulle proposte polarizzate per valutarne i diversi aspetti e formulare una sintesi. Questa fase ha consentito di acquisire un punto di vista comune su di una serie di temi di grande rilievo, che vanno dalla posizione da assumere rispetto ai cambiamenti globali ed agli obiettivi degli organismi internazionali, al concetto di volontariato, di partenariato (fondata sulla condivisione di una piattaforma metodologica e di valori da discutere, evitando che la posizione dell’ACCRI diventi dominante per la diversa forza contrattuale), alla posizione sull’ipotesi di “specializzazione”, sulle reti (sono un valore in sé, non uno strumento per reperire risorse). Sono rimasti alcuni nodi che il successivo esame nell’assemblea plenaria non ha consentito di sciogliere completamente: il tema della spiritualità antropologica, il ruolo del volontario, facilitatore o tecnico, e la scelta di fondo del metodo dell’empowerment di comunità. 10 MISSIONE: MISSIONE:una unaChiesa Chiesa in in cammino cammino La rilevanza dei temi e gli argomenti che dovevano essere ancora affrontati – la scelta delle priorità, l’approvazione formale della mission e vision – hanno suggerito all’assemblea di dare mandato al Consiglio per la convocazione di una nuova assemblea per il 13 giugno. Questa scelta si è rivelata opportuna. In effetti, il nodo del ruolo del volontario e della sua formazione, che in precedenza era stato al centro di un confronto vivace, si è sciolto, grazie anche ad uno scambio di riflessioni intercorse tra alcuni soci nell’intervallo tra le due assemblee. E’ emerso così, al termine di un percorso analogo a quello della precedente assemblea, un accordo sul ruolo del volontario come facilitatore di processi e sull’esigenza di una formazione approfondita in tal senso; la competenza tecnica può essere utile, ma non deve condizionare l’impegno prioritario di individuare le potenzialità di una comunità e di promuoverle per favorire risposte adeguate ai bisogni emersi. Coerentemente con questa impostazione, al volontario si chiede non già di agire sulle “cose da fare”, ma come motore di una relazione che cambia tutti i partecipanti. Concluse così le scelte in ordine alle istanze generatrici, si è passati all’esame degli obiettivi specifici dell’Associazione, verso l’interno e verso l’esterno, per definirne le priorità. Gli obiettivi proposti dal gruppo di lavoro che ha formulato la bozza di linee guida, sono stati esaminati in tre gruppi, dei quali uno rappresentativo del Consiglio e dell’amministrazione, un gruppo di soci attivi nelle aree ed un terzo di soci che non hanno incarichi. Al termine di questa fase l’incrocio e lo scambio fra i portavoce dei tre gruppi hanno consentito di ordinare gli obiettivi specifici in modo condiviso. Ne è emerso un duplice schema, che riporteremo al prossimo numero e che orienterà le scelte dell’ACCRI per i prossimi sei anni. La definizione delle linee strategiche è stato un impegno che ha coinvolto a fondo tutta l’ACCRI. Al di là delle scelte lessicali – che pure hanno il loro peso – ne esce un disegno nitido e alcuni orientamenti, che maturavano da tempo, sono stati assunti come la linea dell’Associazione. Il documento finale viene ora restituito ai soci e sarà riferimento per la pianificazione delle attività future nelle diverse aree di intervento. MISSIONE: una una Chiesa Chiesa in in cammino cammino MISSIONE: VOLONTARI IN SERVIZIO Lettere e notizie dai progetti “Empowerment di Comunità” Promozione delle associazioni di contadini di Pueblo Viejo e Baba Provincia di Los Rios - Ecuador Anna e Giusy, che hanno già fatto il giro di boa del primo anno, sono ormai completamente “immerse” nelle diverse attività di supporto al rafforzamento delle associazioni contadine che si riconoscono nel Consiglio Misto, un organo nel quale sono tutte rappresentate e che costituisce il partner dell’ACCRI per il progetto. Gli ultimi mesi sono stati impiegati proficuamente proprio per il lavoro di rafforzamento che ha migliorato notevolmente la partecipazione dei soci all’interno delle Associazioni e delle stesse all’interno del Consiglio Misto. Riportiamo i passaggi più significativi della ultima relazione delle volontarie. Progetti e iniziative dell’ una migliore gestione di questo fondo e per migliorare le loro conoscenze, hanno chiesto un seminario sulla contabilità; la loro proposta è stata girata alla Pastoral Social della Diocesi. Laboratorio sulla violenza intrafamiliare - È stato organizzato con il CEPAM (Centro Ecuadoriano per la Promozione e l’Azione delle Donne) un incontro per programmare un corso di formazione sul tema della violenza all’interno della famiglia. All’incontro sono state invitate le donne rappresentanti dei vari gruppi. Marjorie, l’educatrice del CEPAM, ha proposto di costituire un gruppo (massimo 25 persone) che in 6 sessioni di lavoro, di 8 ore ciascuna, approfondirà i diversi aspetti della violenza familiare. Questo gruppo, a fine corso, diventerà un gruppo promotore per facilitare i medesimi processi nella propria comunità. Si è concordato che il corso verrà sottoposto all’approvazione dei gruppi di