sulle ali della notizia

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sulle ali della notizia
HERMES
SULLE ALI DELLA NOTIZIA
N°4 MARZO-APRILE 2014-2015 - ANNO XXIX
Direttore:
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EDITORIALE
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ATTUALITÀ:EXPO 2015
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ATTUALITÀ:UNA SCELTA AZZARDATA
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Irene Cinel (4CS)
DI SIMONE ALESSIO
DI RICCARDO DE MARTINO
SOCIALE:FUNDRAOISING CREATIVO
DI ELENA SOFIA FURLAN E SOFIA MARCHESIN
SOCIALE: VIAGGIO DI LEGALITÀ A ROMA
CULTURA:RUSSO, ARABO O CINESE?
DI LUCREZIA ANGELA VOLPATO
Impaginazione:
Leonardo Cattarin (4BSA)
Grafica:
Michele Beraldin (4BS)
SCIENZA:CIVILTÀ INTELLIGENTI
DI GABRIELE ZENI
SCIENZA:CURIOSITÀ DAL MONDO ANIMALE
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LIBRI:LA MEDICINA PER L’ANIMA
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Riccardo Tessarin(4BS)
DI ANNALISA XAMIN
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Vicedirettore:
DI TERESA BAGGIO
DI ALICE RAIA
CINEMA:SOGNO O FILM?
DI BEATRICE TONIETTO
13MUSICA:PANIC!AT THE DISCO
DI ANNA CAVALLIN
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VIDEOGIOCHI:DRAGON AGE INQUISITION
DI RACHELE MORO
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TV: LE DIECI REGOLE PER SOPRAVVIVERE ALLA FINE DI UNA SERIE TV
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CIBO:150 ANNI DI CIOCCOLATINI
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IPSE DIXIT
DI MARTINA BERTONCELLO
DI CHIARA BRUNETTI
18-19 10 GIORNI DA FOTOGRAFI
DI RICCARDO TESSARIN
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OROSCOPO
di Gloria Ceccon
Per collaborare scrivete a:
[email protected]
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“HERMES”
SUL PODIO NAZIONALE
Bassano del Grappa, 21 aprile 2015
prima di andare in stampa congli ultimi numeri dell’anno, questa redazione
“ Poco
è stata colta da una notizia fantastica: “Hermes” risulta tra i vincitori del concorso
nazionale per il migliore giornale scolastico, indetto dall’istituto comprensivo
“Don Lorenzo Milani” di Manocalzati (Avellino). La cerimonia di premiazione,
cui parteciperà una delegazione del nostro giornale, si svolgerà in terra campana
il 30 maggio prossimo, e solo allora sarà possibile sapere il piazzamento preciso
di Hermes, secondo quanto stabilito da una giuria di esperti, tra cui anche
giornalisti professionisti. Una grande soddisfazione, che coglie il nostro istituto
per la terza volta, dopo i riconoscimenti nazionali già ricevuti nel 2010 e nel
2011.
Come docente coordinatore della redazione, sono particolarmente contento che
questo premio venga assegnato proprio all’eccezionale gruppo di redattori di
quest’anno scolastico 2014/15, guidato dal direttore Irene Cinel. Veramente
bravi, tutti quanti! Non c’è stato solo entusiasmo nel lavoro di questa redazione,
ma anche qualità e competenza, riconosciute da una giuria di esperti. Avete
dato corpo ad un progetto, avete rappresentato la voce propositiva ed attenta
degli studenti, avete collaborato con la stesura e l’impostazione grafica delle
pubblicazioni del nostro istituto, il giornale “Hermes” ed il volume “Quaderni del
Liceo Brocchi”.
E, soprattutto, senza nascondersi in articoli di facciata o di convenienza, siete
riusciti a parlare dei problemi, quelli veri, di una comunità di 2300 persone che
siamo noi del Brocchi. Esattamente ciò che dovrebbe fare (ma spesso non fa) un
perfetto giornalista!
Al prossimo ed ultimo numero.
”
Il docente referente
Giordano Dellai
N.4 Marzo-Aprile 2015
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EXPO 2015
Nutrire il pianeta, energia per la vita
di Simone Alessio(4ASA)
L’EXPO (ufficialmente Esposizione Universale) si terrà a Milano tra il 1 maggio e il 31 ottobre 2015, organizzata dall’Expo
2015 S.p.A., una società costituita dal Governo Italiano in
collaborazione con la Provincia
e il Comune di Milano e con la
Camera di commercio di Milano. A questo evento parteciperanno 144 paesi ed anche organizzazioni internazionali quali
l’ONU, il CERN e la Commissione Europea. Il tema proposto sarà l’alimentazione in tutti
i suoi aspetti (dalla mancanza di cibo dei paesi più poveri
all’educazione alimentare per
un corretto stile di vita), chiamando in causa tutte quelle
tecnologie, innovazione e culture che la influenzano. Questo
sono in molti a saperlo ma forse, non tutti sanno che l’organizzazione di questo evento e
stata caratterizzata da vicende
giudiziarie (denunce per associazione a delinquere, turbativa d’asta e truffa) non ancora
giunte al termine. Se infatti da
un lato questo evento è un’occasione per mettere in risalto
le aziende italiane nel mondo
ed evidenziare come ciò che si
mangia influisca sulla nostra
vita, dall’altro è un impiego di
risorse finanziarie e non che
potrebbero essere utilizzate in
maniera differente e migliore ed anche un metodo diverso per far arricchire chi è già
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ricco. Molti tra coloro che si
erano detti ottimisti riguardo
all’Expo infatti si sono dovuti
ricredere dopo aver visto cosa
l’Expo è in realtà : una manifestazione per portare guadagno
e prestigio a chi governa , lasciando chi ha bisogno di risorse senza l’aiuto necessario (basti vedere il servizio girato a “le
iene” in cui si contrapponeva
la sontuosa cerimonia di apertura con il disagio delle case
popolari).Chiaramente non ci
sono solo aspetti negativi, in
quanto molte aziende italiane
hanno ricevuto incentivi e vengono ospitate in stand appositi
(come quelli della pubblicità
con Claudio Bisio) ed inoltre
l’educazione alimentare è una
tematica molto importante al
giorno d’oggi. A questo proposito però una domanda sorge
spontanea: come mai se si parla di cibo sano per migliorare
la vita, tra i maggiori sponsor
dell’Expo ci sono aziende come
Coca-Cola e McDonald’s ?Perchè ci sono stand dedicati alla
bio-alimentazione vicino a fast
food pieni di cibo spazzatura
? Probabilmente chi organizza
l’evento avrebbe dovuto pensare meglioe forse evitare certe
scelte.In sintesi si può dire però
che nonostante tutti i problemi
che riguardano l’Expo (su cui
mi sono soffermato non perché non pensi che sia una bella
occasione per l’Italia , ma perché l’eccessivo ottimismo della
gente non mi sembrava giusto,
in quanto derivato spesso da
scarsa informazione),questo
sia una grande opportunità per
educare le persone e dimostrare loro che una vita sana è possibile e che i sacrifici sono ampiamente superati dai benefici.
La consapevolezza da sola però
non basta, per ottenere risultati bisogna unirla alla determinazione; mangiare sano è non
solo un diritto, ma anche un
dovere personale di ognuno.
UN SCELTA AZZARDATA
Rifiorisce l’idea di sperimentare il liceo quadriennale
di Riccardo de Martino(3AES)
Uno spettro si riaggira per il
Brocchi, l'idea del liceo quadriennale con una riprogrammazione di ore e con materie
ridimensionate. Già a dicembre 2013 se n'era parlato ma
dopo la bocciatura di parte degli studenti e molti professori
si era deciso di mettere l'idea
da parte, ma ecco che tutto ritorna.
Tutto nasce alle ore 11.30 del
giorno 20/02/2014 quando il
preside Giovanni Zen decide
di mandare una mail ai componenti del consiglio d'istituto esattamente cinque ore e
mezza prima del consiglio d'istituto, con la quale invita a
riflettere su una possibile sperimentazione di questo liceo.
Quando il consiglio si riunisce
seppur con qualche discussione si decide che è bene che la
questione passi prima per il
collegio docenti. Pochi giorni
dopo quest'ultimo si riunisce e
qui nascono varie 'correnti' chi
è contrario chi è a favore, ma,
quasi per scherzo da una professoressa del classico fiorisce
l'idea di sperimentare questo
liceo proprio nel suo indirizzo,
una sorta di sfida al preside che
pensava di poter operare nello
scientifico in modo da dare una
piega diversa a questo indirizzo rispetto al Liceo Da Ponte.
