Pianeta Giustizia

Transcript

Pianeta Giustizia
Voci dal Sud
38
AnnoV° nr. 10 Ottobre 2009
w w w . s o s e d . eu
Pianeta Giustizia
L’alternativa: mille euro per superare Diritto costituzionale
Mi chiesero di fare sesso per un esame
La testimonianza di un’ex studentessa agli atti dell’inchiesta sui presunti
falsi all’Università di Catanzaro
Giuseppe Lo Re
Gazzetta del Sud
Catanzaro - «Ho pagato mille euro per l’esame di Diritto
costituzionale, rifiutando invece l’altra modalità di compenso proposta, ossia prestazioni di carattere sessuale».
È stato il racconto di un’ex studentessa dell’Università
Magna Græcia , verbalizzato dai carabinieri il 18 agosto
dello scorso anno, a dare un ulteriore input alle indagini
sulla presunta falsificazione degli esami alla facoltà di Giurisprudenza.
Peraltro la testimonianza di A.M. – che tale resta, non
avendo finora avuto riscontri concreti – ha “accompagnato” gli investigatori della Procura di Catanzaro sulla pista,
tuttora aperta, delle prestazioni sessuali in cambio di esami.
Al momento, agli indagati è contestato soltanto il pagamento di somme variabili di denaro perché risultassero come
sostenuti esami mai effettivamente superati.
Il meccanismo ricostruito dai Carabinieri su mandato dei
pm Salvatore Curcio e Paolo Petrolo avrebbe visto come
protagonista il responsabile della segreteria didattica della
facoltà di Giurisprudenza, Francesco Marcello, che in cambio di denaro avrebbe falsificato atti, statini e libretti di
decine di studenti.
Proprio martedì scorso è stato notificato agli indagati il
provvedimento con il quale il gip del Tribunale di Catanzaro,
Antonio Rizzuti, ha emesso una ordinanza per la misura
cautelare interdittiva nei confronti di 39 persone che hanno
conseguito la laurea attraverso falsi esami.
Il provvedimento vieta agli indagati di esecitare l’attività
forense ed altre attività professionali o imprenditoriali.
Gli avvocati coinvolti esercitano per la maggior parte in
Calabria, tra Catanzaro, Vibo Valentia e la Locride.
Per quelli iscritti all’Albo del capoluogo, il Consiglio dell’Ordine presieduto dal prof. avv. Giuseppe Iannello ha
anticipato di alcuni mesi il provvedimento del Gip, avendone già disposto la sospensione in attesa che si definisca la
vicenda penale a loro carico.
Le accuse ipotizzate nei confronti degli indagati sono
quelle di corruzione e falso materiale ed ideologico in atti
pubblici per induzione.
Nell’ambito della stessa inchiesta Marcello, arrestato nel
novembre del 2007 per corruzione e falso, ha patteggiato la
pena a tre anni di reclusione.
Decisive per le indagini – oltre agli accertamenti tecnici
su quintali di documenti sequestrati all’Ateneo di Germaneto
– sono state due confessioni che hanno alzato il velo, secondo l’accusa, sul presunto “sistema Marcello”.
In particolare, uno studente di Economia Aziendale lau-
reatosi nel luglio 2005 ha riferito ai carabinieri di aver pagato 300 euro per due esami, in due diverse circostanze ma
sempre al momento dell’apposizione delle firme sui verbali
dell’Università presso la sede di via San Brunone di Colonia.
Intere carriere, quelle ricostruite dalla Magistratura,
avrebbe poggiato le basi su falsi presupposti.
Ci sono casi, agli atti dell’accusa, di studenti che avrebbero comprato la bellezza di dodici, tredici o addirittura
quattordici esami.
Le materie spaziano dalle più pesanti alle complementari:
in ordine sparso Procedura Penale, DirittoPprocessuale
Civile, Diritto Civile, Diritto Penale, Economia Politica, Storia del Diritto Italiano, Diritto Amministrativo, Diritti Greci,
Diritto del Lavoro, Sociologia del Diritto, Diritto Internazionale, Diritto Commerciale, Diritto Bizantino, Diritto Romano, Diritto della Comunità Europea.
Le sessioni d’esame coinvolte nelle falsificazioni vanno
dal 2001 al 2003.
