Dr. Laupts (a cura di) Tare e Veleni. Perversione e Perversità sessuali
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Dr. Laupts (a cura di) Tare e Veleni. Perversione e Perversità sessuali
Dr. Laupts (a cura di) Tare e Veleni. Perversione e Perversità sessuali Capitolo III. ,Terza parte, pp 125 -188. Traduzione di Paolo Lambertini Dopo questo studio eccellente, pieno di sane valutazioni e di alto valore psicologico, mi sembra utile citare alcuni passaggi di un articolo su Oscar Wilde scritto da Paul Adam, un letterato francese. Egli paragona l’inversione all’adulterio e cerca di far beneficiare la prima dell’indulgenza ingiustificata che accordiamo al secondo. “I moralisti parigini non mancheranno di coprire d'infamia l’autore di Salomé per aver sedotto lord Douglas, mentre l’avrebbero invidiato, incensandolo, se fosse stata una lady Douglas a spogliarsi in casa dell’esteta. La Donna raccoglie sempre le indulgenze della Parigi altolocata. Tuttavia, a causa di un peccatuccio, ad una genealogia onesta può aggiungersi un discendente imbroglione o sifilitico, figlio dell’amore, concepito nell’ignominia della menzogna, nella sporcizia di un hotel ammobiliato e nella triste tentazione degli appetiti inguinali. Un marito ingenuo può disperarsi, uccidere o morire, e i figli possono portare più tardi, nel corso della loro vita, il ricordo di un dramma ignobile, ma tutto questo non conta nulla di fronte allo scopo del tutto gratuito che si prefigge quella sciocca che solleva la gonna spinta da un bisogno urgente.. Eccoci, invece, di fronte a un uomo intellettualmente superiore. Le relazioni femminili lo hanno stancato. Non apprezza più il melodramma idiota della giovane sposa incompresa, né l’amore dello chic e dello sterco che contraddistingue sempre le cortigiane, e neppure tutto quel meccanismo di miserabili vanità e di povere menzogne. Fa comunella con gli efebi, paga, ma ama quello che l’adora. Dà un salario ai poveri, offre tutte le ricchezze del suo animo al giovane che lo ammira. Lungi dal recare danno, lega a sé ed entusiasma. In tutto questo non c'è granché di immondo, ma ciò basta ai nostri pennivendoli per dar libero corso alla propria verve. Fioriscono i giochi di parole, si affastellano le ingiurie e gli aforismi. Perfino i tale che ricattò i proprietari di bische, dichiara che il signor Oscar Wilde non è degno di far parte della società, giura che non gli darà più la mano, e si sentirebbe offeso se non lo credessimo. Disprezziamo forse chi preferisce vivere di notte e dormire di giorno, malgrado le abitudini comuni siano contrarie a quello dei nottambuli? Contro natura. Solo degli incivili possono ripudiare la Vergine! D’altronde, in mezzo a tutta la parata amorosa, esiste solo un atto sano, quello che si compie allo scopo di avere dei figli. Non appena intervengono le abluzioni per annegare i germi, esso diventa contro natura. Ogni piacere sterile smentisce la fecondità del vigore fisico. È il culto del diabolico, il sabbat, l’ostacolo volontario all’armoniosa palingenesi dei mondi. Queste ragioni condussero la Chiesa, erede dei vecchi dogmi orientali, appassionati adoratori dell’intensa vita dell’universo, a condannare la dissolutezza, le abluzioni e l’amore fra uomini. Il secolo nega i dogmi, ma si adatta alle loro tradizioni per giudicare: la sua incoscienza è ammirevole. Dappertutto la vita è dichiarata indegna ed è considerato criminale procreare a causa di bisogni che vanno oltre la fertilità dello sforzo fisico. Le mammane operano per tre franchi nei sobborghi: sono innumerevoli e piene di clienti. Per compassione, la giustizia rinuncia a perseguirle. Più gli anni passano e più noi combattiamo la vita nel suo significato comune, a beneficio della felicità personale. Non crediamo più al futuro, ma all’istante. La bancarotta del cielo ha ridotto in macerie la speranza di essere degli arcangeli, e quella della scienza la nostra fede in un miglioramento della sorte umana. Cogliamo i piaceri a portata di mano, con la sola precauzione di impegnarci, a parole, a nuocere il meno possibile agli altri. In che modo Oscar Wilde ha nociuto, e perché dovrebbe vergognarsi di aver elargito un po’ di denaro a un telegrafista piuttosto che di aver pagato per portasi a letto una fioraia? In ambedue i casi la sterilità dell’atto li condanna. È odioso ubriacarsi, ma è una stramberia adulare il dandy pieno di champagne per poi vituperare chi si ubriaca di cocktail La moralità sta al di sopra di tali differenze. Non consisterebbe innanzitutto nel non danneggiare gli altri? L’adulterio arreca un danno infinito, lo si tollera, lo si acclama, lo si giustifica attraverso il romanzo, il teatro e la viltà delle leggi. Queste leggi, d’altronde, che furono sancite, circa diecimila anni fa, per ovviare ai gusti dei selvaggi, ai bisogni politici dell’orda e alla magnanimità di barbari in armi, saccheggiatori di città, che portavano con sé, in mezzo al bestiame, donne e oro, queste leggi ci guidano ancora. Ci esaltiamo per questi residui, quando non rispondono più ai bisogni della nostra vita accorta, dallo svolgimento pacifico. Così, come istituì il matrimonio per far cessare le liti mortali fra coloro che si contendevano le prigioniere e la proprietà, per porre fine ai conflitti fra coloro che si rubavano il bestiame o l’oro, e come riconobbe con un atto ufficiale il possesso perpetuo di una donna o di un bue chi li avesse acquisiti con le armi o tramite lo scambio, il potere delle tribù, per favorire la moltiplicazione della vita nell’orda e accrescere il numero dei guerrieri, proibì l’amore improduttivo fra maschi. In quest’epoca di lotte continue, nulla del vigore virile doveva essere sprecato inutilmente. Il pensiero bellicoso dell'epoca disprezzò l’uomo che preferiva la felicità sentimentale agli interessi della patria, a quei tempi in perpetuo movimento. L’amore doveva esclusivamente creare delle nuove forze, delle nuove braccia, delle nuove madri. Si investirono gli antenati di onori, di ricchezza e di autorità. Ma la nazione si fece sedentaria e le leggi , su questi punto, furono mitigate. Quando si iniziarono a conoscere accampamenti stabili, pascoli dai confini precisi, e città, i guerrieri non portarono più le donne al loro seguito durante le spedizioni. Si trovarono fra soli maschi. Rifiorì l’amore fra uomini. Nello descrivere l’armata dei mercenari, l’autore di Salambô ha mostrato la forza di queste passioni militari.” Non ho riportato queste righe di Paul Adam perché la penso come l'autore, ma perché, pur così diverso su tanti punti di vista da Raffalovich, sembra, come lui, attribuire al fattore sociale, all’influenza dell’ambiente, all’età della civiltà, una parte preponderante nella genesi di questi casi d’inversione sessuale che sbocciano, con delle caratteristiche un po' speciali1. all'interno delle nostre razze invecchiate. 