Excursus storico sulla FIMF
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Excursus storico sulla FIMF
Excursus storico sulla FIMF- XIV N el n. 188-Novembre 1992 troviamo un ampio resoconto del XLI Congresso nazionale, svoltosi, come da programma, il 10 e l’11 Ottobre fra Firenze e Arezzo e onorato dall’annullo postale di cui sopra, frutto della collaborazione fra il Gruppo Modellisti Ferroviari Fiorentini e il Gruppo Fermodellistico Aretino: il secondo nato da pochi mesi e il primo rinato - come l’Araba Fenice - dalle sue ceneri dopo un trentennio di silenzio, per merito preminente di Sergio Ferrari, pur’egli fiorentino, che affrontò con un coraggio incredibile le innumerevoli difficoltà interne ed esterne che si frapponevano alla rinascita - dopo i fasti ormai lontani dell’epoca Bechi - di un Gruppo nato e poi estinto in un ambiente dai rapporti piuttosto rissosi. Inoltre, forse il XLI Congresso avrebbe avuto poca storia senza la collaborazione del Gruppo di Arezzo, giovane e vitale. Un grazie a tutti e due, perché il Congresso Firenze-Arezzo fu proprio un bel Congresso, in barba alla premessa di un vero e proprio diluvio rovesciatosi sui congressisti proprio nella fase iniziale al Deposito del Romito, tanto da costringere la 740.451, giuntavi da poco nientemeno che da Modica in Sicilia e dagli operosi ferrovieri fiorentini rimessa in ordine di marcia, a «ripararsi» sotto una tettoia, come si può vedere nella fotografia in testa alla pagina. Avvertenza: quel che si vede sulla sinistra non è nebbia, ma l’effetto ottico dell’acqua scrosciante. Ma il fatto non scoraggiò i partecipanti, che cominciarono ben presto nella mattina di sabato 10 ad animare con la loro presenza il salone d’ingresso della stazione, ricevendo in omaggio - oltre al materiale informativo - il modello di un carro speciale, offerto dai negozi di Firenze e Scandicci in collaborazione con la Rivarossi. Poi, sulla base del programma, i congressisti si attestarono al binario dove sarebbe giunta un’automotrice loro riservata per la visita al Centro operativo «alta velocità» di Campo Marte e al Deposito di Firenze-Romito; le 80 persone che vi salirono (oggi un numero del genere possiamo solo sognarlo...) si suddivisero in due gruppi, uno diretto al DCO e l’altro al Deposito locomotive. Al Romito, sotto la pioggia battente, solo pochissimi osarono avventurarsi fra i binari: ricompensati, tuttavia, dall’essere i primi a scorgere il fumo e il vapore della 740.451, che poi, con una serie di manovre molto apprezzate dai presenti rifugiati in ripari di fortuna, si avviò alla giratura sulla piattaforma, fotografata più di una star del cinema. Poi i «romiti», ricevuto il cambio da chi aveva visitato il DCO, vi si recarono in massa, accogliendo con vivo interesse l’illustrazione, da parte del funzionario responsabile, dei modernissimi (allora) apparati di sicurezza, che davano ali ai loro propositi di plasticisti. 23 Nel frattempo ci fu l’inaugurazione di una significativa mostra di fermodellismo - allietata dai modelli di molti Maestri e da una dovizia di plastici, di privati e Gruppi, ma anche dei produttori LIMA, Rivarossi, GT, Clementi, Luzietti - nella palazzina di rappresentanza (un tempo detta «reale») della stazione di S. Maria Novella; stessa sede ebbe l’assemblea dei soci FIMF nel pomeriggio, con inizio alle 15,30. Nel discorso di apertura il Presidente Ogliari rievocò fra l’altro il precedente congresso a Firenze nel ben lontano 1963 sotto la brillante «regia» di Gino Bechi e le polemiche suscitate in quell’occasione da coloro che vedevano di malocchio la presenza di «quelli che giocano coi trenini», risolte infine con una vigorosa lettera di Bechi al quotidiano locale, dove egli metteva in luce quanti e svariati interessi