(attuali e future ) e sui percorsi formativi nel settore

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(attuali e future ) e sui percorsi formativi nel settore
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STUDIO E RICERCA SULLE PROFESSIONI
(ATTUALI E FUTUR
FUTURE
E)
E SUI PERCORSI DEL SETTORE MODA:
IL CASO
CASO DELLA LOMBARDIA
SINTESI
A CURA DI GISELLA LANGÉ E MARIO PASQUARIELLO
©2011 MIUR- USR Lombardia – Comenius Regio – Milan-Paris: le Fil de la Mode
Comenius Regio nasce nel quadro del Lifelong Learning Programme e prevede la costituzione di
due consorzi regionali. Lombardia e Île-de-France formano i consorzi del progetto intitolato
Milan-Paris : le Fil de la Mode e finalizzato all’istituzione d’un tavolo di lavoro sui temi della
moda.
L’obiettivo è individuare nuove competenze professionali emergenti, migliorare i profili
attualmente esistenti e immaginarne nuovi. Si tratta, partendo dai mestieri della moda, di
rispondere alle trasformazioni in atto in vari settori professionali e di facilitare l’inserimento dei
giovani nel mondo del lavoro.
Lo Studio/Ricerca costituisce una delle azioni centrali del progetto e permette un’analisi
comparativa tra i percorsi formativi e i canali di inserimento professionale nel settore moda di
entrambe le regioni prese in esame.
La Tavola Rotonda organizzata il 29 novembre 2010 a Palazzo Bagatti-Valsecchi, nel cuore del
quadrilatero della Moda milanese, ha permesso un approfondimento sulle tematiche in oggetto e
un confronto tra i vari attori del mondo imprenditoriale e della scuola, della moda italiana e
francese e delle associazioni di categoria.
Lo Studio/Ricerca delinea lo stato dell’arte della formazione nel settore tessile – abbigliamento
in Lombardia. E’ articolato in tre parti ed è corredato da quattro appendici:
1. Descrizione del settore tessile – abbigliamento : vengono analizzate le specificità
economico-produttive del tessuto imprenditoriale della nostra regione.
2. Analisi dei percorsi formativi e relativi profili professionali : viene descritta la
complessità dell’offerta formativa pre-diploma e post-diploma presente nella regione.
3. Riflessione sull’offerta formativa e bisogni : viene evidenziata l’importanza di adeguare i
percorsi formativi ai bisogni reali delle aziende.
4. Appendici : vengono fornite informazioni sui principali istituti di formazione e scuole di
moda esistenti in Lombardia, sulle tipologie formative e sulle professioni cui possono
accedere i giovani.
1. Il settore tessile - abbigliamento
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Gli indicatori economici attribuiscono all’Italia un incontestabile ruolo di primo piano nel
settore : è il secondo esportatore per l’intero settore tessile – abbigliamento dopo la Cina; primo
esportatore di filati e tessuti di lana, secondo esportatore di sete.
L’Italia è non soltanto un importante esportatore in Europa, ma anche un interlocutore
privilegiato per i prodotti del tessile - abbigliamento di India, Cina e Brasile.
Se, a livello nazionale, il settore in oggetto incide in maniera significativa sul PIL, sull’impiego
nell’industria manifatturiera e sul totale delle esportazioni, a livello regionale la Lombardia, che
costituisce un bacino tra i più importanti in termini di distretti industriali, apporta un
contributo non trascurabile.
Per superare la crisi e proiettarsi nell’ottica della ripresa, il settore ha messo e metterà in campo
le sue carte migliori : il know-how, l’integrità di filiera, la flessibilità e la rapidità di produzione.
Alcune province lombarde sono caratterizzate dalla presenza di distretti industriali che
consentono l’individuazione delle specificità locali e delle competenze professionali presenti sul
territorio. Il meta-distretto della moda, di cui Milano è il cuore pulsante, raccoglie gli attori
delle più importanti manifestazioni dedicate alla moda. Le specificità della Lombardia sono tra
l’altro : l’integrità della filiera dell’abbigliamento (filatura, tessitura, rifiniture e produzione), la
produzione tessile, con una specializzazione nel settore serico, senza trascurare la lavorazione
delle fibre innovative, la preparazione di tinture per pellicce, la produzione di accessori moda
quali calzature, calze e collant, e infine la produzione di macchinari tessili.
Il Made in Italy si contraddistingue per qualità, artigianalità e tradizione, nonché per la forte
reattività del sistema produttivo. Tale forza deriva dalla difesa della produzione e, di
conseguenza, dalla tutela delle risorse umane garanti del know-how italiano.
Di qui l’attenzione che sul territorio viene rivolta alla formazione professionale.
2. I percorsi formativi e le professioni del settore mo
moda
da in Lombardia
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L’offerta formativa dell’istruzione secondaria di secondo grado risulta sul territorio alquanto
variegata articolata come segue :
a) il sistema di Istruzione (ordinamento nazionale : scuole statali e paritarie);
b) il sistema, ancora in evoluzione, di Istruzione e Formazione Professionale –IeFP
(ordinamento regionale).
I percorsi di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) preparano alle nuove Qualifiche
Professionali regionali, nate dalla stretta collaborazione tra l’USR e Regione Lombardia, in
conformità con il Repertorio Nazionale delle Qualifiche Professionali e con il Quadro Europeo
delle Qualifiche per l’apprendimento permanente – QEQ (Cadre Européen des Certifications
pour l’éducation et la formation tout au long de la vie – CEC - European Qualifications
Framework for lifelong learning - EQF) del 2008.
