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Cronaca
Convegno Caritas: Educare servendo carità
Un percorso tra memoria, fedeltà e profezia
Fiuggi, 21-23 novembre 2011
Nei giorni 21/23 novembre 2011, nell’ambito
degli eventi per i 40 anni della Caritas italiana, si
è svolto a Fiuggi il 35° Convegno della Caritas
Nazionale dal tema: La Chiesa che educa
servendo carità. Erano presenti oltre 600
partecipanti tra delegati diocesani, religiose e
laici.
Ricco il programma e qualificati i relatori. Le
giornate sono state scandite dalla preghiera: al
mattino le lodi seguite dalla lectio divina guidata
magistralmente dalla biblista dott.ssa Annalisa
Guida della Pontificia Facoltà teologica dell’Italia meridionale e alla sera la S. Messa
concelebrata dai vescovi e dai tanti presbiteri presenti.
Accenno solo alcuni passaggi colti dalla ricchezza delle conferenze, che si possono trovare nel
sito della Caritas italiana.
Della prima lectio divina su Mc 6,30-44 Gesù moltiplica pani e pesci mi piace ricordare
alcune espressioni: carità, non prioritariamente un fare, ma un riconoscersi definiti dalla
relazione con Colui che è Carità. E, considerando i verbi del brano evangelico, la sequenza
delle azioni di Gesù sono una vera pedagogia della carità: si va incontro, si guarda
attentamente ri-conoscendo anche quanto ci sembrava già noto, già visto, già capito…; ci si
lascia toccare nell’intimo, riscoprendo di avere delle viscere di misericordia! Si interpreta: si
usa l’intelligenza, l’esperienza per capire qual è la vera necessità di chi ci sta di fronte, non che
sta nella nostra testa…; così, poi, solo dopo questi passaggi, si passa ad insegnare… Si educa,
appunto, servendo carità!
Due pensieri anche della seconda lectio divina su 2Re2, 1-13 Il mantello di Elia: la difficoltà
dei passaggi da parte dei “padri”: lasciar andare le cose o i segni costitutivi della nostra storia…
ripercorrere le tappe della nostra vita di fede senza restare prigionieri di alcunché o di alcun
dove… non sentirsi proprietari di quanto fatto o messo in opera…Quanta libertà interiore ci
vuole per essere uomini e donne di Dio!
La relazione pedagogica si alimenta di memoria: il mantello è il testimone di quanto Elia ha
fatto e vissuto ed è anche il segno della relazione formativa con Eliseo (fedeltà). Elia non
gestisce in proprio la sua missione, ma lascia che sia Dio a indicare il futuro e le prospettive;
come Mosè e come Elia, Eliseo agisce non per proprio conto, ma per conto di Dio: è uomo del
Signore, vive questa appartenenza come tratto distintivo.
Qualche nota sulle relazioni.
Nel pomeriggio del 21 novembre nella prolusione s.e. mons. Giuseppe Merisi ha ribadito la
funzione pedagogica della Caritas, citando l’art 39
degli Orientamenti pastorali per il decennio, laddove
parla della carità che educa il cuore dei fedeli e
svela agli occhi di tutti il volto di una comunità che
testimonia la comunione. Ha poi presentato cinque
segnali preoccupanti: il nodo dei giovani che non
possono guardare con speranza il futuro, la
crescente vulnerabilità delle famiglie, la povertà
spirituale e culturale, la questione del mezzogiorno,
infine l’immigrazione per la quale il vescovo
intravede una svolta: l’avvio di uno scambio virtuoso tra opportunità e responsabilità con
quanti arrivano in Italia in cerca di lavoro e di diritto.
Nella prima relazione s.e. mons. Francesco Cacucci, arcivescovo di Bari-Bitonto, parlando
dei 40 anni della Caritas, ha sottolineato l’aspetto della memoria, della fedeltà e della profezia
dell’organismo della CEI spronando i cristiani a riscoprire la sobrietà e la condivisione, ad
esprimere maggior profezia sull’immigrazione, per aprire l’Europa al futuro e a una
globalizzazione della solidarietà e nella solidarietà. E poi il mezzogiorno d’Italia e i giovani, in
particolare, sono le due priorità che preoccupano il vescovo di Bari.
