Per conoscere Suvereto
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Per conoscere Suvereto
PER CONOSCERE SUVERETO Il nome “Suberetum” menzionato sin dall’anno 973. Il suo nome volgare “Suvereto” deriva dal latino “subere(m), sughero, con il suffisso collettivo fitonimico (étu(m) che si ritrova anche in altri toponimi. Nella tradizione orale il suo nome è sempre stato “Suvereto”, dato che nel nostro dialetto l’esito normale del latino “subere (m)” (latino volgare “suberu (m)” è “suvero”, termine che è comunemente usato anche oggi. In alcuni degli antichi documenti appaiono anche le forme “Suvereto” e “Sughereto”. Tratto da “La lohandièra de la Venturina” di Piero Cavicchi, 2002. Lo stemma Di cielo, al sughero nodrito su campagna, il tutto al naturale; leone al naturale passante ed attraversante la pianta. Gonfalone: drappo scaccato di verde e di bianco, di dodici file, le ultime cinque scalari di uno scacco, ornato di ricami d’argento, caricato delle stemma del comune, con l’iscrizione centrata in argento “Comune di Suvereto”. (Decreto del Presidente della Repubblica, 16 marzo 1961) Anche in questo caso si tratta di uno stemma “parlante”. L’albero di sughero è all’origine del toponimo. Il leone ricorda gli Aldobrandeschi di Soana, signori di queste terre, che lo avevano raffigurato nel proprio stemma. La Charta Libertatis Si tratta di un documento fra i più importanti della storia di Suvereto. La Charta venne concessa dalla famiglia degli Aldobrandeschi, al popolo suveretano rappresentato da Baroncello, “sindicus populi de Suvereto costitutus eodem populo presente et mandante”. Ildebrandino VIII concesse la Charta ma si riservò la signoria politica sulla comunità riorganizzando, e in certi casi, riducendo, i diritti patrimoniali degli abitanti. La Charta risale al 1201 e regola una serie di rapporti, di carattere prevalentemente patrimoniale, tra il signore, i propri vassalli e i membri liberi della comunità. Importante era la possibilità che i cittadini potessero liberamente acquistare, vendere o donare, le case di loro proprietà. Il signore accordò il riscatto dei tributi signorili comunitari, lasciando libera la comunità di modulare il prelievo sui singoli cittadini, dando la possibilità di percepire dazi ed affitti su ogni singola transazione individuale. “La comunità, anzi il nascente comune, era in pratica l’intermediario nella riscossione dei tributi”. La Charta Libertatis può essere considerata il fondamento della nascita del comune. Uno dei primi della Val di Cornia. Il primo documento che cita il comune di Suvereto è “ in un atto di sottomissione al vicino comune di Massa” risalente al 18 agosto 1228. Notizie tratte da “Suvereto, contributo alla storia di un comune rurale maremmano” (XII – XIV secolo) di Marco Paperini, 2012. La popolazione Riportiamo, dai censimenti, i dati relativi alla popolazione residente di Suvereto. 1861 n. 2.267 1871 n. 2.017 1881 n. 2.641 1901 1911 1921 1931 1951 1961 1971 1981 1991 2001 2011 n. 3.306 n. 3.596 n. 3.854 n. 3.752 n. 4.086 n. 3.246 n. 3.025 n. 3.173 n. 3.053 n. 2.897 n. 3.142 Geografia ed economia Il comune di Suvereto si estende nella zona più interna della vallata e comprende la parte iniziale della Val di Cornia. La sua superficie è di kmq. 92,95 ed una densità di 33,80 ab/kmq. Il territorio è solcato dal fiume Cornia e dal torrente Milia. La parte maggiore (2/3) collinare, la restante (1/3) pianeggiante. La parte sud-ovest di esso è coperta da una vasta area boscata del tipo macchia