I professori, a sorpresa di molti, si schierano per la maggior
parte a favore di questa compargine, Dopo questo quadro
iniziale è opportuno entrare
nei dettagli del liceo quadriennale per chiarire bene le idee.
Come disse il preside Zen nel
2013: “E' un progetto di scuola
nuova che permette agli studenti di diplomarsi a 18 anni,
un progetto che aiuta anche i
giovani ad inserirsi nel mercato del lavoro, come accade
già in altri stati d'Europa.”, un
progetto che ha già affascinato
decine di licei europei paritari
in tutta Italia, ma che ancora
deve arrivare nella scuola pubblica, una sperimentazione che
anziché aggiungere ore ne toglierebbe ma la cosa che più sta
a cuore ai presidi è che la maturità venga fatta a 18 anni, ma
è anche vero che arrivare a formulare un liceo quadriennale
o, come va di moda chiamarlo
ora, “europeo” significherebbe
licenziare molti professori e di
certo con il sistema scolastico
italiano così com'è ora non si
può far molto.
Di certo con la nuova riforma della scuola, sulla quale il
governo Renzi sta lavorando,
qualcosa cambierà sia sull'ambito delle sperimentazione che
sul piano economico e quindi le
domande sono: ci sarà il campo
libero per fare tutto ciò? Come
si svilupperà tutto?, una cosa è
certa; noi vogliamo una scuola
che sia patrimonio di tutti gli
studenti ed è per questa ragione che è giusto sperimentare
nuove cose ma a volte bisogna
stare attenti a fare certe scelte
perchè...chi troppo vuole nulla
stringe.
N.4 Marzo-Aprile 2015
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FUNDRAISING CREATIVO
La nobile arte di insegnare alle persone la gioia di donare
di Elena Sofia Furlan e Sofia Marchesin(3ASA)
Fundraising non è solo raccolta fondi. “To raise”, infatti,
in inglese, significa anche crescere, coltivare, sorgere, ossia
sviluppare i fondi necessari a
sostenere un’azione senza finalità di lucro.
Il futuro, anche del fundraising, sembra passare da internet. Nel mondo anglosassone
l’hanno già capito da qualche
anno, così sono nati i primi siti
per la raccolta di fondi dove
ogni singolo individuo può lanciare una campagna.
Una sottoscrizione che ha mostrato le straordinarie potenzialità in questo senso è stata
quella organizzata da Charlie,
un bambino inglese, che a soli
sette anni, dopo aver visto le
immagini di Haiti ha fatto un
appello per raccogliere 500
sterline e nel giro di qualche
giorno il passaparola sulla rete
ha fatto arrivare donazioni da
tutto il mondo. Alla chiusura
della campagna Charlie ha raccolto oltre 210 mila sterline,
che ha inviato all’Unicef. Questo bambino, diventato famoso
in rete, si è trasformato da donatore a collettore di donazioni, diventando così quello che
i tecnici chiamano “personal
fundraiser”.
L’apertura a modelli affermati
nel resto del mondo è uno dei
punti cardine per il rinnovamento del fundraising in Italia.
Operation daywork, un’ asso-
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ciazione di studenti delle scuole superiori altoatesine, segue
uno di questi esempi virtuosi.
Questa associazione nasce nel
2007 da un gruppo di giovani studenti con l‘obiettivo di
confrontarsi con il tema della
cooperazione allo sviluppo e
la promozione dell’attivismo e
dell’iniziativa giovanile. Operation daywork, che agisce nella provincia di Bolzano, sceglie
ogni anno un progetto di cooperazione da finanziare e organizza una raccolta fondi ad
hoc. I giovani volontari lavorano gratis per un giorno presso
alcuni esercizi commerciali e
la loro paga viene devoluta al
progetto prescelto; i risultati
si vedono e sono anche molto
buoni: ogni anno una media
di 600 studenti e studentesse
prendono parte alla giornata
d’azione, riuscendo a raccogliere fino a 20.000 €.
Con un piccolissimo gesto,
come quello di donare qualche
euro, milioni di persone aiu-
tano le associazioni non profit
a continuare il loro percorso
di sostegno per la salute e la
cultura di moltissimi paesi del
mondo. Chi dona oltre a compiere una buona azione verso
gli altri comprende il significato fondamentale di condividere e aiutarsi a vicenda, contribuendo ad un mondo migliore.
VIAGGIO DI LEGALITÀ A ROMA
di Annalisa Xamin(4CS)
Nei giorni 9-10-11-12 marzo si
è svolto il Viaggio di Legalità
a Roma, grazie al contributo
della Provincia di Vicenza e
dell’associazione
“Cittadini
per Costituzione”, con lo
scopo principale di scoprire
le istituzioni che regolano il
funzionamento del
nostro
Paese: in particolare il Ministero
della
Pubblica
Istruzione,
Università e Ricerca (MIUR)
e la Camera dei Deputati; di
visitare inoltre il Centro Astalli.
Ma è stata anche un’occasione
per visitare la città.
La visita a Montecitorio è
avvenuta in concomitanza della
votazione per la riforma del
Senato. Abbiamo assistito alla
votazione da alcune tribune, con
l’obbligo di rimanere in silenzio
e il divieto di fare gesti che
potessero far trapelare il nostro
disaccordo o meno con ciò che
stava accadendo. Prima della
votazione, ogni rappresentante
del proprio partito esprimeva
le dichiarazioni di voto. Tutti
siamo rimasti colpiti dal fatto
che, mentre i rappresentanti
parlavano uno alla volta, i
restanti deputati per la maggior
parte non ascoltavano: alcuni
parlavano al telefono; altri
chiacchieravano tra di loro; altri
ancora entravano e uscivano
dall’aula in continuazione;
altri, invece, erano impegnati a
consultare youtube, facebook,
ecc. Nell’aula regnava il caos.
Anche se dalle riprese video che
vanno in onda nei telegiornali
si sente solo un leggero brusio
di sottofondo durante i vari
interventi, nell’aula, dal vivo,
si distinguevano con fatica
le parole pronunciate al
microfono. I deputati hanno
preso tutti i loro posti solamente
per la votazione (il M5S non ha
partecipato alla votazione per
esprimere il proprio disaccordo
con la riforma. Il rappresentate
ha annunciato le dichiarazioni
del partito e poi è uscito
dall’aula per unirsi alla protesta
all’ingresso di Montecitorio),
dopodiché la seduta è stata
sospesa perché la maggior
parte dei deputati hanno
lasciato l’aula. Nonostante ciò,
la Riforma è stata approvata.
Il giorno seguente abbiamo
visitato il Centro Astalli, la
sede italiana del servizio dei
Gesuiti per i rifugiati politici.
Questa associazione si occupa
di accogliere, ascoltare, aiutare
socialmente e concretamente
tutti i rifugiati politici che fanno
richiesta di aiuto, cercando di
far riacquistare loro autonomia
e indipendenza, tramite un
percorso di reinserimento
sociale e lavorativo. Lì abbiamo
assistito alla testimonianza
di un giovane proveniente
dall’Afghanistan, costretto ad
abbandonare il suo Paese per i
conflitti in corso. Il suo viaggio
è durato 7 anni e lo ha costretto
ad abbandonare la propria
famiglia.
L’ultimo
giorno
abbiamo
visitato il MIUR. Una guida ci
ha condotti all’interno delle
sale di rappresentanza e delle
biblioteche
legislative
che
raccolgono tutti i decreti dal
1897 al 2011, anno dal quale si
è passati agli archivi digitali.
All’interno
del
ministero
era in corso una mostra sul
libro “Cuore”, finalizzata a
confrontare la scuola di 50 anni
fa, alla scuola odierna (per ora
ancora utopistica).
E’
stata
un’opportunità
formativa che non mi ricapiterà.
Ringrazio pertanto tutti coloro
che ogni anno organizzano i
Viaggi di Legalità ed in prima
persona accompagnano gli
studenti.
N.4 Marzo-Aprile 2015
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RUSSO, ARABO O CINESE?
Di questi ultimi tempi si è parlato
molto della scelta di introdurre nel
nostro liceo linguistico tre nuove
lingue: cinese, russo e arabo, per
assecondare e favorire sempre
più le esigenze nel campo di lavori
che hanno un risvolto in ambito
internazionale.
