Articolo - Piazza della Resistenza

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Articolo - Piazza della Resistenza
Scuola pulita: la raccolta differenziata fa
la differenza
Contesto di riferimento: Ambiente.
Obiettivi: Individuazione di una strategia per
ottimizzare la raccolta differenziata nel
proprio territorio.
Risultati attesi: Incremento dei rifiuti differenziati;
riduzione discariche abusive.
Fasi di lavoro:
1. Ricerca Storica: genesi del “problema rifiuti in Italia”, la
prima raccolta differenziata.
2. Studio dello stato dell’arte in Italia, nella nostra Regione,
Provincia,Comune, in Europa.
3. Studio dei processi rigenerativi della: plastica, carta, vetro,
metallo.
4. Studio dei rifiuti organici: risorsa per l’agricoltura.
5. Studio dei rifiuti speciali: quali sono e come smaltirli.
6. Censimento delle discariche abusive presenti nel nostro
Comune.
7. Analisi del comportamento umano: l’uomo e l’ambiente;
l’uomo e la raccolta differenziata.
8. Formulazione di strategie capaci di indirizzare la
popolazione alla raccolta differenziata.
9. Studio di una riorganizzazione tecnica della raccolta
differenziata.
10.Formulazione di strategie (diverse dalla differenziata)
capaci di ridurre i rifiuti conferiti nelle discariche.
11.Redazione del documento completo.
12.Redazione di un opuscolo, sintesi del lavoro.
Attività previste:
1.
2.
3.
4.
5.
Ricerche in letteratura.
Realizzazione di un cortometraggio.
Contattare le società interessate al riciclaggio.
Scrittura del documento.
Presentazione del lavoro svolto al Comune di appartenenza.
La storia del VETRO
La scoperta vera e propria della materia vetrosa si
data alla metà del III millennio a.C. in
Mesopotamia
I primi oggetti in vetro, modellati e forgiati, erano
necessariamente molto piccoli. Fino alla comparsa
dei primi recipienti, vengono prodotti
esclusivamente oggetti a carattere ornamentale e
rituale, in particolare perle di varie dimensioni
I primi recipienti realizzati in vetro pare siano
stati prodotti nel corso del XVI-XV secolo a.C.,
inizialmente nella piana di Antiochia, Siria del
Nord e nell'Alta Mesopotamia. Si ispirarono a
forme ceramiche di piccole dimensioni, come
calici, coppe, bottigliette a corpo piriforme con
terminazione a punta, prevalentemente in vetro
blu, con decorazioni di filamenti applicati di
colori diversi, in particolare gialli.
A distanza di circa un secolo anche in Egitto si
sviluppò una produzione di vetro, probabilmente
conseguente alle imprese militari in Mesopotamia.
La produzione egiziana è caratterizzata per lo più
da contenitori cosmetici, vasi rituali.
Nella Grecia micenea si confezionarono quasi esclusivamente elementi di collane di colore blu,
brillante, traslucido e placche decorative.
Nel Mediterraneo occidentale, lungo le coste tirreniche e adriatiche aperte ai traffici egei, XV sec.
a.C., sono presenti perle in pasta vitrea. Questi erano oggetti ornamentali, una sorta di status symbol
dell epoca.
Conquistato l’Egitto, i Romani condussero in Italia i migliori vetrai e qui venne inventata la “canna
da soffio”, in ferro, tuttora usata.
L'avvento della tecnica della soffiatura, rivoluzionò l'industria vetraria e permise una vasta
diffusione degli oggetti in vetro per la riduzione dei tempi tecnici di lavorazione e la possibilità di
creare una grande varietà di forme in tempi brevi.
Da prodotto riservato all'élite sociale, il vetro entra nella vita quotidiana di tutti i ceti: contenitori
per unguenti e balsami profumati ....vario uso e dimensione: bottiglie, olle, piatti, coppe e bicchieri.
Il ritrovamento di resti di lucerne e di lanterne, manufatti di uso quotidiano, attestano l'impiego del
vetro anche nel campo dell'illuminazione.