mediterranea. Le aree pedecollinari alte del nord-ovest sono coltivate ad oliveti, quelle più basse a vigneti che hanno avuto uno sviluppo intenso per quantità e qualità tanto da ottenere la doc dei vini e, più di recente, la docg. Nella parte di pianura si hanno vari tipi di colture intensive che danno alla sua economia una caratterizzazione eminentemente agricola. La storia La sua origine è longobarda anche se la zona fu, di certo, abitata dagli Etruschi. Castello medioevale, feudo degli Aldobrandeschi di Soana che, nel 1201 gli concessero la Charta Libertatis. Comune rurale dal 1228. La comunità di Suvereto aderì alla “Lega ghibellina toscana” alleandosi alla Repubblica di Pisa nella cui orbita operò per diversi anni. Ebbe una certa notorietà perché ospitò la salma dell’imperatore Arrigo VII di Lussemburgo che, qui, venne lessato ed ebbe sepoltura provvisoria nella chiesa di san Giusto fino al 1315. Nel 1399, insieme a Piombino, Scarlino, Buriano e l’isola d’Elba, entrò a far parte della signoria degli Appiani. Successivamente fece parte del principato di Piombino mentre, nel 1600, seguì le sorti dei Ludovisi e dei Boncompagni. In questo periodo, patì l’occupazione del capitano di ventura Baldaccio d’Anghiari (1440) e di Vitellozzo Vitelli per conto di Cesare Borgia, detto il Valentino (1501).Nell’epoca napoleonica fece parte del principato assegnato ad Elisa Bonaparte Baciocchi per, poi, essere inglobato nel Granducato di Toscana, dopo le decisioni del Congresso di Vienna tenutosi nel 1815. Nel 1860, attraverso un referendum, aderì alla monarchia dei Savoia e fece parte del Regno d’Italia. Alla caduta del fascismo ed alla fine della Seconda guerra mondiale, mediante un referendum, entrò a far parte della Repubblica Italiana. La sua storia contemporanea si sviluppa sempre più decisamente con le politiche intraprese a livello comprensoriale con l’Associazione Intercomunale, il Circondario e d’intesa con gli altri comuni della Val di Cornia: Campiglia Marittima, Piombino, San Vincenzo, Sassetta e, in alcuni periodi, Monteverdi Marittimo, appartenente alla provincia di Pisa. Referendum 1860 Popolazione 1.481 abitanti Votanti 758 Per il Re 99,60% Per Regno separato 0,13% Nulle 0,27% Referendum del 2 giugno 1946 Per la Repubblica: 73,6% Per la Monarchia: 26,4% Elezioni per la Costituente del 2 giugno 1946 Pci: 44,7% Psiup: 15,6% Pri: 5,1% Dc: 27,6% Udn: 3,6% altri: 2,12% Elezioni comunali del 3 marzo 1946 Unità del popolo: 62,4% Dc e alleati : 37,6% I SINDACI NEL TEMPO DELLA REPUBBLICA 1946 – 1970 Dino Cionini 1970 – 1980 Arnaldo Bernardeschi 1980 – 1995 Walter Gasperini 1995 – 2004 Rossano Pazzagli Giampaolo Pioli dal 2004, tuttora in carica ITINERARIO STORICO ARTISTICO Il monumento più importante è la chiesa di San Giusto, posta all’inizio del paese. La sua costruzione terminò nel 1189, come attesta una iscrizione posta nel transetto di sinistra. Di stile romanico, vi si ammirano la vasca monolitica ottagonale del Battistero ed il mosaico della scuola Vaticana. Il patrono di Suvereto è Santa Croce. La Porta Principale o di Sotto, restaurata nel 1857 che immette nel Centro Storico. La Chiesa della Madonna di Sopra la Porta, terminata nel 1772 con l’apporto di tutta la popolazione. L’interno è semplice e raccolto, in stile barocco. Sull’altare si ammira la sacra immagine proveniente dalla Cappella del Corpo di Guardia, già presso la Porta. Palazzo comunale, un significativo esempio dell’arte civile medioevale della Maremma. Eretto nel XIII secolo, vi si accede