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Il Romanico,
ripasso
Movimento artistico sviluppatosi in Francia nella seconda metà del sec. XIX, l'impressionismo è teso a rendere più
libera la sensibilità dell'artista in opposizione all'arte accademica.
Se volessimo attribuire una data precisa di inizio al movimento impressionista dovremmo scegliere quella del 15
Aprile del 1874, quando, a Parigi, alcuni giovani artisti, le cui opere erano state rifiutate ripetutamente dalle
principali e prestigiose esposizioni ufficiali, i Salons, decisero di organizzare una mostra alternativa dei loro lavori.
Organizzata nello studio fotografico di Felix Nadar, vennero esposte più di 200 opere con la partecipazione di 30
artisti tra i quali ricordiamo nomi poi divenuti celeberrimi di Claude Monet, Edouard Manet, Alfred Sisley, Paul
Cézanne, Auguste Renoir ed Edgar Degas. La mostra si risolse però, in un vero fallimento. L'unica nota positiva fu
che, il gruppo, da tale esposizione, ebbe alfine il nome con il quale sarebbe poi passata alla storia. Venne definita
“La Exposition Impressioniste” dal critico Leroy, che coniò questo neologismo di tono dispregiativo dal titolo di un
quadro di Monet, in cui era rappresentata una città marittima francese, che l’autore battezzò : “Impressione: sole
nascente”.
La breve stagione impressionistica si concluse nel 1866, anno dell'ottava ed ultima esposizione.
Che l'impressionismo non fosse un movimento destinato a durare a lungo, del resto, era chiaro fin dall'inizio, stanti i
suoi presupposti. Tutti gli artisti del gruppo ne avevano consapevolezza, poiché ognuno di loro imprimeva nelle
proprie opere qualcosa di profondamente personale e soggettivo, rendendole interessanti non tanto per quel che
raccontavano ma per come lo raccontavano, rifiutando al tempo stesso una linea tematica comune.
L'impressionismo, infatti, si sviluppa in modo completamente differente e per certi versi anomalo rispetto a tutti i
movimenti artistici precedenti:
-in primo luogo è privo di una base culturale omogenea, in quanto i vari aderenti provenivano da esperienze
artistiche e da realtà sociali differenti, alle quali non rinunciavano nell'aderire al movimento. Ne deriva
inevitabilmente una disorganizzazione e un'aggregazione spontanea senza manifesti o teorie che ne spiegassero
le tematiche e le finalità
-se a metà dell’800 in Francia ed in Europa in generale, era diffusa la pittura di derivazione neoclassica, i pittori
impressionisti, accomunati dallo stesso desiderio di rompere con gli schemi accademici, rifiutavano sia i temi
storici, che quelli fantastici e romantici, preferendo l'immediata rappresentazione della realtà
-sebbene già il Realismo intraprendesse una pittura che rispecchiava la realtà, perchè davanti alle condizioni di vita
misere e depravate dei ceti popolari più bassi il pittore non sembra potersi più nascondere, fuggendo nel mondo
incantato della mitologia o dello storicismo romantico, tale esigenza negli impressionisti viene meno e sostituita da
un diverso modo di porsi con la realtà stessa.
Nel momento in cui l'artista dipinge non rappresenta più la realtà ma le sensazioni che essa suscita dentro di lui. È
per questo motivo che egli deve essere il più rapido possibile nell'esucuzione, al fine di evitare che le condizioni
che determinano in lui tali sensazioni vengano meno. Motivo per il quale era indispensabile lavorare all'aria aperta (
en plain air) rifiutando pertanto gli atelier, entro cui si rifugiavano i pittori accademici Cio' che più conta in ogni
rappresentazione è dunque l'impressione che un determinato stimolo suscita nell'artista il quale, partendo dalle
proprie sensazioni, opera una sintesi sistematicamente tesa ad eliminare il superfluo per arrivare a cogliere la
sostanza delle cose e delle situazioni, che sono l'espressione di una giustapposizione di varie pennellate ,rapide
per veloci tocchi virgolati, per trattini, e per morbide picchiettature, di colore puro, tendenti a darci l'idea
complessiva del soggetto, più che a descrivercelo minuziosomante. Nella trasposizione della realtà sulla tela nulla
potrà più essere definito con un disegno netto e meticoloso o con linee che contornano gli oggetti definendo i
volumi.