donne, dell’équipe, del Consiglio Misto, nonché dell’ACCRI e della Pastoral Social che finanzieranno il progetto. Alfabetizzazione degli adulti - Molti studenti, a livello nazionale, partecipano alla campagna per lo sradicamento dell’analfabetismo occupandosi dell’alfabetizzazione di adulti ed anziani. Il corso è iniziato da qualche settimana e incontra qualche difficoltà: alcuni partecipanti, infatti, arrivano sempre in ritardo, rallentando così il ritmo del corso. Molti hanno notevoli difficoltà di apprendimento, ma bisogna considerare il fatto che hanno anche una certa età. Abbiamo dato qualche piccolo suggerimento su come impostare le lezioni e abbiamo spronato le persone a cercare di impegnarsi al massimo, per rispetto verso se stessi e verso gli altri partecipanti. Questionario di rilevamento dei problemi delle associazioni - Nel mese di aprile si era deciso di preparare la restituzione dei risultati del questionario Donne della Associazione la Petra Pueblo Viejo, 15 giugno 2009 Carisimi, la previsione del raccolto del riso di questo ciclo non è per niente ottimista: la scarsa pioggia ha pregiudicato notevolmente le coltivazioni. Pertanto le famiglie contadine associate vogliono contattare gli ingegneri del Banco del Fomento (banca statale) per dimostrare che avranno molte difficoltà a restituire i crediti ottenuti. Il fondo comunitario dell’Associazione La Petra ha un capitale di $ 220 ed i partecipanti sono 9; per 11 Progetti e iniziative dell’ separatamente, viste le problematiche diverse di ogni Associazione. In cinque giorni di incontri abbiamo riletto insieme ai membri dell’équipe il questionario, abbiamo valutato le problematiche scaturite e abbiamo considerato insieme a loro la forma migliore per riportare ai soci questi problemi. Affinché il lavoro non resti fine a se stesso, abbiamo proposto ai soci di sottoscrivere una promessa d’impegno per il superamento del problema, da verificare insieme entro sei mesi. Inoltre si è deciso insieme di utilizzare dei cartelloni per l’esposizione dei dati e abbiamo chiesto ai membri dell’équipe di accompagnarci nella gestione della riunione. Associazione Justino Cornejo - Il problema principale che emergeva dai questionari di questa associazione era il poco coinvolgimento dei soci nel lavoro del direttivo e quindi nella vita associativa. Pertanto l’équipe ha lavorato proprio con il diretti- Un libro a sostegno del progetto L’opera di Luca Mulazzani in favore dell’ACCRI L’idea di scrivere questo romanzo nasce da diverse motivazioni, sebbene tutte si possano riassumere in due elementi. Da una parte il piacere, se non addirittura il bisogno, di analizzare e reinterpretare un’importante esperienza di vita, renderla ancora più personale attraverso un processo di assimilazione e fantasia. Dopo aver scritto due romanzi ambientati nella mia regione natale che mettevano in scena la vita della provincia italiana, sentivo il bisogno di intraprendere una strada simile anche per questi due anni di volontariato in Ecuador. Il secondo motivo importante sembrava proprio quello di lasciare una traccia di questo mondo montubio in cui ho vissuto, 12 MISSIONE: MISSIONE:una unaChiesa Chiesa in in cammino cammino vo nella restituzione dei dati utilizzando la seguente metodologia: proporre il tema, creare un momento di discussione con i soci, diversificare le promesse per i membri del direttivo e per i soci. In generale le promesse del direttivo riguardano il coinvolgimento dei soci nel loro lavoro. I soci non hanno formulato promesse, ma il riflettere sulla necessità di un loro maggiore coinvolgimento nella vita associativa è stato in parte raccolto. Abbiamo percepito da parte del Direttivo un sincero interesse nei confronti di questo lavoro e una certa serietà nel cercare di portare avanti le promesse fatte. Un abbraccio a tutti. & intendendo con questo termine sia le caratteristiche geografiche e climatiche della Costa ecuadoriana ma soprattutto le sue caratteristiche sociali e culturali, il modo di vivere della gente, il passato storico, i problemi attuali, le aspirazioni... ... Si tratta di un mondo in declino e trasformazione. La popolazione abbandona le campagne, molti terreni vengono lasciati incolti e le stesse piantagioni faticano a reggere il confronto con un’economia globale che si rinnova e si fa sempre più competitiva. Se i romanzieri di un tempo scrivevano del popolo montubio, i romanzieri di domani scriveranno delle masse di disoccupati accalcati nelle grandi baraccopoli di Quito e Guayaquil. A mio modo, come testimone di questo mondo in evoluzione, ho voluto lasciare traccia di situazioni di cui si parla poco in Europa. Voglio precisare che Pueblo Viejo non è una storia vera, non parla di personaggi e fatti reali. E’ una storia che parla invece di personaggi e fatti verosimili, miscelati raccogliendo le cronache dei villaggi, i racconti del passato e del presente, i pettegolezzi (sempre molto diffusi), gli articoli di giornali e le cose viste in prima persona. L’unica cosa reale è il contesto storico e geografico: la crisi dell’agricoltura, la rivolta di Quito del 2005, i conflitti