El Nost Cumun - Dicembre 09

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El Nost Cumun - Dicembre 09
... e Graffignana, i memorandi fatti che ai tardi tramandar posteri brama ...
PERIODICO INFORMATORE DEL COMUNE DI GRAFFIGNANA
Anno XXVII - 2/2009
Dicembre 2009 - N° 51
Sagra della
Vittorina.
Il Parco
Collinare
è una realtà!
Grappolino
d’oro 2009.
I nostri 52
giorni
nelle zone
terremotate.
Sempre
maggiori
opportunità per
il tempo libero.
2009: facciamo
il punto.
Buone feste
10 MAGGIO 2009
INAUGURAZIONE DEL NUOVO
PA L A Z Z O C O M U N A L E
EL NOST CUMÜN
PERIODICO INFORMATORE DEL
COMUNE DI GRAFFIGNANA
I N D I C E
Autorizzazione del Tribunale di Lodi
N. 158 del 24 gennaio 1983
Anno XXVII - N. 51
Distribuzione gratuita.
Chiuso in redazione il 09.12.2009
Direttore responsabile:
Giuseppe Giovanni Mazzara
In questo numero:
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IV
Editoriale
Sagra della Vittorina 2009.
Il Parco Collinare è ora realtà!
Sempre maggiori opportunità per il tempo libero.
Grappolino d’oro 2009.
2009: facciamo il punto!
Reclutamento spalatori per sgombero neve.
Intossicazioni da monossido di carbonio, incidenti evitabili.
I nostri 52 giorni nelle zone terremotate.
Galileo Galilei e Charles Darwin,
due scienziati riabilitati dalla storia.
Avis: 1984-2009 i nostri primi 25 anni!
Il 2009 dell’Unicef di Graffignana.
Fotocronaca della “Serata della Riconoscenza”.
Fotocronaca della “Sagra della Vittorina”.
Tante iniziative per piccoli e grandi lettori.
Stagione Teatrale 2009/2010.
Graffignana produce. La famiglia Grossi, “i cavagnin” sul mercato
da cinque generazioni.
Circolo Culturale “La Certosa”: fotografia di un’epoca.
Un traguardo d’amore: gli anniversari di matrimonio.
Sapori & Saperi. Salamino italiano alla cacciatora Dop.
Presente. Il caporale Ottorino Onoldi “Disperso” sul Col di Lana.
Graffignana, anno 2050: più nessuno è affetto da Parkinson e
Alzheimer. Una chimera?
La pagina del Gemellaggio. I “gemelli” di Graffignano e
Sipicciano ringraziano.
Il Personaggio. Carlo Guilli, arbitro di calcio un uomo di sport.
Alessandro Matri, Giacomo De Vecchi e Danilo Gallinari:
i tre moschettieri dello sport.
Sfilata dei trattori. A Graffignana … aspettando il Natale!
Il mondo in un click: reportage di Gabriele Milani.
Laboratorio Natura.
Le fotografie non dichiarate sono nella disponibilità dei collaboratori • Copertina: Archivio comunale - Digitalphoto by Mazzara (Babbo Natale, particolare della Casa delle Luci di Melegnano) •
pag. 9: Emiliano Roveda • pag. 12: Protezione Civile Graffignana • pag. 13: Aurelio Cornelli •
pag. 20: Famiglia Grossi • pag. 21: Archivio Biblioteca Comunale • pag. 23: Digitalphoto by
Mazzara • pag. 26: Archivio Guilli • 3ª di copertina: Gabriele Milani • 4ª di copertina: Digitalphoto
by Mazzara.
Coordinamento redazione:
Nadia Matri
Redazione:
Angelo Barbesta
Angelo Coppoli, Antonio Ferrari,
Paola Granata.
Coordinamento editoriale:
Laura Zironi
Relazioni con il Consiglio Comunale:
Federica Muzzani
Hanno collaborato:
Circolo Culturale “La Certosa”,
M.R. Comotti, A. Cornelli, Effe & Effe,
B. Grenci, M. Lazzari, G. Maina,
F. Malta, R. Mazzola, F. Muzzani,
M. Ravera, L. Remigi, E. Roveda,
R. Riboldi, E. Sabbioni, G. Secchi,
M.R. Secchi, M. Soresini,
D. Staffieri, G. Zironi.
Progetto grafico:
Giuseppe Giovanni Mazzara
E-mail: [email protected]
Direzione - Redazione:
Palazzo Municipale - Via Roma, 1
콯 0371.88828 - Fax 0371.88690
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pubblicati è demandata ai singoli autori. La riproduzione degli articoli pubblicati su questo giornale è
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I messaggi pubblicitari qui riprodotti sono
pubblicati a titolo gratuito allo scopo di stimolare
il lettore alla conoscenza delle loro attività di
interesse sociale senza scopo di lucro.
Il Sindaco, Dr. Marco Ravera
E D I T O R I A L E
DICEMBRE 2009 – N.° 51
1
EL NOST CUMÜN
Cari Graffignanini,
è con un insieme di emozione, preoccupazione ed orgoglio che mi
accingo a questo primo incontro con Voi attraverso “El Nost
Cumün”. Non è certamente facile comunicare sentimenti così
complessi ed importanti con semplici frasi scritte, ma ci proverò!
Perché avverto questo senso di preoccupazione? Quella che sento la definirei “preoccupazione da responsabilità”, ovvero sento
l’importanza della carica che mi avete affidato. Questo sentimento
non deve considerarsi come timore e credo che chi non lo sentisse, nell’adempimento di questo ruolo o è superficiale o è propenso
solo agli onori e non agli oneri relativi, ma in entrambi i casi, a mio
modesto parere, inadatto a rappresentare gli interessi di un’intera
comunità. Emozionato: certo che lo sono!
Sentirsi il rappresentante di una cittadinanza, provoca una certa
emozione interna che non riesco a descrivere, ma sono certo che
ognuno di Voi possa comprenderla e condividerla. Sono molto,
molto, molto orgoglioso di essere da Voi stato eletto Sindaco! Sono nato e cresciuto a Graffignana ed il poterla rappresentare mi
fa sentire ancora di più amico tra gli amici. Con me sono state
elette persone nuove, giovani e con culture ed esperienze lavorative importanti e differenti, ma tutti concordi nel proseguire nel
solco di chi ci ha preceduto e, pur in un ambito di novità, raccogliendo il testimone del pragmatismo, della serietà amministrativa
e dell’amore verso Graffignana. Il periodo che stiamo vivendo è
decisamente complesso e difficile; mai come negli ultimi mesi ci
siamo sentiti minati nelle nostre certezze, non ultime le preoccupazioni legate al lavoro ed alla difficile situazione economica. Ma
oggi più che mai diventa fondamentale che tutti noi, cari Graffignanini, restiamo uniti, indipendentemente dalla nostra appartenenza politica, dalla nostra religione o dal colore della nostra pelle; insieme per riscoprire i profondi valori della solidarietà e della
fratellanza ed insieme raggiungere più agevolmente gli obiettivi di
benessere, sicurezza, serenità e convivenza civile. Auguro a tutti
Voi che questo sia un Natale di profonda gioia e di profonda serenità e che il 2010 porti via le preoccupazioni di questo periodo o
che almeno ci dia la forza della speranza. Buone feste, cari Graffignanini, da parte mia e da tutti i miei collaboratori.
Auguri…
DICEMBRE 2009 – N.° 51
E V E N T I
di Giuseppe Maina
EL NOST CUMÜN
2
Le radici della Sagra
della Vittorina, della seconda domenica di ottobre, si perdono nella notte dei tempi. Sorta in
onore della Madonna
delle Vittorie, presumibilmente per ricordare la
vittoriosa battaglia navale di Lepanto, ha saputo
mantenere nel tempo, oltre che il suo carattere di
religiosità, quello di festa
di ringraziamento per
l’avvenuta vendemmia e
l’imminente conclusione
degli ultimi raccolti
dell’annata agraria.
La Sagra della Vittorina,
festa molto sentita dai
Graffignanini, ha subito,
dal 1999 ad oggi, per volontà dell’Amministrazione comunale, un nuovo e
decisivo rilancio ponendosi fra le più affermate
e riuscite manifestazioni
fieristiche del territorio
lodigiano. Il carattere
gioioso di festa, di partecipazione e di orgoglio
per il proprio paese, è rinato con vigore nella nostra gente, fiera e soddisfatta di poter invitare,
nella ricorrenza parenti
ed amici, anche lontani,
che possono trascorrere
una bella giornata spaziando nei diversi eventi
espositivi.
Alla base della nuova e
riuscita Sagra della Vittorina ci sono, difatti, un
insieme di iniziative sorte per valorizzare sia le
attività commerciali ed
artigianali, che l’associazionismo, l’hobbistica, la
natura e l’ambiente, la
pittura, l’arte, la cultura e
quanto di meglio la gente
di Graffignana ed il suo
territorio sono in grado
di offrire. La straordinaria partecipazione, della
Confartigianato di Lodi
con il Vicepresidente
Marco Crotti e i suoi “Artigiani in piazza” rende
ancor più bello ed interessante questo evento,
con la presenza di numerosi artigiani che producono ed espongono i loro prodotti. Anche quest’anno la Sagra della Vittorina, con la complcità
anche della bella giornata ottobrina, ha raccolto
la seguono quali la “Serata della Riconoscenza”,
che si effettua il sabato
precedente, e la ormai
consolidata degustazione
di polenta salsiccia e piselli del lunedì, con il suo
seguito di ballo, liscio e
moderno. La Serata della
Riconoscenza, giunta
Sagra
della Vittorina
2009.
un notevole successo di
visitatori che a migliaia
hanno potuto spaziare a
piacere su tematiche diverse, dalle esposizioni
artigiane e dei commercianti locali, agli assaggi
dei prodotti tipici, fra cui
la “torta della Vittorina”
ed i biscotti di castagne
“i runchi”, dalle mostre
su varie tematiche, fra
cui quella pluridecennale
dei funghi, alle esposizioni artistiche, meccaniche
e automobilistiche, del
volontariato, dell’hobbistica, alle dimostrazioni
ed alle sfilate, ecc.. La
Sagra della Vittorina, per
la gente di Graffignana,
non è però rappresentata
solamente dalle tante iniziative che si concretizzano la domenica, ma anche dalle manifestazioni
che la precedono e che
questo anno alla sua decima edizione, ha visto
una straordinaria partecipazione di graffignanini
che hanno affollato il pur
capiente salone del nuovo Comune. Ad allietare
la serata, oltre alle Autorità ed agli ospiti di prestigio, era presente, anche una rappresentanza
di graffignanesi accompagnati dal loro Sindaco.
Culmine della serata l’assegnazione del Grappolino d’oro che quest’anno
ha insignito la locale sezione Avis, che ha celebrato il venticinquesimo
di fondazione ed il nostro Matri Alessandro,
noto attaccante del Cagliari. È giusto ricordare
che la buona riuscita di
una manifestazione di
così grande portata, come la nostra Sagra della
Vittorina, con oltre 130
espositori e decine di
eventi, è conseguenza di
una buona squadra di organizzatori consolidata
ed efficiente, armati di
tanta volontà ed anche di
tanta pazienza che dedicano anche tanto tempo
ai preparativi. Il merito
in questo senso va attribuito al gruppo di lavoro
che opera direttamente
alla sua organizzazione
formato da: i rappresentanti del Comune, la nostra Pro Loco, la Confartigianato Imprese di Lodi
ed la sua rappresentanza
locale, la Polizia Locale,
la Protezione Civile. Ciò
che fa poi grande la nostra Sagra è però la
straordinaria partecipazione della nostra collettività, della sua Parrocchia, delle sue associazioni di volontariato, dei
suoi commercianti ed artigiani, degli hobbisti, artisti e di tanta gente comune che, assieme e con
proposte concrete sono
in grado di proporre e
realizzare attrattive che
rendono ancora più bello
il momento di festa.
A tutti l’appuntamento è
per un altro anno, dove,
condizioni metereologiche permettendo, si cercherà di migliorare ed innovare la già bella Sagra
della Vittorina. 쐍
AMMINISTRAZIONE
DICEMBRE 2009 – N.° 51
di Giuseppe Maina
Dopo l’avvenuta approvazione dell’apposita
Convenzione da parte
dei rispettivi Consigli comunali, i Comuni di San
Colombano al Lambro
(Mi), Miradolo Terme
(Pv), Graffignana (Lo),
Inverno Monteleone (Pv)
e Sant’Angelo Lodigiano
(Lo), hanno formalmente
costituito il Parco Collinare denominandolo col
nome con il quale, cartograficamente, viene definito questo rilievo collinare che interessa gli
ambiti territoriali di questi cinque Comuni, cioè
“Collina di San Colombano” e quindi “Parco della Collina di San Colombano”.
La Collina di San Colombano, ha uno sviluppo longilineo di circa
8.000 metri, con andamento nord-ovest/sudest ed una larghezza media di poco inferiore ai
2.000 metri. Essa è compresa tra l’alveo del Fiume Lambro, che scorre
sul suo versante nord
orientale, il corso del
Fiume Po a meridione ed
è costituita da argille e
da calcari. A sud/sudovest, presenta una rientranza, che pare corrispondere ad un’antica
ansa del Po.
La Collina di San Colombano, che ha estensione complessiva di
14,500 km 2 e si eleva, rispetto alla quota media
di imposta della pianura,
di circa 80 metri, fino a
raggiungere un’altezza
massima di 147 metri sul
livello del mare.
Il Comune di San Colombano al Lambro occupa circa il 50% dell’in-
no Locale di Interesse
Sovracomunale), cioè
ambiti territoriali a vocazione agricola che per le
loro particolari valenze
di carattere ambientale e
paesaggistico meritano
di essere favoriti nella
conservazione, salvaguardia e valorizzazione
Il Parco
Collinare
è ora realtà!
tera superficie collinare,
quello di Miradolo Terme
ne occupa circa il 25%,
quello di Graffignana circa il 20% mentre la restante e residuale parte è
di pertinenza dei Comuni
di Inverno Monteleone e
di Sant’Angelo Lodigiano. I Comuni convenzionati nel Parco Collinare
di San Colombano sono
tutti dotati di P.l.i.s. (Pia-
dei patrimoni ambientali
in cui ricadono.
Fino ad oggi si è lavorato, e non poco, per porre
le basi per costituire il
Parco Collinare, del quale se ne è parlato tanto in
passato senza essere mai
riusciti a concretizzare
nulla, anche per le forti
resistenze di tipo campanilistico. Va dato quindi
merito ai cinque Comuni
che, nel 2009, hanno saputo superare vecchie e
logore logiche e convergere i loro sforzi verso la
valorizzazione di una risorsa unica nella piatta
pianura Padana. Il Comune di Graffignana, del
resto, è stato in questi
anni, elemento trainante
ed ha svolto un’incessante attività di stimolo e
sensibilizzazione, ai vari
livelli, per la realizzazione del Parco. Il Parco
Collinare si è dato una
struttura organizzativa e
dirigenziale molto snella
che ha già iniziato a lavorare ed a definire le principali priorità da affrontare. Il principale organismo direttivo del Parco è
rappresentato dall’Assembla del Parco che è
formata, per evidenti ragioni di semplificazione
e responsabilità, dai Sindaci dei Comuni convenzionati o loro delegati.
Fra le priorità connesse
con l’avvio di un Parco,
che racchiude in sé ben
cinque P.l.i.s., vi è la realizzazione, da parte dei
singoli Comuni, del cosiddetto “Piano particolareggiato”, che rappresenta un importante strumento urbanistico per
l’uso del territorio collinare.