(Già in precedenza alcuni pittori (Scuola di Barbizon) avevano studiato dal vero la varietà dei fenomeni naturali, i
giochi di luce, il cambio delle stagioni, ma era uno studio realizzato attraverso degli schizzi, degli studi preliminari,
che servivano per dipingere l’opera definitiva in studio).
Il colore, che diventa la componente espressiva principale, verrà privato di forti contrasti chiaroscurali e si risolverà
nei semplicei accostamenti di colori puri, dissolvendo il colore locale.
La luce, è oggetto di molti studi perchè è il fattore che ralmente determina in noi la percezione dei vari colori. Il
colore, infatti, ci appare più o meno scuro in relazione alla quantità di luce che lo colpisce in aggiunta alla presenza
,o meno, di altre tonalità che ne esaltino o smorzino la vivacità. L'estrema variabilità dei colori è l'espressione della
molteplice natura delle sensazioni.
I temi preferiti erano i paesaggi, i ritratti, le nature morte, i bar, le scene di vita quotidiana; e prediligevano la
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rappresentazione di foglie, acqua, nubi o fumo, perchè erano elementi in cui più si manifesta il tremore della luce
e del senso di mobilità delle cose, per la quale la realtà è soggetta a un'evoluzione continua e non costituisce uno
stato definitivo e acquisito ma, al contrario, un continuo e fantastico divenire
Gli Impressionisti lavoravano in stretto rapporto con la fotografia, invenzione del secolo, soprattutto nel taglio
dell’inquadratura. La conoscenza e l’uso della fotografia suggeriscono inquadrature rivoluzionarie: alto, basso, e
diagonale, portando lo spazio oltre i limiti della cornice, dando l’illusione della continuità della scena.
All'affermarsi delle teorie impresionistiche, infine, non è stata estranea anche la diffusionel a partire dalla seconda
metà dell'Ottocento, delle stampre giapponesi.
EDUARD MANET
(1832-1883)
vita:
Nasce a Parigi il 25 Gennaio 1832 da una famiglia benestante. Personaggio colto e frequentatore della vita
intellettuale parigina, fu il protagonista di una rivoluzione pittorica di vastissima portata: dalle sue opere Le
déjeuner sur l'herbe e Olympia si suole infatti datare l'inizio dell'arte moderna. Figlio di un alto magistrato, la
sua vocazione artistica incontrò la viva resistenza della famiglia, tanto che a sedici anni lo fece imbarcare su
un mercantile, compiendo un lungo viaggio nei Mari del Sud.
Al suo ritorno, però alla famiglia non resta che assecondare la passione di Eduard, visto lo scarso interesse
per la vita di bordo.
Negli anni successivi al 1874 inizia a soffrire di frequenti crisi depressive e, a partire dal 1878, appaiono i
primi sintomi di atassìa, una progressiva e dolorosa paralisi degli arti inferiori dovuti all'evoluzione maligna
della sifilide. Nonostante questo Manet continua a dipingere senza posa fono alla morte, avvenuta nel 1883.
Formazione artistica:
→ incomincia nel 1850 presso Thomas Couture, un pittore accademico allora molto quotato.il giovane allievo
però mostra ben presto una forte insofferenza per l'arte del maestro tanto che ne 1856 ne lascia l'atelier per
intraprendere viaggi di studio, fondamentali per la sua formazione.
→ ammira soprattutto i grandi coloristi del passato: da Tiziano a Rembrandt, da Tintoretto a Velasquez.
e per i contemporanei invece, la sua attenzione si sofferma soprattutto su Delacroix, al fine di studiarne e
comprenderne meglio la tecnica dei colori
→ nello stesso 1856 aprì il proprio studio e cominciò a formarsi uno stile personale.
Nel 1861 conosce Degas con il quale stringe una profonda amicizia, che costituirà il nucleo fondamentale
attorno al quale si aggregheranno i giovani artisti frequentatori del Cafè Guerbois.