politici e sociali. È un romanzo molto personale perché ovviamente si fonda sulle mie riflessioni e interpretazioni. Per me è anche molto commovente, perché pur non trattando di personaggi reali, è pieno di spunti e richiami a persone che ho conosciuto e la cui vita, seppure per soli due anni, si è intrecciata fortemente alla mia. Luca Mulazzani Il romanzo è disponibilie presso la sede dell’ACCRI a Trieste e a Trento. MISSIONE: una una Chiesa Chiesa in in cammino cammino MISSIONE: “Formando para el futuro” Progetto di promozione sociale e formazione professionale dei muchachos trabajadores Provincia di Los Rios- Babahoyo - Ecuador La volontaria Flavia del Torre, insegnante udinese, dopo un servizio di due anni, è rientrata da Babahoyo. Attingiamo alla sua relazione finale per aggiornare sugli sviluppi del progetto nell’ottica dei cambiamenti che sono intervenuti durante il suo periodo di servizio. La sua relazione rileva che nella scuola c’è stato un netto miglioramento a seguito dell’avvicendamento alla direzione. Mette pure in evidenza la funzione positiva che la scuola per ragazzi lavoratori ricopre nel contesto sociale di Babahoyo così come i nodi che rimangono, in parte, ancora irrisolti. Udine, marzo 2009 [...] Nel primo anno sono state svolte numerose attività di formazione sia per la parte didattica, con corsi di aggiornamento per insegnanti e alunni, sia per la parte produttiva, con interventi di aziende che hanno presentato dei corsi nei laboratori. Sono stati inoltre stipulati dei contratti con il Consiglio Provinciale, con il Ministero per lo sviluppo urbano e altre istituzioni statali. La scuola era funzionante, ma non c’era un reale controllo sulla qualità dell’insegnamento, che veniva lasciato alla responsabilità degli insegnanti, spesso non all’altezza della situazione, sia nella gestione della disciplina che nel livello di conoscenza e insegnamento. Di conseguenza anche il livello di apprendimento dei ragazzi risultava piuttosto basso, soprattutto nella scuola elementare Il secondo anno scolastico è stato caratterizzato da Progetti e iniziative dell’ cambiamenti sostanziali. Il nuovo direttore ha cercato subito di recuperare un’atmosfera più collaborativa con gli insegnanti, cercando di coinvolgerli nelle decisioni e nell’organizzazione delle attività scolastiche. L’arrivo della nuova vicedirettrice, persona molto capace e con un carattere amabile e disponibile, ha aiutato molto nel raggiungimento di una migliore organizzazione, un controllo effettivo della parte didattica e un clima più positivo e costruttivo. E’ molto migliorata la disponibilità degli insegnanti e questo ha influito positivamente sui risultati di tutte le attività. La programmazione iniziale ha aiutato a lavorare in modo più efficace, permettendo di inserire nell’orario curricolare anche interessanti attività trasversali, come il teatro e attività sportive. I cambiamenti apportati, soprattutto nella scuola elementare, hanno dato segni di miglioramento, anche se si deve ancora lavorare per raggiungere dei livelli soddisfacenti di apprendimento. Verso la metà dell’anno scolastico si è iniziato il lavoro di separazione dell’area di produzione cercando di privilegiare la parte didattica e di perseguire lo scopo principale del progetto: la formazione professionale degli studenti. Ho messo a frutto la mia esperienza di 20 anni di insegnamento nel collaborare al miglioramento della programmazione annuale e della parte didattica. Allo stato attuale delle cose penso che il progetto sia giunto a un punto decisivo del suo sviluppo. Il lavoro svolto dall’ACCRI in 14 anni ha portato a dei risultati importanti e ad una discreta organizzazione della scuola, che rappresenta per la comunità di Babahoyo una buona possibilità per i ragazzi di costruirsi un futuro. La scuola ha una buona reputazione in città ed i ragazzi che l’hanno frequentata quasi tutti hanno trovato lavoro come artigiani o hanno continuato gli studi. [...] E’ giunta l’ora di vedere concretamente quali siano le capacità organizzative e gestionali del progetto da parte del MAS. E’ una sfida per il domani! 13 Progetti e iniziative dell’ “Diritto all’acqua” Progetto di gestione integrata del bacino di San Isidro Comune di Comarapa - Santa Cruz - Bolivia Progetto consortile Ong ACCRI -CEVI-CVCS Tavolo diritto alll’Acqua - Regione Friuli Venezia Giulia Il progetto è proseguito con le attività previste nelle diverse aree con un ritmo incalzante. ASEO, Associazione ecologica boliviana, partner locale dell’ACCRI, con i suoi tecnici è stata costantemente al fianco delle comunità del bacino del fiume S.Isidro: un’azione capillare di coordinamento e di motivazione delle famiglie contadine. Nel frattempo anche la Bolivia, dopo l’Ecuador, si è dotata di una nuova Costituzione che ci auguriamo dia impulso all’autosviluppo dei popoli indigeni (quichua e aymara soprattutto) e di tutti i boliviani. Vivaio - Per mantenere costante la produzione delle piantine è stato necessario disporre di una grande quantità di semi, ma l’approvvigionamento delle sementi delle specie native del bacino si è rivelato