Ai tempi di Nerone il vetro era già di uso comune a Roma.
Sempre durante l'Impero romano inizia la produzione di pannelli in vetro per finestre: si trattava di
piccole lastre di vetro soffiato secondo un processo di produzione di origine siriana introdotto nel I
sec. a.C.
Intorno al I sec. d. C. gia si inizia l'utilizzo anche per serramenti con lastre sempre di tecnica
romana.
È nel medioevo che, per rispondere alle esigenze architettoniche delle grandi cattedrali gotiche con
le loro ampie superfici traforate, si sviluppa la produzione della vetrata (Iconografia)
Verso la fine del XV secolo d.C. Venezia diviene il centro vetrario più prestigioso del mondo.
I primi prodotti furono in gran parte di carattere utilitario e di serie , ripetono le forme tardo romane
e bizantine: bottiglie panciute dal collo allungato, dette inghistere, e fiole o fielle, bottiglie a collo
stretto dalle quali viene il termine fioleri, prima denominazione dei vetrai veneziani; vari tipi di
bicchieri tronco-conici, e vetri comuni da tavola e da osteria; recipienti da misura per la vendita di
olio e di vino negli esercizi pubblici, commissionati dalla Repubblica.
Il boom economico e industriale nell'Inghilterra della seconda metà del '700 investe anche il campo
della produzione delle lastre in vetro, con progressi tecnici e un sempre più vasto consumo, che
porta alla diminuzione dei prezzi di vendita e all'utilizzo del vetro associato al ferro per la
realizzazione di grandi e luminose coperture. Nei primi decenni dell'Ottocento in Francia e in
Inghilterra grandi lucernari in ferro e vetro sono usati in numerosi edifici pubblici e gallerie
espositive
La storia della CARTA
Papiro e il primo materiale utilizzato dagli antichi egizi per scrivere fin dal 3000 a.C. e,
successivamente, da greci e romani.
La pergamena, ottenuta per lavorazione di pelli di animali, sostituì per la scrittura il papiro, che
cresce esclusivamente in regioni dal clima subtropicale.
In Cina la tecnologia di fabbricazione della carta da corteccia, stracci e reti da pesca fu descritta per
la prima volta nell'anno 105 dall'ufficiale di corte Ts'ai Lun. La più antica carta conosciuta di cui ci
sia pervenuto un campione fu fabbricata con stracci intorno al 150.
In America, ritrovamenti archeologici indicano che la fabbricazione della carta era già nota ai Maya
non più tardi del V secolo.
In Medio Oriente la carta era già nota presso i Persiani nel VI secolo, importata dalla Cina con le
carovane lungo le vie della seta. Gli arabi ne vennero a conoscenza nel 637 entrando in Ctesifonte,
capitale della dinastia sasanide, ma solo nel 751, dopo la battaglia del Talas, con la conquista di
Samarcanda fecero prigionieri dei cartai cinesi dai quali riuscirono a carpire i segreti della
fabbricazione. La carta di Samarcanda, fatta con canapa e lino, diventò presto famosa e assicurò un
periodo di sviluppo alla regione.
La carta giunse in Europa nel XII secolo. Importata da Damasco attraverso Costantinopoli (l'odierna
Istanbul), o dall'Africa attraverso la Sicilia, era un prodotto mediocre se paragonato alla pergamena
e per di più musulmano, tanto che Federico II in un editto del 1221 ne proibì l'uso negli atti
pubblici.
Le cose cambiarono dal 1268 quando a Fabriano, una piccola città tra Ancona e Perugia, si
cominciò a preparare la pasta utilizzando magli multipli azionati da un albero a camme collegato ad
una ruota idraulica.La nuova tecnologia ebbe un notevole successo e presto sorsero nuovi mulini in
tutta l'Italia settentrionale. La carta italiana, di qualità migliore, più economica e soprattutto
cristiana si impose velocemente in tutta Europa.
Il monopolio della carta italiana durò fino a metà del XIV secolo quando nuovi centri cartari sorsero
prima in Francia e poi in Germania.