Il Piano particolareggiato, difatti, nel rispetto
delle leggi di riferimento
e delle regole degli strumenti di pianificazione
EL NOST CUMÜN
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Foto in alto: il Doronicum pardalianches, si tratta del fiore più importante di tutto il bosco collinare, un’autentica rarità floristica. Qui sopra: le copertine dei cinque opuscoli divulgativi prodotti per approfondire la conoscenza delle potenzialità del
Parco Collinare. Nella pagina a fronte: panoramica sulla Pianura Padana vista dal “Colle” sullo sfondo le Alpi.
Sono trascorsi poco più di due anni da quando il Circolo Culturale
“La Certosa” pubblicò il primo appello, volevamo dare il nome al nostro concittadino che nella foto a fianco appare in divisa militare di
soldato della Grande Guerra. Trovandosi la fotografia insieme ad altre
di soldati già identificati, non poteva essere che di Graffignana. Infatti
la tenacia ci ha dato ragione, così un altro tassello si è aggiunto alla
nostra ricerca. Si tratta del soldato Gotta Luigi, nato a Graffignana il
18 gennaio 1891, purtroppo Caduto il 25 luglio 1915 durante la prima
delle innumerevoli e sanguinose battaglie per la conquista del Monte
Nero. Era stato chiamato alle armi di leva il 21 ottobre 1911 e il 10
maggio 1912 fu inviato in Tripolitania a combattere la guerra contro la
Turchia. Fu congedato il 23 dicembre 1913. Venne richiamato il 23
aprile 1915, inquadrato nel 42° Reggimento Fanteria - Brigata Modena; il 23 maggio 1915 (il giorno prima della dichiarazione di guerra
dell’Italia all’Impero Austro-Ungarico) già si trovava in territorio dichiarato in stato di guerra. Prossimamente pubblicheremo la storia e le vicissitudini di questo nostro concittadino. Ringraziamo il sig. Angelo
Gotta, nipote del Caduto, per la collaborazione fornitaci e nel contempo facciamo nuovamente appello ai graffignanini invitandoli a frugare
nei vecchi cassetti nella speranza che possa emergere qualche fotografia, o qualche documento inerenti la Prima Guerra Mondiale.
cura del Parco tre opuscoli: sui Fossili, sui
Funghi e sulla Vite che
verranno, quanto prima,
messi a disposizione delle scolaresche e di quanti ne fossero interessati.
Sono anche allo studio
altre iniziative e di prevenzione, come quella
relativa agli incendi boschivi e di tutela e sensibilizzazione ambientale.
Buon lavoro quindi al
Parco nella speranza
che l’entusiasmo iniziale
non abbia a spegnersi in
futuro. 쐍
AMMINISTRAZIONE
subito impegnato nella
realizzazione di questo
strumento urbanistico
che, evidentemente, oltre a contenere le regole
per la parte collinare di
competenza, dovrà comunque armonizzarsi
anche al contenuto dei
Piani particolareggiati
degli altri Comuni del
Parco. Fra le priorità del
Parco collinare non vi
sono solo strumenti urbanistici ma anche attività di promozione. In
tale senso sono state recentemente pubblicati, a
DICEMBRE 2009 – N.° 51
dovranno muoversi, oltre che su obiettivi di tutela delle riconosciute
ed indiscusse valenze
naturalistiche, dalla dichiarata volontà di voler
tutelare l’insediamento
dell’ambito collinare
dalla realizzazione di attività umane diverse da
quelle storicamente condotte o comunque ritenute incompatibili con
l’ambiente collinare, al
fine di evitare pericolose
alterazioni del sistema
collinare. Il nostro Comune, quindi, si trova da
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EL NOST CUMÜN
urbanistica vigenti, individua e disciplina, per
l’ambito collinare, l’uso
del territorio e le trasformazioni urbanistiche,
edilizie e naturalistiche
definendo e regolamentando gli interventi attraverso un apparato normativo composto da disposizioni a carattere
prescrittivo e da disposizioni a carattere di indirizzo.
Gli interventi, peraltro,
che verranno individuati
dal Piano, per tipologia
e dettami di attuazione,
La Vittorina è sicuramente la festa più sentita dal nostro paese, ma
un piccolo pensiero va’
rivolto ad un’altra piccola manifestazione, molto
amata dai graffignanini:
La festa delle belle
età. Anche quest’anno
l’Amministrazione Comunale, unitamente ad
altri comuni del Lodigiano, Pavese e Milanese,
ha aderito all’invito ricevuto dalle Terme di Miradolo, partecipando alla 28ª edizione della Festa delle Belle Età, che
si è svolta lo scorso 5
settembre.
Complice una giornata
di sole fantastica, 55
Graffignanini hanno partecipato, all’insegna dell’allegria e del divertimento, al pranzo organizzato dal Comune nel
parco delle Terme ed al-
le varie iniziative previste dal programma, gare
sportive, premiazioni; i
partecipanti hanno inoltre potuto danzare allietati da musica live.
L’adesione dei nostri
concittadini quest’anno
è quasi raddoppiata, abbiamo ritrovato parte
ta dell’iniziativa ed alla
Gastronomia Volpi che
ha provveduto al catering.
Tra i vari momenti di ritrovo del nostro paese,
organizzati dalle molteplici e preziose associazioni, dobbiamo ricordare anche una serata non
Sempre maggiori
opportunità
per il tempo libero.
dei graffignanini che
hanno partecipato al
soggiorno montano estivo oltre a “new entry”,
con la speranza che l’anno prossimo saremo ancora più numerosi.
Doverosi sono i ringraziamenti dovuti a tutti
coloro che hanno collaborato alla buona riusci-
all’insegna del divertimento, ma dell’informazione, che si è svolta venerdì 20/11/09 alle 21.00
presso il salone del centro diurno.
L’incontro dal titolo: dipendenze vecchie e nuove: un’occasione per saperne di più, è stato voluto per approfondire e
conoscere meglio questa
realtà che riguarda tutti,
ma soprattutto la sfera
giovanile, a cui dobbiamo sempre prestare un
occhio di riguardo.
L’iniziativa è stata realizzata con la partecipazione del dr. Claudio Filippi, Dirigente del Reparto Dipendenze dell’ASL di Lodi, al quale
vanno i nostri più sentiti
ringraziamenti.
In particolar modo ai
giovani, è rivolta la marcia podistica Graffignanina “3° Memorial Maurilio Spoldi” che si terrà
domenica 14 marzo
2010, della quale pubblichiamo il volantino
provvisorio. L’invito è rivolto a tutti, anche ai
meno giovani, graffignanini e non. Un doveroso
ringraziamento va al sig.
Alvaro Pontilunghi per
la fondamentale collaborazione. 쐍
DICEMBRE 2009 – N.° 51
AMMINISTRAZIONE
di Barbara Grenci
EL NOST CUMÜN
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Iniziative promosse dell’Assessorato allo sport, turismo e tempo libero, servizi per il benessere della persona e giovani.
A destra: il volantino provvisorio che annuncia il 3° Memorial “Maurilio Spoldi”.
Grappolino d’oro
2009.
dott. Adriano Santori,
sindaco di Graffignano
Sipicciano – comune in
provincia di Viterbo gemellato con Graffignana
– il dott. Ernesto Chiesa
e lo scienziato dott. Enrico Sabbioni. Un grazie è
andato alla Protezione
Civile di Graffignana e
agli amici della Protezione Civile Valcuvia e Gavirate per l’impegno e la
solidarietà dimostrati in
In alto: La premiazione del Gruppo Avis con il presidenge
Giampiero Suardi. Sotto: Alessandro Matri riceve il “grappolino d’oro” dalle mani del sindaco.
ro Giuseppe Maina e il
personale della Polizia
Locale comm. agg. Giuseppe Davini e ag. Francesco Dordoni.
C’è stato anche lo scambio di targhe tra l’Avis e il
Gruppo Anziani di Graffignana e i gemelli di Graffignano. Targhe e attestati di riconoscenza anche
per la giovane Martina
Maddè, che ai campionati di equitazione a Parigi
nella categoria juniores
si è aggiudicata il terzo
posto; per la prof.ssa Celestina Ercoli per l’impegno ultratrentennale
svolto con responsabilità
e passione nel difficile
compito di istruire ed
educare generazioni di
giovani graffignanini; per
Emilio Grilli che sta sistemando gratuitamente
l’archivio comunale con
impegno e dedizione; per
Giuseppe Suardi che ogni
anno organizza con entusiasmo la sfilata dei mezzi agricoli in occasione
della festa partronale. La
serata è culminata con il
più ambito dei riconoscimenti, il “Grappolino
d’oro” che quest’anno è
stato assegnato al Gruppo Comunale Avis di
Graffignana nella persona del suo presidente
Giampiero Suardi per ricordare i 25 anni della
fondazione del gruppo
che svolge nel territorio
una grandissima funzione sociale; e ad Alessandro Matri, che ha iniziato
tirando calci ad un pallone nel campetto dell’oratorio ed oggi è un calciatore professionista, milita
nel Cagliari, in serie A e
non ha perso la generosità e l’umiltà di sempre.
L’appuntamento con la
serata della riconoscenza
è fissato per il prossimo
anno! 쐍
Quest’anno i volontari del Servizio Civile sono Elisa
Ceraulo ed Emanuele Cabrini, Elisa è da poco arrivata a Graffignana, ha 20 anni e studia Lettere Moderne all’Università degli Studi di Milano. Ha deciso di affrontare il Servizio Civile per acquisire un’ulteriore esperienza nel sociale e per imparare a conoscere la realtà graffignanina. Emanuele ha 27 anni, dopo gli studi in ambito erboristico e diverse
esperienze lavorative in società multi-nazionali, ha
scelto il Servizio Civile per rendersi utile al paese e
per affrontare una nuova esperienza “più umana”.
E V E N T I
terra d’Abruzzo. Durante
la serata, intervallata
dalle sfilate di moda che
hanno portato in scena
gli abiti delle nostre nonne, anche la Pro Loco ha
voluto omaggiare chi l’ha
sempre supportata nella
organizzazione della Sagra della Vittorina, ovve-
DICEMBRE 2009 – N.° 51
Anche quest’anno, in occasione della “Serata della Riconoscenza”, la Sala
Consigliare del municipio
si è riempita di gente. I
graffignanini si sono ritrovati insieme per omaggiare coloro i quali rappresentano la nostra comunità e che lavorano e
si impegnano per Graffignana. Le premiazioni si
sono aperte con la consegna di una targa a Gianluigi Granellini professionista di handbike, che
con forza e tenacia sta
mietendo successi in
questa disciplina e a Manuela Aguzzi, che a Colonia (Germania) svolge
l’attività di istruttrice di
astronauti. Attestati a
Mariarosa Comotti, alla
quale va il merito di avere lanciato uno spazio su
Facebook dedicato alle
associazioni e agli eventi
di Graffignana e al grup-
po di volontari che si sono resi disponibili durante il trasloco del comune
e che hanno permesso
che il tutto avvenisse in
tempi brevissimi. Graditi
ospiti della serata sono
stati il vice presidente
della Provincia di Lodi
Claudio Pedrazzini, il
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EL NOST CUMÜN
di Paola Granata
Il 6 e 7 Giugno, il nostro
Comune, come molti altri, è stato chiamato alle
urne per scegliere il suo
nuovo Primo Cittadino e
i suoi nuovi Amministratori. Così dopo 10 anni di
amministrazione, l’ormai
“ex-Sindaco” Giovanni
Scietti ha lasciato il posto a Marco Ravera.
Nonostante la precedente Amministrazione
avesse pochi mesi di lavoro prima delle consultazioni, non si è adagiata
e ha continuato ad impegnarsi. Il nuovo gruppo
amministrativo ha subito
preso in mano il testimone mettendosi immediatamente al lavoro, cercando di continuare con
la stesso impegno per
portare a termine ciò che
era stato iniziato, oltre
all’avvio a nuovi lavori.
• P.G.T.: il 21 Maggio
2009 è stato deliberato,
dalla precedente Giunta
Comunale, l’avvio al procedimento per la redazione del Piano del Governo del Territorio
(P.G.T.), ai sensi della
legge Regionale n. 12
dell’11 marzo 2005, ed i
criteri attuativi approvati
dalla Giunta Regionale
della Lombardia.
Ai fini della determinazione delle scelte che
tengono insieme lo sviluppo economico-pro-
duttivo e la tutela del patrimonio ambientale,
chiunque ne aveva interesse poteva presentare
suggerimenti e proposte.
Sempre in questa direzione, i lavori sono proseguiti con la nomina, in
data 23 novembre 2009,
della Commissione Con-
coinvolti), qualità paesaggistica (coerenza con
l’identità e la storia del
tessuto urbano) e sicurezza degli edifici (pieno rispetto della normativa antisismica).
Per quanto riguarda
questi tre ultimi principi
è utile precisare che, per
2009:
facciamo
il punto!
sigliare temporanea per
la redazione del P.G.T. di
cui fanno parte, oltre al
Sindaco o un suo delegato, i consiglieri Angelo
Sampellegrini, Gloria
Secchi, Lorenzo Marinoni e Angelo Mazzola.
• Legge Regionale n.
13/2009 del 16 Luglio
2009: in data 15 ottobre
2009 il Consiglio Comunale ha aderito alla L.R.
n. 13 che si ispira ai principi di semplificazione
(procedure più agili per
avviare gli interventi),
sussidiarietà (coinvolgimento diretto dei Comuni per l’applicazione della legge), risparmio del
suolo (attraverso il riutilizzo dei volumi urbanistici già esistenti), efficienza energetica (sia
per i nuovi interventi, sia
per gli edifici esistenti
tutti i tipi di interventi
contemplati agli art. 2 e 3
della legge, la stessa richiede obbligatoriamente il requisito di certificazione energetica, Esame
di impatto paesistico in
assenza di vincolo da
parte della Commissione
per il paesaggio che dovrà rilasciare il relativo
giudizio entro 30 giorni
anziché sessanta, trascorsi i quali il giudizio si
intende favorevole (silenzio/assenso).
Innovativo è l’introduzione del principio della
sussidiarietà, che permette il coinvolgimento
del Comune nell’applicazione della Legge che
permette di calibrare gli
interventi in funzione
delle diverse esigenze
territoriali. Peraltro,
l’Amministrazione prece-
dente aveva precorso i
tempi. Infatti il piano regolatore attuale, approvato circa due anni fa,
prevede per le zone del
centro storico e nucleo
di antica formazione una
premialità del 20% per
ampliamento e/o ristrutturazione, sul volume
esistente e se l’area di superficie è > 400 m 2, con
piano di recupero fino al
40% , preceduti però, a
tutela del nucleo, da convenzione con l’Amministrazione.
• Pista Ciclopedonale:
dopo l’accordo firmato
tra la Provincia di Lodi, il
Comune di Borghetto Lodigiano e il comune di
Graffignana, sono in fase
di ultimazione lavori per
la pista ciclopedonale
che unisce i due comuni
limitrofi lungo la S.P. 125;
i lavori, iniziati nel mese
di settembre, prevedono
anche il recupero del
vecchio ponte sul fiume
Lambro. La pista, con
una lunghezza di circa 5
km, andrà a completare
la “Rete ciclopedonale”
che renderà fruibile un
percorso initerrotto di
480 km.
