il fenomeno dei contatti dopo la morte

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il fenomeno dei contatti dopo la morte
IL FENOMENO DEI CONTATTI DOPO LA MORTE
La maggior parte dei contatti spontanei dopo la morte avviene nella prima fase
dopo il decesso. Lo scopo del defunto è quello di informare i familiari che è ancora
vivo e che sta bene. I contatti dopo la morte però possono verificarsi anche a distanza
di molti anni. Di solito, questo tipo di incontri con l’aldilà ha durata molto breve,
finchè il defunto non si accomiata per procedere nella propria crescita nell’aldilà.
I contatti dopo la morte sono un fenomeno di massa e dimostrano l’esistenza di
una vita individuale dopo la morte. Incontri di questo tipo vengono riferiti da ben
oltre la metà della popolazione di ciascun paese. La presenza di tali fenomeni è stata
dimostrata più volte da indagini al riguardo.
Molte persone dubitano dell’autenticità di questi fenomeni a causa della loro
natura estremamente sottile. Da una parte, gli interessati sanno che cosa hanno
realmente vissuto, ma d’altra parte dubitano delle proprie percezioni. Ciò vale in
particolar modo per chi non riteneva possibili cose del genere. L’autenticità di un
contatto dopo la morte è riconoscibile dal fatto che non si tratta di un fenomeno che è
possibile evocare attivamente, ma che esso parte sempre da un determinato defunto.
Molte persone non si fidano a parlare delle proprie esperienze con familiari o amici
per paura di essere considerate pazze.
Grazie all’amore e ai nostri pensieri, noi rimaniamo per sempre legati ai
defunti, indipendentemente da dove si trovano. Dopo la morte, possiamo accendere
candele o mettere una foto ed esprimere nel pensiero tutto quello che ancora abbiamo
da dire al defunto. Possiamo chiedergli un segno, pregare per questo, oppure, prima
di andare a dormire, possiamo invitare il defunto a venire a trovarci in sogno.
Tuttavia, non c’è alcuna garanzia di provare un autentico senso di presenza. Chi
vuole informarsi in maniera più dettagliata su questo argomento può leggere il mio
libro Begegnungen mit dem Jenseits (Incontri con l’aldilà).
Nel momento della morte, gli orologi si arrestano nell’istante esatto del
passaggio, oggetti si spostano o quadri cadono dalle pareti, possono esserci
apparizioni oppure si avverte la presenza della persona appena scomparsa.
Moltissime persone raccontano fenomeni simili, come nell’esempio seguente
riferitomi al telefono da una signora: “Mio nonno era gravemente malato da diversi
mesi. Andavo a trovarlo quasi tutti i giorni nella casa di cura e passavo molto tempo
al suo capezzale. Quante volte, nell’andarmene, ho pensato che quella poteva essere
l’ultima volta che lo vedevo! Però non succedeva niente, e per ragioni inesplicabili il
processo del morire si trascinava a lungo. Una notte mi svegliai verso le due e mezzo.
Tutta la mia stanza era rischiarata da una luce strana. Vedevo solo questo chiarore e
avvertito la presenza del nonno. Prima che riuscissi a svegliarmi del tutto, la luce e
quel senso di presenza erano svaniti. In quel momento, seppi che mio nonno era
morto e che era venuto a salutarmi. Chiamai l’infermiera del turno di notte alla casa
di cura ed essa mi confermò che il nonno era morto attorno alle due e mezzo e che lei
stava proprio per telefonarmi”.
Il fenomeno di gran lunga più diffuso è la sensazione della presenza di un
defunto. Insorge un’impressione quasi fisica di vicinanza e l’irradiazione di energia
specifica del commiato viene percepita come reale.
Un’esperienza del genere, così come le altre forme di contatti dopo la morte,
viene vissuta spontaneamente nelle situazioni delle quotidianità anche mentre la
persona in vita non pensa al suo caro defunto. La sensazione di presenza è di natura
sottile, ma al tempo stesso è legata ad amore, calore e protezione.
Una donna mi ha raccontato: “Marianne soffriva per il padre, che era morto in
maniera del tutto inaspettata in seguito a un attacco di cuore. Non riusciva ad
accettarne la morte. Un pomeriggio era seduta in giardino e piangeva. A un tratto
avvertì la presenza del padre avvolgerla con dolcezza. Lui le trasmise telepaticamente
questo pensiero: “Anche se adesso non puoi vedermi, io ti sarò sempre vicino. Io
sono sempre qui per te”. Marianne si sentì al sicuro e sorretta dall’amore emanato dal
padre. Tutta l’esperienza si svolse in un altro stato di coscienza e durò quaranta
secondi. Quindi la sensazione di presenza svanì altrettanto in fretta di quanto era
arrivata. Marianne ne trasse un conforto enorme”.
A volte vi è anche uno scambio di contatti avvertibile a livello fisico,
soprattutto se in precedenza era esistito un rapporto intimo con il defunto. Mi ha
scritto Michael: “Un paio di settimane dopo la morte di mia madre, lei mi raggiunse
in camera mia. Era talmente reale che potevo toccarla. Mi parlò telepaticamente, ma
subito non riuscii a comprendere, tanto ero sorpreso della sua apparizione. Mi disse
che non dovevo preoccuparmi e che ci saremmo rivisti. Quindi mi strinse tra le
braccia e mi posò le mani sulle spalle. E a un tratto sparì. Giuro di aver sentito
fisicamente il contatto delle sue mani nello stato di veglia. Ogni volta che ci ripenso,
avverto il calore e il suo amore”.
