5 dicembre 2011 COMUNICATO STAMPA E` uscito un

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5 dicembre 2011 COMUNICATO STAMPA E` uscito un
5 dicembre 2011
COMUNICATO STAMPA
E’ uscito un supplemento di Libro Aperto: si tratta di un nuovo volume che prosegue nel
documentare l’opera dei massimi esponenti del liberalismo democratico italiano che
furono ai vertici dello Stato dopo l’Unità nazionale. Negli anni scorsi erano apparsi tre
volumi dedicati a Camillo Cavour: “I verbali dei Governi Cavour”, “Scritti economici” e
“Scritti e discorsi politici”. E’ stato anche pubblicato uno dei “Best Seller” di Massimo
D’Azeglio “Degli ultimi casi di Romagna” e “I partiti politici e la ingerenza loro nella
giustizia e nell’amministrazione” di Marco Minghetti. Ora è la volta del successore di
Cavour alla Presidenza del Consiglio, il “Barone di ferro” Bettino Ricasoli. Ne viene
presentata una scelta di lettere e diari che tratteggia un compiuto ritratto dello statista, del
patriota, dell’uomo privato: un uomo capace di amministrare con eguale accortezza e
profonda onestà il patrimonio pubblico come quello proprio, un liberale puro, un acceso
sostenitore della libertà anche per la Chiesa.
Si tratta di un volume di 112 pagine curato da Pierluigi Barrotta, Marco Bertoncini e Aldo
G. Ricci.
Di Ricasoli e di quella generazione di statisti risorgimentali, Benedetto Croce, nella sua
“Storia d’Italia dal 1871 al 1915” ha scritto fra l’altro che erano “… esemplari per la
purezza del loro amore di patria che era amore della virtù, per la serietà e dignità del loro
abito di vita, per l’interezza del loro disinteresse, per il vigore dell’animo e della mente,
per la disciplina religiosa che s’erano data sin da giovani e serbarono costante: il Ricasoli,
il Lamarmora, il Lanza, il Sella, il Minghetti, lo Spaventa e gli altri di loro minori ma da
loro non discordi, componenti un’aristocrazia spirituale, galantuomini e gentiluomini di
piena lealtà. Gli atti loro, le parole che ci hanno lasciate scritte, sono fonti perenni di
educazione morale e civile, e ci ammoniscono e ci confortano e ci fanno a volte arrossire;
sicchè deve dirsi che, se cadde dalleloro mani il fuggevole potere del governo, hanno pur
conservato il duraturo potere di governarci interiormente, che è di ogni vita bene spesa ed
entrata nel pantheon delle grandezze nazionali”.
Si noti – aggiungeva Benedetto Croce – come il primo nell’enumerazione sia proprio
Bettino Ricasoli, il “Barone di ferro”, l’immediato successore di Cavour, l’uomo che
seppe recare la Toscana nell’Italia unita e che dello stesso Gran Conte raccolse per primo
la difficile eredità.