1 Ecco, in effetti, le conclusioni di questo studio. Credo sia interessante citarle, sebbene sulla maggior parte dei punti che tocca non condivida affatto l’opinione di Paul Adam. “ Più tardi, con i filosofi, i saggi, i gli studiosi, questo vizio si propagò nelle città. Il saltellare perpetuo dell’animo femminile si adattava male ai ricercatori dell’assoluto. Colui che pensa non sa soddisfare troppo, attraverso le smorfie e le indispensabili esibizioni, la stramba versatilità delle spose. Queste glielo fecero sempre capire. Santippe molestò Socrate al punto che Alcibiade credette di poterlo tentare. In questa relazione gli spiriti e i corpi si trovarono uniti. Le parole, i pensieri e i baci raggiunsero un desiderabile unisono… Che cosa vi è di più elevato della passione del giovane lord Douglas verso il signor Wilde? Essa non dipende né dall’istinto né dal denaro. Un poeta palesa il segreto dei pensieri armoniosi all’adolescente ignorante. Lo affascina attraverso la cadenza dei versi, la bellezza del ritmo, il timbro della propria voce, il fuoco del suo entusiasmo. Abbagliato dalle meraviglie spirituali, il giovane lord si abbandona all’amico, lo ascolta, si istruisce, palpita davanti alla stessa forma di splendore. L’idea li unisce, amano lo stesso slancio spirituale. Lord Queensberry, con i suoi pugni rinforzati dalle tante bistecche, riscuote molto meno le nostre simpatie. Tutti i giorni i giornalisti piangono d’emozione perché una giovane lascia la propria famiglia e segue un seduttore convinta solo dalle sue attrattive fisiche . A teatro la performance del pretendente giustifica le battute della Ora, il caso di Oscar Wilde rileva più perversità che perversione; si tratta di un pervertito piuttosto che di un perverso. Certo, ci mancano degli elementi sulla costituzione fisica, anatomica del romanziere inglese, ignoriamo il suo patrimonio genetico, non conosciamo affatto quali siano stati i suoi antecedenti intimi, quali furono al liceo, durante la pubertà e l’adolescenza, le sue passioni, i suo desideri e i suoi atti. Sarà ugualmente superfluo negare che apparisse un po’ squilibrato nella sua condotta generale, che la sua eccessiva vanità, i suoi difetti, sembrano indicare, senza nuocere d’altronde a delle reali qualità letterarie, uno stato nervoso e particolare. Ma, tutto sommato, molti si trovano in questa situazione e molti non giungono né alla sodomia ( e d’altronde non sembra affatto che Wilde vi sia arrivato ) e nemmeno all’inversione o alla dissolutezza fra maschi. Mi rifiuto di credere che l’inversione costituisca sempre una malattia, una difformità, una mostruosità. Allora, come spieghereste che alcuni diventano invertiti in un’età relativamente avanzata, che i casi d’inversione sono più numerosi nelle agglomerati anomali , che vi crescono e vi si propagano con una rapidità eccezionale, e, infine, che, in tante razze, la prostituzione maschile è una cosa comune, corrente, e che non evoca dappertutto il disprezzo o il disgusto? Senza dubbio gli specialisti, come Moll, Krafft-Ebing, ecc., descrivono una serie di stigmi, di disturbi nervosi concomitanti; i loro invertiti sono quasi sempre degli squilibrati. Ma ciò dipende, secondo me, da due fattori. 1° ) Dalla facilità con la quale, ai nostri giorni, si rendono sinonimi di stigmi di degenerazione, una quantità di piccole bizzarrie nervose senza importanza e, spesso, senza conseguenze. Così ne deriva una moltitudine di manie ( l’aritmomania, fra l’altro), alcune leggere fobie, che, se si cercasse bene, si troverebbero su molti soggetti normali, sani2. 2° ) Dal fatto che quegli invertiti che si rivolgono al medico, che hanno realmente bisogno di farlo, che osano tentarlo o che sperano, per un sentimento bizzarro, di confessare le loro storie a qualche pratico benevolo un po’ indulgente, o sono veramente dei malati che presentano delle forme gravi, dei casi severi d’inversione, o sono degli isterici che si vantano con piacere delle loro anomalie, esagerano le loro perversioni, inventano all’occorrenza dei sintomi straordinari che immaginano talvolta di provare. Essi apprendono con gioia tutte le indicazioni che, attraverso il suo interrogatorio, il medico gli dà su una moltitudine di anomalie nervose di cui si fregiano subito dopo, sfogliano i libri per scoprire quelle che non conoscono affatto e che affermano in seguito di constatare su di essi; in una parola, mentono senza tregua, per vanità o per amore stesso della menzogna. Così, l’inversione è spesso, come i sintomi di tutte le malattie, un sintomo d’isteria o simulata da isterici, e , se esistono dei casi reali, visibili, innegabili della malattia così chiaramente descritta da Krafft-Ebing e da Moll, bisogna sapere - lo hanno detto loro stessi – che si devono accettare solo con beneficio d’inventario le informazioni di molti pervertiti Certo, l’inversione-malattia, l’inversione- difformità, la perversione, se preferite, esistono, e credo, attraverso il “romanzo di un invertito”, di averne dato un esempio tipico. Negare però l’inversione acquisita, l’inversione sviluppata in un ambiente appropriato, la perversità insomma, mi parrebbe un grave errore. signorina che abbandona ogni tradizione per offrirsi il solido giovincello. Si applaude. Ci si commuove. Si trema di commozione. Che bellezza! Non è forse molto più bello quando un adolescente, sedotto innanzitutto dal pedagogo, al fine di conoscere uno spirito elitario abbandona quella famiglia dove, nello stesso momento, uno zio, in Australia, sposa la propria serva – apparentemente, non per la sua intelligenza. I nostri moralisti mancano di abilità deduttiva. Se invochiamo la sola giustizia, non dobbiamo provare alcuna esitazione. Tra l’adulterio e la pederastia, è alla seconda che tocca in sorte la nostra indulgenza. Essa nuoce di meno” Paul Adam. 2 Non parlo, beninteso , delle forme gravi e persistenti di questi sintomi. L’organismo, come ogni singolo organo umano, è influenzato da ogni circostanza esterna. Prendete un bambino o un ragazzo; negate che lo si possa pervertire, che si possa esaltare o sviare dalle sue vie normali il suo istinto sessuale? E, se ammettete che sia possibile pervertire un giovane, perché negare che gli si possa inculcare una perversione particolare come l’inversione ? È possibile che molti vi siano predisposti. Il fenomeno dell’inversione, in certi periodi storici, si è talmente diffuso che molti di noi ne portano i germi latenti. Ogni uomo è in potenza un criminale, un distruttore. Tutti i sentimenti, anche i più rozzi, esistono in noi allo stato latente. Il ruolo della civiltà è quello di influenzare lo sviluppo uni e di frenare gli altri. L’importanza dell’educazione sta nell'eccitarli o inibirli in un età in cui tutto viene impresso in maniera quasi indelebile. Non voglio affatto pretendere che noi tutti possiamo diventare degli invertiti, ma credo fermamente che l’inversione nasca e si sviluppi di tutto punto, sotto l’influenza di esempi appropriati, in un ambiente favorevole al suo sbocciare. Certo, l'indagine è difficile; interrogate dei soggetti qualunque, non dei malati nell'ambulatorio del medico, fate venir fuori in maniera discreta tutti i loro sentimenti più intimi, fategli raccontare la storia sentimentale della loro adolescenza, e vedrete che spesso l'istinto sessuale contrario ha svolto, talvolta a loro insaputa, un ruolo importante in un certo periodo della loro esistenza. I preti cattolici, che hanno una conoscenza straordinaria dell'essere umano, lo sanno e lo comprendono. I più esperti vi istruiranno al riguardo. Vi sentireste subito sollevati se rifletteste sui motivi reali che fanno proibire nei seminari e nei riformatori religiosi, o tenuti da dei religiosi, ogni legame d'amicizia troppo continuo. Si tratta di una buona misura in un agglomerato anomalo ( intendo con questo il liceo, la prigione, ecc.., cioè ogni assemblaggio di individui dello stesso sesso). In un liceo, in una scuola, in cui gli allievi non hanno alcuna libertà e non possono uscire, si assiste spesso – quando lo si sa e quando lo si vuole vedere – al nascere di vere