Il progetto, fortemente
sostenuto dagli amministratori, prevede oltresì
punti di noleggio individuati in tre punti di ristoro sparsi sul territorio lodigiano, di cui uno nel
nostro Comune (Locan-
DICEMBRE 2009 – N.° 51
AMMINISTRAZIONE
di F. Malta e G. Secchi
EL NOST CUMÜN
8
Foto a sinistra: tratto Borghetto Lodigiano-Graffignana della pista ciclabile in costruzione. Foto a destra: la messa in sicurezza della sponda del Rio Gram. Foto a pagina a fronte: via Cavallotti durante la copiosa nevicata dello scorso gennaio.
fissi, questo per non
creare disagio durante
gli orari di lezione, ma
anche per una maggiore
sicurezza degli alunni.
• Piano Neve: è arrivato
l’inverno, e come questa
stagione suggerisce, la
neve ne è una sua componente. L’Amministrazione comunale, come
per gli altri anni, si è preparata con un “Piano Neve” e ha completato questa organizzazione con
una nuova iniziativa, il
“reclutamento spalatori”.
Il reclutamento prevede
che in caso di abbondanti nevicate ci si possa avvalere di personale occasionale per la rimozione
e spalatura manuale della neve. Le persone che
sono interessate devono
prima fare una richiesta
scritta di inserimento
nell’elenco degli spalatori volontari. Agli stessi
sarà riconosciuto un corrispettivo orario attraverso la corresponsione dei
buoni lavoro per lavoro
occasionale accessorio
INPS.
Per ulteriori informazioni rivolgersi presso gli uffici comunali o consultare il sito www.comunedigraffignana.it. 쐍
AMMINISTRAZIONE
sponda di un tratto del
Rio Gram, ciò ha coinvolto
la
struttura
dell’adiacente cimitero
comunale causando un
parziale crollo del muro
perimetrale. Si è quindi
provveduto ad intervenire con lavori per la messa in sicurezza della
sponda del Rio Gram
all’interno del centro abitato di Graffignana.
• Lavori Scuole: con la
determinazione n. 230
del 23 novembre 2009,
sono iniziati i lavori di
manutenzione straordinaria della Scuola Primaria comunale Galileo Galilei. I lavori prevedono
sia la sistemazione e
messa in sicurezza del
parapetto-gronda; sia
l’adeguamento alle normative vigenti in materia
di risparmio energetico
ed inquinamento acustico dei serramenti esistenti mediante sostituzione con infissi d’alluminio dotati di vetrate termoacustiche.
I lavori procederanno
prima con la sistemazione della parte esterna e
successivamente, durante il periodo delle vacanze natalizie, si procederà
alla sostituzione degli in-
DICEMBRE 2009 – N.° 51
fondamentale requisito
della dimora abituale. Ad
ogni nuova richiesta di
residenza viene quindi
avviata una istruttoria
che comporta l’effettuazione di diversi sopralluoghi per l’accertamento della presenza effettiva del richiedente presso
l’indirizzo indicato, assumendo eventualmente
anche informazioni presso i vicini di casa o verifiche presso i fornitori dei
servizi pubblici essenziali (Enel, Telecom ecc.).
Tutto ciò nasce anche
dall’esigenza di procedere alla definitiva iscrizione anagrafica nei Registri della Popolazione
Residente solo quando si
è in possesso di tutti i requisiti di legge, anche
per evitare di dover procedere alla successiva
cancellazione per irreperibilità, procedura che,
nel migliore dei casi,
comporta accertamenti
per un lungo periodo, in
alcuni casi abbondantemente oltre l’anno.
• Messa in sicurezza: a
seguito delle intense
piogge cadute nel mese
di settembre, si sono verificate delle erosioni e
un franamento della
11
EL NOST CUMÜN
da Cortesa), dove sono a
disposizione degli utenti
circa 60 biciclette.
• Piano Particolareggiato: dopo la costituzione del “Parco della Collina di San Colombano”, di
cui Graffignana fa parte
insieme ai Comuni di
San Colombano al Lambro, Miradolo, Sant’Angelo Lodigiano e Inverno
Monteleone, il 22 marzo
2009 è stata sottoscritta
la convenzione del “Piano Particolareggiato”. Il
Piano ha lo scopo di promuovere, salvaguardare
e recuperare il patrimonio paesaggistico e ambientale del territorio.
Quest’ultimo strumentava ad ampliare e completare la struttura organizzativa e amministrativa
del Parco, già dotato di
cinque P.l.i.s. (Piano Locale di Interesse Sovracomunale).
• Verifica della residenza: In riferimento alle verifiche previste dal
Nuovo Ordinamento
Anagrafico, il Servizio di
Polizia Municipale di
Graffignana attua da anni un processo di verifica
delle nuove residenze al
fine di accertare puntualmente la sussistenza del
EL NOST CUMÜN
10
DICEMBRE 2009 – N.° 51
S E R V I Z I
Intossicazioni da
monossido di
carbonio,
incidenti evitabili.
mente l’odore percepito
era odore di gas incombusto, un prodotto secondario della combustione. Anche il monossido di carbonio è il prodotto di una combustione incompleta, ma come
abbiamo già detto è incolore, inodore e tossico. Il
monossido di carbonio si
forma ogni volta che sostanze contenenti carbonio vengono bruciate in
carenza di ossigeno.
«Non ho capito cosa è
successo, ero sul divano
e all'improvviso sono
svenuto...» La sintomatologia si manifesta progressivamente in base alla quantità di monossido
respirato, un senso di
to nei vari organi e tessuti per mezzo della emoglobina presente nei globuli rossi che si trasforma in ossiemoglobina.
Respirando monossido
di carbonio si forma la
carbossiemoglobina, che
trasporta le molecole del
gas tossico con le conseguenze descritte.
Nel lodigiano dal 1995
ad oggi si sono registrati
156 casi di intossicazione da monossido di carbonio che hanno coinvolto 312 persone; di questi
in 8 casi i soccorsi non
sono arrivati in tempo. In
altri casi le lesioni riportate a livello cerebrale
sono state di tipo permanente.
«Ma cosa posso fare?»
Una corretta manutenzione della caldaia o degli apparecchi idro-sanitari, un buon controllo
delle canne fumarie e la
verifica che le prese
d’aria non siano ostruite
consentono di prevenire
gli incidenti.
Gli eventi che si sono
registrati sul nostro territorio derivano da varie
cause:
• interazione tra i camini
a legna ed altri apparecchi di riscaldamento
installati in modo non
conforme (stufe, scaldacqua o caldaie);
• prese d’aria chiuse o
ostruite con mobili,
stoffe e cartoni;
• canne fumarie parzialmente occluse a causa
di lavori edili o per incuria;
• assenza di manutenzione.
Ricorda comunque che
la manutenzione dell’impianto termico è un obbligo di legge e va effettuata con una periodicità stabilita dal costruttore. Se hai dei dubbi
puoi chiedere al tuo
idraulico di fiducia!
Per informazioni e/o
chiarimenti telefona
all’A.S.L. della Provincia
di Lodi - Servizio Igiene e
Sanità Pubblica, telefono
0371/5874456 - 5872620.
È possibile inoltre accedere allo sportello informativo presso il Dipartimento di Prevenzione
Medica a Lodi - Piazza
Ospedale, 10 - il martedì
ed il giovedì dalle 10.00
alle 12.00 e, su appuntamento, presso i distretti
di Sant’Angelo Lodigiano (Tel. 0371.5873209) e
Casalpusterlengo (Tel.
0377.9255531). 쐍
* Dirigente Medico dell’A.S.L. della
Provincia di Lodi. Responsabile
dell’U.O. Igiene dell’Abitato.
** Tecnico della Prevenzione dell'A.S.L. della Provincia di Lodi.
S E R V I Z I
stanchezza e una lieve
emicrania, nausea, tachicardia e, nei casi più gravi, coma. Se una persona
entra in una stanza satura di monossido di carbonio entro pochi istanti
si sente male.
Normalmente l’ossigeno
respirato viene trasporta-
DICEMBRE 2009 – N.° 51
Il Dipartimento di Prevenzione Medica della
A.S.L. della Provincia di
Lodi opera ormai da anni
nel settore della prevenzione dell’incidentalità
domestica; un settore delicato se si pensa che
ogni anno perdono la vita in incidenti domestici
più di 8.000 persone. In
questa casistica rientrano tutti gli infortuni e gli
incidenti occorsi all’interno delle abitazioni e
nelle loro pertinenze; tra
questi le cadute, l’infortunio causato dall’uso di
attrezzi, le inalazioni di
vari composti chimici ed
appunto le intossicazioni
da monossido di carbonio. Le statistiche non
rendono però la realtà di
tutti i giorni.
Chi, per vari motivi, vive
il dramma dell’intossicazione da monossido di
carbonio, rimane sconvolto da una situazione
che il più delle volte gli
sembra impossibile.
«Vivo in questa casa da
anni, non mi è mai successo nulla» Si sentono
ripetere il più delle volte
gli operatori che intervengono all’interno delle
abitazioni a seguito di un
evento di intossicazione.
È necessario precisare
che il monossido di carbonio è un gas incolore
ed inodore proprio per
questo è estremamente
pericoloso. Se in una abitazione si registra una fuga di gas metano è possibile accorgersi immediatamente del pericolo per
il caratteristico odore; se
nell’ambiente è presente
il monossido di carbonio
non si ha alcuna percezione olfattiva. Laddove
non si siano effettuati
adeguati interventi di
manutenzione, bastano
piccolissime modifiche
all’ambiente per creare
una situazione che favorisca questo tipo di incidenti ad esempio una
presa d'aria che viene
momentaneamente coperta o ostruita.
«Prima di stare male ho
sentito un odore strano» Non era monossido
di carbonio, probabil-
11
EL NOST CUMÜN
di M. Soresini* R. Riboldi**
Può sembrare il titolo
di un lungo resoconto,
ma vi assicuro sarà breve, anche perché raccontare tutto sarebbe un
continuo ripetere di malinconie, lacrime, felicità,
orgoglio e ringraziamento non solo per chi, come
me ha l’onore di indossare la divisa della Protezione Civile Nazionale,
Gruppo Comunale Volontari di Protezione Civile
di Graffignana, ma anche
per chi, colpito duramente nei propri affetti e nel
proprio vivere quotidiano, ha saputo, con la dignità che è patrimonio
spontaneo di quella gente, accoglierci come fratelli e amici nel drammatico momento del loro bisogno. Due giorni dopo il
tragico evento la prima
parte logistica della colonna mobile provinciale
di Lodi era già sul posto
dando così un primo aiuto ai componenti della
colonna Mobile Regionale Lombardia nelle operazioni di supporto e aiuto
sia ai Vigili del Fuoco sia
ai terremotati. Il giorno
11 aprile, alle prime ore
del mattino, anche noi
d’immediato impiego
nell’emergenza eravamo
all’Aquila unitamente a
Lodi Vecchio e Sant’Angelo Lodigiano. Davanti a
noi, e quando dico noi
parlo dei Volontari di
Lombardia, Friuli, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Lazio, Liguria,
Piemonte ecc., una situazione veramente drammatica che però ci ha visto immediatamente operativi. Abbiamo lavorato
17 ore al giorno, montan-
to, la gratificazione per
quanto fatto e il ringraziamento per le capacità
operative e lavorative
messe in atto. Ma ancor
di più, e questo è il miglior ringraziamento, il
rispetto e l’amicizia che
là dove abbiamo operato
il popolo d’Abruzzo ci ha
I nostri 52 giorni
nelle zone
terremotate.
do tende, predisponendo
cucine campali, bagni
con docce e toilette, posti medici avanzati di secondo livello, in grado di
affrontare ogni tipo di situazione medica, montato tende per la mensa, cineteca, asilo, chiesa, lavanderia, e ludoteca. Si è
lavorato in stretto contatto con tutte le realtà
dell’intervento in emergenza sia nelle tendopoli
sia all’esterno sulle macerie, ottenendo il rispet-
dimostrato. Il nostro intervento: 213 giorni d’impiego per un totale di
3.621 ore lavorative di
ogni genere e 348 ore lavorative esterne. I nostri
mezzi hanno percorso
complessivamente
10.320 km. Oltre a quanto sopra citato, il Gruppo
di Graffignana è diventato “zio” di una splendida
bambina nata ad ottobre,
avendo adottato una signora rimasta vedova e
senza casa. Anche questa
nascita farà si che
“l’Aquila ritorni a volare”.
Consentitemi un ringraziamento a tutti i Volontari del Gruppo di Graffignana ed in particolare a
quelli che hanno potuto
essere con me in Abruzzo ed ai loro familiari.
Siatene fieri ed orgogliosi perché hanno onorato
Voi, Loro e la nostra Comunità, dimostrando la
loro abilità e la loro
umiltà fatta anche dal
non apparire ma dall’essere. I loro nomi: Siman
Scapuzzi, Raffaele Granata, Massimo Pandini, Osvaldo Danese, Daniele Monfroni, Fabrizio Lunghi, Giuseppe
Chiesa, Giovanni Mascherini, Jenni Mascherini e Luigi Remigi. A
seguito delle operazioni
di soccorso è stata conferita alla Protezione Civile Lombardia la medaglia d’oro con la seguente motivazione: “Assegnata in riconoscimento
per l’impegno, la disponibilità e l’umanità degli
operatori che, anche in
occasione del sisma che
ha colpito l’Abruzzo hanno dimostrato grande valore e altissima professionalità”. 쐍
*Coordinatore del gruppo Comunale Volontari di Protezione
civile del Comune di Graffignana. Responsabile operativo del
Coordinamento Volontari Protezione Civile della Provincia di
Lodi.
DICEMBRE 2009 – N.° 51
V O L O N TA R I AT O
di Luigi Remigi*
EL NOST CUMÜN
12
In alto: Tenda con lavatrici ed asciugatori in comune di Paganica. In basso a sinistra: Abitazione distrutta in comune di
Onna. In basso a destra: Gcvpc di Graffignana con i colleghi del gruppo di Gavirate (Va) a Paganica – in servizio Aib.
Galileo Galilei
e Charles Darwin,
due scienziati
riabilitati dalla storia.
dice che fin da bambino
fosse un acuto osservatore della natura e avesse una grande passione
per gli animali, ma nulla
fece presagire che quel
ragazzetto, non portato
per le materie di studio
ufficiali, diventasse l’autore di una grande opera
“L’Origine delle specie”,
destinata a stravolgere la
storia della scienza e del
pensiero in generale. Di
ritorno da un viaggio intorno al mondo durato
cinque anni (1831-1836),
Darwin, passeggero del
brigantino Beagle di Sua
Maestà britannica, formulò l’ardita teoria secondo la quale “le specie
vegetali e animali non
sono state create indipendentemente, ma si
sono evolute nel tempo
grazie ad una selezione
naturale del più adatto
Chiesa mostrò riluttanza
e astio nei confronti di
due uomini di scienza
che, facendo uso delle risorse primarie di cui l’individuo dispone per conoscere, l’osservazione
(l’uso dei sensi) e il ragionamento, liberi da
pregiudizi e ormai lontani da pratiche magiche
di cui era imbevuta la
scienza antica, formularono due nuove letture
del mondo della natura?
Evidentemente, la paura
del sovvertimento di un
ordine di valori ha portato a rifiutare l’inedito,
a rimuovere ciò che si
presentava come “nuovo” nel panorama della
conoscenza. Un “nuovo”
con una capacità eversiva che gli derivava dal
“metodo sperimentale”
(di cui Galileo è il padre), in grado di scalzare
la scienza aristotelica,
fondata sul sillogismo,
che la Chiesa tenacemente ha difeso.
La tensione fra scienze
e fede, fra libera ricerca
e dogma, è un’annosa
questione che surriscalda, ancora oggi, il dibattito culturale; per fortuna,
la verità, in sé, è così
potente che non ha bisogno di essere imposta
con la forza.