Con la globalizzazione, i commerci
si sono fatti sempre più estesi,
senza contare le “nuove entrate”
sul mercato mondiale dei paesi
di recente industrializzazione. La
conoscenza delle lingue diventa
quindi sempre più importante e
non basta più la sola completa
padronanza
dell’inglese,
assecondata da spagnolo, francese
o tedesco.
È per questo motivo che, per
agevolare chi ha intenzione di
immettersi in settori lavorativi,
che richiedono spiccate abilità ed
ampie conoscenze linguistiche,
si intende introdurre il cinese, il
russo e l’arabo come possibili terze
lingue.
Di fronte ad una scelta del genere,
ampiamente condivisibile oltre
che più volte proposta e già
sperimentata in altri istituti,
sicuramente si deve prestare
attenzione a quale di queste offra
più possibilità: sono senza dubbio
tutte e tre lingue impegnative,
perciò converrebbe meditare bene
quale studiare.
Arriva quindi la fatidica domanda:
quale scegliere?
Escludendo il fatto di avere
particolari favoritismi per l’una
o per l’altra e concentrandosi
solo sulla mera sfruttabilità,
procediamo col cercare tutti i
possibili sbocchi che ciascuna di
esse ci può offrire.
Partiamo dal cinese: da un punto
di vista prettamente linguistico, è
necessario ricordare che la lingua
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di Lucrezia Angela Volpato(2CS)
cinese raccoglie un ampio numero
di varianti regionali, anche molto
diverse fra loro. Le più “gettonate”
fra di esse sono senza dubbio il
mandarino ed il cantonese, ormai
sempre più richiesto, quasi quanto
il primo.
Il cinese è poi parlato da un quinto
della popolazione mondiale: con
quasi un miliardo e quattrocento
milioni di persone, è la lingua
madre più usata al mondo. Un dato
non irrilevante se consideriamo
anche
la
forte
espansione
industriale della Cina, che con i
suoi prodotti ha invaso ormai i
mercati di tutto il mondo.
Esaminiamo, invece, la scelta
dell’arabo, lingua parlata da
237 milioni di persone e non
trascuriamo poi l’importanza
che l’Arabia Saudita, primo
produttore di petrolio al mondo,
ha. Essa detiene infatti le redini
del rifornimento energetico di una
consistente porzione del pianeta.
Non va quindi senza dubbio
tralasciato la spendibilità che può
avere questo idioma: tutto dipende
da che tipo di lavoro si sceglie. In
ambito affaristico è sicuramente
una delle lingue migliori, visto che
il mondo degli affari incontra una
sempre più forte influenza araba
e per comprendersi c’è sempre
bisogno di un interprete.
Valutiamo infine la scelta del
russo, lingua a volte ingiustamente
sottovalutata. Con 167 milioni
di parlanti nel mondo è, fra le
sopracitate, quella che ad un primo
momento pare la più svantaggiosa:
un campo sostanzialmente poco
vasto e, almeno in apparenza,
meno conveniente rispetto alle
altre.
Ed è qui che si sbaglia: di questi
167 milioni, solo il 4,9% parla
inglese. Da ciò deduciamo con
facilità quanto siano richiesti
interpreti, riconoscendo anche il
ruolo preponderante della Russia
nell’economia globale, essendo il
secondo produttore mondiale di
gas metano dopo gli Stati Uniti,
senza contare poi la sua forte
presenza nella sfera politica.
Sostanzialmente, quindi, ognuna
di esse ha i suoi pregi in differenti
ambiti lavorativi, anche se il cinese
attualmente sembra la lingua più
indicata per avere una maggiore
utilità.
Sfortunatamente,
durante
la stesura di questo articolo,
questa proposta è stata rifiutata
dal consiglio docenti, anche se
bisognerà aspettare il giudizio del
consiglio d’istituto prima di fare
errate previsioni. Niente però
impedisce che in futuro lo studio di
queste materie, apparentemente
lontane, diventi realtà anche per il
nostro liceo.
CIVILTÀ INTELLIGENTI
Gli ingredienti per una cultura extraterrestre intelligente
La ricerca di vita extraterrestre è
l’obiettivo primario di numerosi scienziati
e istituti di ricerca come il SETI da quasi
mezzo secolo. Ma se i ricercatori possono
anche accontentarsi di qualche forma
microbica che nuota in un’anonima
pozza d’acqua di un anonimo pianeta
o satellite ai confini dell’Universo, al
grande pubblico interesserebbe di più
scoprire una specie intelligente. Ma che
si intende con “intelligente”? Trovare
una specie intelligente ma con un livello
tecnologico pari a quello dell’Egitto
del 2500 a.C. non sarebbe molto
più eccitante dei batteri sopracitati.
Perciò, nel termine “intelligente” di
solito si sottintende anche “evoluta”,
quantomeno fino ad essere in grado di
comunicare con noi. E ciò significa che
tale civiltà dovrebbe essere in grado di
costruire radiotelescopi e sonde spaziali,
con annesso tutto il conseguente bagaglio
tecnologico. Quindi, gli ingredienti
fondamentali per lo sviluppo di una
civiltà extraterrestre intelligente sono:
1) Essere predatori;
2) Possedere capacità manuali e
un sistema di comunicazione;
3) Essere riuniti in società;
4) Combattere o aver combattuto
[N.B.: i punti sopra elencati NON sono in
alcun modo definitivi né certi. Potrebbe
benissimo esistere una civiltà intelligente
di esseri erbivori e pacifisti, anche se
sarebbe indubbiamente più complicato
di quello che si può immaginare.
Basandoci sulla storia e sull’evoluzione
dell’unica civiltà intelligente attualmente
conosciuta (la nostra), i punti sopra
elencati sono sicuramente validi,
anche se non per forza definitivi]
1. Perché un popolo intelligente dovrebbe
essere composto da predatori (almeno
nelle prime fasi dell’evoluzione)? Perché
i predatori sono più intelligenti delle
prede e possono dedicare meno tempo
all’alimentazione.
Nell’interazione
predatore-preda, infatti, quest’ultima è
spesso avvantaggiata da fattori naturali
e indipendenti dalla sua volontà;
raramente le prede elaborano vere
strategie di sopravvivenza. Il predatore,
al contrario, deve elaborare di volta
in volta una strategia diversa, perché
diverse sono le condizioni della battuta
di Gabriele Zeni(4CS)
di caccia. In più, l’apporto nutritivo
ottenuto dalla carne è maggiore rispetto
a quello fornito dai vegetali: i predatori
raramente mangiano più di una volta
al giorno, e spesso non cacciano per
giorni o settimane intere. Il che lascia
loro molto tempo per pensare, attività
collegata al nostro secondo punto.
2. Avere capacità manuali sembra
assolutamente ovvio: come potrebbero
questi alieni, altrimenti, costruire un
radiotelescopio? Allo stesso modo, anche
possedere un sistema di comunicazione e
un linguaggio di qualche tipo è necessario
per potersi coordinare e lavorare assieme.
Queste caratteristiche sono intimamente
legate al primo punto: l’essere
predatori di piccole-medie dimensioni
obbliga alla caccia di gruppo, il che
impone un qualche tipo di coordinazione
mediata da un sistema di comunicazione.
Probabilmente, già le strategie di caccia
dei branchi di Deinonychus del Cretaceo
erano elaborate e attuate attraverso
fischi e richiami di vario tipo. Allo
stesso modo, l’evoluzione delle capacità
manuali nell’uomo fu probabilmente
dovuta ad esigenze di caccia, che lo
vedevano nettamente svantaggiato nei
confronti di altri predatori. Tuttavia,
le cause prime di questa evoluzione
sono ancora avvolte nel mistero, perciò
dobbiamo limitarci ad ipotizzare
scenari, in attesa di nuove scoperte.
3. Lo sviluppo di una società è, di nuovo,
legato alla coordinazione necessaria
per far lavorare insieme centinaia di
individui. Le società-superorganismo
sul modello delle colonie delle formiche
più evolute (genere Atta), sebbene
perfettamente in grado, in teoria,
di costruire un radiotelescopio, non
sarebbero l’ideale, perché al loro interno
la competizione individuale sarebbe
totalmente
annullata.
Potrebbero
raggiungere gli stessi risultati, ma di
sicuro impiegando molto più tempo.
4. Questo punto può sembrare il più
controverso, eppure appare necessario
per almeno due motivi: A) perché
è naturale e B) perché favorisce il
progresso, ipotizzando un’evoluzione
simile alla nostra e con le stesse
tempistiche. Al contrario di quello che
si può immaginare, la guerra non è
frutto esclusivo della mente dell’uomo.
