Aria di cava tra

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Aria di cava tra
cave & cantieri
Aria di cava tra
polvere e tecnologia
Tommaso Savina
Una “vetrina” particolare
per le ultime tecnologie
nell’ambito della
perforazione e
demolizione di Atlas
Copco, oltre che
le nuove macchine
per il taglio della pietra
ornamentale
I
l gol numero 1000 in carriera di Pelè
al Maracanà, il rovescio vincente di
Murray in finale a Wimbledon; oppure
il concerto dei Queen a Wembley o il discorso di Martin Luther king a Washington. Non tutti gli avvenimenti sono uguali.
Alcuni si verificano in determinati luoghi
e in specifiche situazioni e immediataMario Parravicini
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mente assumono un carattere particolare, unico, a volte addirittura sacro. Il
contesto ambientale riserva infatti un
grande valore simbolico nella trasmissione del patrimonio culturale di una comunità o di un’attività. Se non si considera questo fattore, non si può cogliere
a pieno il significato di un evento. E lo sa
benissimo Atlas Copco, il colosso svedese dell’industria edile e mineraria, che,
venerdì 5 luglio scorso, per incontrare
centinaia di clienti provenienti da tutta
Italia, ha scelto come location la sugge-
stiva cornice bianca e polverosa del bacino marmifero di Carrara, il “Walhalla”
dell’industria estrattiva. Nel piazzale di
fronte alla Cava Olmo, a Colonnata, la
squadra di Atlas Copco Italia ha allestito
un vero e proprio show room all’aperto,
all’interno del quale ha esposto tutti i
gialli e luccicanti prodotti di punta delle
sue divisioni. In una calda giornata di
sole, a rappresentare l’intera stampa tecnica del settore, c’eravamo noi, e ci siamo
fatti raccontare tutte le più recenti ed
esclusive innovazioni tecnologiche nella
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perforazione e nelle demolizioni, oltre che
le nuove macchine per il taglio della pietra ornamentale.
La prima persona con la quale abbiamo
la fortuna di parlare è Mario Parravicini,
Business Line Manager Surface Drilling
Equipment, il quale con orgoglio ci presenta in esclusiva il D30, una novità assoluta per quanto riguarda le macchine
da perforazione che verrà lanciata sul
mercato il prossimo ottobre: «È una macchina duttile, sulla quale abbiamo lavorato un anno e mezzo per ottimizzarla e
per soddisfare le particolari esigenze dei
clienti sardi ai quali è stata venduta. Questo D30 è il risultato di come Atlas Copco
lavori al fianco dei clienti: è una macchina
che monta un motore diesel, in grado di
fare perforazioni da sottomano, che fora
con il martello da 3 pollici, il diametro ideale per il passaggio del filo (e da cui prende
il nome la macchina, ndr); è radiocontrollata e predispone di un sistema di automazione che permette agli operatori di
monitorare in ogni momento la sua funzionalità. Non predispone di un compres-
sore a bordo, questo perché il più delle
volte i cavatori già lo possiedono separatamente e fornirlo risulterebbe essere
per loro una spesa ulteriore, però stiamo
pensando di realizzare una macchina completamente autonoma che garantisca efficienza anche in situazioni off limits».
La seconda macchina che ci viene presentata, sempre per quanto riguarda le
macchine per pietra ornamentale, è la
Speedcut, una tecnologia che Atlas
Copco ha in vendita già da qualche anno,
alla quale, negli ultimi tempi, sono state
apportate delle innovazioni tecnologiche
per quanto riguarda la sicurezza e i tempi
di vita del filo. «La Speedcut è fenomenale per quanto riguarda la produttività:
dai test che abbiamo fatto si ottiene due
o tre volte tanto in termini di produzione
rispetto ad altre macchine della stessa
gamma, e soprattutto abbiamo la possibilità, grazie a un software brevettato, di
monitorare e controllare costantemente
il funzionamento e il tensionamento del
filo, scongiurando così la possibilità che
si possa rompere. Inoltre, è possibile registrare i parametri e scaricarli in un dispositivo usb così da avere la storicità
di ogni taglio, compreso la durata». Un
sistema che - come ci garantisce sempre Parravicini - «è utilissimo, specie in
questo periodo in cui questo mercato è
in forte contrazione, poiché permette ai
nostri clienti di risparmiare moltissimo in
termini economici».
