Lavoro agricolo ed indennità di disoccupazione
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Lavoro agricolo ed indennità di disoccupazione
Come entra in vigore la riforma del mercato del lavoro Renzo La Costa Entrata in vigore dell’intero provvedimento: 18 luglio 2012 • Contratti a tempo determinato I termini di impugnazione dei contratti a termine vengono accresciuti dalla L. 92/2012, rispetto a quelli previsti dal Collegato lavoro, L. 183/2010. Il limite passa da 60 a 120 giorni per le impugnazioni stragiudiziali e si riduce da 270 a 180 giorni per la proposizione della causa. Le nuove norme si applicheranno a tutti i contratti in scadenza dal 1 gennaio 2013. Il requisito della cd. ragione giustificatrice della apposizione del termine non è richiesto nell’ipotesi del primo rapporto a tempo determinato, di durata non superiore a dodici mesi, concluso fra un datore di lavoro o utilizzatore e un lavoratore per lo svolgimento di qualunque tipo di mansione, sia nella forma del contratto a tempo determinato, sia nel caso di prima missione di un lavoratore nell’ambito di un contratto di somministrazione a tempo determinato . • Licenziamenti – Impugnazione Immediatamente in vigore i nuovi termini di impugnazione dei licenziamenti : si applicano ai licenziamenti intervenuti dopo l’entrata in vigore della legge (18 luglio 2012) : 120 giorni per l’impugnazione stragiudiziale (prima erano 60) e 180 per quella giudiziale (prima erano 270). Anche il nuovo rito processuale dei licenziamenti si applica a tutte le controversie instaurate successivamente all’entrata in vigore della riforma. • Contratto di inserimento Il contratto di inserimento viene espressamente abrogato dalla riforma del lavoro. Tali contratti potranno essere stipulati solo fino al 31 dicembre 2012. Pur venendo cassato l’intero impianto e le relative modalità attuative del contratto di inserimento, si introduce un sistema agevolato per l’assunzione di ultracinquantenni e donne in forma di sgravio contributivo. L’art. 4 del testo di riforma, prevede infatti che (comma 8) per le assunzioni effettuate, a decorrere dal 1º gennaio 2013, con contratto di lavoro dipendente, a tempo determinato anche in somministrazione, in relazione a lavoratori di età non inferiore a cinquanta anni, disoccupati da oltre dodici mesi, spetta, per la durata di dodici mesi, la riduzione del 50 per cento dei contributi a carico del datore di lavoro. Qualora tale contratto d’assunzione a termine viene trasformato a tempo indeterminato, la riduzione dei contributi si prolunga fino al diciottesimo mese dalla data della assunzione originaria. Qualora inoltre, i medesimi soggetti ultra cinquantenni sia effettuata in origine a tempo indeterminato, la riduzione dei contributi spetta per un periodo di diciotto mesi dalla data di assunzione. . Le medesime disposizioni agevolative – (c. 11 ) – si applicano anche in relazione alle assunzioni di donne di qualsiasi età, prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi, residenti in regioni ammissibili ai finanziamenti nell’ambito dei fondi strutturali dell’Unione europea e nelle aree di cui all’articolo 2, punto 18), lettera e), del regolamento (CE) n. 800/2008 della Commissione, del 6 agosto 2008, aree che verranno individuate annualmente con decreto interministeriale Lavoro ed Economia e Finanze. Conclude il provvedimento che i benefici contributivi si applicano anche “in relazione alle assunzioni di donne di qualsiasi età prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno ventiquattro mesi, ovunque residenti.” Il requisito quindi della disoccupazione di lunga durata (24 mesi) rispetto a quella minore prima prevista ( 12 mesi) consente di superare l’ulteriore condizione della residenza della lavoratrice in uno dei territori individuati dall’emanando decreto annuale, attribuendo a prescindere l’agevolazione in argomento. Stante la formulazione della norma, anche per l’assunzione delle donne, varrà lo stesso sistema della agevolazione protratta ai 18 mesi, sia nel caso di assunzione inizialmente a termine, poi trasformata, sia nel caso di assunzione a tempo indeterminato già in origine del rapporto. • Apprendistato Per i contratti