SCAMBIO POLONIA

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SCAMBIO POLONIA
Elena Dalbon III M
SCAMBIO POLONIA-MILANO
Anche se ci sono state un po’ di esitazioni e problemi iniziali, quali indecisioni a causa del
costo o della non disponibilità per ospitare, infine siamo riusciti a rendere possibile lo
scambio.
Durante il viaggio di andata ho potuto osservare che la nostra classe era serena e unita e
questo mi ha sicuramente fatto piacere; pur non conoscendoci ancora tutti molto bene
riuscivamo a parlare, ridere, scherzare e cantare in grande sintonia. Mano a mano che la
meta si avvicinava cresceva in noi uno stato di ansia, per la paura di dover affrontare una
nuova realtà da soli, in casa di uno sconosciuto che parla una lingua di cui non sappiamo
nulla e che ha abitudini diverse dalle nostre.
Appena arrivati a Bielsko ci siamo fermati a scuola dove avevamo l’appuntamento con i
nostri corrispondenti e dopo le presentazioni ci siamo recati nelle rispettive abitazioni.
Sono rimasta affascinata dalla grandezza e bellezza della casa, oltre che dalla ospitalità
della famiglia che mi ha accolto come se fossi una figlia e mi ha fatto sentire a casa mia,
dandomi una stanza e un bagno solo per me, cosicché potessi avere la mia privacy.
Insieme alla classe mi sono divertita in diversi momenti: soprattutto alla sera e nel freetime
perché uscivamo e ci ritrovavamo tutti per mangiare e bere; abbiamo avuto occasione di
parlare e confrontarci con i polacchi e imparare qualche parola nella loro lingua e loro
nella nostra. Una volta siamo andati al bowling e in un particolare locale che offriva
tantissimi tipi di tè anche dei gusti più strani, ci si poteva togliere le scarpe e sedersi su un
divano, oppure per terra.
Per quanto riguarda il cibo ho mangiato perlopiù piatti comuni anche in Italia come pizza
e pasta, ma ho potuto assaggiare alcune specialità polacche come i Pierogi, una sorta di
panino imbevuto nel succo di fragole o cioccolato con sopra olio e fragole in pezzi, oppure
cioccolato fuso. Sinceramente non ho gradito molto questo piatto anche perché ce n’era in
eccessiva quantità.
Mi è piaciuto molto immergermi in una nuova cultura e in una realtà diversissima da
quella di Milano. Era molto interessante sentire continuamente parlare una lingua di cui
non sapevo nulla e cercare di capire di cosa si trattasse dall’intonazione o dai gesti. Infatti
ho trascorso una piacevole domenica in compagnia della mia corrispondente, Klaudia, la
sua sorellina Natalia e suo padre Mariusz; siamo andati a visitare il suo posto di lavoro, la
sede di una filiale della Renault, di cui egli è a capo e ho visto in anteprima il nuovo
modello. Abbiamo fatto insieme gli inviti per la festa di compleanno di Natalia e siamo
andati a pranzare insieme alla nuova moglie di Mariusz e suo figlio di un anno in un
bellissimo ristorante.
In questo viaggio abbiamo affrontato anche momenti tristi e molto intensi come la visita al
campo di concentramento di Auschwitz. E’ stata un’esperienza forte e drammatica; fino a
quel momento avevo solo pensato con un senso di tristezza e amarezza nel cuore a quello
che è successo durante i terribili anni dello sterminio degli ebrei. Vedere così in prima
persona gli strumenti di tortura e ciò che è rimasto delle migliaia e migliaia di persone
uccise, i vestitini dei bambini e le montagne di capelli e oggetti personali degli ebrei, è
stato come tornare indietro nel tempo e guardare attraverso una vetrina le atrocità
commesse dai nazisti. Mi sono sentita impotente, quasi colpevole. Quando siamo andati a
Birkenau faceva molto freddo, un freddo spietato che entrava nelle ossa e immobilizzava,
si riusciva a percepire proprio la morte che ci circondava; ovunque ci si girasse si vedeva
dolore e desolazione.