Gli studi eseguiti sugli animali terrestri
indicano che OGNI società permanente,
gerarchicamente organizzata e di una
certa dimensione combatte. E si combatte
sempre per gli stessi motivi: territorio
e cibo, che nel caso umano comprende
anche materie prime e ricchezze
varie. Fra gli “animali combattenti”,
particolarmente interessanti sono le
guerre fra colonie di formiche. In questi
casi, si spazia dai combattimenti rituali e
figurati delle formiche tessitrici del genere
Oechophylla alle “spedizioni di cattura”
delle cosiddette formiche schiaviste, fino
alle vere e proprie campagne di sterminio
messe in atto dalle supercolonie delle
formiche tagliafoglie Atta e delle
legionarie Eciton. E la storia umana
non è da meno. Essa è letteralmente
costruita sulle guerre combattute
dalle varie potenze e popolazioni. La
guerra fra Stati organizzati, condotta
con un certo criterio, inevitabilmente
produce progressi enormi. Dal punto
di vista scientifico, essa non è altro
che l’elevarsi della competizione dal
livello individuale al livello statale. Il
progresso tecnologico può garantire il
successo nel conflitto, e storicamente
non esistono nazioni che abbiano
intrapreso una guerra senza considerare
primario il problema di ricerca e
sviluppo. Che ci piaccia o no, la maggior
parte delle attuali competenze tecnicoscientifiche è stata sviluppata in tempo
di guerra o per la guerra, basti pensare
al motore a getto e all’energia atomica.
Questi quattro punti non sono ovviamente
gli unici, ma (almeno a parere di chi scrive
e di vari scienziati) sembrano necessari e
sono sicuramente stati importanti per lo
sviluppo della nostra specie. Non è detto
che gli alieni debbano seguire o abbiano
seguito questo percorso. L’unico modo
per scoprirlo è continuare ad esplorare
l’Universo, in cerca di un segno di vita.
N.4 Marzo-Aprile 2015
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CURIOSITÀ DAL MONDO ANIMALE
di Teresa Baggio(5BSU)
Schiacciati, odiati, temuti, i ragni sono creature affascinanti se studiati nel loro contesto
naturale. Propongo quindi delle curiosità su questi nostri detestati compagni di vita.
La tela:
La tela del ragno fornisce funziona come uno strumento
musicale: se pizzicata rivela informazioni sulla preda, sul corteggiamento e sullo stesso stato della tela. La maggior parte
dei ragni ha una vista scarsa e
si basa quasi esclusivamente
sulla vibrazione della ragnatela per le informazioni sensoriali. Il “suono” della tela può dire
loro che tipo di preda è impigliata nella rete e dare loro informazioni sulle intenzioni e la
qualità di un potenziale compagno. Pizzicando la tela come
una corda di chitarra e ascoltando le “eco” il ragno può anche valutare la condizione della
sua rete, e mantenere quindi i
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fili sempre alla giusta tensione
all’interno della struttura.
Le femmine si conquistano con
un regalo:
I maschi della specie Pisaura
Mirabilis hanno ben capito che
le “ragne” vanno conquistate
con un vero e proprio regalo.
Non fiori o cioccolatini, ma un
insetto accuratamente “impacchettato” in un bozzolo. Questo gustoso regalo verrà mangiato dalla femmina durante la
copula e dunque più grande e
migliore è il regalo, più a lungo potrà durare lo stesso atto
riproduttivo. Se il maschio finisce di trasferire il proprio
seme prima che la femmina
abbia finito di mangiare il suo
dono, tenterà di riprendersi il
regalo per portarlo a un’altra.
Anche la femmina non è però
da meno: prima ancora che inizi il rapporto, se le riesce, si dà
alla fuga con il bottino, nella
speranza di poter mangiare più
regali avendo un solo rapporto.
E il maschio spesso tiene legato il proprio dono con un filo di
seta, una specie di guinzaglio,
proprio per evitare questi problemi.
La cintura di castità:
I maschi del piccolo ragno europeo Oedothorax retusus, per
garantirsi la paternità, inseriscono nella femmina una sorta
di “tappo” post-accoppiamento, che, come una cintura di
castità, impedisce che questa
possa accoppiarsi con altri maschi. Terminato l’atto sessuale
infatti il maschio secerne nei
dotti copulatori una sostanza
fluida che indurisce nel giro di
un giorno.
Femmine divoratrici:
In diverse specie di ragni, la
femmina può essere molto
più grande del maschio. Per
quest’ultimo, dunque, il sesso rischia di rivelarsi un’avventura pericolosissima: nel
bel mezzo dell’accoppiamento
la partner può sempre cambiare idea e mangiarselo.
Per evitare quest’esito fatale il
maschio di N. pilipes stende
sul dorso della femmina la sua
seta, con dei movimenti molto
simili a un massaggio: una pratica che gli studiosi chiamano
mate binding, e che riuscirebbe letteralmente a calmare la
femmina.
LA MEDICINA PER L’ANIMA
Colazione da tiffany
“ aveva un gatto, e suonava la chitarra.
Nei giorni in cui il sole picchiava forte
si lavava i capelli, poi, assieme al gatto
rosso si metteva a sedere sulla scala di
soccorso a pizzicare la chitarra mentre i
capelli asciugavano. Ogni volta andavo a
mettermi in silenzio accanto alla finestra.
Suonava molto bene, e qualche volta cantava. Cantava con il timbro rauco, incerto
di un adolescente. Conosceva tutti i grandi successi, ma c’erano momenti in cui
cantava cose che vi facevano domandare
dove poteva averle imparate, o da dove
mai potevano venire. Strane arie dolciamare con parole che sapevano di pini
e di prateria. Una diceva: Don’t wanna
sleep, Don’t wanna die, Just wanna go
atravelin’ trough the pastures of the sky;
e questa sembrava piacerle più delle altre, perché continuava a ripeterla anche
quando i capelli erano già asciutti, anche
quando il sole era tramontato e le finestre si illuminavano nel crespuscolo.”
Grazie alla leggendaria pellicola datata
1961, “Colazione da Tiffany” è un titolo
passato alla storia. Anche oggi, mezzo
secolo dopo, l' elegante figura di Audrey
Hepburn vestita di nero, con un' ampia
acconciatura e una sigaretta in mano viene a volte utilizzata in pubblicità, stampe
o altri media; non è necessario aver visto
il film per riconoscerla. Il personaggio di
Audrey è diventato un' icona di stile ed
eleganza femminile difficile da dimenticare.
Tuttavia, ancora una volta, prima della
cellulosa è venuta la carta: anche in questo caso si tratta di un film nato tre anni
prima dell' effettiva uscita, tra le pagine di un breve romanzo firmato da uno
scrittore geniale quanto controverso:
Truman Capote.
Conosciuto per la sua dedizione a libri
che denunciassero il perbenismo americano nato dopo la Seconda Guerra mondiale, con “Colazione da Tiffany” Capote
affermò definitivamente la sua celebrità,
ritenuto ancora oggi uno dei più grandi
scrittori americani del '900. Basteranno
poche pagine, però, per comprendere che
solo il titolo accomuna il lavoro originale
a quello cinematografico. Chi, come me,
ha visto il film, si aspetta una storia dolce, divertente, con qualche piccolo lato
oscuro che la bellezza di miss Hepburn
nei panni di Holly e il fiero splendore di
una New York nel suo periodo d'oro fanno subito dimenticare. Tutto è bello, luminoso, rassicurante; il messaggio dell'
autore viene quasi annullato, perchè la
pellicola di Blake Edwards doveva, come
molte altre nate negli anni '60, accontentare il desiderio del pubblico. E ciò che
voleva la gente erano storie felici e rigorosamente a lieto fine, per dimenticare
gli orrori della guerra ancora vicina e
credere in un presente – e futuro – privo
di ingiustizia o dolore.
Con tutto questo, la storia originale aveva poco da spartire; la conseguenza fu un
film quasi opposto a ciò che avrebbe dovuto essere, adorato da pubblico e critica
ma detestato dall' autore.
Dedicandoci ora esclusivamente al romanzo, ecco la storia narrataci da Capote:
un giovane uomo senza gloria né infamia
– e anche senza nome, dato che nell' intero romanzo nessun altro personaggio si
riferirà mai a lui con un preciso appellativo – arriva a New York nella speranza
di emergere come scrittore. Talento e
passione non gli mancano, ma denaro
e possibilità sono un' altra questione.