In termini di produttività le fa compagnia
un’altra macchina targata Atlas Copco:
il Flexiroc T35, un carro di perforazione
con martello esterno flessibile e versatile, progettato e sviluppato per garantire prestazioni elevate nei settori dell’ingegneria civile più difficili. Inoltre, rappresenta una valida alternativa per attività
in miniere di dimensioni piccole e medie.
«Anche nelle condizioni del terreno più
difficili – ci informa Parravicini - il carro
di perforazione viene ampiamente utilizzato grazie all’ampio raggio d’azione del
braccio, al baricentro basso e al montante di supporto idraulico che può essere utilizzato durante gli spostamenti.
È dotato di una nuova generazione di
perforatrici Atlas Copco ad alta efficienza
con grande produttività e potenza. Rispetto al passato la vera novità riguarda
la riduzione delle emissioni, abbiamo inLuglio|Agosto 2013
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fatti alloggiato un innovativo sistema di
antiparticolato». E i consumi? «Ha una
capacità di 100 litri di gasolio, può lavorare dalle 8 a alle 10 ore, nei test abbiamo
appurato che i consumi si stabilizzano sui
22 litri l’ora».
E per finire la gamma della divisione “Ingegneria civile, cave e miniere , Parravicini ci mostra il RockBuggy, un’unità idraulica mobile di perforazione, completamente indipendente ed idonea alla perfo-
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razione verticale su qualsiasi piano inclinato e qualsiasi tipo di rocce. Una macchina tipica per la riquadratura dei blocchi, che ha una slitta con un carrello a
bandiera che serve per fare dei fori in
automatico. «È una macchina fantastica
– ci confida orgoglioso Parravicini – perché nonostante sia di piccole dimensioni,
grazie a un braccio che gli permette di
fare dei movimenti incredibili, può lavorare come una macchina molto più
grossa. Anche questa tecnologia è ra-
diocomandata completamente, estremamente sicura, anche grazie ai stabilizzatori ad ali di gabbiano che in caso di luoghi di lavoro difficili riesce comunque a lavorare egregiamente in sicurezza perché
ti permette di spostare il braccio restando
fermo e stabilizzato».
All’esperienza e al carisma di Giordano
Perini, Business Line Manager Rock Drilling Tools, è affidata invece la presentazione dei materiali di perforazione, l’ultimo
importantissimo anello della catena, elementi imprescindibili ai fini della più proficua realizzazione delle perforazioni.
«Questo evento vede esposte diverse novità, in esclusiva mondiale. Ho avuto modo
di conoscere queste esclusive attrezzature nella nostra sede in Svezia e mi sono
detto: ‘Le devo portare a Carrara’. La novità più importante è il Secoroc COP66,
un martello completamente nuovo, la cui
caratteristica principale è la dimensione:
è lungo un 30% in meno dei nostri martelli precedenti. Predisponendo quindi di
un pistone più corto, il Secoroc COP66
offre il vantaggio principale di avere una
frequenza più elevata, una notevole riduzione del consumo d’aria e di gasolio e
una minor usura del compressore, dato
che non lavora mai ai massimi regimi. Inoltre, la maggiore frequenza garantisce
un’ottima resa sui materiali non particolarmente duri, peculiarità che ben si adatta
alla geologia dei terreni italiani».
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Giordano Perini
Un’altra grande novità presentata da Giordano Perini è la punta del COP66, la cui
caratteristica principale consiste nel disegno completamente nuovo: «A differenza
delle altre punte in commercio che sono
caratterizzate da un foro centrale per il
passaggio dell’aria di spurgo, la punta del
COP66 è un corpo unico intero con passaggi dell’aria in corrispondenza delle scalanature.