Martedì, 22 novembre è stata la volta di s.e. mons. Crociata, segretario generale della CEI che
oltre al forte richiamo al rinnovato ruolo educativo
della Caritas per una cittadinanza
responsabile da cui potrà venire una classe politica sempre più attenta alla dignità delle
persone, ha rilanciato il tema della legalità che non deve limitarsi all’osservanza delle norme
giuridiche, ma implichi una nuova etica pubblica come indispensabile cornice entro cui le leggi
devono essere fatte ed osservate.
Commovente ed applauditissimo l’intervento-intervista a mons. Nervo, a cui 40 anni fa fu
affidato dalla CEI, il compito di creare la Caritas, quale strumento di rinnovamento nella vita
della Chiesa. Egli con verità ha mostrato la situazione drammatica di troppe persone in Italia
criticando senza mezzi termini chi non vuol vedere e la povertà di valori e prospettive,
affermando che la Caritas può contribuire al ricambio della classe dirigente in Italia, formando
e coltivando l’esperienza di un volontariato sempre più autentico che sappia trasmettere i
valori di servizio, gratuità, promozione umana anche nell’attività professionale, sindacale,
politica, amministrativa.
Nel pomeriggio il sociologo Magatti, preside della Facoltà di sociologia dell’Università
Cattolica di Milano, ha fatto un intelligente ed accurata lettura del nostro tempo e della crisi
attuale che è una crisi globale non ultima quella spirituale. La Caritas lavorando concretamente
vicino ai poveri può contribuire a riprogettare il paese.
Mercoledì, 23 novembre, sono intervenuti quattro relatori la cui parola chiave e comune è stata
l’Alleanza educativa. F. Miano, presidente dell’Azione cattolica italiana, ritiene necessaria
un’alleanza sul territorio: ripartire dall’educazione lavorando insieme a scuole, famiglie e altre
istituzioni, per raggiungere l’obiettivo del bene comune di una vita buona; don D. Vitali,
docente di Ecclesiologia presso la pontificia Università Gregoriana di Roma, sprona la
Parrocchia ad avere più consapevolezza della propria funzione di soggetto educativo; e P.
Dovis, direttore della Caritas diocesana di Torino, chiede alla Caritas di diventare motore del
territorio e di educare la comunità a sedersi anche nei consigli di Amministrazione del
territorio.
Nel pomeriggio s.e. mons. Roberto Sarash, presidente del Pontificio Consiglio “Cor Unum”,
ha allargato il discorso al mondo intero sollecitando ad educare alla cooperazione tra Chiese
sorelle in Europa e nel mondo evidenziando la vitalità e la dinamicità dei paesi poveri che sono
una grande risorsa per la Chiesa.
Infine mons. Nozza, direttore della Caritas italiana, vede prioritario interventi per la riforma
fiscale e il lavoro ai giovani, oltre a maggior equità ed uguaglianza augurando alla Caritas per i
prossimi 40 anni di incrementare la capacità di intercettare i bisogni ed esprimere la sua
presenza, nei tempi e nelle modalità opportune a fare in modo che il carico venga portato
dall’intera società e da tutta la Chiesa.
Il momento conclusivo del Convegno si è svolto in Vaticano insieme a tanti altri
operatori Caritas: eravamo circa diecimila. Il Pontefice nel suo discorso ha spiegato come sia
importante che le persone sofferenti possano sentire il calore di Dio attraverso le mani aperte e
disponibili dei discepoli di Gesù definendo gli operatori Caritas sentinelle del Vangelo ed
affermando che la crisi globale è un segno dei tempi che chiede il coraggio della fraternità. Ha
anche richiamato l’importante compito educativo nei confronti della comunità, delle famiglie,
della società civile in cui la Chiesa è chiamata ad essere luce, definendo distintivo del cristiano
la fede che si rende operosa per mezzo della carità, come afferma s. Paolo nella lettera ai
Galati.
suor Erma Marinelli
Ufficio Servizi Sociali USMI nazionale
Cell. 348.7238034
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