2 - L-Ektrica

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2 - L-Ektrica
fanzine marzo 2010
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L-EKTRICA
L-EKTRICA IN THE SKY WITH DIAMONDS
Martedì
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Marzo
myspace.com/toddterjemusic
Ogni Martedì • Every Tuesday • ore 23.00
AKAB Via di Monte Testaccio 69, Roma
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Glass
Candy
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ESU & fabrice
Visual: Infidel
L-Ektrica Fanzine
Live
Grafica: Lord Z
Interviste: Matteo Quinzi, Ivo D’Antoni
Progetto: L-Ektrica Family
l-ektrica.com
myspace.com/lektrica
facebook.com/lektrica
Media Partner
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DesireTerje
Todd
Live
Todd Terje
INterview
C
apita spesso di ascoltare ottimi riferimenti disco da
produttori scandinavi, qualcosa che interpreto come
un’esigenza di calore e solarità. In che modo ti sei avvicinato
alla disco, e quali i produttori che ti hanno influenzato
maggiormente?
Il primo vinile che abbia mai acquistato è stato “Sexy
Disco” di Bjørn Torske, che credo sia stato l’inizio della
mia odissea attraverso la disco. A quel tempo Bjørn, Erot e
Thorbjørn Brundtland facevano della buona musica, quasi
volubile, sognante, ma associata alla house che io avevo
giusto iniziato ad ascoltare. Tutto sembrava così eccitante
e, quando uscì la compilation “Mixed” di Strangefruit, fui
catturato definitivamente.
H
o sempre accostato la tua figura a qualche leggendario
personaggio della New York di fine ‘70. Hai mai sognato di
vivere in un’altra epoca magari più vicina al tuo stile di
vita? Se sì, quale e perché?
No. Se fossi vissuto negli anni ‘70, non avrei mai avuto i soldi per
comprare l’attrezzatura e non sarei mai arrivato alla musica, allo
stesso modo di oggi. Ora puoi comprare tutto ciò che ti occorre
con niente, il che significa che tutti hanno un’opportunità.
Sarebbe tuttavia interessante costruire una macchina del
tempo, per tornare ai tempi del Loft e del Paradise Garage.
Forse anche gli anni ‘20 o ‘30 sarebbero altrettanto cool?
D
alla tua discografia si evince una predisposizione smodata
per i remix, da cosa nasce questa passione e cosa deve avere (o
non avere) un brano per attirare la tua voglia di modificarlo?
Sto cercando di non fare troppi remix ultimamente, perchè
talvolta finisci per aggiungere troppe cose nuove al mix e non
rimane poi molto dell’originale, a quel punto perchè non fare
proprio un nuovo brano? Ma a volte un brano è talmente grande
che semplicemente non puoi non resistere alla tentazione
di remixarlo, allora diventa quasi un tributo. Generalmente
scelgo brani che sono già superbi, ma necessitano di qualche
ritocco qua e là, ma spesso ottieni risultati più interessanti se
scegli un brano sfigato gli togli la schifezza superficiale e gli
dai una ripulita, finchè non suona bene, ehehe!
di Ivo D’Antoni
Q
ual è il tuo setup in studio, sei un amante dell’analogico o ti
servi di strumenti digitali per le tue produzioni?
Finora ho fatto tutto su un computer, ma ho registrato alcune
parti con un microfono.
Penso che farò molti più campionamenti con il microfono
da adesso i poi, semplicemente perchè mi stufo facilmente
dei miei vecchi suoni, penso di aver usato tutti i possibili
campioni di percussione presenti nella mia library ormai.
Se avessi i soldi per comprare molti dispositivi analogici, li
userei anche, ma oltre al costo, è anche molto difficile trovare
perle rare, sembra che mezza New York stia spazzandosi via
tutto quello che c’è su eBay.
A
cosa stai lavorando in questo momento?
Hai mai preso in considerazione l’idea di un album o magari
una raccolta che possa chiudere il cerchio di tutti i tuoi
pseudonimi?
Ho appena finito una compilation di remix che uscirà intorno
a maggio per la Permanent Vacation di Monaco.