Per ricordare i due
scienziati , le loro idee, il
fermento che hanno prodotto, il Circolo Culturale La Certosa ha organizzato, il 29 ottobre e il 10
novembre scorsi, due incontri divulgativi, condotti rispettivamente dalla prof.ssa Marialuisa Veluti, docente di filosofia
presso il liceo classico
“Pietro Verri” di Lodi, e
dal dott. Antonio Cardinale, fisico e storico, studioso di temi scientificofilosofici, che hanno visto la partecipazione di
molte persone.
Di certo le due serate
non sono state esaustive
degli argomenti (ci vorrebbero altro che un paio
d’ore), ma la bravura dei
due relatori ha solleticato la curiosità e l’interesse del pubblico ed ha
senza dubbio aumentato
le nostre conoscenze.
L’impegno del Circolo
proseguirà nel 2010, sicuramente con altre interessanti iniziative. 쐍
C U LT U R A
nella lotta per la vita”.
Le idee di Darwin furono accolte, nella comunità scientifica, con maggior favore rispetto a
quelle di Galileo, mentre
incontrarono resistenze
e forti polemiche negli
ambienti conservatori ed
ecclesiastici. Perché la
DICEMBRE 2009 – N.° 51
Il 2009 è stato un anno
importante per il mondo
della scienza; si sono festeggiate due ricorrenze,
una legata all’astronomia e l’altra legata alla
biologia.
Nell’autunno del 1609,
esattamente quattrocento anni fa, Galileo Galilei
puntò in alto il cannocchiale e … apriti cielo!
L’attonito scienziato scoprì che la Luna ha monti
e valli, Venere fasi simili
a quelle lunari, Giove
quattro grandi satelliti
che gli girano intorno,
Saturno strane anomalie
(i famosi anelli), che il
Sole ruota su se stesso e
le costellazioni e la Via
Lattea sono composte di
innumerevoli stelle. Queste scoperte permisero a
Galileo di rafforzare
maggiormente l’idea (già
affermata da Copernico
circa mezzo secolo prima) che fosse la Terra a
girare intorno al Sole e
non il Sole intorno alla
Terra, come invece sosteneva la tradizione. Fu
una rivelazione che scatenò le reazioni di molti
ambienti culturali dell’epoca. Per ben due volte, nel 1616 e nel 1633, il
Sant’Uffizio alzò la voce
e Galileo abbassò la testa, dannandosi la memoria per avere salva la
pelle. La sua opera più
importante, il “Dialogo
sopra i due massimi sistemi del mondo” fu, dal
Tribunale dell’Inquisizione, messa all’Indice dei
libri proibiti.
Esattamente due secoli
dopo, nel 1809, in una
amena provincia del Regno Unito, nacque un
certo Charles Darwin. Si
13
EL NOST CUMÜN
di Mariarosa Secchi
DICEMBRE 2009 – N.° 51
V O L O N TA R I AT O
di Rosalba Mazzola
EL NOST CUMÜN
14
Il 2009 segna un traguardo importante per il
gruppo Avis Comunale di
Graffignana. Per festeggiare il 25° compleanno
nasce un opuscolo ideato e prodotto dall’avisino
Giuseppe Mazzara dal titolo “I nostri primi 25 anni”; non solo un titolo ma
anche un augurio affinché questi anni di impegno sociale non vengano
considerati un traguardo,
ma, al contrario, possano
rappresentare continuità
e speranza che sempre
un maggior numero di
persone, compresi i più
giovani, decidano di intraprendere il cammino
della donazione. Questa
pubblicazione vuole anche far conoscere quell’elemento indispensabile alla vita che è il sangue, perché è importante
donarlo e come diventare donatore. Ma, sono
molte altre le attività
svolte per dare risalto a
questo importante anniversario. Prima fra tutte
la serata danzante del 29
agosto presso il Parco
Spadazze, in compagnia
della band “Beppe e
zi tra i 9 e gli 11 anni, con
tanta voglia di divertirsi.
Il culmine dei festeggiamenti è stata domenica
18 ottobre. Tutti gli avisini di Graffignana si sono
ritrovati in piazza Aldo
Moro, in compagnia delle numerose associazioni
consorelle giunte dai
Avis:
1984-2009
i nostri primi
25 anni!
Oscar”, graffignanini doc
che ci hanno allietato
con il ballo liscio. E ancora l’appuntamento del
6 settembre con il quadrangolare di calcio
presso il campo dell’Oratorio San Giovanni Bosco, che ha coinvolto
quattro squadre di ragaz-
paesi limitrofi; accompagnati dal corpo bandistico San Giovanni Bosco,
ci si è recati presso il
monumento Avis e successivamente nella nuova sede all’interno del
“Palazzo del volontariato
e della cultura” che è stata inaugurata per l’occa-
sione. Presenti al taglio
del nastro la dottoressa
Adelisa Somaini e il sindaco, dott. Marco Ravera. Ci si è poi recati alla
chiesa parrocchiale per
la Santa Messa, celebrata
da don Davide Daccò in
ricordo di tutti gli avisini
defunti. Dopo la celebrazione, il corteo accompagnato dalla “banda” si è
recato alla sala consigliare comunale per le premiazioni che hanno visto
coinvolti molti dei volontari che hanno ricevuto
un riconoscimento per
l’impegno profuso; per
concludere ci si è recati
al ristorante Sayonara
per il pranzo sociale e la
tradizionale sottoscrizione a premi. Un grazie
particolare a Giampiero
Suardi che dell’Avis è
l’anima e l’instancabile
promotore. Arrivederci
al prossimo anno! 쐍
La dottoressa Adelisa Somaini, e il dott. Marco Ravera, sindaco di Graffignana, inaugurano la nuova sede Avis. A destra: la
copertina dell’opuscolo distribuito durante la cerimonia.
Gli amici dell’Avis di Valera Fratta hanno partecipato con caloroso affetto alla gioia e alla festa che
ha accompagnato il raggiungimento del traguardo dei 25 anni di attività dell’Avis di Graffignana. Fondate nel medesimo anno, le Associazioni di Valera Fratta e Graffignana hanno seguito lo stesso cammino insieme al Gruppo di Sant’Angelo Lodigiano di cui sono parte integrante e passo dopo passo,
anno dopo anno sono riuscite ad incrementare il numero di donatori anche all’interno delle piccole
realtà dei paesi in cui operano. Un amichevole e sentito augurio affinché l’entusiasmo e l’impegno degli attuali donatori possa contagiare sempre più persone per trovarci nuovamente al prossimo importante traguardo come una grandissima e splendida famiglia.
Il 2009
dell’Unicef
di Graffignana.
voretti che i bambini
hanno fatto durante il
mese di colonia. Per
completare la rilevanza
che il 2009 ha avuto per
l’Unicef di Graffignana,
bisogna aggiungere anche il banchetto con la
vendita di giochi usati
raccolti nelle scuole di
Graffignana e dintorni e
lo stand con offerta libera durante la Sagra della
Vittorina: in entrambe i
casi (come per la cifra
raccolta dal C.r.e.d.) vorrei esprimere un sentito
ringraziamento ai Graffignanini (e non), che con
asilo a Betlemme da parte di don Peppino Barbesta: una splendida serata
organizzata in Settembre
dal Gruppo di Solidarietà
(del quale oltre all’Unicef
fanno parte alcune associazioni del paese).
Nel ringraziare ancora
tutti quanti, vorrei ricordarvi che le porte dell’Unicef sono sempre
aperte a tutti e chi volesse collaborare con noi o
semplicemente avere
maggiori informazioni,
può chiamarmi al numero 339.3355610 (Marco).
Grazie ancora di cuore. 쐍
Anche Lina Wertmuller come nei suoi film, così nella
vita. La regista, nelle sue
opere ha sempre raccontato
la realtà delle vicende umane così come sono, senza
filtri e ambiguità, sviscerandone le problematiche più
delicate e controverse.
Dopo aver perso la madre
per un tumore e il marito
per una leucemia fulminante, ha disposto un lascito alla Fondazione Italiana per
la Ricerca sul Cancro: «far
finta che la malattia non
esista, non la cancella. Meglio impegnarsi, per sé e
per gli altri»
Anche Graffignana non è rimasta indifferente, il Gruppo Volontarie AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro), vuole ringraziare tutti coloro che
hanno contribuito alla buona
riuscita della manifestazione
“Le azalee della Ricerca”
opera di sensibilizzazione
verso la ricerca contro il
cancro, durante la quale sono state vendute le azalee
dell’AIRC. Il ricavato è stato
di 1.312 Euro.
Ringraziandovi per la vostra
generosità, vi diamo appuntamento all’anno prossimo.
Associazione
Italiana
per la
Ricerca
sul Cancro
Lo stand dell’Unicef durante la Sagra della Vittorina edizione 2009.
V O L O N TA R I AT O
il loro buon cuore hanno
permesso la raccolta di
un contributo (2.335 euro) al di sopra di ogni
aspettativa. Ultima ma
non per questo meno importante, vorrei ricordare la serata di beneficenza a favore di Roberta e
della costruzione di un
DICEMBRE 2009 – N.° 51
Il 2009 è stato un anno
importante per l’Unicef
di Graffignana.
Quest’anno l’Unicef è
stato il progetto del
C.r.e.d., e questo ha significato cercare di sensibilizzare bambini ed adolescenti verso i problemi di
loro coetanei sicuramente meno fortunati; molto
spesso i bambini poveri,
quelli affamati, quelli costretti a duri lavori, quelli
fatti soldato contro la loro volontà, sembrano
bambini che non appartengono alla realtà; appaiono ogni tanto su di
uno schermo più per un
lavaggio di coscienza
piuttosto che per mettere in risalto e dar voce a
problemi drammatici.
Problemi che vengono
subito annacquati da colorate e divertenti pubblicità di nuovi giochi,
che dopo qualche giorno
sono già noiosi o superati. I responsabili e gli animatori del C.r.e.d. attraverso giochi, lavoretti, e
rappresentanti dell’Unicef, hanno cercato nel
mese di Luglio, di far ca-
pire ai bambini quanto
importante sia l’aiuto
che ognuno può dare ai
propri coetanei per risolvere un minimo degli infiniti problemi che li attanagliano; la festa finale
di questo progetto è stata
la tombolata all’Oratorio,
unita alla vendita dei la-
15
EL NOST CUMÜN
di Marco Lazzari
S E R ATA D E L L A R I C O N O S C E N Z A
SAGRA DELLA VITTORINA
DICEMBRE 2009 – N.° 51
I S T I T U Z I O N I
di Effe & Effe
EL NOST CUMÜN
18
La Biblioteca Comunale in vista della sagra ha
organizzato varie iniziative distribuite in giornate diverse. Venerdì 9 ottobre presso il Centro
Diurno si è tenuta la presentazione con argomento gastronomico culinario curata da tre protagonisti del nostro territorio che in ambiti diversi, da decenni, promuovono e valorizzano
il lodigiano.
Angelo Stroppa curatore e autore di moltissimi
testi sul nostro territorio, ha intrattenuto in
forma amabile la platea
parlando dei prodotti
della cucina lodigiana in
un excursus storico tra i
secoli e tra le dominazioni subite, fornendo
informazioni curiose e
inedite. Il pubblico è intervenuto contribuendo
con i propri ricordi ed
esperienze legate alla
nostra cucina.
A seguire Giuseppe
Mazzara Presidente del
Circolo Culturale La
Certosa, quale specialista delle flore ha presentato il nuovo opuscolo
pubblicato dall’associazione sul bosco di Graffignana, ha parlato di
specie quasi estinte presenti solo nel nostro bosco e ha fornito curiosità riguardanti le specie
floreali, le loro caratteristiche e i loro possibili
impieghi.
Per finire Federico Carenzi enologo e Presidente del Consorzio vini
Doc di San Colombano
al Lambro ha parlato dei
vini delle nostre colline
e per grandi somme ha
tenuto una piccola lezione su come abbinare il
cibo ai vini. Ciò è stato
poi dimostrato praticamente quando l’enologo
ha portato due tipi di vi-
ni da abbinare ai dolci
della sagra: un passito e
una malvasia che il pubblico presente ha apprezzato in abbinamento
ai biscotti “runchi” e alla
torta della vittorina.
Alla serata era presente
un folto ed interessato
pubblico. Gli organizza-
rapporto genitori-figli,
da vivere come speciale
momento di condivisione. L’autrice che ha spiegato i motivi della pubblicazione, la propria
esperienza di collaborazione nelle scuole dove i
racconti sono appunti
nati utilizzandoli a sco-
Tante iniziative
per piccoli
e grandi lettori.
tori (Biblioteca e Circolo Culturale La Certosa)
soddisfatti del successo
dell'iniziativa, si ripromettono di dar vita ad
altre collaborazioni simili, volte in primo luogo a riscoprire e valorizzare i pregi e le unicità
tipiche del nostro territorio.
Sabato 10 ottobre sempre presso il Centro
Diurno l’autrice di un libro che raccoglie racconti per bambini scritti
con lo pseudonimo di
Stella Gemella ha spiegato i temi affrontati nei
suoi racconti, presentati
soffermandosi sull’importanza della lettura
non solo in ambito scolastico ma anche nel
po didattico.
A seguire Tiziana Bassani della Associazione
“Punto e Virgola” ha letto brani del libro proposto animandoli con pupazzi rappresentanti i diversi personaggi del racconto. A seguire una merenda gentilmente offerta dalla Pro Loco è stata
occasione per confrontarsi direttamente con
l'autrice rivolgendole
domande e facendosi
autografare la copia acquistata del libro. Praticamente tutti i partecipanti ne hanno acquistata una copia, così come
la biblioteca che la possiede tra i suoi scaffali.
Dopo il break l’Associazione Punto e Virgola ha
intrattenuto i bambini
con giochi e lavori manuali in un’attività interattiva di fantasia e creatività che ha riscosso
notevole successo anche tra i genitori che
hanno apprezzato la professionalità delle operatrici. Anche in questo caso i graffignanini, piccoli
e grandi, hanno dimostrato interesse per l’iniziativa e hanno trascorso un pomeriggio di puro divertimento educativo.
E poi ancora …
Tutti coloro che sono
interessati ad essere
informati sulle iniziative
della Biblioteca Comunale di Graffignana potranno compilare il modulo di newsletter per ricevere via mail tutte le
novità riguardanti la biblioteca ed esserne
informati con tempestività sulle ultime novità
librarie e sulle iniziative
in corso.
Al momento presso la
Biblioteca si raccolgono
le iscrizioni e le quote
per la partecipazione
agli spettacoli teatrali
proposti.Inoltre presso
la Biblioteca è possibile
iscriversi per la gioia anche dei piccoli alla visione dello spettacolo Mistery Magia, incanto e
illusione prendono vita
in Mistery, l’ultimo meraviglioso spettacolo firmato Holiday On Ice,
un viaggio mistico nella
fantasia che vi lascerà
senza fiato. Splendide
coreografie, costumi incantevoli e mondi fantastici.
Sabato 9 gennaio
2010 – Palasharp –
Milano – Ore 16,00.
Biglietto intero Euro 36 Biglietto ridotto Euro
34,50 (bambini sotto i 12
anni e adulti oltre i 65
anni). Il costo del pullman è compreso. 쐍
SABATO 9 GENNAIO 2010
IL MERCANTE DI VENEZIA
AT T U A L I T À
STAGIONE TEATRALE 2009/2010
di William Shakespeare – Regia di Luca Ronconi
Teatro STHRELER - Balconata - inizio spettacolo ore 19.30
SABATO 6 FEBBRAIO 2010
DONA FLOR E I SUOI 2 MARITI
dal romanzo di Jorge Amado – Regia di Emnuela Giordano
Teatro MANZONI - Poltronissima - inizio spettacolo ore 20.45
SABATO 17 Aprile 2010
SEI PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE
di Luigi Pirandello – Regia di Giulio Bosetti
Teatro CARCANO - Balconata - inizio spettacolo ore 20.30
DOMENICA 28 FEBBRAIO 2010
MASSIMO RANIERI
CANTO PERCHÈ NON SO NUOTARE… DA 40 ANNI
Teatro SMERALDO - Poltrona Balconata - inizio spettacolo ore 18.00
SABATO 27 MARZO 2010
TEO TEOCOLI
Il servizio di trasporto in pullman è compreso nel costo! ! !