conclusi dopo il 1 gennaio 2013, viene aumentato rispetto al passato il numero massimo di apprendisti che possono essere alle dipendenze di un medesimo datore di lavoro (anche se in forma di somministrazione di lavoro). La normativa vigente che continua ad operare per le assunzioni effettuate entro il 31 dicembre 2012, mentre la riforma in oggetto fissa un unico limite massimo, pari al 100% per cento rispetto alle maestranze specializzate e qualificate in servizio in servizio presso il medesimo datore di lavoro (ossia un rapporto di 1 a 1), la disposizione in esame prevede: • che il suddetto limite massimo, pari al 100% rispetto alle maestranze specializzate e qualificate in servizio in servizio presso il medesimo datore di lavoro, si applica esclusivamente ai datori di lavoro che occupano fino a 10 dipendenti; • che negli altri casi il numero di apprendisti che un medesimo datore di lavoro può assumere non può superare il rapporto di 3 a 2; che è in ogni caso esclusa la possibilità di assumere in somministrazione apprendisti con contratto di somministrazione a tempo determinato. Per i datori di lavoro che occupano almeno 10 dipendenti, l’assunzione di nuovi apprendisti è subordinata alla prosecuzione del rapporto di lavoro, al termine del periodo di apprendistato, nei 36 mesi precedenti la nuova assunzione, di almeno il 50 per cento degli apprendisti dipendenti dallo stesso datore di lavoro . Tale percentuale è tuttavia soggetta ad un periodo transitorio nel quale è ridotta al 30 per cento nei primi 36 mesi successivi all’entrata in vigore della legge). • Partite IVA La riforma del lavoro affronta la problematica delle finte partite IVA, introducendo la presunzione che tali prestazioni siano da considerarsi rapporti di collaborazione coordinata e continuativa qualora ricorrano almeno due delle seguenti condizioni: a) che la collaborazione abbia una durata complessivamente superiore a otto mesi nell’arco dell’anno solare; b) che il corrispettivo derivante da tale collaborazione, anche se fatturato a più soggetti riconducibili al medesimo centro d’imputazione di interessi, costituisca più dell’80 per cento dei corrispettivi complessivamente percepiti dal collaboratore nell’arco dello stesso anno solare; c) che il collaboratore disponga di una postazione fissa di lavoro presso una delle sedi del committente. La presunzione suddetta non opera qualora la prestazione lavorativa presenti i seguenti requisiti: a) sia connotata da competenze teoriche di grado elevato acquisite attraverso significativi percorsi formativi, ovvero da capacità tecnico-pratiche acquisite attraverso rilevanti esperienze maturate nell’esercizio concreto di attività; b) sia svolta da soggetto titolare di un reddito annuo da lavoro autonomo non inferiore a 1,25 volte il livello minimo imponibile ai fini del versamento dei contributi previdenziali di cui all’articolo 1, comma 3, della legge 2 agosto 1990, n. 233. La presunzione medesima non opera altresì con riferimento alle prestazioni lavorative svolte nell’esercizio di attività professionali per le quali l’ordinamento richiede l’iscrizione ad un ordine professionale, ovvero ad appositi registri, albi, ruoli o elenchi professionali qualificati e detta specifici requisiti e condizioni. Alla ricognizione delle predette attività si provvede con decreto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, da emanare, in fase di prima applicazione, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della legge, sentite le parti sociali. La presunzione così disciplinata si applica ai rapporti instaurati successivamente alla data di entrata in vigore della legge. Per i rapporti in corso a tale data, al fine di consentire gli opportuni adeguamenti, le predette disposizioni si applicano decorsi dodici mesi dalla data di entrata in vigore della disposizione. • Lavoro intermittente Immediatamente in vigore le nuove regole. Il contratto di lavoro intermittente può in ogni caso essere concluso con soggetti con più di cinquantacinque anni di età e con soggetti con meno di ventiquattro anni di età, fermo restando in tale caso che le prestazioni contrattuali devono essere svolte entro il venticinquesimo anno di età.