→ negli anni successivi, realizza anche i primi quadri en plain air, ma nonostante la fama ormai raggiunta gli
consenta di vendere alcuni suoi dipinti anche a cifre elevate, deve sempre combattere contro le giurie
accademiche dei Salons che alternativamente ammettono ma, soprattuto, rifiutano le sue nuove opere. Ma
Napoleone III, con una decisione del tutto inaspettata, decretò l’apertura di un Salon de Refusés, dove gli
artisti potevano mostrare, facoltativamente, le opere rifiutate dalla giuria. Nonostante non volesse essere
considerato un rivoluzionario, partecipò all’esposizione con il famoso 'Colazione sull‘erba' che suscitò enorme
scandalo, sia per il soggetto, francamente moderno, sia per la rivoluzionaria tecnica pittorica.
Nonostante gli insuccessi, continuò imperterrito la strada intrapresa, portando a termine un nudo femminile
destinato a diventare uno dei nudi più celebrati dell'arte: l'”Olympia”
→ dal 1874 Manet si avvicinò alle convinzioni degli impressionisti, frequentò il gruppo assiduamente e
partecipò alla loro prima esposizione allestita presso lo studio parigino del fotografo Nadar.
Nel 1882, finalmente, una sua opera fu ammessa in un Salon ufficiale: Il bar delle Folies-Bergeres, ultima
realizzazione importante dell'artista.
Manet pur non avendo lasciato una scuola ne' degli allievi, aveva comunque aperto la strada alla pittura
contemporanea.
Elementi caratterizzanti della sua pittura (in sintesi. la analizzeremo meglio nelle diverse opere)
-amore realistico per il quotidiano
-gusto per la natura morta
-dipinge ciò che si vede, senza idealizzare i protagonisti e senza disegni preparatori.
-uso di colori piatti, senza fluidità e chiaroscuro, ai quali sostituisce ampie zone di colore uniforme, accostate
e contrastanti, stesi con pennellate veloci, giustapponendo colori caldi e fredd
(ciò destò forti critiche. E verrà accusato di non sapere modellare i corpi con il chiaroscuro e di usare i colori
in modo primitivo e pasticciato)
Dopo aver approfondito a lungo opere che appartenevano:
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-alla cultura 500entsca, quindi Rinascimentale,
-agli antichi coloristi della pittura tonale veneta il cui promotore è Giorgione seguito da Tiziano
-a coloristi spagnoli del passato quali, Velasquez e Goya e al francese Delacroix
Manet dipinse la 'colazione sull'erba'.
1863 - Olio su tela, 208 x 264 cm
Parigi, Musèe d’Orsay
Composizione:
In primo piano, due uomini conversano accanto a una
donna nuda, mentre un’altra donna, in secondo piano, si
bagna in un ruscello. Le figure sono disposte a piramide, e
spiccano per via dei nitidi contrasti cromatici con cui è
composto il quadro. Il ridotto senso di profondità è dato
anche dalla sovrapposizione per piani paralleli degli alberi e
dei cespugli. Altri elementi in evidenza sono la natura morta
in primo piano, con la colazione che giace sull’erba.
Caratteristiche:
il linguaggio non è propriamente impressionistico perchè la
luce non è naturale e non c'è fusione con il paesaggio.
Mentre il crudo Realismo è rappresentato daI signori in primo piano che indossano i vestiti alla moda
francese dell’epoca, con bastone in mano, cravatta e berretto nero. Il pittore usa come modelli il cognato ed
un suo amico scultore olandese. La fanciulla nuda è la modella prediletta di Manet, Victorine Meurent, e non
mostra nessun interesse verso i due giovani protagonisti. Il suo sguardo è rivolto verso lo spettatore, che ne
rimane quasi intimidito.
Realizzazione, aspirazione e critiche:
Il quadro è tra i più noti, se non il più famoso in assoluto, e inizialmente intitolato “Il Bagno” fu esposto al
Salon des refusés proprio per le massicce critiche che arrivarono dai sostenitori della tradizione, mosse
→ per il soggetto, definito sconveniente dallo stesso Napoleone III, e dalla Parigi benestante che rimase
indignata per il crudo realismo con il quale l'artista aveva realizzato il nudo femminile, spoglio di quelle
allusioni simboliche e quei canoni mitologici, che erano i soli a consentire la realzzazioni di nudi femminili.
Assenti nelllo sguardo della ragazza, volto allo spettatore che non mostra nussun interesse verso i due
giovani.