I costi ed il servizio pullman si intendono validi al raggiungimento di almeno 30 persone.
LE ISCRIZIONI SI RICEVONO PRESSO LA BIBLIOTECA COMUNALE TUTTI I VENERDÌ
DALLE ORE 18.00 ALLE ORE 19.00, ENTRO IL 22 GENNAIO 2010
Per informazioni tel. 0371/88828 – Comune di Graffignana – Via Roma, 1 – 26813 Graffignana
21
EL NOST CUMÜN
IL MERCANTE DI VENEZIA - DONA FLOR E I SUOI 2 MARITI - SEI PERSONAGGI
IN CERCA D’AUTORE – possibilità di prenotazione spettacoli singoli a Euro 35,00 cad.
per i residenti e Euro 40,00 cad. per i non residenti.
L’orario di partenza, dalla sede della Biblioteca Comunale, è alle ore 17.30 per il IL MERCANTE DI VENEZIA, ed alle ore 19.00 per DONA FLOR E I SUOI 2 MARITI e SEI PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE.
Il costo dello spettacolo di Massimo Ranieri è di Euro 45,00 (Euro 30,00 per gli over 65).
L’orario di partenza, dalla sede della Biblioteca Comunale, è alle ore 16.00.
Il costo dello spettacolo di Teo Teocoli è di Euro 50,00 (Euro 35,00 per gli over 65).
L’orario di partenza, dalla sede della Biblioteca Comunale, è alle ore 18.45.
DICEMBRE 2009 – N.° 51
NUOVO SPETTACOLO
Teatro SMERALDO - Poltrona Balconata - inizio spettacolo ore 20.45
DICEMBRE 2009 – N.° 51
R U B R I C H E
di Gi.Gi.Emme
EL NOST CUMÜN
20
La ditta Grossi è una
azienda storica del paese, è attiva ininterrottamente da cinque generazioni ed aveva come attività principale la lavorazione del vimini per la
produzione artigianale di
cesti di ogni dimensione.
Promotore dell’attività
fu Gaetano al quale subentrò il figlio Siro, quest’ultimo per avere maggiori soddisfazioni economiche, capì che produrre non era sufficiente,
bisognava vendere il prodotto finito.
Fu così che alla produzione venne affiancata
l’attività di commercio
ambulante e con la vendita oltre che dei cesti
“prodotti in casa”, veniva
offerta una vasta gamma
di articoli quali: scale in
legno a pioli, scope, sedie, mastelli in legno ed
altri accessori inerenti
l’utensileria casalinga.
Il commercio ambulante richiedeva un impegno
notevole, si effettuava in
tutte le cascine del Lodigiano ed in tutte le fiere
dei vari paesi del milanese, piacentino e pavese.
La merce in esposizione
viaggiava su un carro
(bareta) trainato inizialmente dal tranquilo e laborioso asino, successivamente dal vivace cavallo. La produzione e la
richiesta dei cesti in vimini era soddisfacente,
però sembrava fosse
giunto il momento di incrementare l’attività toccando altri mercati del
territorio. Per attuare ciò
si rese necessario un investimento economico
importante.
Era il 1953 quando Giuseppe Grossi (3ª generazione) decise di acquistare il primo autocarro, si
trattava del mitico 615 di
produzione Fiat.
La famiglia Grossi,
“i cavagnin”
sul mercato da
cinque generazioni.
Verso la metà degli anni
’60 mentre l’Italia poteva
godere del cosiddetto
“boom” economico, l’attività di cestaio ebbe un
drastico calo di vendite,
Foto in alto: la famiglia Grossi seconda e terza generazione.
In basso: esposizione durante la fiera di Brembio (19.3.1964).
ciò dovuto alla insostenibile concorrenza cinese
e romena. Probabilmente
era l’inizio della globalizzazione del commercio,
una problematica scarsamente affrontata in modo
sistematico che ancora ai
giorni nostri attanaglia
l’economia mondiale.
Quindi la produzione
dei cesti in vimini – quella che fu l’attività storica
della famiglia Grossi per
oltre sessant’anni – a malincuore venne abbandonata, proseguendo e potenziando la parte commerciale.
Nel 1965 per incrementare l’offerta dei prodotti
in vendita, oltre al commercio ambulante, si potenziò il negozio di via
Roma (angolo via Bracchi (striciöl) dove all’interno la signora Maddalena (moglie di Peppino)
con passione e professionalità consigliava gli acquisti più appropriati.
Sempre in via Roma, a
due passi dal negozio si
costruì un capannone
adibito ad esposizione e
magazzino dei prodotti
più voluminosi, quali mobili e arredamenti di ogni
genere.
Alla fine degli anni ’80
con l’impulso innovativo
dei fratelli Mario e Dante
(figli di Peppino, 4ª generazione) venne acquistato un terreno alla zona
Porchirola. Si costruì un
capannone di 3000 mq
ampliando maggiormente l’offerta nel settore
dell’arredamento, pur
mantenendo gli articoli
che da sempre hanno caratterizzato la loro attività.
La 5ª generazione, Marco figlio di Mario, Andrea e Alberto figli di
Dante, terminati gli studi,
si sono rimboccati le maniche e si son resi disponibili alle varie mansioni
nell’azienda di famiglia. 쐍
Come in vacanza, come
per un evento speciale,
come per tutte quelle
occasioni che non vogliamo dimenticare… Su
carta o in formato digitale, la fotografia resta
uno dei metodi preferiti
per fissare, non solo nella memoria e nel cuore,
tutti i momenti più importanti della nostra vita. E con il passare del
tempo, i momenti diventano ricordi e le foto ci
aiutano a ricordare. Ma
dopo 40, 50, 60 anni
quella foto non è più un
“semplice ricordo privato”: diventa una testimonianza. Una foto del Secondo Dopo Guerra, per
esempio, non appartiene
solo alla persona che
l’ha scattata, ma racconta a tutti noi la vita, le
composto da centinaia
di fotografie che sono
state donate dai Graffignanini stessi nel corso
degli anni e che sono
state tutte accuratamente scansionate. Grazie a
questo inestimabile patrimonio, potremo lavo-
Circolo Culturale
“La Certosa”:
fotografia di
un’epoca.
Culturale “La Certosa”
che calza perfettamente
con l’idea di alcuni
membri del Circolo che
hanno deciso di occuparsi delle foto che ci
raccontano l’evoluzione
di Graffignana nel tempo. Il nostro (dei Graffignanini!) archivio è
rare per riportare alla
memoria avvenimenti,
persone, usi di una Graffignana che per qualcuno forse non esiste più.
Noi invece siamo convinti che la nostra identità non potrebbe esistere senza il nostro passato, senza il lavoro dei
nostri nonni, senza l’impegno dei nostri genitori, senza i Graffignanini
che ormai possiamo vedere solo nelle fotografie. Per questo vi chiediamo di condividere
con tutti le vostre foto
della Graffignana del
passato. Se conoscete
l’anno in cui le foto sono
state scattate, il nome
delle persone ritratte e il
luogo, veniteci a trovare
e raccontateci la storia
della vostra foto: scansioneremo la foto restituendovi l’originale e catalogheremo la copia insieme alle altre testimonianze che già abbiamo.
Solo con l’aiuto di tutti
l’archivio storico potrà
diventare ancora più ricco di informazioni e restituirci quella Storia
che nei libri nessuno ci
ha mai raccontato. 쐍
W
쎲
DICEMBRE 2009 – N.° 51
Q
쎲
speranze e le difficoltà
di milioni di persone
provate da anni di guerra.
“Tra passato, presente
e futuro”. Non è la pubblicità di una marca di
macchine fotografiche,
ma è il motto del Circolo
C U LT U R A
di Laura Zironi
E
R
쎲
Q Fine anni ’40 un gruppo di “badilanti” caratteristica mansione mirata al ripristino dei fossi di irrigazione — W 26.12.1951,
Mons. Borromeo in visita a Graffignana per la prima volta dopo la nomina a vescovo. — E (Anni ’60?) - Inaugurazione
Officina Metallurgica: invitati, famigliari dei dipendenti e pubblico. — R (Anni 70-80?) - L’allora sindaco Angelo Mazzola
premia un concorrente al Campionato Regionale Lombardo di ciclismo svoltosi a Graffignana.
EL NOST CUMÜN
21
DICEMBRE 2009 – N.° 51
E V E N T I
di Laura Zironi
EL NOST CUMÜN
22
Anche quest’anno Graffignana ha festeggiato i
suoi sposi nella giornata
dedicata agli anniversari
di matrimonio. Il 13 settembre scorso, infatti,
tredici coppie si sono incontrate per ricordare insieme a tutti i Graffignanini il giorno delle loro
nozze e per testimoniare
davanti a tutti la forza
del loro legame. Si sono
festeggiati tutti i traguardi, dalle nozze d’argento
(25 anni) alle nozze d’oro
(50 anni), ma c’è stato
anche chi ha festeggiato,
con 60 anni di vita insieme, le nozze di diamante.
La festa è cominciata il
mattino con la Santa
Messa celebrata dal parroco di Graffignana don
Davide Daccò: i nostri
sposi hanno partecipato
attivamente alla funzione
leggendo le Sacre Lettu-
funti e a tutti gli amici
che oggi non sono più
con loro per festeggiare
l’importante traguardo di
un anniversario di matrimonio.
Al termine della celebrazione e dopo le splen-
Un traguardo
d’amore:
gli anniversari di
matrimonio.
re e portando i doni
all’altare: pane, uva e offerte. Le coppie hanno
voluto dedicare questa
Messa a tutti i parenti de-
Il giorno giorno 7 ottobre 2009
presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia
dell’Università di Pavia
Corso di Laurea in Infermieristica,
FRANCESCA PINI
si è laureata
discutendo la Tesi:
“L’assessment infermieristica nel
paziente affetto da Alzheimer”
riportando la votazione di 110/110.
Congratulazioni alla neo dottoressa!
dide foto scattate dalla
fotografa Antonella Manzoni, gli sposi, insieme al
parroco, si sono recati a
piedi al ristorante Sayo-
nara dove li attendeva un
abbondante e squisito
pranzo. Tra risate e battute, la giornata volgeva
al termine: come al pranzo di matrimonio “di
qualche anno fa”, è stata
distribuita a tutte le coppie una bomboniera ricordo, confezionata da
“La Fioreria” di Graffignana.
Ringraziando don Davide e le organizzatrici della bellissima giornata,
Erminia Carenzi e Angela Roveda, gli sposi si sono dati appuntamento
tra cinque anni per festeggiare tutti insieme il
prossimo importante traguardo. 쐍
della tradizione, la strategìa di lavoro. La produzione inizia con una severa selezione degli allevamenti, dove solo i capi
migliori vengono lavorati. L’azienda, a garanzia
del consumatore ha
adottato un trasparente
sistema di rintracciabilità che viene applicato
su tutta la gamma dei
prodotti crudi stagionati
ed insaccati freschi.
Sul sigillo, applicato ad
ogni singolo pezzo, oltre
agli ingredienti utilizzati
è evidenziato anche il nome per esteso dell’alleva-
mento di provenienza dei
suini. Oggi, come nel
passato, la lavorazione
del prodotto richiede
una grande esperienza.
La produzione inizia con
un’attenta selezione delle
carni, che vengono accuratamente macinate, impastate ed insaporite con
spezie.
Segue poi l’insaccamento in budello naturale, la
legatura nelle tipiche filze e la stagionatura. Questo metodo di lavorazione garantisce un prodotto delicato, un gusto dolce e un colore rubino in-
COMUNE DI GRAFFIGNANA
Provincia di Lodi
Via ROMA, 1 - 26813 GRAFFIGNANA - tel 0371.88828 - fax 0371.88690
ATTENZIONE!
RACCOLTA DIFFERENZIATA DELLA CARTA/CARTONE
SI INFORMANO I CITTADINI
CHE A SEGUITO DELLA VERIFICA NELLE MODALITÀ DI SMALTIMENTO DELLA CARTA SEGNALATE DAL CONSORZIO PER IL RECUPERO DELLA CARTA STESSA, E DALL’OSSERVATORIO DEI
RIFIUTI DELLA PROVINCIA DI LODI, LA CARTA ANDRÀ ESPOSTA SUL SUOLO PUBBLICO
UNICAMENTE IN CONTENITORI DI CARTA, OPPURE LEGATA CON CORDA O SPAGO.
QUALSIASI ALTRO CONTENITORE (PLASTICA - SHOPPER - SACCHI TRASPARENTI ECC.)
COMPORTERÀ IL MANCATO RITIRO DEL RIFIUTO E L’APPOSIZIONE DELL’APPOSITO ADESIVO
DI NON CONFORMITÀ.
SI RINGRAZIA PER LA COLLABORAZIONE.
L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE
R U B R I C H E
Salamino italiano
alla cacciatora
Dop.
DICEMBRE 2009 – N.° 51
Le prime notizie sui salumi si hanno nell’antico
Egitto, oggi sappiamo
che la gran cultura d’origine delle carni salate e
speziate italiche è quella
degli Etruschi. Cacciatore e cacciatorino erano i
salamini che il cacciatore portava con sé, assieme al pane, durante le
battute di caccia e che risultavano particolarmente adatti a quest’attività.
Un alimento con una
giusta dose di grasso fornitore d’energia, di proteine nobili, sufficientemente salato per sopperire alle perdite di sale
conseguenza di lunghe e
intense sudate per inseguire la selvaggina.
Il “cacciatore” non tradisce la sua origine contadina, è il risultato di un
antico sapere che si è affinato nel corso dei secoli e che è stato mantenuto fino ad oggi, raccolto
dall’artigianato salumiero prima e dall’industria
salumiera poi.
Per saperne di più sono
andato a visitare il Salumificio Bertoletti di Graffignana (Lo). Piero Bertoletti, dopo aver girato
le cascine e i cortili lodigiani – come si usava allora – a fa sû ‘l nimal,
1973 si sentì maturo al
grande passo; produrre
in proprio, artigianalmente, salumi di qualità
nel rispetto della tradizione.
Oggi, guidata dai figli –
sia pure con la sua supervisione – è una affermata realtà che ha saputo conquistare il proprio
spazio nei difficili meandri di un mercato sempre
più esigente. Il Salumificio Bertoletti, orgogliosamente consapevole
della propria potenzialità, ha fatto della qualità
del prodotto nel segno
tenso. Carlo Cannella,
(nutrizionista della trasmissione Quark) professore della Facoltà di
Scienza dell’alimentazione all’Università “La Sapienza” di Roma, ha puntualizzato: «oggi il “Cacciatore” è divenuto meno grasso e ha ridotto il
contenuto di sale, esaltando le sue caratteristiche nutrizionali, divenendo particolarmente
adatto a chi pratica le
nuove attività fisiche,
sportive di tipo amatoriale o professionale».