Il giovane finisce così in un modesto
appartamento di un anonimo palazzo,
abbastanza lontano dalla povertà dei
bassifondi e sufficientemente vicino alle
luccicanti case dell' elitè cittadina. Ben
presto la sua vita si scontra con quella altrettanto precaria ma sicuramente meno
ordinaria di Holly Golightly, una diciottenne che vive, sola, nell' appartamento
sopra al suo. Ingenua, disordinata, allegra e affascinante, un' eterna bambina
che cerca “il suo posto nel mondo”, una
stabilità che però non deve togliere la sua
libertà.
“Io e il mio gatto... siamo due randagi
senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene.”
Intanto vive una vita sregolata e confusa,
facendosi mantenere da ricchi uomini di
cui non le importa ma che sono attratti
dalla sua bellezza. Diventandone amico
– e con il tempo, forse qualcosa di più
- il narratore scopre lentamente le cicatrici celate dietro al perenne sorriso di
Holly, segni di un passato oscuro e che
la ragazza nega anche di fronte all' evidenza. Attraverso gli occhi dell' anonimo
co-protagonista il lettore assiste alla vita
sfrenata di una persona sfortunata e sola
che vuole con tutte le forze rimanere a
galla nella vita sociale dell' impietosa
metropoli. Una vera e proprio anima in
pena perennemente in viaggio che non
vuole legami con luoghi o persone ma
al tempo stesso desidera qualcuno che
la possa capire davvero e un posto dove
stare. Davanti alle buffe gesta di Holly è
difficile trattenere una risata, ma è altrettanto facile commuoversi man mano che
di Alice Raia(4BES)
il passato e la reale natura della ragazza vengono a galla. E' un libro che sorprende di continuo, scritto con uno stile
sbrigativo e al tempo stesso riflessivo che
pone, indirettamente, molte domande
morali. In più punti ho avuto quasi l' impressione che l' autore mi dicesse: “Si, è
così che andavano le cose. Disgustoso,
vero?” Se vorrete leggere il vero “Colazione da Tiffany”, dunque, preparatevi
ad una storia che mostra senza peli sulla
lingua tutto il marcio nascosto sotto alla
dorata immagine dell' elitè newyorkese
del ruggente dopoguerra. Il libro di Capote è duro, impietoso, un ritratto perfetto di tutte le ingiustizie nascoste dietro allo scintillante sogno americano di
metà '900. L' autore sembra dirci che se
negli stati più ricchi c'erano i soldi, lavoro, opportunità e lusso, in quelli poveri
e ancora arretrati – come il Texas, luogo
natio di Holly – c'erano le spose bambine, la pedofilia non riconosciuta come reato, una miseria assoluta e quasi nessuna
possibilità di uscirne. Ciò che allo scrittore preme denunciare maggiormente è
la grande omofobia che caratterizzava i
gloriosi Stati Uniti d' America; l'autore
stesso ebbe una vita molto travagliata
proprio a causa della sua omosessualità, e nella sua storia fa capire – sebbene
in modo gentile – quanto la gente fosse
pronta a puntare il dito. Da alcuni indizi
pare che la stessa protagonista sia bisessuale, e anche la sessualità dell' anonimo
narratore risulta ambigua in più punti.
Il libro si conclude con un finale in linea
con l' atmosfera del resto della storia,
che qui non voglio anticipare a chi vorrà provare a leggerlo. Non aspettatevi un
lieto fine, però: non tutte le storie d' amore sono rose e fiori; a chi ha visto il film
dico, scordatevi un tenero bacio sotto la
pioggia. Da un autore spietato, un libro
spietato che narra una storia spietata.
Eppure vi invito a leggerlo, sopratutto
se siete disposti a scoprire delle cose così
come sono, senza abbellimenti. Dopo la
lettura, a mio parere si guarda la società
con occhi diversi. Le cose appaiono meno
scontate, quando impariamo a chiederci
se siano davvero ciò che sembrano. Questa è una storia di cinquant' anni fa, è
vero; ma chi dire che oggi le cose siano
poi tanto diverse? Non tutto è oro quel
che luccica, questo è il messaggio che il
libro mi ha dato. E voi, che ne pensate?
N.4 Marzo-Aprile 2015
11
SOGNO O FILM?
La psicoanalisi e il cinema
di Beatrice Tonietto(4AS)
Il cinema, fin dal principio, è sempre stato considerato la “fabbrica
dei sogni” e tuttora tal espressione è considerata la sua definizione migliore. Infatti, entrando in
una sala cinematografica, ognuno
di noi si aspetta di vivere i propri
sogni più irrealizzabili e soprattutto di evadere dalla realtà. Ma
da dove ha origine il legame tra
sogno e cinema?
Scavando nel passato, possiamo
scoprire che nello stesso anno in
cui Freud indagava e interpretava
i sogni, sviluppando la psicoanalisi, i fratelli Lumiere mostravano
per la prima volta a un pubblico
la loro invenzione, il Cinématographe, dando al mondo un nuovo modo per sognare. La nuova
scienza e la nuova arte, nel corso
degli anni, si sono evolute crescendo parallelamente e il cinema
ha sviluppato alcune caratteristiche che ricordano gli studi freudiani. Per esempio, analizzando
i modi con cui un film varia prospettiva, luogo o tempo, si può
notare che in sostanza è quello
che avviene durante il sonno e la
consuetudine di spegnere la luce
prima di uno spettacolo, non serve semplicemente a rendere migliore la visione del filmato, ma è
una similitudine di quello che ci
accade quando chiudiamo le palpebre prima di addormentarci nel
nostro comodo letto. Anche i film,
inoltre, come i sogni si dimenticano facilmente e restano dei sedimenti nella memoria, andando
a costituire il nostro background
culturale. Per entrambi, dunque,
è necessaria una sospensione
dell’attività vigile: la sala oscura,
una certa immobilità dello spettatore che presta attenzione alla
visione, l’isolamento dai suoni
12
esterni.
Se è vero che i film sono
sogni a occhi aperti, allora i sogni al cinema sono
sogni all’interno di altri
sogni. Molti registi hanno
tentato di portare sul grande schermo una storia che
rispecchiasse questa singolare situazione, e il più
recente e famoso è sicuramente “Inception” di Christopher Nolan. Alla base
del lungometraggio, c’è
l’idea che la nostra mente
possa creare vari livelli all’interno
del nostro subconscio e ognuno
di questi offre una realtà diversa
dalle precedenti; in questo modo i
protagonisti, così come gli spettatori, continuano a domandarsi se
quanto stanno vivendo, appartiene al sogno o alla realtà. Nolan ci
fa rimanere con il dubbio fino alla
fine del film, tanto che l’ultima
scena della famosa trottola è fonte
di discussione tra chi sostiene che
non si ferma e che quindi il protagonista è ancora nel sogno, e chi
invece è convinto di averla vista
rallentare regalando a Di Caprio
l’occasione di tornare dalla sua
famiglia nel mondo vero.
Comunque, se la trottola si sia fermata o meno, non cambia il fatto
che in “Inception” non esiste un
vero piano reale, perché se il film
di per sé è un sogno, allora tutto
quello che ci mostra non esiste e
i protagonisti non potranno mai
ritornare alla realtà.
In conclusione, ogni volta che entriamo in un cinema, lo facciamo
per sognare a occhi aperti ciò che
la nostra mente non ci permette
di vedere quando dormiamo, siamo alla ricerca dei nostri desideri
più profondi e la nostra voglia di
vivere esperienze che nella realtà,
forse, non potremmo mai sperimentare, ci fa amare la Settima
Arte creata dai Lumiere.
PANIC!AT THE DISCO
di Anna Cavallin(5BSU)
Non una band molto conosciuta
in Italia, i P@TD (abbrevio non
solo perché sono estremamente
pigra, ma anche perché mi diverte mettere @), sono una band
formatasi a Summerlin, una periferia di Las Vegas, esattamente
dieci anni fa. Membri fondatori sono Ryan Ross alla chitarra e
Spencer Smith alla batteria,amici
d’infanzia che fin da adolescenti
suonano cover dei Blink-182 ma
in gruppi differenti, per lo meno
fino a quando non riescono a reclutare il bassista Brent Wilson
e Brendon Urie (che inizierà
come chitarrista per poi diventare la fantastica voce del gruppo) .
La leggenda narra che il nome del
gruppo derivi da una canzone dei
Name Taken intitolata Panic, e ad
ideare il nome della band sembra
essere stato proprio il cantante ed ultimo arrivato nella band.