L'aspirazione classica, nella citazione del lnguaggio accademico attraverso il nudo, il ritratto e la natura morta,
non limita la critica solamente al soggetto, per il quale posò Victoure Maurent, la modella preferita, ma cio'
che disturba così tanto il pibblico è , soprattuto,
→ la tecnica esecutiva messa abbondantemente in ridicolo.
Si accusava, infatti, Manet di non aver saputo usare ne' la prospettiva ne' il chiaroscuro, cioè i due strumenti
principali dei quali ciascun pittore avrebbe dovuto servirsi per considerarsi tale. Alla tradizionale fluidità del
colore e ai i passaggi chiaroscurali, sostituisce ampie zone di colore uniforme, accostate e contrastanti, stesi
con pennellate veloci, giustapponendo colori caldi e freddi, mentre lo sfondo è appena accennato da macchie
di colore. Ciò determina un’impressione di assenza di volume e consistenza.
L’obbiettivo di Manet è dipingere ciò che si vede, senza idealizzare i protagonisti e senza disegni preparatori.
Il contrasto tra i colori dona al dipinto un’atmosfera squillante e fresca, rendendo Manet un pittore di
sensazioni, e non di allegorie o personaggi. Non c’è più distinzione tra i corpi solidi e lo spazio che li contiene:
nell’immagine non vi sono elementi positivo o negativi, tutto si da alla vista mediante il colore. Figure e spazio
formano perciò un contesto solo.
Nella realizzazione del dipinto Manet concorrona anche esempi rinascimentali. Il tema trattato è dunque la
conversazione già affrontato soprattutto da Tiziano ne 'Concerto campestre' e da Raffaelloi nel 'Giudizio di
Paride' .L'utilizzo di queste opere per lo studio dell'equilibrio compositivo lo portarono alla trasformazione del
suo quadro in 'colazione sull'erba'
a sucitare ulteriori scandali è la presentazione di 'olympia' al Salon del 1865, con la quale Manet torna
alla ribalta artistica Parigina riaffermandosi portavoce indiscusso dell'antiaccademismo.
1863 - Olio su tela, 130 x 190
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- Parigi, Musèe d’Orsay
composizione
rappresenta un nudo femminile semidisteso su un letto
disfatto, La protagonista è al centro e la luce è puntata su
di lei. In secondo piano è dipinta una donna di colore
che regge il mazzo variopinto di fiori, Sul lato destro in
fondo al letto compare un gatto nero,
caratteristiche e tecnica esecutiva:
Da un punto di vista formale si può notare come Manet
prediliga una visione tendenzialmente priva di profondità,
dove il senso della prospettiva è dato dagli accostamenti
di colore, piuttosto che dal disegno, così come i volumi
dei corpi. Le forme sono ampie, rotondeggianti e
appiattite per via dei colori e del nitore dei contorni scuri
che rinviano alle stampe giapponesi dove dominavano le tinte piatte. L’attenzione, che Manet rivolge ai colori
ricorda anche la pittura fiamminga.
Il quadro è costruito sul contrasto netto tra tinte chiare e scure, come il color avorio della pelle di Olympia che
si staglia sullo sfondo scuro, o l'opposizione cromatica tra la veste rosata della serva e il colore scuro della
sua pelle. I colori freddi sono accostati a quelli caldi, come nel bouquet di fiori dalle tinte bianche, azzurre e
rosse,rappresentato con una tecnica già del tutto impressionista. Infatti, è costruito su macchie indefinite di
colore, stese con rapide e piccole pennellate. Solo osservato in lontananza, il mazzo acquista un grande
effetto realistico. Il realismo continua poi a percorrere Il corpo sgraziato della ragazza, per la quale posò
anche Victorine Maurent, che appare privo delle morbide sinuosità con le quali i pittori accademici
caratterizavano i nudi femminili di eroine storiche o dee della mitologia. Questo un realismo quotidiano,
ritenuto non degno di una rappresentazione artistica. Molti sono infatti iparticolari che concorrono a creare
nello spettatore un vago senso di disagio, suscitanto così l'effetto esattamente opposto che l'arte accademica
se prefiggeva.
La cruda nudità della ragazza viene sottolineata ulteriormente dal nastrino rosso al collo, mentre lo sguardo è
quasi di sfida e la mano sinistra premuta sul ventre.