impegnativo. Dopo un’accurata indagine, i tecnici di ASEO sono riusciti a individuare alcuni produttori per la fornitura delle sementi delle specie ricercate considerando che l’epoca di raccolta dei semi per ogni specie è molto breve. L’operazione ha richiesto molta attenzione in tutte le fasi giacché i semi devono essere trattati quando sono ancora freschi e, a volte, quando il viaggio per il trasporto è troppo lungo, si rischia che vada compromessa la loro vitalità. Il rifornimento di sementi è stato comunque permanente, dinamico e stagionale per ogni specie. Le specie più coltivate e distribuite sono state: Mara, Tarara, Tajibo morado, Tajibo amarillo, Cacha cacha, Lanza 14 MISSIONE: MISSIONE: una una Chiesa Chiesa in in cammino cammino lanza, Quina quina, Tara, Pino negro, Pino blanco, Nogal, Pacay, Tarco e altre essenze locali. Queste piante sono utilizzabili, alcune per il legno, altre sia per il legno che per il frutto. Alcune leguminose sono utili per l’alimentazione umana e degli animali. Il trasporto di semi freschi e la distribuzione delle piantine alle famiglie e alle comunità è stata possibile a seguito dell’acquisto di un automezzo usato anche per il trasporto di materiali utili allo scopo quali, ad esempio: terra, sabbia, ecc. Per facilitare gli spostamenti dei tecnici del vivaio e dei membri dell’équipe di formazione si è reso pure necessario l’acquisto di due moto usate. Sensibilizzazione - Negli ultimi mesi sono stati socializzati i risultati, ancora provvisori, dello studio sulla vegetazione del bacino attraverso sei incontri sul tema “Stato delle risorse della flora del bacino del San Isidro”, svolti in sei comunità diverse che hanno permesso la partecipazione di 128 rappresentanti delle comunità del bacino. A fine anno lo studio sarà pronto per la pubblicazione. Sono stati realizzati alcuni laboratori, teorici e pratici, sul rimboschimento, con gli allievi delle scuole primarie e secondarie. Si è trattato di alcuni momenti collettivi, due lungo le strade della comunità di San Isidro e due nel campo sportivo della stessa comunità, durante i quali si è dato inizio alla piantumazione delle aree suddette. Metodo di lavoro - I tecnici di ASEO hanno coinvolto le comunità contadine, in tutte le azioni realizzate, per renderle partecipi e responsabili del processo avviato, stimolando e rafforzando le loro potenzialità. Il lavoro quotidiano nel vivaio è stato curato con il coinvolgimento delle diverse famiglie beneficiarie sia per la loro formazione che per la necessità di manodopera del vivaio stesso. Importante pure il lavoro di rete svolto da ASEO sul territorio per coinvolgere gli enti locali, pubblici e privati, sulla salvaguardia ambientale e sul ruolo di custodia che i contadini possono svolgere con il loro lavoro produttivo e di tutela delle risorse. MISSIONE: una una Chiesa Chiesa in in cammino cammino MISSIONE: “Appoggio all’autosviluppo” Progetto di sostegno alle attività agricole e di risparmio e credito della popolazione di Gagal e Keunì Provincia di Pala - Tchad Dopo il rientro dei volontari, gli animatori locali Arnaud e Albert seguono autonomamente le attività formative e di assistenza tecnica agli agricoltori dei diversi villaggi. Riportiamo alcuni stralci della loro relazione. AGRICOLTURA SOSTENIBILE Formazione - Nel mese di febbraio è stata organizzata una sessione formativa di 2 giorni con i membri del gruppo di Palabalnda sull’innesto. Vi hanno partecipato 21 persone, 18 uomini e 3 donne; un giorno è stato dedicato alla teoria ed il secondo alla pratica: fabbricazione di vasi, scelta delle terre, compost, trapianto nei vasi e pratica dell’innesto. I partecipanti sono stati molto soddisfatti ed alcuni si sono impegnati a raccogliere le noci di mango per preparare dei vivai e proseguire nell’esercizio pratico. Animazione con il metodo GRAAP - Sono state promosse tre animazioni sulla sicurezza alimentare e sulla gestione dei raccolti. Per il villaggio di Dobolo 53 persone, 39 donne e 14 uomini hanno seguito la formazione sulla gestione dei raccolti. Nel villaggio di Laounangra 33 uomini e 16 donne hanno partecipato al laboratorio sulla preparazione della birra locale. La metodologia di animazione utilizzata è quella GRAAP basata su immagini. I beneficiari hanno prestato viva attenzione perché le immagini riflettono la realtà della vita quotidiana: i contadini vedono, riflettono e reagiscono alla loro situazione. Le animazioni Progetti e iniziative dell’ si svolgono a coppia: ogni coppia analizza insieme le cause e le conseguenze della cattiva gestione dei raccolti, identifica chi è che gestisce male i raccolti e prende decisioni comuni per una migliore gestione futura. Una delle cause individuate, quella che ha catalizzato l’attenzione dei partecipanti, è il credito richiesto in periodo di siccità presso i commercianti ad un interesse superiore al 150%. I partecipanti hanno riconosciuto che questo è sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Le coppie che hanno partecipato all’animazione/formazione si sono impegnate a gestire meglio le entrate domestiche e a creare o aderire a gruppi