Molto diffusa è anche la percezione di odori associati a un particolare defunto.
Questo fenomeno si verifica senza una ragione riconoscibile e senza che sia possibile
individuare la fonte di un determinato aroma. Esso si accompagna sempre a una
sensazione di presenza. …
Altri sentono la voce di un caro defunto. …
Molto diffusi sono anche i sogni di defunti, che si differenziano enormemente
dai sogni in cui si rielabora la quotidianità. Vengono percepiti come incontri reali con
un defunto e non vengono dimenticati. Chi ha avuto un’esperienza del genere ha
l’impressione non soltanto di aver incontrato realmente il defunto, ma anche di aver
vissuto nell’altra realtà. In quei sogni molte persone hanno esperienze extracorporee
da cui ricavano scorci del mondo degli spiriti.
John Edward, u n noto medium americano, scrive di una di queste visione
dell’altro mondo: “Le ho convinte (le sue guide spirituali, N.d.R.) a permettermi di
dare una breve occhiata, e ho constatato che tutto coincideva sostanzialmente con
quanto è stato descritto della natura della nostra esistenza spirituale. Una volta sono
riuscito a vedere l’immagine di una scala, che dall’altra parte per le nostre anime
significa salire ai piani superiori. Un’altra volta mi venne mostrato un campus
universitario: una fila di grossi edifici con immense colonne il più grande dei quali si
chiama “sala del sapere”. Non credo che lo si intendesse in senso letterale, ma che
fosse piuttosto il simbolo di una forma di esistenza in cui il nostro compito è
assolvere un livello dopo l’altro”.
La nostra attuale esistenza fisica non è che un breve soggiorno durante il
viaggio della nostra anima verso i livelli superiori del divino. I sogni ci legano al
mondo dei defunti, come testimoniano moltissime persone. In questi sogni, i defunti
vengono percepiti sempre come sani e integri, come nei momenti migliori della loro
vita. …
Particolarmente frequenti sono anche i fenomeni elettrici di ogni tipo: computer
che si accendono da soli e trasmettono messaggi singolari, luci che si accendono e si
spengono per segnalare la presenza di un defunto, apparecchi elettrici che sembrano
avere vita propria, la radio che si accende come per mano di uno spirito proprio
quando viene trasmessa la canzone preferita di un defunto e cose del genere. In
questo, i defunti ricorrono sempre di più alle possibilità tecniche del nostro tempo.
Ecco due esempi attuali: “Dieci giorni dopo la morte della moglie, Peter ricevette da
le un SMS del tutto inaspettato. Diceva letteralmente: “Noi restiamo insieme, ma io
non ho un indirizzo. Non puoi seguirmi. Rita”. Subito dopo, Peter chiamò la sua
compagnia telefonica per verificare chi gli aveva inviato l’SMS. Si stabilì che non vi
era una fonte terrena di quel messaggio!|”.
Un’infermiera di terapia intensiva mi ha scritto: “Recentemente è stata
ricoverata da noi una paziente di novantotto anni in fase terminale. Aveva un battito
assai debole e stava morendo. Comunicai mentalmente con lei finchè non arrivò sua
nipote che si fermò da lei. Alla fine morì alle due e quaranta, assistita dalla nipote. A
quell’ora ero al centro elaborazione per stampare al computer le richieste di
laboratorio. A un tratto arrivò una segnlazione di errore e nello stesso istante la mia
collega mi informò che l’anziana donna era morta. Il mio problema era che a causa
della segnalazione di errore, non mi era possibile stralciare la paziente. Perciò
chiamai la portineria e seppi che la defunta era già stata stralciata. Nessuno di noi lo
aveva fatto o autorizzato. La mia collega ipotizzò che lo avesse fatto la paziente
stessa. Io mi chieso se in quel modo non abbia voluto ringraziarmi. Per me è
incomprensibile che una donna di novantotto anni abbia potuto comunicare via
computer”.
Per concludere, ricordiamo anche che esistono moltissimi segni simbolici dei
defunti che si ripetono spesso. Importante è il fatto che esista un legame associativo
con il defunto. Tali segni vengono trasmessi in particolar modo per mezzo degli
animali, oppure qualcuno apre “casualmente” un libro che contiene un biglietto di
saluti del defunto. Altri vivono fenomeni naturali in cui per ragioni inspiegabili
appare un arcobaleno in pieno dicembre o cose simili. In particolare, le farfalle sono
il simbolo della risurrezione e della presenza di un defunto.
“Mio marito è morto di cancro il 2 febbraio 2007. Quando fu sepolto, il giorno
9, una delle poche giornate fredde di quell’inverno, la sua salma fu esposta in
municipio durante il servizio funebre. Era una giornata grigia, cupa e piovosa.
Durante la Messa, improvvisamente uscì il sole e un raggio si posò sulla bara. In
quella luce c’era una splendida farfalla bianca che si posò sulla bara e rimase lì fino
alla fine della Messa. Provai un benefico tepore interiore, un senso di protezione, ed
ebbi la certezza che tutto sarebbe andato bene. Anche i miei amici e i miei familiari
provarono la stessa sensazione. Sono molto grata per questo segno della sua
presenza”.