Per accrescere la loro notorietà, contattarono il bassista dei
Fall Out Boy, che rimase così
colpito dalla band, che gli chiese se volessero sottoscrivere un
contratto con l’etichetta Fueled by Ramen di Decaydance.
Nel 2006, dopo a malapena un
anno dalla formazione della band,
Brent Wilson abbandona il gruppo
al suo posto subentra Jon Walker,
amico di lunga data della band.
Il primo album A Fever You Can’t
Swear Out (pubblicato ancora con Brent) porta con sè brani
come Lying is the most fun a girl
can have without taking her clothes off, e It’s Better if you Do
ma la più famosa e riconosciuta a livello mondiale (tanto da
vincere agli MTV Video Music
Awards come Video dell’anno
nel 2006, come Video del de-
cennio nel 2011 e, nello stesso
anno, come Miglior video di sempre) I Write Sins Not Tragedies.
Nel 2008 esce il secondo album
della band, intitolato Pretty Odd
e da cui vengono estratti come
singoli Nine in The Afternoon e
When the Day Met the Night, inoltre i P@TD decidono, per qualche motivo ignoto di rimuovere il
punto esclamativo dal nome della
band. Dopo il rilascio dell’album
la band intraprende un tour mondiale che li porta, tra le altre, anche in Giappone ed in Australia.
Nel 2009 decidono di ritirarsi dalla band (per motivi strettamente artistici, ovvero i componenti
erano giunti ad una concezione
musicale diversa ed incompatibile) Ryan Ross e Jon Walker, che
però fondano una band parallela chiamata The Young Veins.
Nello stesso anno, inoltre, aprono
il tour di ritorno dei Blink-182,
insieme a Fall Out Boy e Weezer.
Ingaggiano allora Ian Crawford
e Dallon Weekes per i vari live, e
quando il 28 luglio esce il singolo
New Prespective, la band decide
di reintrodurre il punto esclamativo nel nome (ed ancora una volta, nessuno riesce a capire il perché). Il terzo album Vices&Virtues
esce nel 2011 anticipato dal singolo The Ballad of Mona Lisa,
successivamente viene lanciato
come singolo anche C’mon in
cui partecipano i Fun. (probabilmente legati dalla strana ossessione per la punteggiatura all’interno dei nomi delle loro band).
Non è semplice definire all’interno di quale categoria, o meglio,
di quale stile facciano parte i P@
TD: ogni canzone ha particolari,
più o meno grandi, riconducibi-
li a stili differenti, ma probabilmente è questo che li rende così
affascinanti, non si può mai sapere a quale stile faranno riferimento per la canzone successiva,
o comunque quale filone seguirà
generalmente l’album. Nel primo
infatti, troviamo una sperimentazione, magari anche ingenua
– bisogna considerare che l’età
della band oscillava tra i 18 ed i
20 anni, al loro debutto – di più
stili, uniti senza un ordine preciso, brani frettolosi che non permettono di capire di cosa si tratta, forte digitalismo, che però nel
secondo lavoro si perde, come affermano gli stessi P@TD, hanno
cambiato stile, si sono avvicinati
maggiormente al rock classico e
si sono allontanati dal rock moderno, riprendendo inoltre band
come i Beach Boys ed i Beatles.
Ciò si nota soprattutto in canzoni come When the Day Met the
Night ed anche di più in Nine in
the Afternoon, canzoni allegre,
che riprendono le basi del pop, riff
di chitarra ed accompagnamenti a
pianoforte, nulla a che vedere con
le canzoni del primo album, stile
che comunque non viene abbandonato del tutto, ma sembra essere
stato anzi ripreso nel terzo album.
Il 2 aprile del 2015, il batterista
Spencer Smith ha annunciato il
suo ritiro dalla band perché lui
non poteva più essere presente,
non poteva più fare per la band
quello che avrebbe voluto, e più
importante, non poteva fare quello di cui la band aveva bisogno:
“From the bottom of my heart,
thank you for giving me the life
I only dreamed of 10 short years
ago.”
N.4 Marzo-Aprile 2015
13
DRAGON AGE INQUISITION
Dragon Age Inquisition è
un videogioco action RPG
sviluppato da BioWare e
pubblicato da Electronic Arts
nel 2014. Terzo capitolo della
saga è preceduto da Dragon
Age II e Dragon Age Origins.
Dopo aver passato gran parte
delle mie vacanze pasquali
a
“nerdare”
con
questo
videogioco, mi arrischio a fare
una mia piccola e personale
recensione. Cosa mi piace di
Inquisition? La mappa di una
grandezza spropositata che mi
ricorda il buon Skyrim, con una
quantità enorme di dungeon,
missioni secondarie, luoghi e
segreti da scoprire. Il mondo di
gioco viene suddiviso in regioni
da caricare autonomamente
che non limitano affatto la
libertà del giocatore, anzi
permettono di attribuire un
certo carattere agli elementi
naturali che si incontrano e
ad accentuare la varietà di
scenari. L’altro aspetto che mi
ha particolarmente colpito è la
possibilità di immedesimarsi al
100% nel proprio personaggio;
a partire dalla creazione in
cui si possono scegliere razza
(umano, elfo, nano, qunari),
classe (ladro, guerriero, mago)
fino alla scelta della voce e
dell’aspetto fisico. La storia
viene costruita attraverso le
scelte compiute dal giocatore
e dal faticoso cammino da
lui
intrapreso:
acquisire
potere intessendo rapporti (o
romance) con companion e non,
oppure con nobili e con fazioni
avverse attraverso decine e
decine di ore (dimenticate il
sonno) di dialoghi e discussioni
in cui perdersi. Tutto questo
supportato da una grafica
14
di Rachele Moro(4CL)
splendida con pochissimi bug
(miracolo) e da un uso sapiente
di effetti parcellari e filtri
grafici capaci di trasformare
le immagini a schermo in un
gigantesco dipinto interattivo.
Inquisition a livello grafico
sembra accontentare anche i
più esigenti come me! L’unica
pecca è la mancanza di un
doppiaggio italiano di cui però
si sente poco la mancanza grazie
all’accurato lavoro di traduzione
e di sottotitoli di tutto quello
che è presente nel gioco. Cosa
non mi piace? La visuale
tattica praticamente inutile,
l’imprecisione dei movimenti
coordinati dal computer e le
lacune di intelligenza artificiale
dei nemici che li rende fin
troppo prevedibili. Ciò mi fa
pensare che si sarebbe potuto
fare molto di più a livello di
next-gen (io l’ho giocato su
ps4) sfruttando di più ciò che la
SONY ci ha dato.
Nonostante
tutto,
Dragon
Age
Inquisition
merita
assolutamente un pensierino (e
anche due).
Se amate i GDR open world,
volete un titolo classico e
moderno allo stesso tempo
e siete disposti a vendere
l’anima e una buona parte del
vostro rendimento scolastico...
Inquisition fa proprio per voi.
LE DIECI REGOLE PER SOPRAVVIVERE
ALLA FINE DI UNA SERIE TV
di Martina Bertoncello(4CL)
A chi non è mai capitato
di seguire per mesi, anni,
una serie tv e temere il
finale di stagione più di una
interrogazione di filosofia
(a sorpresa)? Se non vi è
mai capitato buon per voi,
ma adesso basta con la vita
sociale e cercate qualche sito
di streaming, non sapete cosa
vi perdete…
A me è successo proprio
qualche settimana fa: dopo
tre anni da Glee ho visto il
mio show preferito chiudersi
davanti ai miei occhi (beh,
non proprio, avevo troppe
lacrime per vedere qualcosa),
il mio cast preferito ha cantato
l’ultima canzone (Glee è una
serie tv/musical, per quelli
che vivono un’isola deserta
senza tv e/o wifi) e la mia
coppia preferita si è baciata
per l’ultima volta, e dopo dieci
minuti passati a guardare lo
schermo nero dove ormai i
titoli di coda erano spariti da
un bel po’, mi sono chiesta “e
adesso? Cosa facevo prima di
Glee?”.
Ebbene, dopo aver passato
l’Inferno, ho deciso di dare
qualche dritta a chi, come
me, non è psicologicamente
pronto a cliccare “play” per
l’ultima volta.
REGOLA
NUMERO
1:
Stai lontano dagli spoiler,
ti faranno solo stare male
prima del dovuto. Nel fatidico
giorno chiudi ogni singolo
social network per evitare
ogni anticipazione da coloro
che hanno già affrontato la
sfida più dura.
REGOLA NUMERO 6: Cerca
nuove serie tv e prova anche
a cambiare genere, vedrai che
ti distrarrà dalla depressione
post-finale.