I dati di composizione
dell’Istituto Nazionale di
Ricerca per gli Alimenti e
la Nutrizione possono
così essere sintetizzati:
• proteine di elevato valore biologico;
• grassi, giusti come
quantità, nutrizionalmente validi come qualità in
quanto prevalgono gli insaturi sui saturi;
• colesterolo in limiti più
che ragionevoli;
• micronutrienti, buona
fonte di vitamina B1 e di
vitamina B12, di ferro e
di selenio.
Queste caratteristiche
fanno del salamino Cacciatore un ottimo alimento per tutte le età, specie
per coloro che necessitano di cibi nutrienti per
superare stati di inappetenza o di astenia. 쐍
23
EL NOST CUMÜN
di Gi.Gi.Emme
DICEMBRE 2009 – N.° 51
R U B R I C H E
di Gi.Gi.Emme
EL NOST CUMÜN
24
Questo spazio innanzitutto vuole ricordare i sacrifici di sangue e la
profonda dedizione al
dovere dei nostri soldati
durante la Prima Guerra
Mondiale. Ogni soldato
ha avuto la propria particolare storia di guerra, il
più delle volte con il ruolo di anonima pedina in
un più ampio scacchiere,
in balìa di ordini che
spesso rasentavano l’assurdo. Il nostro intento è
quello di rievocare, di ricostruire mediante le documentazioni d’archivio,
gli episodi e gli eventi
storici nei quali i nostri
“Eroi” rimasero vittime.
Abbiamo deciso di chiamare questa rubrica
“Presente”, come si ripete sui ventidue gradoni
del Sacrario di Redipuglia e come si risponde
all’appello, proprio perché questi graffignanini
sicuramente erano presenti al momento dell’estremo sacrificio.
Sull’attuale numero portiamo all’attenzione dei
lettori il contesto storico
che vide protagonista il
concittadino Ottorino
Onoldi. Questo nostro
Eroe era nato a Milano il
4 gennaio 1889 da genitori ignoti, scelse Graffignana per vivere e farsi
una famiglia. Qui si era
sposato con Angela Veronesi e qui, il 2 febbraio
1914, nacque la figlia Antonia.
Richiamato alle armi,
Ottorino venne inquadrato nel 60° Reggimento
Fanteria di stanza a Viterbo che con il 59° (a Civitavecchia) componevano la Brigata Calabria.
Partiti con la tradotta da
Roma il 15 maggio 1915,
il 23 si trovavano nella
zona di Agordo (in provincia di Belluno, allora
zona di confine con l’Im-
Il caporale
Ottorino Onoldi
“Disperso”
sul Col di Lana.
pero Asburgico); con il
51° e 52° Fanteria Brigata Alpi e il 3° Reggimento
Bersaglieri, alla dipendenza della 18ª Divisione. Il comando supremo
in data 22 maggio fece
pervenire al tenente generale Luigi Nava, comandante la 4ª Armata
(da cui dipendeva la 18ª
Divisione) il telegramma
n. 215 G sul quale si leggeva: «Autorizzo iniziare ostilità a partire ore
ventiquattro giorno 23
maggio. Operi in
conformità direttive
aprile 1915 iniziando
operazioni spiccato carattere vigore cercando
di impadronirsi al più
presto posizioni nemiche oltre confine necessarie ulteriore sviluppo
operazioni».
Alla 18ª Divisione competevano le operazioni
del settore dolomitico
dall’alto Cordevole fino
al torrente Andraz. Benché l’Italia fosse alleata
all’Austria, a scanso di
equivoci per fronteggiare
eventuali invasioni italiane, l’Impero Asburgico
già dalla fine del 1800,
nei punti potenzialmente
favorevoli alla penetrazione, aveva provveduto
a costruire degli sbarramenti fortificati (Forte
La Corte Val Cordevole,
Forte Tra i Sassi in Valparola) lasciando scarsamente presidiato il resto
del confine, ciò favorito
anche dalla natura impervia del territorio. Al
centro di questa aspra
zona sorgono diversi bastioni naturali, che rendono difficoltosa se non
addirittura impraticabile
l’occupazione del territorio. A Nord una catena di
creste rocciose collegate
al bastione del Settsass
(m. 2.562) il quale si protende verso Sud e che
culmina con i contrafforti del Monte Sief (m.
2.426) e del Col di Lana
(m. 2.464). Punto saliente di questo sbarramento
naturale era appunto il
Di Ottorino Onoldi abbiamo in archivio una lettera (sicuramente la prima e forse anche l’ultima) che scrisse alla moglie, il 22 giugno 1915.
Un importante documento storico che stigmatizza la profonda umanità di uomo, di marito e di
padre, benché sia egli stesso in pericolo di vita,
si preoccupa della precaria condizione economica in cui versa la famiglia. Chiede scusa alla
moglie alla quale solo dopo oltre un mese dalla
partenza riesce a scrivere e che il fatto non è da
attribuire alla negligenza, bensì alla difficoltà a
reperire la carta. Si accomiata dalla moglie con
una signorilità per noi oggi inusuale: « ... Angiolina mi resta altro che salutarti e ti do una streta
di mano e sono il tuo marito Onoldi Ottorino ».
Col di Lana, straordinario balcone d’osservazione e caposaldo proteso
sulla sottostante Strada
delle Dolomiti, trasformato dagli austriaci in un
baluardo inaccessibile e
che divenne un tragico
calvario per entrambi i
contendenti. Il Col di Lana aveva l’aspetto di un
cucuzzolo brullo con due
costoni rocciosi che si
protendono in direzione
Sud-Est. Uno il costone
di Agai (Spitz de Ciamplach in ladino) che gli
italiani per la strana forma ribattezzarono “Cappello di Napoleone”. L’altro il costone di Salesei
(Ciadiniei in ladino) un
rilievo di forma tozza che
gli italiani appellarono
“Panettone”. Nell’imminenza delle ostilità il
confine venne ulteriormente sguarnito, alcuni
settori vennero addirittura abbandonati per attestarsi su posizioni più sicure e difendibili.
Il 27 maggio il comando
supremo diramava un ordine nel quale si sollecitava: «l’immediata occupazione di quelle posizioni oltre confine, la
cui conquista quando il
nemico avesse tempo di
portarvi adeguate forze,
costerebbe a noi grossi
sacrifici ».
All’alba del 28 maggio
iniziò l’occupazione da
parte delle truppe italiane; cautamente avanzarono senza incontrare resistenza, solo sporadici
scambi di fucilate tra
pattuglie in perlustrazione, sembravano attraversare una sorta di terra di
nessuno e giunsero ad
occupare le località di
Larzonei (3 giugno), di
Andraz e Salesei (7 giugno). Inspiegabilmente il
generale Nava invitò i comandanti del IX Corpo
d’Armata, tenete generale Pietro Marini e I Cor-
agosto 1915 del caporale
Ottorino Onoldi, 8ª compagnia, II battaglione del
60° Reggimento Fanteria
Brigata Calabria, non si
ebbero più notizie, fu annoverato tra i dispersi.
Dai documenti in nostro
possesso Ottorino risulta
essere il primo caduto di
Graffignana (70 giorni di
guerra). Dopo quei
cruenti assalti frontali
del 2, 3 e 4, senza possibilità di riuscita se non
addirittura di scampo, gli
italiani riappellarono il
Col di Lana: Col di Sangue.
Per la storia, la vetta del
Col di Lana (quota 2.464)
venne conquistata una
prima volta poco dopo
mezzogiorno del 7 novembre 1915 dal 60° Fanteria Brigata Calabria. Fu
un possesso provvisorio
in quanto un battaglione
di Landschützen riconquistò la contrastata cima, erano circa le ore
21.00 dello stesso giorno.
L’abbandono definitivo
del Col di Lana da parte
degli austro-tedeschi avvenne la notte del 18
aprile 1916, 24 ore dopo
il brillamento (ore 23.35)
di una mina approntata
dagli italiani (35.000 chili
di esplosivo). Il cupo
boato dell’esplosione si
ripercosse sinistramente
nelle vallate circostanti,
seguito dallo scroscio di
massi divelti e rotolanti
giù per i fianchi dirupati
della montagna, poi una
densa nube di polvere,
di terra e di fumo avvolse ogni cosa, seminando
terrore e morte tra le fila
austro-tedesche e sconvolgendo tutti i trinceramenti. Il Col di Lana rimase in mano italiana fino alla fine di ottobre
1917, quando, dopo lo
sfondamento di Caporetto, la 4ª Armata dovette
retrocedere ed attestarsi
sulla linea del Piave. 쐍
R U B R I C H E
due le operazioni della
fanteria e dei bersaglieri,
i reparti erano duramente provati sia nel fisico,
sia nel morale. Dopo il
fallimento dell’ennesimo
attacco e per dare un po’
di respiro alle truppe
stremate dai continui ed
inefficaci assalti, si rese
inevitabile l’avvicendamento dei reparti.
Il 2 agosto l’8ª Divisione
riprese gli attacchi contro il “Panettone” ed il
“Cappello di Napoleone”.
Nella relazione ufficiale
si legge: «Sotto un furioso temporale il II battaglione del 60° Fanteria
(quello di Ottorino Onoldi) muove contro il “Panettone” ed il III del 52°
si getta contro il “Cappello di Napoleone”, secondati sulla destra
dall’azione dimostrativa del XVIII battaglione
del 3° Bersaglieri. Il
battaglione del 52°, al
comando del tenente colonnello Peppino Garibaldi, si spinse fin sotto
un fortino nemico, ma
non può proseguire perché investito da impetuoso lancio di bombe a
mano. Il battaglione del
60°, invece, penetra
d’assalto in un tratto di
trincea nemica, ma deve più tardi sgombrarlo
dopo aver avuto forti
perdite ».
Proprio in quel furibondo assalto rimase vittima
anche il nostro concittadino Ottorino Onoldi; gli
assalti proseguirono anche nei giorni 3 e 4, purtroppo sempre con un alto tributo di giovani vite.
Oltre che vittime della
fucileria e delle mitragliatrici, l’artiglieria batteva il campo di battaglia
con ogni calibro disponibile, dilaniando ulteriormente i corpi inermi dei
feriti e quelli già senza vita che giacevano sul terreno. Da quel funesto 2
DICEMBRE 2009 – N.° 51
dalle nostre trincee assistemmo all’avanzata del
reggimento (3°) bersaglieri ... ad un tratto dal
Sasso di Stria gli austriaci aprirono il fuoco
alle sue spalle ... Ne vedemmo alcuni lanciati
in aria dagli scoppi delle granate e sul terreno
macchie scure sempre
più numerose segnarono i caduti ... . L’azione
venne interrotta per due
giorni (13 e 14 luglio) allo scopo di riordinare i
reparti – duramente provati – e per sgombrare il
terreno dai morti e dai
feriti.
Il 15, l’artiglieria italiana
riprese il cannoneggiamento di preparazione
all’attacco della fanteria;
favoriti anche dalla nebbia tre compagnie del
52° Fanteria si lanciarono sugli avamposti del
“Panettone”, un drappello di soldati riuscì ad occupare la trincea avversaria. Accortisi dell’invasione, dalla vetta del Col
di Lana giunsero di
rinforzo due reparti austro-tedeschi che ricacciarono gli italiani infliggendo gravi perdite.
I combattimenti continuarono fino alla notte
tra il 18 e 19 luglio, il IV
battaglione del 52° Fanteria intrepido si lanciò
nuovamente all’attacco,
riuscì a conquistare le
trincee avversarie più
esterne del “Cappello di
Napoleone”, ma un turbinìo di fuochi incrociati
unito ad un intenso lancio di bombe a mano investirono i nostri fanti da
ogni lato ed essi dovettero ripiegare sulle linee di
partenza; un autentico
massacro, quel tragico
assalto costò agli italiani
107 morti (di cui 7 ufficiali) e 431 feriti.
L’artiglieria e le mitragliatrici unite alle asperità del terreno resero ar-
25
EL NOST CUMÜN
po d’Armata, tenente generale Ottavio Ragni, a
procedere con cautela,
ciò per non allarmare eccessivamente gli avversari e, addirittura, abbandonare alcune posizioni
ritenute eccessivamente
avanzate, considerate
scarsamente difendibili
in caso di attacco del nemico. L’avanzata si fermò
per quattro settimane, in
tale periodo si ebbero solo inconcludenti e cruente azioni per sondare la
forza dell’avversario. La
tregua consentì alle truppe e alle artiglierie italiane di ultimare lo schieramento. Però il fattore
tempo giocava a favore
degli austriaci, i quali lo
usarono freneticamente
per rafforzare le linee di
difesa ed integrare le milizie con l’inserimento di
reparti dell’Alpenkorps
germanici del II battaglione dei Kaiserjäger
bavaresi. Il generale Luigi Segato (subentrato al
generale Marini, esonerato perché aveva contestato l’eccessiva cautela
del suo comandante, generale Nava) il 5 luglio riprese le ostilità. Il piano
d’attacco prevedeva tre
fasi principali:
– consolidamento dei reparti ai piedi delle alture;
– attraversamento della
zona boscata sino al limite superiore;
– conquista della linea di
cresta.
I primi assalti alle postazioni austro-tedesche del
Col di Lana rivelarono
subito quanto queste fossero avvantaggiate dalla
conformazione del terreno e quale prezzo in perdite umane si dovesse
pagare per ogni metro
conquistato.
L’11 e il 12 furono giorni
terribili, racconta l’allora
capitano Mazzetti del 52°
Fanteria Brigata Alpi: ...
DICEMBRE 2009 – N.° 51
R U B R I C H E
di Enrico Sabbioni*
EL NOST CUMÜN
26
Graffignana anno 2050:
non esistono più cittadini
affetti dai morbi di
Parkinson e Alzheimer.
Come si è arrivati a questo? È stato con l’uso di
chimere? No, perché
l’uso di chimere era…
una chimera! Caro lettore non è uno scioglilingua, ma un modo un po’
naif di introdurre il serio
problema scientifico-etico degli embrioni chimera. Vediamo di cosa si
tratta. Nella mitologia, il
termine chimera è simbolo di una creatura figlia di
un serpente e di un umanoide con testa di leone,
corpo di capra e coda di
serpente, che evoca
nell’immaginario collettivo un senso di mostruosità. Ma anche un senso
di rivalsa verso tutto
quanto rimane non del
tutto
comprensibile
scientificamente, come
l'origine della vita. Il detto “è una chimera” è così
entrato nel gergo corrente per indicare tutto ciò
che costituisce l'oggetto
di un desiderio fantasioso, assurdo e perciò irraggiungibile. Il termine
chimera è oggi però entrato anche nel campo
scientifico come sinonimo di embrioni misti
uomo-animale, quali possibili fonti di cellule staminali che dovrebbero
essere utilizzate a scopo
conoscitivo (comprensione dei meccanismi di malattie complesse) e a scopo terapeutico nella medicina rigenerativa (produzione di linee cellulari
e poi di tessuti umani
compatibili con il ricevente).
Sebbene il condizionale
è d’obbligo, perché tutto
ciò non si è mai realizzato, nel settembre 2007 la
Human Fertilisation and
Embryology Authority
Graffignana, anno
2050: più nessun è
affetto da Parkinson
e Alzheimer.
Una chimera?
(HFEA), l’ente britannico
che si occupa della procreazione medica assistita e della ricerca sugli
embrioni umani, ha dato
il via libera alla creazione
di embrioni, chiamati
ibridi citoplasmatici o cibridi, che tecnicamente
rappresentano embrioni
chimera.