Una caratteristica comune al Sistema di Istruzione e a quello dell’IeFP è la tendenza a realizzare,
congiuntamente con le imprese, percorsi formativi volti al conseguimento di competenze che
l’istruzione deve sviluppare e valutare e il mondo del lavoro deve capitalizzare. Tra le tipologie
di questa collaborazione figurano i progetti di alternanza scuola/lavoro e di simulazione
aziendale all’interno delle istituzioni scolastiche e formative.
Da una parte, il sistema di Istruzione (licei, istituti professionali e istituti tecnici) propone corsi
di durata quinquennale al termine dei quali gli allievi sostengono l’Esame di Stato conseguendo
un Diploma.
Dall’altra parte, il sistema di Istruzione e Formazione Professionale regionale, articolato in 15
aree professionali, propone percorsi che permettono di ottenere la Qualifica di Operatore al
termine di un triennio e il Diploma di Tecnico al termine di un quarto anno. L’allievo può
proseguire per un quinto anno la propria formazione e sostenere un Esame di Stato per
conseguire un diploma che dia accesso alle Facoltà Universitarie.
Una ulteriore possibilità, ancora in via di definizione, sarà costituita dalla formazione postdiploma non accademica : gli ITS (Istituti Tecnici Superiori) proporranno formazioni della
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durata di due anni e si affiancheranno ai già esistenti corsi IFTS (Istruzione e Formazione
Tecnica Superiore) della durata di un anno, programmati dalla Regione ed erogati da
Associazioni Temporanee di Scopo (ATS) tra Università, aziende, scuole secondarie di secondo
grado, ITS ed enti locali.
Nella Regione Lombardia 45 Istituti pubblici, paritari e privati propongono più di 240 corsi di
formazione nel settore della moda di varie tipologie pre e post-diploma.
Le formazioni più rappresentate sono stilista/designer, sarto/modellista, addetto marketing
/comunicazione e operatore tessile.
Esistono inoltre enti esterni alla formazione che tuttavia, per statuto e finalità, rivestono
inevitabilmente un ruolo significativo anche in questo campo: i “poli formativi”, nati intorno ad
uno specifico settore produttivo, e le fondazioni.
3. Riflessioni sull’offerta formativa e i bisogni attuali e futuri delle aziende
Per poter focalizzare le diverse problematiche relative ai vari aspetti della formazione e
avanzare ipotesi di soluzione, è stato necessario fare un elenco dei principali profili professionali
della moda : dal modellista, trait d’union tra il design e il prodotto finito, che sviluppa l’idea
dello stilista, al lavoro del sarto che realizza l’abito e lo cuce, per giungere allo stylist, senza però
dimenticare le professioni meno incentrate sulla confezione dell’abito ma altrettanto
significative della filiera, quali il product manager, il buyer, il responsabile marketing, il brand
manager, il grafico, il merchandiser e il visual merchandiser.
Italia e Francia sono i capofila europei del settore : ciò è dovuto all’alta qualità dell’artigianato
che deriva dalla creatività e dall’esperienza, frutto di tradizioni che vanno tutelate poiché
costituiscono le specificità di questi paesi e la migliore garanzia per il futuro. Basti pensare al
ricamo, alla sartoria uomo, alla conceria e pelletteria e così via, alti valori di cultura e tradizione
che la scuola ha il compito di trasmettere. Sono infatti le competenze tecniche ad essere le più
richieste nel settore tessile - abbigliamento e in particolare i profili di sarto che rischiano di
scomparire del tutto.
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Secondo le interviste raccolte presso gli istituti e le aziende, si potrebbe affermare che lo
squilibrio esistente tra la domanda e l’offerta d’impiego nel settore è dovuto a quello che è stato
ripetutamente definito come un «vuoto» nella formazione. Le aziende trovano che gli stage e i
tirocini pratici abbiano una durata troppo limitata per poter garantire la giusta collocazione
dello studente e l’adeguata tipologia dei compiti assegnatigli. A questo si aggiunge un’altra
criticità che riguarda l’informazione e l’orientamento dello studente. La mancanza di
motivazione e volontà a puntare su professioni tecniche che richiedono un lungo periodo di
formazione, registrata da istituti e aziende, è senz’altro dovuta alla scarsa conoscenza della
ricchezza di profili professionali che offre il mondo della moda. La maggior parte degli studenti
continua ad ambire al ruolo di stilista, a scapito di tante altre professioni poco note che invece
aprono a maggiori opportunità di impiego.
Nel frattempo emergono nuovi sbocchi professionali. L’uso sempre più corrente delle nuove
tecnologie come Internet ha investito anche il settore tessile - abbigliamento che registra un
vero e proprio boom delle professioni dell’e-commerce.
Le competenze che afferiscono alle professioni del management e della produzione sono
anch’esse sempre più richieste per effetto dell’evoluzione delle aziende e della loro
internazionalizzazione. In questo campo le competenze linguistiche e informatiche sono
essenziali per adattarsi alle nuove tecniche di comunicazione e alle nuove realtà di mercato.
Se da un lato si osserva, tanto nelle grandi case di moda quanto nei piccoli laboratori di
confezione, la tendenza ad un ritorno al “su misura” in risposta alla crescente domanda dei
consumatori, dall’altro nuove professionalità come il personal shopper, il wedding planner o
ancora il cool hunter hanno fatto il loro ingresso tra i mestieri della moda.
Mettersi in proprio resta sempre una valida alternativa per i giovani diplomati che faticano a
trovare un impiego alla fine della loro formazione. Per chi intende avviare una attività
produttiva e/o di fornitura di servizi, esistono a livello nazionale e regionale varie iniziative che
hanno lo scopo di sostenere i giovani nell’imprenditorialità.
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