Ma le indagini – come detto – sono ancora in corso.
Oltre 400 i casi di corruzione che l’accusa sostiene di avere
accertato ed è pronta a sottoporre all’esame di un giudice
terzo.
La falsificazione degli atti permetteva dunque agli studenti di saltare a piè pari l’ostacolo esami.
E sarebbe filato tutto liscio se un professore, impegnato
in una sessione di laurea, non si fosse accorto della presenza tra i candidati di un aspirante dottore in Legge che
era sicuro non avesse mai sostenuto l’esame della sua materia; da qui la denuncia dell’Università alla Magistratura e
l’avvio delle indagini che vedono l’Ateneo Magna Græcia
– è bene ribadirlo – come parte lesa, tant’è che si è già
costituito parte civile nei primi procedimenti giunti alla
fase dibattimentale.
Non a caso i voti falsamente inseriti nei libretti non erano
mai altissimi.
Nella maggior parte delle circostanze accertate dagli investigatori dell’Arma si tratta di 22, 23 e 24.
Ma ci sono anche tanti 18 e 19, per finire con gli assai più
pretenziosi – ma molto isolati – 27 e 28.
Le somme di denaro che sarebbero state pagate restano
per lo più “imprecisate”, ma in alcuni casi sono state
quantificate in 500 (esami di Storia del Diritto Italiano ed
Economia Politica), 700 (Procedura Penale) e mille euro (Diritto Costituzionale).
Voci dal Sud
39
Anno V° nr. 10 Ottobre 2009
w w w . s o s e d . eu
Pianeta Giustizia
Piloni costruiti con cemento
depotenziato
Indagini della Dda sulla nuova linea ferroviaria Settingiano-Catanzaro Lido
Gaetano Mazzucca
Calabria Ora
La nuova linea ferroviaria Settingiano-Catanzaro Lido
inaugurata poco più di un anno fa (16 giugno del 2008) e
costata 200 milioni di euro rischia adesso di dover essere chiusa.
Il tutto a causa dei materiali che sono stati utilizzati per
costruirla.
A svelare quanto si cela dietro i piloni della nuova ferrovia è un’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro coordinata dal sostituto procuratore
Gerardo Dominijanni.
Il magistrato infatti alcuni mesi fa aveva dato incarico
alla polizia giudiziaria di effettuare dei “carotaggi” sulla
linea.
Si tratta di prelievi di materiale utilizzato nella costruzione.
Gli uomini della pg si erano quindi recati nella valle del Corace, dove scorre la ferrovia, per estrarre cilindri
di cemento da varie parti dell’opera.
Per settimane gli esperti di laboratorio hanno esaminato il materiale raccolto e solo pochi giorni fa sulla
scrivania del magistrato è giunta la relazione finale effettuata dal consulente incaricato dalla Procura della
Repubblica.
L’esito della perizia non sembra lasciare dubbi, si tratta di cemento depotenziato, non corrispondente a
quanto stabilito dalla gara di appalto.
Sui potenziali rischi nulla è trapelato, ma nei giorni scorsi i magistrati del capoluogo calabrese hanno avuto
una lunga riunione con i vertici delle Ferrovie.
Dall’azienda, secondo quanto si è riusciti ad apprendere, sarebbe stata manifestata ampia disponibilità a
collaborare per aiutare la Procura a fare piena luce su quanto accaduto durante i lavori.
L’attenzione è concentrata sulle ditte che hanno fornito i materiali per l’esecuzione dell’opera e che hanno
lavorato in subappalto.
L’appalto delle Ferrovie dello Stato venne vinto da due ditte la Maire spa e la Seli srl che costituirono
un’Ati denominata “Corace” che ha poi subappaltato i lavori e le forniture per le cinque tratte in cui venne
divisa l’opera.
Quei lavori finirono sotto la lente del pm antimafia Dominijanni già nel 2008 nell’ambito dell’operazione
“Effetto Domino” che ha fatto luce su ben 28 episodi estorsivi di matrice mafiosa esemplificativi di come la
mafia calabrese cerchi di imporre il proprio controllo sulle attività economiche della regione dai lavori di
ammodernamento svolti su alcune tratte dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria nella zona di Acconia di
Curinga e per la costruzione dei parchi eolici fino appunto a quelli sulla linea ferroviaria di SettingianoCatanzaro Lido.