REGOLA
NUMERO
2:
Ricordati di riempire frigo e
dispensa di cioccolato, gelati,
popcorn, bevande varie e tutto
ciò che ti piace, non curarti
della dieta, di’ alla bilancia del
tuo lutto e ti capirà.
REGOLA NUMERO 7: Non
sei ancora pronto a salutare
i tuoi attori preferiti? Fai una
veloce ricerca e scopri ogni
loro singola altra apparizione
nel piccolo e grande schermo:
quando li incontrerai di
persona potrai vantarti di aver
REGOLA
NUMERO
3:
guardato quel film terribile
Assicurati di trovare un
solo per vederli dieci minuti.
gruppo di supporto, che siano
altri fans o semplici amici non
REGOLA NUMERO 8: Sfogati
importa, ma cerca di averli
e piangi quanto vuoi, la verità
vicini nel “giorno del giudizio”,
è che poi ti sentirai meglio
dal vivo o virtualmente.
e non sentirai il bisogno di
disperarti ad ogni post sulla
REGOLA NUMERO 4: NON
fine del tuo show.
parlare con gente che crede
siano “solo serie tv”, ti farà
REGOLA NUMERO 9: Trova
solo star peggio perché tu sai
un nuovo passatempo ed
che è molto, molto di più.
appassionati ad altre attività:
inizia un corso di bricolage,
REGOLA
NUMERO
5:
impara a cucinare o datti
Se non sei ancora pronto,
all’arte.
procurati tutti i vecchi episodi
e fai partire una maratona
REGOLA
NUMERO
10:
pazzesca, godendoti ogni
Ricorda ciò che quella serie ti
singolo attimo e ridi in faccia
ha insegnato e non abbatterti.
ai registi: ultimo episodio? Di
Ora è il tuo momento, tocca a
cosa parlate? Siamo ancora
te diventare il protagonista,
alla prima stagione, primo
sii forte e vai avanti a testa
episodio!
alta.
N.4 Marzo-Aprile 2015
15
150 ANNI DI CIOCCOLATINI
Caffarel inventa il Gianduiotto
di Chiara Brunetti(1AL)
Nel 1826, la passione per il
cioccolato di Pier Paul Caffarel lo spinse a trasformare
una piccola conceria di Torino in una fabbrica di cioccolato. Era una fabbrica rivoluzionaria, che grazie ad una
macchina industriale comprata da Caffarel e messa a
punto dal genovese Bozelli,
produceva più di 320 kg di
cioccolato al giorno.
Nel 1845 Caffarel morì e il
figlio Isidore prese il suo posto. Ernesto Alberto Caffarel, figlio di Isidore, incontrò
un rinomato artigiano del
cioccolato, Michele Prochet.
Dalla fusione tra la “Prochet
Gay & C.” e la “Caffarel Padre e Figlio” nacque la “Caffarel - Prochet”.
Sette anni dopo, Prochet creò
un nuovo impasto di cioccolato costituito da cacao, zucchero e un particolare tipo di
nocciola macinata, chiamata
“Tonda Gentile” e originaria delle Langhe. Nel 1865 si
iniziò, quindi, a produrre un
nuovo cioccolatino, a cui fu
dato il nome di “givo”, che in
piemontese vuol dire “mozzicone di sigaro”. È proprio
la nocciola a costituire ancora oggi il vero segreto del
sapore unico e inimitabile di
questo cioccolatino.
Il carnevale di Torino era
molto famoso nell’Ottocento
e molte persone giungevano
16
nella città e si accalcavano in
maschera lungo le vie e nelle piazze della città. Caffarel
scelse proprio quel periodo
per far conoscere alla gente la nuova creazione: dal
proprio carro e con la maschera di Gianduja (“Gian
d’la duja” o “Giovanni del
Boccale”, era la caratteristica maschera piemontese che
simboleggiava la lotta per
l’indipendenza combattuta
in Piemonte nel 1799) regalò alla folla i cioccolatini di
Prochet. Il loro nome cambiò così in “Gianduiotti” e la
pasta di cioccolato si chiamò
“Gianduia”.
Ogni anno Caffarel produce
circa 40 milioni di gianduiotti, diventati un simbolo
riconosciuto e stimato a livello internazionale.
Quest’anno la fabbrica celebra 150 anni dalla produzione del famoso cioccolatino
e l’anno scorso ha vinto il
premio annuale “Gianduiotto Award” per l’altissima
qualità dei prodotti e per la
sua lunga storia. L’azienda è
presente tutt’ora in 40 paesi
esteri.
di Persona()
IPSE DIXIT
Invia le tue “Ipse Dixit” a: [email protected]
Iannola: *imitando il gesto* Ti tiro
una Divina Commediata!
Ferraro: cosa fa rima con ONE? …….
….. cotone!
Tessarolo: Il santo protettore dei
telefonini? San Sony!
Tonin: e alla fine della relazione
chimica?
Studente: E vissero tutti felici e contenti!
Tonin: sì, nell’acido!
Banfi: Cos’è un carbonaro? No, non
il marito della pastasciutta..
*leggendo un dizionario*
Studente: cosa vuol dire “s.f.”?
Banfi: somaro fetente!
Tessarolo: Traduci dall’inglese “too
much”
Studente: Troppo?
Tessarolo: no! “anca massa”!
Biasi: A cosa servono i compiti secondo te? A farvi consumare penne
perché in realtà sono una cartolaia?
Banfi: Fate del sesso o prendete dei
tranquillanti!
Fortunati: Tolgo questi multipli
deficienti se no mi incavolo come
una bestia!
Bizzotto: (Della Cina) Perché si
chiamava Riva Gialla?
Studente: Forse perché i cinesi sono
gialli??
Tessarolo: Perché quel ragazzo
uccide i genitori? Per andare in gita
con gli orfani?
Ferraro: Rispondi tu che ti vedo
divertito… no, non pervertito!
Tessarolo: E a cosa sta guardando,
a verdure cotte e tritate?
Studente: ..??
Tessarolo: Al passato!!
Banfi: Cosa vuol dire coattivo? Dal
latino…
Studente: Coatto!
Tessarolo: Ma in inglese cossa
gheto dito si dice what have you
finger?
Banfi: l’etologia è lo studio del
comportamento degli animali..
Studente: come il dottor Doolittle?
Iannola: vatte a fare un check-up!
O un ketchup?
N.4 Marzo-Aprile 2015
17
DIECI GIORNI DA FOTOGRAFI
Cronaca delle foto dell’annuario
Quando il professor Dellai, durante una chiacchierata sulle scale, ci propose di dargli una mano
nella realizzazione del numero
di quest’anno de “I Quaderni del
Brocchi”, mai avrei immaginato
che io, Irene e Michele da lì a tre
mesi ci saremmo ritrovati a vagare in giro per i corridoi della nostra
scuola per fare le foto di classe. In
realtà è stato quasi ovvio alla fine
proporci per l’incarico, essendo
già Michele e Leonardo impegnati
nella impaginazione e realizzazione grafica dell’annuario, ed io e
Irene, sì a dare loro un aiuto, ma
volenterosi di fare ancora di più.
Abbiamo così iniziato ad organizzare il lavoro, perché anche se può
sembrare semplice fare delle foto
a dei gruppi di persone, quest’anno ci siamo impegnati a far sì che
tutti potessero sapere quando saremmo venuti a bussare alla porta
18
della loro classe. Individuato il periodo più adatto, metà marzo, soprattutto ponendo tutta la nostra
fiducia nelle prime calde giornate
primaverili, abbiamo steso la prima bozza di programma del lavoro: 4 classi all’ora circa e mai 5 ore
di foto al giorno, ma solo due, tre
al massimo a seconda delle nostre
disponibilità scolastiche, cercando
di non rubare tutte le ore ad un
singolo professore ma distribuendole omogeneamente. Grazie al
contributo dei rappresentanti di
classe, la prima bozza è stata, una
volta pubblicata sulla pagina Facebook del Brocchi, riveduta e corretta in base agli impegni e gite di
tutti. La versione definitiva è infine
stata inviata ai fiduciari di sede che
ci hanno rilasciato l’autorizzazione
formale al lavoro. I frutti di questa
prima parte dell’opera li abbiamo
potuti apprezzare appena, monta-
di Riccardo Tessarin(4BS)
to il treppiede, abbiamo cominciato ad andare a chiamare le prime
classi. La grande maggioranza infatti, chi in costume, chi in pigiama
si era organizzata per l’occasione.