Ho sia un album che una edit compilation in lavorazione,
ma è difficile dire quando saranno pubblicate, sono un uomo
disorganizzato...
P
uoi darci un tuo pensiero riguardo il vinile? Cosa
rappresenta per te ed in che modo si può arrivare ad amarlo
follemente?
No, non posso davvero darti un’opinione su questo. Tutta la
faccenda del vinile contro i cd, contro il digitale, è già stata
affrontata talmente tante volte, ogni dj deve solo scegliere ciò
che gli è più congeniale e giusto per sè. Purchè suoni bene!
(No mp3 da 192kbit!!)
Q
ual è il disco che hai ascoltato più volte nella tua vita?
Voglio un solo nome, quello che semplicemente è finito più volte
nel tuo lettore e perché.
Thriller di Michael Jackson. Non sento molti dischi
ultimamente, ma quand’ero ragazzino amavo quel disco
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Marzo
Lifelike
INterview
di Matteo Quinzi
Il tuo singolo “Discopolis” è diventato un “istant classic” ed una delle tracce più suonate negli
ultimi cinque anni. Come hai vissuto questo incredibile e inaspettato, almeno credo, successo?
Qual è stata l’intuizione o l’idea originale dalla quale è scaturito un lavoro perfetto come quello?
L’ho preso come un dono dalla vita. Sono stato molto fortunato che le cose con Discopolis siano
andate in questa maniera, considerando che siamo in mezzo alla più grande crisi che l’industria
discografica abbia mai avuto. È sempre una sorpresa quando una traccia che hai prodotto riscuote
un tale successo, e come hai detto, è stato del tutto inaspettato. Ci sono voluti quattro mesi per
far conoscere la traccia ai vari dj in giro per il mondo. Quei mesi sono stati a dir poco stressanti
per noi, non avendo la minima idea di come il singolo sarebbe stato accolto e recepito dalla gente.
L’idea di partenza era quella di fare qualcosa di retrò, sulla quale riderci su, provando ad abbinarci
dei vecchi effetti echo box al fine di ricreare un suono simile alle vecchie produzioni di Giorgio
Moroder, un artista che ammiro molto.
Potresti essere considerato il “Caronte” tra la prima scena French Touch, quella originale dei ‘90
(Daft Punk, Laurent Garnier, Etienne De Crecy etc...) e quella del nuovo millennio (Busy P,
Justice etc...). Quali sono le tue opinioni a proposito di entrambe? A quale ti senti più legato?
Amo i Daft Punk e tutta la crew intorno a loro, in pochi anni hanno completamente rivoluzionato
il suono e la musica dance. E oggi noi stiamo continuando a declinare quel tipico suono house
francese, in un certo senso. Nutro un profondo rispetto per Pedro Winder (Busy P). Quando lui
ha fondato la sua label, la Ed Banger Rec. qualche anno fa, mi chiese di remixare uno dei suoi
artisti per la release 003 della Ed Banger o giù di lì. All’epoca i Justice avevano appena iniziato
a produrre le prime tracce. L’ufficio di Pedro a Montmartre è una sorta di “meeting point”, se
decidi di passare nel pomeriggio, giusto per fare un saluto o una chiacchierata, potresti incontrare
Philippe Zdar dei Cassius, Dj Falcon o Thomas Bangalter, lì per un’intervista, o Gildas della
Kitsuné. Intendo dire che questi ragazzi non sono solo delle leggende, sono soprattutto dei
musicisti di incredibile livello.
Quindi più o meno si conoscono tutti fra di loro, compresi i “nuovi” ed i “vecchi” della scena francese.
Non esiste un vero gap che divide tutti questi producers, solo modi differenti di fare musica.
Lo scorso anno hai licenziato il fantastico double A side single “Sunset/Sequencer”. Come mai
questa scelta? Che cosa ci dobbiamo aspettare circa le tue produzioni nel 2010? Forse un album
di debutto? O preferisci lavorare solo sul formato singolo?
Innanzitutto grazie per i complimenti! Non è stata una vera e propria scelta, Alan Braxe amava
entrambe le tracce e lo stesso era per me, così abbiamo deciso di farle uscire insieme, la “dreamy”
Sunset e Sequencer, più orientata invece verso un suono da soundtrack anni ‘80. Ma ora non
sono così sicuro di aver fatto la scelta giusta, forse le due tracce avrebbero funzionato meglio
singolarmente. Come puoi vedere, non ragioniamo mai in termini di efficienza :-) !