Dalle risultanze di indagine è emerso come gli imprenditori fossero costretti a pagare “tasse” sul calcestruzzo e “stipendi” mensili, a rifornire gratuitamente di materiale edile ed a rinunciare a concorrere a
determinate gare d’appalto a secondo dei territori di competenza delle varie famiglie mafiose.
Cinquantamila euro è la somma che un imprenditore lametino è stato costretto a pagare, secondo gli
investigatori, per lavorare “senza problemi” alla nuova ferrovia.
Allo stesso imprenditore sarebbe stato imposto poi il noleggio di mezzi d’opera di loro proprietà per un
importo superiore a quello di mercato.
Diversi i mezzi bruciati e gli atti intimidatori denunciati dagli imprenditori impegnati nei lavori.
Per questi episodi 15 persone sono denunciate ed in attesa di giudizio innanzi al Gup di Catanzaro
Voci dal Sud
40
AnnoV° nr. 10 Ottobre 2009
w w w . s o s e d . eu
Pianeta Giustizia
Sulla linea ferroviaria Settingiano Catanzaro
Lido si è deciso di rallentare i convogli con
marcia “a vista”
GIUSEPPE PASSAFARO - Calabria Ora
CATANZARO Le Ferrovie dello Stato sembrano già correre ai ripari.
Da qualche tempo i treni in transito sulla neonata linea Settingiano-Catanzaro Lido sono costretti a rallentare e
procedere a passo d’uomo, prima di arrivare al primo ponte costruito per scavalcare il letto del fiume Corace.
Subito dopo, a circa un chilometro, dopo la grande curva che immette alla stazione di Lido si erge un lungo ponte che
poggia su quattro piloni di cemento armato di notevoli proporzioni.
Pare che, il problema stia proprio in questo ponte che si erge sul greto del fiume.
In precedenza, secondo alcune indiscrezioni, a preoccupare le Ferrovie sarebbe stata l’acqua del torrente.
È vero che in autunno con le prime piogge il fiume si ingrossa ma nei periodi estivi il fiume è poco più di un rigagnolo.
Alla luce di quanto si è appreso sui risultati della consulenza disposta dal pm Gerardo Dominijanni la decisione di far
rallentare i treni potrebbe avere ben altro significato.
Si tratta inoltre di un’opera realizzata almeno per il momento solo a metà.
La linea infatti dovrebbe collegare Catanzaro e Lamezia ma i lavori per il secondo lotto non sono iniziati.
Ora non si esclude che, questa linea dovrà essere chiusa al traffico e, quindi dovrà essere ripristinata la vecchia tratta
che transiterà per la stazione di Catanzaro Sala.
Essendo stati dimessi solamente i segnali, qualche tratto di linea dovrà essere rinnovato.
La Cassazione dice:
basta con le sole “prediche”,
per i figli ciò che conta è l’affetto
Roberto Cataldi - www.vivicentro.org
Una tirata d’orecchie per mamma e papà arriva direttamente dalla Cassazione.
I giudici della Corte invitano i genitori a lasciare da parte le prediche verso i figli e a dedicare loro più tempo ed affetto.
L’educazione, spiega la Corte “è fatta non solo di parole, ma anche e soprattutto di comportamenti e di presenza
accanto ai figli, a fronte di circostanze che essi possono non essere in grado di capire o di affrontare equilibratamente”.
Il caso esaminato dalla Corte è relativo a una richiesta di risarcimento danni avanzata dai genitori di un ragazzo ucciso
da un minorenne dopo una provocazione.
Il padre e la madre dell’omicida, dopo la condanna nella fase di merito avevano chiesto una riduzione della somma da
pagare per il risarcimento deducendo di aver impartito al proprio figlio una “sana e corretta educazione”.
Nel respingere il ricorso la Cassazione (sentenza 18804/2009 della terza sezione civile) ha ricordato che anche se “il
minore era vicino ai 18 anni, cio’ non esclude che il suo comportamento abbia manifestato un fallimento educativo,
quanto alla capacita’ di frenare i propri istinti o di incanalarli in modalita’ espressive meno gravi e violente”.