Durante l'era industriale ci furono numerosi perfezionamenti della carta grazie a invenzioni. I
continui miglioramenti ridussero sempre più i costi di produzione, ma la limitata offerta della
materia prima, gli stracci, impose la ricerca di nuove fonti.
Nel 1844 un tessitore di Heinicken, in Sassonia, di nome Federico Gottlob Keller, depositò un
brevetto per una pasta preparata dal legno.
Dal 1880 un nuovo procedimento al solfato permise di ottenere una carta molto robusta chiamata
carta Kraft che rivoluzionerà il mondo dell'imballaggio.
Con l'arrivo della pasta di legno, la produzione diventò di massa e la caduta del prezzo trasformò la
carta in un prodotto di largo consumo.
In Inghilterra, ad esempio, la produzione passò dalle 96.000 tonnellate del 1861 alle 648.000
tonnellate del 1900. I paesi ricchi di foreste come quelli scandinavi, il Canada e gli Stati Uniti,
diventarono i nuovi riferimenti del mercato.
Nel 1871 fu per la prima volta impiegata per la prima carta igienica in rotoli, nel 1906 per le prime
confezioni del latte in cartone impermeabilizzato, nel 1907 per il cartone ondulato e poi giocattoli,
capi d'abbigliamento, elementi d'arredo, isolamenti elettrici.
Con la graduale introduzione della carta economica, giornali, quaderni, romanzi e altra letteratura
diventarono alla portata di tutti.
La storia della PLASTICA
1862 - Due industriali americani mettono in palio 10.000 dollari per chi avesse trovato un sostituto
dell’avorio nella fabbricazione delle palle da biliardo, allora molto costose e non sempre
perfettamente sferiche.
Li vince Alexander Parkes che sintetizza la nitrocellulosa, simile all'avorio, a cui da il nome di
Parkesina.
Uno dei primissimi impieghi della Celluloide fu sperimentato dai dentisti, felici di sostituire con
essa la gomma vulcanizzata, allora molto costosa, usata per ottenere le impronte dentarie.
Date le sue utilissime proprieta la plastica vienne impegnata in tantissimi campi, per le palle da
biliardo, nei quadri di comando, nei registratori di cassa, nei banconi e in ogni genere di dispositivo
e marchingegno.
1889 - George Eastman riesce ad utilizzare la Celluloide per fare pellicole fotografiche
La Bakelite fu la prima resina termoindurente ottenuta facendo reagire fenolo e formaldeide. Dalla
reazione si forma un prodotto resinoso che diventa plastico per riscaldamento e in queste condizioni
può essere compresso in stampi per ottenere oggetti di varia forma.
Anni '20 - Nasce la Fòrmica, laminato plastico a base di urea, fenolo, formaldeide (e carta kraft),
utilizzata nell’arredamento
Anni '30 - Si utilizzano 16 materie plastiche differenti, fra cui il polistirolo e i poliuretani
1938 – Viene scoperto il nylon e i primi oggetti realizzati per l'uso comune date le eccezionali
caratteristiche furono le calze di nylon.
Un importante spinta allo sviluppo delle materie plastiche venne durante la Seconda Guerra
Mondiale, quando si rese necessario fornire alternative sintetiche a quelle sostanze naturali (ad. es.
la gomma) che scarseggiavano o le cui fonti di approvvigionamento venivano boicottate.
I Poliuretani, scoperti nel secolo precedente e sviluppati nei laboratori dal 1938, vengono utilizzati
in sostituzione delle gomme naturali (per ricoprire i palloni frenati che proteggevano Londra dalle
incursioni delle V1 e V2) e come schiume isolanti per sottomarini ed aerei tedeschi.
Il PVC, impiegato dalle carte di credito agli stivali da passeggio, passando per i rivestimenti di
interni e le cornici da arredamento.
Per quanto la plastica abbia invaso il mondo, si stima che attualmente meno del 10% sul totale viene
riciclata
La storia dell'ALLUMINIO
L'alluminio e stato prodotto per la prima volta su scala industriale, solo poco più di cento anni fa.