in numerosi campi del sapere scientifico dovevano coltivare i diffamati amici delle ferrovie e quali capolavori uscivano dalle loro mani. Ben diversa è oggi la situazione, commentava il Presidente: «quelli che giocavano coi trenini» sono diventati delle persone rispettabili, essendo ormai diffusa l’opinione che l’interesse per le ferrovie e il fermodellismo richiedano un’attività intellettuale impegnativa e insieme divertente. Terminata la sua applaudita relazione e dato per noto il bilancio della FIMF al 31 Dicembre 1991, in quanto pubblicato a suo tempo nel Bollettino FIMF, il socio dott. Di Modica chiedeva alcuni dettagli, cui soddisfece il Tesoriere; dopo di che, il bilancio trovava l’approvazione unanime dei convenuti. Diversi soci presero la parola nella successiva discussione, il cui argomento principale fu una disamina dei motivi per cui non pochi soci di Gruppi affiliati non accettavano l’iscrizione alla FIMF: chi lo trovava nel fatto a sfondo utilitaristico che la FIMF non riusciva ad ottenere dai produttori condizioni di favore per i propri soci, chi nella scarsa informazione ai soci su pregi e difetti dei prodotti modellistici di varia provenienza; chi nella scarsa informazione da parte dei Gruppi affiliati circa le numerose iniziative dei medesimi; chi nello strascico del «giocare coi trenini», non ancora completamente sconfitto; chi nel modo di proselitismo da parte dei Gruppi, che non sanno presentare l’iscrizione al Gruppo come inscindibile dall’iscrizione alla FIMF, come invece era di regola 24 per i Gruppi di Brescia e di Lucca. Il Presidente Ogliari concludeva con una nota ottimistica: se la FIMF non cresceva, tuttavia riusciva a mantenere le posizioni, mentre a sua conoscenza altre associazioni soffrivano di crisi gravissime; ringraziando per le critiche costruttive emerse dalla discussione e ricordando che tutti i soci FIMF diventano automaticamente soci di MOROP senza ripulse, così dovrebbe essere anche tra la FIMF e i Gruppi affiliati. L’assemblea si chiuse, come ormai abituale, con la festosa consegna dei premi ai numerosi soci fedeli (15 o 25 anni di ininterrotta iscrizione alla Federazione). Poi, dopo un altro sguardo alla Mostra, presidiata con assiduità dai soci del Gruppo di Firenze, via per Fiesole su pullman e auto private, dove una ricca ed allegra cena conviviale pose fine alla prima giornata. All’indomani, non proprio all’alba, un veloce treno interregionale portò i congressisti ad Arezzo, nella cui stazione li attendeva sul primo binario la 640.091 (eccola qui sotto), fra lo stupore e l’ammirazione di una vera folla di spettatori affascinati dall’eccezionale spettacolo e gli occhi spalancati di tanti bambini che non stavano nella pelle dalla gioia. Con agili manovre la 640 si portava a tender avanti alla testa di un treno storico (due centoporte e una 1921, tutte ottimamente restaurate nel tradizionale castano/isabella), riempitosi il quale di appassionati viaggiatori, iniziava tra pittoreschi sbuffi di vapore il viaggio per Sinalunga sulla linea della L.F.I., grazie alla disponibilità dell’ing. Di Giacomo, fortunato e molto invidiato proprietario dell’intero convoglio. Sosta nella stazione di Pescaiola per la visita al ben fornito deposito della L.F.I. e poi via per la Val di Chiana, ricca degli smaglianti colori dell’autunno aretino (il Cielo aveva predisposto una giornata limpida e soleggiata, certo per compensare i congressisti dei rovesci della vigilia). A Sinalunga la 640, affatto stanca per la veloce galoppata, si portava all’altro capo del convoglio, e - col tender dietro, stavolta - portava i gitanti a Monte S. Savino per un robusto pranzo idoneo a colmare i vuoti di stomaco. Poi, in un’atmosfera un po’’ malinconica per la prossima fine dell’avventura, si