Cibridi: di cosa si tratta? In una cellula umana
od animale la quasi totalità dell’informazione genetica (DNA) è contenuta
nel nucleo, mentre l’energia per la cellula viene
prodotta dai mitocondri,
organelli che contengono
anche un particolare
DNA (DNA mitocondriale). Un cibrido è creato a
partire da una cellula uovo animale (ovocita) a
cui viene tolto il nucleo
cosicché dell’ovocita rimangono solamente l’involucro (il citoplasma) ed
i mitocondri. Successivamente, da una cellula
umana somatica (cellula
donatrice, ad esempio
della pelle) viene prelevato il nucleo contenente
l’informazione genetica
(DNA umano) che è poi
inserito nell’ovocita animale che era stato privato del proprio nucleo. Si
forma così una nuova cellula in cui il DNA umano
si trova a contatto con il
citoplasma animale. Mediante opportuni stimoli
questa cellula inizia a dividersi, dando origine ad
un embrione chiamato
ibrido citoplasmatico o
cibrido, tecnicamente un
embrione chimera (vedi
figura Fabbrica di chimere). La differenza di un
cibrido da un embrione
normale è profonda: il cibrido, accanto al DNA di
origine umana di gran
lunga preponderante
(99,9%), conserva un po’
di patrimonio genetico
animale (DNA mitocondriale). Inoltre il DNA
umano del cibrido non
proviene da cellule germinali (uovo e spermatozoo), ma da una cellula di
un tessuto qualsiasi.
Il lettore si chiederà perché invece dell’ovocita
animale non si possa procedere a “fondere” due
cellule umane. Le difficoltà in tal caso sarebbero enormi, poiché è molto difficile reclutare ovociti umani, che si ottengono attraverso una procedura lunga, dolorosa e
potenzialmente rischiosa,
a cui poche donne sono
disposte a sottoporsi.
Inoltre, la fusione di due
cellule umane darebbe
luogo ad un embrione
umano a tutti gli effetti,
con tutti i problemi etici
che la sua manipolazione
comporterebbe.
Dubbi scientifici sui
cibridi. I principali pro e
contro sulla produzione
di cibridi come sorgenti
di cellule staminali embrionali possono essere
così riassunti:
1. si argomenta che nel
cibrido il contributo animale al patrimonio genetico (0,1% di DNA mitocondriale) sia trascurabile. Si obietta: trattare il
patrimonio genetico di un
essere umano in termini
numerici è improprio ed
inquietante. È noto che
pure una mutazione di un
singolo gene può essere
causa di patologie o comunque compromettere
pesantemente lo sviluppo
di un organismo.
2. Esiste un problema di
biosicurezza: i mitocondri ed il citoplasma
dell’ovocita animale rappresentano potenziali
fonti di pericolosi retrovirus, che potrebbero inserirsi nel nucleo umano
trasferito, infettandolo.
Questo scenario è altamente improbabile, ribattono i fautori della produzione dei cibridi.
3. Il cibrido nasce da
cellule con “due sistemi
diversi di patrimoni genetici”: un DNA umano della cellula donatrice e uno
animale (DNA mitocondriale). Ciò pone altri inquietanti interrogativi:
non sappiamo se i geni
umani “andranno d’accordo” con quelli del materiale animale. Probabilmente si, dicono i fautori
dei cibridi. Ma chi ce lo
garantisce? Il dialogo fra i
due “sistemi” diversi potrebbe non funzionare affatto.
Considerazioni bioetiche. In Italia la produzione di cibridi è vietata
dall’articolo 13 della Legge 40/2004 sulla fecondazione artificiale. In qualsiasi caso gli embrioni
chimera, dovrebbero essere soppressi entro 14
giorni di vita (il tempo necessario per ricavarne le
cellule staminali), cioè
prima di potere essere
impiantati e dare vita ad
un feto.
La questione se i cibridi
Graffignana anno 2050:
più nessun cittadino è
affetto da Parkinson e
Alzheimer. È una chimera ? Questo traguardo
non è una chimera (nel
senso di aspirazione irraggiungibile). Sono convinto che entro la metà
del secolo potremo arrivare a comprendere molti
dei meccanismi con cui
insorgono queste terribili
malattie e a sviluppare terapie efficaci per combatterle. Ma non credo che
ciò potrà essere raggiunto attraverso la via
dell’embrione chimera
come sorgente di cellule
staminali embrionali. Ecco pertanto spiegato la
specie di scioglilingua riportato all’inizio di questa
rassegna: nel 2050 si potrà affermare che l’uso di
chimere era… una chimera!
Un augurio sincero di
buone feste a tutta la comunità Graffignanina e
che potere trascorrere le
festività con gioia e serenità non sia … una chimera! 쐍
R U B R I C H E
teriale biologico animale.
E non potrebbero neppure essere utilizzate come
modello per lo studio di
certe malattie, tipo
Parkinson e Alzheimer
come invece viene irresponsabilmente ripetuto:
come sarebbe possibile
utilizzare cellule provenienti da cibridi, con patrimonio genetico alterato, dal metabolismo sconosciuto, proprio per studiare malattie dovute ad
alterazioni sconosciute di
certe funzionalità cellulari? Il mio giudizio sugli
embrioni chimera uomoanimale, ovvero su un essere (embrione), fatto in
parte da frammenti umani (le cellule, i mattoni
che a miliardi formano i
nostri organi) ed in parte
da cellule animali è negativo: è impossibile non
provare un senso di repulsione e disagio di fronte alla produzione di embrioni uomo-animale,
seppur da utilizzare solo
per l’estrazione di cellule
staminali. In tale contesto, questa breve rassegna vuole soprattutto stimolare il lettore ad una
riflessione riguardante
l’embrione e la sua sacralità, ovvero il concetto
del limite della vita umana. Concludo riallacciandomi al quesito iniziale:
* Già
ricercatore scientifico
al Joint Research Centre
(Centro Comune di Ricerca)
di Ispra (Va).
Attualmente è ricercatore
presso il Centro Studi sull’Invecchiamento (CeSI),
Fondazione Università “Gabriele d’Annunzio” di Chieti.
DICEMBRE 2009 – N.° 51
di altri scienziati che avevano avvertito della assurdità di “quella” ricerca. Il bello è che proprio
le istituzioni accademiche, che più tuonarono
contro i limiti oscurantisti alla libera ricerca sui
cibridi facendo appello
alla tradizione britannica,
hanno, al dunque, respinto le domande di sovvenzione dai titolari di brevetto. Sembra che il rifiuto sia stato di natura tecnico-scientifica (le ricerche non porterebbero a
risultati tali da giustificare la spesa), non giuridico-morale (le ricerche sarebbero mostruose e non
si devono fare). Una storia di cui dobbiamo far
tesoro e che il documento su chimere e cibridi,
pubblicato nello scorso
luglio dal Comitato Nazionale di Bioetica italiano, aveva largamente anticipato. Perché il gioco
non vale la candela e perché avere un brevetto
non significa aver diritto
ai soldi per usarlo.
Conclusioni. È mia
convinzione che eventuali cellule staminali estratte da cibridi difficilmente
potrebbero essere utilizzate per applicazioni cliniche sugli esseri umani,
per evitare pericolose
contaminazioni con ma-
27
EL NOST CUMÜN
siano embrioni umani o
se la presenza del DNA
mitocondriale di origine
animale li renda non
umani ha aperto tremendi problemi bioetici, riproponendo uno scontro
culturale tra i fautori della libertà di ricerca e chi
vuole porre dei limiti alla
stessa. Infatti, se i cibridi
fossero considerati embrioni umani, si porrebbero diverse questioni: se
sia lecito in linea di principio crearli, a fini procreativi o a fini di ricerca;
ove vengano comunque
creati, se sia doveroso rispettarne la vita e favorirne lo sviluppo fino alla
nascita; se sia giustificabile distruggerli entro un
determinato giorno dalla
loro creazione dopo averli studiati e averne eventualmente prelevato da
essi le cellule staminali.
Il flop della ricerca
inglese sui cibridi:
una ricerca rottamata. Ma a che punto sono
le ricerche inglesi dopo il
via libera dell’HFEA alle
ricerche sui cibridi? Incredibile a dirsi, sfortunatamente o fortunatamente, secondo i diversi punti
di vista, nessuna istituzione scientifica, pubblica o
privata, ha ritenuto vantaggioso finanziare i progetti previsti. È difficile
capire i motivi di questa
retromarcia, ma già molti
esponenti del mondo medico e scientifico avevano bollato la ricerca sui
cibridi come immorale e
al di là di un minimo di rispetto della vita umana.
Questa storia inglese sui
brevetti per la produzione di cibridi è parecchio
istruttiva, soprattutto se
ci si ricorda delle infuocate polemiche che precedettero e seguirono
l’autorizzazione agli studi
sui cibridi nel 2007 tra
scienziati fautori della libertà di ricerca e il parere
Il materiale per la pubblicazione mi è pervenuto a giornale già impaginato. Proprio per lo spirito del gemellaggio che ci
unisce e che vuole rinsaldare sempre più i nostri
rapporti di amicizia e collaborazione, non volevo
rinunciare a questo Vostro contributo. Purtroppo la ristrettezza dei tempi mi ha costretto a pre-
sentare la notizia con una
veste grafica un po’ dimessa, non certo con lo
spazio che meriterebbe.
Vi rammento che questa
pagina è sempre a vostra
disposizione. 쐍
DICEMBRE 2009 – N.° 51
R U B R I C H E
il Direttore
EL NOST CUMÜN
28
Il Gruppo dei “gemelli” Graffignanesi che hanno partecipato alla Sagra della Vittorina edizione 2009.
Carlo Guilli,
arbitro di calcio
un uomo di sport.
gente dispendio di tempo.
Però, con una punta
d’orgoglio – mi confida
Carlo – sono sempre arrivato puntuale, la passione ti fa sopperire ad ogni
disagio. La curiosità mi
induce alla fatidica domanda: come si comportava in campo l’arbitro
Guilli? Benché sia sempre
stato un “peso leggero”
sempre per rimanere in
gergo sportivo – continua
Carlo – non temevo l’arroganza di alcuni giocatori, anche perché il mio
operato era autenticamente “super-partes”. Fino a quando sono stato
arbitro di ruolo, mi sono
sempre allenato atleticamente. Ero uno che seguiva da vicino l’azione
di gioco e quando mi capitava di fischiare difficilmente venivo contestato.
Durante la chiacchierata
vedo che negli occhi di
Carlo si susseguono i ricordi della sua gioventù.
DICEMBRE 2009 – N.° 51
vello amatoriale significava sborsare quei pochi
quattrini che faticosamente si raccimolavano tra
amici e parenti, gli “sponsor” non erano ancora
stati inventati.
Anche per fare l’arbitro
bisognava spendere, a differenza dei club sportivi,
la federazione degli arbitri non prevedeva la divisa, pertanto se si voleva
scendere in campo era indispensabile farsela confezionare a proprie spese.
E poi c’erano da affrontare i costi dei trasferimenti, la federazione metteva
a disposizione la “diaria”
una quota simbolica che
troppo spesso non era
sufficiente nemmeno per
un pasto. Per raggiungere
le località dove si svolgevano le partite, non sempre era agevole, ci si avvaleva dei trasporti della
rete pubblica, per riuscire
a raggiungere i campi di
gara, bisognava partire al
mattino presto, con un in-
29
In entrambe le foto Carlo Guilli è al centro, da notare la semplicità delle divise, sia quelle dei
calciatori sia quelle della terna arbitrale.
EL NOST CUMÜN
Carlo Guilli, graffignanino classe 1924, è sicuramente da considerarsi un
antesignano degli arbitri
di calcio del Lodigiano.
Per la stesura di questa
pagina ci siamo dati appuntamento a casa sua,
sul tavolo l’immancabile
“gazzetta”. È una piovosa
domenica di tardo autunno, il tepore delle mura
domestiche stimola la
conversazione. Con la pacatezza che l’ha sempre
contraddistinto, Carlo incomincia a raccontarmi le
sue esperienze sportive.
Come molti ragazzi, anch’egli incominciò a tirare
i primi calci al pallone sul
campo dell’oratorio. Crescendo le sue prestazioni
atletiche vennero richieste da diverse squadre dilettantistiche del territorio. Il suo ruolo durante le
gare era centrocampista.
Con onestà intellettuale
che gli rende merito, ben
presto capì di essere uno
dei tanti, di non avere la
“stoffa” del campione e di
non poter accedere a
quelle soddisfazioni alle
quali legittimamente ogni
giovane atleta aspira. Non
si perse d’animo e volendo rimanere attivo nel
mondo dello sport decise
di saltare la “barricata”,
diventare arbitro di calcio. A Milano frequentò il
corso federale per arbitri
dove brillantemente superò gli esami. Il debutto
avvenne nel 1946 con le
squadre giovanili, poi
man mano, facendo esperienza sul campo ed acquisendo la giusta padronanza del ruolo dell’arbitro, incominciò a dirigere
le partite dei campionati
superiori. Erano gli anni
della ricostruzione dopo
la guerra, la situazione
economica generale era
alquanto precaria, per fare dello sport sia pure a li-
Io l’arbitro l’ho fatto per
passione, il giorno dopo
la partita era mia consuetudine consultare i
giornali e leggere il giudizio critico a me riservato, e questo mi inorgogliva. Riecheggiano ancora nella mia mente gli
applausi riservatimi a fine partita da un pubblico
soddisfatto dell’arbitraggio dopo l’incontro tra il
Pavia e il Fiorenzuola.
Certo anch’io come tutti
gli umani non possedevo
il dono dell’infallibilità,
però il mio giudizio equilibrato e la mia onestà
sportiva hanno fatto sì
che fossi un arbitro ben
voluto da entrambi i contendenti.
Compiuti i 45 anni dovette rassegnarsi ad uscire di ruolo, la sua ultima
partita fu Olbia-Civitavecchia, ma non appese il fischietto al chiodo, continuò la sua opera dirigendo gli innumerevoli tornei serali che nella stagione estiva animavano le
serate degli appassionati.
Ebbe anche un trascorso
come allenatore di squadre giovanili, dove negli
Anni ’70 in occasione della Coppa Città di Lodi,
portò alla vittoria finale
la sua squadra del Sancolobano calcio. 쐍
R U B R I C H E
di Gi.Gi.Emme
DICEMBRE 2009 – N.° 51
S P O R T
di Angelo Barbesta
EL NOST CUMÜN
30
Sempre più spesso il nome di Graffignana entra
nelle case degli sportivi,
citato nelle telecronache
e sulla stampa nazionale
ed estera, come il luogo
di provenienza dei nostri
tre atleti: Alessandro
Matri, Giacomo De Vecchi e Danilo Gallinari.
Per un piccolo comune è
sicuramente un record
poter annoverare tra i
propri cittadini un calciatore a Cagliari in serie A,
un cestista a Sassari nella Legadue e uno a New
York nella NBA.
Ognuno di loro ha una
sfida da affrontare, riuscire a vincerla può rappresentare il punto di
svolta della loro carriera
e, da come è iniziata questa stagione, tutti hanno
mostrato le potenzialità
per farcela. Per Alessandro Matri può essere
questo l’anno in cui superare la quota di 10 reti segnate; Giacomo De Vecchi per la prima volta ha
iniziato la stagione come
titolare e può dimostrare
di poter essere incisivo
anche in attacco; Danilo
Gallinari, archiviata una
prima stagione travagliata dai problemi alla
schiena, deve confermare di poter essere uno
dei pilastri portanti dei
Knicks del futuro.