Queste reazioni, spiega la Corte “per altro sembrano avere tratto origine proprio da comportamenti dei genitori, in
particolare del padre, che unitamente all’atteggiarsi del contesto sociale in cui la famiglia si trovava a vivere hanno
probabilmente ferito la sensibilita’ del minore nelle sue corde piu’ profonde e meno controllabili”.
Il giovane omicida secondo Piazza Cavour “e’ stato lasciato praticamente solo di fronte alle provocazioni della
vittima e dell’ambiente, in relazione a comportamenti, veri o presunti, di un genitore, in relazione ai quali si e’
trovato indifeso”.
Di nessun rilievo poi la circostanza che il ragazzo stesse per raggiungere la maggiore età.
Secondo la Corte ragazzi quando stanno per diventare maggiorenni continuano a mantenere “l’inettitudine a dominare i propri istinti e le altrui offese”.
Per questo è importante che i genitori gli stiano vicini.
Voci dal Sud
41
Anno V° nr. 10 Ottobre 2009
w w w . s o s e d . eu
Pianeta Giustizia
Cassazione: Insultare la suocera?
Risarcirà la moglie
Beppe Ronconi
Gazzetta del Sud
Roma - Deve risarcire i danni alla moglie chi si lascia scappare offese pesanti nei confronti della suocera durante una conversazione con la propria consorte.
Lo si evince da una sentenza con cui la Cassazione
ha confermato la condanna per ingiurie e lesioni volontarie inflitta ad un uomo dal tribunale di Roma.
L’imputato era anche stato condannato a risarcire i
danni alla propria moglie, parte offesa nel procedimento: il suo difensore, quindi, aveva presentato ricorso in Cassazione, rilevando che le parole offensive in questione fossero state rivolte alla madre della
persona offesa, non presente al fatto, per cui la conLa foto è liberamente tratta da una commedia
sorte non era legittimata a sporgere querela.
del
Gruppo Teatrale amatoriale “A Cumacca”
La Suprema Corte (sentenza n. 35874) ha dichiarato
inammissibile il ricorso, osservando che «per quanto
gli epiteti e le volgari espressioni di disprezzo pronunciate dall’imputato si riferissero a un altro soggetto, e cioè alla
madre di costei, non vi è dubbio che ne sia derivata una lesione del decoro della stessa interlocutrice».
Cassazione: anziani abbandonati in città?
Per i figli scattano le manette
Cristina Matricardi - Gazzetta del Sud
Sulla base di quanto emerge da una sentenza della Quinta Sezione Penale della Corte di Cassazione (Sent. n. 31905/
2009), d’ora in avanti rischia il carcere il figlio che abbandona un genitore o un coniuge anziano in città per andare in
vacanza.
Nel caso esaminato dalla Corte, gli Ermellini hanno evidenziato che “giusta lettera dell’art. 591 CP, la vecchiaia, al pari
di altre non specificate, è intesa causa d’incapacità dell’offeso di provvedere a se stesso, alternativa all’infermità fisica
o mentale della persona abbandonata.
Essa implica la ‘cura’ della persona incapace, se non la sua ‘custodia’, perché le siano assicurate le misure necessarie
per l’igiene propria e dell’ambiente in cui vive.
Pertanto l’abbandono integra in tal caso l’estremo di condotta criminosa, da cui dipende l’evento di pericolo.
Questa la premessa maggiore, risulta incensurabile la premessa minore della sentenza che, preso conto della vecchiaia
e di taluna infermità, a fronte delle pessime condizioni igieniche personali ed ambientali in cui è stato ritrovato l’offeso,
ha ritenuto il suo abbandono in stato di incapacità di provvedere ai propri bisogni elementari”.
Cassazione: Insultare un anziano? È ancora più grave
Ugo Fattori - Gazzetta del Sud
Roma - Insultare un anziano non è mai scusabile, anzi: l’offesa, in tal caso, assume una maggiore gravità.
Lo si evince da una sentenza con cui la Cassazione ha rigettato il ricorso di un uomo che si era rivolto ad una signora
ultraottantenne dandole della «str...za».
L’imputato, dunque, aveva presentato un ricorso in Cassazione, sottolineando che l’espressione incriminata «è ormai
priva di valenza offensiva dell’onore altrui, essendo diffusa nel linguaggio corrente dei giovani e meno giovani, dai
mass media, al di fuori di qualsiasi intenzionalità offensiva».