tornava alla stazione di Arezzo, dove il XLI Congresso giungeva alla sua conclusione. All’inizio del Febbraio 1993, giungeva alla FIMF la luttuosa notizia della scomparsa di Gino Bechi, il Presidente dei «tempi eroici» e ideatore e fondatore del nostro periodico. Molti dei soci attuali non ebbero la fortuna di conoscerlo: basti per loro uno stralcio del ricordo comparso proprio sul «suo» periodico: «La sua passione fermodellistica aveva radici familiari: figlio di un ferroviere, fu quasi per via naturale posseduto dal fascino della ferrovia... Grande voce (fu un baritono di eccelsa professionalità - n.d.r.), grande temperamento, grande capacità di comunicazione, spirito arguto e - da buon toscano - non di rado polemico, lascia in chi lo conobbe personalmente un desolante senso di vuoto». A fine Gennaio 1993 si tenne a Milano la consueta riunione del Consiglio direttivo. Principali delibere: esame ed approvazione del progetto di bilancio al 31 Dicembre 1992; decisione di attribuire al Bollettino del Luglio veniente un carattere marcatamente fotografico - con l’invito all’intervento in italiano, francese e tedesco - nell’imminenza del Congresso MOROP del 1993 in Italia; conferimento del diploma di «Maestro modellista» al socio Giancarlo Maraviglia; esame ed approvazione unanime del programma definitivo del Congresso MOROP in Italia con plauso agli organizzatori e consiglieri ing. Manino e P.I. Icardi; decisione di tenere il congresso FIMF 1993 nel settembre 1993 a Milano in concomitanza con l’inaugurazione del Congresso MOROP; decisione di ampliare il concorso «Il modello dell’anno» alla categoria degli accessori in scala H0; adesione alla proposta del Gruppo Fermodellistico Pugliese per l’organizzazione a Bari del Congresso FIMF 1994; delibera di tenere una seduta straordinaria del Consiglio a Ranco nel Maggio 1992. Degna di citazione, nel Bollettino n. 190, la quarta ed ultima puntata della serie: «Il parco vetture FS: 1906-1910» a cura del solerte collaboratore Pietro Merlo, nonché di un articolo sulla fotoincisione passante a firma del socio Luigi Bosco, la cui abilità nel campo è onorata nella copertina con la fotografia di un suo modello della locomotiva FS gr. 470, che qui ci piace riprodurre: In bella vista nel n. 191-Maggio 1993 (e poteva mancare?) il programma del XL Congresso MOROP, previsto a Milano nei giorni dal 18 al 25 Settembre 1993: caspita! - penserà qualcuno - otto giorni di congresso? Eh, sì: tutti i congressi MOROP hanno una tale durata, essendo colmi di visite e gite ferroviarie. Il MOROP Italia 1993 non poteva fare eccezione, anche se bisogna dire che nel nostro Paese, grazie all’«illuminata» politica dei governanti, 25 dedicatisi per decenni e con diligenza degna di miglior causa allo smantellamento di presunti «rami secchi», hanno reso problematico trovare per la gioia degli stranieri (e anche nostra, vero?) delle linee ferroviarie turistiche che invece in quasi tutti gli altri Paesi europei sono numerose e finanziariamente valide. Fu possibile, tuttavia, organizzare nel giorno di apertura una visita ai depositi tranviari milanesi, e nei successivi: un viaggio col trenino storico a vapore delle FNM a Laveno e successivo giro sul Lago Maggiore con battello riservato, pranzo a bordo, trasferimento a Ranco per visita al Museo Ogliari; escursione con treno a vapore fino a Varallo Sesia; visita agli impianti ferroviari di Milano e al Museo della Scienza e della Tecnica, in particolare alla ricca sezione ferroviaria; viaggio in elettrotreno riservato a Verona per visita al locale deposito locomotive e allo stabilimento della LIMA ad Isola Vicentina; programma supplementare a Napoli con visita al Museo di Pietrarsa e gita a Sorrento. Nello stesso numero appare, ad uso