Aspirazione, simbologia e critiche:
riprendendo l’impostazione generale della Venere di Urbino di Tiziano. Ma, se, agli occhi dei suoi
contemporanei, il nudo di Tiziano rappresentava una bellezza dolce e pudica, vista all'interno di un palazzo
rinascimentale, l'Olympia si impone schietta e glaciale in un ambiente simile a quello di una casa di
tolleranza. Infatti, è il ritratto di una prostituta, come suggeriscono alcuni elementi rappresentati nella scena: il
mazzo di fiori di uno spasimante, il nastrino nei capelli, i bracciali, le scarpe col tacco, ma anche lo stesso
nome “Olympia”, usato da donne di facili costumi.
Infatti, lo scandalo fu, anche in questo caso, duplice. In primo luogo si criticò la scelta del soggetto, da tutti
ritenuto volgare e sconveniente in quanto si trattava di una prostituta rappresentata, come qualcuno malignò,
sul posto di lavoro. In secondo luogo, poi, si torno ad attaccare la tecnica pittorica di Manet accusandolo di
non sapere modellare i corpi con il chiaroscuro e di usare i colori in modo primitivo e pasticciato .
Infine Il gatto nero probabilmente rappresenta la libertà,
l’emancipazione che la donna iniziava ad ottenere in quegli
anni, a differenza del cagnolino nella Venere di Urbino di
Tiziano, simbolo di fedeltà
l'ultimo dipinto al quale lavora Monet è 'il bar delle
Folies-Bergeres', accettato al Salon del 1882, l'anno
precedente alla precoce morte dell'artista.
1881/1882- Olio su tela, 96x130 cm
- Londra, Courtauld Institute of Art
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composizione
una donna in primo piano è la cameriera che fissa l'osservatore con occhi mest, alle cui spalle troviamo un
grande specchio. È proprio attraverso quello specchio che Manet riesce a mostrarci anche il vasto salone
delle Folies-Bergeres, un locale molto alla moda tra la borghesia parigina del tempo, gremito di dame
inguantate e gentiluominicon la tuba.
Tecnica esecutiva e caratteristiche ricorrenti
in esso sono ripresi tutti gli elementi caratterizzanti della sua pittura:
-dall'amore realistico per il quotidiano (la cameriera biondiccia e l'avventore che si riflette nello specchio alle
sue spalle)
-al gusto per la natura morta (le bottiglie, la fruttiera di cristallo e il bicchiere con le rose)
- rapidi tocchi di colore che osservati da vicino paiono frantumarsi in unaccostamento senza senso, ma
ossewrvati alla giusta distanza ricostruiscono non solo la descrizione della sala gremita di dame inguantate e
gentiluominicon la tuba, anche la sua atmosfera chiassosa, inondata dalla luce dei grandi lampadari
-l'immiedatezza della visione, la chiarezza della luce e la semplicità disincantata del soggetto
-dall'uso dei colori piatti e sesenza chiaroscuro alla suggestione delle luci riflesse nel grande specchio dietro
al bancone
con quest'ultimo quadro Manet diventa definitivamenteil punto di riferimento per l'intera generazione degli
Impresionisti, ma anche per le generazioni successive che a lui devono il coraggio di aver spezzato
finalmente il predominio della pittura accademica aprendo la strada alla pittura delle emozioni e della libertà
espressiva.
EDGAR DEGAS
vita
Nasce il 19 Luglio 1834 da una ricca e nobile famiglia all'interno della quale trascorre una fanciullezza e
una prima gioventù tranquille e agiate. Il padre , un banchiere di origini napoletana è un uomo di raffinata
cultura e sotto la sua guid Degas comincia a frequentare il Museo del Louvre.negli anni successivi
Intraprende viaggi di studio fin Italia fondamentali per la sua formazione artistica. Dal 1874, in seguito
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alla morte del padre,gli affari di famiglia subiscono un grave crollo al quale Degas si sente in dovere di
far fronte e, per la prima volta è costretto come gli altri Impressionisti a dipingere per vivere. Proprio in
questo periodo infatti si sviluppa la concezione del pittore come imprenditore di se' stesso. Non ha più la
fortuna di lavorare nelle corti e vive della vendita delle proprie opere. Degas, fortunatamentre riesce a
creare un genere pittorico che viene apprezzato dalla moda francese , per cui creerà molte copie delle
sue opere che avranno una fama notevole.morì il 27 Settembre 1917.
formazione artistica
→ comincia a frequentare il Museo del Louvre, sotto la guida del padre, ove ammira soprattutto i grandi
del Rinascimento italiano. La scelta quindi di intraprendere la carriera artistica è subito assecondata dal
padre.