Il risultato sono state veramente tante fotografie variopinte ed
originali, con classi che ci hanno
veramente stupito grazie alla complessità dei vestimenti. Inferni e
paradisi danteschi (IV BL), scambi
di sesso (IV CS), hippies, sportivi
(2 BS) e tanti altri. L’impressione
che ci è rimasta alla fine dell’esperienza è quella di una scuola viva e
animata, fatta di ragazzi simpatici,
pronti a mettersi in gioco a prendersi un po’ in giro, personale ATA
sempre gentile e comprensivo ed
insegnanti non troppo spiaciuti dal
vedersi rubare 10 minuti di lezione
per permettere agli studenti, con
una fotografia, di immortalare per
sempre tanti ricordi ed emozioni.
N.4 Marzo-Aprile 2015
19
OROSCOPO SPRING
di Gloria Ceccon(4BES)
ARIETE
La primavera è sicuramente la tua stagione, come lei anche tu riporti la luce e il calore, a tutti coloro che ti circondano! Sei molto testardo e quando vuoi una cosa è impossibile dissuaderti dall’ottenerla.
Sei molto ricercato dagli amici perché senza di te la festa non può iniziare! Il partner sa che le tue opinioni e consigli sono preziosi e
vanno rispettati. A scuola ti attende un periodo nero, ma con la fortuna di venere riuscirai sempre a sfruttare tutte le tue potenzialità.
Mai pensato di comprare un gratta e vinci? Sono in arrivo ottime notizie! In bocca al lupo! J
TORO
Una persona potrebbe influenzare il tuo punto di vista su molti aspetti della vita. Non rifiutarli in principio, perché non provare a
rifletterci un po’ su? A scuola dovresti stare più calmo, l’ansia non è mai una buona amica e potrebbe compromettere i tuoi risultati.
Un respiro profondo e una bella dose di sicurezza in te stesso sono la soluzione. L’amore del tuo partner rimarrà comunque un buon
motivo per sorridere sempre anche davanti alle difficoltà! Questo non è proprio il periodo di giocare a Las Vegas non so se mi spiego..
Attenzione!
GEMELLI
Sereni ed affascinati dalla nuova stagione, siete pronti finalmente a cambiare rotta e a dare un impulso positivo alla vostra vita. La natura contraddittoria del vostro carattere non è d’aiuto, per il continuo mutare dei vostri interessi. Ad aiutarvi però troverete persone che
saranno la vostra bussola durante quest’avventura. Amanti brillanti e fantasiosi riuscirete anche questo mese a sorprendere il partner
e a non deluderlo mai. La voglia di libertà e di indipendenza cresce e vi richiama alle vacanze, ma purtroppo vi si chiede ancora un
ultimo sforzo e concentrazione da dedicare ai libri. Occhio alla domenica c’è aria di sorpresa.
CANCRO
Nell’ultimo periodo non sempre siete stati coerenti con la vostra filosofia di vita. L’incertezza delle novità e del futuro vi spaventano
ancora molto e per questo convivete in un continuo alternarsi di malinconia e allegria. Stop! Devi ripartire in quarta e riprenderti le tue
convinzioni ed idee, battendoti con tutta la tua energia per affermare la tua vera essenza. Saprai dimostrare sia a scuola che in amore,
che l’importante non è vincere ma con chi si condivide la sconfitta, perché niente è bello se vissuto da soli. La luna ha in serbo per te
qualcosa di grande, buona fortuna!
LEONE
La primavera riaccende la tua personalità ottimista e generosa. Non manchi mai per i tuoi amici, soprattutto nei momenti difficili.
Forse sei un po’ troppo sicuro di te e non vorresti mai chiedere aiuto, ma ricorda che l’umiltà non è mai segno di debolezza anzi di pura
intelligenza! In amore si sa, faresti di tutto per la persona amata, attento però a non strafare! A scuola ti attenderà un periodo molto
fruttuoso e sarai molto apprezzato per la tua grande determinazione. Ricordati che questo mese saprai dare alla tua vita una svolta
importante!
VERGINE
Il cinguettio degli uccellini ti infonde una notevole calma e tranquillità indispensabile in questo periodo di ansia e stress. Dovete rimanere concentrati ancora per un po’ sul vostro obbiettivo perché con l’aiuto di mercurio lo raggiungerete molto presto. A scuola siete
sempre i più razionali e dimostrate molto spesso di essere preparati. Avete però un gran bisogno di amore, siete bisognosi di complimenti a causa della vostra natura insicura. Restate comunque degli ottimi amanti, fedeli e credenti fino in fondo alla vera amicizia.
BILANCIA
Lo splendore del sole e il profumo dei fiori vi fanno rinascere da un lungo periodo di passività. Odiate le discussioni inutili e rimanete
ottimi consiglieri per i vostri giudizi razionali ed impassibili. Davanti alle sconfitte però cadete in panico. Basta crisi depressive per lo
studio, è il momento di affrontare tutte le vostre paure. Il modo migliore è farsi aiutare dagli amici che avete scelto con particolare cura.
Di certo il vostro partner non si può lamentare, visto che per lui sareste disposti anche a salire sul primo volo disponibile per raggiungerlo. Lasciatevi amare ed imparerete che la fortuna potrà di nuovo essere la vostra migliore amica!
SCORPIONE
Questo periodo non roseo finalmente è finito! Su forza sorridi alla vita, è ora di scrivere un nuovo capitolo della tua avventura. Marte
veglia su di te e sulla tua fortuna! Non ti fermi davanti alle difficoltà e non conosci la paura, questo ovunque, anche a scuola dove ti impegni molto a costo anche di qualche sacrificio. Per il partner è complicato capirti perché sei molto imprevedibile e contradditorio, ma
la tua forza e disponibilità verso il prossimo sono dei buoni motivi per lottare per te! Fidati ci sono un sacco di persone che desiderano
vederti felice!
SAGGITTARIO
Estate o inverno per te non c’è differenza perché ogni giorno, non smetti mai di travolgere tutti con la tua allegria. La tua tremenda curiosità è implacabile ma tu la sfrutti anche come punto di forza, soprattutto nell’ambito scolastico. Viaggiare è la tua passione e questo
fa di te un inguaribile sognatore. In amore sei un campione perché grazie alla tua lealtà sei sempre presente per il tuo partner. La libertà
è qualcosa a cui tu non puoi rinunciare, l’importante però è non esagerare con i piaceri della vita. La fortuna di giove ti avvolge nel suo
mantello stellato, che dire buona fortuna!
CAPRICORNO
Tutto bene amico? Un periodo non molto fortunato ti precede. Non credi che sia giunto il momento di cambiare? Accanto hai molte
persone che tengono a te ma ai quali purtroppo non hai prestato molta attenzione. Ricorda che per realizzare un obiettivo la collaborazione è l’unico mezzo per arrivare al successo!Troppa incertezza e distrazione caratterizzano le tue giornate di studio, tieni duro e dai
il tuo meglio fino alla fine. Il partner vi starà accanto in ogni situazione, che ne dite di ricambiarlo con un bellissimo abbraccio? A volte
sono i gesti semplici a fare la differenza.
ACQUARIO
Di sicuro a voi la primavera piace, accende la vostra creatività e fantasia. Sempre sinceri ed altruisti, sapete sempre come far divertire
chi vi sta accanto. A scuola tra momenti di nervosismo e di serenità continuate a sforzarvi per sopravvivere alla marea di compiti ed
interrogazioni. Non abbattetevi, ci sano piacevoli soddisfazioni in arrivo. Il rancore non vi aiuterà di certo a mettere una pietra sopra
ad una storia ormai conclusa, che aspettate? Ricominciate con un nuovo sorriso, alla ricerca di un grande tesoro come l’amicizia e poi
chi lo sa? Se son rose fioriranno! Urano saprà indicarvi la strada giusta!
PESCI
La dolcezza che sapete trarre da ogni situazione è strabiliante! Un po’ come la primavera! Nell’ultimo periodo avete dimostrato una
grande capacità di adattamento verso le difficoltà di ogni giorno. Dovete dunque sapere, che anche per voi questo mese sarà simbolo di
una svolta radicale delle vostre abitudini e certezze. Certo dovrete accorgervi di chi vi offrirà quest’ opportunità. Una persona inaspettata capovolgerà la vostra quotidianità e per voi sarà un gran divertimento. L’amicizia e l’amore per voi sono veri e propri valori, mi
raccomando non smettete mai di proteggerli e di credere in essi!