Quest’anno spero di far uscire due o tre singoli, dipenderà dalla qualità delle tracce. Sono
abbastanza calmo nelle uscite, preferisco la qualità alla quantità. Al momento, mi sento più a
mio agio nel formato singolo rispetto all’album. Mi piace il concept del singolo, puoi far uscire
cose diversissime fra loro invece di cercare un baricentro, aspetto fondamentale per un album.
Ho prodotto una band, i Frankfurt Express, che stiamo cercando ora di promuovere e far firmare
con qualche label importante ed ho terminato un paio di remixes che usciranno nei prossimi mesi,
uno dei quali è su un pezzo dei Pony Pony Run Run.
Molti dei tuoi singoli escono per la Vulture, la label seminale di Alan Braxe. Quando e come è
cominciata questa vincente collaborazione?
Ho incontrato Alan qualche anno fa, dopo aver mandato il demo di Discopolis alla Vulture. Quello fu
il nostro primo incontro. Ho sempre desiderato lavorare con lui, la sua musica è fantastica ed è anche
un ottimo remixer. È una persona molto umile, discreta e piacevole e credo che ci sia un grosso rispetto
reciproco, una delle condizioni basilari per collaborare al meglio con qualcuno. Inoltre la Vulture mi
lascia una libertà ed un controllo totale sulle mie uscite, aspetto assai importante. Se qualcosa non mi
piace o non mi convince del tutto posso sempre chiamare Alan e chiedergli un prezioso consiglio. Lui
è da così tanto tempo in questo “business” e conosce tutti i trucchi del mestiere. Ora siamo grandissimi
amici e ci divertiamo da matti quando ci capita di fare qualche serata insieme!
Sei senza dubbio uno dei migliori remixer del nuovo millennio su scala mondiale. Il tuo “tocco” sulle
tracce di Chromeo, la Roux, The Presets e Moby è così peculiare e profondo da trasformare i brani
originali in “galoppate spaziali” per il dancefloor. Qual è il tuo approccio nell’arte del remix?
Provo a rendere il brano originale più funzionale per il club, ma non in termini prettamente
commerciali. Per me è sempre un discorso di atmosfera, ogni remix deve averne una speciale,
qualcosa di magico, altrimenti preferisco rifiutare di completare il lavoro. Mi è capitato di
interrompere a metà un remix, non essendo soddisfatto del risultato ottenuto fino a quel momento.
Provo a far combaciare la mia visione musicale con il brano da remixare e questo può dipendere dal
giorno in cui lo fai, dal tuo mood, non ci sono regole precise in questo ambito.
Quali sono i tuoi gusti musicali al di fuori della dance music? Cosa ascolti di solito in macchina o
quando sei a casa in relax?
Ascolto moltissima musica appartenente ai generi più disparati, pop e funk in primis, roba attuale
o del passato, l’importante è che suoni “good and fresh”. A volte ho bisogno di sentire del jazz.
Invece quali sono i tuoi “eroi” o punti di riferimento per quanto riguarda l’elettronica o la dance?
Ovviamente i Daft Punk, poi le prime produzioni della Warp, Giorgio Moroder, The Human
League, Chic...
Il tuo suono è molto psichedelico e cinematico rispetto a buona parte delle classiche produzioni dance.
Quale film potrebbe descrivere al meglio il tuo immaginario sonoro?
Buona parte delle mie idee provengono dai film che ho visto. Adoro le colonne sonore dei film.
Il mio film preferito in assoluto è Risky Business, se ti dovesse capitare di ascoltare la soundtrack
capiresti il tipo di atmosfera che mi piace. Lo considero il miglior lavoro dei Tangerine Dream
per quanto riguarda le musiche per film. Ma non è l’unico film che mi ha conquistato, ce ne
sono a bizzeffe!
PARAPHERNALIA
6, via leonina 00184 roma
[email protected]
TEL.FAX+ 39 06 4745888

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