che gestiscono granai comunitari. Monitoraggio depositi di stoccaggio - A Gagal c’è un deposito del Comitato Locale di Sviluppo che contiene alcuni sacchi di cereali e sementi oleose. A Yamba-Malloum il deposito da poco costruito con il sostegno del progetto è pieno di sacchi di prodotti per l’alimentazione, pur essendo diventato operativo solo dopo i raccolti, soprattutto delle arachidi. A Dobolo i membri del gruppo Sangbeye hanno stoccato alcuni sacchi di prodotti, ma non sono tranquilli sul fatto che i loro beni siano al sicuro poiché porta e finestra del deposito non sono solide. Monitoraggio parcelle dimostrative dei 4 contadini-pilota. A Gagal il campo di manioca di Michel, contadino pilota, sperimenta un buon sviluppo, è tenuto bene ed è circondato da una barriera vegetale. Nessun animale può entrarvi. Nel campo di Philippe lo sviluppo è apprezzabile, ma lo sbarramento protettivo non è abbastanza solido. E’ una barriera vegetale che lascia spazi sufficienti al passaggio di animali, ma per il momento non si sono verificati danni. L’interessato è consapevole dei pericoli potenziali che minacciano il suo campo e ha cominciato a rafforzare la barriera con arbusti della foresta. Il campo di Luc è invece ben protetto, ma il fatto che ci sia una recinzione non lascia del tutto tranquilli. I ladri di raccolti cominciano a imperversare, i tuberi non sono ancora pronti, e l’interessato non ha alcun mezzo per evitare la distruzione del suo campo da parte dei ladri. Le piante di manioca di M. Obet del villaggio di Doin-Dopina crescono normalmente e non si segnalano danni da parte di animali. In generale i campi sperimentali sono apprezzati dagli interessati e da quanti vivono intorno. Albert Ngaoukabe 15 OSSADA MISSIONE: MISSIONE:una unaChiesa Chiesa in in cammino cammino Progetti e iniziative dell’ ILMAGGIO IPROGETTI OCIATE NIODI RISO E SOLIDARIETÀ accoppiata vincente “Molte volte, quando si opera per la strada per promuovere qualche progetto, le persone a cui si chiede solidarietà#ONILTUOIMPEGNO al nostro lavoro LAPOVERTÌ ci deridono chiamandoci sognatori e forse è HAIGIORNICONTATI davvero un sogno quello di 3CONFIGGIAMOLAINSIEME migliorare questa PERCHÏTUTTIHANNO Terra e i suoi abitanti, ma quando non si DIRITTOALRISO ha più nulla e si cresce con la miseria, è il sogno di un posto migliore che ci dà la forza di continuare a vivere; noi sogniamo con chi è da solo, sogniamo per chi ormai non ha più la forza di farlo e i volontari trasformano questa speranza in progetto, in tanti progetti” - così scrivono in un arti'ARANTITODA colo per il quotidiano Il Piccolo di Trieste Michela e Chara, due studentesse sedicenni che hanno animato i banchetti del riso - quando si parla di realizzazione di progetti di cooperazione nei Paesi del Sud del Mondo - continuano - non si parla di far loro la carità ma di offrire loro l’opportunità di auto svilupparsi, un sostegno, una collaborazione affinché possano alzarsi e camminare con le proprie gambe...”. Questo lo spirito dei volontari dell’ACCRI che hanno animato la quinta edizione di Abbiamo riso per una 16 cosa seria... : sognatori, ma con le idee chiare sulla cooperazione e sull’autosviluppo, gente che non si lascia scoraggiare dal pessimismo e che è pronta a spendersi. Ed il coinvolgimento ottenuto anche nei confronti della cittadinanza è stato importante proprio per la presenza attiva ai banchetti di persone di tutte le età che, nelle parrocchie e nelle piazze, si sono impegnate con dedizione a sensibilizzare sui temi del diritto al cibo e a promuovere i pacchi di riso per ottenere sostegno economico per il progetto di Gagal Keuni in Ciad. Una iniziativa che continua a crescere Alle parrocchie e ai gruppi che già avevano partecipato alla edizione 2008, si sono aggiunte quest’anno nuove realtà aggregative sia nei territori di Trieste e Trento, sedi dell’Associazione, sia in alcune località del Veneto, con un incremento consistente del numero delle postazioni e dei volontari coinvolti. Rilevante anche la presenza di volontari provenienti dal percorso introduttivo sul volontariato e la cooperazione internazionale che l’ACCRI propone annualmente e di ex volontari del Servizio civile. Ovviamente, anche la quantità di riso distribuito e della raccolta fondi per il progetto di cooperazione in Ciad sono notevolmente aumentate. A Trieste: le parrocchie coinvolte sono state quattordici (erano nove l’anno scor- MISSIONE: una una Chiesa Chiesa in in cammino cammino MISSIONE: so) ed i banchetti allestiti nelle vie e piazze sono stati quattro, realizzati in collaborazione con un gruppo scout, con studentesse delle magistrali, una associazione ecologista e i bravissimi ed insostituibili clowndottori de “l’Arpa a 10 corde”. L’Istituto Magistrale “Giosuè Carducci”, nelle persone del preside e alcuni docenti, si è fatto promotore presso i propri studenti della campagna dell’ACCRI, favorendone la numerosa partecipazione che è stata fondamentale per l’animazione dei banchetti del centro. Gli scout d’Europa di Opicina hanno allestito un banchetto autonomamente e, assieme ad alcuni parrocchiani della località, hanno