epidemie, scatenate dall'arrivo o dalla presenza di un invertitonato femmineo o di un individuo normale dall'aspetto femmineo. Insisto su questa espressione: normale dall'aspetto femmineo, dal momento che forse, dopo aver ammesso l'esistenza dell'invertito- nato femmineo, si sarebbe tentati di credere che ogni individuo effeminato sia un invertito. Sarebbe un grave errore. Alcuni uomini senza tare, dall'apparato genitale spesso ben sviluppato, presentano esteriormente alcuni caratteri femminili. In un agglomerato anomalo, diventano facilmente il bersaglio di inclinazioni anormali, che, per fortuna, vissute inconsapevolmente, si traducono in tenerezza, in una amicizia estremamente intensa, molto simile all'amore con il quale condivide le gelosie e i bronci, e che si protrae spesso nel tempo, sotto forma di un sentimento più ragionevole che finisce per diventare normale. Anche colui che è innamorato, sente svanire la sua passione anormale, scacciata da una normale; l'elemento sessuale, che era alla base di questa relazione, scompare attraverso le rinunce che l'innamorato si impone per amore dell'essere amato e, una volta calato il desiderio, quell'affetto così vivo e appassionato, cento volte giurato eterno, lascia il posto, con grande sorpresa di tutti, ad una indifferenza assoluta, spesso anche ad una completa ostilità, tra due caratteri che, in realtà, non potevano simpatizzare, e che solo una attrattiva fisica dell'uno per l'altro, talvolta non reciproca, controllava, conteneva, frenando ogni manifestazione suscettibile di dispiacere alla persona cara. Non è affatto raro che in questo genere di amicizie uno dei due non sia affatto innamorato, e i suoi desideri siano temporaneamente normali. Talvolta è innamorato di un altro diverso da quello da cui è amato e per quest'ultimo è un vero supplizio. Bisogna sapere infatti – e ciò conferma la mia tesi - che in molti individui che, in determinati periodi della loro esistenza, hanno avuto dei momenti d'inversione alternati a passioni normali, a desideri naturali, accade che, mentre questi desideri naturali potevano indirizzarsi verso qualsiasi donna in età di essere amata, al contrario è su di un solo amico, e con un orrore ed un disgusto profondo per ogni altro uomo, che, durante il loro periodo d'inversione, si è posato il loro affetto; lo amano come ameranno più tardi o hanno precedentemente amato una donna. Ma il loro desiderio dell'uomo non sarà affatto uguale a quello provato o che proveranno per la donna. In una parola, il desiderio per la donna può essere generico ma non quello provato per l'uomo. E quando, in seguito ad un'aberrazione, il loro amore si indirizza verso l'uomo, esso si indirizza verso un uomo che rassomiglia ad una donna3. Lo ameranno come hanno amato o ameranno un'amante. Hanno potuto amare la donna, non potranno mai amare l'uomo virile. Amare l'uomo potrà accadere solo ai malati veri, agli invertiti-nati, o ai vecchi pervertiti completamente debosciati e traviati. Al contrario, potranno amare solo degli individui fragili ed eleganti, quelli che possiedono quella certa grazia e quel certo fascino del sesso opposto. Così si spiega la pedofilia; all'inizio, è solo una deviazione, è quasi ancora un'appetenza verso il sesso opposto. Il sesso maschile personifica la Forza, il sesso femminile, la Debolezza. Il maschio va verso la femmina, il forte verso il debole. Non è proprio questo che accade in tutti i branchi composti da animali esclusivamente maschili? Bisogna allora ammettere l'esistenza, negli animali, di una psicosi, di una malattia dei centri nervosi? Sicuramente no. È, al contrario, una prova molto evidente che l'ambiente può, di sana pianta, creare delle tendenze perverse e contro natura. Dal punto di vista dell'istinto sessuale l'uomo può, per certi versi, essere accostato agli animali, dal momento che, in ambedue, esso è potente e dominatore. Sembra anche che fra gli uomini l'istinto sessuale abbia maggiori possibilità di pervertirsi, dal momento che le sue manifestazioni, nella specie umana, sono costanti e non intermittenti, e che, pertanto, la privazione, pur essendo così viva soltanto in certi periodi, si fa sentire senza sosta più tenace e più lancinante. A ciò si potrebbe obbiettare che nell'uomo esiste una doppia funzione cerebrale; accanto all'istinto che eccita vi è l'intelligenza che frena, accanto al desiderio vi è la ragione. È vero. L'umanità ha due poli: quello istintivo e quello intellettuale. La Chiesa cattolica ha avvertito in maniera mirabile la lotta interiore che risulta nell'uomo da questa dualità. Essa ha stabilito una distinzione fondamentale tra lo spirito e la carne. Essa esige il trionfo dell'intelligenza e la mortificazione del corpo. Tutte le idee in base a cui viviamo sono idee cattoliche. Le nostre società si basano sul dominare e sul frenare gli istinti ostili alla comunità. Ogni società d'altronde si basa su questi principi, ma le nostre, quelle occidentali, vi danno molto più peso rispetto alle società orientali, per esempio quella indù. Da ciò deriva che tutto ciò che riguarda la sessualità, attraverso le nostre idee, i nostri costumi, e perfino i nostri pregiudizi, è considerato una cosa di cui vergognarsi, che bisogna dissimulare. Per timore della sessualità, l'abbiamo nascosta; per orrore dei suoi disordini, la nostra civiltà ha tentato di frenarla e di annientarla. Ma non si può annientare quell'istinto fondamentale dell'essere umano, che è precisamente l'istinto sessuale. Ovunque gli sia stata imposta una contenzione troppo violenta, esso si è vendicato, ha trionfato. È uscito dalla prova vincitore, ma deformato. Guardate, nel Medioevo, la mania per il diavolo, la grande crisi isterica genitale proveniente dai più puri propositi, dalle più audaci tendenze verso il misticismo, verso il realismo di questa epoca, verso il dominio della carne da parte dello spirito. Risultato: una massa di perversioni create e scaraventate sulla razza umana. Oggi soffriamo di un altro male, nato da cause differenti. Avendo perduto ogni fede, non lottiamo più contro l'istinto, non rischiamo di pervertirlo con l'esagerazione dei nostri attacchi contro di lui; è attraverso altri procedimenti che arriviamo allo stesso risultato. 3 Non sono realmente degli invertiti: sono aberranti. Non è un individuo del proprio sesso che amano; è un essere dal sesso dubbio, indeterminato. È più bizzarro che perverso. Non amano affatto le donne perché mille barriere si oppongono a ciò che conoscono e di cui hanno paura. In mancanza di meglio, amano quelli che assomigliano a una donna. Affinché l'individuo sia in buona salute, occorre che vi sia un equilibrio tra i suoi due elementi costitutivi, l'istinto e l'intelligenza, più esplicitamente, tra quel gruppo di funzioni che derivano dai centri anteriori e superiori del cervello e quelli che provengono dal cervello posteriore e inferiore ( queste almeno sono le ipotesi attuali). Le prime costituiscono il polo intellettuale, le seconde il polo istintivo dell'individuo. Il gioco deve essere armonioso, esse devono, a turno, dirigere l'essere umano secondo le sue tendenze naturali. Siamo stati noi a rompere l'equilibrio. Il desiderio di vincere, l'asprezza della lotta per l'esistenza, l'attrattiva del lucro, il desiderio del denaro, ci hanno fatto pretendere troppo dalla nostra intelligenza. Abbiamo sovraccaricato di lavoro il nostro cervello superiore e, quando è stanco, ricorriamo ad un'eccitazione artificiale, passeggera, tramite