→ la prima formazione pittorica avviene in ambiente accademico e il suo principale punto di riferimentoè
rappresentato inizialmente da Ingres, del quale ammira soprattutto la straordinaria purezza del disegno.
→ la scuola delle Belle Arti non fa per lui e dopo appena sei mesi ne abbandona la frequenza per
intraprendere lunghi soggiorni in Italia. L'esperienza italiana gli farà affinare la sua formazione artistica
con lo studio dei grandi del Rinascimento, cercando, soprattutto il colorismo del Veronese.
→ tornato a Parigi continua lo studio dei classiciai quali aggiunge il romantico Delacroix
→ nonostante la propaganda degli impressionisti, rimase sempre convinto assertore del disegnoe anche
della pittura atelier come prescritto dalla tradizione accademica.secondo l'artista infatti anche
l'impressione di un istante è così complessa che l'immediatezza della pittura en plain air non può che
coglierla in modo riduttivo e superficiale. Ciò che però lo rendeva vincolato da un lato all'Impressionismo
era la scelta del tema del tutto reale e attuale e il taglio compositivo. Negli anni Sessanta infatti la sua
pittura, pur rimanendo, da un lato, sempre fedele agli ideali ldel disegno e del lavoro in atelier, si
caratterizza sempre più in senso realistico. Ciò significa, in Degas, rappresentare le cose e i personaggi
come li conosciamo per averli visti tante volte in diversi contesti, più che per come ci appaiono a prima
vista. Per tanto la natura di Degas non è mai quella immediatamente derivante dalla sensazione visiva,
ma il frutto complesso di studi, riflessioni e accomodamenti successivi.
→a partire dal 1874, quando è costretto a vivere della vendita delle sue opere, a fronte di una grave
crisi economica che coinvolge tutta quanta la famiglia , inizia a lavorare sul tema delle ballerine, un
soggetto che a lui- frequentatore da sempre di opere, balletti e spettacoli tatrali- era estremamente
congeniale per trovare un discreto successo tra i collezionisti.
→ infine il decennio tra il 1880 e il 1893 segna il massimo periodo di notorietà dell'artista, il quale,
organizzando e partecipando attivamente alle mostre impresioniste, persiste nel definirsi 'relista'
piuttosto che 'impressionista'.
Elementi caratterizzanti della sua pittura
- linguaggio estremamente fotografico, nella scelta dell'inquadratura diagonale
- scelta di temi del tutto realistici e attuali
-apparente spontaneità della rappresentazione pittorica, ma che, in realtà, presuppone uno studio attento e
rigoroso della vita reale che si compone di una rappresentazione di soggetti visti più volte e in vari contesti,
più che che per come ci appaiono a prima vista.
- giochi di luce e colori
Il primo dei grandi dipinti appartenenti alla serie delle ballerine, che dipinge in qualità di frequentatore di opere
e balletti, che trova nel contempo un discreto successo tra i collezionisti, e che gli consente di saldare il debito
economico che aggravava la famiglia, è 'la lezione di ballo'. Che rappresenta, dunque, in maniera
emblematica il suo ’interesse e il modo di dipingere il mondo del balletto. Un mondo visto non soltanto nello
splendore dello spettacolo e nel movimento della danza, ma anche nei lunghi momenti che precedono e che
preparano lo spettacolo.
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1873 - 1875 - Olio su tela, 85 x 75 cm
- Parigi, Musèe d’Orsay
composizione
rappresenta il momento in cui la ballerina sta provando
dei passi di danza sotto l'occhio vigile del maestro
mentre le altre ragazze disposte in semicerchio,
osservano e attendono il proprio turno di prova.
L'atmosfera è più rilassata e informale. L'autore si
sofferma sul finire della lezione dela maestro che ferma
l'azione.
caratteristiche
-il taglio che Degas impone al dipinto è essenzialmente
diagonale, di tipo fotografico e, come in un'istante le
figure risultano uscire dall'iquadrtura. Cio' suggerirebbe
una pittura di getto, atta a cogliere l'impressione di un
momento. Nulla di più falso e gli stessi tempi di realizzazione- tre anni- come in raltà, dietro ci sia un lungo
studio della realtà tanto è vero che per arrivare alla conclusione del desegno fece molti schizzi preparatori.