promosso la partecipazione di entrambe le parrocchie. Importante è stato anche la collaborazione del Masci per la diffusione dell’iniziativa. Nel Trentino la partecipazione è aumentata notevolmente, frutto del capillare lavoro di promozione realizzato da alcuni soci, che hanno realizzato decine di incontri nei tanti borghi sparsi per le valli della provincia. Sono state ben settanta le località coinvolte dove parrocchie, gruppi missionari, gruppi giovanili ed associazioni di solidarietà hanno allestito in autonomia settantacinque banchetti. I soci ed i volontari dell’ACCRI hanno animato una postazione in centro città ed hanno organizzato una consegna del riso “porta a porta”. In Veneto, alle ormai consolidate postazioni di Meolo e Piazzola sul Brenta, si è aggiunta quella di Verona, a testimonianza che il territorio di riferimento dell’Associazione è sempre di più il Triveneto. Grazie all’impegno di animazione dei soci presenti su quel territorio, l’Associazione “Meolesi solidali” a Meolo, le parrocchie e un gruppo scout nelle altre due località hanno realizzato le postazioni di solidarietà, indossando, come a Trento e Trieste, l’uniforme “del riso” (ovvero i grembiuli). Cogliamo l’occasione per ringraziare di cuore tutti coloro che hanno offerto la loro collaborazione a questa iniziativa. Ci vediamo a maggio 2010! Un po’ di numeri Edizione 2008 Pacchi 4.332 Postazioni: 59 Località: 47 Contributi € 27.706 Edizione 2009 Pacchi 6.372 Postazioni: 92 Località: 79 Contributi € 38.500 Progetti e iniziative dell’ “Mataquito” riscattando il patrimonio campesino Curicò, Regione del Maule - Cile I volontari e sposi Marco Fintina e Simona Ceccon scrivono le loro prime impressioni dalla Settima Regione del Cile, dove hanno iniziato un servizio di volontariato di due anni nel progetto. Maggio ‘09 Prima settimana in Cile, ultima del mese. Una settimana d’accompagnamento e introduzione al progetto. Una realtà nuovissima per noi, in una regione degli antipodi dove le differenze climatiche del mondo sorvolato tendono a riassimilarsi e sembra di essere a casa o giù di lì. Ma questi pioppi autunnali sono inghirlandati da una strana specie di vischio coi fiori rossi, e crescono palme e araucarie in questo paesaggio di vastissimi vigneti, e ci sono uccelli nuovi da riclassificare per proprio uso... Questo oceano che vediamo per la prima volta batte con forza sopra le sabbie nere delle coste. Se non sapessimo che è il Pacifico diremmo che è un violento mare vichingo da cui salpare ancora per scoprire un nuovo continente. Entriamo come un piatto atteso in una tavola in cui era già ben avviato un lavoro di ricognizione e catalogazione di uomini, donne e famiglie, entriamo in un progetto condotto fino ad ottobre da un mago, che ne ha preparato il terreno a suo modo, e poi dall’équipe attuale. Questa è un’altra occasione straordinaria che abbiamo nello sforzo infinito di cercare di comprendere gli uomini; così come in altro tempo sognavo di comprendere il classico dell’arte in tutte le culture. Cercare la radice comune, nella speranza 17 Progetti e iniziative dell’ di trovare la vena lungo cui risalire, senza approfittare, senza sprecare. Sono lontanissimo dal raggiungere un obiettivo, ma ora dico che più importante è il viaggio. La città dove ci troviamo è Curicò, città dove abbiamo una sede, un ufficio e una casa, dista circa 80 km dai primi villaggi lungo il corso del Mataquito. È una città in espansione, piena di negozi, supermercati, centri residenziali di case basse tutte uguali e di servizi, la sua piazza d’armi - tutte le città qui ne hanno una - è un quadrilatero di palme enormi. Lontano, nelle giornate limpide si vedono le cime mozze di alti vulcani. La maggior parte del piano intorno è coltivato a vigneti, rossi e gialli in questo mese, vigneti per vini famosi dove gran parte dei curicani – anche cittadini – lavorano. …. Il Mataquito scende all’oceano tra questi rilievi, è un fiume la cui fisionomia somiglia a quella del Piave, anche i suoi pioppi, la sua aridità e le sue pietre, non però la ricchezza che permette. È un fiume che ogni anno puntualmente si arrabbia e tracima, impetuoso esonda dal suo letto e invade i campi circostanti portando loro le sue pietre. È un fiume avaro che scorre per sé solo, a cui l’acqua bisogna strapparla. Quando gli tocca sfociare nel Pacifico corre lungo la costa per resistere fino all’ultimo all’oceano e restare aggrappato al Cile, allora si fa abitare da gabbiani e pellicani. Bellissimo, il Mataquito. Comincia ora una fase matura di questo proget- MISSIONE: MISSIONE: una una Chiesa Chiesa in in cammino cammino to fortemente incentrato sul lavoro d’équipe, ed è pur sempre un inizio, e all’inizio per prima cosa ci chiediamo (ancora una volta) cosa possiamo fare per competere o integrarci con l’approccio avuto finora. Come intenderanno i campesinos l’apertura al cambiamento di cui tanto parliamo in équipe? E come parlare, e cosa dire ancora di nuovo sull’agricoltura a loro che coltivano la terra da tutta la vita? Il nostro apporto sarebbe, penso, poca cosa, se come équipe fornissimo solo soluzioni