Di tutt’altro parere la quinta sezione penale della Suprema Corte, che, con la sentenza n. 36039, osserva che «l’intrinseca valenza offensiva/spregiativa è tanto più intensa e rimarchevole in quanto è stata rivolta a una persona anziana
(ultraottantenne) non adusa certamente a certe disinvolture di linguaggio, in un contesto assolutamente formale»,
come era un «sopralluogo effettuato da alcuni consulenti tecnici nell’ambito di una controversia civile» tra l’imputato e la signora.
I giudici di “Palazzaccio”, quindi, ha inviato gli atti al giudice civile perché valuti il risarcimento dovuto alla donna.
Voci dal Sud
42
AnnoV° nr. 10 Ottobre 2009
w w w . s o s e d . eu
Pianeta Giustizia
Un’identità rubata ogni tre secondi!
Cybercrimine reato in diffusione
Rapporto Symantec: il giro d’affari dell’attività degli hacker supera quello dei
narcotrafficanti! 50mila pc infettati ogni giorno, oltre un milione di nuove minacce
e migliaia di identità rubate
Affariitaliani.it
Un’identita’ informatica rubata ogni tre secondi, oltre un mente fare soldi.
milione di nuove minacce alla sicurezza informatica in ap- Tanti soldi.
pena un anno e un giro d’affari che si stima superiore a
Nel 2007 il sistequello del narcotraffico.
ma di pagamenti
Sono i numeri della criminalità online secondo uno stu- online della catena
dio elaborato da Symantec, l’azienda produttrice del cele- di grande distribubre antivirus Norton, del quale e’ stata appena lanciata sul zione Usa T:J:
mercato la versione 2010.
Maxx viene attac“Tutti coloro che navigano sono vulnerabili - avverte cato e un gruppo
Symantec - I cattivi sono là fuori e sono organizzati, sofi- di hacker, guidato
sticati. E l’impatto delle loro azioni e’ ampio e devastan- da
Albert
te”.
Gonzalez, un informatore dell’Fbi, si impadronisce delle inINFETTATI 50MILA PC AL GIORNO - Secondo il formazioni personali di 450mila clienti.
rapporto, ogni giorno vengono infettati 50mila computer, e
I dati delle loro carte di credito vengono utilizzati per
circa un utente su due ha perso per sempre dei dati a causa effettuare acquisti online per poi rivendere sul mercato nero
di infiltrazioni di cyberpirati nel suo pc o del crash dell’hard quanto acquistato, prima che le vittime si rendano conto
disk.
degli improvvisi buchi nel loro estratto conto.
Un pericolo costante e in crescita vertiginosa.
Ehud Tenenbaum, uno dei membri della banda di
Secondo i dati contenuti nello studio, le minacce infor- Gonzalez, prima di finire in manette era riuscito a mettersi in
matiche che circolano nella rete sono salite nel solo 2008 da tasca almeno 10 milioni di dollari grazie ai suoi traffici.
624.267 a un milione e 656.227 unita’.
Il furto di dati e’ quindi il fulcro del crimine informatico, e
Un macrocosmo alla base di una vera e propria economia riguarda il 90% delle minacce che circolano su internet.
parallela, un mercato nero dove i criminali telematici, che
Tra il 2007 e il 2008 sono state rubate le informazioni
somigliano sempre meno ai vecchi, quasi romantici, ‘hacker’ personali di 7 milioni di persone, e un navigatore su due e’
e sempre più a membri di una cosca mafiosa, possono ven- caduto vittima di un illecito informatico.
dere e acquistare informazioni personali o programmi per
SPAM, PHISING E FURTI D’IDENTITA’- Gli strumenti
attaccare sistemi informatici.
a disposizione dei banditi della rete sono molteplici e semI PREZZI - E, come in ogni mercato, tutto ha un prezzo. pre piu’ raffinati.