da una ripida e breve scalinata coperta e di un loggiato detto “Loggia dei Giudici”. Il paese è sovrastato dalla Rocca o Castello, nata prima del Mille, con la cerchia delle mura che circondano ancora il paese. Dalla parte opposta, si ammira la chiesa di San Francesco e l’omonimo Chiostro opera risalente al 1286. A fianco di questo si vede la Chiesa del SS. Crocifisso eretta nel 1500. Al termine della via principale, si trova la Porta di Sopra o Porticciola, del primo medioevo, fiancheggiata da un bellissimo torrione. In alto si vede la località delle Insegne ove venne lessato il corpo dell’imperatore Arrigo VII, nel 1313. Da qui, inizia la via della Barrigazza o Bella Ragazza con le mura di sud-est, altri torrioni che portano alla Porta Principale. Da visitare il rione Rotaio, insieme di vie concentriche rispetto alla Rocca, con scaloni e vicoli. Fuori del paese si ammira la Fonte degli Angeli risalente al 1500, voluta dagli Appiani. Poco avanti si trova la chiesina di san Rocco, costruita nel 1600 a ricordo della pestilenza di manzoniana memoria. Chiesa dell’Annunziata, sulla strada che porta a Sassetta, dalla parte di Prata. Costruita nel secolo XII, dice la tradizione, da Matilde di Toscana. Lo stile è romanico. Meritano una visita anche il museo d’arte sacra situato nella sala san Giusto e il museo artistico della bambola. LOCALITÀ MINORI Belvedere, sorge a tre chilometri dal capoluogo su di un colle alto 281 metri. Fu costruito nel 1500 per volontà di Jacopo VI d’Appiano per fornire ai suveretani un ambiente più favorevole contro la malaria imperante nella pianura. Nella piazza si vede la chiesa di san Tommaso, sconsacrata, con la lapide che ricorda la fondazione del centro. Montioni, esistente già nel medioevo per le cave di allume e per il monastero di san Salvatore, oggi scomparso. La sua importanza storica è legata al periodo napoleonico e alla principessa Elisa Bonaparte Baciocchi che ne fece un centro di notevole importanza per le attività legate all’agricoltura, al bosco, al commercio. Vi si trova un obelisco dedicato alla potenza di Napoleone e una struttura ove si svolgeva attività termale. Prata, situata a mezza strada fra Suvereto e Sassetta, a 205 metri di altezza, è divenuta luogo apprezzato per le vacanze e gode di un bel panorama. San Lorenzo, lungo il corso della Cornia, operosa frazione sul cui colle sovrastante conserva i resti di un castello medioevale già della casata longobarda dei Gherardesca e, poi, della Repubblica di Pisa. Per saperne di più “Suvereto, storia, arte, mito, poesia” di Luigi Giannecchini e Vinicio Sguazzi, 1972 “Suvereto. Guida ai beni storici ed artistici” di Gemma Landolfi e Marilena Lombardi, 1990. “Il palazzo comunale di Suvereto, note storiche” di Francesco Cuteri, 1991 “La via del carbone, storia della ferrovia Montebamboli – Carbonifera” di Gianfranco Benedettini, 1994 “Una terra senza uomini, Suvereto in Maremma dal XVI al XIX secolo” di Isabelle Chabot, 1997 “Suvereto. Statuti e vita quotidiana in una comunità rurale, dal medioevo al novecento”, di Luigi Giannecchini, 2004 “I segni di Elisa. Scienza e governo del territorio nel Principato napoleonico di Piombino”, di Tiziano Arrigoni, 2006 “Montioni: itinerari di conoscenza” di Marco Paperini, 2008 “Suvereto, i conti Aldobrandeschi in Val di Cornia e in Maremma”, di Vinicio Sguazzi, 2009 “Suvereto. Contributo alla storia di un comune rurale maremmano (XII-XIV secolo), di Marco Paperini, 2012 (Testi e bibliografia a cura di Gianfranco Benedettini)