agro-forestali ragionevoli e i mezzi economici per realizzarle. La sfida, qui come era in Ciad, è quella di tentare un altro approccio, che finalmente non sia di tipo assistenzialista, ma che accompagni in altro modo chi vuole condividere una difficoltà alla pratica per uscirne. Restando in linea all’idea che la conduzione del processo in nessun punto s’imponga come soluzione, nella speranza di intravedere così qual è la vera fibra della vita comunitaria, che tipo di modello permette, come si possano affrontare i problemi fuori dal recinto della propria casa. Vedere qual è la reale intenzione di spendersi in un impegno comune e finalmente quanto tutto questo sia realmente efficace nell’ottica della cooperazione. Fortuna ha voluto che incontrassimo un’équipe curiosa, competente e aperta a questa idea. Sul campo alcuni problemi sorgono fin dai primi incontri; risulta evidente che alle riunioni partecipano per ora quasi solo donne e anziani, parte importante delle famiglie protagoniste, ma non la sola cui è indirizzato l’intervento. Pare che il soggetto sociale sfugga, che coloro a cui ci rivolgiamo non siano presenti o non partecipino. In questi villaggi non si vedono quasi più i giovani, alcuni emigrati in città per studio o lavoro, altri a coltivare come “temporeros” i campi di altri, non hanno il tempo di partecipare ai nostri incontri. Non è semplice arrivare a queste persone sempre in movimento, lontane per forza dai villaggi e dalla comunità. Si avvicina la data della nuova relazione mensile... probabilmente potremmo inviartela i primi giorni di luglio. Auguriamo a tutti una buona estate.... al caldo!! Un abbraccio e 18 MISSIONE: una una Chiesa Chiesa in in cammino cammino MISSIONE: Progetti e iniziative dell’ Dino Andriani non ci ha lasciati! Ricordo di un amico Accompagnato dall’affetto di Livia e delle figlie Anna, Francesca ed Elisa, e con il saluto di tanti amici che lo hanno stimato e amato, è stato accolto dall’abbraccio del Padre e con una dimensione diversa continua a vivere tra noi. E’ stato un uomo di fede cristiana profonda che ha coniugato la spiritualità con il coinvolgimento operoso. Abbiamo imparato da lui la determinazione, ma anche la discrezione, perché l’impegno mai mortificasse la serenità del dialogo e dell’incontro. La memoria della sua amicizia e della sua testimonianza continuerà ad essere per noi conforto e incoraggiamento. La sua capacità di analisi e di riflessione sulle cause che nell’umanità continuano a provocare condizioni di sofferenza e di emarginazione sono stati i segni più evidenti delle sue scelte e del suo “passaggio” tra noi. Continueranno ad orientare anche le nostre scelte. Dovremo ora continuare ad elaborare e sviluppare le sue “lezioni”, sui temi geo-economici, ma soprattutto sui temi che toccano l’etica concreta del nostro vivere nella responsabilità della professione e nell’arte della ricerca del Bene comune. Lo vogliamo ricordare ancora con la riflessione La sfida delle Beatitudini: un altro mondo è possibile che egli ha voluto condividere con la nostra chiesa nella celebrazione del Secondo Convegno ecclesiale della diocesi di Trieste del 3 novembre 2003 (a pagine 26-27). L’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DEL COMMERCIO “La dittatura del mercato” ovvero “Pirati all’arrembaggio” ovvero “Si salvi chi può!” Prosegue la pubblicazione dell’approfondimento sui temi della globalizzazione che qualche tempo fa Dino Andriani ha preparato per il nostro bollettino “L’occidente ha sempre tenuto in mano le redini della globalizzazione facendo ben attenzione a trarre il massimo vantaggio a spese del mondo in via di sviluppo. Non vi è stato soltanto il rifiuto da parte dei paesi avanzati di aprire i propri mercati alle merci provenienti dai PVS e l’insistenza affinché quest’ultimi aprissero invece le loro frontiere ai beni prodotti dai paesi ricchi, ma anche il fatto che i paesi industriali hanno continuato a sovvenzionare l’agricoltura, in modo tale, che i PVS non riescono ad essere competitivi, e dall’altra ad insistere che questi abolissero i sussidi ai beni industriali“ (J. Stiglitz, op. cit.- pag.6). Il passo citato mette in luce il liberismo di facciata del nuovo ordine internazionale promosso dal WTO. Fermiamo la nostra attenzione, per un istante, sulla commercializzazione delle derrate agricole. Questo comparto riguarda una quota esigua di tutto lo scambio internazionale, ma ciònonostante genera vessazioni, povertà, degrado sociale ed ambientale. Le nazioni nelle quali il settore primario è quello più diffuso, anche in termini occupazionali, sono le più esposte alle regole del WTO. I prodotti agricoli del Nord, beneficiati da sussidi di ogni genere, affluiscono sui mercati dei PVS allontanando masse di contadini dai campi ed alimentando, in tal modo, una urbanizzazione selvaggia e incontrollabile e soprattutto compromettendo la sovranità alimentare di intere regioni e paesi. Le stesse colture per l’esportazione (caffè, cacao, frutta esotica…) in base ai presunti vantaggi della specializzazione produttiva, di ricardiana memoria, sono insufficienti a risolvere il