Curare l`epicondilite - cooperativa futuro solidale cura prevenzione
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Curare l`epicondilite - cooperativa futuro solidale cura prevenzione
Come si cura l'epicondilite ? A cura del Dott. L’epicondilite laterale o “gomito del tennista” o “tennis elbow” per gli anglosassoni rappresenta un evenienza frequente e molto fastidiosa per chi pratica sport ( specie tennis, golf e scherma ) ma anche in relazione a particolari attività occupazionali o ricreative ( come artigiani, casalinghe, collaboratori domestici, giardinaggio, parrucchieri ecc. ). Il dolore è localizzato alla faccia esterna del gomito e s’irradia di solito distalmente verso l’avambraccio; compare tipicamente nell’eseguire solo determinati movimenti e risente ben poco della terapia con farmaci antinfiammatori. L’epicondilite è dovuta ad un danno a carico dei tendini degli estensori del polso e delle dita a livello della loro inserzione prossimale, cioè sull’epicondilo omerale laterale, da cui deriva appunto il nome. E’ una patologia infiammatoria e degenerativa secondaria ad un singolo trauma o più frequentemente a ripetuti microtraumi locali, con alcuni aspetti che fanno presupporre anche una predisposizione individuale. Colpisce ugualmente maschi e femmine prevalentemente tra i 30 e i 50 anni, più gli atleti dilettanti e amatoriali che professionisti e semiprofessionisti. curare i tra umi sportivi con le onde d'urto te rapia ad onde d'urto per il gomito del tennista La diagnosi è soprattutto clinica anche se esame radiografico e ecografico possono talvolta fornire ulteriori informazioni e indicazioni sulla alterazioni anatomopatologiche locali (edema, calcificazioni, degenerazione o microlesione tendinea ). Altre volte gli esami strumentali possono essere utili a fare diagnosi differenziale con altre patologie come compressioni nervose, cervicobrachialgie, osteondriti ecc. Il trattamento si basa sul riposo attivo, sul controllo del dolore e dell’infiammazione (ghiaccio, antinfiammatori, tutori ). In passato è stato fin troppo abusato di iniezioni locali di cortisonici di cui abbiamo avuto modo di conoscere gli effetti collaterali immediati e ritardati e quindi fortunatamente oggi quasi del tutto abbandonate. Attualmente la possibilità di trattare l’epicondilite con le onde d’urto ha completamente modificato l’approccio a questa malattia, permettendo di solito una rapida attenuaz ione del dolore (in genere dopo 2-3 sedute a distanza di 7-10 giorni) ed una precoce rieducazione funzionale che prevede esercizi di stretching, rinforzo muscolare isometrico ed eccentrico prima e successivamente concentrico, fino al progressivo ritorno alla attività sportiva specifica, con particolare attenzione all’impugnatura e alla corretta esecuzione del gesto atletico. EFFETTI DELLE ONDE D’URTO Incre m ento del m etabolismo e della microcircolazione Ne ovascolarizzazione dei legamenti Dim inuzione della te nsione muscolare cura pe r la tendinite con le onde d'urto Con il progredire della tendinite, il dolore si avverte anche durante l’allenamento ma non fino al punto di non riuscire a correre. In questa fase il dolore è più vivo dopo la corsa e soprattutto alla palpazione del tendine che appare tumefatto e ingrossato. Spesso durante la flesso -estensione della caviglia, si avverte in prossimità del gonfiore, una sensazione di crepitio come quando si calpesta la neve fresca. Successivamente il quadro sintomatologico può degenerare, formandosi lungo il tendine una o più protuberanze in corrispondenza di aree necrotiche, che possono provocare, come già detto, vere e proprie lesioni del tendine. Tendinite: la diagnosi Uno studio ecotomografico e un esame radiografico sono gli strumenti migliori che lo specialista ortopedico richiede per arrivare ad una diagnosi precisa e mirata. L’esame Rx può rivelare presenze di calcificazioni o ossificazioni all'interno del tendine nonché formazioni anomale (spina calcaneare, profilo del calcagno anatomicamente sfavorevole ecc.). Nel caso in cui entrambi gli esami non chiariscono bene il quadro patologico, è bene eseguire una Risonanza magnetica. Nella fase iniziale della tendinite è bene rallentare gli allenamenti, usare un rialzo sul tacco di un paio di cm su entrambe le scarpe anche per camminare, e utilizzare la borsa del ghiaccio per 10-15 minuti più volte al giorno. Nei giorni successivi, se il problema non si risolve, è indicato la terapia. Tendinite: la cura con i farmaci Esistono molti farmaci che possono creare problemi acuti o cronici ai tendini, soprattutto se sono soggetti all'usura sportiva. Primi fra tutti i corticosteroidi (cortisone) che, se assunti in dosi significative per lungo tempo, sclerotizzano i tendini, riducendone l'elasticità. La cosa è nota, ma di solito non preoccupa più di tanto gli sportivi sia perché i corticosteroidi sono considerati doping (e quindi non dovrebbero essere assunti se non per motivi di salute) sia perché un'assunzione occasionale per una determinata patologia non presenta gravi rischi. Purtroppo esistono molti altri farmaci che influenzano negativamente i tendini e alcuni in modo più rapido e più grave degli stessi corticosteroidi: statine, Ciproxin, Betaistina. Tendinite: la terapia con onde d'urto L’onda d’urto stimola il tessuto del paziente a produrre specifici fattori di crescita responsabili dei processi di guarigione. Gli effetti più importanti sono quello antidolorifico, e antinfiammatorio e di un’aumentata vascolarizzazione, inoltre si ha eliminazione dei fibroblasti calcificati, neovascolarizzazione dei legamenti, aumento della produzione di collagene, Incremento del metabolismo e della microcircolazione, aumento dell’eliminazione della sostanza P, diminuzione della tensione muscolare . Per quanto riguarda l’effetto analgesico le onde d'urto modificano l’eccitabilità della membrana cellulare; i nocicettori, non potendo generare così alcun potenziale, impediscono l’insorgenza del dolore.