una sferzata di alcool, una eccitazione viva ma funesta, dal momento che conduce allo squilibrio, alla rovina dell'intero essere. Poi dall'atto genitale non reclamiamo più le soddisfazioni normali e legittime, riducendolo ad un semplice godimento, ad una ricerca anormale e contro natura di un piacere che dovrebbe essere puramente fisiologico. Allora l'istinto naturale si perverte. Dove l'uomo segue i ritmi naturali, non vi sono più pervertiti, più squilibrati che nelle epoche passate. Nelle città, al contrario, soprattutto in quelle come Londra e Parigi, dove sono presenti tutte le cause che portano alla corruzione, tutte le occasioni per non fare ciò che è naturale, gli individui come Oscar Wilde fioriscono come piante sudicie venute fuori dalla melma. Non è nemmeno che sia particolarmente ripugnante. Ha anche diritto alla nostra indulgenza dal momento che, seguendo il paragone di Lacassagne riguardo al criminale, è solo un germe, probabilmente poco virulento all'inizio, ma di cui, il brodo di cultura, ha sviluppato, attraverso la ricchezza dei suoi elementi, i lati nocivi. È diventato pericoloso solo grazie all'indulgenza che gli è stata accordata. Se, secondo Lacassagne, una società ha i criminali che si merita, possiamo anche dire che ha gli invertiti che si dà, o, almeno, se ha degli invertiti, sono quelli che ha creato. Notate a Londra la sciocca ammirazione che, per snobismo, è stata accordata a Wilde. Il desiderio di sbalordire ad ogni costo è tanto assurdo e pericoloso quanto l'ammirazione per chi lsi comporta in questo modo. In questo gioco Wilde ha pervertito il gusto inglese ( il gusto di quei clan inglesi che l'hanno adottato) e i suoi ammiratori lo hanno pervertito con la loro adulazione per le sue stupidaggini - non mi riferisco affatto alle sue opere letterarie, né voglio attaccare il valore che possono avere - biasimo solamente l'entusiasmo a priori per ogni azione od opinione volutamente paradossale o anormale. Quando non si sa che cosa immaginare pur di far parlare di se, quando si vuole sbalordire a tutti i costi, si commettono delle sciocchezze. Quella di Alcibiade che tagliò la coda del suo cane, non mancava affatto di originalità, era dell'ironia indirizzata al popolo. Quelle del signor Wilde erano tanto meno scusabili visto che, lungi dal mistificare i suoi contemporanei, era tutto sommato di lui che si burlava la immensa maggioranza di loro. Segnalo questa “ mania del paradosso”, che è una delle forme più curiose e più antiquate della vanità, dal momento che, secondo me, essa ha avuto un ruolo importante nella tendenza contro natura , sopraggiunta abbastanza tardi in Oscar Wilde. Quando si pretende, per principio, di vivere al contrario degli altri, si incomincia con l'adottare delle idee diametralmente opposte a quelle ricevute; poi si parla in maniera diversa, si cercano i cibi bizzarri, le bevande straordinarie, i vestiti assurdi, i fiori tinti, si adotta il garofano verde! Nel campo delle idee, è il punto di partenza di una folla di teorie ( del resto non sincere all'inizio) anarchiche, decadenti... che, professate in un certo modo, hanno tutte come unico fondamento l'egoismo; nel campo dei costumi è l'inizio delle professioni di fede perverse, delle curiosità malsane, delle ricerche sospette. Che cosa c'è di più naturale dell'atto contro natura! A forza di proclamarlo, la persona che posa finisce per credervi, si lascia prendere nella sua stessa rete e diventa più o meno invertito. L'anormale diventa un amorale. Wilde ha esitato a lungo; tentato dalla novità, dalla singolarità della cosa, non ha osato affatto. Ma ha trovato, come molti altri, un ammirevole pretesto, l'Arte. Non possiamo nemmeno immaginarci l'ammirazione, professata o finta che sia, che tutti questi individui hanno per l'Arte, un'Arte fatta su misura. Hanno continuamente in bocca questa parola. Nella circostanza, serve alla perfezione ai loro disegni; vediamo in che cosa. È raro che l'uomo normale – eccetto professionisti come il medico, il pittore o lo scultore – sia veramente imparziale, in materia di estetica, sul modo di comprendere e di giudicare la bellezza umana. La questione del sesso è in questo caso molto importante. Il giudizio basato sul punto di vista sessuale ci nasconde i difetti degli individui del sesso che si dovrebbe normalmente amare. Al contrario, influenzati spesso dalle abitudini dei nostri antenati, un certo disgusto innato verso la nudità del nostro proprio sesso, un pudore al quale la nostra prima educazione ci ha abituato, ingigantiscono ai nostri occhi tutte le imperfezioni fisiche degli individui del nostro sesso. Un uomo trova più bella di quanto non lo sia realmente una bella donna, meno bello un bell'uomo4 .Nel primo caso il suo entusiasmo è accompagnato da un qualche desiderio, da una qualche tendenza più o meno platonica, spesso inconfessata, ma di ordine sessuale, verso un individuo che egli ha il diritto di amare. Nel secondo, la sua ammirazione si intiepidisce, coscientemente o meno, lasciando il posto a una normale gelosia innata fra individui dello stesso sesso, alla collera, all'invidia, alla stizza, da cui derivano ingiusti apprezzamenti . Ne deriva la fragilità, l'incoerenza, la falsità dei giudizi portati su ogni essere sano, in pieno sviluppo fisico e sessuale. Diciamo correntemente, infatti, che una donna giudica male un altra donna, e non ci accorgiamo affatto che, ugualmente, un uomo giudica male un altro uomo. Tutto questo riguarda soprattutto i giudizi che esprimiamo su chi ci circonda, ma anche quelli che esprimiamo in campo artistico, su un quadro o su una statua. Noi uomini preferiamo la nudità femminile a quella maschile, sempre un po' ripugnante ai nostri occhi e, una volta eliminati gli ostacoli imposti dalle nostre abitudini dovute al pudore, per le donne è vero il contrario. La sessualità traspare in tutto; chiedete a dei giovani studenti in medicina se preferiscono curare degli uomini o delle donne, e la loro risposta, se è sincera, non avrà incertezze. Inversamente, delle ragazze vi direbbero, se osassero farlo, che acconsentirebbero a diventare dottoresse per uomini, ma che troverebbero del tutto ripugnante curare altre donne. Per giudicare con imparzialità -se mai sarà possibile - occorre essere sufficientemente anziano da non provare più nessuna attrazione sessuale oppure che un'educazione artistica, scientifica, medica... abbia imposto un modo di vedere più razionale e più giusto – prima scusa invocata dallo scrittore invertito, spesso parziale all'incontrario. Ma questa educazione eccezionale viene imposta solo ad alcune professioni, cioè ad una minoranza; la maggior parte degli uomini resta, durante la maggior parte dell'esistenza, soggetta alla stessa illusione. I romanzieri più audaci la condividono in 4 Ne risulta la possibilità di trovare un criterio per l'inversione che non non sa di essere tale . Per esempio, l'autore di queste righe, scritte durante una confessione, in risposta al mio questionario, si rivela essere un vero un invertito: “.... Talvolta lo sfregamento di una persona, il suo movimento attorno a me, soprattutto se la persona è deliziosa, agiscono su tutto il mio essere. Provo, nel sentirlo muoversi accanto, un languore, una debolezza voluttuosa, alle quali mi abbandono con delizia. Ha come un effetto ipnotico su di me. La vista della più bella donna del mondo non potrebbe turbarmi; non la desidero, nonostante il mio temperamento sia molto ardente. Solo la bellezza