problema. Questi prodotti sono intercettati dalle potenti multinazionali del settore agro alimentare il cui profitto si realizza nella fase di trasformazione e distribuzione. Esemplificando, l’UE spende per sostenere la produzione saccarifera, settore che dà occupazione al 2% della forza lavoro, ma assorbe il 40% delle risorse comunitarie, oltre 40 miliardi di euro. Questo tipo 19 Progetti e iniziative dell’ di sostegno induce alla sovrapproduzione che viene riversata sul mercato da un’area geografica che non potrebbe contare nessun vantaggio comparato in termini di costi di produzione. Ma l’aspetto più “innovativo” e inquietante ci è fornito dalle regole imposte dal WTO nel campo della liberalizzazione progressiva del mercato dei servizi. La teoria economica afferma che la liberalizzazione sarebbe in grado di stimolare l’attività economica creando mercati competitivi. Più imprese, in sostanza, parteciperebbero alla produzione e alla gestione dei servizi e i consumatori si orienterebbero ad acquistarli da quelle aziende capaci di offrirli a condizioni più vantaggiose. L’ambito dei servizi è un comparto economico potenzialmente ghiotto per le multinazionali in quanto rappresentano un campo, finora, poco “esplorato”. L’accordo che permette l’intrusione delle multinazionali in questo settore è quello dei GATS. Quindi dobbiamo chiederci qual è il campo d’azione dei GATS. La risposta è semplice: lo ”stato sociale”. Così accanto al sistema pensionistico pubblico in un numero sempre più rilevante di paesi si va affermando la previdenza gestita da aziende assicuratrici. Anche l’istruzione universitaria, fornita da istituzioni private, rientra in questo accordo. Infine, la sanità. La predominante presenza pubblica, almeno nel continente europeo, è soggetta alla pressione di chi vuole procedere all’ampliamento del privato ritenuto più idoneo ad abbattere i costi della sanità. Ovviamente all’insieme dei servizi si applicano le stesse regole o principi che regolano lo scambio delle merci. Alla mercificazione dei servizi sociali si possono muovere due tipi di osservazioni critiche. Una prima serie di appunti critici sono interni alla stessa logica neoliberista, una seconda prefigura tipi di strategie alternative. Un sistema economico all’insegna della piena concorrenza è garanzia di massima efficienza, questo è il teorema sostenuto dai GATS. La prima contestazione che economisti non legati ciecamente al credo neoliberista muovono ai loro colleghi è che in alcuni casi la concorrenza non raggiunge l’obiettivo dell’efficienza in presenza delle esternalità. Chiariamo con un esempio: si prenda in considerazione il caso dei trasporti. Qui siamo in presenza di una 20 MISSIONE: MISSIONE: una Chiesa in cammino esternalità negativa. Non sono prese in considerazione dai gestori privati, i costi dell’inquinamento che vengono scaricati su soggetti diversi da chi inquina. La pluralità delle offerte di un servizio comporta uno spreco di risorse che si traduce in un aumento delle tariffe e, spesso, in una compressione dei costi derivanti dalla manutenzione degli impianti, in ultima analisi in minore sicurezza per gli utenti del servizio. Ancora, l’assetto concorrenziale non esclude la concentrazione e la fusione di aziende operanti nello stesso settore, né esclude la parcellizzazione del mercato in aree di influenza tali da escludere la concorrenza. Insomma si possono ipotizzare regimi di monopolio e di oligopolio. Infine, è legittimo chiedersi qual è il significato da attribuire al termine efficienza. Si fa riferimento, a questo proposito, al principio di efficienza dovuto a Vilfredo Pareto. Secondo tale principio un determinato equilibrio è efficiente quando esso non può essere cambiato senza peggiorare la condizione di anche un solo individuo. Nella formulazione di questo principio è implicita l’idea che tutti i soggetti sono uguali. Sembra di capire che il parametro per misurare la presunta uguaglianza sia il reddito. Ma redditi uguali non necessariamente significano uguaglianza. Un soggetto, ad esempio, affetto da una patologia cronica rispetto a uno sano risulta svantaggiato pur percependo lo stesso reddito che però verrà assorbito per le cure necessarie. In altre parole vogliamo affermare che l’efficienza del mercato non si confronta con la disuguaglianza. Certamente il problema “efficienza” ha una sua valenza, ma è semplicemente un mezzo per raggiungere un fine che nel nostro caso è la salute della popolazione in esame. (I. Wallerstein “Utopistica” Asterios 2003, pag.89) Una seconda bordata di riflessioni critiche riguarda la consapevolezza che il mercato non è in grado di rispondere a certi bisogni della collettività. Il problema occupazionale, l’assistenza personale, la tutela ambientale, la salvaguardia del patrimonio artistico, l’incapacità dell’economia a ragionare in termini temporali non brevi e ancora l’inettitudine del mercato a porsi il problema dell’esaurimento delle risorse, il cui unico monitoraggio è affidato al sistema dei prezzi, sono alcune delle questioni sulle quali non si danno convincenti risposte. (Segue al prossimo numero)