Questo, oltre ad aumentare la resistenza,
permette la lubrificazione della stessa grazie all’uso contemporaneo di olio ed aria
garantendo così un ciclo della vita della
punta molto più lungo. È stata studiata e
ottimizzata attraverso un software che si-
mula a computer il passaggio dell’aria di
spurgo durante la perforazione, tipo il sistema della galleria del vento», conclude
Perini riferendosi alle attività di progettazione.
Per quanto riguarda invece la divisione
macchine da demolizioni, abbiamo incontrato un radioso Christian Maggioni, Business Line Manager Construction Tool,
il quale ci ha descritto con grande passione le ultime novità: «Abbiamo portato
una vasta gamma di prodotti per diversa
foggia e tipo, tutti adatti per le attività di
cava carrarine. Tre diversi tipi di martelli
demolitori da 3000-4000 kg, i quali hanno
la principale caratteristica di avere un sistema di prevenzione dell’ingresso di pol-
vere in camera di battuta che previene le
usure e aumenta il ciclo di vita degli stessi.
Per la creazioni di blocchi di marmo abbiamo portato delle perforatrici di vario
peso, che servono per forare lo scavo e
separare i blocchi. Perforatrici ergonomiche che assicurano maggiore sicurezza
per l’operatore, grazie alla riduzione delle
vibrazioni e della rumorosità. «Ma non
solo martelli e perforatrici, nel piazzale
della cava, illuminate da un raggiante sole,
luccicano una vasta gamma di prodotti
complementari che trovano utilizzo in questo settore come: centraline idrauliche
con annesso martello demolitore idraulico; una gamma molto ampia di perforatrici demolitori ad aria, che offrono noteChristian Maggioni
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Matteo Busnelli
voli vantaggi ma che necessitano in situazioni difficili
come queste della presenza del motocompressore; accessori che riguardano l’edilizia, come vibratori di varie fogge, elettrici,
elettronici, stagge vibranti,
che servono per la vibrazione del cemento durante
la gettata; e per ultimo il
‘Cobra’, una tipologia di demolitore o perforatore
adatto a lavorare in luoghi
angusti e off limits come
questi di Carrara. «Il Cobra è il prodotto
più agile e pratico che abbiamo: monta
al suo interno un motore a scoppio che
va a miscela, pesa solo 25 kg, e grazie
all’accessorio (uno zaino) è facilmente
trasportabile».
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esigenza di aria compressa, generazione
di corrente e drenaggio di fluidi, grazie a
pacchetti finanziari, accordi di buy-back,
rottamazione di macchine usate, accordi
di service, accordi di estensione di garanzia, noleggio, assistenza, ricambi originali e training. Ma sono senza alcun
dubbio l’ampia gamma di prodotti e la
straordinaria tecnologia che li caratterizza a determinare il successo e la nomea dei ‘gialli’ Atlas Copco nei cantieri,
nelle gallerie, nelle miniere, ovunque ci
sia bisogno di generazione di corrente,
aria compressa o pompaggi».
Potevano mancare i gruppi elettrogeni e
i moto compressori di Atlas Copco? Matteo Busnelli, Business Line Manager
Portable Energy ci ha riferito che«Atlas
Copco offre ‘soluzioni globali’ per ogni
Infine, un appunto di merito va fatto a
tutto lo staff Atlas Copco Italia che –
grazie alla preziosa collaborazione del
concessionario Atlas della zona, la ditta
“Manfredi Sas” di Gino Del Giudice, e
alla disponibilità e gradita ospitalità del
signor Alvise Lazzareschi, il proprietario
della Cava Olmo – si è incaricato di organizzare l’intero evento, il quale, in condizioni logistiche al limite, è riuscito ad
allestire una struttura all’altezza dei più
grandi eventi: un ricchissimo e gustoso
buffet caratterizzato dalle specialità locali e un concerto sulle note dei Pink
Floyd hanno reso più amichevoli le
trattative tra gli addetti ai lavori.
Le impressioni positive da noi raccolte dei numerosi clienti presenti
in cava hanno sancito il grande successo della giornata. Perché respirare aria di cava significa vivere il
mondo Atlas Copco. n