di un uomo giovane, il suo vigore, le sue forme, mi incantano, dal punto di vista estetico, naturalmente. Sento che non potrei amare mai una donna. Tuttavia, dal punto di vista della soddisfazione dei sensi, l'uomo mi è odioso. Anomalia, vizio di costruzione, estraneità estetica relativa alla bellezza umana. Insomma l'amore puro, assolutamente casto, mi porta verso il sesso maschile. Beninteso, preferisco incontrare una bella donna che un brutto uomo. Ma istintivamente vado in estasi davanti un uomo giovane e bello... X... “ buona fede e da ciò deriva che i nostri magistrati, a causa delle nostre abitudini, tollerino un'opera che è una descrizione continua di saffismo, e che diano fondo a tutto il loro rigore su dei romanzi che trattano di pederastia o d'inversione maschile. Gli uomini, che fanno le leggi, ammettono e leggono con piacere dei racconti di dissolutezza fra donne, e si ribellano e impediscono con severità ogni romanzo che abbia come soggetto l'amore fra uomini. Se fossero le donne a fare le leggi, a scrivere, ad essere dei critici, tutti i romanzi saffici osceni che si pubblicano sparirebbero; al contrario, la pederastia non apparirebbe affatto un atto condannabile. Un grande artista mi ha detto: “ Provo il più grande disgusto per questi giovani uomini di mondo, che sono più o meno obbligato a frequentare e che hanno dei vizi contro natura; al contrario, sono portato, a priori, verso una certa indulgenza nei confronti delle donne invertite”. Non vi è niente di più illogico, e tuttavia non vi è niente di più reale, e nulla mostra meglio quanto la sessualità guidi i nostri giudizi, le nostre abitudini mentali, i nostri costumi, e come imponga agli stessi tribunali le loro condanne o le loro assoluzioni. Nessuno dubita che una giuria femminile avrebbe assolto l'autore di Dorian Gray. Tuttavia, dal punto di vista filosofico, il saffismo è altrettanto ripugnante della pederastia, l'inversione femminile è così poco difendibile quanto quella maschile. Dal punto di vista sociale e della profilassi, esso è altrettanto funesto, pericoloso; non sembra forse logico ammettere che delle invertite diano inizio ad una discendenza di invertiti, che vi siano nel saffismo tante cause di disorganizzazione familiare, di squilibrio della razza, quante ve ne sono nell'inversione maschile? Forse ve ne sono di più, dal momento che la donna è l'ultima protettrice, il centro, l'anima stessa della famiglia. Senza dubbio. E la nostra ingiustizia è flagrante. Osserviamo e giudichiamo attraverso la nostra sessualità e la giustezza dei nostri giudizi sulla bellezza del corpo umano è rara, talmente rara che essa può, in un individuo che non ha alcuna ragione di essere imparziale, che non ha ricevuto l'educazione particolare che gli permette di diventarlo, costituire quasi un primo indizio d'inversione. Perché un uomo - salvo sempre gli studiosi, i pittori, i medici, ecc..- senta la bellezza maschile allo stesso livello di quella femminile, occorre, nella maggior parte dei casi, che si trovi in uno stato particolare. Se non si accontenta di sentirla, ma la decanta, sopratutto se l'esalta a detrimento di quella dell'altro sesso, state certi che esiste in lui un sentimento di attrazione verso un uomo più o meno nascosta, un'inclinazione più o meno confessata, un desiderio più o meno cosciente. E' così che spesso l'invertito si rivela; talvolta si rivela all'osservatore prima di rendersi conto, egli stesso, del suo stato e del pericolo che rappresenta. Avverte chiaramente la superiorità del suo giudizio, che gli fa apprezzare non solo un sesso, ma tutti e due; la proclama e con ciò, davanti ad un abile osservatore, si tradisce, dal momento che l'uomo normale giudica soltanto attraverso la sua sessualità. Più tardi la sua imparzialità diventerà una parzialità all'incontrario. E allora, se uomo, disprezzerà la donna, se donna, l'uomo; in ciò, assomiglierà all'invertito nato. Ma all'inizio ama ancora, stima, apprezza la bellezza dell'altro sesso. Ecco che un giovane in questa condizione, potrà ammirare la donna, ma siccome essa rappresenta per lui una novità, appena la bellezza dell'uomo gli si rivela, ne sarà affascinato. Un tempo sarà stato lo stesso anche per Oscar Wilde . Dorian Gray ne fa fede. Non si può dire che Il ritratto di Dorian Gray sia un romanzo dannoso o immorale. Molti di quelli che lo hanno letto lo hanno trovato detestabile solo dopo la condanna di Wilde. Dall’insieme viene fuori l'impressione che il vizio sia cattivo e pericoloso. Non bisogna affatto credere che l'autore si preoccupi dell'influenza morale della sua opera. Come molti, ritiene che l'Arte abbia altro da fare che preoccuparsi di considerazioni utilitaristiche, e dunque sarebbe ingiusto rimproverare solo a lui di descrivere delle cose dannose o sconce. Come l'ha fatto ben comprendere il giudice, nel corso del dibattimento, egli ha potuto, da gran virtuoso, descrivere le peggiori nefandezze e, da criminale, raggiungere, nella sua opera, la più immacolata e squisita purezza. Dorian Gray, legalmente parlando, non prova nulla né a favore né contro Oscar Wilde. Dal punto di vista psicologico, forse le cose non procedono affatto così. É sotto questo aspetto che il romanzo ci interessa. Leggendolo, sembra davvero che vi sia qualcosa dell'autore nel piacere che si avverte nel dilungarsi su certi punti; per esempio, l'amore per quelle chiacchiere e quelle conversazioni pretenziose e abbastanza pesanti che riempiono l'opera e la rendono noiosa, dipendono certo, e provengono dall'ambiente che frequentava, dall'affettazione di snobismo, di posa, di cinismo e d'impeccabile egoismo che egli ha sempre ostentato, persino in tribunale. Nella descrizione dell'amicizia fra il pittore Basil e il giovane Dorian Gray, non ci vedrei assolutamente una sorta di ammirazione e neppure una segreta simpatia dell'autore verso il sentimento che stava descrivendo, ma piuttosto un compiacimento nel descriverlo, un soffermarsi, un dilungarsi nell'analizzare una situazione del tutto platonica che può interessare solo un invertito. In tutta sincerità, a quale tipo lettore può piacere una tale lettura, fin dall'inizio? Chi si interesserebbe allo sviluppo insolito, anormale, della passione di un uomo maturo per un efebo, se non un lettore invertito o ad un passo dal diventarlo? É attraverso questo che Dorian Gray tradisce Oscar Wilde; secondo il romanzo, si tratterebbe di un Oscar Wilde invaghito d'amore per un efebo, ancora timido, e come spaventato dalla via che sta piano piano per imboccare, attratto dal piacere della novità, dalla vertigine dell'ignoto, dalla mania del paradosso. La passione del pittore Basil è ben descritta. È un uomo che si innamora all’improvviso, per un colpo di fulmine, e manifesta tutti i sintomi di questo tipo di innamoramento. Solo che il suo amore non è rivolto ad una donna, bensì ad un efebo. Il pretesto, la scusa di questo sentimento è naturalmente l'Arte. Sedotto da quell'ammirevole individuo che è Dorian Gray, Basil, ritrovando una forza insospettabile in quel sentimento perverso, ma per lui rinnovatore ed ispiratore, fa un ritratto del giovane che è un puro capolavoro. Allontanato dal ragazzo, reso egoista e criminale da un cinico individuo, il pittore ricade nel suo onesto e mediocre talento, dal quale solo una passione platonica per un giovane del proprio sesso l’aveva momentaneamente tirato fuori, mentre mai vi era riuscito il normale amore per una donna. In certi punti del romanzo si