dei plasticisti, la puntata conclusiva di un ampio commento a firma dell’ing. Paolo Beverini alla tabella 149 delle norme italiane FIMF per diorami modulari, molto utile per chi volesse approfondire la materia a vantaggio delle applicazioni. Ancora qui un bel racconto ferroviario di Arrigo Giannini: «Alla manovra, di notte»; l’ultimo, purtroppo, pubblicato postumo dopo la sua immatura scomparsa nell’ Aprile 1993, assieme ad un sentito suo ricordo a firma del socio Alberto Gensini, che l’aveva ben conosciuto, frequentato e stimato. Dal racconto del Prof. Giannini traspaiono - oltre alla sua insopprimibile passione per le locomotive a vapore - considerazioni malinconiche sullo stato della scuola e della società, quasi fosse presago della prossima fine. Uomo di scuola dalla cultura di elevato livello, fu autore di alcune apprezzate opere narrative ispirate al mondo della Lucchesia, non di rado sconfinanti in ambito ferroviario. Qualche altro racconto a tema ferroviario, trovato fre le sue carte dal figlio Valerio, comparve in seguito nel nostro periodico. Nello stesso numero 191 fu inaugurata la nuova rubrica denominata «Squadra rialzo» (tuttora in essere), richiesta insistentemente dai Soci nell’assemblea 1992 a Firenze, nella quale fossero «esaminati» i modelli posti recentemente in commercio mettendone in luce con serenità, ma in piena indipendenza, non solo gli aspetti positivi, ma anche, eventualmente, quelli negativi. Ciò a servizio dei Soci, fra i quali ben pochi godono della possibilità di esaminarli preventivamente con la necessaria calma per deciderne, o meno, l’acquisto a ragion veduta. (XIV - continua) G. R. Dal socio FIMF «anziano» Filippo Fonseca, spesso in Brasile per ragioni professionali e quindi socio anche della ABPF - Associaçáo Brasleira de Preservaçao Ferroviária - Regiortal Curitiba, riceviamo e pubblichiamo: Curitiba, lì 22 Maggio 2005 Spett. FIMF Federazione Italiana Modellisti Ferroviari e Amici della Ferrovia Oggetto: Mostra fotografica delle Ferrovie Brasiliane presso l’Ambasciata del Brasile a Roma. Dal 13 al 28 Ottobre 2005, presso l’Ambasciata del Brasile di Roma sarà tenuta una Mostra fotografica delle Ferrovie Brasiliane. Tale mostra ha lo scopo di far conoscere alle Amministrazioni Ferroviarie Italiane, l’ambiente e le Ferrovie del Brasile, con particolare riferimento alle zone in cui opera la nostra associazione (ABPF). L’associazione è coinvolta nell’opera di divulgazione della ferrovia medesima e il restauro di locali e mezzi ferroviari per conto della Rete Ferroviarie Federali Brasiliane (RFFSA) e dell’America Latina Logística (ALL) e altre Società Ferroviarie. La mostra sarà allestita presso i locali dell’Ambasciata del Brasile a Roma in Piazza Navona 14 - 00186 ROMA. Il rappresentante della ABPF in Italia è il signor Filippo Fonseca, il quale agisce per nostro conto per consentire la buona riuscita della Mostra suddetta. Con l’occasione della Mostra auspichiamo la possibilità della FIMF, organizzare visite, da parte dei Nostri Rappresentanti, una comitiva degli Amici della Ferrovia Brasiliana, per i principali impianti Ferroviari Italiani per apprezzare maggiormente sul posto le caratteristiche e l’affidabilità dei medesimi Ringraziando per l’attenzione si rimane in attesa, con fiducia, di una positiva e sollecita risposta. ABPF - Associaçáo Brasleira de Preservaçao Ferroviária - Regional Curitiba UTILIDADE PUBLICA ESTADUAL LEI 13884 - D.O. 06367 EM 28/11/2002 Edificio Teixeira Soares - RFFSA Av. Sete de Auspicando che molti (soci singoli o Gruppi) vogliano collaborare a un’impronta italo-brasiliana della manifestazione, li invitiamo a farsi vivi presso il sig. Filippo Fonseca - Via Dante da Castiglione, 1 - 50125 Firenze, tel. 055 2337111, fax 055 698022. 26