Far ospitare su un sito un messaggio fasullo attraverso il
Il piu’ semplice di tutti e’ la spam. Il 90% delle e-mail
quale appropriarsi dei dati sensibili di un navigatore (il co- inviate in tutto il mondo e’ fraudolenta.
siddetto ‘phishing’) costa circa 10 dollari, mentre per agLe missive ingannevoli crescono del 20% al mese e posgiudicarsi gli strumenti informatici per penetrare nel database sono prendere le forme piu’ diverse, da un finto messaggio
di una banca si sale fino a 3mila dollari.
dalla propria banca che invita a inserire gli estremi del proMa il business principale e’ quello delle carte di credito, prio conto per una verifica fino alla richiesta di fondi di
che conta per il 32% di tutti i beni scambiati nel suk dei un’inesistente associazione benefica.
gangster virtuali.
Un’attivita’ che appare piuttosto redditizia.
LE INFORMAZIONI PERSONALI E I CODICI - Le
Jeremy Jaynes, il primo ‘spammer’ a subire una condaninformazioni che possono entrare in possesso di malinten- na per i suoi reati, riusciva ad intascare una media di 750mila
zionati non riguardano solo il numero della carta o la data di dollari al mese.
scadenza, ma anche i dati personali del proprietario, il codiMa le vie del ‘phishing’ sono infinite. Il porno e le scomce di sicurezza e il Pin.
messe online sono i cavalli di Troia piu’ diffusi.
Informazioni che possono fruttare fino a 30 euro per carScaricando un filmato a luci rosse si rischia di scaricare
ta a chi riesce a carpirle al malcapitato internauta.
anche uno scippatore virtuale. Nè sono al sicuro gli utenti
Al secondo posto, con il 19% delle transazioni illecite, ci di siti di social network come Myspace e Facebook.
sono i dati dei depositi bancari che, se il titolare del conto e’
Un raggiro molto comune consiste nel creare un falso
particolarmente facoltoso, possono essere venduti anche profilo che installa uno spyware nel computer di chi lo
per mille dollari.
aggiunge tra i suoi contatti per poi chiedere 30 dollari per
LO SCOPO LUCRATIVO DEI CYBERCRIMINALI rimuoverlo.
La grande differenza tra i primi hacker della internet
E il crimine online puo’ infine colpire chi e’ tra i piu’ indifesi
generation e i nuovi criminali del web e’ il movente.
anche nel mondo reale.
David L. Smith, che nel 1999 creo’ il virus ‘Melissa’, cauUn minore su sette ha ricevuto approcci di carattere sesso’ danni per 80 milioni di dollari.
suale sul web.
Ma il suo scopo era scatenare il caos nella rete, e la sua
E, a differenza di chi si fa ripulire il conto in banca dopo
creatura non gli fece guadagnare un centesimo.
un incauto shopping virtuale, per chi cade nella rete dei
I pirati informatici di oggi, invece, vogliono semplice- cyberpedofili nessun risarcimento sara’ possibile.
Voci dal Sud
43
Anno V° nr. 10 Ottobre 2009
w w w . s o s e d . eu
Pianeta Giustizia
ROMA VIA POMA: Omicidio di Simonetta Cesaroni rinvio dell’udienza per sentire periti e consulenti
www.vivicentro.org
ROMA - Udienza lampo e subito un rinvio al 19 ottobre
prossimo del procedimento relativo all’esame della richiesta di
rinvio a giudizio di Raniero Busco per l’omicidio dell’ex fidanzata Simonetta Cesaroni, la giovane impiegata romana uccisa
con 29 coltellate il 7 agosto 1990 in via Carlo Poma, a Roma.
Il gup Maddalena Cipriani, d’intesa con il pm Ilaria Calò, il
difensore di Busco, Paolo Loria, e quello di parte civile, Lucio
Molinaro, ha disposto il rinvio affinché siano sentiti tutti i periti
e consulenti che si sono occupati della vicenda.
Saranno, in particolare, convocati tutti gli esperti che sono
stati incaricati di svolgere accertamenti sul morso trovato su un
seno di Simonetta e ritenuto compatibile con l’arcata dentale di
Busco.
Il risultato di quell’accertamento costituisce uno dei principali elementi di accusa nei confronti dell’imputato, oggi assente
dall’aula.
Come spiegato da Molinaro, quella del 19 ottobre prossimo 50 abitanti del quartiere Morena, lo stesso in cui abita Busco, in
sarà “data la complessità della vicenda, un’udienza attesa di notizie.