avverte l’idea che, artisticamente parlando, tutta l’umanità pensante, al pari di Basil, potrebbe trarre il massimo profitto dall'inversione, che le elite potrebbero trarre una forza e un vigore nuovi, inusitati, da questo nuovo sentimento e che l'Arte vi si ritemprerebbe attraverso delle formule ancora sconosciute. Nel suo insieme, Dorian Gray è un opera interessante in alcuni punti, ma molto ineguale, in quanto non vi è vita, l'atmosfera morbosa nella quale si muovono i personaggi non è né sufficientemente pesante, né sufficientemente oppressiva per il lettore, l'egoista e il cinico non ci ripugnano abbastanza, l'inspiegabile criminale uccide senza emozionarci. In una parola, nulla ci tocca, ci intenerisce, ci rivolta, ci fa gridare di ammirazione o di orrore. Sembra che un giovane dandy di un club molto snob, dopo aver bevuto, abbia messo su carta la soluzione puramente interessata a situazioni che non esistono affatto nella realtà, o che, se si incontrassero, finirebbero in maniera del tutto differente. Qua e là, vi sono delle osservazioni esatte. Per esempio, l'abbozzo del sentimento di Basil per Dorian Gray5 . 5 Il ritratto di Dorian Gray – traduzione dal francese, Paris, Savine – pp.12, 13, 17, 18 e oltre: “ Gli piaccio – rispose dopo una pausa – so che gli piaccio....Lo lusingo molto, si capisce. Provo uno strano piacere a dirgli delle cose che mi pentirò d'avergli detto. In genere, è veramente carino nei miei confronti, e passiamo intere giornate nell'atelier a parlare di mille cose. Di tanto in tanto, è come terribilmente stordito e sembra provare un reale piacere a farmi soffrire. Harry, sento di aver donato la mia intera anima ad un individuo che la tratta come un fiore da mettere sul suo abito da sera, come una piccola decorazione per la sua vanità, come l'ornamento di un giorno d'estate... “ “ Non parlate in questo modo, Harry. Fintanto che Dorian Gray esisterà sarò dominato dalla sua personalità. Voi non potete provare questo, siete troppo incostante ”. “ Non voglio alcuna ingerenza esterna nella mia esistenza. Harry, voi sapete quanto la mia vita sia indipendente. Sono sempre stato padrone di me stesso, lo sono stato sempre almeno, fino al giorno del mio incontro con Dorian Gray. Allora.. ma non so come spiegarvelo...Qualcosa sembrava dirmi che la mia vita stava per attraversare una crisi terribile. Ho avuto la strana sensazione che il destino mi riservasse delle gioie squisite e degli squisiti dispiaceri. Mi spaventai e mi disposi a lasciare la sala. Non era la mia coscienza che mi faceva agire così; vi era una sorta di vigliaccheria nel mio agire. Non vidi altra soluzione che fuggire... Fu indipendente dalla mia volontà, ma chiesi a Lady Brandon di presentarci l'uno all'altro. Forse, dopo tutto, non era così temerario, ma semplicemente inevitabile. È sicuro che non ci saremmo parlati senza una presentazione preliminare. Ne sono sicuro da parte mia e Dorian ha detto più tardi la stessa cosa; anche lui aveva sentito che eravamo destinati a conoscerci... Vedo le cose, le penso, in maniera diversa. Ora posso vivere un'esistenza che prima mi era nascosta. Chi ha detto: “ Una forma sognata in giorni di pensiero”? Non me lo ricordo più, ma è esattamente ciò che Dorian Gray è stato per me. La semplice presenza visibile di questo adolescente – dal momento che mi sembra solo un adolescente, sebbene abbia più di vent'anni – la semplice presenza visibile di questo adolescente!.. Ah! Mi meraviglierei che possiate rendervi conto di quello che significhi! Inconsciamente, per me delinea le linee di una nuova scuola, di una scuola che unirebbe la passione dello spirito romantico alla perfezione dello spirito greco. L'armonia del corpo e dell'anima, che sogno!... Nel nostro accecamento, abbiamo separato queste due cose e abbiamo inventato un realismo che è volgare, un’idealità che è vuota! Harry, se voi poteste sapere ciò che Dorian Gray è per me!... Vi ricordate di quel paesaggio per il quale Agnew mi offrì una somma così considerevole, ma dal quale non mi sono voluto separare. È una delle cose migliori che abbia mai dipinto. E sapete perché? Perché, mentre lo dipingevo, Dorian Gray era seduto accanto a me. Qualche sottile influenza è passata da lui a me e, per la prima volta nella mia vita, sorpresi nel paesaggio quel non so che che avevo sempre cercato... e sempre mancato. Dorian Gray è il mio più caro amico – disse. È una natura semplice e bella. Vostra zia ha perfettamente ragione di dire di lui ciò che mi avete riferito... Non rovinatemelo; non cercate di influenzarlo in nessun modo, la vostra influenza sarebbe pericolosa per lui. Il mondo è grande e non mancano individui interessanti. Non toglietemi la sola persona che dona alla mia arte tutto il suo il fascino; la mia vita d'artista dipende da lui. Fate attenzione Harry, ve ne scongiuro...” Parlava a voce bassa e le parole sembravano sgorgare dalle sue labbra malgrado la sua volontà... “ Che stupidaggini mi state dicendo “ – disse lord Henry, sorridendo – e prendendo Hallward per il braccio, lo condusse, quasi suo malgrado, in casa sua “ . Anche Lord Henry, il personaggi cinico o che si comportava come tale, - così come si è detto di Wilde -, inizia a sentirsi attratto verso il bell’adolescente. Si sforza di educarlo, di inculcargli il cinismo perfetto e il completo egoismo. Non è affatto innamorato di lui come il pittore, ma prova un semplice desiderio di dominare, di rendere più docile, di avviare alla finzione un carattere del tutto giovane, quasi infantile. “ E ancora - continuò la voce musicale di lord Henry, su un tono basso, con quella graziosa flessione della mano che era una sua particolare caratteristica e che possedeva già ai tempi di Eton – credo che se un uomo volesse vivere la propria vita pienamente e completamente, se volesse dare una forma ad ogni sentimento, un'espressione ad ogni pensiero, una realtà ad ogni sogno, credo che il mondo subirebbe una tale nuova spinta di gioia che dimenticheremmo tutti i malanni del Medioevo, per rivolgerci di nuovo verso l'ideale greco, forse anche verso qualcosa di più bello, di più ricco! Ma anche il migliore di noi ha paura di se stesso. Il rinnegamento delle nostre vite è tragicamente simile alla mutilazione dei fanatici. Siamo puniti per i nostri rifiuti. Ogni impulso che cerchiamo di sopprimere germoglia in noi e ci avvelena. Il corpo pecca all'inizio e si soddisfa del proprio peccato, perché l'azione è un modo di purificarsi. Non ci resta nulla se non il ricordo di un piacere o la voluttà di un rimpianto. Il solo mezzo per sbarazzarsi di una tentazione è cedervi. Cercate di resistergli e la vostra anima aspirerà morbosamente alle cose che si è vietata, con, in più, il desiderio per ciò che delle leggi mostruose hanno reso illegale e orribile “. Poi lo rende consapevole della sua bellezza 6 ,e quando il pittore ha terminato quella bellissima tela - il ritratto di Dorian Gray - che è e resterà il suo capolavoro, Dorian, il solo essere che abbia potuto esaltare il suo talento fino al genio, spaventato dall'idea che la vita lo appannerà, gli rapirà la sua splendida forma, giura che solo il quadro invecchierà mentre lui conserverà la splendida luminosità, l'irraggiamento, l'intensità vitale e la bellezza dei suoi vent'anni7. Questo strano voto viene esaudito. Dorian Gray , sotto l'influenza di lord Henry, diventa un perfetto egoista, malvagio e debosciato ( qui non si tratta affatto d'inversione, sebbene alcuni passaggi dell'opera