A testimonianza di ciò anche i gesti delle ballerine sono indagati con attenzione (c'è quella con il fiocco giallo
sul pianoforte che si sta grattando la schiena, eulla di spalle con il fiocco rossosta facendosi aria con il
ventaglio...e via dicendo). inoltre cogliere questi aspetti marginali ma significativi è una scelta precisa
dell'artista, che denota il suo personale modo di porsi di fronte ai personaggi, seconcondo quanto lui stesso
amava dire “ come se si guardasse dal buco della serratura”. Non bisogna dunque farsi vedere, per cogliere
la spontaneità dei personaggi.
- ricostruisce l'atmosfera della sala con garbo e raffinatezza , inserendo le fanciulle in una luce morbida che
attenua le già eleganti movenze.
- il quieto Realismo presente nel quadro, (oltre alla scelta del soggetto) è sottolineato dal disegno prospettico
del pavimento.
- si trova in opposizione alle tecniche Impressionistiche per non aver rifiutato il disegno.
L'autore riesce così nel difficile intento di far coesistere il rigore formale derivato dall'amore per Ingres e per i
rinascimentali con la realtà in cui il quotidiano s'era sostituito alla mitologia, e le ballerine alle dee.
Degas è un pittore che non ama ne' i paesaggi, ne', di conseguenza
la loro rappresentazione. Le sue ambientazioni, al contrario, fanno
riferimento ai caratteristici interni parigini. Compiendo uno spaccato
della società, il più celebre forse dei dipinti di Degas è
'l'assenzio',un quadro di genere, ambientato in un bar che
diventerà un luogo ripreso da molti artisti successivi, come Manet
nel dipinto il bar delle Folies-Bergeres.
1875 - 1876 - Olio si tela, 92 x 68 cm
− Parigi, Musèe d’Orsay
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composizione
La scena è ambientata nel Café de la Nouvelle Athènes, a Parigi.
Due personaggi, all'apparenza del tutto comuni, sono seduti di fronte ad un tavolino di marmo. La donna
presenta innanzi un bicchierino verdastro di assenzio, l'uomo un bicchiere di vino.
Caratteristiche tecnica esecutiva
I soggetti dipinti in realtà sono amici del pittore e sono degli attori. Ancora una volta la spontaneità è
mascherata da un'apparenza così perfettamente studiata che sembra estremamente realistica.
I due personaggi, stanno a simboleggiare la classe sociale più povera, nelle vesti di una prostituta e di un
barbone. . Dinnanzi alla donna, sul piano di marmo del tavolino, vi è un bicchiere verdastro di assenzio, il
liquore dei poveri, spesso usato anche a scopi farmaceutici che dà il titolo alla composizione; dinnanzi al
barbone vi è invece un bicchiere di vino. I due personaggi, assorti dai loro problemi e inebriati dall'alchool non
si parlano, quasia simboleggiare quanto la solitudine possa renderci etstranei e incapaci di comunicare. La
vera protagonista dell'opera è, infatti, la solitudine.
Ma le complessive caratteristiche fisiche ed espressive vengono utilizzate dal pittore per una vera e propria
denuncia sociale e nei panni di un ottimo osservatore invisibile , che potendo vedere senza essere visto, può
sempre cogliere la spontanea naturalezza di ogni gesto. Anche se iancora una volta tutto è stato previsto e
programmato.
-Spontaneità e Naturalezza dei gesti accentuata, nuovamente, dalla prospettiva obliqua secondo cui sono
disposti i tavolini, quasi come se l'artista volesse introdurci nel locale seguendo il loro allineamento.
- l'atmosfera del locale è pesante come lo stato d'animo dei due avventori, imprigionati in uno spazio squallido
e angusto di cui l'artista ci offre una descrizione impetuosamente realistica.
-significativo è, infine come Degas, stia attento ai giochi di luce e di colore. .
La luce gira attorno alle figure con giochi d’ombra e trasparenze, sui bicchieri e sulla bottiglia, sfruttando i
riflessi dei profili dei personaggi nello specchio posto alle loro spalle, a confermare la profondità dello spazio.

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