Quest’ultimo, 44 anni, di professione meccanico all’aeroporto
interlocutoria e straordinaria dedicata esclusivamente all’audizione, in contraddittorio, dei periti, a cominciare da Ozrem di Fiumicino, è accusato di omicidio volontario aggravato dalla
Carella Prada, il medico legale che, tra l’altro, eseguì l’autop- crudeltà.
L’ex fidanzato della Cesaroni ha sempre smentito di essere l’assia su Simonetta”.
Oggi, davanti all’aula del gup Cipriani, si sono radunati circa sassino.
Omicidio dell’Olgiata: Gip respinge archiviazione e
riapre il caso
ROMA - Un delitto irrisolto da 18 anni. Un ‘cold case’ al pari dell’omicidio di
Simonetta Cesaroni la ragazza uccisa nell’agosto del 1990 a Roma, una vicenda a
cui gli inquirenti tentano tenacemente di dare soluzione. E come per il giallo di Via
Poma - giunto alla vigilia dell’esame della richiesta di rinvio a giudizio per l’ex
fidanzato - anche per il delitto dell’Olgiata, l’assassinio della contessa Alberica
Filo della Torre ammazzata il 10 luglio del 1991 nella sua villa, un giudice oggi ha
ordinato nuove indagini dando una speranza giudiziaria. Il gip del Tribunale di
Roma, Cecilia Demma, ha infatti respinto oggi la richiesta di archiviazione per i
due storici indagati della vicenda, l’ex domestico filippino Winston Manuel e il
figlio della governante della contessa, Roberto Iacono. Ma il giudice, cosa più
importante, ha ordinato alla procura, dando un limite di sei mesi con facoltà di
proroga, di riesaminare completamente il caso analizzando alla luce delle nuove
tecniche di indagine, sia biologiche, sia strumentali, tutti i reperti acquisiti: primo
tra tutti lo zoccolo usato come arma del delitto per colpire la contessa a morte. Un
ordinanza, quella del gip Demma, che è anche una censura rispetto all’indagine
condotta fino ad ora, anche se in sede di udienza preliminare i pm Diana De
Martino e Francesca Loy, facendo marcia indietro rispetto all’originario orientamento della procura stessa, avevano formulato al gip la volontà di poter continuare l’inchiesta. Restano indagati dunque per omicidio volontario, anche se gli
esami del dna e quelli biologici avevano escluso un loro coinvolgimento, sia
Winston, sia Iacono. Ad opporsi alla archiviazione della loro posizione, nei mesi
scorsi, era stato il legale di Pietro Mattei, vedovo della contessa presente oggi in
aula, l’avvocato Giuseppe Marazzita che ha raccolto nuove prove scovando una
nuova testimone, un’amica della nobildonna, depositaria dei timori della stessa
contessa a cui lei avrebbe confessato di temere per la propria vita e di essere
spiata. Altro reperto che il gip ha ordinato di acquisire è la famosa agenda di Alberica Filo della Torre, piena zeppa di nomi di vip, di
personaggi istituzionali e sulla quale, secondo l’avvocato Marazzita, potrebbero essere segnati date e orari di appuntamenti da
verificare, proprio il giorno 10 luglio 1991. Agenda saltata fuori nei mesi scorsi grazie alle dichiarazioni di un giornalista che ne è entrato
in possesso. Il gip ha ordinato infine alla procura di acquisire le centinaia di foto scattate sulla scena del crimine e che non sono nel
fascicolo. E chiesto l’espletamento di nuove analisi biologiche sul Rolex d’oro fermo all’ora del delitto che Alberica portava al polso
e “inspiegabilmente” - ha detto l’avvocato Marazzita - mai acquisito dalla procura e custodito da Pietro Mattei fino alla consegna fatta
agli inquirenti. Insomma quella sul delitto dell’Olgiata, uno dei tanti gialli di Roma ancora avvolti nel mistero, è una indagine che riparte
da zero, o quasi, visto che i due indagati e la loro iscrizione sono solo stati una sorta di “mezzo tecnico” per poter riaprire l’inchiesta.
“Siamo più che soddisfatti - ha detto l’avvocato Marazzita - il gip è andato oltre la nostra richiesta di opposizione all’archiviazione
ordinando un radicale e sostanziale riesame delle prove e l’acquisizione di nuovi reperti”.