diano ad intendere che i piaceri dell'inversione fanno parte di quelli di Dorian ), e benché insozzi il suo spirito ed il suo corpo a proprio piacimento, questo corpo resta meravigliosamente giovane e bello. Ma ad ogni nuova bassezza, il quadro, accuratamente nascosto da Dorian in fondo ad una vecchia soffitta, si carica di una traccia di bruttezza, di vecchiaia, di corruzione o di crudeltà. Rappresenta sempre Dorian Gray, ma finisce con il darne un'immagine repellente, feroce e orrenda. È inutile seguire il romanzo in tutti i suoi sviluppi. Di dissolutezza in dissolutezza, accompagnate talvolta da una sfumatura di rimorso o di rimpianto8, Dorian Gray arriva al crimine. Uccide il pittore, già da molto tempo separato da lui - e che proprio per questo sentiva diminuire il suo 6 Pagina 31: “ Attualmente, dovunque andiate, affascinate. Sarà sempre così ? Avete un viso adorabilmente bello, signor Gray... Non contrariatevi affatto, lo avete... E la Bellezza è una manifestazione del Genio, perfino la più alta, dal momento che non ha bisogno di essere spiegata; è uno dei fatti assoluti del mondo, come il sole, la primavera o il riflesso nelle scure acque di quella conchiglia d'argento che chiamiamo luna; questo non può essere messo in discussione; regna per diritto divino, rende principi quelli che la possiedono; .... sorridete... Ah ! Non sorriderete più quando l'avrete perduta... Si dice talvolta che la bellezza è solo superficiale, può essere, ma almeno è meno superficiale del Pensiero. Per me la Bellezza è la meraviglia delle meraviglie. Solo le persone limitate non giudicano in base all'apparenza...” 7 Pagina 40. Dorian Gray: “ Sono geloso di ogni cosa la cui bellezza non muore mai. Sono geloso del mio ritratto! ... Perché manterrà ciò che perderò. Ogni momento che passa prende qualcosa di me e lo abbellisce. Oh! Se tutto questo potesse cambiare! Se questo ritratto potesse invecchiare! Se potessi restare quello che sono !... Perché avete dipinto questo quadro? Che ironia, un giorno ! Che terribile ironia! Delle lacrime brucianti riempivano i suoi occhi... Si torceva le mani. Improvvisamente, si precipitò sul divano e seppellì il suo viso nei cuscini, in ginocchio, come se pregasse... “ Ecco la vostra opera, Harry “ - disse il pittore amaramente “. Da notare alla fine della scena la descrizione del sentimento di gelosia che spinge il pittore a supplicare il suo amico lord Henry di non cercare di conoscere Dorian Gray. Costui, sedotto dall'elegante cinismo di lord Henry lascia insieme a lui l'atelier del pittore. “ Vorrei davvero poter contare su me stesso “ - disse ridendo lord Henry... Venite, signor Gray, il mio cabriolet è in basso e vi depositerà a casa vostra : Addio Basil ! Grazie per il vostro delizioso pomeriggio “. Non appena la porta si chiuse dietro di loro, il pittore crollò su un sofà, e un'espressione di dolore si dipinse sul suo viso. 8 “ Arrossì e rimpianse per un istante di non aver detto a Basil la vera ragione per la quale desiderava tenere nascosto il quadro. Basil l'aveva aiutato a resistere all'influenza di lord Henry e alle influenze ancora più avvelenate del suo proprio temperamento. L'amore che gli portava – dal momento che si trattava realmente di amore – non aveva nulla che non fosse nobile ed intellettuale. Non si trattava della semplice ammirazione fisica per la bellezza che nasce da sensi e che muore quando questi si affaticano. Era come l'amore che avevano conosciuto Michelangelo e Montaigne, Winckelmannn e lo stesso Shalkespeare. Si, Basil avrebbe potuto salvarlo. Ma, ora, era troppo tardi. Il passato poteva essere cancellato. I rimpianti, il rinnegare, o l'oblio avrebbero potuto fare ciò. Ma il futuro era inevitabile. Vi erano in lui delle passioni che avrebbero trovato il loro terribile compimento, dei sogni che avrebbero proiettato su di lui l'ombra della loro perversa realtà “. talento9 - il quale , venuto per cercare di riportare Dorian sulla diritta via, si spaventa per le mostruose modifiche sopraggiunte al suo dipinto. Il pittore sparisce e Dorian Gray, l'assassino, non viene inquisito. . Riesce a cavarsela, sfugge ai sospetti, ma il terribile ritratto diventa sempre più brutto e, in un eccesso di rabbia, Dorian lo pugnala. Il vero Dorian cade subito a terra morto; in un attimo il suo viso prende tutta la bruttezza del ritratto che ridiventa così come l'aveva dipinto il pittore, l'immagine di un giovane che era l'ideale della bellezza. Tale è il canovaccio del romanzo. Vi si trova la frase che fu letta in una delle udienze riguardo alla correlazione fra bruttezza morale e bruttezza fisica, visto che, secondo lord Henry, un vizio o una passione si dipingono sempre sul viso di chi ne è posseduto. E, leggendo questo passo, il magistrato aveva guardato severamente Wilde. Ci vediamo una certa insistenza ad attribuire, da una parte, la perversità di Dorian Gray ad un libro che gli aveva prestato lord Henry e, tuttavia, sappiamo come Wilde professasse delle idee contrarie a questa teoria. Ma la cosa più curiosa, dal punto di vista psicologico, è la compiacenza con la quale ci viene descritto, nel corso del romanzo, il gusto di Dorian Gray, in una certa fase della sua decadenza morale, per i gioielli e le pietre preziose e anche per le voluttà, le orgie e le crudeltà dei secoli passati10 . 9 “ Si - continuò Lord Henry, rivoltandosi e facendo uscire il suo fazzoletto dalla tasca – la sua pittura si sta spegnendo. Mi sembra che abbia perso qualcosa. Ha perduto un ideale. Quando ambedue avete cessato di essere grandi amici, ha smesso di essere un grande artista. Che cosa vi ha separato ? Credo che vi annoiasse. Se è stato questo, non vi dimenticherà mai. È un'abitudine che hanno tutti i seccatori. A proposito, scondo voi, che fine ha fatto quell'ammirevole ritratto che aveva dipinto ? Credo di non averlo più rivisto dopo che vi dette l'ultima mano “. 10 Vedere pagina 180 e seguenti ( 180-207). “ Amava l'oro rosso della pietra solare, il biancore perlato della pietra di luna, e l'arcobaleno spezzato dell'opale lattiginoso. Fece venire da Amsterdam tre smeraldi di straordinaria grandezza e di una incomparabile ricchezza di colori, e possedette un turchese della vecchia roccia che fece l'invidia di tutti gli intenditori. Scoprì anche della meravigliose storie di pietre preziose....Nella “ Cléricalis Disciplina” di Alfonso, si parla di un serpente dagli occhi di vero giacinto, e, nella romanzesca storia d'Alessandro, si dice che il conquistatore d''Ematia, trovò nella valle del Giordano dei serpenti “ che portavano sulle loro schiene delle collane di smeraldo”. Filostrato racconta che nel cervello di un drago si trovava una gemma grazie alla quale , “ esibendo delle lettere d'oro e un vestito di porpora “ si poteva addormentare ed uccidere il mostro... “. E più in là : “ Dorian rileggeva di continuo quel capitolo fantastico e i due capitoli seguenti, nei quali come in un curioso arazzo o su degli smalti abilmente lavorati, erano dipinte le figure belle e terribili di coloro che Il Vizio ed il Sangue hanno reso mostruosi o dementi; Filippo, duca di Milano, che uccide sua moglie e tinge le sue labbra di un veleno scarlatto, di modo che il suo amante succhiasse la morte, baciando la morta che idolatrava; Pietro Barbi, il Veneziano, che prese il nome di Paolo II, che volle vanitosamente prendere il titolo di Formosus e la cui tiara, valutata duecentomila fiorini, fu il prezzo di un terribile peccato; Gian Maria Visconti, che si