Cambiando discorso sono rimasta un po’ delusa dal fatto che durante i viaggi in pullman
o quando eravamo tutti insieme, la tendenza era a isolarsi: il gruppo polacco da quello
italiano, eravamo più noi che cercavamo di dialogare con loro.
Per questo motivo non mi è molto piaciuta la festa dell’ultimo giorno. Ad essere sincera io
mi aspettavo che i polacchi avrebbero organizzato qualcosa di divertente e memorabile o
che comunque sarebbero rimasti con noi, invece ci hanno semplicemente portati in un
ristorante dove noi italiani abbiamo mangiato, riso e scherzato da una parte e loro
dall’altra.
Nonostante questo siamo comunque riusciti a instaurare un buon rapporto con la maggior
parte dei nostri corrispondenti e a parte alcune eccezioni, mi è sembrato che gli
accoppiamenti siano stati azzeccati, infatti io mi sono trovata molto bene con Klaudia.
Abbiamo molte cose in comune e riusciamo a parlare di tutto senza mai sentirci in
imbarazzo, come se ci conoscessimo già da tempo. Poi mi ha colpito la sua generosità,
insisteva sempre per pagarmi tutto e mi chiedeva continuamente se avevo fame o sete; ho
apprezzato lo sforzo che ha fatto per farmi sentire il più a mio agio possibile. Sua mamma
ci accompagnava e ci veniva a prendere ovunque in macchina, pure la sera tardi e penso
che fosse così anche per gli altri. Inoltre sono soddisfatta dei nostri docenti
accompagnatori che si sono rivelati molto simpatici e comprensivi nei nostri confronti e ci
hanno permesso di vivere con ancor più serenità questo viaggio.
I am happy about this trip, because it permitted me to consolidate the ties with the other
students of my class, to know new persons which I keep in touch with, to learn a lot of
things about their life and language, to see a beautiful city like Cracovia and the colors of
the Polish forrests in Autumn and simply to have fun. But I also had the opportunity to
think, as it happened to me to be at home by myself and I had to get things straight by
myself. If you are in your environment this doesn't happen very often: generally you ask
others to solve your problems, to parents or friends. Of course it is necessary to ask for
help if you really need it but it is also important to learn to solve the problems by yourself
and this helped me to improve my formation.
In definitiva sono veramente felice di avere avuto questa opportunità perché ho avuto
modo di consolidare il rapporto con i miei compagni di classe, di conoscere nuove
persone con le quali rimarrò in contatto, di imparare molte cose sulla lingua e le loro
abitudini, di vedere posti bellissimi come Cracovia o gli stupendi colori delle foreste in
autunno e, più semplicemente, di divertirmi. Ma soprattutto ho avuto moltissimo tempo
per riflettere e pensare, grazie al fatto che essendo sola nella famiglia erano molto
frequenti i momenti in cui ero costretta a stare con me stessa e quelli in cui dovevo
farcela da sola. Cosa che nel proprio ambiente è raro che accada, si tende troppo spesso
a farsi risolvere i problemi da qualcun altro, come i genitori o gli amici; certo, chiedere
aiuto quando se ne ha bisogno è giusto ma, secondo me, qualche volta è importante
cercare di cavarsela da soli per crearsi una certa indipendenza. Perciò lo scambio mi è
stato utile anche dal punto di vista formativo.
Effettivamente le differenze tre le due nostre città sono parecchie: Milano è più grande
rispetto a Bielsko-Biała, per cui le distanze sono più ampie e sicuramente quando i ragazzi
polacchi verranno a Milano non si potrà uscire tutte le sere poiché nella nostra città ci sono
molti più pericoli. Le nostre case sono decisamente più piccole in confronto alle loro
quindi ci sarà meno privacy; la vita è molto più cara, gli orari dei pasti sono
completamente diversi e molte altre cose. Spero, comunque vivamente, che potremo
trascorrere dei bei momenti anche quando gli amici saranno nostri ospiti.
La III M
Auschwitz
A Venezia con i polacchi