Alessandro Matri
È alla sua terza stagione
al Cagliari ed anche in
serie A, fresco vincitore
del “Grappolino d’oro”
assegnato meritatamente
per aver dimostrato, con
le reti segnate in questi
anni, di essere un attaccante da serie A. Finora
ne ha segnati 16 in vari
modi: di testa, di destro e
di sinistro, come solo un
attaccante completo sa
fare. 16 reti in 79 gare disputate (dato aggiornato
all’8.11.2009) possono
sembrare poche, ma calcolando i minuti realmente giocati è come se
avesse disputato circa 40
partite e a questo punto
le 16 reti realizzate rappresentano un ottimo
bottino. Nella prima stagione la squadra arrancava nei bassifondi della
gla lo scorso 31 gennaio
a Torino contro la Juventus, una rete che consente al Cagliari di vincere 32 e di espugnare il campo juventino, impresa
questa che al Cagliari
non riusciva dal lontano
1968, quando vinse 2-0
grazie alle reti di Gigi Ri-
Alessandro Matri,
Giacomo De Vecchi
e Danilo Gallinari:
i tre moschettieri
dello sport.
classifica, tre allenatori
si sono succeduti sulla
panchina per cercare di
salvarla dalla retrocessione e nel girone di ritorno si è risollevata grazie alle reti di Robert Acquafresca al quale Alessandro ha dovuto lasciare spazio. Nell’estate del
2008 il Cagliari riscatta
dal Milan la sua comproprietà. Inizia così la sua
seconda stagione, la
squadra inizia male il
campionato e lui viene
considerato come terza
punta giocando ancora
di meno rispetto all’anno
precedente, ma nonostante tutto riesce a mettere a segno ancora 6 reti, tutte nel girone di ritorno. La più importante
è senz’altro quella che si-
va e Roberto Boninsegna. Alessandro entrato
nella ripresa, recupera
una palla a centrocampo,
lancia il contropiede e
sulla chiusura della triangolazione riceve nuovamente il pallone e con un
tiro spiazza dal limite
Buffon. Purtroppo le gare successive le inizia
spesso ancora dalla panchina, però va a segno altre 4 volte e i suoi gol
aiutano il Cagliari a piazzarsi al 9° posto con 53
punti. Quest’anno, inspiegabilmente, a inizio
campionato gli viene preferito l’argentino Larrivey, la quarta punta della
squadra, ma dalla quarta
giornata torna titolare e
con 4 reti già messe a segno in 12 gare potrebbe
superare il suo record e
per la prima volta superare anche la soglia delle
10 reti segnate a fine
campionato. Grazie anche al suo apporto, il Cagliari in questa stagione
continua a mostrare un
gioco spettacolare e
chissà che non riesca a
qualificarsi per quell’Europa League mancata lo
scorso anno.
Giacomo De Vecchi
È alla sua quarta stagione a Sassari, ma questa
estate la sua avventura in
Sardegna sembrava volgere alla conclusione. La
squadra e i correttissimi
tifosi del Banco Sardegna avevano vissuto giorni di euforia: erano giunti
per la prima volta sino
alla serie finale per accedere alla serie A, poi persa 3-1 contro la Vanoli
Soresina. Qualche giorno
dopo il termine delle finali, però dall’euforia si
era passati allo scoramento, dovuto alla notizia che la dirigenza, dopo
mesi di appelli ad enti e
istituzioni, non era più in
grado di continuare l’attività. Sassari stava per
sparire dal panorama cestistico professionistico
e di certo il suo pubblico
sportivissimo, che sul
proprio campo aveva appena applaudito i giocatori di Soresina per la
promozione, non si meritava questa sorte. Grazie
alla loro mobilitazione si
sono però create le condizioni che hanno permesso il salvataggio in
extremis della società. A
quel punto si trattava di
ricostruire la squadra e
Giacomo era uno dei primissimi nomi a cui i dirigenti avevano pensato
per ripartire. In realtà era
quasi pronto per traslocare e varie squadre lo
stavano cercando: le più
forti di Legadue ma anche della serie A, come
gliori giocatori al mondo,
tiratori compresi. E che
abbia un ottimo tiro lo
ha dimostrato anche quest’anno: 22 punti all’esordio con 7-13 da 3 punti e
dopo qualche giorno 8-16
con 30 punti segnati al
Madison contro i Sixers,
suo record nella NBA.
Un tiro da 3 forse usato
eccessivamente e che
può probabilmente derivare dall’essere a volte
poco coinvolto in attacco, comunque questo gli
ha permesso di essere
dopo due settimane di
gioco il giocatore che comandava la classifica del
numero di “bombe” messe a segno. Nonostante
Danilo sia l’unica nota
positiva della squadra,
New York ha fatto registrare il peggior inizio di
stagione della sua storia
con 1 vittoria in 10 partite. A questo punto i
Knicks per risollevarsi
potrebbero scegliere di
sfruttare appieno le doti
e la leadership di Danilo
che gli consentono di poter essere determinante
in ogni fase del gioco e
puntare più su di lui.
Intanto i 16 punti segnati a partita e le sue
performance balistiche
potrebbero consentirgli
il prossimo mese di febbraio di iniziare a respirare l’aria dell’All Star
Game, partecipando a
due delle manifestazioni
ad esso collegate, la gara
del tiro da punti e far
parte della squadra dei
giocatori al secondo anno di NBA che sfiderà
quella dei “rookie” ovvero dei debuttanti.
Anche Lebron James si
è accorto di Danilo e non
ha mancato di complimentarsi con lui al termine di una gara, è la conferma che “il Gallo” potrebbe essere un buon
viatico per lo sbarco di
altre stelle a New York. 쐍
S P O R T
condizioni fisiche, solo
28 partite (la stagione regolare della NBA ne prevede 82). Utilizzato per
14 minuti a gara ha messo a segno circa 6 punti,
facendo comunque intravedere il suo immenso
potenziale, quello di un
giocatore che sa unire alla velocità d’esecuzione
anche una intelligenza
cestistica superiore alla
media. D’Antoni prima
dell’inizio di questa stagione non ha avuto problemi ad affermare che
Danilo ha una visione del
gioco tipica di un veterano ed è il tiratore più forte che abbia mai allenato. Un complimento quest’ultimo da non sottovalutare, essendo D’Antoni
il vice-allenatore della
nazionale statunitense,
ovvero quella con i mi-
DICEMBRE 2009 – N.° 51
quella del basket piange,
l’ultimo anello vinto dai
Knicks, lo scudetto della
NBA, risale infatti al lontano 1973. Il progetto per
riportare in alto i Knicks,
impostato dalla nuova dirigenza lo scorso anno,
era iniziato con la scelta
al draft di Danilo e dopo
vari scambi di giocatori
operati e volti al risparmio, adesso attende la
fatidica data del prossimo 1° luglio, quando si libereranno varie stelle e i
Knicks cercheranno di
convincerle a trasferirsi
a New York. Non è un
mistero che una buona
stagione di Danilo faciliterebbe questi arrivi. I
problemi alla schiena
hanno però segnato il
suo primo anno, durante
il quale ha potuto giocare, neanche nelle migliori
31
EL NOST CUMÜN
Cantù ad esempio. Lui
però non ha avuto tentennamenti ad accettare
l’offerta sassarese, perché lì è ormai di casa e i
tifosi stravedono per lui.
Nel frattempo con l’arrivo di Romeo Sacchetti, il
nuovo allenatore, viene
costruita una squadra
più agile e veloce, Giacomo si adatta bene a questo tipo di gioco e l’allenatore lo promuove quindi come titolare nel ruolo
di ala piccola chiedendogli di essere anche più
pungente in attacco. Su
questo aspetto anche lui
sa di dover migliorare e
ha il carattere per poterlo fare. Lo dimostrano le
sue statistiche che rilevano nella stagione 2007-08
ottime percentuali nel tiro da 2 punti con il 58%
nella stagione regolare,
non a caso quella è stata
la stagione per lui più
produttiva, con 5,8 punti
segnati a partita, che nei
play-offs sono poi aumentati a 8,3.
Lo scorso anno, pur
avendo segnato meno
punti, nei play-offs è
però migliorato nel tiro
da 3 con un ottimo 43% e
ha migliorato anche il
suo record di punti quando ne ha segnati 16 contro Scafati ed è stato tra i
protagonisti dei play-offs
che hanno condotto la
squadra ad un passo dalla serie A.
Quest’anno ha iniziato
segnando circa 8 punti a
partita, poi ha avuto una
flessione assestandosi
sui 5 punti ai quali aggiunge oltre 2 palle recuperate, una voce statistica quest’ultima che lo vede tra i migliori del campionato e Sassari, con lui
in quintetto, ha raggiunto
i vertici della classifica.
Danilo Gallinari
Se la New York del baseball è ritornata a vincere, grazie agli Yankees,
E V E N T I
Domenica 28 giugno una splendida giornata ha fatto da cornice ad una delle ultime manifestazioni che
hanno animato il Giugno Graffignanino: la sfilata delle auto e moto d’epoca e dei mezzi agricoli “vecchi”
e “nuovi”. Dopo il ritrovo presso il campo sportivo comunale, il lungo e variegato serpentone di mezzi ha
fatto bella mostra di sé per le vie del paese. L’arrivo in Piazza Aldo Moro, con la benedizione di tutti i
mezzi da parte del parroco, don Davide Daccò è stata l’ultima tappa. E poi tutti al Bar Preludio dove ad
attendere i partecipanti c’era un meritato rinfresco offerto dall’Amministrazione comunale. Infine la distribuzione degli attestati di partecipazione alla manifestazione, direttamente dalle mani del Vice Sindaco
dott. Scietti. Un particolare ringraziamento va a Giuseppe Suardi, che ogni anno attiva e coordina in maniera impeccabile tutti i numerosi partecipanti. 쐍
DICEMBRE 2009 – N.° 51
A Graffignana … Aspettando il Natale!
EL NOST CUMÜN
32
Ci sono due momenti della tradizione natalizia graffignanina, che grandi e piccini aspettano ogni anno
con trepidazione e gioia nel mese di dicembre. Il primo è il pomeriggio del 12 dicembre quando per le vie
del paese, passa un carretto trainato da un piccolo cavallo (nei miei ricordi di bambina c’era invece il tradizionale asinello!!!)… Seduta al centro una misteriosa figura avvolta in vari strati di velo bianco e circondata da tanti piccoli angioletti. È Santa Lucia… Al suo seguito tantissimi bambini che ricevono dai vari pastori che accompagnano fedelmente il carro un sacchettino pieno di tanti deliziosi dolcetti… Nasce
invece in un periodo più recente, ma è diventato ormai altrettanto atteso, il passaggio della slitta dei Babbo Natale… Dico “dei” perché a Graffignana ne arrivano parecchi, e tutti insieme si occupano della distribuzione dei panettoni alle persone più anziane il giorno della vigilia… Questi due caratteristici momenti prendono vita ogni anno grazie a un instancabile gruppo di volontari e volontarie che con passione
preparano ogni minimo dettaglio per regalarci questi preziosi ed emozionanti attimi… A Graffignana c’è
sempre meraviglia negli occhi di tutti e tanta magia… aspettando il Natale!!! 쐍
GRAZIANO MESINA - Anno 1971
G r a z i a n o M e s i n a p ro t e t t o d a u n c o m p l i c e a r m a t o e d i n c a p u c c i a t o s i f a l a “ t o e l e t t a ”
m a t t u t i n a n e l l e f re s c h e a c q u e d i u n a s o r g e n t e .
GRAZIANO MESINA - Anno 1971
G r a z i a n o M e s i n a r i s c a l d a l a p ro p r i a l a t i t a n z a a l t e p o re d i u n f u o c o d i s t e r p i .
GRAZIANO MESINA - Anno 1971
N e l l a s i c u re z z a d e l “ c o v o ” , G r a z i a n o M e s i n a ( s e m p re a r m a t o ) , c o n a l t r i b a n d i t i
c o n s u m a l a c o l a z i o n e c o n g l i a l i m e n t i t i p i c i d e i p a s t o r i s a rd i .
N. 26
SALCERELLA – Lythrum salicaria
Riconoscimento: cresce abbondantemente lungo le rive dei fossi. È
una pianta erbacea perenne. Il rizoma è fusiforme con radichette fibrose. Il fusto è semplice o ramificato in alto, eretto, alto fino a 130-150
centimetri, provvisto di peluria e con sezione a 4-6 spigoli. Foglie lanceolate, senza picciolo, opposte o in verticilli di tre, le superiori più
piccole, a forma di brattea. L’infiorescenza è una spiga apparente formata da numerosi fiori raccolti in verticilli sovrapposti. I fiori, di uno
splendido colore rosa-violaceo, La fioritura generalmente inizia in giugno e si protrae per tutta l’estate fino al mese di ottobre. I frutti sono
capsule biloculari, ricche di semi bruno-giallastri. Curiosità: in un testo del 1542 di Fausto Longiano si legge: “… le foglie escono de nodi
simili al salice, … nasce appresso l’acque: il sugo de le foglie bevuto,
e infuso per la vertù astringente vale al sputo del sangue, e a la disenteria: aposto reprime i flussi de le donne: turato il naso con l’herba, stagna il sangue uscente dal naso: utile alle ferite, perché ferma
il sangue, abbrusciata manda fumo asprissimo, per la qual cosa fa
fugir le serpi e morire le mosche …”.
EBBIO – Sambucus ebulus
Riconoscimento: alta da 50 cm a 2 m, fusto erbaceo, semplice, rigido,
solcato, midollo bianco; foglie verde scuro, opposte, grandi, a 7-11 foglioline lanceolate, dentate; fiori bianchi o rosati (giugno-agosto), piccoli, riuniti in larghi corimbi (ombrelli); bacca nera, globosa, lucida,
con succo tintorio, contenente 3 semi; rizoma fibroso, strisciante,
bianco, molto invadente. Odore nauseante (tutta la pianta), di mandorla amara (fiori); sapore amaro. Proprietà officinali: sono molto simili
a quelle delle altre specie di Sambuco, sali di potassio, pectine, polifenoli e zuccheri. Nella medicina popolare venivano utilizzati la radice o
la sua scorza fresca o essiccata, fiori (giugno-agosto), foglie essiccate.
I fiori sono reputati sudoriferi, depurativi, antireumatici, ed espettoranti. Curiosità: cresce ai margini dei boschi; nei campi con suolo fertile, infatti, i vecchi contadini consigliavano di acquistare terreno dove
c’era la presenza di Ebbio, certamente era un ottimo affare. I princìpi
attivi dell’Ebbio sono più intensi di quelli del Sambuco nero. Non usare in alcun modo i frutti, sono velenosi, anche l’uso empirico
dell’Ebbio può causare un grave avvelenamento.
GELONE – Pleurotus ostreatus
In questa stagione non è difficile imbatterci in un particolare fungo che
proprio dal freddo prende energia. Si presenta costituito da un
complesso di cappelli larghi, circolari, ventagliformi o a forma di gusci
d’ostrica sovrapposti; margine nettamente involuto, cuticola umida,
brillante, glabra, di colore variabile dal marrone chiaro al grigio
plumbeo e al grigio acciaio con sfumature violacee. Le lamelle sono
bianche, con riflesso crema o bianco-grigiastre, fitte verso il margine del
cappello, più spaziate verso il gambo, lungamente decorrenti su questo e
sovente ramificate. Il gambo è laterale, a volte quasi assente o molto
corto, sodo, tenace, pieno; bianco o appena sfumato di grigiastro. La
polpa è compatta e di colore bianco. Il profumo è gradevole e delicato; il
sapore è dolce. Cresce nella stagione invernale sul legno di vecchie
ceppaie o di tronchi vivi (da parassita) e morti (da saprofita) di latifoglie
soprattutto càrpini, gelsi, pioppi e salici, ed altri esemplari. È un fungo
commestibile molto apprezzato. Per la sua attitudine a crescere in
periodi freddi (quando non sono presenti altri funghi pericolosi) può
essere raccolto con tranquillità dall’autunno inoltrato a tutto l’inverno.