serviva dei levrieri per cacciare gli uomini e il cui cadavere straziato fu coperto di rose da parte di una prostituta che lo aveva amato!... Ed il Borgia, sul suo cavallo bianco, con il Fratricidio che gli galoppa accanto ed il mantello tinto del sangue di Perrotto; Pietro Riario, il giovane cardinale arcivescovo di Firenze, figlio e favorito di Sisto V, la cui bellezza fu eguagliata solo dalla sua dissolutezza e che ricevette Leonora di Aragona in un padiglione di seta bianca e cremisi, pieno di ninfe e di centauri, mentre accarezzava un ragazzo di cui si serviva nelle feste come Ganimede o Hylas; Ezzelino, la cui malinconia poteva essere guarita solo dallo spettacolo della morte, nutrendo una passione per il sangue come altri ne nutrono per il vino, - Ezzelino, figlio del demonio, come fu chiamato, che ingannò suo padre ai dadi, mentre giocava con lui la sua anima!... E Giambattista Cibo, che prese per burla il nome di Innocenzo, nelle cui torpide vene fu iniettato, da un dottore ebreo, il sangue di tre adolescenti; Sigismondo Malatesta, amante di Isotta e signore di Rimini, la cui effige fu bruciata a Roma, come nemico di Dio e degli uomini, che strangolò Polissena con un tovagliolo, fece bere del veleno a Ginevra d'Este in una coppa di smeraldo e fece costruire una chiesa pagana per adorare Cristo, in onore di una vergognosa passione, ecc...ecc.. “ Vedere la descrizione del gusto per i profumi, gli strumenti, gli abiti ecclesiastici, ecc..ecc. Tutto questo non è molto interessante. L'impressione da conservarne mi pare essere che, in Wilde, la discontinuità nello sviluppo dell'azione, ostacolata da queste digressioni, la sollecitudine esagerata, in rapporto al quadro dell'opera, nel raccontare il gusto di Dorian Gray per un lusso ed una strana crudeltà, sembrano indicare nell'autore stesso questo desiderio del bizzarro e dello sconosciuto che, forse, è stata la causa prima del suo processo e dei fatti che lo hanno motivato. Quello che può sembrare curioso è il fatto che, tutto sommato, il ritratto di Dorian Gray è un argomento a favore dell'influenza dell'ambiente sullo sviluppo della personalità. Non pretendo di trovare, in un romanzo del genere, una prova a favore o contro una teoria scientifica; tuttavia devo considerare l'opera istruttiva per il tono, l'affettazione di egoismo e di cinismo dei personaggi che parlano e discutono verosimilmente come si parlava e si discuteva negli ambienti frequentati da Wilde. Dorian Gray è una vittima di lord Henry e dell’ambiente ristretto nel quale vivono. Dopo aver letto i dibattiti del processo e dopo aver riflettuto sull'articolo così giudizioso del signor Raffalovich, Wilde, con le limitazioni imposte dalla mancanza di un interrogatorio diretto e dalla lontananza del soggetto che ci è in definitiva sconosciuto, mi appare come una vittima del suo successo, della sua vanità, degli elogi da cui fu sommerso in un certo ambiente e del dominio che ha esercitato. Senza tutto ciò, sarebbe certamente rimasto quell'onesto padre di famiglia che è stato per lungo tempo; avrebbe trovato nell'esempio della virtù corrente, nelle idee banali della morale borghese, negli stessi pregiudizi del suo tempo, un freno che avrebbe arrestato, impedito alle sue amicizie esagerate ( che in un ambiente sano non si sarebbero forse verificate ), di sorpassare i confini di uno di quegli affetti che possono essere vivi, apparire bizzarri ed anormali, ma che, restando casti, rimangono leciti. Molti hanno di queste amicizie. Bisogna vedervi una predisposizione ereditaria, una tendenza innata? Ma allora, quale famiglia non nasconde, allo stato latente, dei criminali e dei pederasti? Quale essere umano può pretendere di discendere da un linea di antenati virtuosi? Avete mai esaminato le genealogie celebri, per esempio quelle delle stirpi reali ? Quanti antenati criminali o invertiti ciascuna di esse ha prodotto? Non è forse lo stesso per gli altri esseri umani? In alcuni momenti, molti hanno delle tendenze omosessuali che si traducono in amicizie intense e pure. Quelli che gettano a mare gli insegnamenti ricevuti riguardo al pudore e alla dignità, diventano colpevoli.. Ciò è vero sopratutto per la pedofilia, che appartiene molto più spesso alla perversità che alla perversione. Nell'amore per l'efebo, vi è quasi una ricerca della donna. L'efebo assomiglia alla donna in molti punti. A teatro i ruoli di paggio sono svolti da donne e non ne siamo scioccati. Il pedofilo, almeno all'inizio, è innamorato forse più della giovinezza che della sessualità dell'individuo. Per questo incontrerete il pedofilo fra le persone anziane e anche fra i forti, i robusti, dalla sessualità dirompente. Per quanto ripugnante sia, essa è segno di una prognosi meno grave di quella delle altre forme d'inversione. Fra l'uomo che ama e colui che si lascia amare, a meno che non sia per pietà, e ne trae soddisfazione, vi è tutto un abisso. Il secondo è cento volte più invertito, è una donna; l'altro conserva le funzioni di maschio, e anche se il suo gusto è bizzarro, è spesso correggibile ed il suo stato guaribile, almeno per un certo periodo, poiché una volta che la dissolutezza diventa padrona del terreno, tutte le varie forme si confondono ed il pedofilo può lui stesso diventare amante degli uomini. Oscar Wilde si è rivelato a noi come un pedofilo. Non ha nulla dell'invertito nato, come abbiamo visto nel capitolo precedente, né l'aspetto femmineo né la stessa vanità femminile 11, non ha assolutamente la stessa psicologia, né soprattutto lo stesso gusto per i maschi robusti. È tutto il contrario; ama solo gli individui più giovani, meno maschili; sono gli efebi quelli che cerca. 11 É interessante paragonare la vanità del personaggio del romanzo di un invertito-nato con lo snobismo di Wilde. Queste due forme d'egoismo sono insopportabili, ma molto diverse; la prima è quella di una donna, la seconda è quella di un uomo pervertito. Una tale corruzione, sviluppata in un ambiente appropriato, non sembra, al punto in cui era Wilde durante la sua condanna, incurabile né disperata. Ciò che un ambiente ha costruito, un altro potrebbe disfarlo. Al soggiorno in prigione, molto adatto per dimenticare i pensieri viziosi, per placare le cattive tendenze, succederà, lo speriamo per lui, una ripresa delle normali abitudini, dei gusti semplici, una perdita della posa esagerata ed egoista che professava. Se ha sufficiente energia per rompere con le sue abitudini, se perde il suo orgoglio, fonte delle sue colpe, se acconsente ad aprire gli occhi e a riconoscere i propri torti, può correggersi, guarire. Con ciò, un solo elemento in suo possesso lo può salvare, il lavoro. Non manca affatto di talento; che lo impieghi meglio. Auguriamogli dunque“ coraggio” e assicuriamolo che può, attraverso una vita semplice e normale, riconquistare la stima delle persone oneste, farsi ancora perdonare e essere utile. Per noi, questa sarebbe una prova in più che l'ambiente può fare e disfare l'inversione come spesso fa con la criminalità. Esiste un invertito occasionale come esiste un criminale occasionale; essi differiscono dall'invertito-nato e dal criminale- nato. Questa distinzione fra gli invertiti, la troveremo d'altronde più o meno implicitamente espressa nelle opere della maggior parte degli studiosi, medici o filosofi, che hanno trattato l'inversione. Fra queste, certe risposte all’indagine che ho iniziato un anno fa, sono, confrontate con i dati già conosciuti, parlano estremamente chiaro.