Sir Humphry Davy, nel 1807, fu il primo a separarlo dal suo ossido, l’allumina, sebbene solo nella
forma di una lega alluminio-ferro, e a dare il nome al metallo.
Nel 1825 il fisico danese Oersted riuscì a produrre per primo l’alluminio puro.
Dopo una serie di tentativi da parte di vari scienziati, nel 1885 un francese, Henri St. Claire Deville,
utilizzò un nuovo metodo termo-chimico che permetteva una limitata produzione industriale di
alluminio metallico. Il nuovo, strano metallo ebbe un breve successo in gioielleria e nella posateria,
e sebbene il suo prezzo si riducesse considerevolmente nei trent’anni successivi, risultava ancora
troppo caro per un uso commerciale e il suo impiego restava dominio esclusivo dei facoltosi.
A quel tempo, infatti, l’Imperatore Francese Napoleone III usava coltelli, forchette e cucchiai in
alluminio con gli ospiti di riguardo, mentre Re Cristiano X di Danimarca indossava una corona fatta
in alluminio.
La svolta avvenne nel 1886 quando, lavorando in modo indipendente, Paul-Toussant Héroult, in
Francia, e Charles Martin Hall, negli Stati Uniti, depositarono separatamente i loro brevetti sul
processo di fusione elettrolitica per la produzione di alluminio metallico ottenuto dall’allumina.
Da sapere...
1919 - Inizia la produzione di tubetti per pomate e dentifricio in alluminio.
1924 - Negli USA si effettuano i primi esperimenti per la chiusura delle bottiglie con tappo a vite in
alluminio.
1955 - Nascono le prime lattine per bevande.
1962 - Emie Frazie inventa il sistema ‘easy open’ - apertura facilitata con linguetta a strappo.
1978 - Negli USA ,in nome della salvaguardia dell’ambiente, appaiono le prime lattine ‘Stay on
tab’, in cui la linguetta rimane attaccata.
1990 - ‘Stay on tab’ viene importato in Europa.
Furono così poste le basi dei metodi industriali per la produzione di alluminio, usati ancora oggi in
tutto il mondo e conosciuti sotto il nome di processo Bayer-Hall-Héroult.
La storia dell’alluminio non è comunque conclusa in quanto sono tuttora in corso nuove scoperte
volte ad identificare nuovi usi per questo metallo unico nel suo genere.
La storia dell'ACCIAIO
I metalli sono conosciuti fin dai tempi più remoti. Gli archeologi datano e nominano le fasi della
preistoria basandosi proprio sul tipo di metallo allora diffuso e utilizzato per la fabbricazione di
utensili e armi. Fu intorno al 5.000 a.C. che ci si rese conto che questi minerali, se riscaldati,
diventano malleabili e possono quindi essere modellati e assumere la forma desiderata. Pertanto si
cominciarono a creare i primi oggetti per la vita quotidiana. La qualità dei prodotti migliorò
sensibilmente solo quando si scoprì che mescolando più metalli se ne potevano ottenere di nuovi: le
leghe (2.500 a.C.).
Si deve attendere fino al 1321 per la produzione della prima latta, una lamina di ferro ricoperta su
entrambi i lati di stagno fuso, per poter contenere e conservare i cibi. E’ accertato che i primi
laminati di ferro ricoperti di stagno erano impiegati per gli usi più vari fin dal medioevo.
Nel 1830 compaiono le prime "scatolette" a banda stagnata. Questo prodotto è diventato di grande
successo e diffusione, in quanto capace di conservare il cibo mantenendone inalterate nel tempo le
caratteristiche.
La produzione delle scatole di conserva si sviluppò, inizialmente, in Inghilterra.
I primi consumatori a sperimentare con successo tale novità furono i viaggiatori, in particolare
navigatori ed esploratori.
Come materiale da imballaggio la banda stagnata deve la sua affermazione, in Italia, a Francesco
Cirio, capostipite della famosa industria di conserve.